R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
B RUNO P INI
Sui cicli relativi ai sistemi ai differenziali totali
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 22 (1953), p. 38-63
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AI DIFFERENZIALI TOTALI
Nota
(*)
di BRUNO PINI(a Bolog,na)
Cos come si studia l’andamento delle curve
integrali
di unsistema differenziale ordinario ~2, ... , 9 i =
=1, 2,
... , n,analogamente
si possono studiare le varietà inte-m
grali
di un sistema ai differenziali ~Z, ... ,1
i
=1, 2,
... , n. In unaprecedente
Nota1 )
abbiamo preso in con- siderazione il sistemapassivo
dipf affiani
con a e
b
vettori a trecomponenti,
ciascuna dellequali
svi.luppabile
in serie diTaylor
in un intorno di ciascunpunto
a?2?
3)3)
di un campo0.
Abbiamo studiato l’andamento dellesuperfici integrali (caratteristiche)
nell’intorno di unpunto singolare
diprima
e di secondaspecie (tale
cioè che in essola matrice
b2
b3111
ha rangorispettivamente
uno ozero)
a2 a311
nell’ipotesi
che le matricigai IL
e2013 1
sianoinvertibili,
ab-dxj dxj
’biano i divisori elementari tutti lineari e, detti
A1, )..2, 13
eU2, 113
gli
autovalori se sono tuttireali,
eA2 ± iA3
e03BC1, [12 =1= se ve ne sono di
complessi,
la matricell A1 A2 A3
03BC1 03BC2 03BC3 ll
abbia tutti i minori di second’ordine diversi da zero. Nel pre- sente lavoro ci riferiremo al sistema
(1) supponendo
sempre(*) Pervenuto in Redazione il 16 gennaio 1953.
i) B. PINI, S’ui punti singolari per i differenziali totali, Annali di (4) 34 (1953) 95-104.
soddisfatte le
ipotesi
che or ora abbiamo ricordato.L’ ipotesi
della invertibilità delle due matrici
gai
Il
e11 £Ìl ll è
sovrabbon-di! axj
dante,
come abbiamogià
avuto occasione di osservare, macomoda,
e noi ce ne serviremo anche nell’ultimaparte
del pre- sente lavoro mentre neiprimi
tre numeri ci serviremo solo del-1’ ipotesi (d’altronde riducibile)
dell’ analiticità dei coefficienti.Stabiliremo alcune
proprietà «
ingrande »
delle varietà inte-grali, prendendo
in considerazioneparticolarmente
le caratte- ristiche chiuse.Analogamente
aquanto
avviene per le curveintegrali
di un sistema differenziale ordinario autonomo di dueequazioni,
anche per un sistema(1)
si possono avere caratte- ristiche chiuse conpunti singolari
e caratteristiche chiuse senzapunti singolari;
chiameremoqueste
ultime cicli. Peresempio,
si consideri il sistema
questo
siintegra
immediatamentepassando
a coordinatepolari (polo nell’origine
e assepolare ~3) ;
si ha unasuperficie
inte-grale
p =1; poi
p =[1 +
Clexp(- 2u)]-%
econseguentemente
tg 0/2 = c2(1 + e)1/2 1 - e
se c1 >°, tg 0/2 = c2 (e
e - 1+ 1)1/2
se C1 0.Pertanto per Cl = 0 si ha una
superficie
sferica chiusa nel colle2) (0, 0, 1)
e nel centro a nodo(0, 0,
-1),
men-tre per
ogni
Cl > 0 si ha unasuperficie
di rotazione attorno al-l’asse ~3 chiusa nei due centri a nodo
(0, 0, 0)
e(0, 0, 1).
Invece per i sistemi
’
2) Secondo le locuzioni usate in 1).
e
si hanno dei cicli. Le caratteristiche del
primo
sono le super- fici toroidali rotonde(xl 1 + x2 -~- --f- 1)1
= 4cotghl + x2)s
con c costante
arbitraria,
lequali
siavvolgono
attorno allacaratteristica
singolare
x3= 0, XI 1 + X2 2 == 1,
che èluogo
di cen-tri ;
i cicli del secondo sistema sono lesuperfici
toroidali(x1 -+- x2 -~- x3
- a2- b2)2 - 4~z (c2 x3 ),
dove c è una costantearbitraria tale che le
quali
siavvolgono
attorno allacaratteristica
singolare
~3= 0, x1 -~- x2
= c~2+ b2, luogo
dcentri.
Nei due ultimi
esempi
dati si hanno dei cicli che nell’inter-no
contengono
una sola linea dipunti singolari.;
è facileperò
dare
esempi
di cicli che nell’internocontengono più
di unalinea di
punti singolari.
