R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IUSEPPE C OLOMBO
Sulle oscillazioni non-lineari di combinazione
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 27 (1957), p. 162-175
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DI COMBINAZIONE
Nota
(*)
di GIUSEPPE COLOMBO(a Catania)
Il fenomeno della risonanza nel campo delle vibrazioni non- lineari è stato
oggetto
di studi notevoli nell’ultimo decen- nio. Alcuni suoiaspetti
interessanti ed in un certo sensosorprendenti
si lascianoinquadrare
in schemi abbastanza chia-ri,
se pure moltocomplicati,
solo nel caso delle debole non-linearità ove i numerosi metodi di
approssimazione portano
a risultati concreti di una certa
importanza 1).
In genere si studianoequazioni
deltipo
supponendo la f periodica
in t diperiodo
T poco diverso daun
multiplo
di 2~ e si studiano i casi di risonanzasemplice
e risonanza sottoarmonica. Esistono dei criteri
generali
per determinare l’esistenza delle soluzioniperiodiche
di(1)
diperiodo
T o diperiodo
nT e per studiare la lorostabilità;
ilproblema
come è ben noto si riduce aquello
di analizzare certe trasformazionipiane
associateall’equazione (1)
e ipunti
unitiin
queste
trasformazioni.(*) Pervenuta in Redazione il 27 maggio 1957.
Indirizzo dell’A., Istituto matematico, Università, Catania.
1 ) Si veda l’articolo di ALBERT I. BELLIN, Non-autonomous 8ystems, della raccolta Advances in Appleid Mechantcs, edito da R,. von Mises
e T. Von Karman nel 1953. (Ac. Press. Ine. Publ. N. Y.), vol. III, p. 295-
320, che contiene una bibliografia abbastanza completa sull’argomento.
Si consideri
l’equazione
con f periodica
diperiodo 21t/6>
in t ;questa equazione
natural-mente
può
ridursi ad una deltipo (1).
Infatti con la sosti-tuzione
la
(2)
si riduce aove ancora
periodica
diperiodo
Volendo
giungere
a risultaticoncreti,
anche lasciando com-pleta generalità all’equazione
equindi ponendoci
al di fuori del caso di risonanza armonica osottoarmonica,
ci rifaremo direttamente allaequazione (2)
ove si supponesemplicemente
che w sia diverso da
1,
che la$)
sia continua con lederivate
rispetto
ad r e x ed infine che risulti limitata in mo-dulo da un
numero M (a, b) indipendente
da t e da e perogni a, ~~~
b ed eNaturalmente in
queste ipotesi
dilarga generalità
non hapiù
senso ilproblema
della ricerca di soluzioniperiodiche
di2), che,
tra l’altro possono anche nonesistere,
ma sipuò
porreun altro
problema più generale.
Si consideril’equazione
linearee la
famiglia S~
delle o+ soluzioni ottenute daper un fissato valore di A al variare di 0
Nello
spazio m, ò, t
le traiettoriecorrispondenti
alle solu-zioni
So
stanno su unasuperficie Èo
che esse coprono,generata
da una circonferenza di
raggio A,
che si muove mantenendosisu un
piano parallelo
al ed il cui centro descrivela linea di
equazioni
Ad
ogni
valore di Acorrisponde
naturalmente una di talisuperficie.
Ilproblema
che si pone come natura e è la ricerca di classi 8 di soluzioni delle2)
che copronosuperficie E
dellostesso
tipo
e che risultinostabili, rispetto
allmeno alle solu-zioni
corrispondenti
a valori inizialiprossime
aquelle
rela-tive alle soluzioni di S.
Anche relativamente a
questo problema
non mi sembra fa-cile
poter pervenire
a risultati concreti almeno finehè non siparticolarizza l’equazione
o non siaggiungono ipotesi più
re-strittive. Si possono invece stabilire risultati di un certo in- teresse
applicativo
ed in un certo sensoequivalenti
dalpunto
di vista
pratico,
rimanendo nel casogenerale,
nel modo chesegue. Per
questo
si indichi con laregione
dellospazio
cos definita: In
ogni piano
t= cost ~0,
si consideriil cerchio
C ( t)
diraggio A,
intersezionedi So
con dettopiano,
e un intorno
IC(t) , regione
delpiano t
= cost deltipo
dellacorona
circolare,
delimitata da due curveC’, C", semplici
chiu-se, l’una C’ contenente nel suo interno C e l’altra C" contenente nel suo interno il centro di C e contenute nello stesso cerchio.
