CORSO NURSING ONCOLOGICO
• 2011
• IL NURSING
• ONCOLOGICO
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L‟INFERMIERE DI ONCOLOGIA
• L‟infermiere specialista in oncologia possiede conoscenze, abilità e attitudini necessarie a fornire cure e trattamenti adeguati nelle diverse aree comprese nell‟assistenza oncologica.
Egli deve:
– poter aggiornare la sua formazione per ottimizzare le proprie capacità e perfezionarsi nella pratica del nursing oncologico,
– poter offrire un‟assistenza di qualità che tenga conto di valori, attitudini e convinzioni che influiscono sulle reazioni delle persone che vivono l‟esperienza del cancro,
– creare un ambiente terapeutico dove paziente e familiare possano esprimere i loro bisogni e trovare risposte nel pieno rispetto della loro cultura,
– deve essere responsabile delle proprie azioni, capace di riconoscere i limiti delle proprie competenze ed essere in grado di offrire un‟assistenza centrata sul paziente e basata su prove di efficacia scientifica,
– deve riuscire a mettere in discussione interventi o decisioni che potrebbero compromettere i progressi del paziente,
– deve essere consapevole del proprio ruolo all‟interno dell‟équipe multiprofessionale ed essere sicuro e competente nella collaborazione con tutti i componenti dell‟équipe, – deve essere in grado di valutare e valorizzare l‟intervento terapeutico dell‟assistenza
infermieristica,
– deve essere in grado di gestire in prima persona il proprio
apprendimento/addestramento e di mantenere un aggiornamento continuo,
– deve impostare la sua pratica tenendo conto di implicazioni legali, culturali e religiose come: riservatezza, diritti del malato, dignità della persona, procedure e protocolli, – E‟ tenuto ad aderire e collaborare con le associazioni e/o organizzazioni di rilievo in
ambito professionale per assicurarsi crescita e sviluppo professionale.
– E. Brivio, M. Magri Ed. Masso,2002
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CORSO DI NURSING ONCOLOGICO
GESTIONE INFERMIERISTICA DEI FARMACI ANTIBLASTICI
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CHE COS‟E‟ LA CHEMIOTERAPIA?
• La chemioterapia è l‟uso di farmaci finalizzato alla distruzione di cellule tumorali, nel tentativo di creare il minimo danno alle
cellule non maligne
• Questi farmaci sono chiamati anche citotossici o antiblastici
• Essi hanno la proprietà di distruggere le cellule cancerogene
• I farmaci raggiungono tutte le parti del corpo attraverso il sistema sanguigno
• Le cellule colpite vengono danneggiate. Il danno è in genere così grave da indurre la morte della cellula tumorale
• Essi distruggono le cellule cancerogene interferendo con la loro capacità di dividersi e quindi riprodursi
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PROTEZIONISTICA E DISPOSITIVI
• Il personale addetto alla somministrazione nei reparti è tenuto ad indossare alcuni mezzi di protezione individuale, infatti possono verificarsi casi di contaminazione agli occhi, cute e mucose anche in questa fase.
• I dispositivi di protezione individuale utilizzati sono:
•
•
•
•
• Camice: devono essere monouso in TNT, con manica lunga e polsini elasticizzati, elasticizzati anteriormente e sulle maniche
Guanti: devono essere monouso, senza polvere, in lattice
Occhiali di protezione (devono avere la protezione laterale) o visiera
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MODALITA‟ DI INTERVENTO IN CASO DI CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE DEL
PERSONALE
• 1 CONTAMINAZIONE DEI GUANTI E/O DELLA CUTE
L‟ OPERATORE DEVE:
- rimuovere i guanti
- eliminare i guanti contaminati col materiale di rifiuto ospedaliero
- procedere ad una accurata pulizia delle mani con abbondante acqua corrente e sapone
- chiedere l‟intervento del dermatologo o del chirurgo plastico in caso di lesioni cutanee.
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2 CONTAMINAZIONE DEL CAMICE O ALTRO MEZZO DI PROTEZIONE
L‟ OPERATORE DEVE:
- procedere alla sua immediata sostituzione
- procedere allo smaltimento del dispositivo contaminato con il resto dei rifiuti ospedalieri.
