R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
L EOPOLDO C AVALLUCCI
Riduzione di una matrice alla forma canonica nel suo campo di razionalità
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 8 (1937), p. 92-109
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CANONICA NEL SUO CAMPO DI RAZIONALITÀ
di LEOPOLDO GAVALLUCCI a Yol terra
In
questa
Nota ciprefiggiamo
di dare un mezzo per ridurrea forma canonica una matrice assegnata A
qualsiasi,
senza usciredal campo di razionalità cui
appartengono
i suoi elementi(1).
Eper forma canonica della matrice A intenderemo una matrice
C,
nella
quale
siano immediatamente riconoscibili i divisori elemen- tari di(A x I)
coincidenti conquelli
di C x I. Con chevogliamo
anche dire che fra A e C si ha una relazione deltipo
ove T è una matrice non
degenere
i cui elementi si costruiscono razionalmente mediantequelli
di A . La nostra forma canonica risulteràcomposta
mediante una opiù
matrici deltipo
(1) Il che esprimeremo dicendo che effettueremo la riduzione « racio- nalmente ~ .
cioè assumerà
l’ aspetto
ove
(~~1)
sono matrici deltipo
M indicato.Inoltre, posto
si ha
e si ha che è
divisibile per
Le matrici
componenti
Mpotrebbero
anche costituirsi conaltrettante di
tipo
ottenute da esse ruotandole di 1800 intorno alla
diagonale
se-condaria. Per
queste
oltre ad averesi ha anche
ove
Come si è
già fatto,
per le notazioni ci serviremofrequen-
temente di
quelle
adottate dal Prof. CHERUBINO nei suoi recenti lavori sulle matrici(S)
lequali
ci sono state digrande
ausilioper la
più
chiara ecompatta esposizione -degli algoritmi impiegati.
.
§
1 - Lem mi fondamentali.1. - LEMMA I. - Se la ma trice A ha la
forma
dove M è del
tipo
itrasfori iarla
razionalrrmente nella A’ avente laforma
dove
(2) Cfr. in particolare : S. CHERUBINO - Sulla riduxione delle matrici
a forma canonica - [Rend. Acc. Lincei, Vol. XXXIII, serie 6a , y
I 936J
NoteIeII.
Essendo
poniamo
e trasformiamo A con
otteniamo
Osserviamo ora che
quindi
Ponendo D’ - D E-EM la F trasforma la A nella
con che il lemma è dimostrato.
2. - LEMMA I bis. - In maniera
perfettamente analoga
sidimostra
che,
se la A ha laforma
operando,
anziché sullecolonne,
sullerighe, si può
razionalmente nelladove
3. - LEMMA II. - Se la matrice ha la
forma
3fi
sono deltipo
no to e di ordine m~,(ml ~ 1Jl2)’
.si
può tras formarla
razionalmente nella,, ’" iI
Poniamo
ed ancora
essendo
a=~> =
0 per~~>~?2.
Daqueste
ultime si hache si
compendiano
nell’ unica relazioneRicordando la forma di
M~
si hae da
questa
segue subitointatti la cosa è immediata per i = 2 e per induzione si dimo- niostra
per i >
2 . Poniamoquindi
e trasformiamo A con
otteniamo
avendo
posto
=Mi W, - W, M, .
’ Ricordando la forma di
Mi
eM,
si haquindi
avendo
posto
Per dimostrare che 1’ ~n~ -
complesso
è formato coicoefficienti di
R (x) moltiplicati
per(- 1)"‘1
basta osservarequanto
segue.
Detto Q (2:)
ilquoziente
difl (x)
per tra i coeffi- cienti dif~ (x) , f~ (x) , Q (x) ~ R (x)
esistono relazioniche si
compendiano
brevemente nella relazioneessendo
ove
e
P,+,
ha il solitosignificato.
Po chè(D = 1,
la relazione pre- cedente sipuò
anche scriverema per le relazioni tra le
N~~1
e si haquindi posto
l’ultima
relazione
sipuò
spezzare nelle dueLa
prima
diqueste
ci diceappunto
che~ m~ - complesso nioltiplicato
per(-
coincide conm - complesso (r" , r~_i , ... , ri) . ~ .
v · d .~
§
2. - Riduzione a forma canonica.4. - Vediamo ora il
procedimento
per calcolare la forma canonica.In
primo luogo
usando solo ilprimo
lemma sipuò
ottenereper la matrice A la forma
seguente
che in ~
generale però
non è la formacanonica,
come vedremo inseguito.
