A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
L EONIDA T ONELLI
Sull’integrazione delle funzioni
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 11, n
o3-4 (1942), p. 235-240
<
http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1942_2_11_3-4_235_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1942, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (
http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (
http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
di LEONIDA TONELLI
(Pisa).
1. - In una recensioné
(1)
da me fattadegli
di AnalisiSuperiore
di M. PICONE
(2 ),
riferendomi ad unprocedimento
per l’estensione del concetto diintegrale,
dal PICONE richiamato nellepagine
199-200 del suolibro,
e con-sistente nel
partire
dall’integrale
di MENGOLI-CAUCHY per le funzioni continuee nel
giungere,
a traversoripetuti passaggi
allimite,
in numero finito ed ancheinfinito, all’integrale
delle funzioni di BAIRElimitate,
osservai che : « tale pro- cedimento non riesce utile nè teoricamente nèdidatticamente, perchè,
come ioho mostrato
quasi
vent’annifa,
un unico ed elementarissimopassaggio
al limite(molto più semplice
di ciascuno deipassaggi
al limite aiquali
si riferisce ilPICONE) permette
di saliredall’ integrazione
delle funzioni continue aquella
diuna
qualsiasi
funzione limitata equasi-continua,
laquasi
continuità essendo intesa nel sensogenerale
da me indicato nei miei Fondamenti diCalcolo
delleVariazioni ».
Questa
mia osservazione mi haprocurato
ilpiacere
di vederlapienamente
accolta dal
PICONE,
ilquale,
congiovanile entusiasmo,
ha voluto esporre, inuna Nota
Sull’ integrazione
dellefunzioni,
da Luipubblicata
recentemente(3),
le sue nuove riflessioni
sull’argomento
per confermarequanto
iosostengo
damolti
anni,
e cioè che il definirel’integrale
del LEBESGUE mediante un pas-saggio
allimite, partendo dall’integrale
diMENGOLI-CAUCHY
delle funzioni con-tinue,
« consente di dare alla teoriadell’ integrazione
delle funzioni un assettodella
più
adamantinatrasparenza »
ed anche - sempre secondo il suogiudi-
zio - « definitivo ».
Io
ringrazio
ilcollega
PICONE della calorosa adesione cheEgli porta
cos ~alle mie ormai vecchie
idee,
eritengo di fargli
cosagradita richiamando
la sua(i)
Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, SerieII,
Anno III, n. 5, 1941-XIX.(2)
Napoli,Rondinella,
1940-XVIII.(3)
Rendiconti di Matematica e delle sueapplicazioni,
SerieV,
Vol. 2, fasc. 2-3, Roma,1942-XX.
~ ~
236
attenzione sulla mia Memoria k9u11a nozione di
integrale,
da mepubblicata
nel 1923
(4).
2. - Il PICONE
riprende,
nella suaprimitiva forma,
un’idea che risale adormai
quarant’anni fa, quella
cioè di considerare la misura di un insieme misu- rabile del LEBESGUE come il confinesuperiore
delle misure dei suoi compo- nenti chiusi(vedi:
W. H. YOUNG : Thetheory
of sets1906)
e l’inte-grale
del LEBESGUE di una funzionediscontinua,
su un dato campo, come il limitedell’ integrale
della stessa funzione calcolato su uncomponente
chiuso delcampo sul
quale
la funzione risulticontinua,
limite ottenuto facendo tendere la misura delcomponente
aquella
dell’intero campo.Nell’ introduzione alla mia Memoria sopra
indicata,
io scrissi: « E.BOREL,
in due Note molto
suggestive
deiComptes
rendus del1910,
haproposto
una definizione diintegrale
chegeneralizza quella
di RIEMANN e che non fa usodel concetto di misura dei
gruppi
dipunti. Questa
definizione non èequivalente
a
quella
delLEBESGUE,
ma sipresta
ad esserleggermente modificata,
comehanno mostrato P. NALLI e H.
HAHN,
in modo daraggiungere l’equivalenza
indicata e da dare il valore
dell’integrale
come limitedell’integrale
di RIEMANNcalcolato su un insieme chiuso di
punti.
Daquesta
nuovadefinizione,
con unaulteriore
modificazione,
sigiunge
aquella
che dòqui,
laquale
misembra,
fral’altro,
offrire ilvantaggio
di evitaregli integrali
su insiemi e di muovere inveceda
integrali
di funzioni continue su un intervallo ».È
evidente che la considerazionedegli integrali
su un intervallo(su
un ret-tangolo,
se si tratta diintegrale doppio,
ecc.ecc.)
è assaipiù semplice
diquella degli integrali
estesi a insiemi chiusiqualsiasi
e rientra nel dominio delle cono- scenze dichiunque
abbia studiato un corso elementare di calcolointegrale.
Sonoperciò
sicuro che ilcollega PICONE, dopo
aver riflettuto suquesto punto,
nontarderà a
seguirmi completamente
anche nell’eliminare l’uso iniziale diintegrali
su insiemi chiusi
qualsiasi.
