A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
A LESSANDRO T ERRACINI Su alcuni elementi lineari proiettivi
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 2, n
o4 (1933), p. 401-428
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di ALESSANDRO TERRACINI
(Torino).
È
stato osservatopiù volte,
e dapiù parti,
che nellageometria proiettiva
differenziale alcuni concetti hanno di
geometrico
talora soltanto il nome, talora tutt’ alpiù un’ interpretazione più
o meno artificiosa. Cos in una mia Nota del1926,
Sull’ elemento lineareproiettivo
disuperficie (1)
osservavoche di
questo
elemento « introdotto daFUBINI,
soltantopiù
tardi furono date varieinterpretazioni geometriche, quali più quali
menosemplici;
ma, a parermio,
nessuna di esseraggiunge
ungrado
disemplicità
tale che emerga, anche dal latogeometrico,
il carattere per cos dire di necessità che presenta la consi- derazione diquell’ elemento
lineare: sipensi
peresempio
al ds2 dellageometria
metrica ». Cos ancora nella bella
appendice
da lui scritta per la Geometriaproiettiva
differenziale di FUBINI eCECH
il BOMPIANI osservamolto opportu-
namente
che,
nellageometria proiettiva differenziale,
le forme differenziali relative ai vari entigeometrici
hannoun’ importanza fondamentale,
alpari
diquanto
avviene nella
geometria metrica ;
ma che fra le duegeometrie
intercede una pro- fondadifferenza, perchè
nellàgeometria
metrica « le forme differenziali che stannoa base della trattazione hanno un
significato geometrico
immediato(che
si ricon-duce in
ogni
caso all’ invariante elementare distanza di duepunti
oangolo
dai due
rette):
ed èproprio questo significato
che nesuggerisce
e negiustifica
I’ uso. Non è cos nella
geometria proiettiva
». Diquesta
circostanza il BOMPIANI trovagiustamente l’ origine
nel fatto che nellageometria
metrica unacoppia
dipunti possiede già
uninvariante,
mentre ilpiù semplice
invariante dellageometria proiettiva,
ilbirapporto, acquista
un senso solo per unaquaterna
di elementi diuna forma di
prima specie.
Aquesta
difficoltà il BOMPIANI si èproposto
di rime-diare ricorrendo in modo sistematico a invarianti
proiettivi
di contatto fracurve o
superficie.
L’ idea a cui si è
ispirato
il BOMPIANIgli
ha certamente consentito di cercare una soluzione sistematica.Ritengo però che,
perquanto
buona essasia, presenti
1’ inconveniente che la nozione
geometrica degli
invarianti di contatto che sta a(i) Rend. Lincei, serie 6a, t. IV, 1926.
base delle
interpretazioni
delBOMPIANI,
per soddisfarecompletamente
il nostrosenso
geometrico,
deve nuovamente a sua volta essere’interpretata geometrica- mente ;
e allora il risultatocomplessivo
è menosemplice
dei risultatiparziali
che lo costituiscono.
Permane
quindi
a mio parerel’ opportunità
diinterpretazioni
dirette. Vorreiperò
osservare incidentalmente che lo stesso termine «interpretazione »
sipresta
ad un
equivoco, perchè
mettetroppo esplicitamente
in evidenza che ilsignificato geometrico
cercato segue unapreesistente
definizionealgoritmica
del concettogeometrico
che volta per volta si esamina. Ora l’ideale verso ilquale
si devetendere - si intende per
quelle
nozioni che ricevono una sistemazione geome- trica successivamente alla loro introduzione per viaalgoritmica
- èquello
ditrovare
interpretazioni geometriche
tantosemplici,
che le nozioniinterpretate
sipresentino
con un caratteregeometrico
dinecessità ;
cosicchè diventipossibile
in un secondo
tempo
di ricostruire la teoria con unprocedimento geometrica-
mente
più soddisfacente,
in cuiogni
nozionegeometrica
venga sin daprincipio
definita
geometricamente
e con la massimasemplicità.
Si intende chequesta
valutazione di
semplicità
ha caratteresoggettivo;
cosicchè lo scopo sipuò
rag-giungere
anche in modi diversi.Nell’ ordine di idee
qui
accennate ho cercato inpassato
diportare qualche
contributo
(2).
Perquanto riguarda
le forme differenzialilegate
a determinatevarietà,
epiù particolarmente
i cosidetti elementi lineariproiettivi,
un’ idea moltosemplice
daseguire
èquesta :
ognuna di tali formedipende
dall’ intornoI,
diun certo
ordine,
di unaposizione
P dell’ entegeneratore
dellavarietà,
e ulterior-mente da un ente P* di questa infinitamente vicino a P. Generalmente l’in- torno I dell’ ente P che occorre considerare
perchè
esso dialuogo
insieme con P*a un invariante
proiettivo,
è di ordine assaielevato,
tanto elevato da allontanarsigià
notevolmente dalla nostra intuizionegeometrica.
