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Lingua e traduzione dei foglietti illustrativi : i corticosteroidi : Svizzera e Italia a confronto

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Academic year: 2022

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Texte intégral

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Master

Reference

Lingua e traduzione dei foglietti illustrativi : i corticosteroidi : Svizzera e Italia a confronto

GRATA, Michelle

Abstract

L'étude se concentre sur la comparaison linguistique de 10 notices d'emballage suisses et 17 notices italiennes. En Italie, le texte est sensiblement plus lisible, comme confirmé par le paramètre Gulpease plus élevé, tandis qu'en Suisse il est possible de remarquer des résidus de traduction assez importants et des phrases moins liées entre elles. L'uniformité terminologique et des collocations est mieux respectée en Italie, tandis qu'en Suisse la terminologie est toujours assez variée, même à l'intérieur d'une même notice d'emballage.

L'étude porte également sur la comparaison directe de la notice d'emballage du médicament Medrol (metilprednisolone, 16 mg, comprimés), commercialisé en Suisse et en Italie par Pfizer. Les deux notices sont supposées être identiques, mais à plusieurs reprises des différences substantielles émergent, comme par exemple dans le cas des précautions ou des effets secondaires.

GRATA, Michelle. Lingua e traduzione dei foglietti illustrativi : i corticosteroidi : Svizzera e Italia a confronto. Master : Univ. Genève, 2018

Available at:

http://archive-ouverte.unige.ch/unige:112064

Disclaimer: layout of this document may differ from the published version.

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MICHELLE GIORGIA GRATA

LINGUA E TRADUZIONE DEI FOGLIETTI ILLUSTRATIVI: I

CORTICOSTEROIDI

SVIZZERA E ITALIA A CONFRONTO

Relatrice: Prof.ssa Annarita Felici

Co-relatrice: Prof.ssa Maria Rosa Delétraz-Crivellari

Mémoire présenté à la Faculté de traduction et d’interprétation (Département de traduction, Unité d’italien) pour l’obtention de la Maîtrise universitaire en traduction spécialisée.

Sessione di agosto 2018

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Ringraziamenti

Ringrazio anzitutto la Professoressa Annarita Felici, relatrice della tesi, che mi ha saputo guidare in modo esemplare, fornendomi consigli utili e pertinenti durante la redazione del presente mémoire.

Proseguo con la Professoressa Maria Rosa Delétraz-Crivellari, per aver accettato di essere la co-relatrice e per tutte le preziose informazioni fornite durante i cinque anni di Università.

Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a rendere piacevole questo percorso di studi iniziato nel lontano 2012 e che sta ora volgendo al termine. Un grande grazie ai miei colleghi di lavoro della SG-DATEC, che negli ultimi mesi mi hanno sempre incoraggiata.

Un ringraziamento speciale va poi alla mia famiglia e ai miei amici, che mi hanno supportato (e sopportato) per tutto il periodo di redazione e ricerca, incoraggiandomi a più riprese. Un grazie anche a chi mi guarda da lassù.

Senza di voi non sarebbe stato possibile raggiungere questo importante traguardo.

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UNIVERSITE DE GENEVE

FACUL TE OE TRAOUCTION ET D'INTERPRETATION

Declaration attestant le caractere original du travail effectue

J'affirme avoir pris connaissance des documents d'information et de prevention du plagiat ernis par l'Universite de Geneve et la Faculte de traduction et d'interpretation (notamment la Directive en mattere de plagiat des etudiant-e-s, le Reglement d'etudes de Ja Faculte de traduction et d'lnterpretation ainsi que l'Aide-memoire a J'intention des etudiants preparant un memoire de Mo en traduction).

J'atteste que ce travail est le fruit d'un travail personnel et a ete redige de rnaniere autonome.

Je declare que toutes les sources d'information utllisees sont citees de rnaniere cornplete et precise, y compris les sources sur Internet.

Je suis conscient-e que le fait de ne pas citer une source ou de ne pas la citer correctement est constitutif de plagiat et que le plagiat est consldere comme une faute grave au sein de l'Universite, passible de sanctions.

Au vu de ce qui precede, je declare sur l'honneur que le present travail est original.

Nom et prenorn : ~ic.helle 6ro. 1-Q

Lieu / date / signature : Berne. 1

Ce formulaire doit etre dürnent rempli partout etudiant ou toute etudiante redigeant un travail substantiel et remis a

l'enseignant ou l'enseignante.

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Indice

1. Introduzione ... 7

1.1. La malattia di Addison ... 10

1.2. Motivazione ... 12

1.3. Problematica e ipotesi ... 13

2. Stato dell’arte ... 14

2.1. I linguaggi settoriali ... 14

2.2. Il linguaggio medico ... 20

2.3. La traduzione del linguaggio medico ... 32

2.4. Il foglietto illustrativo, definizione e normative vigenti ... 36

2.4.1. Definizione ... 36

2.4.2. Vari tipi di foglietto illustrativo ... 37

3. Presentazione dei materiali e dei metodi ... 67

4. Risultati ottenuti e relativa analisi ... 75

4.1. Questionario e analisi degli errori di traduzione (Svizzera) ... 75

4.1.1. Questionario ... 75

4.1.2. Errori di traduzione riscontrati nei foglietti illustrativi svizzeri ... 79

4.2. Considerazioni generali sui foglietti illustrativi italiani ... 86

4.3. Leggibilità dei foglietti illustrativi (Svizzera e Italia) ... 88

4.3.1. Indice Gulpease e dati numerici sulla lunghezza ... 88

4.3.2. Type Token ... 91

4.3.3. Vocabolario di base ... 93

4.4. Analisi quantitativa (Svizzera e Italia) ... 96

4.4.1. Occorrenze ... 97

4.4.2. Rapporto con il medico ... 100

4.4.3. Effetti indesiderati ... 105

4.4.4. Gravidanza e bambini ... 107

4.4.5. Ripartizione in categorie grammaticali e allocuzione ... 111

4.5. Analisi qualitativa (Svizzera e Italia) ... 114

4.5.1. Strumenti esplicativi ... 114

4.5.2. La vaghezza dei foglietti illustrativi ... 117

4.5.3. Verbo e modalità ... 121

4.5.4. La non uniformità terminologica: considerazioni generali ... 124

4.5.5. Rimandi intratestuali e intertestuali ... 126

4.6. Due foglietti illustrativi a confronto: il caso di Medrol ... 127

6. Conclusioni ... 133

7. Bibliografia ... 138

8. Allegati ... 145

Allegato 1: Foglietti illustrativi svizzeri ... 145

Allegato 2: Foglietti illustrativi italiani ... 145

Allegato 3: Indirizzi delle case farmaceutiche svizzere prese in considerazione ... 146

Allegato 4: Risposte al questionario inviato alle case farmaceutiche svizzere ... 148

Allegato 5: Altri dati misurati (Svizzera) ... 152

5.1. Analisi con Corrige: ... 152

(6)

5.2. Analisi con AntConc ... 156

5.3. Esemplificazione ... 166

5.4. Print screen relativi alle collocazioni e ai termini ... 187

Allegato 6: Altri risultati notevoli (Italia) ... 221

6.1. Analisi con Corrige: ... 221

6.2. Analisi con AntConc ... 223

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Indice delle tabelle

Tabella 1: Panorama del cortisone e del fludrocortisone in Svizzera. ... 68

Tabella 2: Panorama del cortisone in Italia. ... 69

Tabella 3: Case farmaceutiche svizzere che hanno preso parte al sondaggio. ... 76

Tabella 4: Le lingue delle case farmaceutiche svizzere. ... 76

Tabella 5: Il problema della traduzione. ... 77

Tabella 6: Il problema della revisione. ... 78

Tabella 7: Dati numerici su lunghezza e leggibilità dei testi svizzeri. ... 89

Tabella 8: Dati numerici su lunghezza e leggibilità dei testi italiani. ... 90

Tabella 9: Rapporto type/token nei testi svizzeri. ... 92

Tabella 10: Rapporto type/token nei testi italiani. ... 93

Tabella 11: Vocabolario di base nei testi svizzeri e relative percentuali. ... 94

