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Questioni di regolarità e di unicità del moto in presenza di vincoli olonomi unilaterali

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(1)

R ENDICONTI

del

S EMINARIO M ATEMATICO

della

U NIVERSITÀ DI P ADOVA

A LDO B RESSAN

Questioni di regolarità e di unicità del moto in presenza di vincoli olonomi unilaterali

Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 29 (1959), p. 271-315

<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1959__29__271_0>

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(2)

QUESTIONI

DEL MOTO IN PRESENZA

DI VINCOLI OLONOMI UNILATERALI

Memoria

(*)

di ALDO BRESSAN

(cx PadoLCC)

PREFAZIONE

La dimostrazione della sufficienza della nota condizione di

equilibrio

per la

quiete

di un sistema olonomo S ad N

gradi

di libertà q1 ... qN e in assenza di

attrito,

costituisce un pro- blema molto difficile e in

generale insoluto,

anche

qualora

i vincoli unilaterali

presenti

siano

rappresentabili

nella forma

e

valgono

teoremi di unicità per le

equazioni

di

Lagrange.

Nel

l’ipotesi

che la

posizione d’equilibrio

P* sia di confine per

gli

ultimi dei vincoli unilaterali

(1),

una tale dimo-

;tazione è stata data da

Signorini 1) nell’ipotesi

che le com-

ponenti lagrangiane

della sollecitazione attiva siano continue e tutte

proprio

ne-

gative

in P* e per valori nulli delle q-

Fondamentale è in tale dimostrazione

l’ipotesi

della con-

tinuità, delle reazioni vincolari effettive.

Tuttavia si

può

osservare che l’incondizionata continuità delle reazioni vincolari non sempre sembra avere fondamento

(*) Pervenuta in Redazione il 5 novembre 1958.

Indirizzo dell’A. : Seminario matematico, Università, Padova.

1) A. SIGNORINI, Meccanica Vol. II, pag. 337, 2a ediz.

(3)

fisico sufficiente. Cattaneo acl

esempio

dimostra la o wffi-

cienza » del

principio

dei lavori virtuali

all’equilibrio

d un

sistema materiale, per un sistema

particpllare,

soddisfacente

a

larghe

condizioni di

regolarità, soggetto

a vincoli fissi anche

scabri,

e che possono essere iii

parte

olonomi bilaterali e in

parte

anolomoni anche

unilaterali,

evitando inoltre la detta

ipotesi

sulle

ieazioni ?).

In effetti il

problema

di

dedurre,

almeno in casi suffi- cientemente

regolari,

la continuità delle accelerazioni

lagran- giane

e delle reazioni

effettive,

da

opportuni postulati,

fisica-

mente soddisfacenti e

meglio

accettabili della diretta ammis- sione della continuità delle suddette

reazioni,

è

pi i complesso

di

quel

che sembra a

prima vista,

e costituisce

oggetto

della

prima parte

del

presente

* * *

il

generico

sistema

olonomo,

con vincoli lisci anche unilaterali e

rappresentati

dalle

(1),

dotato inoltre di espres- sione

lagrangiana

della forza viva e di

component lagrangiane

della sollecitazione attiva, tali che siano continui i secondi membri delle

equazioni

di

Lagrange

risolute

rispetto

alle

q

e sia

{qh(t)} }

la

generica LY-pla

di funzioni continue verifi- canti le

(1).

Per

semplificare l’esposizione

mi sembra

opportuno

pre- mettere le

seguenti

definizioni.

2) c- CATTANEO (Pisa), c del dei lavori

virtuali all’equilibrio clc un generico sistema materiale, Rendiconti di matematica. Università, di Roma, lugio-dicembre 1954. pag. 209.

G. GRI0LI nel suo testo di meccanica razionale osserva a pag. 318 che all’ammissione di continuità delle reazioni vincolari è preferibile

un principio di continuit t del lavoro effettivo di esse.

(4)

DEFINIZIONE 1a - Per ’In r N dirò che la

prende ( o lascia)

lo zero - od anche che il sistema

S,

pen- sato animato dal moto qh =

qh(t) (h

= 1...

N), prende (o

per-

con l’

(r - m)0

vincolo unilaterale se è

e per

ogni tl ~ (rispettivamente

per

o,gni t2

&#x3E;

~),

esiste tn!

t 2n

tl ~, t~]

con

qr(t)

&#x3E; 0. Dirò

poi

chc

tale presa

[o perdita]

di contatto è

semplice se

esiste 2~n

tl ~

~)

tale che in

[in ç t2]

sz abbia sempre

DEFINIZIONE 2a - Dire) che

~1;2

è ~cn intervallo di

regolarità.

ai vincoli

(1 )) delZ’ N-pta

se per

ogni

t in

E1E2 nessuma

delle

qm+1(t) ... qN (t) prende

o ln,.fJcia lo zero. Ciò

equivale

all’essere

in ~:~2

una

parte

di esse «

0,

l’altra sem-

pre &#x3E; 0.

DEFINIZIONE Dirò

regione

R di

regolarità dell’N-pla, { qh(t) } (rispetto

alle

(1 )),

t’insieme

aperto R,

somma dei suoi

intervalli di

regolarità, (rispetto

alle

(1)) 3).