L’idea a cui accennavo èquella
diripartire,
per cosdire,
nel modopiù
equogli
ordinidegli
intorni fragli
enti P e P*: facendocos ,
siottengono
invariantiproiettivi
relativi acoppie
di elementi di ordine
più basso,
equindi più
immediatamente suscettibili di unariduzione alla nozione invariante fondamentale della
geometria proiettiva,
cioè aquella
dibirapporto. Appunto
inquesto
concetto rientra lagià
citatainterpre-
tazione dell’ elemento lineare
proiettivo
di unasuperficie
dellospazio
ordinario : due elementi del secondo ordine di unasuperficie,
uscenti dai due suoipunti P,
P*hanno un solo invariante
proiettivo.,-
e come tale sipuò
assumere ilbirapporto
delle loro
tangenti
asintotiche : equesto birapporto,
per P* tendente aP,
conduceall’ elemento lineare
proiettivo.
Un’ osservazione concettualmenteanaloga
vale perl’interpretazione
dell’ arcoproiettivo
di una lineapiana.
(2) Cfr. per esempio la mia Nota citata nella nota precedente; e La lunghezza proietíiva
di un arco di curva piana. Period. di Matematiche, serie IV, vol. XIII, 1933.
Ma l’idea cos
esposta
-- perquanto
ovvia essa possaapparire
- non solopuò
condurre a ritrovare in modoperspicuo
nozionigià
note d~~lageometria proiettiva differenziale,
bens anche a considerarne e nel modopiù naturale,
dellenuove.
Appunto
inquesto
ordine di idee èconcepito
il presente lavoro. Esso consta di dueparti.
Nellaprima (n.’ 1-4) applico
il concetto ora indicato a defi-nire un elemento lineare
proiettivo
delle congruenze di rette(dello spazio
ordi-nario). L’espressione
allaquale
ci condurranno le nostre considerazioni noncoincide con
quella (ottenuta
con metodianalitici),
che FUBiNI eÓECH (3)
indi-cano come ~
analogo,
nella teoria delle congruenze, dell’ elemento lineareproiettivo
di una
superficie.
Mal’opportunità
di considerare 1’ elemento lineareproiettivo
definito in
questo lavoro,
anzichèquello
di FUBINI eGECH
non è fondata sol- tanto sulsignificato geometrico
immediato chegli compete;
essa è confermatadal fatto che - come risulterà -- la condizione necessaria e sufficiente per
~
applicabilità proiettiva (del
secondoordine)
di due congruenze consiste nella circostanza che esse abbiano in comune il nostro elemento lineareproiettivo,
mentre lo stesso non vale per
l’espressione
considerata da FUBINI e~ECH (4).
Nella seconda
parte
del lavoro(n/ 5-15) applico
il medesimo concetto a unafigura complessiva (figura M)
costituita -- ancora nellospazio
ordinario - da. una
superficie (x)
insieme con una congruenza rettilinea11
i cuiraggi
escano. dai
singoli punti
x dellasuperficie : giungeremo
cos a associare aogni figura
Muna forma differenziale
quadratica 0,
che chiamiamo il suo elemento lineareproiettivo.
Considerazioni non molto diverseguidano
anche a considerare unaseconda forma differenziale
quadratica
H. Questeforme,
che si annullano laprima lungo
le asintotiche dellasuperficie (x),
e la secondalungo
lesviluppabili
dellacongruenza
11
dànnodunque
apriori
una normalizzazione deiprimi
membridelle
equazioni rispett.
diquelle
asintotiche e diqueste sviluppabili,
inerentealla
figura complessiva
M. La considerazione di tali forme dàluogo
a variequestioni geometriche,
in relazione con lapossibilità
che 1’ una o 1’ altra o entrambesi conservino nel
passaggio
da unafigura
M a un’altra. Alcune di taliquestioni
sono studiate in
questo lavoro;
e altrepotranno
essereopportunamente
appro- fondite inseguito.
1. -
Applichiamo
anzitutto ilprincipio esposto
a una congruenza dirette,
siar,
dello
spazio
ordinario~’3 ; possiamo rappresentare
nel modo consueto le rette diquesto
neipunti
di unaquadrica Y2
di unoS5 ;
alle rette della congruenzacorrispondono
allora ipunti
di unasuperficie
F esistente sullaquadrica
consi-derata. Secondo le
generalità
cheprecedono,
dovremodunque
incominciare col considerare unacoppia
di elementi dellasuperficie
F chepossieda qualche
inva- (3) FuBINi e Geometria proiettiva differenziale. Bologna, Zanichelli, cfr. il § 102.(4) La quale conduce a una condizione necessaria, ma non ancora sufficiente.
riante
proiettivo ;
dovenaturalmente,
dato che le nozioni che stiamo persvolgere
devono
interpretarsi
nellageometria
della retta dellospazio ordinario,
è da inten-dere che
gli
invarianti inquestione
dovranno essere talirispetto
alleomografie
dello
~85
che sonoimmagini
diomografie
dello~3.