3 CONTAMINAZIONE DELL‟ OCCHIO
L‟ OPERATORE DEVE:
- procedere all‟immediato lavaggio dell‟occhio offeso con fisiologica per almeno 15 minuti.
- consultare immediatamente l‟oculista.
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4 INOCULAZIONE/PUNTURA ACCIDENTALE
IN CASO DI INOCULAZIONE/PUNTURA ACCIDENTALE DELLA CUTE CON AGHI CONTAMNATI DA FARMACO CITOTOSSICO L‟
OPERATORE DEVE:
- favorire il sanguinamento per garantire l‟eliminazione di eventuali piccole quantità di farmaco inoculato
- lavare accuratamente la cute con acqua corrente e sapone - chiedere l‟intervento del dermatologo o del chirurgo plastico, qualora la lesione risulti essere significativa.
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PROCEDURA IN CASO DI ROTTURA ACCIDENTALE DI FLACONE CONTENENTE FARMACI
ANTIBLASTICI
• In caso di rottura accidentale di flaconi o sacche contenenti farmaci antiblastici, si devono seguire procedure ben precise.
• L‟ OPERATORE:
• 1. Deve indossare tutti i mezzi di protezione personale:
• • camice
• • cuffia
• • occhiali con protezione laterale
• • respiratore FFP3SL
• • soprascarpe
• • 2 paia di guanti (un paio in lattice e l‟altro in gomma pesante)
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2. Deve inoltre avere a disposizione:
• paletta monouso per la raccolta dei vetri
• contenitore rigido per la raccolta dei frammenti di vetro
• panni assorbenti o garze
• ipoclorito di sodio al 10%
• contenitore per la raccolta di tutto il materiale contaminato
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VIE E MODALITA‟ DI SOMMINISTRAZIONE
•
Aspetti operativi
• L‟infermiere che si appresta alla somministrazione di farmaci antiblastici deve conoscere:
– a. modalità di conservazione per evitare la formazione di prodotti di degradazione;
– b. modalità per una corretta somministrazione;
– c. potenziale di tossicità locale;
– d. modalità di intervento in caso di contaminazione personale e/o ambientale;
– e. modalità di intervento e trattamenti specifici per ridurre i danni da stravaso.
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Vie di somministrazione dei farmaci antiblastici
• I farmaci antiblastici possono essere somministrati utilizzando diverse vie:
• via endovenosa tramite E.V. diretta rapida (bolo), o E.V. lenta (fleboclisi);
• via orale tramite compresse o capsule;
• instillazione vescicale;
• via intraarteriosa;
• via intrapleurica e intraperitoneale;
• via intraparenchimale (chemioembolizzazione)
• via topica tramite pomate
• via sottocutanea
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MODALITA „ PER LA SCELTA DELLA VENA
• Per la scelta della sede di somministrazione occorre tenere presente che i farmaci antiblastici hanno
potenziali effetti tossici locali che variano dalla lieve infiammazione, alla necrosi tessutale con gravi lesioni a danno di tendini e nervi in caso di stravaso.
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Selezione delle vene
• Il principio generale nella selezione delle vene per la
somministrazione di farmaci antiblastici è quello di reperire vene in zone lontane da nervi e tendini, la cui perdita di funzione sia poco rilevante in caso di danno recato da stravaso.
• La zona ottimale è quella della regione prossimale
dell‟avambraccio per la presenza di abbondanti parti molli.
• Si raccomanda di cercare un accesso venoso secondo il seguente schema:
– grosse vene dell‟avambraccio – dorso della mano
– polso
– fossa antecubitale
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Selezione delle vene:
e‟ necessario inoltre evitare
Vene piccole
Vene già utilizzate per chemioterapia che determinano dolore alla compressione o presentano alterazioni oggettive (sclerosi)
Zone di pregressa radioterapia Arti con segni di linfedema
Arti plegici o con flebiti
Arti a monte dei quali sia evidente la presenza di tumefazioni linfonodali
Arti sui quali sono stati effettuati recentemente test di reazioni cutanea
L‟arto sede di svuotamento del cavo ascellare in pazienti recentemente operate per neoplasia mammaria
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ASSISTENZA ALLA PERSONA SOTTOPOSTA A CHEMIOTERAPIA
• Prima di iniziare la somministrazione della terapia
antiblastica è tassativo procedere a una serie di accurati controlli:
• 1. Verificare che il medico abbia dato la conferma scritta per la somministrazione previa visione di tutti gli esami di
laboratorio precedentemente eseguiti e di un ECG laddove richiesto
• 2. Verificare i parametri vitali
• 3. Richiedere un ulteriore controllo medico in caso di comparsa di sintomi quali iperpiressia, algie precordiali, dispnea
• 4. Verificare l‟esatta corrispondenza dei farmaci e dei loro dosaggi: controllare che farmaci e dosaggi riportati in
cartella corrispondano a quelli riportati sul foglio di lavoro,controllare che farmaci e dosaggi riportati sulla cartella corrispondano a quelli pervenuti dalla farmacia.