Se per
ogni t
si costruisce un facendo variare con con-tinuità le curve C’ e C"
queste
generano la frontiera di un intorno14
diIo .
Indichiamo inoltre con3(Ic(t»
il massimo deisegmenti appartenenti
alle semirette uscenti dal centro diC ( t)
ed i cui estremi sonopunti
di C’ e C" e il mas-simo dei
ô(lc(t»)
al variare di t da 0 a + 00.Daremo in
questo
lavoro un criterio per determinarequelle superficie ~o
relativamente allequali
èpossibile
costruire un1 Io,
il cuiS(I~)
è finito e tende a zero con e, tale che la gene- rica soluzione di2)
uscente da unpunto
P dellaregione Ic~o~ ,
non esce per
qualunque t
daDal
punto
di vistaapplicativo possiamo
dire di avere cosdato un metodo atto a
determinare,
inprima approssimazione,
l’ampiezza
dellacomponente
armonicapropria
dell’oscillazione dicombinazione, componente
armonica che risultaconseguente
alla autoeccitazione
propria
oparametrica
del sistema nonforzato,
combinata con l’azione della sollecitazione forzante.Come
esempi tipici
possono essere datiquesti
due : l’oscil-latore,
ormaiclassico,
di Van der Pol forzatoquando
non sitrova,
in condizioni di risonanza(caso
digrande « detuning ») 2)
o un
oscillatore,
che mi risulta ditipo
nuovo, il cui moto è retto da unaequazione
deltipo:
e sul
quale
mi tratterròpiù
diffusamente in una nota aparte
per l’interesse che mi pare
presenti.
Il moto diquesti
sistemiè,
per e sufficientementepiccolo,
un moto deltipo 5)
ed il pro- blema che sipresenta più
naturale èquello
di determinarel’ampiezza
stazionaria del componente armonicoproprio,
pro-blema che
qui
affronteremo in un caso dimaggior generalità
di
quelle
che nonpresentino gli esempi
citati.Finisco osservando che il metodo si
può applicare anche, opportunamente modificato,
a sistemi autonomi in duegradi
di libertà dei
quali però qui
non tratteremo riservandoci difarlo,
se sarà il caso, inseguito.
1. - Consideriamo
dunque l’equazione (2)
nellaipotesi
cheil secondo membro soddisfi alle condizioni
esplicitamente
di-chiarate e considerata la soluzione
(unica)
di(2)
soddisfa-cente alle condizioni iniziali
la
scriviamo,
come è semprepossibile fare,
nella forma2) Cfr. J. J. STOKER, Non-linear vibrations, Int. Publ. Ine., 1950,
p. 182 e seg.
ove si intende
con
Per le
ipotesi
fatte sarà per e Sonell’intervallo 0 t
2n7t/6),
con n avendo indicato un intero per cui risulti >3/2. Anzi,
sempre in base alle suaccen- nateipotesi,
se si assume come istante iniziale ungenerico
istante to , si
potranno
trovare certiN2 ,
finiti inogni
campo di variabilità per
A, 0,
per cui le(12)
varranno indi-pendentemente
da to nell’intervalloto
t to+
Si ha da
9)
Consideriamo al solito la trasformazione R del
piano (x, y)
in se che si ottiene associando ad
ogni punto
P di coordinateil
punto
P’ di coordinateRiserveremo il simbolo
i3o
per accennare alla trasforma- zione che associa alpunto
~’ di coordinate(14)
ilpunto
P’di coordinate .. .
