R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M IMMA DE A CUTIS
Regolarità di frontiere minimali con ostacoli sottili
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 61 (1979), p. 133-144
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Regolarità
MIMMA DE ACUTIS
(*)
Introduzione.
Scopo
diquesto
lavoro è dimostrare un risultato diregolarità
persuperfici
minime con ostacoli sottili nel casoparametrico.
Lo studiodi
problemi
di frontiere minimali con ostacolo è stato affrontato da M. Miranda nell’ambito della teoria deiperimetri
come ilproblema
di trovare un insieme B di
perimetro
minimo nella classedegli
insiemicontenenti un insieme
assegnato
E(ostacolo).
Si
può
vedere facilmenteche,
per la definizione diperimetro,
sesi sostituiscono l’insieme minimale B e l’ostacolo E con due insiemi
equivalenti (come
misura diLebesgue)
soddisfacenti ancora la condi- zione B 2 E il minimo considerato non cambia egli
insiemi che dannoil minimo nella nuova classe sono
equivalenti
aquelli
che fornivano il minimo nella vecchia. In altreparole questa impostazione
del pro- blemaignora completamente
eventuali ostacoli di misura diLebesgue
nulla.
Per
poter prendere
in esame anche ostacoli diquesto tipo (osta-
coli
sottili)
DeGiorgi
ha introdotto in[1]
un nuovoproblema
di areaminima che consiste essenzialmente nel sostituire la condizione B:2 E
con una
ragionevole penalizzazione.
In
[2]
è stata studiata indettaglio
la formulazione variazionale diquesto problema
ed è statoprovato
che il nuovo funzionale intro- dotto da DeGiorgi
ammette minimo.Nella
prima parte
diquesto
lavoro diamo un risultato diregolarità
di tale
minimo; più precisamente
dimostriamoche,
se l’ostacolo E è(*)
Indirizzo dell’A.: Facoltà di Scienze,Dipartimento
di Matematica eFisica - 38050 Povo
(Trento), Italy.
di classe
C1,
esiste unaperto S~o
contenente E - M7 in cui la solu- zione ha frontiera di classe C’. La «sottigliezza »
dell’ostacolo nonconsente naturalmente di ottenere risultati di
regolarità
fin sul bordo diE;
facciamoperò
vedere chel’aperto
diregolarità S~o
nonpuò
esseretroppo
schiacciato vicino a 2E equindi
in sostanza che la soluzionepuò
averesingolarità
su 2E ma tende ad esse conragionevole
rego- larità.Studiamo infine il
comportamento
della soluzione B inprossimità
dell’ostacolo e dimostriamo che se
xo è
unpunto qualsiasi
dell’osta-colo E allora o B ha densità
maggiore
ouguale di 2 in x0
oppure tuttala
componente
connessa di E che contiene ro non tocca B(nel
sensoche B ha densità zero in
ogni
suopunto)
e inquesto
caso la com-ponente
connessa è necessariamente minimale in Q.Osserviamo,
perconcludere,
chequest’ultimo
casopuò
effettiva-mente
verificarsi;
adesempio
se S~ = R2 ed E ={(x, y)
E R2:ixl 1,
@y =
0}
il minimo del funzionale considerato è 4(cioè
esattamente la misura di E contata duevolte)
e viene realizzato per B = ~6.Ringrazio
ilprof.
E. Giusti con ilquale
ho discusso i risultati diquesto
lavoro.1. Siano S~ un
aperto
ed E un boreliano di Rn..Per noti teoremi di
compattezza
e semicontinuità esiste un insieme di BorelBo
tale che(1)
È
evidente che il minimo cos ottenuto non cambia se si sostituisce l’insieme E con unoequivalente (come
misura diLebesgue);
in altritermini una tale
impostazione
delproblema
di frontiere minime conostacolo
ignora completamente
ostacoli di misura diLebesgue
nulla.Per
poter prendere
in esame anche ostacoli cosfatti,
DeGiorgi
ha introdotto in
[1]
un nuovoproblema
di frontiere minime con osta- colo che soddisfa taleesigenza
ed ammette soluzione in una oppor- tuna classe di insiemi.Poichè in
questo
lavoro intendiamo provare alcuni risultati rela- tivi al minimo diquesto
nuovoproblema,
ci sembrautile,
per como- dità dellettore,
richiamare brevemente le definizioni e i risultatipiù
interessanti di
[1].