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5. Posizionare nei vassoi (uno per ogni paziente) sistemati sul carrello dedicato alle terapie antiblastiche, tutte le
preparazioni contemplate dal protocollo di terapia
(chemioterapici, sacche per l‟idratazione, terapia antiemetica ecc.) in ordine di somministrazione
6. Stendere sotto il braccio e lungo il fianco della persona un telino monouso impermeabile per evitare in caso di spandimento accidentale, la contaminazione della biancheria e degli indumenti del paziente
7. Procedere alla venopuntura e alla somministrazione attenendosi alle modalità e ai tempi di infusione
8. Monitorare il paziente costantemente per l‟intera durata della terapia onde verificare prontamente l‟insorgenza di eventuali complicanze
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CLASSIFICAZIONE DEI FARMACI ANTIBLASTICI
• I FARMACI ANTIBLASTICI SI SUDDIVIDONO:
– FARMACI IRRITANTI – FARMACI VESCICANTI
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FARMACI IRRITANTI
• Viene definito irritante un farmaco che, se
stravasato, può dare calore e infiammazione nel sito di infusione o lungo la vena in cui viene somministrato,
ma non provoca distruzione tissutale.
• 5-fluorouracile Irinotecan
• Carboplatino Raltitrexed
• Cisplatino Topotecan
• Gemcitabina Mitoxantrone
• Metotrexate Bleomicina Etopoide Ciclofosfamide
• Carmustina
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FARMACI VESCICANTI
• Viene definito vescicante e necrotizzante un farmaco che, se stravasato, può determinare un danno cellulare o distruzione tissutale, dolore severo o prolungato.
• Alcaloidi della vinca
• Antracicline
• Mitomicina-C
• Dacarbazina
• Mitoxantrone
• Oxaliplatino
• Paclitaxel
• Docetaxel
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PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLO STRAVASO DA FARMACI ANTIBLASTICI
• SI PARLA DI STRAVASO QUANDO SI HA UNA FUORIUSCITA DEL FARMACO DALLA VENA USATA PER LA SOMMINISTRAZIONE CON CONSEGUENTE DIFFUSIONE DELLO STESSO NEL TESSUTO
CIRCOSTANTE
• L‟ENTITA‟ DEL DANNO DA STRAVASO DIPENDE:
• A dal tipo di farmaco
• B dalla sua concentrazione
• C dalla tempestività d‟intervento
• LO STRAVASO PUO ‟ AVVENIRE SIA A CAUSA DELLA ROTTURA DELLA VENA (es. manovra di iniezione) SIA PER “diffusione” LEGATA ALL‟ ALTERAZIONE STRUTTURALE DELLA PARETE VENOSA.
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PREVENZIONE DELLO STRAVASO
• E ‟ importante tenere presente alcune procedure fondamentali e generali per ridurre significativamente la probabilità di
stravaso:
• Individuare nel paziente il sito di infusione ottimale
• Utilizzare sempre un ago-cannula di piccolo calibro posizionato appena prima dell‟inizio dell‟infusione
• Non iniettare i farmaci citostatici con ago fissato direttamente dalla siringa, per evitare perforazione durante la
somministrazione
• Somministrare il farmaco vescicante in bolo endovenoso (EV)
• Evitare di occludere il sito di infusione con cerotti o materiali che rendono difficile la visualizzazione del punto di iniezione
• Controllare costantemente il sito di infusione per verificare l‟insorgenza di fenomeni di arrossamento o rigonfiamento cutanei
• Chiedere al paziente di segnalare subito eventuali sensazioni di dolore o bruciore nella zona attorno al sito di infusione o lungo il vaso sanguigno.