-
Consideriamo due elementi del
prim’
ordine dellasuperficie.
Ciascuno diquesti dipende
da 8costanti,
cosicchè lacoppia dipende
da 16 costanti : avutoriguardo
alla dimensione 15 della totalità delle
omografie
dellospazio ordinario,
sipotrebbe
presumere che tale
coppia possieda
un invarianteproiettivo ;
in realtà talefigura possiede
invece due(e
nonpiù)
invariantiproiettivi (indipendenti).
Invero fis-sare un elemento del
prim’ ordine
dellasuperficie
Fequivale
a fissare unpuntá
di
questa
e(in luogo
del relativopiano tangente)
lacoppia
di rette comuni alpiano tangente
e allaperciò
nelloS3
un elemento delprim’
ordine della con-gruenza r uscente da una
retta g
diquesta
è individuatodalla
conoscenza della g,, insieme coi suoi due fuochi e i relativipiani
focali.Ora,
avendosi unafigura complessiva
formata da unaprima retta g
con duesuoi
punti F, F
e duepiani n, 1i
per g(5),
e da una seconda rettag*
insiemecon due suoi
punti F*, F*
e due suoipiani n*,
yr*(tutti questi
elementi avendoposizioni generiche),
talefigura
ammette come invariantiproiettivi
ilbirapporto (F, F, n*, 1i*)
formato dai due F insieme con le tracce deipiani
~c~sulla retta
FF;
el’analogo birapporto (F*, F*,
n,n).
Questi duebirapporti
costi-tuiscono
dunque
due invariantiproiettivi
dellafigura
considerata e, come si vedefacilmente,
i soli(nel
senso che tuttigli
altri sono lorofunzioni).
Perciò per
giungere
all’elemento lineareproiettivo
di una congruenza r sarà.da considerare il
birapporto formato,
su una sua rettagenerica
g, dai suoi due fuochi insieme con le intersezioni con g dei duepiani
focali uscenti.da una
generatrice g*
infinitamente vicina a g, ove naturalmente siprendana
fuochi e
piani
focali in un ordine determinato:assumiamo,
in modopreciso,
ilbirapporto (F, F, 3i*, n*).
Secondoquanto precede,
vi sarebbeluogo
a considerareun altro
birapporto analogo,
che risulta costituito in mododuale;
ma, come osser-veremo alla fine del n.°
3,
esso non dà nulla di nuovorispetto
alprecedente..
2. - Cercheremo ora
l’espressione
dell’ elemento lineare cos definito per una congruenzaL,
riferendoci per il momento a una sua formaparticolare.
Studiamo-senz’ altro il caso in cui i fuochi
(reali)
descrivonosuperficie
focali(non dege-
nerate in
curve)
distinte e nonsviluppabili,
sianorispettivamente 0
e 03A6. Rife-riamo allora la congruenza r alle sue
sviluppabili u = cost.,
e adottiamacoordinate
proiettive
omogenee xs, X2, X3, x, dipunto
e~, ~2, ~3,
~4 dipiano ;.
chiamiamo
rispettivamente v) e x = x(u, v)
i due fuochi F e F di un(5) Intendiamo che sia 3t il piano focale relativo al fuoco F, quello relativo al fuoco F.
raggio generico g =:= g(u, v)
della irispettivi
.. f li P.. f. ()x
piani
focali. Poniamo infine zu=ax
ecc.Le
quattro
coordinate delpunto x
sono soluzioni di dueequazioni
lineari alle derivateparziali
del 20 ordine deltipo
Il
punto
x che descrive la seconda falda focale della congruenza è dato dae le due
equazioni analoghe
alle(1), (2)
per la seconda falda sonorispettivamente
ledove,
nella(5)
non scriviamoesplicitamente
i terminiin x, xu, xv ;
e inoltreè il consueto invariante della
(1),
non identicamente nullo nella nostraipotesi
cheanche la seconda falda della congruenza non sia
degenere.
Finalmenteper S
sitrova facilmente il valore
Ciò premesso, se si cerca il
punto
dove ilraggio
della con-gruenza è incontrato dal
piano
focale~*=~*=~(~+6~~+c~) tangente
allasuperficie
focale(x)
nelpunto x(u + du, v + dv)
si ha facilmente per il termineprincipale
di e il valoreAnalogamente
apartire
dallasegue che il
piano n* * $*(u + du, v + dv)
incontra la stessa retta nelpunto.
Quindi il
birapporto (F, F, 3ï*,
di cui alla fine del n.° 1 ha come termine-principale
(7)
Adottiamo
dunque
questaespressione
per l’ elemento lineareproiettivo
della con-gruenza considerata.