DEFINIZIONE 4a - Dirò che la con8,iderata

N-pla

è

rispetto

ai vincoti

(1) regolare

se tale al

con f ine 4),

se esistono continue tutte l e

qh

e

qh

in

ogni

intervallo

aperto E1E2

che sia di continuità

per le

derivate 1 e e 2e di delle

qm+1(t) ...

qN

(t)

almeno una volta

prenda

o lasci lo zero

5).

3) Si badi che nonostante 7~ sia denso nell’intervallo ti t2 di defi- nizione della considerata N-pla (ossia ogni punto di tl ~2 è di accu- mulazione per R), il complementare CR di tale regione rispetto a può avere misura arbitrariamente prossima a t2 - tl ), e ciò pure

in casi dinamici molto regolari (vedi esempio I°, § 1 - n. 2) per cui anche

le Ò’

sono continue.

4) Dirò tale pure il moto da essa rappresentato.

5) f è regolare st tale al confine rispetto ai vincoli (1)

se e solo se, per ogni E in cui essa è definita, una delle o

qk

(t)

(h = 1, ... , N ) può essere ivi discintinua solo a patto che per un

r = m + 1, ... , N sussista una o l’altra delle due seguenti condizioni per g : .

a) o

q,. ( t )

sia discontinua per t - ~ ;

b) g sia punto di accumulazione di istanti per cui si verifica la condizione a).

(5)

Se la

detta N-pla rappresenta

un moto di S mi sembra fisi- camente ben accettabile l’ammissione per essa di

regolarità conseguente

alla

regolarità

al confine

(secondo

la def.

4),

in

quanto

si

può

ritenere che tale

proprietà

traduce analitica, mente il fatto che eventuali

irregolarità

del moto siano

impu- tabili,

nelle fatte

ipotesi

di

regolarità di 8,

esclusivamente

a prese o

perdite

di contatto con

qualche

vincolo unilaterale.

Ammetterò che

ogni

moto

{ qh(t) }

dinamicamente

possibile per 8

risolva le

equazioni L)

di

Lagrange

in senso

lato,

ossia

che in

ogni

intervallo

~J2

di

regolarità

abbia derivate le e 2e continue e risolva le

L)

in

corrispondenza

n reazioni che i

~ incoli siano

capaci

di

esplicare.

* * *

Nella la

parte

del

presente

lavoro considero

appunto

la

generica

soluzione in senso lato

{ qh(t) }

delle

equazioni

di

Lagrange

colle

qh(t)

e

qh ( t) continue,

cosicchè soddisfano la

legge U)

d’urto con cui va

completata

la definizione di

S, qualunque

sia

U);

e dimostro che in

ogni

intervallo sono

continue le derivate seconde di

quelle

delle

q"t+1 (t) ... qN(t)

che

ivi almeno una volta

prendono

o lasciano lo zero.

Supposta

la

{ qh(t) } regolare

se tale al

confine,

resta allora asfiicurata la continuità di tutte le qh e anche delle reazioni. vincolari.

Ha interesse notare che per

giungere

a

questa

conclusione

l’ipotesi

che la sia

regolare

se tale al

confine,

è essen-

ziale

perchè

da

esempi

risulta che altrimenti pur essendo le

qh ( t )

assolutamente

continue,

non solo le qh possono essere discontinue

6),

ma possono

presentarsi

casi di indeterminazione nel senso che le condizioni iniziali risultino

largamente

insuf-

ficienti ad individuare un movimento

7) ;

tale

indeterminazione,

nello sola

ipotesi

di continuità delle

può presentarsi

anche in casi in cui

l’equazioni

del

Lagrange

sono soddisfatte

quasi

ovunque

(mis CB = 0) 8).

* * *

---- -_-_

e) Vedi Osserva.zione 21, n. 3 di § 1.

7) Vedi Osservazione 1*, n. 3, § 1.

8) Vedi nel n. 3 di § 1 l’Esempio 2° e le 9 righe che le precedono.

(6)

La

complessità

del

problema

accennato all’inizio di

questa

introduzione e studiato nella

prima parte

del

lavoro,

si

ha,

tra l’altro

perchè,

secondo la

nota 3), può

essere

positiva

la

misura dell’insieme CR dove le

qh(t)

non sono, almeno a

priori,

tenute a soddisfare le

equazioni

dai

Lagrange.

Altre

complicazioni

derivano dalla

possibilità

di prese o

perdite

deal contatto del sistema con

qualche

vincolo unilaterale in modo non

semplice (secondo

la def.

1),

e dal

poter

esser

R non connessa.

* * *

Giovandomi di risultati

conseguiti

nella

prima parte

del

presente

lavoro estendo nella seconda il citato teorema di

equilibrio

di

Signorini

al caso

dinamico,

sempre con referenza

a moti

regolari

se tali al

confine,

dimostrando un teorema di unicità della soluzione dinamica. Precisamente dimostro il

requisito

di unicità per

ogni

moto di

confine, regolare

se

tale al

confine,

sotto

ipotesi

sui dati che nel caso statico riescono meno restrittive di

quelle

di

Signorini.

Dimostro cioè che se sotto

pref iasate

condizioni iniziali

l’equazioni

di La-

grange ammettono una soluzione di

confine,

essa è l’unica nella classes di tutti i moti

(anche

con

distacco),

dinamicamente

possibili per S

e verificanti le stesse condizioni

iniziali, purchè

la sollecitazione attiva soddisfi

opportune

condizioni. Nel caso

statico il teorema è in

particolare applicabile

tra l’altro al

caso delle forze

puramente posizionali

e soddisfacenti assieme

agli

altri

dati,

alle condizioni di

Lipschitz.