•
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INDIVIDUAZIONE DI REAZIONI LOCALI/STRAVASO
• REAZIONI LOCALI:
• Orticaria
• Eritema lungo la vena di infusione
• Dolore
• Sensazioni di fitte locali
• SINTOMI SUGGESTIVI DI STRAVASO
• Edema
• Eritema nel sito di iniezione
• Bruciore o dolore locale
• Mancanza di reflusso sanguigno all‟aspirazione
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TRATTAMENTO DELLO STRAVASO
• Arrestare l‟infusione del farmaco
• Aspirare la soluzione e 3-5 mL di sangue e sfilare l‟ago
• Applicare Idrocortisone con microiniezioni di 0.2 ml
• Applicare DMSO topico sull‟area dello stravaso ogni 2 ore seguito da applicazioni intermittenti di di
ghiaccio della durata di 30 minuti per tutti i farmaci (tranne per gli alcaloidi della vinca ) per almeno 5-7 giorni e tenere l‟arto sollevato
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SOMMINISTRAZIONE DEL PACLITAXEL (TAXOLO)
• EVITARE L’USO DEL PVC
• PER MINIMIZZARE L‟ESPOSIZIONE DEI PAZIENTI AL DEPH (CHE PUO ‟ ESSERE
RILASCIATO DA MATERIALE CONTENENTE PVC), MA SISTEMI DI SOMMINISTRAZIONE
RIVESTITI IN POLIETILENE
• E „ OPPORTUNO SOMMINISTRARE TAXOL CON FILTRO “il line” CON MEMBRANA A MICROPORI (0.22µm).
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IL PACLITAXEL è un alcaloide estratto dalla corteccia del Taxus brevifolia
Il Paclitaxel è scarsamente solubile in acqua e perciò è formulato in olio di
castoro che sembrerebbe responsabile delle reazioni acute che si manifestano alla prima somministrazione del farmaco entro i primi 10 minuti (dispnea,
broncospasmo, ipotensione, angioedema, orticaria, dolori addominali).
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CORSO DI NURSING ONCOLOGICO
• 2011
• EFFETTI COLLATERALI DELLA CHEMIOTERAPIA:
• ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE
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PRESENTAZIONE CLINICA
Nausea e vomito Diarrea
Epatotossicita’
Tossicità ematologica Astenia
Mucosite Neurotossicità
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Grading
Sono scale di valutazione standardizzate che permettono di fornire informazioni rapide sul grado di tossicità di un
chemioterapico
Che cosa vuol dire?
Classificazioni
CTC(Common Toxicity Criteria)
WHO(World Health Organization)
G₀
(G1-G2) Tossicita‟ L-M
(G3-G4) Tossicità S
Fissore C.et al. Schemi chemioterapici e tossicità correlate vol.1, Seed, Settembre 2003
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Grado di tossicità
Nausea/Emesi G2
nausea occasionale 2-5 episodi di vomito
Neurotossicita’ G2
gravi parestesie e/o debolezza; obiettiva perdita di
sensibilità o parestesia che interferisce con l‟attività della vita quotidiana
Diarrea G2
4-6 scariche al giorno; crampi moderati
Stomatite G3
eritema doloroso, edema, ulcere, non possono alimentarsi
Piastrinopenia G4
minore a 25(1000/mm³)
Epatotossicità G3
bilirubina =3*10n.AST-ALT=5.1*20n ALP=5.1*20n)
Fissore C.et al. Schemi chemioterapici e tossicità correlate vol.1, Seed, Settembre 2003
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NAUSEA E VOMITO
Che cos’è la nausea?
Spiacevole sensazione descrittiva come
“stato di malessere allo stomaco”
Che cos’è il vomito?
