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2. Stato dell’arte

2.2. Il linguaggio medico

Il linguaggio medico rientra nei linguaggi settoriali, visto che è la lingua di un settore specialistico, la medicina. In quanto linguaggio settoriale, è possibile individuare elementi e caratteristiche tipiche a livello testuale, morfosintattico e terminologico-lessicale.

Quest’ultimo elemento è il tratto distintivo del linguaggio medico, come si vedrà più avanti (Puato, 2008, pag. 43).

Prima di analizzare queste tre caratteristiche, è opportuno presentare la suddivisione proposta da Cortelazzo, che ha introdotto i concetti di dimensione orizzontale e di dimensione verticale (Cortelazzo, 2007). La medicina si compone di diverse branche, ossia di campi di studio e di analisi distinti fra di loro, come ad esempio la neurologia, l’endocrinologia o la cardiologia.

Esistono tanti microlinguaggi quante sono le branche, molto sfumati tra di loro (la divisione non è netta), ed è proprio questo fatto che dà origine alla dimensione orizzontale (Hüging, 2011, pag. 41; Magris, 1992, pag. 5). La dimensione verticale fa invece riferimento alla stratificazione della lingua a seconda della situazione comunicativa e del livello di specializzazione del proprio interlocutore. Si avranno quindi testi molto tecnici quando saranno due esperti a comunicare e testi mediamente tecnici (con spiegazione dei concetti, ad esempio) per la comunicazione fra esperti e profani. Può anche capitare di dover comunicare con un esperto di un altro settore, in questo caso la terminologia e il tipo di testo andranno adattati al destinatario (Carioni, s.d.; Hüging, 2011, pagg. 6, 41; Magris, 1992, pagg. 5–9).

Qui di seguito sono riprese le tre categorie già trattate nel precedente paragrafo (2.1.

Linguaggio settoriale) ma applicate all’ambito medico7. Il mémoire si concentra sui foglietti illustrativi, ossia i testi che accompagnano i medicinali e che ne indicano il corretto utilizzo, saranno quindi presentati alcuni esempi per confermare che anche all’interno di questa tipologia testuale si riscontrano le tendenze messe in luce in precedenza.

I foglietti illustrativi saranno poi definiti e meglio caratterizzati nei capitoli seguenti.

Testualità

Dato che la struttura del testo è collegata alla sua funzione, l’organizzazione di un testo medico sarà retta da alcune regole ben precise. Innanzitutto, la regola della coerenza non deve mai mancare: le informazioni devono essere presentate in maniera logica in modo tale che il lettore possa seguire il discorso (Magris, 1992, pag. 73). Come vale per vari tipi di testo, la struttura deve essere chiara, preferibilmente suddivisa in paragrafi che cominciano con una

7 In ambito medico esistono varie tipologie testuali, come ad esempio gli articoli scientifici, i referti, il consenso informato, i testi didattici, i foglietti illustrativi, ecc.

maiuscola e finiscono con un punto. Alcuni elementi, quali ad esempio i titoletti di paragrafi o frasi importanti, possono distinguersi graficamente dal resto del testo con l’aiuto di strumenti quali il grassetto o la sottolineatura. Tale è il caso per i foglietti illustrativi, che presentano una struttura a paragrafi scandita da titoletti in grassetto che evocano il tema del paragrafo, ad esempio il foglietto illustrativo di Calcort:

Che cos’è Calcort e quando si usa?

Calcort contiene come principio attivo il deflazacort, un corticosteroide di sintesi.

(…)

Di che cosa occorre inoltre tener conto durante il trattamento?

Per ridurre gli effetti collaterali di un trattamento prolungato, vanno osservate le seguenti raccomandazioni: (…)

(…)

Quando non si può assumere Calcort?

Non deve assumere Calcort se soffre di allergia al deflazacort o a uno degli eccipienti contenuti nel medicamento, se soffre di ulcera gastrica oppure d’infezioni gravi non controllabili.

In questo caso la suddivisione è dettata da un’ordinanza specifica8 che prevede la ripartizione del testo del foglietto illustrativo secondo criteri stabiliti. Di questo si parlerà più avanti, nel capitolo consacrato alla struttura e alla leggibilità dei bugiardini.