Tabella 12: Vocabolario di base nei testi italiani e relative percentuali. ... 95

Tabella 13: Occorrenze del nome del farmaco, dei sostantivi “medicamento”, “farmaco” e “medicinale” nei testi svizzeri e relative percentuali. ... 97

Tabella 14: Occorrenze del nome del farmaco, dei sostantivi “farmaco” e “medicinale” nei testi svizzeri e relative percentuali. ... 98

Tabella 15: Occorrenze dei sostantivi "medico" e "farmacista" nei testi svizzeri e relative percentuali. ... 100

Tabella 16: Occorrenze dei sostantivi "medico" e "farmacista" nei testi italiani e relative percentuali. ... 101

Tabella 17: "Effetti collaterali" nei testi svizzeri. ... 105

Tabella 18: "Effetti collaterali" nei testi italiani. ... 106

Tabella 19: Riferimento alla gravidanza e ai bambini nei testi svizzeri e relative percentuali. ... 108

Tabella 20: Riferimento alla gravidanza e ai bambini nei testi italiani e relative percentuali. ... 109

Tabella 21: Collocazioni con il termine "gravidanza" nei testi svizzeri. ... 110

Tabella 22: Analisi con TagAnt relative ai testi svizzeri e relative percentuali. ... 111

Tabella 23: Analisi con TagAnt relative ai testi italiani e relative percentuali. ... 112

Tabella 24: Contesti densi di significato nei testi svizzeri. ... 115

Tabella 25: Contesti densi di significato in quattro testi italiani. ... 115

Indice delle figure Figura 1: Figura nel foglietto illustrativo di Lodotra ... 23

Figura 2: Scala Gulpease ... 73

Figura 3: Confezionamento svizzero di Medrol. ... 128

Figura 4: Confezionamento italiano di Medrol. ... 128

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1. Introduzione

“È UN MEDICAMENTO. RIVOLGERSI ALLO SPECIALISTA E LEGGERE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO.”

Chi non ha mai sentito questa frase in una qualsiasi pubblicità di un qualsiasi farmaco in Svizzera? Oppure il corrispettivo italiano:

“È UN MEDICINALE CHE PUÒ AVERE EFFETTI INDESIDERATI ANCHE GRAVI. LEGGERE ATTENTAMENTE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO”?

Si tratta senza alcun dubbio di frasi note, che compaiono negli spot pubblicitari dei medicinali. Frasi che tutti abbiamo sentito o letto almeno una volta nella vita. Frasi che sottolineano l’importanza dei foglietti illustrativi in quanto documenti di riferimento per il buon uso del farmaco.

Il tema dei foglietti illustrativi è sempre attuale: ogni giorno sono vendute decine di migliaia di farmaci, alcuni solo dietro prescrizione medica, altri per automedicazione. In quanto testo che esplica l’uso corretto e finalizzato del medicinale in questione, il foglietto illustrativo svolge un ruolo d’importanza capitale: si tratta di un documento molto importante e in quanto tale deve essere regolamentato.

L’obiettivo di questa tesi di laurea è quello di analizzare a livello linguistico e dal punto di vista della traduzione 27 foglietti illustrativi in lingua italiana, provenienti da Svizzera e Italia.

Sono stati selezionati 10 farmaci in Svizzera e 17 in Italia, secondo i seguenti criteri farmaci contenenti corticosteroidi, compresse con dosaggio compreso fra i 5 e i 50 mg commercializzate al momento della ricerca (stato: settembre-ottobre 2017).

Il lavoro si articola in sei capitoli principali: nell’introduzione (1.) si presenterà il tema con le relative problematiche e saranno formulate alcune ipotesi a riguardo. Sarà inoltre presentata la malattia di Addison, la rara patologia da cui è affetta l’autrice, trattata con i corticosteroidi, motivando ancora una volta la scelta di voler analizzare proprio questa categoria di farmaci nel presente mémoire.

Si passerà in seguito alla presentazione dello stato dell’arte, analizzando nei dettagli vari studi incentrati sui linguaggi settoriali in generale e in seguito, più specificamente, sul linguaggio

(9)

medico. Le caratteristiche e le peculiarità di questo genere saranno passate in rassegna e illustrate attraverso alcuni esempi significativi, in modo da avere una visione d’insieme sul genere di cui fanno parte anche i foglietti illustrativi. Dopo averlo definito, si passerà alla descrizione della traduzione medica e delle qualità, necessarie ad un buon traduttore specializzato, che deve saper combinare le sue conoscenze linguistiche, nella lingua di partenza e in quella d’arrivo, con le nozioni tecniche. Il lavoro non è sempre facile, bisogna spesso consacrare molto tempo all’acquisizione di familiarità con il tema da tradurre e con i relativi termini, in modo da garantire una trasmissione ottimale da una lingua all’altra.

In quanto documento ufficiale, il foglietto illustrativo è sottoposto a normative a seconda della regione o del Paese in cui è omologato: per ottenere l’autorizzazione per il mercato europeo, l’azienda farmaceutica produttrice dovrà sottoporre la richiesta al Comitato per i medicinali per uso umano dell’EMA (European Medicines Agency) – l’autorità competente in materia di valutazione scientifica, di sorveglianza e di sicurezza dei farmaci. L’omologazione europea è in seguito valida sul territorio dei 28 Stati membri dell’UE, fra cui anche l’Italia, Paese che, oltre all’autorizzazione “in stile europeo”, conosce anche una procedura propria: le autorità competenti a questo proposito sono l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e il Ministero della Salute. L’ultima realtà presa in considerazione è la Svizzera, Paese in cui la pratica dei foglietti illustrativi è regolata da varie ordinanze presentate nei dettagli nel capitolo specifico. L’autorità competente a livello elvetico è Swissmedic, che si occupa dell’omologazione e della sicurezza dei farmaci immessi sul mercato svizzero nonché dell’importazione dei farmaci omologati a livello europeo.

Le normative vigenti in materia di foglietti illustrativi mirano alla chiarezza e all’accessibilità del testo su vari fronti, ciononostante si notano alcune differenze fra le tre regioni prese in considerazione.

Si procederà in seguito con la presentazione dei materiali e dei metodi utilizzati, esponendo la bibliografia utilizzata nonché i software che hanno permesso di condurre analisi quantitative (come AntConc o TagAnt). In Svizzera è stato inoltre inviato un questionario1 alle case farmaceutiche, con domande riguardanti le lingue e alla traduzione dei foglietti illustrativi.

Il mémoire proseguirà con la presentazione dei risultati sotto forma di tabelle riassuntive. Per ragioni di spazio, sono state condensate varie informazioni in poche tabelle, per i dettagli,

1 Consultabile all’allegato 4.

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andranno consultati gli allegati. Il capitolo sarà interamente dedicato alla presentazione dei risultati nonché all’analisi e all’interpretazione, svolte in parallelo: saranno affrontati, dapprima disgiuntamente, i foglietti illustrativi provenienti dai due paesi, e fatte alcune considerazioni al riguardo, comprensive di analisi degli errori di traduzione riguardanti i foglietti illustrativi svizzeri in lingua italiana. In seguito saranno analizzati in un’ottica di paragone, al fine di individuare eventuali punti di contatto o di discrepanza. A tale riguardo, saranno passate in rassegna alcune caratteristiche misurate con i software o emerse durante la lettura, come la leggibilità, la terminologia, le collocazioni e la vaghezza. Il capitolo dell’analisi si concluderà con un confronto diretto alquanto sorprendente: il foglietto illustrativo di Medrol, un farmaco commercializzato in Svizzera e in Italia da Pfizer, presenta differenze sostanziali su diversi piani, non solo a livello di forma ma anche di contenuto.

Queste discrepanze saranno analizzate dettagliatamente in modo da sottolineare la non uniformità dei due documenti che, nonostante siano relativi allo stesso farmaco, sono in realtà molto diversi tra di loro.