Per

quanto

mi

consta il detto teorema

d’equilibrio

di

Signorini

non è stato

ancora

rigorosamente

esteso nemmeno a

questo

caso. Proba-

bilmente ciò è dovuto al fatto che le difficoltà che esso pre-

senta,

richiedono l’uso di metodi di natura diversa da

quelli impiegati

da

Signorini.

Grazie ad una estensione di un teorema di

Agostinelli

è

possibile generalizzare

i risultati di

questo

lavoro al caso

in cui si

aggiungano

al considerato

sistema S,

dei vincoli anolomi bilaterali lineari e

regolari.

Tale

argomento

sarà

oggetto

di una

prossima

nota.

(7)

§

1. - OSSERVAZIONI SULLE

EQl.AZIONI

DI LAGRANGE

NEL CASO DI VINCOLI

OLONOMI

UNILATERALI N. 1. -

Considerazioni prelimin,ari.

Riferendomi al sistema 8 considerato

nell’introduzione,

di

sollecitazione atti~-a e forza viva espresse dalle

(3)

e

(2),

pongo

Conviene

precisare

la nozione di soluzione in senso

lato,

di cui ho

già parlato nell’introduzione,

mediante la

DEFINIZIONE 5a - Dir~~ che la considerata.

N-pla

risol-

ve in senso lato le

equazioni

(li di 8 in

tl t2,

Re ii-i

le

qh

e

qh (h =

1 ...

N)

sono continue in

ogn.i

(li

regolarità, rispetto

alle,

1)

ed in.ol trc esiston o N

~1(t) ...

per le

quali

in R le

ad

ogni

istante t per cui sia

Si noti che tale definizione non

implica

a

priori

che R

sia un insieme di continuità per le

ql(t) ... qN(t).

DEFINIZIONE 6a - Dirò

infine

moti

tipo quelli

rap-

presentati

da

N-ple

colle

qh(t) continlle, regolari

se

(8)

tali al

confine rispetto

alle

(1) [che esprimono

i vincoli

laterali di

81,

inoltre irz .’jen80 lato

l’equazione

di

L«,,qrangc

di S.

X. 2. -

Qualche proprietà dell’insieme

R

di regolarità.

Poichè

ogni N-pla { qh(t) },

soluzione in senso lato delle

equazioni

di

Lagrange,

le risolve solo nella

propria regione

R di

regolarità

è

importante

notare le

proprietà

di R espresse dai se-

guenti

teoremi.

TEOREMA I° - E.’1istono

N-ple } (con

le e

qh(t)

continue)

soluzioni di

problemi

dinamici molto

regolari [in

cui

precisamente

le

Vh(q | q | t)

date dac

(4)

sono continue con le

derivate

f ino

ad un

pre f issato

ordine

v]

per le

quali

la

regione

di

regolarità

R tza misura

in feriore

ad &#x3E;

0,

ad arbitrio.

Per dimostrarlo

procedo

per

gradi.

l)ati sull’asse reale a e b

(a b),

sia r1, ... , rn la succes-

sione di tutti i numeri razionali contenuti in

ac b,

ordinati per

es. secondo l’usuale metodo

diagonale.

Per

n =1, 2,

... , sia l’intervallo

aperto

di centro rn e

lunghezza 2 (con

e &#x3E;

0).

Allora, posto

I~~ è

aperto

e soddisfa la

Inoltre il s-uo

complementare CR*,

oltre ad essere chiuso

ed ad &#x3E; 0 ioa

ogni

intervallo contenuto in a b

c

più lun,go

di e, non

contiene,

cV

nonostante,

alcun

segmento.

Infatti

se En appartenesse

a ivi cadrebbe certo un numero razionale rn che invece

appartiene

a R*.

(9)

In secondo

luogo

considero con L. Schwartz

9)

la funzione

1-’

p(u),

continua in

11,

definita da

per le sue

proprietà

di essere &#x3E; 0 in

11,

indefinitamente

I-I

derivabile in tutto

11,

e con

il che è di facile verifica.

Sia per

ogni

fissato intero v &#x3E; C~

Lv = maggiore

dei numeri

I

minore dei numeri Risulta allora

(per ogni

a

b )

Ciò premesso, si

può

enunciare il

seguente

20 passo della dimostrazione in corso.

Dato sttlllasse reale il

gen,erièo

insieme

aperto A,

detta

1-!

,

ah

bh (h =1, 2 ...)

zcna- successione d ~ tutti i tratti

con.giunti

a CA

(che

dirò associati ad A e sono caratterizzati dall’avere i soli estremi non

appartenen ti

ad

A ),

la

funzione

,

9) L. SCHWARZ, Théorie des distributions, Tome I, pag. 22.

10) Userò le notazioni delw teoria degli insiemi: in particolare SE I significa: x appartiene all’insieme 1.

(10)

è &#x3E; 0 in

A,

mentre in è = 0 assieme alle derivate

fino

all’ordine v, che esistono continue ovunque.

La derivata d’ordine v

+ 1

è

discontinua., quindi quelle

di

ordine k &#x3E; v

+ 1

non esistono

negli

eventuali

punti

a d’ac-

cumulazione

degli

ah

(e

non esistono solo

ivi).