Per essere coerente dall’inizio alla fine del testo, si tende a ripetere uno stesso termine, oppure a riferirsi a esso con elementi lessicali come tale, di cui sopra o quest’ultimo o tramite l’uso di iperonimi. Ecco un esempio tratto dal foglietto illustrativo di Prednisone Galepharm:

Quando è richiesta prudenza nella somministrazione di Prednisone Galepharm?

Questo medicamento può ridurre la capacità di reazione (…).

L’espressione “questo medicamento” riprende “Prednisone Galepharm”, evitandone la ripetizione.

Questa tendenza è riscontrabile anche in Hydrocortone Galepharm:

(…) Informi il suo medico o il suo farmacista soprattutto alla comparsa dei seguenti segni degli effetti collaterali di cui sopra: (…).

Nel foglietto illustrativo di Prednison Streuli si opta invece per la ripetizione del sostantivo:

Il medico sa cosa si deve fare in questi casi. Avvertire il medico anche nel caso si sia stati di recente in qualche paese tropicale.

8 Ordinanza dell’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici concernente i requisiti per l’omologazione di medicamenti (Ordinanza per l’omologazione di medicamenti, OOMed) elaborata dal Consiglio dell’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici (Swissmedic).

Sono anche usati connettori logici, che guidano il ragionamento del lettore esplicandone cause, conseguenze, contrasti o quant’altro (Magris, 1992, pagg. 74, 75), come avviene ad esempio nel foglietto illustrativo di Medrol, dove la parte sottolineata riprende in maniera logica quanto espresso nella prima frase:

Le vaccinazioni non sono consigliate durante il trattamento con Medrol. Il medico sa cosa fare in questi casi.

Oltre a ciò, nei testi medici, le informazioni sono spesso esposte sotto forma di elenchi puntati, talvolta senza articoli, ciò che permette di raggruppare le informazioni che si ritrovano sullo stesso piano ma che rende il contenuto molto più denso di dati (fatto che complica la lettura del testo) (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 96). Ecco un esempio tratto dal foglietto illustrativo di Hydrocortone Compresse:

L’osservanza delle seguenti raccomandazioni comporta durante una terapia a lungo termine un miglioramento della tollerabilità di Hydrocortone in caso di:

- Limitazione dell’apporto calorico per evitare un aumento di peso - Limitazione del sale e dello zucchero

- Alimentazione possibilmente ricca di potassio (…) - Sufficiente apporto di calcio (…)

- Sufficiente apporto di proteine con l’alimentazione.

Qui le informazioni sono esposte sotto forma di elenco puntato in maniera molto concentrata ma nel contempo chiara e precisa.

Secondo Hüging, oltre alla coerenza, ossia la connessione funzionale di una parte di un testo con un altro, bisogna aggiungere altri elementi come la coesione, che corrisponde alla connessione formale del testo; l’intenzionalità, ossia lo scopo del testo e il modo in cui le informazioni sono trasmesse al destinatario; l’accettabilità, che consiste nell’adempimento delle esigenze comunicative del testo; l’informatività, ovvero la quantità di informazioni da trasmettere; la situazionalità, ossia la scelta di un determinato tipo di testo a seconda della situazione comunicativa a cui bisogna far fronte (comunicazione esperto o esperto-profano, ad esempio) e l’intertestualità, ossia la quantità di citazioni e rimandi ad altri testi, fatto che va a creare un immenso bagaglio di informazioni9 (Hüging, 2011, pagg. 16, 22–24).

Un’altra caratteristica dei testi medici è l’inserimento di immagini, si pensi all’integrazione di immagini di ecografie o radiografie all’interno di un referto medico, di figure che spiegano l’utilizzo di un medicamento all’interno dei foglietti illustrativi oppure immagini che raffigurano particolari tecniche o diagnosi (Hüging, 2011, pag. 42). Si veda ad esempio il foglietto illustrativo di Lodotra 1/2/5 mg, compresse a rilascio modificato:

9 De Beaugrande, R.A. , Dressler, W.U. (1994 [1981]) Introduzione alla linguistica testuale. Bologna: Il Mulino.

Figura 1: Figura nel foglietto illustrativo di Lodotra

In questo caso l’immagine indica come aprire e chiudere la confezione delle pastiglie, mentre in altri casi, le iconografie servono a comunicare informazioni a persone con differenti livelli di istruzione e viene preferita la negazione (non fare questo, non ingerire, …), espressa con una croce sull’immagine (AIFA - Ministero della Salute, 2004, pag. 55). Non sono state riscontrate figure di questo tipo nei foglietti illustrativi presi in esame, come pure non sono state individuate tabelle.