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1.1. La malattia di Addison

La malattia di Addison è una rara patologia autoimmune e cronica che colpisce le ghiandole surrenali, diminuendone o azzerandone le funzionalità.

Può essere suddivisa in due gruppi, ossia:

- insufficienza primaria: problemi delle ghiandole surrenali, dovuti a infiammazioni autoimmuni, tumori o tubercolosi. I surreni non sono in grado di produrre gli ormoni (glucocorticoidi);

- insufficienza secondaria: problemi all’ipofisi dovuti a un trattamento cortisonico protratto troppo a lungo nel tempo.

Le ghiandole surrenali sono situate al di sopra dei reni, si compongono di corteccia e nucleo e sono responsabili della produzione di molti ormoni. Nel nucleo (o parte midollare) sono prodotti gli ormoni facenti parte del gruppo delle catecolamine, ossia l’adrenalina, la noradrenalina e la dopamina (Ospedale San Raffaele, s.d.). Tali sostanze sono rilasciate nel sangue a seconda dello stress fisico o psicologico, e contribuiscono alla trasmissione degli impulsi nervosi al cervello, aumentano la disponibilità di glucosio e acidi grassi per favorire la produzione di energia (Lab Tests Online, 2015). La corteccia surrenale (detta anche corticale) produce invece il cortisolo, l’aldosterone e gli androgeni (Ospedale San Raffaele, s.d.) e nei pazienti affetti da Addison è distrutta.

Gli ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali sono essenziali per la regolamentazione di alcune funzioni vitali del corpo umano, quali il controllo della pressione, il controllo dei livelli degli elettroliti quali il sodio e il potassio, della frequenza del battito cardiaco e della capacità di gestire lo stress (Ospedale San Raffaele, s.d.). Fra tutte queste funzioni, il cortisolo secreto dalle surrenali gioca un ruolo fondamentale nell’assorbimento degli acidi grassi e dei carboidrati, mentre l’aldosterone regola l’equilibrio degli elettroliti di cui sopra (Associazione Italiana Pazienti Addison, s.d.).

La malattia di Addison è una malattia genetica e concerne la corteccia del surrene, per cui è anche denominata ipocorticosurrenalismo oppure insufficienza corticosurrenalica (Associazione Italiana Pazienti Addison, s.d.). È spesso denominata sia malattia sia morbo, con una grande preferenza per il primo termine, visto che con morbo un tempo si definivano le patologie fatali non curabili e con origine sconosciuta. Dato che oggigiorno la malattia è curabile e l’origine è conosciuta, si predilige l’uso del termine malattia (Wikipedia, 2017c).

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L’incidenza della malattia è di 100 persone per milione ed è riscontrata principalmente fra la popolazione caucasica (Lombardi, 2013, pag. 2). La patologia colpisce entrambi i sessi in egual misura e può apparire con l’avanzare degli anni.

Le prospettive terapeutiche prevedono una sostituzione degli ormoni prodotti dalle surrenali tramite assunzione orale di medicinali. Bisogna però prendere in considerazione che la patologia è poco diffusa e che le cause degli eventi autoimmuni sono poco conosciute. Tre quarti dei casi di Addison sono dovuti ad attacchi autoimmuni delle ghiandole surrenali, in

“quanto nella regione corticale surrenalica, antigeni che normalmente non innescano un’attivazione della risposta immunitaria grazie all’intervento di meccanismi di tolleranza immunologica, diventano obiettivo dell’attacco da parte del sistema immunitario” (Lombardi, 2013, pag. 2). Poiché la corteccia surrenalica è completamente improduttiva, le persone affette dalla malattia di Addison sono costrette ad assumere per via orale ormoni molto simili a quelli finali prodotti dalle ghiandole (Betterle, 2008, pag. 12). Le terapie proposte variano di caso in caso, però in linea di principio i pazienti assumono idrocortisone e/o aldosterone, a seconda dei bisogni. Secondo Bornstein et al. (2016), la terapia ideale per un adulto consiste nell’assunzione di fludrocortisone (0,1 mg/die) e di idrocortisone (20-25 mg/die) o di cortisone acetato (20-35 mg/die); mentre per un bambino la dose ideale è calcolata sulla base del peso (8 mg/m2/die).

In Svizzera, tali ormoni sono commercializzati da varie case farmaceutiche, ciò che permette ai pazienti affetti da Addison di condurre una vita più o meno normale (Associazione Italiana Pazienti Addison, s.d.), anche se possono insorgere altre malattie endocrine autoimmuni, come succede per il 50-65% dei pazienti (Nieman, 2017, pag. 1).

Per una persona affetta da Addison è auspicabile monitorare costantemente la salute tramite esami annuali approfonditi volti a controllare eventuali sviluppi della malattia. Visto che si tratta di una patologia molto delicata, può essere necessario un cambiamento della posologia o un aggiustamento del dosaggio. Soprattutto durante la crescita è importante effettuare controlli regolari, in quanto la dose di ormoni necessaria è calcolata sulla base del peso della persona, del suo stato generale di salute, della sua pressione e di alcuni altri parametri verificabili tramite prelievi di sangue.

A seconda della situazione a cui bisogna far fronte, si dovrà adattare la dose giornaliera di ormoni: in caso di stress (psicologico o fisico), di febbre, interventi o influenza sarà necessario aumentare la dose di cortisone e aldosterone. A differenza di un corpo sano, che reagisce a tali situazioni “anormali” producendo maggior cortisone e aldosterone, il paziente

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affetto da Addison dovrà assumere una dose maggiore di ormoni, poiché le surrenali inattive non riescono a secernere la dose necessaria (Associazione Italiana Pazienti Addison, s.d.).

Servono analisi approfondite per giungere alla diagnosi, i sintomi della malattia sono piuttosto vasti, possono apparire dilazionati nel tempo (Bornstein et al., 2016, pag. 70) e comprendono in linea generale un elevato affaticamento, la perdita di peso, disturbi gastrointestinali (come ad esempio nausea e vomito), la pigmentazione bruna della pelle e la pressione bassa (Treccani online, s.d.-e)2.

Le ghiandole surrenali sono state scoperte nel 1563 da Bartolomeo Eustachi, anatomico italiano (Betterle, 2008, pag. 2), mentre la patologia è stata scoperta nel 1855 da Thomas Addison, medico inglese vissuto a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo. Con l’identificazione della malattia, ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo dell’endocrinologia, aggiungendo un ulteriore tassello alle conoscenze umane e descrivendo l’importanza fondamentale delle surrenali. (Betterle, 2008, pag. 3; Dizionario medico - Corriere, s.d.;

Treccani online, s.d.-a). Il nome della patologia, così come conosciuto oggigiorno, è da attribuire al medico francese Armand Trousseau (1856), che ha deciso di omaggiare chi l’ha scoperta per la prima volta (Betterle, 2008, pag. 2).

1.2. Motivazione

L’idea di incentrare questo mémoire sul tema della Malattia di Addison e sulla relativa terapia con i corticosteroidi è nata dalla curiosità dell’autrice: lei stessa soffre di questa patologia, diagnosticata all’età di nove mesi ed è tuttora trattata con cortisone e aldosterone. Spinta dall’interesse per la traduzione medica e per la particolare patologia di cui soffre, ha deciso di concentrarsi sui foglietti illustrativi dei medicinali che assume, estendendo però le ricerche ai bugiardini dei corticosteroidi in generale, che sono commercializzati in Svizzera e nei paesi limitrofi, in particolare l’Italia.

2 Durante la redazione del presente mémoire, l’enciclopedia Treccani Online è stata consultata diverse volte e presa come punto di riferimento per la chiarificazione di alcuni concetti. La pagina internet è in costante aggiornamento, per questo motivo non è stato possibile individuare una data da integrare nella citazione. Nei casi in cui mancano una o più informazioni, Zotero, software utilizzato per la gestione della bibliografia, riporta l’indicazione bibliografica accompagnata da s.d. (senza data). Qualora vi fossero più riferimenti dello stesso autore senza data, Zotero utilizza le lettere dell’alfabeto per distinguere le varie fonti (ad es. Treccani Online s.d.-a; Treccani Online s.d.-b, ecc.). Per informazioni più complete riguardo il riferimento bibliografico in questione, si prega di consultare la sitografia.