3. - Nelle
prime righe
della sua Notagià citata,
il PICONE accenna ad unaidea di L. AMERIO che non mi è stato
possibile
di rintracciare nella Nota stessa.Ho anche consultato il Corso
litografato
delle lezioni del PICONE su laTeoria
dell’ integrazione Lebesguiana (5),
Corso a cui allude lo stesso PICONE nelsuo
scritto,
ma vi ho trovato una sola citazionedell’AMERIO,
là dove(a
pag.25)
si attribuisce all’AMERIO la dimostrazione del teorema sul limite
dell’ integrale
esteso al
componente chiuso,
su cui la funzione che si considera ècontinua,
(4j
Annali di Matematica pura eapplicata,
SerieIV,
T. I (1923-24).(5)
Roma, DispenseUniversitarie,
Anno accademico 1941-42.quando
talecomponente
tende ad invadere tutto l’insieme che si vuole consi- derare.Effettivamente,
tale dimostrazione non è che l’estensione apiù
variabili di unnoto
ragionamento (6) ;
e se, inessa, il
PICONE si fosse attenutopiù
strettamente alragionamento
da me fatto in circostanzaanaloga (1),
avrebbeconseguito
unamaggiore semplicità
ed anche unamaggiore generalità. Infatti,
per laproposi-
zione da provare, è inutile far intervenire
esplicitamente
la continuità della fun- zione sulcomponente
chiuso e basta sfruttare il fatto che su talecomponente
esiste
l’integrale
di MENGOLI - CAUCHY : con ciò ilragionamento
risultapiù
semplice
epiù breve,
mentre d’altro lato ’resta valido anche se sulcomponente
chiuso manca la continuità pur sussistendo
l’ integrabilità
nel senso di MENGOLI - CAUCHY.4. - Relativamente alla classe delle funzioni
integrabili
considerate dal PICONE(~)
- funzioni che possono esser anche non
quasi
continue e definite in insiemi anche non misurabili secondo LEBESGUE - una banaleosservazione,
chelo stesso PICONE
riporta (9)
dichiarando diessergli
statasuggerita
dal suodiscepolo FICHERA,
mostra cheogni
funzioneintegrabile
del PICONE è sempre la somma di una funzionequasi
continua e di una funzione adintegrale
ovun-que nullo. Siamo
dunque
di fronte ad un’estensione della solita classe delle funzioniquasi
continueintegrabili
cheporta
soltanto ad un’ inutilecomplicazione.
5. -
Qualcuno
ha voluto vedere delle difficoltà nella costruzione inpiù
varia-bili delle funzioni che io ho chiamate associate di una data funzione
quasi continua,
vale adire,
nella costruzione delle funzioni continue in tutto un ret-tangolo (se
sitratta,
per es. di funzioni di duevariabili)
che coincidono neipunti
di un insiemechiuso,
contenuto nelrettangolo,
con una data funzionesupposta
continua su tale insieme. Chi conosce iprimi
elementi della teoria delle funzioni di variabili reali sa chequesta
costruzione nonpresenta
alcunadifficoltà e sa pure che vi sono molti modi per
eseguirla.
Per comodità del let-tore,
mipermetto
di indicarequi
una costruzione moltosemplice
che serve alloscopo.
Sia
f(P)
una funzione definita e continua sull’insieme chiuso A dellospazio Sm (ad
mdimensioni).
Perogni punto
P diSm,
indichiamo con[P, r]
lasfera di centro P e
raggio
erappresentiamo
conM[P, r]
il massimo dei(6)
V. P. NALLI : Esposizione e confronto critico delle diverse definizioni proposte perl’ integrale
definito di una funzione limitata o no.Palermo,
1914, pp. 85-86 ; L.TONELLI,
loc. cit. in
(4),
pp. 115-116.(7)
Loc. cit. in(6).
(8)
Sempre in loc. cit. in(3).
(9)
Loc. cit. in(3),
pag. 129.238
valori della funzione f nei
punti
di A contenuti in[P, r], ponendo M[P, r] == 0
se in
[P, r]
non esistonopunti
di A.Chiamata g
la minima distanza di unpunto P
diSm
daA,
la funzioneche risulta definita in tutto
S1n’
è ovunque continua e coincide con laf(P)
nei
punti
di A.L’esistenza del limite scritto segue dal fatto che
l’espressione
sotto il segno di limite è funzione non decrescente al crescere di n(perchè M[P, r]
è funzionenon decrescente di r per
r-g).
r r , - B-~1 1Se
Po appartiene
ad 2inoltre, per
-,Sia ora
Pi
unpunto
di esterno ad A. Sceltoun ó>0
e sia P unpunto
diSm
distante daPi
nonpiù
di ~.Poichè, qualunque
sia[P, r]
ècontenuto in
r + ~],
si ha ed essendo~pi+ó
equindi
,ove kn
è ilpiù piccolo
numero intero tale che
3~ C kn 2 z,
ondek,, -tl- 36 + -9’-,
dettof
il massimodi
i f(P) i
neipunti
di A in[P,, 10Q,] (onde 1,
ser 10é 1)
si hae
perciò
eanalogamente
Dunque,
per è continua inP1.