Morfosintassi

Il linguaggio medico, così come altri linguaggi settoriali, presenta delle caratteristiche ben definite a livello di morfosintassi. Le tendenze principali sono senz’altro le seguenti:

1. L’ampio ricorso a strutture nominali, che permettono di condensare le informazioni da trasmettere (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 95). I sostantivi sono largamente presenti nel discorso tecnico scientifico, spesso accompagnati da aggettivi10 e realizzano il bisogno di precisione (i verbi sono considerati a volte troppo vaghi). Come vedremo più avanti, possono essere modificati (derivati o composti) molto facilmente, il che facilita maggiormente la comunicazione di informazioni tecniche condensate (Magris, 1992, pagg. 67, 68). Il verbo si limita a unire le varie parti nominali e non ha un significato preponderante all’interno della frase (Cortelazzo, 2007, pag. 30; Hüging, 2011, pag. 8). Ecco un esempio dell’uso della forma nominale, tratto dal foglietto illustrativo di Hydrocortison Galepharm:

10 Gli aggettivi vengono spesso utilizzati per introdurre una differenziazione o per precisare una caratteristica del sostantivo (Hüging, 2011, pag. 7).

Quando non si può usare Hydrocortison Galepharm? Nell’ipersensibilità al principio attivo idrocortisone o a uno degli eccipienti.11

2. Il largo uso della forma impersonale, che rispecchia la funzione referenziale del linguaggio medico. Questa tendenza permette di rendere la frase anonima ed è riscontrabile anche nei foglietti illustrativi, si veda un esempio in Florinef:

Si può usare il medicamento solo fino alla data indicata (…).

3. L’uso della forma passiva deagentivata, che permette di esporre i fatti in maniera neutra e di mettere l’accento sul risultato dell’azione (Magris, 1992, pagg. 70, 71). Si vedano i foglietti illustrativi di Calcort e Spricort:

(…) Calcort non va assunto alla presenza delle seguenti malattie o condizioni (…).

Secondo la prescrizione medica, Spiricort viene assunto una o più volte al giorno.

3. L’uso del presente dell’indicativo, tempo della certezza e della generalizzazione, nonché dell’astrazione. Il modo più utilizzato è sicuramente l’indicativo, poiché nei testi scientifici si comunicano fatti reali e certi (Magris, 1992, pag. 69). Il presente è il tempo utilizzato in tutti i foglietti illustrativi presi in esame, a titolo d’esempio si veda Prednison Streuli:

Prednison Streuli contiene come agente attivo il Prednisone, un ormone sintetico che appartiene al gruppo dei cosiddetti corticosteroidi. I corticosteroidi sono ormoni, prodotti dalle ghiandole surrenali, che agiscono su diverse funzioni vitali del nostro organismo (…). Indipendentemente dalla patologia di base, anche Prednison Streuli, come tutti i corticosteroidi, combatte le reazioni allergiche e infiammatorie.

4. Una sintassi snella, con meno subordinazione, in modo da focalizzare le attenzioni del lettore sul senso dell’enunciato piuttosto che sulla sua forma, come lo conferma un estratto del foglietto illustrativo di Prednison Streuli:

Non sottoporsi a vaccinazioni durante il trattamento con Prednison Streuli. Il medico sa cosa si deve fare in questi casi. Avvertire il medico anche nel caso si sia stati di recente in qualche paese tropicale.

Le tre frasi non sono collegate fra di loro, non vi è né subordinazione né coordinazione, nonostante sussistesse la possibilità di introdurre una relativa per evitare la ripetizione di “il medico”.

5. L’uso particolare della modalità, ossia il modo di riferirsi al destinatario: per esortare il paziente – o meno – a compiere un’azione, si fa ampio ricorso alla terza persona di cortesia con funzione allocutiva12, metodo che coinvolge direttamente il destinatario (Puato, 2012, pag. 98). Ecco degli esempi tratti dai foglietti illustrativi di Spiricort e Calcort:

11 L’alto stile nominale si giustifica in questo caso attraverso la formulazione “botta e risposta” presente in tutti i foglietti illustrativi svizzeri.