Osserviamo che 0=0 è
l’ equazione complessiva
delle asintotiche delle due falde focali della congruenza r.3. -
Dopo
avere cos calcolato l’elemento lineareproiettivo rispetto
aiparti-
colari
parametri adottati,
trasformiamol’espressione
ottenuta in relazione all’ ado- zione diparametri qualunque.
Introduciamo le sei coordinate
p(ik)
della retta g-p, come minori della ma- trice formata con le coordinate deipunti x
e Poniamo con FUBINI eCECH
(op.
cit. cap.XI),
per 6quantità q~2), q(~3), q~~4~, q(23), qc~~~~ q(34)
e per due serie di tali
quantità
Introduciamo per la congruenza f la forma
quadratica
dove ora i
parametri
a cui è riferita la congruenza sono ui, U2(il
discrimi-nante A di ~ è per noi certo non identicamente
nullo),
formarispetto
allaquale
si deriverà covariantamente. Posto ancora, con FUBINI e .
l’equazione complessiva
delle asintotiche sulle due falde focali èdove
Per i
particolari parametri u, v
adottati nel n.° 2 si ha subitodove
l’espressione
fraparentesi
sta ad indicare il determinante formato con le coordinate deiquattro punti x, ~6).
Per calcolare nella stessaipotesi Q,
in base al
significato geometrico
testè ricordato persignificato
che coincidecon
quello
rilevato alla fine del n.° 2 per0=0, possiamo
servirci del fatto che la forma differenzialebiquadratica
S~ si deve ridurre adove
G(u, v)
è una funzione dadeterminarsi; questa
determinazione sicompie
calcolando per
esempio
che risulta facilmente dato da(6) Una notazione analoga usiamo anche in seguito.
da cui
e
quindi
Pertanto con la
particolare
scelta diparametri
adottata nel n.O 2Ora il secondo membro di
(8)
non varia1)
sostituendo aiparametri
nuoviparametri ú2, Invero,
se ~ sitrasforma in ~,
si ha allora2)
cambiando il fattore diproporzionalità v)
delle coordinate omogenee della retta p.Infatti, posto
si ha(FUBINI
eC ECH,
loc. cit. p.579)
dove le
ers
indicano derivate covariantidi O rispetto
acp.
Diqui
si hae
poi
3)
cambiando il sistema di coordinateproiettive
di riferimento(perchè questa
invarianza sussiste ove si adottino i
particolari parametri u, v
del n.°2).
Pertanto la
(8)
ha validitàgenerale.
Adottiamo
dunque
come elemento lineareproiettivo
di una congruenza il secondo membro della(8).
OSSERVAZIONE. - Il secondo membro della
(8)
ha evidentemente carattere autoduale. Perciò 1’ ulteriorebirapporto
che si dovrebbe considerare secondo la fine del n.O1,
essendo duale di0,
coincide addirittura con 0.4. - Studiamo ora il
comportamento
nelle deformazioniproiettive
dell’ elemento lineareproiettivo
di una congruenza cos definito.Come abbiamo
già ricordato,
FUBINI e~ECH (loc.
cit. p.579)
hanno consi- derato come enteanalogo,
nella teoria delle congruenze, all’ elemento lineareproiettivo
dellesuperficie, un’ espressione
diversa dalla nostra 0. Essi hanno sostituito al sistema delle che non èsimmetrico,
un altro sistema sim-metrico,
definito medianteDopo
diche, scomposto 0
nella sommaove le
Wr (r=o, 2, 4)
sono forme digrado r,
in modo che~4
e02
sianoapolari
alla g, hanno fermato l’attenzione
sull’ espressione
invariante e intrinseca~4 :
92.Come
però
essi stessi osservano, la condizione che per due congruenze rettilinee ilrapporto ø 4 : q;
sia ilmedesimo,
ènecessaria,
ma non sufficiente per la loroapplicabilità proiettiva.
Invece adottando il nostro elemento lineare tivo0, la
sua conservazione è non solonecessaria,
ma anche sufficiente perl’applicabilità proiettiva (del
secondoordine)
di due congruenze, -comeora dimostreremo.
Ricordiamo ancora a tale scopo che nello studio
dell’ applicabilità proiettiva
di due congruenze
r,
FUBINI eCECH,
abbandonata la considerazione delrapporto ø 4 :
g, hannoaffrontato
direttamente la ricerca di condizioni necessariee
sufficienti,
trovando come tali leseguenti (p.
597dell’ op. cit.):
che le asinto- tiche di unaprima
falda focale F della 1~corrispondano
alle asintotiche di unafalda
F1
della e che su tali falde il sistemaconiugato
dellesviluppabili
abbiaper
esempio
lo stessoprimo
invariante per lacorrispondente equazione
di LAPLACErelativa alle coordinate di
punto,
e lo stesso secondo invariante perl’equazione
di LAPLACE relativa alle coordinate di
piano tangente.
Ciò
posto,
siano le due congruenze f eL1 proiettivamente applicabili.
