R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
D IONIGI G ALLETTO
Sistemi incomprimibili a trasformazioni reversibili nel caso asimmetrico (Parte seconda)
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 37 (1967), p. 18-59
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REVERSIBILI NEL CASO ASIMMETRICO
(PARTE SECONDA)
di DIONIGI GALLETTO
(a Padova) *)
Nella
presente
memoria proseguo nello studio della statica isoterma dei sistemiincomprimibili
a trasformazioni reversibili con caratteristiche di tensioneasimmetriche,
studiointrapreso
in[3],
y com riferimento alcaso delle deformazioni finite.
Nella
precedente
memoria([3])
hogià
osservato corne, non appena si sia riusciti a determinarel’incognito
stato diequilibrio forzato,
il para-metro p, caratterizzante la
pressione
vincolareinterna,
possa essere deter-minato,
con solequadrature,
tramite leequazioni generali,
e come invecesfugga
a una determinazione per via analitica ilparametro q
che inter-viene,
accanto alparametro p,
nelleequazioni costitutive,
determinazione the vapertanto
demandataall’esperienza. Questa osservazione,
assiemeall’altra
che,
a differenza diquanto
avviene per ilparametro
p, l’inter- vento delparametro q
è dovuto all’esistenza di unlegame (invariante
lineare nullo per il rotore di
deformazione)
avente caratterepuramente
cinematico e
indipendente
daivincoli,
interni o esterni chesiano,
a cui èo
puô
esseresoggetto
il sistema in esame, rende senz’altro ammissibilel’ipotesi che q sia,
alpari dell’energia
liberatermodinamica,
una funzionedi stato per il sistema. Inoltre la forma stessa delle
equazioni generali,
in
particolare quella
delle condizioni alcontorno, permette senz’altro,
amio
avviso,
di ritenere ilparametro q
funzione delle stesse variabili da cuidipende l’energia
libera.Conseguenza
dell’ammissione ora fattaè che,
nel caso isotermo enell’ambito delle
piccole
deformazioni(teoria linearizzata),
non appena*) Lavoro
eseguito
nell’ambito dell’attività deigruppi
di ricerca del Comitato Nazionale per la matematica del C.N.R.Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università, Padova.
si ammetta
l’ipotesi, plausibilissima,
che sia nullo il tensore dei momenti interni di contatto incorrispondenza
adogni spostamento
irrotazionale infinitesimo apartire
da uno statonaturale,
ilpotenziale
isotermo sipresenta
somma di una funzione del solo tensore di deformazione e diuna del solo suo rotore
(rotore
dideformazione),
ilquale presentemente (caso linearizzato)
si riduce alla metà delgradiente
del rotore dellosposta-
mento
(ossia al gradiente
del vettorerappresentante
la rotazionelocale).
Di
queste
funzioni laprima
èproprio quella
cheesprime
ilpotenziale
isotermo della teoria classica delle
piccole
deformazioni. Il risultato oracitato ha carettere
generale,
ossia rimane valido anche per i sistemi esenti da vincoli interni egeneralizza
ai sistemi(a
trasformazionireversibili) qualsiansi
un risultatogià
stabilito da G. Grioli1)
per il caso dei sistemiisotropi
esenti da vincoli interni.Dalle considerazioni svolte per provare il suddetto risultato segue inoltre che l’ineremento X subito nella deformazione dal
parametro q (e quindi questo stesso),
almeno nell’ambito dellepiccole deformazioni,
si
pub
ritenere senz’altro funzione soltanto del rotore di deformazione.Sempre
restando nell’ambito della teorialinearizzata,
dal fatto che ilpotenziale
isotermo sispezzi
nel suddetto modo segue chel’espressione
che
lega
laparte
simmetrica del tensoredegli
sforzi al tensore di defor- mazione resta la stessa del caso classico(caso simmetrico),
mentre il tensore dei momenti interni di contatto sipresenta
funzione soltanto del rotore di deformazione.***
Dedotte le
equazioni generali
della teoria linearizzata e la relazionesimbolica,
di carattereglobale,
ad esseequivalente,
relazione che è l’ana-loga
diquella
stabilita in[3]
per il casofinito,
ho dimostrato la validità nell’attuale teoria dei teoremi fondamentali della teoriaclassica,
epreci-
samente il teorema della minima
energia potenziale,
il suo inverso e ilteorema di unicità nel caso dei
corpi elastici,
il teorema diClapeyron
eil teorema di
reciprocità
di Betti.Rafforzata la condizione di elasticità per il sistema in esame intro- ducendo
l’ipotesi
che le due formequadratiche Q,
eQ2,
incui,
nel casolinearizzato,
si spezza ilpotenziale isotermo,
siano definitepositive,
hoquindi
stabilitol’analogo
del classico teorema di Menabrea. Nell’attuale~
1) Cfr. [6], II, 2.