Valgono

inoltre ovunque le

diseguaglianze

Basta provare la continuità della

c~(~),

1’esistenza e la continuità delle ...

c~~ v&#x3E; (~)

che n

priori può

affermarsi

I-I

solo

negli

ah

bh presi singolarmente.

Posto,

come è

possibile

per

(15)

e

(12)

è

Allora,

intendendo x = ~ per x in

CA,

e a -. u f se è a;

b3

per un

opportuno indice j,

si ha

(11)

Le

~o." c~~

risultano allora continue su tutto l’asse reale e

di conseguenza si ha

onde per la risulta

provata

l’asserita deri- vabilità.

Osservato infine che in

ogni a (con bk 2)p §fl

v, A

(z)

per

(15), (13)2

e

(14)

assume un valore fisso L &#x3E; 0

1.1)

mentre per

(15)

e

(12)

è

(an) 0,

ne segue che se ac è

punto

d’accumula-

v, A

zione

degli

ak

(onde

dei

bk),

ivi la non

può

essere con-

tinua e

quindi

non esistono le

p~~~

con k &#x3E; v

-~-

1 come ho

già

avvertito.

* * *

Completo

la dimostrazione della

prima proprietà

di R

mediante il

seguente

ESEMPIO 1° - Sia P un

punto materiale,

di massa

unitaria,

riferito a coordinate cartesiane

ortogonali

syz, verificante il vincolo liscio

agisca

una forza F di

componenti X, Y,

Z date da

con

§(s)

espressa dalla

(15)

in

corrispondenza

ad un intero

v &#x3E; 2 ed all’insieme

aperto A - R e, * -ao,

+ 00

0),

dato

da

(9).

Dalle considerazioni

precedenti,

in

particolare

dalla non

appartenenza

a alcun

intervallo,

stabilita nel

) Infatti

b~ - a~ 9

implica, per

onde per (15) e (14) ; indipendente

(12)

1° passo, segue che valendo le

(18)

e

(1 J1,

le

equazioni

del moto di

1’,

ammettono la soluzione

avente per

regione

ai

regolarità 1~ * _ ~,

che ha la misura finita e.

111 altri

termini, pltò

avere misura comunque grande l’in- CR

degli

in

ogni

cui in.torno il

punto

P

prende

e

perde infinite

volte contatto col

piano

Tlf.

x. :1. -

Importanza della regolarità conseguente alla regolarità

al

confine

per le

soluzioni

in senso

lato.

considerazioni svolte

permettono

di f are anche la se-

gueiite

OSSERVAZIONE la - Ulta soluzione

{qh(t)}

1yt senso lato delle di

Lagrange

di

S, verificante

date condizioni ini-

zíali, può

essere

largamente

indeterminata anche

imponendo

continuità delle qh .

Infatti

qualunque

sia la funzione sommabile

~’1(t),

nulla

in

R’~,

le

risolvono nel senso suddetto le

equazioni

dinamiche del

punto 1’,

considerato nel

primo esempio,

con le forze date dalle

(1J),

verificando le condizioni iniziali

e la

y(t) può

ben non essere « 0 dato che CR

può

avere

misura &#x3E; 0.

(13)

OSSERVAZIONE 2a - Ha forse un certo interesse osservare a

questo punto che,

in accordo con il teorema ÌIII

[fondamen-

tale nel

presente

lavoro e che verrà dimostrato nel n. 1

di § 3],

se la soluzione

(22)

non è

= 0,

pur essendo dotata di derivate le assolutamente

continue,

non ha

quelle

2c con-

tinue

(né

per

yi(t)

sommabile

generica

essa esisterà

ovunque).

Infatti la continuità

della ji implicherebbe

ovunque per

(22)2’

y

l’uguaglianza

y(t) = y1(t)

da cui la continuità della la

quale

risulterebbe nulla ovunque,

perchè

tale in R * E, -oo +oo

elie è

denso su tutto l’asse

dei

tempi.

Si conclude

allora,

essendo la

z(t)

continua e verificando

essa le

(18),

che il moto

(22)

non è

regolare

se tale al

confine.

L’importanza

della

regolarità conseguente

alla

regolarità

al

confine,

per soluzioni delle

equazioni

di

Lagrange

di

in senso lato risulta oltre che dalla

precedente

osservazione 1a anche dalla

possibilità

che una soluzione del

tipo detto,

colle qh continue ma non assolutamente e colle

qh

quasi

ovunque

esistenti,

sia non determinata dalle condizioni iniziali pur soddisfacendo le

equazioni

di

Lagrange quasi

ovunque

12 ).

Si consideri allo scopo il

seguente

ESEMPIO 2° - Sia z il noto insieme di Cantor definito dalle

con

che,

come si sa, è

perfetto

e di misura nulla.

12) Tale ipotesi fa per esempio CATTANEO nel n. 3 delrop. cit. in

nota 2).

(14)

Si consideri di nuovo il

problema

dinamico del

punto

P del

primo esempio

determinato dalle

(18) (19)

e

(23). La ~ - ~v.

E

figurante

nella

(19),,

sia ancora espressa da

(15),

a ssumendo

però

ora inf

quest’ultima

anzichè

A - R_1

+00:

La

regione

di

regolarità

di

t-ale ~,

che per costruzione è nulla in T e nelle semirette t

0,

1

~ t,

è C ~ .