Questa
trasformazioneequivale
ovviamente ad una rota- zione delpiano
intornoall’origine
delle coordinate di un an-golo uguale
aOgni
circonferenza col centro nell’ori-gine
eraggio
A è trasformata dalla in se e su ognuna diesse la subordina una
corrispondenza puntuale,
che asso-cia al
punto
di anomalia 6 ilpunto
di anomalia 6+ corrispondenza
che èquindi
diequazione
Se o è irrazionale si
può
anche dire che le circonferenze di centrol’origine
sono le uniche curvesemplici
chiuse trasfor-mate in se nella Infatti sia
l’equazione
di una tale curva chiusa. Perché essa sia trasfor- mata in se dalla~o
occorre che accanto a(18) valga
anche laidenticamente in 0 e le
(18)
e( 19),
per p diverso da una co-stante,
sonocompatibili,
perqualche
valoredi n,
solo se 6) èrazionale.
Volendo ricercare le eventuali curve chiuse
y*
trasformate in se nella ’C cominciamo aporci
ilproblema
di ricercare leeventuali curve y, le cui
equazioni
porremo sotto la formatali che l’arco a
corrispondente
ai valori di 6 dell’intervallo 0 0C 2~c,
sia trasformato in i3 in un arco a’ della stessa y(naturalmente
ingenerale
non coincidente cona)
almeno pere sufficientemente
piccolo.
Porremo inoltre sotto la formal’equazione
dellacorrispondenza
subordinata dalla i3sugli
archi a ed Y di -~.
Tenuto conto di
(13),
di(20),
e(21),
dovrannoquindi
po- tersi determinare certeH ( 9) e 8(0)
per lequali
risulti iden-ticamente in
0,
perLa
(22)
sipuò
scrivere cosIl
problema proposto
èquindi
ridotto a determinare le fun- zioniO ( 6)
e soddisfacenti alle(23),
almeno per 6 variabile nell’intervallo 0 0 2~. Sepoi
esistono soluzioni di(23)
deltipo
suddetto ed inoltreperiodiche
diperiodo
2~ ad esse cor-rispondono
curve chiuse trasformate in se2. - Per risolvere in
prima approssimazione
le(23) ponia-
mo ancora
ed otterremo
Non è
restrittivo,
dal punto di vista delleapplicazioni,
almenonei casi che
più frequentemente
ricorrono nello studio delle vibrazioni non-lineari supporre, come noifaremo,
che lat)
sia
polinomiale
in s e ~. Allora lefunzioni 9 (2n7t/(ù, Ao, 0)
ep/(2~~/M, Ao , 0)
sipresenteranno
necessariamente nella formaÈ certamente fuor di dubbio che la
O (8)
fornita perogni A,,
univocamente dalle( ‘’~1)
èperiodica
diperiodo
2~ in 6. La(252)
determina invece H0(0) per
ogni A o a
meno dellapiù generale
funzione
periodica
diperiodo
Scriveremo la
(252)
nella formaa cui
può
ridursi tenuto conto di(26),
ed osserviamo che tra i termini checompaiono
a secondo membro della(26) quelli
che concorrono alla formazione di
Ro (Ao)
sono soloPi , P"
Qí , Qi - Questo
fatto haimportanza perchè semplifica
ilcalcolo come
meglio
veclremo inseguito,
dato che solo il ter-mine
Ro(Ao)
ha interesse ai nostri fini.La soluzione
generale
di(27)
si scriveove è una.
generica
funzione di 0periodica
diperiodo
ed inoltre è
Se si
assume K(6)
= 0 edA o
in modo tale che risultila
(20),
con data da(24J
edHo ( 8)
fornita da(28)
inrelazione a
questa
scelta diA~
eK(6),
ci dàl’equazione
di unacurva trasformata in se in i3 e chiusa a meno di infinitesimi
con e2.
La
(30)
èun’equazione
atta a determinare i valori diA a
che individuano le circonferenze
00
delpiano
xy con centro nel-l’origine,
in un intorno dellequali
possono esistere curvetrasformate in se e chiuse a meno di termini dell’ordine di e2.
3. - Non è certo
possibile,
nelleipotesi generali
in cui ci siamoposti
dedurre l’esistenza di curve analitiche chiuse tra- sformate in se nella i§ . Possiamoinvece,
comepiù
sopra annun-ciato, pervenire
ad un risultato non molto menoimportante
dal
punto
di vistaapplicativo
se esiste unCo , corrispondente
ad un valore di
A,
in relazione alquale,
oltre ad essere soddi-sfatta la
( 30),
risulta ancheDimostreremo
qui
diseguito
che nellaipotesi
suddetta sipuò
costruire un intorno di
C,
di massimo spessore,õ(IcJ,
tendente a zero con e, tale che il trasformato tutto contenuto in
Ia
ed è dello stessotipo
di7co.