Basta perquesto
far vedere come si ottiene laprima
matrice
M,
cioè per la A la forma -poichè
bastapoi
operare suBi
come su A per ottenereM.
ecos di
seguito
finchè non si sia ottenuta la(1).
Se nella A tutti i termini fuori della
diagonale principale
sono
nulli,
cioè a,,,= 0 per r ~ s , essa hagià
la forma(1)
es-sendo h = n ed
àfi
diprimo
ordine(i = 1, 2 , ... , n) .
Supponiamo quindi
che in A vi sia un elementoa~, k ~
0i ~ k
e con
opportuni
scambi frarighe
e fra colonneportiamolo
alposto ( 1, 2),
in modo che~!,:~=0.
Indicando allora con laprima riga
di A cioèA, = (a. l , ... , a, t’J
e conH
i il so-, l .. 2013 t i *1
lino
n -complesso Hi - (O,..., 0 , 1 ,
10 ,
... ,0 )
trasformiamo A conotteniamo
come si verifica facilmente.
In
generale supponiamo
che la A abbiaquesta
formae che in
A~; 1~
vi sia un elementoas_,, ~, ~
0(k ~ 8).
Con op-portuni
scambi fra colonne e frarighe possiamo portare
alposto (s -1, s),
in modo chea,-~" ~ O.
Trasformiamoquindi
A"con
otteniamo
Una trasformazione
analoga
alla(3)
sipuò eseguire operando
sulle
colonne,
cioè adestra, quando
la A ha la formaseguente
essendo 1’ n -
complesso
verticaleuguale
all’ colonna diA* e H(~l=
(.H~)-, ,
e in A~~+’~ vi è un elemento,+1 f
O( i C
s-E-1 ).
Infatti
portato questo
elemento alposto (8, s + 1 ),
in modo che~,+i~0
eposto
trasformando A * con
Ts
a destra otteniamoLa
(3)
e la(4)
sono le due trasformazioni fondamentali per il nostro calcolo.5. -
Applicando
successivamente la(3)
si determina un in-dice m in modo che la A abbia la forma
ed in
A,
sia am, , =0_
per 1k > n .
LaA
1 sipuò
scrivereove
Se
D = 0 A1
ha la forma(2).
SeD ~ 0
siapplica
ilprimo
lemma e la D o si annulla od assume la forma
Nel
primo
caso si ha ancora la forma(2).
Nel secondo de- terminata laP,
che trasforma M in trasformiamoAi
conche si
può
anche scrivere con soli scambi dirighe
e di colonne.Ricordando che e
quindi
in v’ è almeno un elementoz(~2013~,
allaAr
sipuò applicare
latrasformazione
(4)
successivamente fino ad ottenere un nuovoindice m’
>
w tale chesia
’
A*
ha cos la formaSe D’ = 0 trasformando
Mt
nellacorrispondente
M’ siavrebbe la forma
(2)
altrimenti siapplica
il lemma I bis e secon
questo
D’ si annulla si ha ancora la forma(2).
Se D’ nonsi annulla
assume
la formaPosto allora
si ha
che si
può
anche scrivere con soli scambi dirighe
e di colonneIn essendo
D,’,,,):~ 0,
v’ è almeno unelemento am~;~, ~
Ok > m’,
sipuò perciò applicare
adA,
la trasformazione(3).
6. - Da
quanto
abbiamo detto risulta ormai chiaro comepuò
determinarsi la forma(2). Infatti, applicata finchè
era pos- sibile la trasformazione(3),
abbiamo ottenuto laA í
chepoteva
coincidere colla forma
(2)
se D = 0 . SeD %0
si èapplicato
illemma I e, se con
questo
la D non siannullava,
il che ci avrebbericondotti alla
(2),
abbiamo veduto che sipoteva
conopportune
trasformazioni ridurci ad
applicare
la(4)
con laquale
si è de-terminata la
A*.
Inquesta
il nuovo indice m’ eramaggiore
dim , cioè 1’ ordine di
M;~ maggiore
diquello
di M.Sulla
A~
abbiamoragionato
come sullaA1
ed abbiamo ve-duto che se D’ = 0 si otteneva ancora la
(2),
seD’ ~ 0 ,
ma siannullava con il lemma I
bis,
si otteneva ancora la(2),
se D’non si annullava nemmeno col lemma I
bis,
ci siamo ricondottia
poter applicare
ancora la(3)
equindi
aripetere
nell’ ordi nepreciso
il calcolo fattoprima.