Sia ora

9(t)

la

corrispondenza

di Cantor definita dalla

~~)

dalla

13)

purchè

non

appartenga

a

dalle

e dalla condizione di essere continua ovunque.

Come è noto tale è non

decrescente,

e con derivata

nulla in tutto Cr.

Detta

),(t)

un’arbitraria funzione

continua, posto

(1’integrale

essendo nel senso di

Stiltjes)

è

13 ) Se

ø li

appartiene ad A ed a e b no, in vale ( b - a ) /2

(15)

onde le

risolvono in senso lato il

pioblema

dinamico

consiclerato,

per cui in

particolare

verificano

quasi

.ovunque,

precisamente

in

CT,

le

La soluzione

(25) dipende

secondo

(24)

dalla detta

X(t),

che

invece non influisce sulle condizioni iniziali

verificate dalle

(25).

CONCLUSIONE - La condizione di

regolarità conseguente

alla

regolarità

al confine del

generico

moto

} di S,

sembra

quindi oportuna

oltre che per essere sufficiente

(come

si pro- verà col teorema

VIII)

ad assicurare 1’esistenza e la conti- nuità delle qh e delle

reazioni,

anche

perchè

se non la si

ammette manca certo l’unicità del

moto,

per sistemi pur dotati delle

proprietà

di

regolarità supposte per S

e

pei quali

sop-

pressi

i vincoli

unilaterali, valgano

teoremi di unicità.

1T. 4. -

Sulle regioni

di

regolarità delle ultime

N na

delle continue

e

rispettanti

i

vin~

coli (1).

Indicherò con ~ la classe insiemi costituiti coi

numeri m+ 1 ,

... , ~Y

(incluso

l’insieme

vuoto),

con Y il gene- rico di

essi,

e userò pure le

posizioni

1

i

Wf =

nnmero

degli

elementi

(16)

Considero una

generica N-pla q :. - { qk(t) }

di funzioni con-

tinue e

rispettanti

le

(1),

definite in un intervallo cr b con 0 o b e;entualmente all’infinito.

Accanto ml

ogni

simbolo E a cui venga dato un

significato

in relazione alla considerata

N-pla

q

(per

es. la « R » intro- dotta per

esprimere

la

regione

di

regolarità

della

q) potrò

talvolta usare il simbolo E(q) con lo stesso

significato

in cui

è messa in evidenza la

dipendenza

da q. Ciò convenuto passo ad introdurre vari enti

appunto dipendenti

da q.

Per j m + 1, ... ,

~T indicherò con

Nj

e

Pj gli insiemi,

l’uno

chiuso,

l’altro

aperto degli

istanti t con

nullo, rispettivamente positivo

e dirò

regione

di

regolarità

di

l’insieme

aperto

t’serò pure la

posizione

che

può leggersi: t

è in -’. se e solo se in un suo conve-

niente intorno sono

positive

solo

quelle

delle

qm+1(t) ...

9.v

(t)

che hanno 1’iuclice in Y

la def. a di

regione R

di

regolarità,

dalla

(28)

segue

Per la def. 3 e il

significato soprascritto

dell-insieme R vale pure la

il

puntino

stando ad indicare

(secondo

l’uso per es. del Prof.

Fichera)

che per due elementi distinti e Y2

di C

si ha :

Volendo,

la

(31) può

ottenersi sostituendo in

(30)

la

(28)

e

s;iluppando.

(17)

Per elementari

proprietà

della teoria

degli

insiemi di

punti,

verificando le le

(1),

da

(28)

seguono le

e dalle

(31)

la

Poichè

gli

insiemi Rono

aperti

e per

(32)

densi

e, come è

noto,

il

prodotto

di due insiemi

aperti

e densi su

a b è pure

tale,

dalla

(30)

segue il

TEOREMA II -

rispetto

alle

(1)

~l i ttn

N-pla

di

f ~unzioni definite

ija a

b, zvz continue,

è .su a b

(anche

se di misura b

- a,).

..:B.ve~~do

poi

r un numero finito di elementi

(~wm ),

da

(31)

si deduce il:

COROLLARIO -

ogni;

in a b t’i è almeno un elemento y di

r,

per sia

punto

di accumulazione 1Jcr

RY.

§ 2. -

SU FUXZIOXI AVENTI IL SIGNIFICATO DI CERTE REAZIOXI E DI CERTE ACCELERAZIONI LAGRANGIANE X. 1. -

Introduzione delle i t)

e

I q t ).

Fissato un y in

T,

si

considerino,

valendo le

(27),

le 2 N

equazioni

nelle 2 N

incognite

qh e

(Dh (1~

= 1 ...

N)

(18)

La loro soluzione è data dalle

ove la

matrice ll Ahx ll,

d’ordine nz

-i- wy

- secondo

(27)3

-

è la

reciproca

di

quella

formata con le

righe

e le colonne

di il [ (h,

k = 1 ...

N)

di indici

appartenenti

a y.

y y

OSSERVAZIONE 1a - Tali

ah

e

yh

sono

quindi -regola.ri,

in par- ticolare conti ue e

lipschitziane

se tali sono le

i q t)

e

l’energia

cinetica

’(;

e le derivate le delle

t), bh(q j tj

e

d(qit) (h=1 ... N).