(1)
ConP(B, D)
indichiamo ilperimetro
di B in,5~,
nel senso di DeGiorgi.
Introduciamo innanzitutto una nuova classe di
insiemi,
meno gene- rale della classe % deiboreliani,
che indicheremo conGn .
DEFINIZIONE 1. Un insieme di Borel B c Rn
appartiene
alla classeGn
se soddisfa leseguenti
condizioni(2)
P
facile vedere che ilproblema (I)
nonha,
ingenerale,
soluzione nella classeGn ;
occorrequindi
definire un nuovo funzionale per ilquale
sipossa dare
(come
inogni problema
variazionaleaccettabile)
un teoremadi semicontinuità..
DEFINIZIONE 2. Per
ogni
s >0,
definiamo su-P(R")
laseguente
funzione d’insieme
e
poniamo
La funzione a cos definita
è, ( [2] ),
una misura esternaB-regolare (cioè
i Boreliani sono
a-misurabili)
ecompletamente
additivasugli
insiemidi Borel.
Vale inoltre il
seguente
risultatoTEOREMA 1.1. Esistono due costanti
01(n)
e02(n)
tali che perogni
F c Rn risulta
Se F è un insieme di Borel contenuto in una
ipersuperfinie
di classeCI,
allora
Possiamo finalmente formulare il nuovo
problema
di minimo conostacolo a cui si è accennato sopra.
è un
aperto
ed E un boreliano diRl1,
cercare il minimodel funzionale
al variare di B nella classe
Si è sostenuta cioè la condizione B D E del
problema (I)
con una pena- lizzazioneche,
nel caso di ostacoloregolare,
èproprio 28n_1(.E - B) (Teorema 1.1) (e questo
rende ilproblema (2)
estremamentesignifi-
cativo).
Il funzionale definito da( Ì I )
è semicontinuo inferiormene(si
veda il Teorema 10 di[1])
e valedunque
ilTEOREMA 1.2. siano Q ed E un
aperto
e ~cn boreliano di Rn. Esiste allora un insieme B EG n
tale che2. Affronteremo
qui
ilproblema
dellaregolarità
della soluzionedel
problema (II).
Sia Q un
aperto
di Rn. Per il Teorema 1.2 esiste un insieme B EG,,
che minimizza il funzionale
nella classe
Gn ,
con E boreliano di Rnassegnato.
Poichè nel caso di ostacolo « grosso » la soluzione del
problema (II)
coincide conquella
delproblema (I), possiamo
supporre(4)
che E siauna varietà
(n -1 )-dimensionale.
Introduciamo per brevità alcune notazioni.
Se k è un intero non
negativo
eI’,
(~ E Rn sono insiemidati,
scri-viamo
(3)
Se B D E èF(B;
S2,E)
=P(B, D).
(4)
Laregolarità
della soluzione di(I)
è stata studiata in[3].
Per
ogni
insieme I’ E93(Rn) poniamo
per 0 a 1e 0* F
indica,
alsolito,
la frontiera ridotta di F.Vale il
seguente
teorema diregolarità
TEOREMA 2.1. Sia D un
aperto
di Rn. Se E è una varietà(n -1 )-
dimensionale di classe 01 e B E
Gn
è soluzione delproblema (Il)
inD,
allora per
ogni punto
x E E - 2E esiste un intorno~Tx
c S~ di x taleche aB r1
Ux è
di classe C’.DIMOSTRAZIONE. Sia x E E - 2E. Consideriamo un
compatto
.K c Dcon x E
K,
tale cheiii)
esiste una funzionef
E con E r1 K =~x
E Rn :- ... , e
poniamo
La dimostrazione del teorema è basata essenzialmente sul fatto che
gli
insiemisono in
qualche
modo di frontiera minimalerispetto
ad ostacoli«
grossi
» equindi
vale per essi il teorema diregolarità
di[3].
Prove-remo infatti che per
ogni
insieme A c R" con A D .K- ee
analogamente
per l’insiemeMi rispetto
all’ostacolo K+. Siadunque
A un boreliano di Rn con A D K~ e
spt (A á M) i
K.Posto
per la
proprietà
di minimo di B risultaValutiamo ora
separatamente
ambo i membri diquesta disuguaglianza,
utilizzando il teorema 2.7 di
[2].