Rife-riamole alle
sviluppabili,
e consideriamo le falde focali F e di cui ora si èdetto,
su cui sicorrispondono
leasintotiche; indichiamo
con8i, Ti,
ecc. le quantitàanaloghe
alle~’,
T ecc. calcolate per lasuperficie
Lacorrispondenza
delleasintotiche tra F e Fi dà
T= Ti; analogamente
la considerazione della ulteriorecoppia
di falde focali dàFinalmente,
siccome secondoquanto
si è testèriferito è
h=hi,
ne segue chegli
elementi lineariproiettivi
delle due congruenze,quali
furono da noidefiniti,
scritti nella forma(7),
coincidono senz’ altro fra loro.Viceversa, partiamo
oradall’ ipotesi
che le due congruenze r eTi
abbiano in comune l’elemento lineareproiettivo.
Ilsignificato geometrico già
osservatoper 0=0 mostra che alle asintotiche della falda F di r
corrispondono
le asin-totiche di una delle due falde della congruenza chiamiamo
F,
tale falda.Inoltre l’esame del denominatore ci assicura che le
sviluppabili
di1~1
corri-spondono
aquelle
di t Possiamodunque
riferire le due congruenze allesvilup-
pabili
comuni. Inqueste
condizioni è allora certamenteT= Ts ; 8=8i.
Perciòconsiderando 0 espresso nella forma
(7)
e0,,
in modoanalogo,
ne segueInoltre,
formando per lasuperficie F l’ equazione
di LAPLACE relativa alle coor-dinate ~ di
piano tangente,
allaquale
soddisfano i determinanti del terz’ordine estratti dalla matrice formata mediante le coordinate deipunti x,
xu, x~, si trovacosicchè il suo secondo
invariante,
calcolato avendoriguardo all’ espressione
di gfornita dalla
(6)
èNe segue
dunque
che oltre a h=hi è anche cosicchèapplicando
lecondizioni sufficienti testè ricordate per
l’ applicabilità proiettiva
di due congruenze, le due congruenze F eTi
risultanoproiettivamente applicabili.
c. d. d-5. - Passiamo ora a studiare la
figura complessiva
M formata da una super-- ficie S insieme con una congruenza 1’ i cuiraggi
escano daisingoli punti
dellasuperficie (ma
non stiano nei relativipiani tangenti) (1).
Se si considerano di tale
figura
un elemento delprim’ordine (costituito dunque-
da un
punto P
dellasuperficie S
col relativopiano tangente
e della retta g della congruenza uscente da P insieme coi suoi due fuochi e i relativipiani focali),
e ulteriormente un elemento di ordine zero, cioè un altro
punto
P* della S colrelativo
raggio g*
della congruenza, si verifica senza difficoltà che lacoppia
dielementi considerata ammette essenzialmente un solo invariante
proiettivo (d’ac-
cordo con la
presunzione
che sipuò
fare in base alla circostanza che essadipende.
da 16
costanti):
come tale sipuò
assumere ilbirapporto
formato soprag*
dalpunto
P* insieme con le tracce delpiano
e dei duepiani
focali della con-gruenza 1’ uscenti da g, in un ordine determinato.
Come elemento lineare
proiettivo
0 dellafigura
~I adotteremodunque
iltermine
principale
diquesto birapporto, quando
P* è infinitamente vicino aP~
ove si adotti l’ordine
dove
as*, a2*
indicano ipiani
focali della congruenza uscenti dag*.
Per il calcolo*effettivo di
0, supponiamo
che lasuperficie S = (x)
sia data comeluogo
di un puntox = x(u, v),
e che ilraggio
g = xy della congruenza1’= (xy)
uscente daquesto
punto
sia dato comecongiungente
di esso con un ulteriorepunto
distinto (7) Supponiamo che la superficie S non sia sviluppabile e che la congruenza r abbia.due sistemi distinti di sviluppabili (e non abbia sviluppabili indeterminate). Ci riferiamo
inoltre esplicitamente al caso in cui le asintotiche della superficie 8 e le sviluppablli della
congruenza 1’ sono reali.
dai fuochi y =
y(u, v).
Indicando conbu,
óv differenziali di u, vpresi lungo
lesviluppabili
di un sistema della congruenza, sarà(x,
y,8x, ~)==0 :
daquesta
rela-zione il
punto bx
si ricava come combinazione lineare dei trepunti x, y, óy,
combi-nazione lineare ove chiamiamo a il coefficiente di
óy.
Assunto P* +du, v
+dv),
sia la traccia su
g*
di uno deipiani
focali di g ; ~ si deter- mina dallada cui
La traccia sullo stesso
raggio g*
delpiano n
è ilpunto
dovePerciò,
se indichiamo con ai, 62 i due valori di 6 relativi alle duefamiglie
disviluppabili
contenute nella congruenza7~
risulta in base aquanto precede
L’elemento lineare cos definito
(8)
per lafigura
M(che presenta
un’ ambi-guità
di segno, data lapossibilità
di scambiare oi con02)
risultadunque,
secondola
(9), proporzionale
alla forma differenzialequadratica
fondamentale F2 relativa allasuperficie
che faparte
dellafigura
M: ma, a differenza dellaF2,
essa èindipendente
dal modo di normare le coordinate omogenee, come è chiaro dato il suosignificato geometrico.