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1.3. Problematica e ipotesi

Durante la lettura dei foglietti illustrativi, specialmente quelli omologati in Svizzera, si notano diversi errori di vario tipo: dalla non uniformità terminologica agli errori di traduzione, passando attraverso costruzioni sintattiche scorrette e refusi.

A questo proposito, il presente mémoire si prefigge l’obiettivo di analizzare la lingua e la traduzione dei foglietti illustrativi omologati in Svizzera, in Italia e su suolo europeo e cercherà di rispondere alle seguenti domande:

- la traduzione dei foglietti illustrativi in italiano elvetico è di buona qualità?

- i foglietti illustrativi (di entrambi i Paesi) contengono le stesse informazioni e presentano punti di contatto?

- il testo dei foglietti illustrativi (di entrambi i Paesi) è abbastanza chiaro e accessibile, in modo che chiunque possa fare buon uso del farmaco in questione?

L’autrice ipotizza che la traduzione dei testi in Svizzera non sia ottimale, lei stessa usufruisce giornalmente dei farmaci e ha già notato qualche imperfezione durante la lettura.

Quanto al confronto fra i foglietti, a titolo d’ipotesi si afferma che presentano gli stessi elementi, esposti in modo diverso a seconda del paese d’origine: l’italiano svizzero è sempre frutto di traduzione (per sottomettere una richiesta di autorizzazione si usa il tedesco su larga scala), mentre l’italiano d’Italia è sia la prima lingua di redazione (per i foglietti approvati dall’AIFA) sia frutto di una traduzione dall’inglese (per i foglietti illustrativi omologati su suolo europeo). A seconda della sensibilità dell’autore e del traduttore, nonché della normativa vigente, ci saranno quindi differenze di contenuto e di stile.

Si suppone inoltre che la chiarezza e l’accessibilità non siano sempre garantite, poiché durante la lettura di un foglietto illustrativo sono usate formulazioni complicate o poco comprensibili, soprattutto in Italia, dove il genere è ancora ampiamente influenzato dallo stile burocratico, con strutture complesse e talvolta criptiche.

Con l’ausilio dei software, si effettueranno analisi quantitative, mentre passando in rassegna i vari testi si potranno fare considerazioni qualitative.

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2. Stato dell’arte

2.1. I linguaggi settoriali

Nel presente capitolo l’attenzione è interamente focalizzata sui linguaggi settoriali, prima definiti su un piano generale e poi caratterizzati a livello testuale, morfosintattico e terminologico. Il discorso sarà in seguito rapportato al linguaggio medico, tema centrale di questo lavoro, con chiarimenti ed esempi tratti dai foglietti illustrativi presi in esame. Si parlerà inoltre della traduzione del linguaggio medico, con particolare attenzione alla traduzione dal francese e dal tedesco verso l’italiano, lingue di lavoro dell’autrice.

Prima di iniziare qualsiasi discorso sui linguaggi settoriali, è importante definire questo concetto.

Secondo Treccani online (s.d.-h) , “in genere, un linguaggio settoriale è il modo di esprimersi proprio di un ambito specialistico, in particolare (ma non soltanto) di natura tecnica o scientifica”. Allo stesso modo, la definizione del Dizionario italiano De Mauro (s.d.-b) precisa che si tratta di un “linguaggio utilizzato in determinati settori specialistici e caratterizzato da una terminologia tecnica che spesso si discosta dal lessico comune o lo usa in accezioni particolari”. Secondo Cortelazzo, per lingua speciale si intende una varietà funzionale di una lingua naturale, dipendente da un settore di conoscenze o da una sfera di attività specialistici, utilizzata, nella sua interezza, da un gruppo di parlanti più ristretto della totalità dei parlanti la lingua di cui quella speciale è una varietà, per soddisfare i bisogni comunicativi (in primo luogo quelli referenziali) di quel settore specialistico; la lingua speciale è costituita a livello lessicale da una serie di corrispondenze aggiuntive rispetto a quelle generali e comuni della lingua e a quello morfosintattico da un insieme di selezioni, ricorrenti con regolarità, all’interno dell’inventario di forme disponibili nella lingua” (Cortelazzo, 2007, pag. 8).

Petralli (2003, pag. 169) preferisce invece denominarla lingua speciale, sulla scia del francese langue de spécialité o langue spécialisée.

Non c’è uniformità circa la denominazione di questo sottogruppo della lingua comune: come menzionato da Felici3, coesistono i seguenti modi di nominarlo:

- lingua speciale: Migliorini, Devoto, Berruto, Cortelazzo, Sobrero;

- linguaggio speciale: De Mauro, Cecioni, Petralli;

- linguaggio/lingua di specialità: Schena;

- linguaggio specialistico: Gotti, Cavagnoli;

3 Felici (2017) Materiali corso Communication écrite langue spécialisée.

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- lingua/linguaggio settoriale: Beccaria, Serianni;

- sottocodice: Berruto;

- tecnoletto: Wandruszka;

- microlingua: Balboni, Freddi;

- comunicazione specialistica: Cavagnoli.

Come emerge da questo elenco, i modi di designazione sono moltissimi, così come gli studi condotti sul tema. In francese non è raro trovare sia langue spéciale, langue spécialisée e langue de spécialité, mentre in spagnolo si parla di lenguajes especiales ma anche di lenguajes profesionales, metalenguajes, lenguajes técnicos o tecnolectos. In altre lingue, invece, non esiste questo divario terminologico: ad esempio in tedesco tutti concordano con la denominazione Fachsprache (anche se è possibile trovare Sondersprache), mentre in inglese la denominazione che ha la meglio è language for specific purposes o anche language for special purposes o special language, sebbene quest’ultima dicotomia sia poco usata (Petralli, 2003, pag. 169). La denominazione include sia la comunicazione orale sia quella scritta (Hüging, 2011, pag. 6).

Serianni (2005) specifica la distinzione fra lingua e linguaggio, affermando che con lingua si fa riferimento all’elemento orale, mentre con linguaggio si intende l’insieme dei canali espressivi che il locutore ha a disposizione. In questo lavoro di ricerca, per motivi di coerenza, sarà utilizzata la terminologia proposta da Serianni, ossia linguaggio settoriale, termine usato per designare la comunicazione in ambito specialistico, mentre con lingua generale s’intende l’insieme del lessico e delle strutture comuni a tutti i locutori di una lingua.

Caratteristiche del linguaggio tecnico settoriale

Il linguaggio settoriale è utilizzato in ambito specialistico per facilitare la comunicazione fra gli esperti del settore e risulta a volte poco comprensibile per un profano, ossia per chi non ha conoscenze settoriali. Presenta quindi determinate caratteristiche che permettono di definire concetti che lo rendono diverso dalla lingua generale, pur essendone una variante (Hüging, 2011, pag. 6).

La classificazione proposta da Scarpa (2008) suddivide le caratteristiche in tre categorie:

testualità, morfosintassi, lessico e terminologia. Per l’analisi del linguaggio dei foglietti illustrativi e della lingua medica in generale, tema centrale di questo mémoire, saranno utilizzati questi tre criteri, con vari sottopunti.

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Testualità

Fra gli aspetti testuali, troviamo le caratteristiche che riguardano l’esposizione del testo specialistico. Esso deve sottostare a un insieme di regole che ne vincolano la redazione e che lo rendono speciale, come ad esempio strutture rigide e rigorosamente impostate (come nel caso dei foglietti illustrativi), riferimenti precisi a concetti definiti all’interno o all’esterno di esso, definizioni e chiarimenti di concetti, uso di tabelle o di elementi grafici, uso di ripetizioni e iperonimi4 (Scarpa, 2008, pag. 32). Il testo è organizzato in modo da facilitarne la comprensione, con una struttura funzionale in cui le informazioni sono enunciate in maniera logica. Come avviene per qualsiasi lingua, ogni ambito possiede le proprie convenzioni, però in linea di principio i dati sono presentati tramite sequenze logiche e gerarchiche (Scarpa, 2008, pagg. 32, 33, 35), collegate tramite connettivi, in modo da facilitare la comprensione, creare un filo logico all’interno del testo e manifestare una certa coerenza.