teoria e nel caso in cui risulti diverso da zero l’ineremento X
(caso generale)
detto teorema non si conserva nel suo enunciato
originario,
nel senso chela sollecitazione interna
compatibile
conquella
esterna e minimizzante il funzionale ~2)
costruito mediante la formaquadratica reciproca
della
Qi
+Q2
non èpiù
unica. Di tali sollecitazioni ve ne sono infinitee fra esse vi è
quella
effettiva: i tensori dei momenti interni di contatto di dette sollecitazioni hanno tutti la medesimaparte puramente
lavo-rante mentre i tensori
degli
sforzi hanno tutti la stessaparte
simmetrica.Più
precisamente,
duequalsiansi
di dette sollecitazioni minimizzanti hanno i tensori dei momenti che differiscono unicamente per un tensoreisotropo,
nullo sul contorno dellaconfigurazione
assunta dalcontinuo,
e i tensori
degli
sforzi che differiscono unicamente per la metà del tensoreaggiunto
dalgradiente
di î(ossia
per la metà del tensore emisimmetrico che si ottienemoltiplicando
internamente il tensore di Ricci pergrad 1).
Invece,
nel caso in cui risulti nullo l’incrementoX,
inparticolare
nelcaso in cui risulti addirittura nullo il tensore dei momenti interni di
contatto,
il teorema di Menabrea conserva il suo enunciatooriginario:
la sollecitazione interna
compatibile
conquella
esterna e minimizzante il funzionale ~ è unica e coincide conquella
effettiva.Qualora
siintroduca,
in sostituzione della~2,
una ulteriore formaquadratica,
definita in modo tale che le derivaterispetto
ai suoi argo- menti forniscano lecomponenti
del tensore dei momenti interni di contatto(ottenibile aggiungendo
allaQ2
una conveniente formaquadratica
costruitatramite
l’espressione
linearizzata dell’incrementoX),
si ha lapossibilità
di stabilire nell’attuale teoria una estensione del teorema di Menabrea che conserva l’enunciato
originario. Precisamente,
introdottal’ipotesi
che
Qg
sia definitapositiva (è questa perô
una condizione che apparepiù
restrittiva della stessaimposta
alla~2)?
la sollecitazione internacompatibile
conquella
esterna e minimizzante il funzionale costruito mediante lareciproca
dalla formaquadratica QI
+Qs
è unica e coincidecon
quella
effettiva. Il risultato valequalunque
sia X(purchè,
natural-mente, ~3
simantenga
definitapositiva),
inparticolare quando
X ènullo,
caso a cui si è
già esplicitamente
accennato.***
Rimanendo sempre nell’ambito delle
piccole deformazioni,
ho trattato inparticolare
il caso deicorpi isotropi.
Osservato come in tal caso i 662) Si veda il n. 7.