Si consideri peresempio
il sistemaEsclusi i
punti
dell’as~se x3, ipunti singolari
sono tutti e soliquelli
delle circonferenze x3-- 0, xl -~- xz
=1, 4, ~ ;
le circon-ferenze x3 =
0, xi + xz
=1, 9
sonoluoghi
di centri mentre lacirconferenza x3 =
0, X2 -~- x2
= 4 èluogo
di colli. Vi sono in- finiti cicli(tori
di rotazione attorno all’assew3) parte
deiquali contengono
solo la circonferenza x3 =0, x 2 -~- X2
=1, parte
lasola circonferenza x3
= 0, x’ + x2
=9, parte
tutte le tre lineesingolare ;
da notare anche la presenza di un bicicto che sitaglia lungo
la circonferenzaluogo
di colli.E’ ben noto che POINCARÉ
3)
studiando l’andamento dellecurve
integrali
del sistemadxlx(x, y, z)
=dy/Y(x, y, z)
== dz/ Z(x,
y,z)
sullasuperficie
chiusaf (x,
y,z)
= 0(df
X
+
dx
3) H. POINCARÉ, Sur les courbes déflnies par les équations différen- tielles, Oeuvres t. I, cap. XIII.
df
Y+ df Z = Mf)
nell’ipotesi
chequesta
siapriva
diunti
dy
dzconici e di curve
multiple,
ha stabilito la relazione- Nn = 2 p -
2 tra il numero dei colli(Nc ),
fuochi(N,),
nodi(Nn )
delle curveintegrali
e il genere dellasuperficie ;
per- tanto solo se p = 1 possono non esservipunti singolari.
Dun-que un ciclo è una
superficie
di genre uno.POINCARÉ stesso
4)
epiù
tardiDENJOY 5)
hanno studiato 1’an- damento delle curveintegrali
di un sistema ordinario sopra lasuperficie
di un toro. Noi non avremo occasione di riferirci a talilavori;
ci limiteremo a provare che le lineeintegrali
deisistemi dx =
adu,
dx = bdv che si trovano su un ciclo sonochiuse e concatenate al
ciclo,
nel senso che nessuna di essepuò
staccare dal ciclo una
porzione semplicemente
connessa.Noi studieremo da una
parte
l’ andamento delle caratteri- stiche del sistema(1)
in un intorno di un ciclo e dall’ altra le lineesingolari
interne a un ciclo.L’esistenza di linee
singolari
nell’ interno di un ciclo si pro-va facilmente una volta che sia stata assicurata l’ esistenza di almeno un
punto singolare.
E’ ben noto
che,
servendosidell’integrale
diKRONEKER,
POIN-CARÉ
6)
ha esteso anche al caso di unospazio
apiù
di duedimensioni il suo concetto di indice allo scopo di stabilire delle relazioni tra i numeri dei
punti singolari
dei variitipi,
internia una
superficie
chiusa senza contatto(con
le lineeintegrali
del
sistema).
Nel nostro caso, ’
l’ipotesi
P che le matricill l!
e sianoinvertibili
porta
di conseguenza che ipunti singolari
di secondaspecie
sono ipunti singolari
relativi al sistemadx/du
= ar odxldv
=b,
indifferentemente. Ciononostante non sembra che l’indice di POINCARÉ dia utili~servigi
nel casoattuale;
infattiproprio
nel caso di unasuperficie
di genere uno l’indice èprivo
di
significato ;
inogni
casopoi
l’esame sarebbe limitato ai pun-4) H. POINCARÉ, Oeuvres t. I, cap. XV.
5) A. DENJOY, Sur les courbes définies par les équations différentielles à la surface du, tore, Journal de Math. pures et appl. Y01. II (1932).
6) H. POINCARÉ, Oeuvres t. I pag. 189 e sgg.
ti
singolari
di secondaspecie
mentre tuttigli esempi riportati
sopra provano come nell’interno di un ciclo possano esservi solo
punti singolari
diprima specie.
Per provare l’esistenza di un
punto singolare
interno a unciclo noi imiteremo i
ragionamenti
di BENDIXSON~)
iquali
pre- sentano ilvantaggio
di stabilire 1’ andamento delle caratteri- sticheprive
dipunti singolari
interne a un ciclo.Vogliamo però
mostrare come, almeno inipotesi
oppor- tunamenterestrittive, appoggiandoci
alI’indice di POINCARÉ re-lativo al caso
piano
sia facile mostrare l’esistenza di lineesingolari
interne a un ciclo econseguire contemporaneamente
un
legame
tra i numeri delle lineesingolari luoghi
dipunti
sin-golari
dei variitipi;
unlegame
di taletipo
èpresumibile
chesussista in
generale.