OSSERVAZIONE 2a -

Quanto

al

significato meccanico, fissati

ad arbitrio dei valori q, q, t di q, q,

t,

le

(Jh( q , q j i t)

e

r - - -

I q | t)

le accelerazioni e le

componenti lagrangiane

delle reazioni che si avrebbero all’istante

t,

se per t t il sistema si trovasse nello stato

(q, q),

e se

fosse

sem pre

soggetto

anzic7i.è ai uijZCOl i unilaterali

(1), agli N - tn - 6)r

vincoli

bilaterali

oltre

agli

altri bilaterali eventualmente

preesistenti.

N. 2. - Una

proprietà delle lh

e

TEOREMA 111 - Se per

(con

é

(19)

opptire

da cui per

(36)

risulta,

Valga

infatti l’alternativa

(37).

Allora per costruzione e per

Y Ti

la

(37)

stessa le 2h costituiscono due soluzioni delle

m -f-

~

equazioni

lineari nelle w

+ 6)11 incognite

qk

(k

E

11)’

e a matrice incom-

pleta =t=0;

esse

quindi

coincidono. Per

(37)

e le ultime

(36)1’

valgono

allora tutte le

(38)1 ,

y

onde,

per le

(34),

anche le

(38)~ .

y Ti

Analogamente

nell’alternativa

(37’) ,sia

le x~ che le ah ,

(h 6 y)

risolvono il sistema lineare determinato

onde coincidono. Allora per le ultime

(36) valgono

di nuovo

tutte le

(38), onde,

per

(34),

le

(38)~ .

c. d. d.

X. 3. - Introduzione di altri enti

riferentisi } colle q continue

e

rispettanti

i

vincoli (1).

, Considero ora una

generica N-pla

di funzioni

qh(t)

con-

tinue colle qh , e

rispettanti

i vincoli

(1).

In relazione ad essa

pongo per

ogni t,

di

~, luogo dei y

(20)

per cui è

Essendo

gli

Rr

aperti,

la

(40)

dice

che y appartiene

a

~

t

se e solo se t è

punto

d’accumulazione di

istanti ~

per cui è

Avverto che le

(41) potrebbero

valere

per ~

= t senza.

che y appartenga

a

rt .

Per es. sia &#x3E;

con K costante. In tal caso

rl

contiene il solo insieme

y*

=

(m + 1,

... ,

N),

dato che le

(41) valgono

per valori

di t

comunque

prossimi a t,

solo per

y=y*.

Si osservi che non

appartiene

a

~,

il sottoinsieme vuoto 7o di r nonostante le

(41) valgano per g=t

e -~ = Yo .

Pongo poi (in

accordo con

una convenzione fatta al n. 2

di § 1)

inoltre,

stanti le

(36),

14) Ove con 7 si intende la chiusura I -~- ~I dell’insieme I.

(21)

Osservo ehe p,

può

non

appartenere

a

rt ;

anzi possono esservi dei y con

che non siano elementi di

]Pt.

Si consideri ad

esempio

il caso

Essendo

vuoto,

p, non

appartiene

a

rt.

Si ha

poi

senza

clie y appartenga

a

~,.

Però se t è in

R,

essendo esso interno a un certo

~t --_ y è l’unico elemento di

I’,.

Si badi infine che le

proprietà

di

regolarità della 9

e delle

supposte

nell’osservazione

(1)

del N.

2, implicano

la con-

y y

tinuità delle àh e

ih (y E T),

non

però

in

generale quella

delle

(q~ (q)

..

an

(t)

e

(t),

anche se il moto q

}

ha le q continue ed è consentito dai Tali funzioni

godono però

della

proprietà

espressa dal teorema IY. Prima di

esporlo

pre- ferisco introdurre altri enti che sebbene mi saranno neces-

sari molto

più avanti,

sono simili alle

Convengo

cioè di

indicare per

ogni t.

con yt l’elemento di

Tt

per cui è

Si ha allora

Infatti per m

+ 1 j

N

e j

E per

(44)

è &#x3E;

0,

onde

q j &#x3E; 0 in un intorno di t il

quale, supposto t

in

~Rr,

contiene certo un

punto

di RY’ .

15) Tale implicazione sossiste se le q ~

(t)

sono anche regolari se tali al confine e risolvono in senso lato le equazioni di Lagrange, come sarà dimostrato nel teorema

lg) Ricordo che è = (m +1, ... , N) - crt ·

(22)

Essendo

q; &#x3E; 0 ivi,

lo

è,

per

(29),

in tutto Rr .

È dunque j

E 1 onde la

(45).

Dalla definizione

(42)

di pt , stante la

(41)

si ha che vale la

potendo

valere l’inclusione

effettiva,

come ad

esempio

nel caso

con k costante. In tal ca.so infatti le

(44) valgono

con vuoto

mentre è

(1n + 1,

... ,

N).

4. -

Ulteriori proprietà degli

enti

introdotti preceden-

temente.

TEOREMA IV - Se per

qualunque

-siano 1 e

y’E r,

.’j.i ha

l’implicazione

allora per

ogni

y in

rt

risulta

si ha

anche,

stanti le

(27), (42),

e

(43),

Infatti l’asserto è ovvio

per t

interno a

qualche

RY.