Espulsione forzata del contenuto gastrico attraverso la bocca e il naso
G. Buonadonna et Al Medicina Oncologica VII edizione 2003 Il 90% degli schemi di CTH contengono almeno un farmaco
con potere emetizzante elevato
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CLASSIFICAZIONE DELL’EMESI
EMESI ACUTA
insorge entro 2-3 ore dalla somministrazione del farmaco EMESI ANTICIPATORIA
insorge prima della somministrazione della CTH EMESI RITARDATA
insorge dopo 24 ore dalla somministrazione della CTH
Grado 0 Grado 1 Grado 2 Grado 3 Grado 4
nessun sintomo
Nausea lieve 1 episodio di vomito
Nausea occasionale 2-5 episodi di vomito
Nausea frequente 6-10 episodi di vomito
Nausea costante
>10 episodi Di vomito
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TRATTAMENTO
FARMACOLOGICO metoclopramide,
desametasone, inibitori della serotonina,
benzodiazepine, fenotiazine, butirrofenoni
NON FARMACOLOGICO alimentazione adeguata,
ambiente confortevole (eliminazione di stimoli), tecniche di rilassamento, musicoterapia
G.Bonadonna et al. Medicina Oncologica VII ed. 2003 WWW.SLIDETUBE.IT
DIARREA
Come, quando e perchè
Aumentata emissione di feci non formate che dura più di 4 giorni ma meno di 2 settimane
>3 scariche nelle 24 ore
Alterazione della mucosa, assorbimento dei nutrienti nel piccolo intestino
Può comparire nelle prime 24 ore e durare da 8 a 12 settimane dopo chemioterapia
Cancer.gov - Gastrointestinal Complications (PDQ®)
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Come, quando e perchè
Aumentata emissione di feci non formate che dura più di 4 giorni ma meno di 2 settimane
>3 scariche nelle 24 ore
Alterazione della mucosa, assorbimento dei nutrienti nel piccolo intestino
Può comparire nelle prime 24 ore e durare da 8 a 12 settimane dopo chemioterapia
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DIARREA
Complicanze
squilibri elettrolitici,
disidratazione, astenia, deficit apporto calorico, calo ponderale.
Prevenzione
Dieta (no fibre, ipercalorica, no latticini e derivati, pasti piccoli e frequenti, 3 o 4 bicchieri di acqua non
gasata al dì, cibi e bevande con elettroliti
Trattamento farmacologico loperamide
B.R.A.T.
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Diarrea e chemioterapia
Farmaci responsabili:
5-FU, MTX, docetaxel, doxorubicina, irinotecan, actinomicina-D, nitrosouree, topotecan
Combinazione di farmaci
Dose e regime di somministrazione
Medicina oncologica G.Bonadonna et all ed Masson 2003
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PREVENZIONE
Educazione sanitaria al pz /famiglia
Limitare l‟apporto di fibre non digeribili o di altri stimolanti
della motilità intestinale cereali, legumi, noccioline, gelati, alcool e caffeina
- Evitare grassi in genere, latte intero, burro, formaggi freschi, fritti
- Seguire dieta iperproteica e ipercalorica (2500-3000 kcal al dì)
- Assumere pasta, riso, banane, patate e carote bollite
- Assumere regolarmente, yogurt magro o fermenti lattici
- Bere 2 lt di liquidi non gassati al dì
- Distribuire il cibo in 5/6 pasti al dì
- Evitare cibi bollenti, ghiacciati o molto saporiti
- Assumere cibi ad alto contenuto di K (patate, asparagi, banane)
- Evitare verdura cotta e frutta cotta (tipo prugne)
- Su indicazione del medico, terapia antibiotica profilattica per
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ASSISTENZA al PAZIENTE
Monitorare il numero e caratteristiche delle scariche, verificando se si accompagnano a sangue
Monitorare assunzione di liquidi nelle 24 ore
Monitorare tc
Inviare uno o più campioni di feci per esame colturale per la ricerca batteriologica ed antibiogramma
Proteggere la mucosa rettale da possibili lacerazioni con pomate ed anestetici locali
Somministrare su prescrizione medica:
- farmaci antidiarroici(Loperamide)
- somministrare soluzioni reidratanti ev
- Ripristino flora microbica intestinale mediante fermenti lattici yogurt
- Terapia antibiotica in rapporto alle indicazioni
dell‟esame colturale delle feci,dell‟ antibiogramma e alla presenza di febbre
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EPATOTOSSICITÀ
Si manifesta a livello anatomico come lesioni necrotiche, vascolari, steatosi, fibrosi, colestasi.