Su ciò ritorneremopiù
avanti(n.
6c)).
Per il momento
proseguiamo
il calcolo dell’elemento lineareproiettivo 0,
suppo- nendo persemplicità
che lasuperficie 8
sia riferita aparametri
asintotici u, v cosicchéseguendo
le notazioni di FUBINI eÒECH (op. cit.,
p.90)
~
esprimendo
inoltre ilpunto
y come combinazione lineare deipunti x,
xu, xv, xuv o, comepossiamo
supporre, deipunti
xuv sotto la formadove b e c
designano
funzioni di u, v. Da(11)
si ricava perderivazione,
tenuto conto delle
(10)
(s) Una sua espressione valida per parametri qualunque, anzlchè asintotici relativamente la superficie (x) come supponiamo nell’ ultima parte di questo numero, è assegnata più
avanti, al n.- 9. _
dove
Per condurre a termine il calcolo del secondo membro di
(9)
occorre ancora~
espressione
a2.- ai. Ora si trova facilmenteda cui
Risulta cos
(14)
come
espressione
dell’ elemento lineareproiettivo
per lafigura
M considerata.Avendosi due
figure M,
3I’ deltipo
considerato sipotranno
chiamareappli-
cabili l’una sull’ altra se sono riferite fra loro in modo che risulti lo stesso il loro elemento lineare
proiettivo.
6. - Prima di
proseguire
facciamoqualche
osservazione.a) Applichiamo (14)
allafigura
M ottenuta associando a unasuperficie S
la congruenza delle sue normali
(metriche)
ove(in parametri asintotici)
il ds~della
superficie
siaSi trova allora
dove K è la curvatura totale della
superficie (9).
Osserviamodunque
ilseguente significato
della curvatura totale di unasuperficie
in un suopunto generico :
Sia P* un
punto
di unasuperficie S,
tendente in modogenerico
alspunto
P e siaPPuP*Pv
ilquadrilatero
curvilineo formato da asintotiche avente verticiopposti
in P eP*;
consideriamo inoltre ilbirapporto
Bformato,
sulla retta v* normale inP*,
dalpunto
P* e dalleinterseziont’
(9) Perciò, per la figura 31 costituita da una superficie a curvatura (metrica) totale costante, insieme con le sue normali metriche, 1’ elemento lineare proiettivo risulta a curva-
tura nulla. Più generalmente, ciò sussiste per la figura M formata da una superficie del tipo R e da una congruenza R ad essa completamente coniugata, come si deduce dalla (16),
che scriveremo più avanti, applicandola a una superficie (x) per la quale sia, per esem-
pio, Anzi, in tal caso risulta a curvatura nulla anche 1’ulteriore forma qua- dratica H relativa a una figura M, che introdurremo al n.o 9.
della v* con un
piano
normaleprincipale
inP,
colpiano tangente
in P.e con l’altro
piano
normaleprincipale
in P: allora(iO)
b)
La(14)
sisemplifica quando
lafigura
M è costituita da una super- 1ficie S insieme con una congruenza ad essaconiugata.
Invero alloracv= bu ;
e
anzi,
come ènoto,
si possono normare le coordinate omogenee deipunti
dellasuperficie S
in modo che sia addirittura b=c=0. Usando le coordinate cos normate la(14)
si riduce adove sono i coefficienti che
compaiono
nelle equazioni
a cui soddisfano le coordinate omogenee dei
piani tangenti
dellasuperficie
S.c)
Tornando al casogenerale
la forma 0 è sempreproporzionale
allaprima
.
îorma fondamentale
quadratica
~’2 dellasuperficie
S. Ma la 0 èindipendente
dallascelta del fattore di
proporzionalità
delle coordinate omogenee dipunto,
a diffe-renza di
quanto
avviene per laF~. Anzi, quando
si sia associata allasuperficie S
una congruenza per costituire una
figura complessiva M,
resta cos fissato(me-
diante l’ estrazione di una radice
quarta)
un modo di determinare il fattore diproporzionalità
delle coordinate omogenee, per ilquale
risultaIn
questo modo, ogni
congruenza r che si associ allasuperficie
S vienea determinare un fattore di
proporzionalità
per le coordinate omogenee dipunto
della S.Adottando
poi
per ~’ una congruenza che risultigià
individuata dalla super- ficieS,
ne seguono modi vari di normare le coordinate omogenee deipunti
diquesta superficie,
senza intervento di altri entigeometrici.