Se il
è l’interno delcompatto g,
è intantodove
vs(x)
indica il versore normale esterno in x all’insieme S.Con facili
passaggi
si ottiene cheD’altra
parte
vale a dire
Si ottiene
dunque
inoltre,
essendorisulta
da
(2)
e(3)
segue subito chee
quindi
.M~ ha frontiera minimalein K rispetto
all’ostacoloI~-;
allostesso modo si prova che
Mi (definito
dalla(1))
ha frontiera mini- male inK, rispetto
all’ostacoloX+.
Esistono allora(si
veda il Teo-rema 2 di
[3])
dueaperti QK
eDí
inK,
contenenti tali cheAbbiamo cos trovato un intorno
di x, Ux = ,~k
r1Qí
in cui 2B è di classe e’. C.V.D.Per il risultato
precedente
èdunque possibile
trovare unaperto
Abbiamo cos ottenuto un risultato di
regolarità
che essenzialmente è dello stessotipo
diquello provato,
nel caso di ostacolo grosso, da M. Miranda in[3].
Naturalmente la «
sottigliezza »
dell’ostacolo non consente di otte-nere risultati di
regolarità
fin sul bordo diE;
sipuò però
vedere chel’aperto
ottenuto come unione diaperti
diregolarità (e quindi a-priori
pococontrollabile)
nonpuò
andare a schiacciarsi vicino a 2E.Più
precisamente:
TEOREMA 2.2. ~Sia E una varietà d classe 01. Per
ogni
x E 2Eesiste un intorno U di x e un settore
Sx ,
di vertice x eampiezza
a >0,
tale che
DIMOSTRAZIONE.
Innanzitutto,
essendo E di classe C1 in D è pos- sibile estendere E conregolarità
a tuttoRn; sia 2
la varietà cos ottenuta.Proveremo il teorema per assurdo. Sia ro E E tale che per
ogni
intorno di xo e per
ogni
a > 0 èDeve essere evidentemente xo E aE o 2B. In tal caso è
possibile
costruire una successione c 2B con
1 )
perogni
interoh,
per h ~ 00,dove yh
E E e zh E aE sono tali cheSupponiamo
per comoditàche xo
= 0 e che il versore normale esterno adÉ
in xo sia(o,... , 1). Per ogni
interopositivo h
consideriamo la trasformazione di Rn in sè cheporta yh
in 0 e xh in(0,... , 1 ) ;
essa è evidentementecomposta
da unarotazione,
una traslazione e una omo-tetia di
rapportò
Con le stesse notazioni del Teorema 2.1
(si
ricordi inparticolare
la
(1))
conKh
= l’insiemeM~
ha frontiera minimale ri-spetto
all’ostacolodunque
il nuovo insiemeimmagine
diMh
tramite la
trasformazione,
ha frontiera minimale inrispetto
all’ostacoloKh’9 immagine
diInoltre
e, a meno di
sottosuccessioni,
risultaL’insieme limite M’ deve avere
([5])
frontiera minimale in l~n e con-tenere
~x : xn C 0 ~ ;
risultaquindi ( [3 ] )
1~1’ =~x : 1}.
Per il Teo-rema 1 di
[3],
si ottiene cos cheper h
sufficientementegrande ogni
xh è
punto regolare
di 2B e il versore normale esterno a 2B in r~ con-verge al versore normale esterno
a É
in xo . Siamodunque
arrivatiad un
assurdo, giacchè
in tal caso(Teorema
2 di[3])
esiste un p > O tale che r1 2Bn 12 c Q,,
equindi, per h grande, XhEno.
C.V.D.Vogliamo studiare
infine ilcomportamento
della soluzione B inprossimità
dell’ostacolo.Faremo vedere essenzialmente che l’insieme che realizza il minimo del funzionale I’
può
contenere l’ostacolo anche attaccandosi ad essosulla faccia «
esterna »,
ma nonpuò
andare a schiacciarsi sull’ostacolosu entrambe le facce senza
scomparire (s) (nel qual
caso il minimo di.F’( ~ , S~)
èpari
alla misura dell’ostacolo contata duevolte).