Sia ora t in C R. Si

fissi 1

in

~

onde è

Fissato

comunque h

in 12 == 1- per

(42)

esiste in

rt

un

Y’

non contenente h che per costruzione di

rt

soddisfa la

(23)

Per la

supposta implicazione (47),

vale la tesi di

questa

onde

r y,

per le ultime

(36)1

è ah = ah 0. Si

può

concludere anzi

Essendo

in base al teorema III

[nel

cui enunciato si ponga Il = pt , T2 = r -

Pt l ,

segue

Valgono dunque

le

eguaglianze (48)

e, tenendo conto delle

(36),

le

(49)1.

Poichè fissato comunque h in st per

(42)

esiste

un y in

~

~ contenente

h,

le

(39~). , (48)2

e

(36). implicano

le

eguaglianze (49)2.

* * *

TEOREMA V - Per 10

-i-

Y~

-I- (con

10’ Il’ 12

prive

di

elementi

comuni)

all’istante

t,

sia

Al medesimo istante

valgono

allora anche le

e risulta

(24)

Infatti dalle

(34)

e

(36)

segue

Posto

(53)

onde

le

(52)

sottratte membro a membro danno

essendo per

(36)

e dato che le ahk sono i coefficienti di una forma. definita

positiva,

da

(5 i),

per

(54)

segue

(25)

Per le

ipotesi (50),

l’ultimo membro di

(56)

è onde la

(56) può

sussistere solo se è

da

cui,

per

(54)g

e ancora il

significato

meccanico delle

"

onde per

(53),

le

(51).

N. 5. -

Ultime conaiderazioni preliminari.

DEFINIZIONE 7a - Dirò che

~l (e)

è ztn. modulo di continuità

della

funzione f (x)

nell’insieme

I,

se per &#x3E;

0, e

è supe- riore ai valori assunti da

f (xi) ; 1

al 1ioria,-e d i xl

e x~ in I

verificando

la

TEOREMA VI - Per la considerata q=

definita

in

tl t2 ,

colle qh

continue2 valga l’implicazione (47),

onde sus-

sistono le

egu.aglia.nze (.I8).

Le

Qh

e

t’energia

cinetica

’b

siano

. ’~) ~q’

funzioni

continue di q, q, t. Allora le ah

(t)

e date da

(43’)

sono continue e hanno per comune modulo di contznuitú.

8øl-’b(e)

essendo un modulo di continuità comune alla,

Infatti,

dato e &#x3E;

0, presi

in a

b "1

e. con 0

"2- "1 ~ ~-. (e ),

esistono v

istanti n1 = e, E2

...

Ev

= n2 con y

2N-m

e

gr

in uno stesso

Allora,

(26)

essendo ovviamente e valendo

onde l’asserto.

I-I

TEOREMA VII - A sia un insieme

aperto

811 a~

b,

ove le

f (x)

e

g(x)

siano continue. Sia

poi

(D

indicando

l’operazione

di derivazione di

insiemi).

I-I

Allora esiste in tutto a b ed è

i-i

Infatti siano

uk bk (k

=

1, 2 ...) gli

intervalli associati ad

A,

per cui crk e

bk

non

appartengono

ad A

(k =1, 2 ...)

ed è

Per

(58)

e

(59)

risulta

(27)

onde in

particolare

1-1

Sia ora JJo in a b - A onde = 0.

I-I

Essendo

g(x) sommabile,

per

ogni x

di a

b,

si ha per

(62)

con

1-1

Dunque

è ovunque ull a b

da

cui,

per la continuità di

g(o),

segue la

(61).

c. d. d.

Osservo che il Teor. VII non è

più

valido appena si

tolga

t-t

l’ipotesi (59),

anche se è mis

[a b ~ 1-

0.

(28)

Infatti,

allora le condizioni

(58)

e

(60)

possono essere sod- disfatte oltre che da e da

f (x) + q(x)

e

g(s),

essendo

1-’

q(x)

nna

qualunque

funzione continua e a derivata nulla in

A,

ma con

§

3. PROPRIETA’ DELLE SOLUZIONI IN SENSO

LATO,

REGOLARI SE TALI AL CONFINE E CON VELOCITA’

CONTINUE

TEOREMA VIII - Il

tipo 18),

il)ote.,gi:

IPOTESI la - Per

11, ~ ~

== 1... N le

g j

e le

siano

IPOTESI 2a - In

tl t2

le

q,(t)

siano continue colle

qh(t)

e

le

( 1 ).

IPOTESI 3a Le iit

t1 t2

risolvano itt senso lato

rispetto

alle

(1)

il

problema

dinamico di

S,

cosicchè per

17) Fnnzioui di questo tipo sono per es. le corrispondenze di CANTOR.

1 a) vedi def. 6 del n. 1 di § 1, essendo ,9 il sistema introdotto nella prefazione F nel n. 1 di § 1.

(29)

siano continue e per t in R 8i

abbia,.

valendo le

(36)

e

(42),

IPOTESI 4a -

L’n-pla i

sia

regolare

se tale al

confine

secondo la

definizione

4a.

Valgono

allora le

segiuenti

tesi :

(q) ~qt

TESI la - Le ah

(t)

1 e

~h (t) (11

1 ...

N) [date

da

(43’)]

,

verificano (48 j

e

(49)

in tutto

tl t~

e ivi son o coittinue col modulo

8*1-1a b (E)

dato da

(57).