Un altro aspetto da considerare è la coesione, ossia il “collegamento tra le parti di un testo, assicurato sul piano discorsivo dall’uso di pronomi, congiunzioni, ripetizioni e simili”

(Dizionario italiano De Mauro, s.d.-a). Tali elementi permettono di mantenere una logica nello sviluppo del ragionamento e guidano il lettore nella comprensione delle idee (Scarpa, 2008, pag. 37).

Sabatini (2002) suddivide i vari testi specialistici in tre categorie, a seconda del grado di vincolo posto al destinatario: troveremo testi molto vincolanti, mediamente vincolanti e poco vincolanti. Fra i testi appartenenti al primo gruppo troviamo quelli scientifici: poiché essi hanno una funzione referenziale e servono a veicolare informazioni senza trasmettere emozioni (Dizionari - La Repubblica, s.d.), il livello di coerenza e rigore sarà alto, ciò che richiede grande lavoro da parte del destinatario. I destinatari dei testi molto vincolanti possiedono le conoscenze linguistiche (i termini) ed enciclopediche (i concetti) per decifrare il messaggio contenuto nel testo (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 102). Per contrastare il fenomeno della non-comprensione, in Francia, la Haute Autorité de Santé5 ha elaborato delle

4 Questo perché la sinonimia in ambito scientifico è impossibile, perché ad un concetto corrisponde un solo termine.

5 In altri paesi, esistono altri enti con scopi simili a quelli dell’HAS: in Gran Bretagna troviamo il National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) mentre in Germania l’Institut für Qualität und Wirtschaftlichkeit im Gesundheitswesen (IQWiG). Non esistono i corrispondenti per la Svizzera e l’Italia (per l’Italia, sono state però formulate direttive per la lingua amministrativa, da cui si potrebbe trarre esempio) (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 104; Wikipedia, 2017d).

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linee guida che vertono alla semplificazione dei testi scientifici, per renderli più accessibili al grande pubblico (si veda la lista completa in Vecchiato & Gerolimich, 2013, pagg. 102, 103).

Morfosintassi

Per quanto riguarda la morfosintassi, ossia lo “studio sistematico delle regole che presiedono alla formazione di un enunciato linguistico (parole, sintagmi, frasi) mediante la combinazione di morfemi” (Treccani online, s.d.-k), i testi specialistici, rispetto alla lingua comune, presentano strutture sintattiche particolari. Le frasi non sono spesso ellittiche poiché lasciando in sospeso degli elementi si potrebbe compromettere la comprensione e il tempo prediletto è il presente dell’indicativo, tempo della certezza (Scarpa, 2008, pag. 41). Si può inoltre notare un largo uso dello stile nominale, fatto che può rendere il testo meno trasparente per un profano.

Tale stile permette di condensare le informazioni e i concetti, di mantenere un alto livello di tecnicità (Scarpa, 2008, pag. 42) ed è ampiamente utilizzato anche perché i sostantivi possono essere composti e derivati tramite suffissi, prefissi o affissi o addirittura trasformati in aggettivi o avverbi. Si fa anche ampio ricorso alle locuzioni preposizionali, ossia

“combinazioni fisse di due o più parole che costituiscono unità polimeriche (complesse) con funzioni e significati simili a quelli delle preposizioni” (Treccani online, s.d.-o), per collegare i vari elementi del periodo. L’ampio uso dello stile nominale fa perdere potere al verbo, il quale serve spesso solo da copula (Scarpa, 2008, pag. 43), fatto che rende il sostantivo re della frase.

Non è raro notare calchi, prestiti, fenomeni di appiattimento e convergenza (Cortese, 1996, pag. 22).

La sintassi del periodo è quindi più snella ed è prediletta una struttura lineare con poca subordinazione, in modo da concentrarsi maggiormente sul senso veicolato dalla frase piuttosto che sulla sua costruzione (Scarpa, 2008, pag. 45).

Come già enunciato poco sopra, il tempo verbale più utilizzato è il presente dell’indicativo, perché permette di esprimere certezze ed enunciati sempre veri, come “fatti, teorie, definizioni, osservazioni, descrizioni, processi, affermazioni di verità generali e formulazioni di leggi scientifiche” (Scarpa, 2008, pag. 47). È impiegato sia nella sua diatesi attiva che in quella passiva: quest’ultima mette in risalto un particolare elemento focalizzandolo, ovvero facendolo diventare il fuoco della frase. Essendo deagentivato, l’uso del passivo permette di eliminare la componente umana: se l’agente è introdotto nella frase significa che ha valore semantico e svolge la funzione di mettere in luce un determinato elemento (Scarpa, 2008, pag.

46). Oltre alla diatesi passiva, si può notare un ampio uso della forma impersonale, anche in

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questo caso per ridurre la componente umana, evitando di dover esplicitare il soggetto e generalizzando l’enunciato.

Con “modalità” s’intende il modo di comunicare il messaggio al destinatario, ossia l’espressione di alcuni elementi che sfumano il significato della frase. Anche questa è usata diversamente rispetto alla lingua comune. Per esprimere un particolare atteggiamento nei confronti del messaggio ci si può servire di alcuni strumenti linguistici, quali i modi del verbo e i verbi modali (Treccani online, s.d.-j), elementi lessicali o certi avverbi. I modi del verbo, come ad esempio l’indicativo, il congiuntivo e il condizionale permettono di esprimere le possibilità di realizzazione di un’azione veicolata dal verbo (Treccani online, s.d.-j). I verbi modali esprimono invece un grado diverso di certezza del locutore (Scarpa, 2008, pag. 48) e sono utilizzati in modo diverso a seconda della lingua. Sono sempre seguiti da un verbo all’infinito, del quale modificano leggermente il significato, ed esprimono la possibilità, la necessità o la volontà (Treccani online, s.d.-i). Gli strumenti lessicali che esprimono la modalità sono, come già annunciato, gli avverbi modali. Esprimono il grado di certezza o di obbligatorietà delle azioni descritte dall’enunciato, come ad esempio forse o probabilmente.

Gli avverbi valutativi introducono invece una valutazione da parte del locutore nei confronti del contenuto della frase, come ad esempio purtroppo o per fortuna, mentre gli avverbi di enunciazione introducono un commento del locutore a proposito della qualità dell’enunciato (non sul suo contenuto), come ad esempio onestamente o francamente (Treccani online, s.d.- j).

Lessico e terminologia

I linguaggi settoriali sono caratterizzati dalla loro terminologia, che serve a veicolare i concetti tecnici tipici dell’ambito di specializzazione.

I termini hanno diversi gradi di specializzazione e possono essere propri a un determinato contesto oppure toccare diversi settori. Le lingue non sono ritagliate allo stesso modo e non sono sovrapponibili totalmente, per questo motivo ci saranno dei vuoti terminologici da una lingua all’altra; il compito del traduttore sarà di individuare la mancanza terminologica e colmarla con gli strumenti linguistici e concettuali che ha a disposizione.

Il linguaggio settoriale è costellato da termini, ossia “referenze specializzate all’interno di una determinata disciplina” (Puato, 2008, pag. 41). In un dizionario terminologico si troveranno i termini di un dato campo del sapere, ossia gli oggetti di studio del settore. Il punto di partenza non sarà quindi il “nome” e il punto d’arrivo la “definizione” (come avviene nei dizionari lessicografici), ma ci si concentra sul concetto cercando un termine che lo descriva (Nuccarini

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in Cortese, 1996, pag. 141). La branca della linguistica che si occupa di queste questioni è la terminologia.