Sia
dunque
A’* un valore diAo
soddisfacente e(30)
e(31)
e
prendiamo
un ac > 0 sufficentementepiccolo perché
risultila
possibilità
di determinare un tale a essendo assicurataperò prio perché
perA,,=
A* risultano soddisfatte le(30)
e(31).
Consideriamo la curva
y’
diequazioni parametriche
con calcolata in base a
( 28), assumendo K (0) = 0,
equindi
deltipo
ove si è indicato brevemente con
P’ ( 8)
la funzioneperiodica
diperiodo
21C fornita dal secondo termine del secondo membro di(28),
calcolato perQuesta curva y’
è trasformata in se nella 9 a meno di infinitesimi di ordinesuperiore
alprimo
in e;inoltre,
semprea meno di infinitesimi di ordine
superiore
alprimo, l’equazione
della
corrispondenza
subordinata dalla 9 suy’
è diequazione
fornita dalla
(21),
ove si assuma per8(6) l’espressione 00’ (6)
data dal secondo membro di
( 251),
calcolato perDenotiamo con
~~, ,
lacorrispondenza
cb.e associa alpunto
P di
Y ,
di coordinata0,
ilpunto
P’ della stessay’
di coordi-nate
0’=e+2MTc/M-[-e@o’(0)
e ricordiamo che@o’(0)
è fun-zione
periodica
di 0 diperiodo
2ic. Consideriamo inoltre l’arcoa di
y’ corrispondente
ai valori di 0 dell’intervallo chiuso(O, 2~).
Aipunti
di acorrispondono
in‘~Y‘
ipunti
dell’arcoà della stessa
y’,
relativi ai valori di 8 dell’intervallo+ (0), 2M/M -~-
21t-i- e80’ (0)].
Il
generico raggio
uscente da O incontra i due archi a ed a’ inpunti
che distano tra di loro di eX’2~. Tenutopoi
contoche
P’ ( 8)
è una funzioneperiodica
diperiodo 21t,
con derivataprima
limitata inmodulo,
ne risulta che nessunpunto
di aha da
qualche punto
di a’ distanza infinitesima di ordinesuperiore
alprimo.
Denotati inoltre congli
estremi del- l’arco a, aipunti
delsegmento corrisponderanno
nelle~U
(e
non nellei3y,
che non è ividefinita),
sempre a meno di infinitesimi di ordinesuperiore
alprimo, punti
delsegmento A,’A2’
estremi dell’arco a’. Ciò si riconosce considerando le curve Y deltipo di y’
uscenti daipunti
delsegmento
cioè del
tipo (33), prendendo,
alposto di a,
con0 f e considerando su ognuna di
queste
le rela-tive
corrispondenze ’by.
Possiamo ora dire che per e
più piccolo
di un certo Eola trasformazione ’9 muta la ,curva chiusa
Co’,
costituita dal- l’arco a diy’
e dalsegmento
una puresemplice
echiusa
interna allaregione
finita delpiano
deli-mitata da
Co’
e delimitante unaregione piana
contenente(-o.
La curva
Co’
costituisce la frontiera esterna dell’intornoIC,
ed è ormai evidente come si possa,
seguendo
lo stessometodo,
costruire la frontiera interna di
questo
intorno il cui mas-simo si
può
assumere tantopi i piccolo quanto più piccolo
è e.Consideriamo ora accanto la trasformazione costruita in relazione all’intervallo
come la i3 è stata definita in relazione all’intervallo
(0,
Siano
3Hr
ed leespressioni corrispondenti
aOHo e Ro(Ao)
relativamente a questo nuovo intervallotemporale.
Seesiste un A ~ ed
indipendenti da 5.,
tali che perqualunque
r, simultaneamente risultino soddisfatte le
seguenti
allora sarà
agevole
provare, tenendo anche conto delleipotesi
fatte
sulle f,
oltre che delprocedimento seguito
per costruireICo ,
l’esistenza dell’intornoIJ.o
diEo
chegode
delleproprietà
annunciate nella
prefazione.