Supponiamo
che il sistema(1)
abbia tra le sue caratteristi- che unciclo,
che persemplicità supponiamo
sia un toro. attor-no all’asse ~3 ; introdotto un sistema di coordinate cilindriche
con asse il sistema
(1)
si scriveFissato un valore
di 9, poniamo
onde
Se
supponiamo
che ilpiano F
= 0 sia senza contatto con lecaratteristiche di
(1),
almeno una delle(2)
sarà=t=0;
sia taleper
esempio
laprima;
allora da(1’)
si deduceove si è
posto o
L7) J. BENDIXSON, Sur les courbes définies par des équations différen- tielles, Aeta Mathematica, t. 24, 1900.
(3)
è il sistema delle traccie sulpiano
~’ = 0 delle caratteristi- che di(1).
I suoipunti singolari
sonoquelli
per cui =0, Ll31
sen 9-)- A23
cos j== O ;
ora è+ +
-O ;
per- ciòàl sen 9+ ~123
cos q =0, a2Ll31 +
= 0 epoichè
ai sen ~ c~2 cos ~
~ 0,
segued12
=d23
= = 0. Pertanto tut- ti e soli ipunti singolari
di(3)
sonoquelli
di(1)
che appar-tengono
alpiano
F = 0.dx dy
Ora,
com’ènoto,
se il sistemadt
dty ,
dty)
hauna caratteristica
chiusa,
nell’interno diquesta
esistonopunti singolari
eprecisamente
seNt, .N~
edNt)
sono i numeri dei fuochi(centri),
colli enodi,
è~V/’-}-jV~20132~c~=~’
Pertanto,
se si suppone che perogni 9 (0 C c~ 2x)
ipiani
I’ = 0 siano senza
contatto,
sipuò
dire che nell’interno del ciclo si hanno delle linee chiuseluoghi
di fuochi(centri)
nodi ecolli,
essendo i loro numeri
legati
dallaprecedente
relazione.I. - Indicheremo costantemente con 8 una
superficie
inte-grale
e con y le curveintegrali v
= cost. e u =cost., rispet-
tivamente. Se P è un
punto regolare,
con yp, ~p intendiamo lasuperficie
e le due curveintegrali passanti
per P. Nel casopoi
che yp[rp]
siaaperta,
indicheremo conyp
eyp
e~p]
le due
parti
in cui yp[rP]
è divisa dalpunto P,
laprima
cor-rispondente
ai valori crescenti di u[v],
l’altra ai valoridecre-
scenti. E’ evidente che due y non possono avere un
punto
rego- lare in comune; ciò è immediata conseguenza del teorema di unicità8) perchè
in tutto un intorno di talepunto sarà |a| #
0da cui per
esempio
a3#
0 onde il sistema dx = adu si scrive-rà in tale intorno.
Lo stesso si dica di due ~. Di
più
se P è unpunto
rego-lare,
leï p e r p
non possono esseretangenti
inP ;
ciò richie- derebbe infatti = --Ciò
posto,
mostriamo che l e y e P cheappartengono a
u~2ciclo sono chiuse,.
Consideriamo una y. Cominciamo con l’osservare
che,
fissatosu S un
punto
.~ e associato aquesto
un intorno(su S),
sipuò
8) É. GOURSAT, Leeons sur l’intégration des équations dérivées patielles du premier ordre, Paris 1921, pag. 130 e sgg.
prendere
ilraggio
di tale intorno sufficientementepiccolo
inmodo che in tale intorno non si trovino
punti
di 1 oppure ipunti
di -y che vi cadono siano tutti e soliquelli
di un bendeterminato arco
di 1 passante
per P.Infatti,
in casocontrario, per P passerebbe
un arco di Yp e, comunque siprenda
l’intornodi
P,
inquesto
vi sarebbero infiniti archi di y; daiquali,
per la continuità di a e dib,
sipotrebbe
estrarre una successioneconvergente
uniformemente all’ arco di yp; ma allora lafp taglierebbe
la y in infinitipunti appartenenti
a un intornocomunque
piccolo
di P. Ciò èimpossibile perchè
se alpunto
Passociamo la
coppia u, v,
per il teorema di esistenza eunicità,
un intorno di P su 8 è
rappresentabile
su un intorno di(u, v)
mediante un vettore acomponenti
olomorfe. Dun- que aogni punto
P sipuò
associare un intorno nelquale
noncadono
punti
di 1 oppure, se cadonopunti di y, questi
sono tuttie soli
quelli
di un ben determinato arco. Allora per il teorema diricoprimento
di BORELpotremmo
trovare su 8 un numerofinito di
punti P1, P2,
... ,P"
in modo daricoprire S
congli ... , j (~’~z )
in ciascuno deiquali
o non cadealcun
punto
di y oppure cade tutto un arco di ypassante
per il centro dell’intorno inparola.
Ma allora la y deve essere chiu-sa oppure deve arrestarsi in un
punto; quest’ultima
alternativa è da scartareperchè
talepunto
sarebbesingolare.