In linea di principio, i termini dei linguaggi settoriali sono monoreferenziali, ossia fanno riferimento a un solo concetto: questa caratteristica implica l’impossibilità di ricorrere a sinonimi, omonimi o polisemi e risponde al bisogno di concisione e sinteticità. Se nella lingua comune si fa ampio ricorso a questi tre elementi, nei linguaggi settoriali si preferisce ripetere il termine, per evitare incomprensioni concettuali, oppure usare un iperonimo (Puato, 2008, pag. 41). Secondo (Puato, 2008, pag. 42), “la monoreferenzialità è da intendersi come limitata all’ambito disciplinare in cui il termine è usato”: uno stesso termine può avere significati diversi in settori diversi, come ad esempio “prelievo”, che in medicina designa l’azione di prelievo del sangue per sottoporlo a un esame e che invece designa in economia-finanza l’azione di ritirare soldi da una banca. In un dizionario tecnico bilingue, è importante segnalare questa ambivalenza terminologica e, qualora sia possibile, munirlo di definizione al fine di non far cadere il traduttore in una trappola traduttiva (Sournia, 1986, pag. 9).

Un’altra caratteristica distintiva del lessico specialistico è l’assenza di emotività, i termini infatti non assumono mai connotazioni positive o negative, ma rimangono sempre neutri (Hüging, 2011, pag. 7; Puato, 2008, pag. 43).

Spesso la terminologia specialistica viene normalizzata a livello internazionale da enti come l’ISO, il quale si occupa di raccogliere i termini e di definirli. Non tutti i termini sono repertoriati e questo rende il lavoro del traduttore ancora più difficile (Scarpa, 2008, pagg. 55, 56). A livello nazionale, esistono istituti che si occupano di normalizzazione, come ad esempio l’UNI (Ente Nazionali Italiano di Unificazione) per l’Italia, il DIN (Deutsches Institut für Normung) per la Germania, l’Association française de normalisation per la Francia, il BSI (British Standard Institution) per il Regno Unito, l’Association Suisse de Normalisation (SNV) – Schweizerische Normen-Vereinigung (SNV)6 (designazione inesistente in italiano) per la Svizzera. A livello europeo esiste invece il CEN (Comitato europeo di normazione). Questi enti hanno il compito di repertoriare la terminologia di determinati settori affinché risponda ai bisogni di precisione e concisione e designi in maniera sistematica i concetti del settore (Hüging, 2011, pag. 28; Magris, 1992, pag. 59).

6 Designazione esistente in italiano.

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2.2. Il linguaggio medico

Il linguaggio medico rientra nei linguaggi settoriali, visto che è la lingua di un settore specialistico, la medicina. In quanto linguaggio settoriale, è possibile individuare elementi e caratteristiche tipiche a livello testuale, morfosintattico e terminologico-lessicale.

Quest’ultimo elemento è il tratto distintivo del linguaggio medico, come si vedrà più avanti (Puato, 2008, pag. 43).

Prima di analizzare queste tre caratteristiche, è opportuno presentare la suddivisione proposta da Cortelazzo, che ha introdotto i concetti di dimensione orizzontale e di dimensione verticale (Cortelazzo, 2007). La medicina si compone di diverse branche, ossia di campi di studio e di analisi distinti fra di loro, come ad esempio la neurologia, l’endocrinologia o la cardiologia.

Esistono tanti microlinguaggi quante sono le branche, molto sfumati tra di loro (la divisione non è netta), ed è proprio questo fatto che dà origine alla dimensione orizzontale (Hüging, 2011, pag. 41; Magris, 1992, pag. 5). La dimensione verticale fa invece riferimento alla stratificazione della lingua a seconda della situazione comunicativa e del livello di specializzazione del proprio interlocutore. Si avranno quindi testi molto tecnici quando saranno due esperti a comunicare e testi mediamente tecnici (con spiegazione dei concetti, ad esempio) per la comunicazione fra esperti e profani. Può anche capitare di dover comunicare con un esperto di un altro settore, in questo caso la terminologia e il tipo di testo andranno adattati al destinatario (Carioni, s.d.; Hüging, 2011, pagg. 6, 41; Magris, 1992, pagg. 5–9).

Qui di seguito sono riprese le tre categorie già trattate nel precedente paragrafo (2.1.

Linguaggio settoriale) ma applicate all’ambito medico7. Il mémoire si concentra sui foglietti illustrativi, ossia i testi che accompagnano i medicinali e che ne indicano il corretto utilizzo, saranno quindi presentati alcuni esempi per confermare che anche all’interno di questa tipologia testuale si riscontrano le tendenze messe in luce in precedenza.

I foglietti illustrativi saranno poi definiti e meglio caratterizzati nei capitoli seguenti.

Testualità

Dato che la struttura del testo è collegata alla sua funzione, l’organizzazione di un testo medico sarà retta da alcune regole ben precise. Innanzitutto, la regola della coerenza non deve mai mancare: le informazioni devono essere presentate in maniera logica in modo tale che il lettore possa seguire il discorso (Magris, 1992, pag. 73). Come vale per vari tipi di testo, la struttura deve essere chiara, preferibilmente suddivisa in paragrafi che cominciano con una

7 In ambito medico esistono varie tipologie testuali, come ad esempio gli articoli scientifici, i referti, il consenso informato, i testi didattici, i foglietti illustrativi, ecc.

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maiuscola e finiscono con un punto. Alcuni elementi, quali ad esempio i titoletti di paragrafi o frasi importanti, possono distinguersi graficamente dal resto del testo con l’aiuto di strumenti quali il grassetto o la sottolineatura. Tale è il caso per i foglietti illustrativi, che presentano una struttura a paragrafi scandita da titoletti in grassetto che evocano il tema del paragrafo, ad esempio il foglietto illustrativo di Calcort:

Che cos’è Calcort e quando si usa?

Calcort contiene come principio attivo il deflazacort, un corticosteroide di sintesi.

(…)

Di che cosa occorre inoltre tener conto durante il trattamento?

Per ridurre gli effetti collaterali di un trattamento prolungato, vanno osservate le seguenti raccomandazioni: (…)

(…)

Quando non si può assumere Calcort?

Non deve assumere Calcort se soffre di allergia al deflazacort o a uno degli eccipienti contenuti nel medicamento, se soffre di ulcera gastrica oppure d’infezioni gravi non controllabili.

In questo caso la suddivisione è dettata da un’ordinanza specifica8 che prevede la ripartizione del testo del foglietto illustrativo secondo criteri stabiliti. Di questo si parlerà più avanti, nel capitolo consacrato alla struttura e alla leggibilità dei bugiardini.

Per essere coerente dall’inizio alla fine del testo, si tende a ripetere uno stesso termine, oppure a riferirsi a esso con elementi lessicali come tale, di cui sopra o quest’ultimo o tramite l’uso di iperonimi. Ecco un esempio tratto dal foglietto illustrativo di Prednisone Galepharm:

Quando è richiesta prudenza nella somministrazione di Prednisone Galepharm?

Questo medicamento può ridurre la capacità di reazione (…).

L’espressione “questo medicamento” riprende “Prednisone Galepharm”, evitandone la ripetizione.

Questa tendenza è riscontrabile anche in Hydrocortone Galepharm:

(…) Informi il suo medico o il suo farmacista soprattutto alla comparsa dei seguenti segni degli effetti collaterali di cui sopra: (…).

Nel foglietto illustrativo di Prednison Streuli si opta invece per la ripetizione del sostantivo:

Il medico sa cosa si deve fare in questi casi. Avvertire il medico anche nel caso si sia stati di recente in qualche paese tropicale.

8 Ordinanza dell’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici concernente i requisiti per l’omologazione di medicamenti (Ordinanza per l’omologazione di medicamenti, OOMed) elaborata dal Consiglio dell’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici (Swissmedic).

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Sono anche usati connettori logici, che guidano il ragionamento del lettore esplicandone cause, conseguenze, contrasti o quant’altro (Magris, 1992, pagg. 74, 75), come avviene ad esempio nel foglietto illustrativo di Medrol, dove la parte sottolineata riprende in maniera logica quanto espresso nella prima frase:

Le vaccinazioni non sono consigliate durante il trattamento con Medrol. Il medico sa cosa fare in questi casi.

