A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
O RAZIO L AZZARINO
Sulla velocità di variazione dell’ obliquità nel moto giroscopico dei proietti rigidi oblunghi
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 5, n
o1 (1936), p. 1-7
<
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NEL MOTO GIROSCOPICO DEI PROIETTI RIGIDI OBLUNGHI
di OPAZIO LAZZARINO
(Pisa).
1. -
È
noto che nella Balistica esterna deiproietti
di rivoluzioneoblunghi
hanno fondamentale
importanza
le variazio7aidell’ obtiquit~,
cioèdell’ angolo
~che 1’ asse di
simmetria,
rivolto allapunta
delproietto, forma,
inogni istante,
conla
tangente
alla traiettoria del baricentro G delproietto stesso,
volta nel sensodegli
archi crescenti. Infatti le variazioni di~,
oltre a modificare laposizione
delproietto rispetto
alla traiettoria diG,
alterano l’effetto delle resistenze del mezzoanche sul moto traslatorio.
Di tali variazioni si occuparono da
tempo
numerosi Autori(1).
Ilsignor
ESCLANGON stabil anche delle formule
che,
sotto certeparticolari ipotesi
restrit-tive,
danno lecomponenti,
secondo unaparticolare coppia
diassi,
della velocitàá
divariazione
dell’ obliquità
e dedusse unarappresentazione
cinematica del moto pre- cessionale delproietto.
Inqueste
formulefigura
una certagrandezza
à1, di cui darò inseguito l’espressione,
che nella dettarappresentazione
cinematica ha taleimportanza
chequalche
A. fu indotto ad introdurla come elemento di calcolo(2).
Ora,
avendo avutooccasione
di trattare per via sintetica il secondoproblema
della Balistica
esterna,
hotrovato,
per la detta velocità risultanteS,
una espres-sione non solo molto
semplice
ma valida peripotesi più generali
dellepredette.
In
questa espressione,
come inquella
che da essa si deduce nelleipotesi
restrittivedell’ ESCLANGON,
nonfigura
nèpuò figurare
la dettagrandezza
#1ed,
a confermadi
ciò,
mostroche,
deducendo dallepredette componenti
~espressione
diJ,
la gran- dezza à1 si elimina e si ritrova la mia formula.Quindi
« lagrandezza
~,cpuò
eventualmente servire per la
rappresentaziogie cinematica,
ma noninterviene
-- -- ,
(1)
Per labibliografia dell’ argomento,
troppo vasta per essere riportata qui, si può consultare: CHARBONNIER : Traité de Balistique extérieure [T. I, 1921, T. 11, 1927, Ed.Gauthier - Yillars et
Doin,
Paris]; Essais sur l’ Histoire de la Balistique[Mémorial
de1’Artillerie fran~aise, 1927].
(2)
ESCLANGON, C. R. de 1’ Acad. desSciences,
Paris, 1927; G. SUGOT :Balistique
exté-2-ieure
théorique,
da p. 875 a p. 880 [Gauthier-villars, Paris, 1928].Annali della Scuola N orme Sup. - Pisa. 1
2
certamente nelle
effettive
variazioni dellaobliquità,
e nonpuò quindi
as-sumersi
come elemento di calcolo ».2. -
Equazioni
intrinseche del 111ot0giroscopico
di unproietto rigido.
a). Rispetto
al baricentro G delproietto,
sia1’ omografia d’ inerzia, Q
ilvettore della rotazione
istantanea, M1,
il momento di tutte le resistenze del mezzoin cui si considerino
inglobati
anchegli
attritilongitudinali, Ma
il momentodegli
attriti laterali. Essendo evidentemente nullo il momento
rispetto
a G del peso delproietto,
si ha che il momento risultanteMe
di tutte le forze esterne considerate saràllln=lVh.+1VI~.
Adottando per le derivate
rispetto
altempo
la solita notazione delpuntino
soprasegnato,
il secondo teoremadell’ impulso può
scriversie
dà,
senz’altro,
lapiù generale equazione
intrinseca del motogiroscopico,
attornoal
proprio baricentro,
di unproietto rigido
di formaqualunque.
Osservando ancora che per tale sistema si ha
la
(1) esplicitata
assume la formab).