Allo stessomodo si riconosce che le T sono chiuse.
Mostriamo ora che o f
scomporre 8 in
due,parti
di cuisemplicemente connessa.
Ragionando
perassurdo, supponiamo
che una y scomponga la ~S’ in dueparti 81
ed~S’2
di cui peresempio S1 semplicemente
connessa ; sia P un
punto
di Y ; la~~ taglia la 1
in P epoichè
è
chiusa,
devetagliarla
ulteriormente in un certopunto
P’.I
punti
P e P’ spezzano la y in duearchi
e-~" ;
ora la fche esce da un
punto P1
diy’,
di un intorno diP,
dovendo nuo-vamente
tagliare
la y e nonpotendo tagliare
la rp devetagliare -y’,
e nony",
in un certopunto
ma allora se ilpunto P1
descrive l’arcoy’
da P versoP’, corrispondentemente P~
descrive l’arcoY’
da P’ aP ;
esiste allora unpunto Q
di-y’
ov e la£Q
ètangente alla 1,
e ciò èimpossibile.
Dunque
le curve y e T sono concatenate al ciclo.II. -
Vogliamo
ora studiare l’andamento delle caratteristiche in un intorno di un ciclo. Cominciamo col fare alcune osser- vazioni.Chiamiamo intorno di
raggio e
di una curva l’insieme deipunti
interni alle sfere diraggio e
che hanno il centro su tale curva ;supponiamo che z o [~o]
sia chiusa e che in un suo intor-no di
raggio e
non vi sia alcunpunto singolare ;
indichiamo con R0 ilpiano
normale a YO[TO]
in O.Supponiamo
che ilpunto
P descriva la
7o [ro] partendo
da0,
in un senso oppure nel- l’altro. Prendiamo su ~o unpunto O
i abbastanza vicino Adogni posizione
di P sipuò
associare unpunto P1
su 1tp, in modo che mentre P descrive la10 [~o], Pi
descrive unaspira
diYol
oppure diyK Orbene,
aogni e
> 0 sipuò
asso-ciare
un óg
tale che se ilpunto O1
i è nell’ intorno di rag-gio a,
di O su xo, laspira
anzidetta di o di]ToJ ]
è tutta contenuta nell’intorno diraggio e
di yo[~o].
Più in
generale,
se AB è un arco di una y[ T]
e nell’intoruo diraggio e
di esso non si trovanopunti singolari,
esiste unZ,
tale che fissato su xA l’intorno di
raggio a,
di A e preso apiacere
unpunto
P diquesto,
esiste un arco di 1p[ rP]
com-preso tra xA e 7tB tutto contenuto nell’intorno di
raggio
edi
AB.
Sia ora 8 un ciclo. Se P è un suo
punto,
mandiamo per P la normale ad S e indichiamo con P’ e P" i duepunti
diquesta,
ilprimo
interno e il secondo esternoad S,
a distanza e da P.Poichè
ogni punto
di S èregolare,
a P sipuò
associare unintorno sferico
J(P)
tale chequando Q
descrive l’insiemeS. J (P),
ipunti Q’
eQ"
al variare di e da zeroad e,
descri-vono un intorno di P in cui non cade alcun
punto singolare.
Appoggiandoci
al teorema diricoprimento
diBOREL,
sipuò
af-fermare allora l’esistenza di uno strato attorno ad S nel
quale
non cade nessun
punto singolare.
Fissiamo ora ad arbitrio un
punto
O su 8 e consideriamoun
segmento
00’ della normale interna ad 8 in O(ragiona-
menti
analoghi
aquelli
che seguono possonosvilupparsi
al-l’esterno di
S).
Consideriamo ilpiano ortogonale
ar o
in 0 e consideriamo le
prime spire
delle 1‘ ~ uscenti daipunti
di
0 O’ ;
se 00’ è sufficientementepiccolo queste
tornano a in-cidere 7:0
(To)
sulla facciaopposta
aquella
da cui escono, neipunti
di un certo arco di curvaanalitica,
chepuò
anche coin-cidere con
00’,
restando nell’intorno diraggio e
di Seper
esempio
è~3(0) =~= 0,
nell’intorno di O si hadxlldx,
=b1/b3, b 2/b 3;
siaI’ integrale generale
delsistema,
definito per x° in un intorno di O.Legando z§, x3,
mediante leequazioni
di 0 0’ si otterràun elemento di
superficie
che siprolungherà poi
secondort
generando
una zonaIr , luogo
delle~+,
limitate allaprima spira,
uscenti daipunti
di 0 0’.Analogo ragionamento
sipuò
fare per le r-.
Prendiamo ora un
punto P
di O O’. Possonopresentarsi
trecasi : yp e
T’P
sono entrambechiuse;
una èaperta
e l’altra èchiusa;
sono entrambeaperte.