Oltre a ciò, nei testi medici, le informazioni sono spesso esposte sotto forma di elenchi puntati, talvolta senza articoli, ciò che permette di raggruppare le informazioni che si ritrovano sullo stesso piano ma che rende il contenuto molto più denso di dati (fatto che complica la lettura del testo) (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 96). Ecco un esempio tratto dal foglietto illustrativo di Hydrocortone Compresse:

L’osservanza delle seguenti raccomandazioni comporta durante una terapia a lungo termine un miglioramento della tollerabilità di Hydrocortone in caso di:

- Limitazione dell’apporto calorico per evitare un aumento di peso - Limitazione del sale e dello zucchero

- Alimentazione possibilmente ricca di potassio (…) - Sufficiente apporto di calcio (…)

- Sufficiente apporto di proteine con l’alimentazione.

Qui le informazioni sono esposte sotto forma di elenco puntato in maniera molto concentrata ma nel contempo chiara e precisa.

Secondo Hüging, oltre alla coerenza, ossia la connessione funzionale di una parte di un testo con un altro, bisogna aggiungere altri elementi come la coesione, che corrisponde alla connessione formale del testo; l’intenzionalità, ossia lo scopo del testo e il modo in cui le informazioni sono trasmesse al destinatario; l’accettabilità, che consiste nell’adempimento delle esigenze comunicative del testo; l’informatività, ovvero la quantità di informazioni da trasmettere; la situazionalità, ossia la scelta di un determinato tipo di testo a seconda della situazione comunicativa a cui bisogna far fronte (comunicazione esperto-esperto o esperto- profano, ad esempio) e l’intertestualità, ossia la quantità di citazioni e rimandi ad altri testi, fatto che va a creare un immenso bagaglio di informazioni9 (Hüging, 2011, pagg. 16, 22–24).

Un’altra caratteristica dei testi medici è l’inserimento di immagini, si pensi all’integrazione di immagini di ecografie o radiografie all’interno di un referto medico, di figure che spiegano l’utilizzo di un medicamento all’interno dei foglietti illustrativi oppure immagini che raffigurano particolari tecniche o diagnosi (Hüging, 2011, pag. 42). Si veda ad esempio il foglietto illustrativo di Lodotra 1/2/5 mg, compresse a rilascio modificato:

9 De Beaugrande, R.A. , Dressler, W.U. (1994 [1981]) Introduzione alla linguistica testuale. Bologna: Il Mulino.

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Figura 1: Figura nel foglietto illustrativo di Lodotra

In questo caso l’immagine indica come aprire e chiudere la confezione delle pastiglie, mentre in altri casi, le iconografie servono a comunicare informazioni a persone con differenti livelli di istruzione e viene preferita la negazione (non fare questo, non ingerire, …), espressa con una croce sull’immagine (AIFA - Ministero della Salute, 2004, pag. 55). Non sono state riscontrate figure di questo tipo nei foglietti illustrativi presi in esame, come pure non sono state individuate tabelle.

Morfosintassi

Il linguaggio medico, così come altri linguaggi settoriali, presenta delle caratteristiche ben definite a livello di morfosintassi. Le tendenze principali sono senz’altro le seguenti:

1. L’ampio ricorso a strutture nominali, che permettono di condensare le informazioni da trasmettere (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 95). I sostantivi sono largamente presenti nel discorso tecnico scientifico, spesso accompagnati da aggettivi10 e realizzano il bisogno di precisione (i verbi sono considerati a volte troppo vaghi). Come vedremo più avanti, possono essere modificati (derivati o composti) molto facilmente, il che facilita maggiormente la comunicazione di informazioni tecniche condensate (Magris, 1992, pagg. 67, 68). Il verbo si limita a unire le varie parti nominali e non ha un significato preponderante all’interno della frase (Cortelazzo, 2007, pag. 30; Hüging, 2011, pag. 8). Ecco un esempio dell’uso della forma nominale, tratto dal foglietto illustrativo di Hydrocortison Galepharm:

10 Gli aggettivi vengono spesso utilizzati per introdurre una differenziazione o per precisare una caratteristica del sostantivo (Hüging, 2011, pag. 7).

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Quando non si può usare Hydrocortison Galepharm? Nell’ipersensibilità al principio attivo idrocortisone o a uno degli eccipienti.11

2. Il largo uso della forma impersonale, che rispecchia la funzione referenziale del linguaggio medico. Questa tendenza permette di rendere la frase anonima ed è riscontrabile anche nei foglietti illustrativi, si veda un esempio in Florinef:

Si può usare il medicamento solo fino alla data indicata (…).

3. L’uso della forma passiva deagentivata, che permette di esporre i fatti in maniera neutra e di mettere l’accento sul risultato dell’azione (Magris, 1992, pagg. 70, 71). Si vedano i foglietti illustrativi di Calcort e Spricort:

(…) Calcort non va assunto alla presenza delle seguenti malattie o condizioni (…).

Secondo la prescrizione medica, Spiricort viene assunto una o più volte al giorno.

3. L’uso del presente dell’indicativo, tempo della certezza e della generalizzazione, nonché dell’astrazione. Il modo più utilizzato è sicuramente l’indicativo, poiché nei testi scientifici si comunicano fatti reali e certi (Magris, 1992, pag. 69). Il presente è il tempo utilizzato in tutti i foglietti illustrativi presi in esame, a titolo d’esempio si veda Prednison Streuli:

Prednison Streuli contiene come agente attivo il Prednisone, un ormone sintetico che appartiene al gruppo dei cosiddetti corticosteroidi. I corticosteroidi sono ormoni, prodotti dalle ghiandole surrenali, che agiscono su diverse funzioni vitali del nostro organismo (…). Indipendentemente dalla patologia di base, anche Prednison Streuli, come tutti i corticosteroidi, combatte le reazioni allergiche e infiammatorie.

4. Una sintassi snella, con meno subordinazione, in modo da focalizzare le attenzioni del lettore sul senso dell’enunciato piuttosto che sulla sua forma, come lo conferma un estratto del foglietto illustrativo di Prednison Streuli:

Non sottoporsi a vaccinazioni durante il trattamento con Prednison Streuli. Il medico sa cosa si deve fare in questi casi. Avvertire il medico anche nel caso si sia stati di recente in qualche paese tropicale.

Le tre frasi non sono collegate fra di loro, non vi è né subordinazione né coordinazione, nonostante sussistesse la possibilità di introdurre una relativa per evitare la ripetizione di “il medico”.

5. L’uso particolare della modalità, ossia il modo di riferirsi al destinatario: per esortare il paziente – o meno – a compiere un’azione, si fa ampio ricorso alla terza persona di cortesia con funzione allocutiva12, metodo che coinvolge direttamente il destinatario (Puato, 2012, pag. 98). Ecco degli esempi tratti dai foglietti illustrativi di Spiricort e Calcort:

11 L’alto stile nominale si giustifica in questo caso attraverso la formulazione “botta e risposta” presente in tutti i foglietti illustrativi svizzeri.

12 La funzione allocutiva è espressa tramite i pronomi e le persone del verbo usati per rivolgersi al destinatario (Treccani online, s.d.-c).

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Informi il suo medico o il suo farmacista nel caso in cui soffre di altre malattie (…).

Non modifichi di sua iniziativa la posologia prescritta.

Nei foglietti illustrativi presi in esame, il riferimento al destinatario è sia diretto sia indiretto:

il riferimento diretto si realizza tramite la deissi personale e le forme verbali con funzione allocutiva, mentre per quello indiretto sono prediletti la forma passiva, l’infinito e l’impersonale (Puato, 2012, pag. 102). Ecco alcuni esempi dei due riferimenti, tratti dai bugiardini di Florinef (per le forme dirette) e di Prednison Streuli (per le forme indirette):

Informi immediatamente il suo medico (…).

Fategli (al medico, ndr.) pure sapere se ultimamente vi siete recati in paesi tropicali.