6. - In una nota a
piè
dellepagine
128 e 129 del suo scrittopiù
voltecitato,
il PICONE ritornaesplicitamente
sull’osservazione da me fatta aproposito
dei suoi
Appunti
e che horiportato integralmente
all’ inizio diqueste
mie con-siderazioni ;
e vi ritorna in una forma che è in contrasto con tutto il suo lavoroe in modo
particolare
conquanto Egli
ha dichiaratonell’ introduzione
al lavoro stesso. Cosicchè sorge il dubbio che la sua adesione alla teoriadell’ integra~zione
fondata su un solo
passaggio
allimite,
apartire dall’ integrale
delle funzionicontinue,
non lo lasci ancoraperfettamente tranquillo. Comunque sia,
non saràinopportuno aggiungere qui qualche
commento.È
mia fermaopinione che,
tanto didatticamentequanto teoricamente,
siamolto
meglio
sostituire un solopassaggio
al limite elementare ad infiniti pas-saggi
al limite ciascuno deiquali
risulti assaipiù complicato
diquell’unico
ele-mentare ;
e che ilvantaggio
di tale sostituzione si rafforzimaggiormente
per il fattoche,
perquesta via,
sigiunge
a definire senz’altrol’integrale
per tutte le funzioniquasi-continue
limitate e non soltanto per le funzioni di BAIRE limitate.Il PICONE
dichiara, invece,
che la suaopinione (naturalmente,
nel momento in cui scrive la nota apiè
dipagina
e nonquando
scrive lepagine
deltesto)
« è del tutto
opposta »
alla mia.Ciò,
a dire il vero, non misorprende,
nè midispiace. Chiunque
abbia per avventuragettato
un’occhiata sulle Lezioni di Analisi infinitesimale del PICONE sa che non è sempre facile andar d’accordocon Lui.
Peraltro,
sarà bene chiarire che esistono anche delle funzioni di BAIREillimitate,
e cheall’integrazione
di esse non sipuò giungere
mediante il teo-rema di ARZELÀ sfruttato dal
procedimento
di cuiparla
il PICONE nei suoi(pp. 199-200).
Il PICONE
aggiunge (sempre
nella indicata nota apiè
dipagina) :....
« Laddoveva pure notato a
questo riguardo
come le funzioni che occorrono ebastano,
nell’Analisi
quantitativa,
siano le funzioni di BAIRE definite come risultati dioperazioni
di limiti(e
non come funzioniquasi continue)
cioè con la successione delle funzioni di classe minoreapprossimante,
sicchè ilprocedimento
in discorso fornisce unadefinizione
costruttivadell’integrale
delle funzioni discontinue che effettivamente sipresentano,
in dettaAnalisi, parallela
alla definizione concui vengono
effettivamcnte
introdotte ». Facciamo unesempio. Consideriamo,
Sull’ intervallo
(0, 1),
la funzioneUno studente
qualunque
dei nostri biennipropedeutici
diingegneria,
osser-vando che tale funzione è nulla in tutti i
punti
di(0, 1),
esclusox=0,
direbbei
subito che
l’integrale
èuguale
a zero. Ilprof. PICONE, invece,
calco-n
lerebbe
1’ integrale poi
farebbe ilpassaggio
al limite per n- o to
« Quanto
all’uso - prosegue il PICONE - che io ho fatto delprocedimento
stesso nei
recensiti
mieiAppunti,
destinati ancheai
fisici eagli ingegneri,
esso240
mi ha
consentito, grazie
alpreliminare
contenuto diquattro paginette,
dipotermi
valere in
quel
libro delpassaggio
al limite sotto il segno diintegrale,
anchequando
non si verifichi la convergenza uniformedell’ integrando,
rimanendocos ,
è vero, nel campo delle funzioni di BAIRE di classe uno, ma sfido
chiunque
a dimostrarmi che ciò non possa bastare alle
applicazioni
fisiche ».Prego
il let-tore di non sorridere.... e di consentirmi invece di far osservare al PICONE
che,
per
quanto riguarda
leapplicazioni fisiche,
le funzioni di BAIRE diclasse
uno,limitate (il
teorema diARZELÀ, applicato
dalPICONE, conduce,
loripeto,
sol-tanto
all’integrale
di funzionilimitate)
costituiscono un campo difunzioni,
daun
lato,
inutilmente vasto e, da unaltro, troppo ristretto, perchè
tutti sannoche,
anche nelleapplicazioni fisiche,
sipresenta l’opportunità
diintegrare
dellefunzioni