Se
poi la f
èperiodica
in t diperiodo
omultiplo
o~ sottomultiplo
diquesto
sipotrà scegliere 51
anche in modo tale che risultimultiplo
di ambedue iperiodi
cosicchè la i3r) sarà coincidente perogni
r con la ’6.Naturalmente e saranno di conseguenza indi-
pendenti
da r per cui basterà che siano soddisfatte le(30)
e
(31) perchè
esista l’intorno in discorso.4. -
Agli
effetti del calcolo effettivo di invece che rifarsi alle(26), (27),
conviene ritornare a considerare la( 25~),
che tenuto conto di
(10),
scriveremoDa
questa
si ha immediatamenteDall’esame della
(37)
risulta evidente che i termini dello svi-luppo dell’integrale
a secondo membro che possono fornire ter- mini di sono soloquelli
che provengono da termini dellat)
checontengono
a fattore ~,2, ...).
Volendo
rifarsi,
comepiù
sopra, a casi concreti diuna f poli-
nomiale a coefficenti eventualmente
dipendenti
daltempo,
allorapotremo aspettarci
termini diRo (Ao)
solo in cor-rispondenza
aquei
termini checontengono
~. lnfattiogni
altrotermine
porta
adintegrali
deltipo
che danno per risultato funzioni di
A o
e 6 a valore medionullo,
per
ogni Ao ,
nell’intervallo(0, 2x)
di variabilità di 0.5. -
Applichiamo
il metodosuesposto,
comeprimo esempio,
alla ormai classica
equazione
di Van der PolIn
corrispondenza
a questaequazione
la(37)
diventae con facili calcoli si ha
Da
questa
si deduce in base al risultato dei n.precedenti
che
l’ampiezza
stazionaria delcomponente
armonico stabile èSe si pone in ascisse w ed in ordinate
l’ampiezza A o
si hala solita curva di
risposta
per le oscillazioni di combinazione.Come secondo
esempio
consideriamo un oscillatore debol- mente non-lineare costituito da una massa Mcollegata,
conuna molla K ed una re sistenza
passiva
non-li neare al suppor- toC,
e, con una resistenzapassiva R 2dello
stessotipo
al sup-porto C2.
Siano ~1 la coordinata delsupporto Ci rispetto
adun sistema inerziale
CI
~2 la coordinata del supportoC2 rispetto
a le coordinate di Mrispetto
aCi .
Dette«>2
lecomponenti
secondo la coordinata s delle azioniesplicate
da
R~
edR2
su M risultiInfine siano
le
equazioni
del moto diC1 rispetto
a C e diC~
relativo aCi.
Denotando con k la costante elastica della molla K si stabilisce
senza difficoltà
l’equazione
differenziale del movimento : ’ *che tenuto conto di
(44)
conduce ad una-equazione
deltipo
con evidente nuovo
significato
dei simboli. Ilparametro
e,che caratterizza l’entità delle azioni dinamiche
~2
che leresistenze
passive
esercitano sul sistema lineareforzato,
èstato introdotto per
permettere
l’analisi delcomportamento
delle soluzioni di
(46),
con il metodo diperturbazione esposto
’nei n.
precedenti,
per valori dello stessoparametro apparte-
nenti ad un intorno dello zero.
Trascurando termini
dipendenti
da 6 ed a valore medio nullo nell’intervallo(0, 2x)
di variabilità per0,
ci si riducea considerare soltanto il
seguente integrale
Proseguendo
colcalcolo,
trascurando sempre i termini chenon d anno contributo ad si
perviene
infine moltorapi-
damente alla
seguente espressione
diRo(Ao),
Si ha ora senz’altro che se è
certamente esiste un valore
positivo
diA o
soddisfacente alle ~ condi~zioni(30)
e(31).
Un’analisi dal
punto
di vista meccanico delle condizioni(49),
in relazione al sistema dinamico indiscorso,
sarà fatto in una nota aparte
diprossima pubblicazione
nei Rend. del-l’Acc. dei Lincei.