Non assumere Prednison Streuli compresse in caso di ipersensibilità.

Comunicare al proprio medico anche se si sono avute in passato le seguenti malattie (…).

Non si devono attuare trattamenti a lungo termine con Prednison Streuli in presenza delle seguenti patologie o condizioni (…).

In italiano prevalgono i riferimenti indiretti, ciò che causa una maggiore distanza fra il paziente e il testo.

Si fa anche ampio ricorso ai verbi modali e agli avverbi modali: questi elementi lessicali servono a sfumare il significato del verbo di base, introducendo una necessità, un dovere, un desiderio e molti altri aspetti. Ecco alcuni esempi dell’uso di questi verbi, tratti dai foglietti illustrativi di Spiricort e Calcort:

Questo medicamento può ridurre la capacità di reazione (…).

In caso di gravidanza in corso o pianificata, o in caso di allattamento, bisognerebbe per precauzione astenersi il più possibile dall’uso di medicinali.

Rientrano fra gli elementi che esprimono la modalità anche i modi del verbo, che esprimono un grado di certezza o obbligatorietà del locutore nei confronti del contenuto del messaggio.

Esistono inoltre anche altre locuzioni che trasmettono il pensiero dell’autore, come riportato qui di seguito negli esempi tratti dai foglietti illustrativi di Medrol (per le locuzioni):

Le vaccinazioni non sono consigliate.

Se è incinta o se desidera avere figli per precauzione dovrebbe, se possibile, fare a meno di prendere medicamenti.

Alcuni elementi – fra cui vari avverbi modali – possono causare qualche problema di comprensione, non sempre il loro significato è chiaro, anzi nella maggior parte dei casi non è nemmeno esplicitato13. Eccone alcuni esempi, tratti dai foglietti illustrativi di Florinef e Spiricort:

Nel caso di una terapia a lungo termine (…).

13 A tale proposito, si veda il Capitolo 4 del presente mémoire.

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Con il Florinef a dosi elevate bisogna evitare le vaccinazioni.

In caso di terapia prolungata sono state osservate malattie agli occhi (…).

Oltre a quelli sopra indicati, in singoli casi si possono verificare anche altri effetti collaterali.

Le parti sottolineate nelle quattro frasi soprastanti fanno riferimento a indicazioni non precise:

a quanti giorni/mesi/anni corrisponde “a lungo termine” o una “terapia prolungata”? Quanto Florinef bisogna assumere affinché la dose venga definita elevata? Quali manifestazioni secondarie rientrano della categoria “altri effetti collaterali”? Un paziente può porsi tutte queste domande e non trovare risposta all’interno del foglietto illustrativo, rimanendo così incerto sulla comprensione del messaggio.

Terminologia e lessico

Il linguaggio medico è costellato da termini14 che lo rendono diverso dagli altri linguaggi settoriali e che veicolano un concetto preciso, rispondendo ai bisogni di chiarezza, comprensione e economia (Hüging, 2011, pag. 7). Essi esprimono concetti e forniscono informazioni di carattere oggettivo circa una situazione (clinica, ad esempio, nel caso della medicina), senza nessun tipo di influenza emotiva (Dizionari - La Repubblica, s.d.; Vecchiato

& Gerolimich, 2013, pag. 95). Sono veri e propri tecnicismi specifici15, che riflettono le nozioni concettuali dell’ambito specialistico (Serianni, 2005, pag. 127).

Oltre ai termini prettamente medici, la medicina condivide molti termini con la lingua comune, certi termini migrano da lingua comune a linguaggio settoriale che, subendo un processo di terminologizzazione, entrano a far parte del serbatoio linguistico di un ambito specialistico16. Esiste anche il processo inverso, che si verifica quando un termine passa da un linguaggio settoriale alla lingua comune, subendo una determinologizzazione17 (Hüging, 2011, pag. 6), oppure il fenomeno della migrazione di un termine da un settore all’altro18. Alcuni nomi di organi come cuore, reni o cervello, alcune designazioni di procedimenti medici come radiografia, risonanza magnetica o TAC, oppure i nomi di qualche patologia come bronchite, artrite o polmonite sono conosciuti da tutti, perché sono entrati a far parte del

14 Secondo Hüging, i termini della medicina sarebbero circa 500'000: fra questi, 80'000 termini designano medicamenti, 10'000 le parti del corpo, gli organi e le parti degli organi, 20'000 la funzione degli organi e 60'000 denotano malattie. L’ingente quantità di termini esistenti si giustifica con il fatto che la lingua medica è estremamente precisa e funzionale: ad un concetto corrisponde sempre e solo un termine (Hüging, 2011, pag.

45).

15 Spesso in contrapposizione a tecnicismi collaterali, di cui si parlerà più avanti nel capitolo. Entrambi i termini sono stati coniati da Serianni.

16 Ad esempio il termine finestra è passato dalla lingua comune al linguaggio specialistico (informatica).

17 Ad esempio, il termine bulimia è passato dall’ambito medico alla lingua comune.

18 Ad esempio, il termine virus è passato dall’ambito medico a quello informatico.

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serbatoio linguistico conosciuto da tutti. Ognuno ne ha già sentito parlare almeno una volta nella vita, ma questo non significa che ne si conosce la definizione oppure il funzionamento.

Come sottolineato da Vecchiato & Gerolimich (2013), alcuni acronimi o parole possono inoltre avere un duplice significato, fatto che può complicare maggiormente il linguaggio medico (è il caso di FC, che può designare sia la frequenza cardiaca che la fibrosi cistica). Il linguaggio medico presenta anche sigle e acronimi, la differenza di questi due strumenti linguistici sta nella pronuncia: gli acronimi sono pronunciati come un’unica sequenza fonologica (TAC), mentre nelle sigle ogni lettera è pronunciata singolarmente, ad esempio HIV (Puato, 2008, pag. 87). Essi rispondono al bisogno di precisione e specificità del linguaggio medico (Magris, 1992, pag. 55).

Una caratteristica che contraddistingue il linguaggio medico dalle altre è sicuramente la proliferazione terminologica, che si realizza grazie ai neologismi creati a partire da composti di origine greca o da eponimi19 (Serianni, 2005, pagg. 115, 116). Oltre al fenomeno della creazione di nuovi termini, varie parole della lingua comune assumono un significato diverso se usate in campo medico: si veda l’esempio di positivo e negativo, che in medicina indicano la presenza o l’assenza di un determinato fenomeno (Vecchiato & Gerolimich, 2013, pag. 89).

I neologismi nel linguaggio medico sono creati in seguito all’acquisizione di nuove conoscenze di carattere tecnico (tendenza in rallentamento) e perché la materia è complessa e richiede la formazione di nuovi termini per designare novità in ambito anatomico o patologico (Puato, 2008, pag. 46)

La possibilità di creare neologismi ricorrendo alla composizione di origine greca è un fenomeno diffuso nell’ambito della medicina, alcuni neologismi entreranno in seguito nel lessico comune del linguaggio medico mentre altri ricorreranno unicamente in qualche testo o saranno utilizzati da un gruppo ristretto di scienziati. Alcuni di quelli più fortunati sono entrati addirittura nella lingua comune, come ad esempio il termine cardiopatia, che non è conosciuto esclusivamente dai medici, ma anche da buona parte dei profani.

Il modello greco di formazione delle parole è prediletto all’interno del linguaggio medico, infatti non è raro osservare fenomeni di composizione e derivazione20 per affissazione21,

19 Denominazioni che rendono omaggio a chi ha scoperto un preciso sintomo o una nuova patologia.

20 Secondo Serianni, la derivazione consiste nella combinazione di un elemento libero (ossia una parola con senso compiuto autonomo) con un affisso, mentre nella composizione entrano in gioco due elementi liberi (Serianni, 2005, pag. 195).

21 In linguistica, un affisso è un morfema che viene aggiunto ad una parola esistente al fine di crearne un’altra.

Nella categoria degli affissi rientrano i prefissi (da aggiungere prima della parola esistente), i suffissi (da

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