Nel caso,particolarmente
notevole per leapplicazioni pratiche,
di unproietto
simmetricorispetto
ad un asse Gl~(kl:=1),
due dei tre momenti centralid’inerzia
(A, B, C)
risultanoeguali
fra loro.Supposto A =B, 1’ omografia
ad’inerzia
può
assumere la formadove
H(k, k)
èdiade,
ed anche dilatazione avendo i vettorieguali,
edrappresenta
lo schiacciamentopolare
dell’ ellissoide centrale d’ inerzia.Inoltre,
essendo 1’ asse Gk solidale colproietto,
siha,
per la formola fonda- mentale della cinematica dei sistemirigidi,
ed
operando
su(6)
conQx
si ottienePer le
(4), (5), (6)
e(7), 1’ equazione (1)
del moto assume per iproietti
dirivoluzione,
ed inparticolare
perquelli oblunghi,
la formaIndicando
poi non #
1’ assialeQ 1B
edapplicando
alla(6)
un notosviluppo
in serie
convergente
delPEANO,
si ottienedove il vettore
ko (costante d’integrazione)
risulta determinatoquando
sia datala
posizione
iniziale dell’ asse di simmetria delproietto.
3. -
Equazioni
cartesiane del motogiroscopico
deiproietti
di rivoluzione.Per mostrare come dalla
(8)
si possano facilmente dedurre le soliteequazioni
cartesiane del moto
giroscopico
deiproietti oblunghi, scegliamo
come terna diriferimento una terna fondamentale
G(i, j, k) (3)
orientata nel modogeneral-
mente
usato,
cioè con 1’ asse Gk coincidente conquello
di simmetria e rivolto allapunta
delproietto,
con 1’ asse Gi avente la direzione ed il senso del vettoret A k,
essendo Gt
(t2 =1 ) tangente
alla traiettoria del baricentro e rivolto sempre nelsenso
degli
archi crescenti. Indicandoinoltre,
come alsolito,
con p, q, r, le com-ponenti
diQ
secondoG(i, j, k),
si haSe - ~Pk
è la rotazioneimpressa
alproietto
dallarigatura
dell’ anima delcannone e si pone ,
si ha che la rotazione
Q1
della detta terna differisce daQ
per la solacomponente
secondo
Gl
e sipuò quindi
scrivereOra,
per le(10)
e(5), 1’ equazione (8)
del motopuò
assumere la formaossia,
sostituendo adS2 l’espressione
che si ottiene derivando la(10) rispetto
al
tempo, (13)
(3)
Per a terna fondanzentale » s’ intende una terna oraria di vettoriunitari,
ortogonalidue a due.
4
D’ altra
parte,
tenendo conto anche delle(12),
si ha successivamenteOperando
ora sulla(13)
conix~ jx~
kx e tenendo conto delle(14),
siricavano le
equazioni
cartesiane del moto4. -
Ipotesi particolari
sulle resistenze del mezzo e sulle forze di attrito.a).
Se(Pr, R)
è la risultante di tutte le resistenze del mezzo edegli
attritilongitudinali,
si suoleammettere,
per iproietti
di rotazioneoblunghi,
che ilpunto P1’
(centro
delleresistenze) appartenga
all’ asse Gk di simmetria delproietto
e che ilpiano G(k, R) (piano
diresistenza)
coincida colpiano G(t, k).
In tali
ipotesi, ponendo 1=mod (Pr- G)
e tenendopresente
che i èparallelo
al vettore
t 1B li,
si hacioè « il momento
M1,
delle resistenze risultaparallelo
all’asseGi,
cioè nor-male al
piano G(t, k)
di resistenza ».Quindi
sipuò
scrivereb).
Per il momentoàla degli
attriti laterali si ammettonoipotesi
tali per cui1VI~
risulticomplanare
con i vettori t e k equindi perpendicolare
ai vettori ied
Mr.
D’ altraparte,
essendoanche j complanare
con t ek,
sipuò esprimere M~
in funzione lineare
di j
e dik
e scrivereossia, ponendo
con ESCLANGONdove
f(b), g( ö)
sono, per iproietti ordinari,
funzionipositive dell’ obliquità ~
e v èuna costante
fisica positiva
caratterizzante lo stato dellasuperficie
delproietto,
Per le
(17), (18)
e(19)
leequazioni (15)
del moto assumono, nelle fatteipotesi,
la forma .La
(21 e)
mostra che « per effetto dell’attritolaterale, la
velocità di rota- zione delproietto,
attorno alproprio
asse didecresce col
cre- scere del5. - Velocità di variazione
dell’obliquità ó
delproietto.
a).