1° caso. - Le ;~p e sono entrambe
chiuse;
allora laSp
è chiusa.
Consideriamo un
punto Q
di un intorno di P su~p
e laprima spira
della7+ ; questa
torna a incidereSp
in un intornodi
P,
in unpunto ~i’.
Se l’intorno di P è sufficientementepic-
colo,
laprima spira
di1¿¡
è tutta contenuta in un intorno di yp . Nell’ipotesi
che la yQ siaaperta
e che siaQ,
Q’
nonpuò appartenere
aFp perchè
un intorno di P sulla Sp è suscettibile di unarappresentazione regolare x = x(u, v).
Sepoi Q’
nonappartenesse
alla laSp taglierebbe
laEp lungo
un arco di curva analitica~ ;
maallora, poichè
le ~che passano
pei punti di 0 appartengono
sia a~r
che ad~~ _ Sp
conterrebbe unaporzione
diEp
in un intorno di P equindi
una
porzione
delsegmento
0 0’ in un intorno diP ;
ciò è evi-dentemente
impossibile perchè
ilsegmento
0 0’ e la~Sp,
almenoin un intorno abbastanza ristretto di
P,
hanno in comune il solopunto
P.Dunque
la 7Q èchiusa;
lo stesso sipuò
dire delle y che escono daipunti
dell’arcoPQ
di]PP.
Sostituendo allora alla yp lay Q
eragionando
allo stesso modo si verrà a indi- viduare un arcoQR
diCp,
adiacente aPQ tale
che tutte le y che escono dai suoipunti
sonochiuse,
ecc. Ilragionamento
si
può ripetere poichè
mai si esce dallo strato di altezza e diS,
almeno per P abbastanzaprossimo
ad0,
equindi
mai siarriverà a un
punto singolare.
Pertanto con un numerofinito di tali archi si esaurirà la
Fp
equindi
mentre ilpunto Q
descrive la la 7Q descrive laSp
che risulta chiusa.Per
esempio,
nel terzo dei sistemiriportati all’inizio,
tuttele caratteri~stiche interne al toro
x1 = (a + b cos u) cos v , x2 = (a + b cos u) sen v, x3 = n sen u
sono altrettanti cicli.
2° caso. - Sia vp chiusa e
Fp aperta.
Inquesto
caso laSp
èaperta;
essa è divisa dalla yp in due semicaratteristiche di cuiavvolge
volte su se tendendo asintotica- mente o a un interno ad S.Consideriamo una
doppia
corona attorno a Yp . Peresempio,
per
ogni punto Q
di yp mandiamo ilpiano
normale a yp ;questo taglia
7o in unpunto Q’,
nell’intorno diraggio e
diQ ; congiungiamo Q’ con Q
con unsegmento
di retta e pren- diamo sul suoprolungamento
unsegmento QQ"
dilunghezza d,
con d abbastanzapiccolo
in modo da restare nello strato di altezza e attorno ad S.Allora,
al variare diQ
su isegmenti QQ’
eQQ"
generano due certe corone che indicheremo con 0’1 e ?2rispettivamente.
Se ilpunto Q, partendo
daP,
descrive larp
o la esso tornerà a incidere 0’1+
0"2’ in un intorno di.P,
sulla facciaopposta
aquella
da cui è uscito. I due archidi
Tj e rp
cosindividuati,
si diranno laprima spira
diFj
eAnalogamente
siparlerà
diseconda, terza,
... ,spira
diF+
e Consideriamodunque
laprima spira
dir p
e laprima spira
di con lo stessoragionamento
fatto nel 1° o caso, si riconosce che tuttele y
che escono daipunti
diqueste
sono chiuse.Perciò, mentre Q
descrive laprima spira
di edeventualmente anche un tratto della seconda
spira,
la yQ de- scrive unasuperficie
chetaglia
~1 oppure ~2 secondo una curva(semplice)
chiusaC1; questa
nonpuò
averepunti
in comune nécon 10 né con yP
perchè
altrimenti la~~
avrebbepunti
incomune con la S oppure
taglierebbe
o toccherebbe sèstess-a2
ilche è
impossibile; analogamente, quando Q
descrive laprima spira
di ed eventualmente anche un tratto della secondaspira,
la yq descrive unasuperficie
chetaglia
0"1 i oppure 0"2 secondo una curva(semplice)
chiusaC~ ;
delle due curveCi
eCi
unaappartiene
a 0"1 e l’altra a ~2 ;supponiamo
peresempio
che
Cl appartenga
a Ji ; allora lasuperficie
costituita dallacorona
(yp, Ci)
di cui e dallaporzione
dellasuperficie SP (gene-
rata dalla Y Q
quando Q
descrive laprima spira
di ed even-tualmente una
porzione
della secondaspira)
limitata da ype dalla
01
è chiusa. Ora è sufficientementeprossimo