coefficienti che individuano il
potenziale
isotermo si riducano atre,
ilprimo
deiquali
non è altro che la terzaparte
del modulo di elasticità nor- male della teoria classica o, il che è lostesso,
il secondocoefficiente li
diLamé,
si ha tra l’altro che laparte puramente
lavorante del tensore de-gli
sforzi differisce unicamente per il fattore -1
dal tensore di defor-2ju
mazione,
risultatoche, ovviamente,
è valido anche nel caso simmetrico.Come conseguenza del fatto di avere
ritenuto q
funzione delle stesse variabili da cuidipende
ilpotenziale isotermo,
si ha che nel casoisotropo (e
sempre nell’ambito dellepiccole deformazioni)
l’incremento X va sen-z’altro ritenuto
nullo,
con la conseguenza che il tensore dei momenti interni di contatto viene a coincidere con la suaparte puramente
lavo-rante,
chel’analogo
del teorema di Menabrea nell’attuale teoria e nelcaso dei
corpi isotropi
conserva l’enunciatooriginario (salvo, beninteso,
la sostituzione dal funzionale che interviene nel caso classico con il fun- zionale
fl),
ecc.* * *
A conclusione della
presente
ricerca ho accennato al caso dei sistemi esenti da vincoli interni.In tale caso non si ha
più
l’intervento delparametro
p, mentre tuttoquanto
è stato osservato circa ilparametro q
e l’ineremento X permane immutato. Inparticolare,
comegià
si èdetto,
immutata si conserval’osservata
proprietà
delpotenziale
isotermo e X nel caso linearizzato sipresenta
ancora funzione unicamente del rotore dideformazione,
conla conseguenza che le
equazioni
costitutive sipresentano semplificate rispetto
aquelle
stabilite per il caso linearizzato da Grioli3),
da Aeroe Kuvshinskii
4),
Mindlin e Tiersten5 ) ; inoltre,
nel casoparticolare
deicorpi isotropi,
nelle suddetteequazioni
non v’è traccia dell’indetermina- zione che compare inquelle
dovute aquesti
ultimi Autori.Tutto
quanto
è stato detto sui teoremi fondamentali della teoria classica restaimmutato;
inparticolare
si conservaquanto
detto sulteorema di Menabrea.
3) Cfr. [6], II, 2.
4) Cfr. [1].
5)
Cfr. [7], 3.1. Richiami e osservazioni introduttive.
Indicato al solito con W un sistema continuo
tridimensionale,
chesupporro
sin d’oraincomprimibile,
con C laconfigurazione
scelta comeriferimento,
con CI laconfigurazione attuale, con 1,
Il lesuperficie
con-torno
completo
di C e C’rispettivamente,
con xi le coordinate deipunti
di C
rispetto
a una terna cartesianatrirettangola
comunqueprefissata,
con x;’ le coordinate dei
punti
di C’rispetto
alla stessaterna,
intendoal solito
Introdurrô
l’ipotesi
che il sistema siasoggetto
unicamente a trasfor- mazioniisoterme,
con che si hae
supporro
al solito che le forze di massaagenti
sull’elemento di volume dO’ di C’ siano riducibili a una forzaapplicata
a unpunto
interno a dC’e a una
coppia
e cheanaloga
evenienza accada per le forze esterneagenti
sull’elemento di
superficie
~2~ di11,
con che si viene ad ammettere la presenza in CI di duecampi tensoriali, quello degli
sforzi equello
dei momenti interni di contatto
(momenti superficiali) Li,j’.
Accanto aquesti
due tensoriintervengono
icorrispondenti
tensorilagrangiani, definiti,
tenendopresente
la(1.1),
dag )
e indicate con eil le
componenti
del tensore di deformazione:)Cfr.[3Ll.
Come al solito, nelle (1.2) e nel
seguito,
salvo diverso,esplicito
avviso, è sot-tinteso il simbolo di somma
rispetto agli
indiciripetuti.
interviene,
accanto a detto tensore e in conseguenza delleipotesi
fattesulla sollecitazione
esterna,
il suo rotore(rotore
dideformazione) ~) :
con
17 ihk
tensore di Ricci e~ == 2013.
rotore le cui novecomponenti
sonosoggette
all’unicolegame 8)
Stanti
legami (1.1)
e(1.6),
laparte puramente
lavorante della solle- citazione interna è espressa dalle relazioni9)
dove T(ii)
rappresenta
laparte
simmetrica di mentre èConformemente a
quanto
convenuto in[3],
y4,
osservazioneII,
indicheroi secondi membri delle suddette relazioni con sicchè esse si possono concisamente scrivere
Supposto
il sistema a trasformazioni reversibili e indicato conW (e, /À’;
0; x)
ilpotenziale
isotermo atemperatura
costante 0(uniforme)
- ilquale,
per le sopraesposte ipotesi,
risultafunzione,
oltre che delle eHe delle x;
(se W
non è omogeneo inC),
delleIl’;; lo)
-, si ponga11), prescin-
dendo dai
legami (1.1), (1.6),
dove
p(Il)
e sono i valori assunti in C da dueparametri
p, q daiquali,
in conseguenza dei suddetti
legami,
non sipub prescindere
nelle relazioni’ ) Cfr. [4], 2.
8) Cfr. [5], 4.