TESI IIa - Le ....9

qN(t)

1 esistono continue in

tl

e le

(64)

sussistono in tutto

tl t2 finiti inctusi).

La tesi seconda in effetti

esprime

che per

ogni

t in

ti t2

..

stante

(27)3

e

(42)1

le -m

+ wp

t

qh(t) (h E pt),

soddisfano le

m,

-~- equazioni

di

Lagrange

pure, relative al sistema

Spt

(a

~n

-E- w pt gradi

di

libertà j

ottenuto da ~Sy sostituendo ai vincoli unilaterali

(1)

i vincoli hilaterali

DIMOSTRAZIONE. - Osservo che vi è un intero v con

per cui è soddisf atta la

seguente

CONDIZIONE

Iv.

Esiste in T un y

verificante [stan-te (27)3]

le

19)

Per dimostrare il teorema basta allora provare che per

ogni

intero v le

ipotesi 1.,

... , 4a e le condizioni

(65)

e

I"

implicano

le tesi I e II. Ma tale

implicazione,

che dirò

4,

vale certo per v - 0.

Infatti,

allora è per

(66)2 , = N m,~

19) v è il numero di vincoli unilaterali toeenti dal sistema almeno ad un istante dell’intervallo ti

t2 -

(30)

onde

Y=(~-}-1~

... , da cui per

(66),

e

(30),

è

tl t2cR,

onde le tesi I e II si possono considerare contenute nelle

ipotesi 2a

e 3a.

Suppongo

ora valida

J"

per v intero &#x3E; 0.

Volendo dimostrare

1’implicazione J,,+1 ,

c~omincio col sup-

porre

valide,

oltre le

ipotesi

1s ... 4a e

Jv,

anche le

e. per un certo

y’

di

r,

la

Allora per 8 E

( m -~- 1,

... ,

LNT) - y’, posto

vale la

(66)2.

Siano ak bk (k = 1, 2, ...)

i tratti associati a

R$ , (certo appartenenti a t~ ~2),

cos che per

definizione,

mentre le ak e

bk

non sono

onde per

(66’)

vale anche la

I-I

Per

ogni

intero

positivo k,

per il sistema

S

e le

qh(t)

in è

dunque soddisfatta,

oltre le

ipotesi la,

... ,

4~,

la condizione

1,, .

Valendo anche la

(65)

in conseguenza di

(65’), applicando

la

supposta implicazione J v,

si ha il

seguente

1° PASSO - Nelle

ipotesi (65’)

e

(66’),

in

corrispondenza

ad

~"n

qualunque

s scelto in

(rn -+-1, ... , N) ~’,

le tesi la e 2~

valgono

in ciascuno

degli

intervalli ak

bk (k = 1, 2 ...) presi singolarmente.

Come corollario si ha

poi che,

preso comunque

t3 t4

in

- 1-1 1’&#x26; p’

tl t2 1

per

ogni

alt

bk C te ’t4 ,

le

ah(t)

e

(h =1... N),

date

d a

(43’),

son o continue in

ax bk

con

t4

dato da

(57)

e

indipendente

da k. -

(31)

Infatti per la tesi valida in virtù del lo passo in

ogni

_ - pi P t

le

xh (t),

sono ivi continue con modulo ed è certo

ak b,

Osservo che

però

finora non è dimostrato.

sia un insieme di continuità per le

xh (t), c~h (t)

e tanto meno

se lo sia

ipotesi (65’)

e

(66’),

se è

Infatti,

stante la

(70),

considerato 1’iimieme y; definito dalle

(44)

in cui si esiste certo un

indice .9,

in 3- e non

in y , per cui cioè si ha

Allora,

scelti

t3 e t~

con

20) La (71) 2 non è contenuta nell’ipotesi che la ~ risolva le equazioni del LAGRANGE in senso lato perchè non si è ancora rico-

Il,

nosciuto nemmeno alle ( h =1... 1T ) il significato di componenti lagrangiane delle reazioni vincolari competenti al moto

(32)

1-1

mentre per

(44)

è

q,(e)

=

0,

per

(70)

esiste in

t3

una successione di

punti er (r-

=

1, 2 ... )

con

(~.-. = 1, 2 ...)

i tratti associati ad

R1,

esiste

una successione

~~ ,. (r~

=

1, 2... )

con

per il 1~

Passo,

la seconda tesi affermante la continuità delle qh vale in

a -; r b Il r

e per definizione di

R,

si ha

Allora in base alle

(74). e (75),

per r

1,

2... esiste per cui è

anzi

a seconda che

è ~ ~,. o §r e,

ed inoltre si ha

Poichè

pel

teor. II la

regione

di

regolarità [rispetto

alle

(1)]

è ovunque densa in per la continuità di

q,(t)

in

e per

(76)

e

(77),

si possono supporre

gli

~T in R.

Tali n,

possono non

appartenere

ad

R,,

ma

poichè

r ha un

numero finito

(2 N "~)

di elementi per la

(31)

esiste un elemento

è di ~

(eventualmente

a con Rs contenente infiniti ~r . Per

semplicità

suppongo, come è

lecito,

che li

contenga

tutti.

Per costruzione - vedi

(43)

e

(36)

, in base

all’ipotesi la,

T s *

le

as(t)

sono continue in tutto

fi t2 con

modulo a

t’;’4:(£)’

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