ad0,
le
prime spire
dir~
erP
sono contenute in un intorno dira
onde la
prima spira
di~p-
sarà tutta contenuta entro la super- ficie chiusa detta sopra,perchè,
in casocontrario, dopo
esservientrata,
per uscirne dovrebbetagliare
la corona(yP, G1)
insenso
opposto
aquello
con cui lataglia
in P e ciò èimpossi-
bile
perchè
per la continuità di a e di6~
in un intorno diP la
rp
attraversa la 0’1+
~2 sempre nello stesso senso.Dunque
se
01 appartiene
a laC. appartiene
a cr 2.Ripetendo
ilragionamento
ora fatto sullaseconda, terza, ... , spira
di si riconosce che lataglia
0’1 in una successio-ne di curve
(semplici)
chiuseC1, C2,
... , e ciascuna diqueste
risulta
più prossima
delleprecedenti
a yo. La successione deipunti Pl, P2,- P3,
... , comuni a PO e aC1, C,, C3,
... , tenderàa un
punto
P. Se P0,
allora la semicaratteristicaS’p,
cheha
origine
in7p e
contienert,
ha S come ciclo-limite. Se invece P5(5 0,
allora laS’ p
ha come ciclo-limite laSp
laquale
è unasuperficie
chiusa. Per mostrare ciò basta mostrare chey-
e1’p
sono chiuse.Supponiamo
che layp
siaaperta;
a Pcorrisponde
su 8 unpunto
P* tale che leprime spire
di12-
e limitate alpiano
_
P P
normale alla
yp
inP,
sono contenute nell’intorno diraggio e
della
yp,.
esse tornanoperciò
a incidere talepiano
in duepunti
P’ eP" ;
noipotremo
racchiudere P con un intorno diraggio a
tale che ipunti
diy-
che cadono in esso siano tuttie soli
quelli
di un ben determinato arco diyp (contenente P);
ma le
y,,
1 ’~ ... , sono tutte chiuse e limPn P = 0 ;
oranon- appena
P,,
è abbastanza vicino aP,
leprime spire
dir2-
e~ -
sono tutte contenute in un intorno di ~p diraggio piccolo
apiacere; quindi
sipuò scegliere P,,,
e l’intorno dir R
in modo che P’ e P" siano esterni aquest’ultimo.
Da ciò 1’ as-surdo.
Dunque 7p
è chiusa.Supponiamo
ora che larp
siaaperta.
Laprima, seconda, terza,
... ,spira
dir~
ha comeorigine
e terminerispettiva-
mente P e
Pi ; Pl
eP2 ; P2
eP3;
ecc. Con unragionamento
simile a
quello
fatto or ora si vede che sipuò scegliere
unaspira
dir p
d’ indice abbastanza elevato in modo che leprime spire
diT+
P er-
P siano tutte contenute in un 1 intornoprefissato
-
di essa, mentre d’altra
parte
i termini di e r- sono esternia un certo intorno di P.
Si possono dare facilmente
degli esempi
per illustrarequesto
caso. Senza scrivere
esplicitamente
il sistema nelle ~3, pen- siamooperata
la sostituzione da coordinate cartesiane a coor- dinate toroidaliIl sistema trasformato sia
onde
Per
cl = 0
si ha una caratteristicatoro-circolfare, S;
per 0 si hanno dellesuperfici
tubolari chepenetrano
entro sèstesse. Le JC sono le circonferenze sezioni coi
semipiani
perl’asse X3 mentre le y sono delle
specie
di eliche sferiche che peru -
+
00 tendono asintoticamente alla caratteristicasingo-
lare x, =
0, xs + x’= 1,
e per ~ --~ eo tendono alle circonfe-renze intersezioni delle
sfere ~
= cost.(corrispondenti
ai fissativalori di
~~)
con S. Una -~(u
= 2~) spezza lacaratteristica,
cuiessa
appartiene,
in dueparti; quella corrispondente
ai valoritende asintoticamente ad 8
(ciclo-limite).
Analogamente
il siste~maha un ciclo nella stessa
superficie ~S
diprima (c1
=0),
mentreper 0 le caratteristiche sono
superfici aperte
che si avvol-go,no su sè stesse. Le y sono
spirali
suisemipiani
per l’asse x3 che per u -+
°° siavvolgono
attorno alle intersezioni di talisemipiani
con la caratteristicasingolare,
mentre per u - - CJ tendono alle intersezioni di 8 coisemipiani anzidetti ;
le ~sono circonferenze intersezioni di S con le
sfere ~
= co~st. corri-spondenti
ai fissati valori di u. Una -~(u
=u)
divide la carat-teristica,
cuiappartiene,
in dueparti; quella corrispondente
ai valori 1J u tende asintoticamente ad S
(ciclo-limite).