9) Cfr. [3], 4.
lo) Cfr. [3], 6.
il) Cfr. [3], 6.
che
legano T(il)
eL’;’
alle derivate di Wrispetto
a e~; eylij 12). Inoltre, rappresenta l’espressione
di~i’ ~ in
funzione didove è naturalmente
Le relazioni
(equazioni costitutive)
chelegano
T(il) e alle derivate della funzione termodinamica Z risultano espresse da13)
con
dove è da intendersi
Dalle
(1.10), (1.7)
sideducono,
come evidentesignificato
deisimboli,
le relazioni
15)
esprimenti
che laparte puramente
lavorante della sollecitazione interna ècompletamente
determinata dalla conoscenza della funzione Z.12)
Cfr. [3], 5, 6.13)
Cfr. [3], 6.14)
È evidente che nelleprime
delle (1.12) non si deve sommarerispetto agli
indici
ripetuti i, j .
15)
Cfr.[3],
6.Posto
e
supposta
laconfigurazione
C naturale e intrinsecamente stabile(con
chesi viene
implicitamente
ad ammettere che siaelastico),
risulta16),
oltre che Z(O) =
0,
la
diseguaglianza
dovendo valere perogni
trasformazione isoterma chenon
corrisponda
a unospostamento rigido
e che naturalmenterispetti
la
(1.1). Z(% Zi3
stanno naturalmente adesprimere
ciô che diven-tano
Z, Zif quando
CI - C.Il verificarsi delle
(1.16)
per la funzioneZ,
ossia il fatto che C siaconfigurazione naturale, implica
che per ilpotenziale
isotermo risulti17)@
in
aggiunta
a W~°~ =0,
col
significato
diWil(O), W /
ormai ovvio.Indicati
poi
conI’i’, Mi, (- Mis)
i vettori delle forze e dei momentispecifici
di massa e con m;,(~ mil)
i vettori delle forze e dei momentispecifici superficiali esterni, riportati
allaconfigurazione
di riferimento18),
con v, i il versore della normale interna a
~,
leequazioni
fondamentali della statica isoterma deicorpi incomprimibili
a trasformazioni reversibili risultano espresse da19)
lg) Cfr. [3], 9.
17) Cfr. [3], 6.
18) Cfr.
[3], 1.19)
Cfr.[3],
7.con
essendo ancora, come ?7ihk 1 il tensore di
Ricci. È
ovvio inoltre che nelle(1.18), (1.19), (1.20)
è da intendersi i,== 2013-
1 accanto a i== 2013- .
ZzAmmesso,
persemplicità (e
perbrevità)
che non esistano vincoli(nè interni,
nè insuperficie)
diversi daquello
diincomprimibilità, gli sposta-
menti virtuali di W a
partire
da C’ sono caratterizzati dai vettori solenoidaliÔUil 20)@
e, indicato con br?’ il vettorerappresentante
la rotazione locale subitadagli
elementi di ~ nelpassaggio
dallaconfigurazione
C’ alla con-figurazione
che si ottienesottoponendo
C’ allospostamento
virtuale ôui’:vi è
perfetta equivalenza
fra leequazioni (1.18), (1.19)
e la relazione simbolica21)
purchè questa
si intenda valida perogni spostamento
virtuale Indetta relazione non v’è
più
traccia nèdegli
incrementi x,X,
né dellaparte
emisimmetrica di né delle
20) Cfr., ad es., [3], 3.
21)
Cfr. [3], 8.* * *
Qualora
si sia riusciti a determinarel’incognito
stato diequilibrio forzato,
ilparametro
ppub
essere determinato con solequadrature,
tra-mite le
equazioni generali (1.18), (1.19) 22),
mentresfugge
a una determi-nazione per via analitica il
parametro q,
determinazione che vapertanto
demandata
all’esperienza. Questa osservazione,
assieme all’altrache,
adifferenza di
quanto
avviene per ilparametro p,
l’intervento delparametro
q è dovuto all’esistenza di un
legame (invariante
lineare nullo per il rotore dideformazione)
avente caratterepuramente
cinematico eindipendente
dai vincoli
23),
interni o esterni chesiano,
a cui è opub
esseresottoposto
il sistema in esame, rende senz’altro accettabile
l’ipotesi
che qsia,
alpari
del
potenziale isotermo,
unafunzione
di stato per il sistemac.Una tale amissione non è invece certo accettabile per il
parametro
p.Quest’ultimo,
il cui intervento è dovuto all’esistenza dellegame (1.1),
dovuto a sua volta alla presenza del vincolo di
incomprimibilità,
ha ca-rattere di reazione vincolare e l’incremento x da esso subito nel
passaggio
dalla
configurazione
diequilibrio
naturale aquella
diequilibrio
forzatopub
addiritturapresentarsi
anche in assenza dideformazione,
comeaccade,
adesempio,
nel caso di un solido sfericoincomprimibile sottoposto
a una
pressione
uniforme insuperficie.