Ora
però ogni
volta che siapplica
la(3)
o la(4)
l’ordine- delle M
aumenta,
maquesto
nonpuò
esseremaggiore
di n ,quindi
sipresenterà
certamente uno dei due casi, o determine-remo una forma del
tipo (2),
oppure M diverrà di ordine n, cioè si avrà A= M,
che ègià
una forma deltipo (1).
Se si ottiene la
(2),
come daquesta
siottenga
la forma(1)
è cosa
troppo
ovvia per insistervi.7. - Vediamo
piuttosto, poichè
la(1)
non è ingenerale
laforma
canonica,
come si arrivi a determinarequesta.
Intanto la( 1 )
sarebbe la forma canonica se in essaimi-xli (
fosse divisibile per.
M~~ x I ~ I (0 C j C r i) .
Facciamoquindi
vedere come
questo
si possa ottenereapplicando
il lemma II.In
primo luogo possiamo
supporre che nella( 1 ) gli
ordinidelle
Mi
siano noncrescenti, poichè
in caso contrario si possono ordinarequeste
in modo che ciò avvenga.Sia allora
M ~
laprima
delle M il cui determinante carat- teristico non dividequello
diM~
eportiamo MT
al secondoposto
segià
non v’ è. Considerando leprime
dueM ,
abbiamola matrice
A
questa,
per leipotesi fatte,
èapplicabile
il lemma II inmodo da ottenere la matrice
che si scrive anche
In
poichè 0 ,
v’ è almeno un am , 0Cf> m~) ,
è
quindi applicabile
la trasformazione(3)
un certo numero1 di volte anzi si
potranno applicare
tutti i calcoligià esposti
fino ad ottenere od una sola M od una forma
analoga
alla(2),
cioè
e da
questa,
conprocedimenti già noti,
la formaOsserviamo ora
che,
avendoapplicato
almeno una volta latrasformazione
(3),
~ ordine diM1
èmaggiore
diquello
diM~
e
quello
diMi
minore diquello
diM’J.
Se non è divisibile per
I M’- x 11 I operando
ancora nel modo ora
esposto,
si ottiene dalla forma ultima o unasola Al o la forma ,
nella
quale
ancora l’ordine diMí’
èmaggiore
di iquello
die
quello
diM~’
minore diquello
di8. -
Proseguendo
cosdopo
un certo numero s 1 di ivolte si deve verificare certamente uno dei due
casi,
od otterremodalle una sola M oppure ne avremo due
tali che
i
sia divisibile per .Ritornando alla
( 1 )
siporrà Mr)
alposto
che le convieneperchè gli
ordini delleM~
siano ancora non crescenti. Poi sev’ è ancora
qualche M,
il cui determinante caratteristico nondivida
quello
della nuovaMi ,
cioè diM; ~ ,
sullaprima
diqueste
si
opererà
in modoperfettamente analogo
aquello
oraesposto.
Questo procedimento
si userà fino a che vi siaqualche Mi
il cuideterminante caratteristico non divida
quello
diMi.
Che si debbagiungere
alla fine èpresto provato, perchè, ogni
volta che siapplica
il lemma II ed in conseguenza almeno una volta la tras- formazione(3),
l’ordine di3fi aumenta, ma Mi
nonpuò
avere ordinemaggiore di n ,
yquindi
al massimo volteM,
viene ad avere ordine n , cioè si ha AIn
generale
si otterràdunque
una formaanaloga
alla(1)
nella
quale
laprima
delle M che indicheremo con ha il de- terminante caratteristico divisibile perquello
diM~ (i > 0) . Ope-
rando su
M, M,,...
come suM,
si ottiene in modoórmai
chiaro la formaseguente
per la A .nella
quale i
è divisibile per(0~~~r;
9. - La C è la forma canonica
perchè
è subito visto che iM. C. D. dei minori di ordine della
(C x I)
e per conseguenza di(A - x I)
sono delle costantimentre il M. C. D. di
quelli
di ordine n - r è1 M,. -
diquelli
di ordinegenerale
diquelli
di ordineX )
- x1
X ...X ) Quindi
i divisori elemen- tari di(A - x I )
essendo irapporti
fraquesti
M. C. D. sono iseguenti ;
iprimi n - 1.
1 sono delle costanti1’ (n
D. E.In
particolare I Jtfo
- z Ii
comerapporto
frai A -
x I ~i
edil massimo comun divisore dei minori di ordine n - 1 rappre- senta il