3° caso. -
Yp
erp
sono’ entrambeaperte.
Inquesto
casole
rp
dividonoSp parti;
diqueste
almeno unacsi
infinite
volte su sè stessa tendendo asintoticamente ad 8 o a un cielo interno c~d ~.Consideriamo attorno ad 0 0’ un elemento di
superficie S luogo
di archi di r che siappoggiano
adO 0’ ;
sia P unpunto
di 00’ abbastanza
prossimo
ad0 ;
l’arco dirp appartenente
ad
S
divideS
in dueparti ;
chiamiamoS
Iquella
limitata darp
ero
edS2 quella
limitata darp
e Consideriamo orala
prima spira
di-yp
e laprima spira
dirp
limitate a taleelemento
S ;
i termini diqueste
P+ eP-,
non possono appar- tenere arp
ammenochè non coincidano conP,
il che è esclusodalle
ipotesi ;
infatti se P è suificientem.enteprossimo
adO,
talispire
sono contenute in un intorno di yo e d’altraparte
unintorno di P su
Sp
èrappresentabile
su un intorno di(u, v)
conun vettore olomorfo x = x
(2~, v). Supponiamo
che P+ appar-tenga
ad aogni punto Q
di1’p
di un intorno di P associa-mo la
prima spira
di7’ e il corrispondente
termineQ + su QS
per
ragioni
dicontinuità Q
+apparterrà
adS1;
infatti se perun
punto
di taleintorno,
R +appartenesse
aS 2, l’arco C
descritto da
Q
+ dovrebbetagliare
larp+
e ciò èimpossibile
per- chè laSp
contiene tutte le equindi
conterrebbe tutta unaporzione
diS.
Si viene in tal modo a individuare suSp
unastriscia, luogo
delleprime spire
delle"(~’
laquale
avrà comeorigine
un arco dellarp
e come termine un arco dellaDa ciò segue intanto che il
punto
P-appartiene
adS2 ;
infattila
prima spira
di tutta contenuta in un intorno di yo;quindi
se la striscia anzidetta si pensaprolungata
a unarco conveniente di
Ip, perchè
P- possa trovarsi in biso- gna o che laprima spira
ditagli
la strisciaanzidetta,
ciòch’è
impossibile,
oppure che attraversi lao51
in senso contrarioa
quello
colquale
l’attraversa nelpunto P,
e ciò è pureimpos-
sibile
perchè
in un intorno di P se la7p taglia c5,
l’attraversa- mento deve avvenire sempre nello stesso senso, causa la con- tinuità di a e b.In modo
perfettamente simile,
se consideriamo un elemento disuperficie eS’ luogo
di archi di y che siappoggiano
ad00’,
le due
prime spire
dir+
el’p
termineranno in duepunti che,
per la stessa
ragione
addotta sopra.,apparterranno
uno aquel-
la
porzione
dio5’
che è limitatadagli
archi di yo e yp, P altro all’ altraparte ; supponiamo
che sia larj;
a terminare in unpunto
dio5’
compreso tra yo e yp. Consideriamo ora attorno alleprime spire
dir~
e diy p
le zoneSy
ottenute per pro-lungamento
dae5’
eda eS .
Prendiamo unpunto Q
dellaprima spira
dir~
e laprima spira
diy"t ; questa inciderà Sp
in un pun- toQ+
compreso trafo
e laprima spira
dirp ; infatti,
in casocontrario,
laSp taglierebbe ~~ lungo
una curva analitica passan- te per P+ eQ +,
intersecante lart ;
ma perogni punto
di talecurva passa una ~
appartenente ad Sp e quindi
si arriverebbe al- l’assurdo cheSp
conterrebbe tutta unaporzione
di attorno aP. Pertanto se la caratteristica
Sp
èquella
che resta determinata associando allacoppia u = u, v = v
ilpunto P,
ilquadrante
dicaratteristica di
Sp corrispondente
ad u> ~, v > v, taglierà
unaprima
volta la2:r lungo
unaprima spira
di 1’ compresa traTO
e laprima spira
diT+P
e cos puretaglierà
unaprima
voltala
ry lungo
unaprima spira
di y compresa tra yo e laprima spi-
ra di
11;.
Ilragionamento
sipuò ripetere;
si riconosce cos chel’anzidetto
quadrante
diSP
siavvolge
infinite volte su sèstesso ;
se
P,, P 2, ... , Pn,
... , sono ipunti
in cuiquesto taglia
successiva- mentePO, poichè OP,
>OP2
> ... >OPn
> ... , la successioneP1, P2,
... , 5Pn ,
... converge a unpunto
P. SeP =-- 0,
il dettoquadrante
ha S comeciclo-limite ;
se P51=°,
con unragiona-
mento simile a
quello
fatto nel 2° caso, si riconosce che laSp
è chiusa ed è ciclo-limite del
quadrante.