Peresempio (per
unasuperficie
nonrigata)
sipuò scegliere
comme congruenza Fquella
costituita dalle normaliproiettive,
oppure da altre rette canoniche dellaS ;
siottengono
cos conun
procedimento geometricamente semplice
delle nuove coordinate normali.Adottando le normali
proiettive
il fattore diproporzionalità O
per cui si devonomoltiplicare
le coordinate normali di FUBINI per ottenere la nuova normalizza- zione risulta(dove
n’22 sono calcolate per le coordinate normali diFUBINI).
(io) Conformemente a quanto si disse al n.o 5, affinchè la (15) sussista anche in segno
occorre considerare i due piani normali principali in P in un ordine conveniente.
In determinati casi possono le nuove coordinate normali coincidere con le usuali: ciò avviene per
esempio
perquelle particolari superficie
W di KLEIN e Li]E(particolari superficie
dicoincidenza)
per lequali,
in coordinate normalidove h e k sono costanti tali che hk=1
(superficie
di cui si troverebbe senzadifficoltà
l’ equazione
in terminifiniti).
d)
Già sottoc)
abbiamo considerato lefigure
M ottenute associando a unasuperficie S (non rigata)
la congruenza 1’ delle sue normaliproiettive,
comequella
che nella teoria
proiettiva
dellesuperficie
sipresenta
nel modopiù spontaneo.
Segnaliamo
comedegno
di studio ilproblema
di ricercare lecoppie
di super- ficie8,
S’ che - ove a ciascuna sia associata la congruenza delle sue normaliproiettive
- dànnoluogo
afigure M,
M’ aventi una stessa formaquadratica
differenziale 0. Fissata
si
tratta,
adottando peresempio,
coordinatenormali,
cioè facendo~=log
di studiare il sistema di
quattro equazioni
nellequattro
funzioniincognite 03B2,03B3,
che si ottiene
aggregando
laalle tre condizioni di
integrabilità
scritte sotto(12)
alla p. 94dell’ op.
cit. diFUBINI e oppure,
prescindendo
daogni
*normalizzazione,
il sistema nellequattro
funzioniincognite P, 7, L,
M(dove
conformemente
alI’ op.
cit. di FUBINI e p.95),
ottenutoaggregando
alletre
equazioni
di loc. cit.la
(19)
scritta in coordinate non normali cioè laQuesto
problema
si offre come una nuovageneralizzazione
della deformazionemetrica,
aventeportata
assai vasta.7. - Alla fine del n.O 5 abbiamo
posto
il concetto diapplicabilità
di duefigure
M. Unesempio
molto notevole di taleapplicabilità
èquello
a cui conduce ilseguente
teorema.Se due
superficie (x), (y)
sono trasformate asintotiche di una stessa(e quindi,
per il teorema dipermutabilità,
disuperficie (z),
le duefigure
Mottenute associando a ciascuna di esse la congruenza r formata dalle rette che uniscono le loro
coppie
dipunti corrispondenti
risultano fra loroapplicabili.
Facciamo la verifica riferendo la
superficie (z)
aparametri
asintotici u, v, e adottando oraprovvisoriamente
lenotazioni ~,
y, ecc. in relazione con essa(e
non
più
con lasuperficie (x)
come al n.O5).
Sarà(11)
dove A, B, A’,
B’ sono funzioni di u, v tali chementre
e
analogamente
per le lettere accentate. ’Volendo dimostrare
l’eguaglianza degli
elementi lineariproiettivi
delle duefigure indicate,
conviene riferirciall’ espressione (9)
di 0 e allora è da dimostraredove Gi, 02 si riferiscono alla
figura
ill formata dallasuperficie (x)
insieme conla congruenza
(xy).
Ora è peresempio
dove
mentre -si calcola facilmente per
esempio
e
(12)
N’. Sostituendoqueste espressioni
nella(23),
i due membri risul-tano effettivamente
eguali,
e il teorema è dimostrato.(1q) Cfr., anche per alcune altre formole utilizzate in seguito, FUBINI e
ÙECH,
op. cit., § 42.(12) L’ espressione che qui chiamiamo N’ è, conformemente alle notazioni qui usate, l’ ana- loga di N, relativa alla congruenza W che trasforma una nell’ altra le superficie (z) e (y).