Infine,
la forma stessa delleequazioni generali,
inparticolare quella
delle condizioni al contorno espresse dalle seconde delle
(1.19), permette senz’altro,
a mioavviso,
di ritenere ilparametro q
funzione delle stesse variabili da cuidipende
ilpotenziale
isotermo.2. Teoria linearizzata. Linearizzazione delle
(1.10)
e sue conseguenze.Fatto intervenire un
parametro moltiplicativo ~,
per tutte le causedi divario fra la
configurazione
diequilibrio
forzato C’ e laconfigurazione
naturale di riferimento
C,
cioè per ... , segue chexi’, T ~~,
... sarannoda ritenersi funzioni di
1,
chesupporrb
derivabilirispetto
a taleparametro
almeno una volta nell’intorno dello zero. Per la
generica
funzioneg~(x, ~,),
22) Cfr. [3], 8.
2~) Cfr. [5].
scalare o
vettoriale, porro poi
L’introduzione di tale
parametro implica
che risulti C’ = C nonappena è 1 =
0,
ciô che è espresso dalleove le
u~,
date dallesono le
componenti,
nelprefissato
riferimentocartesiano,
del vettorespostamento
nelpassaggio
da C a C’.Posto
poi,
inanalogia
alle(2.1),
ysicchè è
risulta
24)
e
pertanto,
ricordate le(1.3), (1.~),
seguono le2’) Le seconde delle (2.2),
(2.2’)
sono immediata conseguenza delleprime
e delle
E ancora, si hanno le
per cui
risulta,
tral’altro,
stante le(1.13),
Introdotto il vettore rotore dello
spostamento,
dicomponenti
dalle
(1.5), (2.3), (2.3’)
siottengono
lele seconde delle
quali esprimono
che il tensore,u’;~~1~
èeguale
alla metà delgradiente
del rotore dellospostamento u/1),
ossia algradiente
del vettoreri(l)
rappresentante
la rotazione locale.Stanti le
(2.4’)
e le seconde delle(2.7),
ilegami (1.1 ), (1.6)
a cui sonosoggette
leylli
i sitraducono,
nella teorialinearizzata,
inesprimenti
che i due vettori ui(l) e ri(’) sono solenoidali. Ed è ben naturale che siasolenoidale,
differendo unicamente per ilfattore 1
dal rotore2 del vettore Ui(l).
Stanti le
(2.3’), il legame (2.8)
siPUQ
anche porre nellaforma,
in tuttoequivalente,
analoga
allaa cui
equivale
la(2.9).
Risultando,
comeagevolmente
sipub
verificarepartendo
dalla(1.9 ), 2b )
la
(1.8)
si scrive26),
naturalmenteprescindendo
dailegami
a cui sonosoggette
lePosto,
per brevità e con evidentesignificato
dei simboli27 ),
e introdotta la forma
quadratica
nelleli 1 il:
la
(2.10), sviluppata
mediante la formula diTaylor,
dàluogo, qualora
si
tengano presenti
le(1.16), (1.16’),
alla25) È evidente che si deve intendere
26) D’ora in
poi,
per motivi di concisione, inluogo
di Z(e,1£’;
0; x),p’; 0;
x), scriverôsemplicemente
Z(e,p’), W(e, ,u’).