Nello stesso ordine di idee dei due ultimi
esempi riportati,
consideriamo il sistema
Le T sono
spirali (intersezioni
coisemipiani
per 1’ asse~3)
che per v - - 00
approssimano
le circonferenze sezioni di talisemipiani
col ciclo S e per v --~+
00 tendono aipunti
inter-sezioni di tali
semipiani
con la caratteristicasingolare.
Le -
sono dellaspecie
di eliche sferiche che per u -+
00tendono alla caratteristica
singolare
e per u - - 00 tendono alle intersezioni dellesf ere ~
= cost.(corrispondenti
ai fissativalori di
v)
con S.Pertanto,
hssata una e ilpunto P, quella porzione
dellaSp
checorrisponde
ai valoriu,
v
v,
tende asintoticamente ad S(ciclo-limite).
III. -
Vogliamo
ora provare che entro ciclo si trovano un
punto singolare.
Allo scopo cominciamo col dimostrare che:
Se entro un cielo 8 non vi sono
punti singolari,
una carat-teristica interna ad 8 o è chiusa oppure, se
aperta,
ammettealmeno un ciclo-limite intero ad S.
Sia un
punto
interno le curve~y p
er p
possono essere entrambe chiuse oppure unaaperta
e l’altrachiusa,
oppure entrambeaperte.
1. caso.
- -(p
e~p
sono entrambe chiuse. AlloraSp
è chiusa.Associamo a P un suo intorno
J(P) ;
conduciamo la normale ad~p
in P e sia P’P" laporzione
di essaappartenente
adJ(P).
Indichiamo con
§p
l’elemento dellasuperficie luogo
delle ~che si
appoggiano
aipunti
diP’P", appartenente
adJ(P).
Po-tremo sempre
prendere J(P)
cospiccolo
che P’P" abbia il solopunto
P in comune conSp.
Seprendiamo
ora unpunto Pi
sulla sufficientementeprossimo
aP,
è contenuta in un in- torno della yp e incide unaprima
volta la§~
in unpunto Pi+ ;
con lo stesso
ragionamento
fatto al n. 2 inanaloga occasione,
siriconosce che
P,
equindi
chiusa. Si viene in tal modoa individuare attorno a P un arco di sia
GP 1,
tale chele Y
che escono dai suoipunti
sono tutte chiuse. Sostituendo allayp
laTo ?
ci si ritrova nelle stesse condizioni diprima ;
daciò l’esistenza di un arco di
~p
tale che le y che esconodai suoi
punti
sono tuttechiuse,
ecc.Si
può perciò
concludere come nelprimo
caso del n. 2.2° caso. chiusa e
rp
èaperta. Intanto,
con lo stessoragionamento
fatto sopra si riconosce che tutte le y che escono daipunti
dirp
sono chiuse. Consideriamo ora la Indi- chiamo con D il dominio che ha per frontiera la S.Supponiamo, che,
preso apiacere
unpunto
diD,
si possa trovarne un intorno in cui non cada alcunpunto
dirt
oppure, se cadonopunti
di,
questi
sianoquelli
di un ben determinato arcopassant
per il
punto ;
allora per il teorema di BORELpotremo
trovare unnumero finito di
punti P2,
... ,Pn
in D tali che icorrispon-
denti
intorni j(P1)’ j(P2)’ ... , j (Pn) ricoprano
D e in ciascunodi essi o non cadano
punti
dirp
oppure cadano soloquelli
diun ben determinato arco. Ma allora la
Tj
dovrebbe o arre-starsi in un
punto,
e ciò èimpossibile perchè
talepunto
sareb-be
singolare,
oppure esserechiusa,
e ciò è esclusodall’ipotesi.
Dunque
existe in D almeno unpunto
P tale che inogni
suointorno cadono infiniti archi di
rp .
Mostriamo ora che èchiusa. Allo scopo basta provare che
yp
erp
sono chiuse. Sia... ,
Pn ,
... una successione dipunti
dir+ convergente
a
P ;
non appenaPn
é sufficientementeprossimo
~aP,
in corri-spondenza
a si ha unaspira
di~~
tutta contenuta in un suo intorno. SiaP +
il termine di talespira
sulpiano
normalein P alla
yp ;
sequesta
èaperta,
èP+. -~- .P, mentre,
d’altraparte,
fissato un numero e > 0piccolo
apiacere, potremmo
sem-pre trovare un intero ii, tale che l’anzidetta
spira
di~~
siatutta contenuta nell’intorno di
raggio
e della Perciò è as-"s
surdo supporre che la
yp
siaaperta. Mostriamo
ora che laTP
è chiusa. Consideriamo
gli
archiP1P2, P;P 3,
... , ... dellar p;
laprima spira
dil’i
limitata alpiano
normale in ~’ aavrà come termine un