Essa non è dunque la N’ usata in altro senso nel loc. cit. di FUBINI e ~ECH. -
8. - Prima di
procedere,
ricordiamo che i calcoli fatti al n.°5,
e inpartico-
lare la forma
(9)
dell’ elemento lineare di unafigura
M non siapplicano
al casoin cui la retta xy descrive una congruenza di cui la
superficie (y)
risulta unasuperficie
focale.In
questo
caso si possono fare direttamente i calcoli per altra via(i3),
e sitrova
quanto
segue. Per comodità di notazione riferiamoci a unafigura
M for-mata associando a una
superficie (y) (14)
una congruenzaI’=(xy)
di cui la super- ficie(x)
- riferita ancora alleasintotiche u, v
- sia una faldafocale;
cos chementre
è il secondo fuoco esistente sul
raggio
allora l’elemento lineare 0 dellafigura
M considerata risultaCiò premesso,
possiamo procurarci
un nuovo interessante caso diapplicabilità
di
figure
1B1 dimostrandoquanto
segue : se lasuperficie (y)
si ottiene dallasuperficie (x)
mediante una trasformazione F di BeniaminoSegre (i5),
sonofra loro
applicabili
lafigura
11Z costituita dallasuperficie (y)
insieme conla congruenza
(xy),
e lafigura
li’ ottenuta mediante unareciprocità
dallasuperficie (x)
insieme con la congruenza formata dalle intersezioni deipiani tangenti omologhi
dellesuperficie (x)
e(y) (16).
Per
verificarlo,
ricordiamo dalla Nota testè citata di B. SEGRE che se la super- ficie(y)
è una trasformata F dellasuperficie (x),
si possono normare le coordi- nate omogenee delpunto (x)
in modo che nelleequazioni (10)
a cui soddisfano le x in coordinate asintotiche u, v risulti -designando
conP(u, v)
una con-venienté funzione di u, v -
(13) Oppure applicando la formola (0) del n.o 9.
(J4) E non più (x), come al n.O 5.
(15) Cfr. B. SEGRE : Le congruenze K e la trasformazione F delle superficie dello spazio ordinario, Rend. del Circ. mat. di Palermo, t. LII, 1928. La trasformazione K consiste in questo : il punto y sta nel piano tangente alla superficie (x) nel suo punto x, e fra le super- ficie (x) e (y) si corrispondono le asintotiche.
(1b) È ovvio che se si domanda 1’ applicabilità della figura M formata da una super- ficie (y) insieme con una congruenza (xy) avente jx) per falda focale con la figura M otte-
nuta mediante una reciprocità dalla superficie (x) insieme con la congruenza formata dalle intersezioni dei piani tangenti omologhi alle due superficie (x) e (y), dovranno necessaria- mente corrispondersi le asintotiche delle due superficie (x) e (y), cosicchè si ricade sulla
mentre le rette della congruenza
(xy) inviluppano
sullasuperficie (x)
le lineeAttualmente
dunque
nella(24)
è v=0 mentre(~7)
Calcolando
poi
i due determinanti indicati al numeratore e al denominatore del secondo membro di(24)
-dopo
averepreventivamente espressi
i vari punti che entrano in considerazione come combinazioni lineari deipunti x,
xu, xv, x~v,e utilizzando le
(10)
con leposizioni (25)
- e sostituendovi tuttiquesti valori,
si ricava
o anche
La
(26’)
- ove si traduca per dualità quanto si è detto al n.° 6b)
in meritoalla
(16)
-esprime
che l’ elemento lineare 0 che abbiamo ora calcolato coincidecon l’ elemento lineare duale calcolato per la
figura
M duale costituita dalla super- ficie(x) inviluppo
insieme con la congruenza di rette formata dalle intersezioni deipiani $
e~uv ;
il cheappunto
dimostra l’asserto.9. - La forma
quadratica 0,
che abbiamo chiamato elemento lineareproiettivo
di una
figura
li non è la sola che sipresenti
nell’ ordine di idee da noi accen-nato al
principio
diquesto lavoro,
perquanto
essa siaquella
a cui si èguidati
nel modo
più semplice
dalle nostre considerazionigenerali
sull’elemento lineareproiettivo
di unafigura qualunque.
Se si fanno intervenire anche elementi del second’ordine,
oparti
diessi,
i loro invariantiproiettivi
conducono a formaredelle ulteriori forme differenziali
legate
alla classe difigure
in esame. Senzasvolgere
la teoria in modosistematico,
indicheremoqui
una seconda forma dif- ferenzialequadratica H,
che silega
con considerazionigeometriche
interessanti.Consideriamo la
figura
formata da unpunto P= (x)
dellasuperficie
S=(x),
dal relativo
piano tangente
con lacoppia
delletangenti asintotiche,
e dalraggio g
della congruenza uscente da x, e ulteriormente da un altro
punto
P* = x* della(x)
col suo
piano tangente
e colraggio g*
della congruenza uscente da esso(18).
trasformazione di B. SEGRE. Ciò che non è evidente, e viene stabilito dal teorema del testo, è che basta la corrispondenza delle asintotiche sulle due superficie (x) e (y) per avere non solo proporzionalità, ma coincidenza fra gli elementi lineari delle due figure 1K considerate.
(17) Cfr. FUBINI e
CECH,
op. cit., p. 244.(18) In questa figura (paragonata con quella che al n.o 5 ci ha guidato all’ elemento lineare proiettivo, e nella quale la superficie (x) e la congruenza 1’ si trattavano in modo uniforme per formare un elemento del prim’ ordine e uno di ordine zero della figura M) la