12 La funzione allocutiva è espressa tramite i pronomi e le persone del verbo usati per rivolgersi al destinatario (Treccani online, s.d.-c).

Informi il suo medico o il suo farmacista nel caso in cui soffre di altre malattie (…).

Non modifichi di sua iniziativa la posologia prescritta.

Nei foglietti illustrativi presi in esame, il riferimento al destinatario è sia diretto sia indiretto:

il riferimento diretto si realizza tramite la deissi personale e le forme verbali con funzione allocutiva, mentre per quello indiretto sono prediletti la forma passiva, l’infinito e l’impersonale (Puato, 2012, pag. 102). Ecco alcuni esempi dei due riferimenti, tratti dai bugiardini di Florinef (per le forme dirette) e di Prednison Streuli (per le forme indirette):

Informi immediatamente il suo medico (…).

Fategli (al medico, ndr.) pure sapere se ultimamente vi siete recati in paesi tropicali.

Non assumere Prednison Streuli compresse in caso di ipersensibilità.

Comunicare al proprio medico anche se si sono avute in passato le seguenti malattie (…).

Non si devono attuare trattamenti a lungo termine con Prednison Streuli in presenza delle seguenti patologie o condizioni (…).

In italiano prevalgono i riferimenti indiretti, ciò che causa una maggiore distanza fra il paziente e il testo.

Si fa anche ampio ricorso ai verbi modali e agli avverbi modali: questi elementi lessicali servono a sfumare il significato del verbo di base, introducendo una necessità, un dovere, un desiderio e molti altri aspetti. Ecco alcuni esempi dell’uso di questi verbi, tratti dai foglietti illustrativi di Spiricort e Calcort:

Questo medicamento può ridurre la capacità di reazione (…).

In caso di gravidanza in corso o pianificata, o in caso di allattamento, bisognerebbe per precauzione astenersi il più possibile dall’uso di medicinali.

Rientrano fra gli elementi che esprimono la modalità anche i modi del verbo, che esprimono un grado di certezza o obbligatorietà del locutore nei confronti del contenuto del messaggio.

Esistono inoltre anche altre locuzioni che trasmettono il pensiero dell’autore, come riportato qui di seguito negli esempi tratti dai foglietti illustrativi di Medrol (per le locuzioni):

Le vaccinazioni non sono consigliate.

Se è incinta o se desidera avere figli per precauzione dovrebbe, se possibile, fare a meno di prendere medicamenti.

Alcuni elementi – fra cui vari avverbi modali – possono causare qualche problema di comprensione, non sempre il loro significato è chiaro, anzi nella maggior parte dei casi non è nemmeno esplicitato13. Eccone alcuni esempi, tratti dai foglietti illustrativi di Florinef e Spiricort:

Nel caso di una terapia a lungo termine (…).

13 A tale proposito, si veda il Capitolo 4 del presente mémoire.

Con il Florinef a dosi elevate bisogna evitare le vaccinazioni.

In caso di terapia prolungata sono state osservate malattie agli occhi (…).

Oltre a quelli sopra indicati, in singoli casi si possono verificare anche altri effetti collaterali.

Le parti sottolineate nelle quattro frasi soprastanti fanno riferimento a indicazioni non precise:

a quanti giorni/mesi/anni corrisponde “a lungo termine” o una “terapia prolungata”? Quanto Florinef bisogna assumere affinché la dose venga definita elevata? Quali manifestazioni secondarie rientrano della categoria “altri effetti collaterali”? Un paziente può porsi tutte queste domande e non trovare risposta all’interno del foglietto illustrativo, rimanendo così incerto sulla comprensione del messaggio.

Terminologia e lessico

Il linguaggio medico è costellato da termini14 che lo rendono diverso dagli altri linguaggi settoriali e che veicolano un concetto preciso, rispondendo ai bisogni di chiarezza, comprensione e economia (Hüging, 2011, pag. 7). Essi esprimono concetti e forniscono informazioni di carattere oggettivo circa una situazione (clinica, ad esempio, nel caso della medicina), senza nessun tipo di influenza emotiva (Dizionari - La Repubblica, s.d.; Vecchiato

& Gerolimich, 2013, pag. 95). Sono veri e propri tecnicismi specifici15, che riflettono le nozioni concettuali dell’ambito specialistico (Serianni, 2005, pag. 127).