L‟epatotossicità non necessariamente è causata dal trattamento chemioterapico,ma anche da reazioni ad
antibiotici, analgesici, antiemetici o altri farmaci che devono essere presi in considerazione.
Nella terapia antitumorale i dosaggi farmacologici sono effettuati prendendo in considerazione il limite di tossicità
King PD et al. Hepatotoxicity of chemotherapy. The Oncologist, vol.6, n°2,162- 176, April 2001
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EPATOTOSSICITÀ
Agenti alchilanti
Mecloretamina,
Ciclofosfamide, Ifosfamide, Melphalan,
Clorambucile
Nitrosuree
Carmustina,Lomustina,
Streptozocina
Antimetaboliti
Citosina arabinosinica,
5-fluorouracile, gemcitabina
Antibiotici antitumorali
Bleomicina, Doxorubicina, mitramicina
King PD et al. Hepatotoxicity of chemotherapy. The Oncologist, vol.6, n°2,162-176, April 2001
Inibitori dell’attività dei microtubuli
Vincristina Inibitori del topoisomerasi Etoposide Platino Cisplatino Polichemioterapia
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Sintomi
Fatica severa
Dolore addominale, nausea severa, vomito Prurito ingravescente
Diminuzione del peso corporeo Ittero ( pelle,occhi, mucose)
Non terapia farmacologica con acido acetil salicidico Non assunzione di alcool
Eseguire terapia diuretica Adeguata terapia del dolore Dieta personalizzata
Prevenzione e Trattamento
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TOSSICITÀ EMATOLOGICA
MIELOSOPPRESSIONE
La maggior parte dei farmaci chemioterapici induce mielosoppressione, cioè la distruzione delle cellule staminali e progenitrici contenute nel midollo osseo. In maniera più o meno selettiva, tutte e tre le linee ematopoietiche sono compromesse: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Tuttavia, dato che l‟emivita dei neutrofili e' di 6-8 ore, quella delle piastrine e' di 5-7 giorni, e quella dei globuli rossi e' di 50-65 giorni, e' intuitivo che la prima
manifestazione della chemioterapia e' la neutropenia, mentre l‟anemia e' l‟ultima a comparire.
Come regola generale, una chemioterapia mielosoppressiva non deve essere somministrata se il numero dei neutrofili e' < 1.000/mmc oppure le piastrine sono <100.000/mmc.
PIASTRINOPENIA
Il rischio di emorragie interne od esterne e' trascurabile se il numero delle piastrine e' > 50.000/mmc. Le trasfusioni piastriniche sono indicate quando la conta piastrinica e' < 15,000 e/o la piastrinopenia è sintomatica.
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TOSSICITA‟ EMATOLOGICA
Tossicità G0 G1 G2 G3 G4
WBC (1000/mm³) > 4.0 3.0-3.9 2.0-2.9 1.0-1.9 <1.0
Granulociti (1000/mm³)
>2.0 1.5-1.9 1.0-1.4 0.5-0.9 <0.5
Piastrine (1000/mm³)
>100 75-90 50-74 25-49 <25
Emoglobina (gr/100ml)
>11 9.5-10.9 8.0-9.4 6.5-7.9 <6.5
Emorragia assente Minima, no
trasfusioni Moderata, 1-2 episodi di trasfusione
Severa , 3-4
trasfusioni Massiva, oltre 4 episodi di trasfusione Infezione/febbre assente TC < 38°
No antibiotici
TC 38-40°
antibiogramma
TC > 40°
Copertura antimicotica
Segni di sepsi
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TOSSICITÀ EMATOLOGICA segni e sintomi
ANEMIA
– DISPNEA – ASTENIA – TACHICARDIA – VERTIGINI – BRIVIDI
– SONNOLENZA
PIASTRINOPENIA
– PETECCHIE, ECCHIMOSI, EMATOMI – EPISTASSI
– MELENA
– RETTORRAGIA – EMOFTOE – EMOTTISI …..