Premet-tiamo un lemma del
tipo
«principio
di massimo » per insiemi a curva- tura media nonnegativa,
dove: un insieme ha bordo a curvatura media nonnegativa
in xo E 2F sei)
esiste unaperto
A contenente xo tale che 2F n A sipuò rappresentare
comegrafico
di una funzionelipschitziana
di
( n -1 ) variabili,
ii)
perogni
insieme G c R" misurabile limitato con G cA,
9risulta
(6) Si veda
l’esempio riportato
nell’introduzione.LEMMA 2.1. ~Sia 9 ~cn
aperto
di Se eQ2
sono insiemi conbordo di curvatura media non
negativa
in xo E ,~ f1 f1 e seQ f1
Q2 C
il f1 allora esiste unaperto
U cQ,
con xo EU,
tale cheDIMOSTRAZIONE. Sia xo = 0. Possiamo senz’altro supporre che
con
f lipschitziana.
Se pR,
chiamiamo la funzione continua in coincidentecon f (x)
su e soluzionedell’equazione
delle
superfici
minime in(7);
risulta evidente ·Se
quindi
Dall’essere
(per ipotesi
verifica laii)
eSZe
ha frontiera minimale inBg(0)
.
(- a, a )
e coincide conS~2
fuori di taleinsieme ),
9 si ottiene cheil che
implica
necessariamenteQec ,5~2.
Deve essere
dunque
xo Ea,S22 r1 oQe.
Per laproposizione
dipag. 357 di
[4]
esiste allora unaperto A,
conxo E A
tale cheolle
r)r1 A =
a,i~2 r1
A.Applicando
lo stesso risultatoagli
insiemi,~1
e~52~
si
ottienq
che esiste unaperto A’,
con tale chedQp
o A’==
OQ1
r1 A’. Esistedunque
unaperto
U in modo che(7)
Per l’esistenza dif Q(x)
si veda [6].Possiamo dimostrare ora il
TEOREMA 2.3. Sia E una varietà
(n -1 )
dimensionale senzabordo,
di classe C1 in Q. Se ~o E E (1 ,S~ e
O(B, xo) ~ (8), allora,
dettaExo
la
componente
connessa di E che contiene 0153o, si ha che°
(ii) Exo
è unipersuperficie
minimale in Q.DIMOSTRAZIONE. Sia .g un
compatto
di D contenente xo verifi- cante lei), ii), iii)
del Teorema 2.1. Essendo B EGn
risulta xo EE;
inoltre,
dovendo essereO(B, xo) 2 ,
è necessariamente xo E3Mi (dove,
alsolito, g+).
D’altraparte,
essendoM ed
~1~
di frontiera minima con ostacoligrossi (1) (rispettivamente
.K- e i bordi 2M e
dM1
hanno curvatura media nonnegativa
nel senso
(A)
inogni punto
interno aK;
sipuò quindi applicare
ilLemma 2.1 con
S21 = Mi
eQ2
= M. Esiste cioè unaperto U,
conxo E
U,
tale che r1 U = 2M n U.Si vede allora facilmente che E r1 U c
B~o~
r1 E edunque O(B, x)
= 0per
ogni
Ripetendo
lo stesso discorso apartire
daipunti
dia(E n U) (punti
in cui la densità di B è certamente diversa da
1)
se ne conclude alla fine che perogni y
EEx
n Kè @(By y ) =
0.Data l’arbitrarietà del
compatto
.K inQ,
si ottiene cos cheogni
x E n D è tale che
O(B, x)
= 0.D’ altra
parte,
perogni compatto K
c ,~ con- r1aEx
===~,
l’in-sieme
Exo
r1 Kha,
nello stessotempo,
curvatura media nonpositiva
e non
negativa
nel senso(A); dunque
necessariamente D è minimale in S~. C.V.D.( s ) B è il minimo del
problema
(2) e e(B, x) è la densità di B nel punto x, cioè(9) Si vede la dimostrazione del teorema 2.1.
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superfici
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M. MIRANDA,Comportamento
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mi- nimali, Rend. Sem. Mat. Univ. Padova, 45 (1971).[6]
M. MIRANDA, Un teorema di esistenza ed unicità per ilproblema
dell’areaminima in n variabili, Ann. Scuola Norm.
Sup.
Pisa, 19 (1965).Manoscritto pervenuto in redazione il 16