Oltre ai termini prettamente medici, la medicina condivide molti termini con la lingua comune, certi termini migrano da lingua comune a linguaggio settoriale che, subendo un processo di terminologizzazione, entrano a far parte del serbatoio linguistico di un ambito specialistico16. Esiste anche il processo inverso, che si verifica quando un termine passa da un linguaggio settoriale alla lingua comune, subendo una determinologizzazione17 (Hüging, 2011, pag. 6), oppure il fenomeno della migrazione di un termine da un settore all’altro18. Alcuni nomi di organi come cuore, reni o cervello, alcune designazioni di procedimenti medici come radiografia, risonanza magnetica o TAC, oppure i nomi di qualche patologia come bronchite, artrite o polmonite sono conosciuti da tutti, perché sono entrati a far parte del

14 Secondo Hüging, i termini della medicina sarebbero circa 500'000: fra questi, 80'000 termini designano medicamenti, 10'000 le parti del corpo, gli organi e le parti degli organi, 20'000 la funzione degli organi e 60'000 denotano malattie. L’ingente quantità di termini esistenti si giustifica con il fatto che la lingua medica è estremamente precisa e funzionale: ad un concetto corrisponde sempre e solo un termine (Hüging, 2011, pag.

45).

15 Spesso in contrapposizione a tecnicismi collaterali, di cui si parlerà più avanti nel capitolo. Entrambi i termini sono stati coniati da Serianni.

16 Ad esempio il termine finestra è passato dalla lingua comune al linguaggio specialistico (informatica).

17 Ad esempio, il termine bulimia è passato dall’ambito medico alla lingua comune.

18 Ad esempio, il termine virus è passato dall’ambito medico a quello informatico.

serbatoio linguistico conosciuto da tutti. Ognuno ne ha già sentito parlare almeno una volta nella vita, ma questo non significa che ne si conosce la definizione oppure il funzionamento.

Come sottolineato da Vecchiato & Gerolimich (2013), alcuni acronimi o parole possono inoltre avere un duplice significato, fatto che può complicare maggiormente il linguaggio medico (è il caso di FC, che può designare sia la frequenza cardiaca che la fibrosi cistica). Il linguaggio medico presenta anche sigle e acronimi, la differenza di questi due strumenti linguistici sta nella pronuncia: gli acronimi sono pronunciati come un’unica sequenza fonologica (TAC), mentre nelle sigle ogni lettera è pronunciata singolarmente, ad esempio HIV (Puato, 2008, pag. 87). Essi rispondono al bisogno di precisione e specificità del linguaggio medico (Magris, 1992, pag. 55).

Una caratteristica che contraddistingue il linguaggio medico dalle altre è sicuramente la proliferazione terminologica, che si realizza grazie ai neologismi creati a partire da composti di origine greca o da eponimi19 (Serianni, 2005, pagg. 115, 116). Oltre al fenomeno della creazione di nuovi termini, varie parole della lingua comune assumono un significato diverso se usate in campo medico: si veda l’esempio di positivo e negativo, che in medicina indicano la presenza o l’assenza di un determinato fenomeno (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 89).

I neologismi nel linguaggio medico sono creati in seguito all’acquisizione di nuove conoscenze di carattere tecnico (tendenza in rallentamento) e perché la materia è complessa e richiede la formazione di nuovi termini per designare novità in ambito anatomico o patologico (Puato, 2008, pag. 46)

La possibilità di creare neologismi ricorrendo alla composizione di origine greca è un fenomeno diffuso nell’ambito della medicina, alcuni neologismi entreranno in seguito nel lessico comune del linguaggio medico mentre altri ricorreranno unicamente in qualche testo o saranno utilizzati da un gruppo ristretto di scienziati. Alcuni di quelli più fortunati sono entrati addirittura nella lingua comune, come ad esempio il termine cardiopatia, che non è conosciuto esclusivamente dai medici, ma anche da buona parte dei profani.