LEUCOPENIA/NEUTROPENIA
– INFEZIONI – FEBBRE
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Neurotossicità
Causa:
•alterazione a livello dei microtubuli (alcaloidi della vinca, taxani)
•Danno neuronale diretto (cisplatino)
•Accumulo di metaboliti tossici
•Tempi: compare generalmente durante la terapia, ma può rendersi evidente anche a distanza di tempo dal trattamento
G0 G1 G2 G3 G4
Sintomi
neurocerebellari
Assenza Leggera mancanza di coordinazione,
discinesia
Tremore intenzionale,
dismetria, afasia
Atassia locomotoria Necrosi cerebellare
Sintomi
neurocorticali
Assenza minima sonnolenza o
agitazione Moderata sonnolenza o
agitazione
Severa sonnolenza o agitazione, confusione, disorientamento,
allucinazioni ed afasia
Coma e psicosi
Sintomi
neurosensoriali
assenza Perdita riflessi profondi, lievi
parestesie
Moderata
parestesia, Severa parestesia che interferisce con
le funzioni
Sintomi neuromotori
assenza Spossatezza
soggettiva Spossatezza oggettiva
leggera
Astenia oggettiva con riduzione
funzionale
paralisi
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NEUROTOSSICITÀ
Prevenzione e trattamento:
Riduzione della dose cumulativa e dell‟internsità della dose nei pazineti a rischio: diabete mellito,
neuropatie ereditarie o precedenti trattamenti chemioterapici.
Agenti neuroprotettivi
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ASTENIA
Disagio riferito dall’80-96% dei pazienti in chemioterapia come:
perdita di energia affaticabilità
difficoltà concentrazione letargia
perdita di motivazioni
Influenza la qualità della vita del paziente e della famiglia.
G.Bonadonna 2003 WWW.SLIDETUBE.IT
ASTENIA
Scala di valutazione:
1(assenza affaticabilità) – 10 (totale esaurimento)
Cancer. 2003 Nov.1;98(9):1786-801 Provvedimenti
infermieristici
Aiuto al paziente e alla famiglia nel programmare le attività e il lavoro
Consigliare periodi adeguati di riposo e esercizio
Se anemia, si consiglia eritropoietina (spm.)
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MUCOSITE ORALE
Si manifesta dopo 5-6 giorni dalla somministrazione dei farmaci con eritema, xerostomia (
secchezza delle fauci),
ulcerazioni della mucosa orale, dolore, intolleranza a cibi caldi o freddi.
Colpisce il 40% dei soggetti trattati con chemioterapia
M.C. Salgarello ASS. INf e ricerca 2003, 22, 2 DUE MECCANISMI D‟ AZIONE
EFFETTO DIRETTO: RT eseguita sulla mucosa del cavo orale, esofago, intestino e retto.
EFFETTO INDIRETTO: legato alla tossicità della CHT.
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Categoria di interventi Presidi/prevenz./cura
Interventi che riducono tossicità Allopurinolo
Colluttori con azioni combinate Benzidamina idrocloridrato Agenti immunomodulatori GM-CSF
Soluzioni antisettiche Clorexedina, acqua ossigenata Agenti antifungini e antivirali Nistatina, tobramicina,
anfotericina B Agenti protettivi della mucosa Sucralfato
Citoprotettori Vitam E, Prostaglandina E1, E2 Agenti stimol crescita cellulare Glutammina, sol fisiol.0,9%
Alcalinizzanti della mucosa NaHCO3
Trattam. fisici Laser a bassa energia
Analgesici Lidocaina, diclonina cloridrato, morfina
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MUCOSITE
FATTORI PREDISPONENTI Malnutrizione – disidratazione - alt.sistema immunitario
Scarsa igiene orale-malattie gengivali
Esposizione al fumo/alcool Diabete
Età
ASSISTENZA INFERMIERISTICA E PREVENZIONE
Prima della CHT:
Educazione sanitaria
Eliminare fonti di infezione Durante la CHT:
Pulire i denti dopo ogni pasto
Usare filo interdentale una volta al dì Evitare stimoli dolorosi come cibi caldi, piccanti, alcool e fumo
Ispezionare la cavità orale una volta al dì
Umidificare/ammorbidire le labbra Bere due litri di acqua al dì
Dieta iperproteica/vitaminica
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Implicazioni psicologiche della tossicità
1.
Emozioni passate:
comunicazione diagnosi
2.
Emozioni presenti:
chemioterapia
3.
Q.O.L.
4.
Nursing Intervention
CAncer Nursing 19(4). 283-289, 1996 WWW.SLIDETUBE.IT