Ricordiamo chel’obliquità 03B4
èl’angolo
che l’ asse di simmetriaGk,
volto alla
punta
delproietto, forma,
inogni istante,
con latangente Gt,
allatraiettoria di
G,
volta nel sensodegli
archi crescenti.Quindi
o varia coltempo
siaperché
variaGk
sotto l’azionedell’impulso
iniziale e dei momentipertur- batori,
siaperchè
Gt cambia continuamente di direzione per l’incurvarsi della traiettoria di G.b).
Da ciò segueche,
per studiare le variazionidi 6,
conviene ricercare anzitutto levelocità, rispetto
aG, degli
assiGk
e Gt. La velocitàk
diCk
èdata senz’altro dalla
(14 e).
La velocitài
di Gtdipende
dell’accelerazione g
digravità
e dalle accelerazioni sontangenziali,
dovute alle resistenze edagli attriti,
il cui vettore risultante indichiamo con1R. Allora,
se Gu(112 = 1) è
verticale rivolto allo zenit di
G, l’accelerazione G
del baricentro sarà data daOra il vettore
accelerazione,
dovendo perproprietà
note essereparallelo
alpiano
osculatore in G alla traiettoria delbaricentro, può immaginarsi decomposto,
in
ogni istante,
secondo latangente
Gt e secondo la normaleprincipale Gn,
essendo n vettore unitario
parallelo,
inogni istante,
alla normaleprincipale
erivolto al
corrispondente
centro di curvatura della traiettoria diG.
Il
componente tangenziale di G
ha l’effetto dispostare
Glungo
la suatraiettoria,
mentre ilcomponente
normale fa rotare Gi, attorno a G. *Tale
componente
è dato daD’altra
parte, posto v=mod G,
si ha G=vt equindi G=--vt+vt, ossia,
per la nota formola di FRENETi:=(vle)n,
dove 9 è ilraggio
di curvatura della traiet-toria di
G,
in un suopunto generico,
6
Essendo
n ~ n =1,
daqui
si deducee dal confronto di
(24)
con(23)
si ricava1’ espressione
della velocitài
diGt,
cioèc). Dopo
ciò la ricerca della velocità divariazione à dell’ obliquità b
sipuò
fare con unprocedimento
moltosemplice. Basta, infatti,
derivarerispetto
altempo
e tener conto della(14 c)
e della(25).
Si haossia, poichè i * t = 0, j t t = sen ò,
È
da rilevareche,
non essendoviparticolari
condizioni restrittive per la valididà delle(14 c)
e(25),
la(26)
risulta valida nelleipotesi più generali
ammesse.Inoltre, fissata,
comegeneralmente
sifa,
nel modo indicato la ternaG(i, j, k),
si ha i x t =0per la definizione stessa di
i,
equindi
nonpuò figurare nell’ espressione di à
lacomponente q
della rotazioneQ,
come immediatamente si vede dalla(260).
d).
Volendo ora esaminare il caso consideratodall’ ESCLANGON, poniamo
ed ammettiamo con l’ESCLANGON
che,
oltre leipotesi precedentemente indicate,
sipossa
praticamente
sostituire xó a sen x~ eche,
di fronte aCr,
sianopraticamente
trascurabili le
grandezze Am, Ap, Aq.
Allora dalle(21 a)
e(21 b)
si ricavaavendo
posto
È precisamente questa
lagrandezza
,uche,
per la(28)
e per l’ osservazioneprecedente,
nonpuò figurare nell’ espressione d à
che ora assume la formaInoltre, potendosi
facilmente dimostrareche,
nelle fatteipotesi,
si hadove t è
l’angolo
che latangente
Gt forma con l’orizzonte(inclinazione)
e W èl’angolo dietro,
dispigolo Gt,
che ilpiano
verticaleG(u, t)
forma con ilpiano G(t, n),
la(31) può
scriversiavendo
posto
e).
Nelle stesseipotesi,
ma conprocedimento diverso,
ESCLANGON ha trovatodove
e le lettere
.K,
,u,ó,
z hanno lo stessosignificato precedentemente
indicato.Nelle
(34) figura
lagrandezza
p, ma se daqueste
si ricava la velocità risul- tanteá,
si vedeche à1
si elimina e si riottiene per altra via la(32)
da me stabilita.Infatti,
derivandorispetto
altempo
le(35)
e confrontando con le(34)
leespressioni
diJ1, 32
cosottenute,
si haSottraendo la
(36 b) moltiplicata
per cos ’~/’ dalla(36 a) moltiplicata
per sen y, si ricavaPoichè dalla
(35)
sipuò
dedurre,cc si elimina e la
(37)
si riduce alla(32).
c. d. d.Si ha
dunque
una ulteriore conferma che lagrandezza
11, purpotendo
avereun valore