Il modello greco di formazione delle parole è prediletto all’interno del linguaggio medico, infatti non è raro osservare fenomeni di composizione e derivazione20 per affissazione21,

19 Denominazioni che rendono omaggio a chi ha scoperto un preciso sintomo o una nuova patologia.

20 Secondo Serianni, la derivazione consiste nella combinazione di un elemento libero (ossia una parola con senso compiuto autonomo) con un affisso, mentre nella composizione entrano in gioco due elementi liberi (Serianni, 2005, pag. 195).

21 In linguistica, un affisso è un morfema che viene aggiunto ad una parola esistente al fine di crearne un’altra.

Nella categoria degli affissi rientrano i prefissi (da aggiungere prima della parola esistente), i suffissi (da

metodi che facilitano la creazione di nuove parole dal significato trasparente e che rispondono ai bisogni di precisione e concisione (Hüging, 2011, pag. 7; Puato, 2008, pag. 47, 2011, pag.

118). Un’altra lingua molto importante per la medicina è senz’altro il latino, diventata lingua di scienza grazie all’imperatore Augusto: i Romani hanno infatti tradotto molte opere dal greco, adattando i vari termini ai loro bisogni (Hüging, 2011, pag. 47). Questi termini sono in seguito entrati nel linguaggio del settore medico passando per il volgare italiano. Gran parte dei termini della medicina ha quindi un’origine classica: si può notare la tendenza secondo cui il greco dà origine alla terminologia clinica mentre il latino alla terminologia anatomica, come avviene ad esempio nel caso di rene (dal latino ren) e di nefrite (dal greco νεϕρῖτις) (Puato, 2008, pag. 48; Treccani online, s.d.-l, s.d.-p).

Come enunciato poco sopra, la composizione semantica è molto frequente nel linguaggio settoriale medico ed è utile per veicolare un massimo di contenuto in una sola parola (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 85), combinando elementi provenienti da diverse lingue, anche se le lingue predilette sono senz’altro il greco e il latino. Per risalire al significato di un termine bisogna analizzarne i componenti i quali, se presi singolarmente, hanno un significato trasparente. Nel caso di un composto come cardiochirurgia (chirurgia del cuore, chirurgia è un termine che deriva dal greco e che si compone dalle parole mano e opera), lo si scompone in fattori più semplici così da renderlo più accessibile. Bisogna chiaramente conoscere il significato degli elementi (morfemi non liberi) che lo compongono, altrimenti il significato globale rimane oscuro (o opaco), ma per questo esistono liste di termini, prefissi e suffissi di origine classica con i relativi significati. Serianni (2005) propone una lista dei suffissi22 più usati in medicina, ossia –ite, che indica l’infiammazione di un organo o di un tessuto, (Treccani online, s.d.), -oma, che designa le affezioni infiammatorie produttive circoscritte o di tipo tumorale (Treccani online, s.d.-g), -osi, che indica malattie degenerative come pure una condizione, una lesione, un processo o una manifestazione morbosa (Treccani online,

Come enunciato poco sopra, la composizione semantica è molto frequente nel linguaggio settoriale medico ed è utile per veicolare un massimo di contenuto in una sola parola (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 85), combinando elementi provenienti da diverse lingue, anche se le lingue predilette sono senz’altro il greco e il latino. Per risalire al significato di un termine bisogna analizzarne i componenti i quali, se presi singolarmente, hanno un significato trasparente. Nel caso di un composto come cardiochirurgia (chirurgia del cuore, chirurgia è un termine che deriva dal greco e che si compone dalle parole mano e opera), lo si scompone in fattori più semplici così da renderlo più accessibile. Bisogna chiaramente conoscere il significato degli elementi (morfemi non liberi) che lo compongono, altrimenti il significato globale rimane oscuro (o opaco), ma per questo esistono liste di termini, prefissi e suffissi di origine classica con i relativi significati. Serianni (2005) propone una lista dei suffissi22 più usati in medicina, ossia –ite, che indica l’infiammazione di un organo o di un tessuto, (Treccani online, s.d.), -oma, che designa le affezioni infiammatorie produttive circoscritte o di tipo tumorale (Treccani online, s.d.-g), -osi, che indica malattie degenerative come pure una condizione, una lesione, un processo o una manifestazione morbosa (Treccani online,