11) È ovvio che nelle
espressioni
di non si deve sommarerispetto
agli
indiciripetuti.
dove non si sono scritti i termini di ordine
superiore
al seconde nelleLa forma
quadratica Q(e, è,
a meno del termine additivol’espressione
delpotenziale
isotermo nella teoria linearizzata. Tenuto conto delle relazioni di simmetria a cui soddisfanoO.ar’:
si ha che il numero di detti coefficienti che sono
indipendenti
è datorispet-
tivamente da
21, 54,
45.Cio premesso, ricordate le
(1.11 ), (2.5)
e le ultime delle(2.3),
dalle(1.10),
oltre alle relazioni(1.16) conseguenti all’ipotesi
che C èconfigu-
razione naturale
(e
che d’altraparte
siritrovano,
come ènaturale,
tramitela
(2.12)),
seguono leQueste, qualora
sitengano presenti
la(2.12)
eil legame (2.8’),
dànluogo
alle
dove
risulta,
ricordando la(2.11 ),
nelle
prime
dellequali
è ovvio che non va sommatorispetto agli
indiciripetuti i, j.
Le
(2.13)
sono formalmente identiche alleanaloghe
del caso simme-trico
28).
28) Cfr. [8],
III, 1.In base a
quanto
osservato alla fine del n.1,
Ilineremento X è da ri- tenersi dunzione di e;,,y’ij
equindi risulta,
con ilsignificato
diX*ii, xzt
ormai
ovvio,
Ricordata la
(2.11),
le(2.14)
siesplicitano pertanto
nellee da
queste,
dovendo leannullarsi,
com’èplausibile,
incorrispondenza
a
ogni spostamento
virtuale Ui(l) che siairrotazionale,
si deduce che deve essereGli
incogniti coefficienti B*P,2i’,
da54,
si riduconopertanto
a 6 e la determi- nazione di essiequivale
alla determinazz one dei 6coefficienti
X*P,7«».Anzi,
per
quanto
concerne la lorodeterminazione,
essi possono addirittura essereignorati
inquanto
nonintervengono
nelle relazioni(2.13), (2.14).
Infatti,
stanti le(2.18),
le(2.17),
ossia le(2.14),
si riducono adove,
tral’altro,
non v’è traccia delleeil(l),
mentre le(2.13),
ricordata la(2.11)
e la
(2.9’ ),
siesplicitano
nelledove non v’è traccia delle oltre che delle
Inoltre,
stanti le(2.18),
illegame (1.6)
equanto
osservato circa le(2.19), (2.20),
si ha chel’espressione esplicita
diQ(e,
sipuô sempli-
cemente ritenere espressa da
29)
29)
Sitenga
presente che ilegami
che limitano la variabilità di eij,p’i f danno origine
a una certa indeterminazionenell’espressione
effettiva diW (e, fi’)
(equindi
di
Q(e, p’))
e delle sue derivateparziali,
indeterminazione che risultaperô
eviden-f orma quadratica
che è somma di duef orme quadratiche,
una,Q1(e),
nellesole e,., -.
l’altra, Q 2 (,u’ ),
nelle solefl’ij:
Si è cosi esteso al caso dei sistemi
qualsiansi 3°)
un risultato stabilito da Grioli3 L)
per il caso dei sistemiisotropi
esenti da vincoli interni.La
f orma quadratica (2.21)
è la stessa che interviene neZ caso simmetrico32).
Nelle
(2.19)
compare unicamente laparte
dell’incrementoZ(’)
chedipende
da mentre della rimanenteparte
non vi èpiù
traccia.È pertanto
sufficiente tenerepresente
che le(2.19) rappresentano,
nel-l’ambito della teoria
linearizzata, l’equivalente
delle seconde delle(1.10)
del caso finito e che X interviene nelle
presenti
considerazioni unicamente per il tramite delle(1.10) stesse,
per concludereche,
almeno nel caso dellepiccole 1de f ormazioni,
sipub
senz’attro ritenereX(l) (e quindi ql> ) funzione
unicamente del rotore di
detormazione (oltre
che dellex’,
se W non èomogeneo in
C) :
ciô che
equivale
a ritenere X*"(") = 0 e, in conseguenza delle(2.18),
Con l’introduzione delle due forme
quadratiche Q,(e),
le(2.19),
temente eliminata non appena si convenga di far sempre capo a una stessa, ben determinata
espressione
di llr. La scelta di dettaespressione
viene presentementesottoposta
alla condizione chel’espressione
effettiva diQ(e,
risultiproprio
espressa dalla
( 2.1 l’ ) .
30) È ovvio che detto risultato,
per il
modo stesso con cui si è ottenuto, resta valido anche per i sistemi esenti da vincoli interni.31)
Cfr. [6], II, 2.32) Cfr. [8], II, 5.
3
(2.20)
si scrivono83)
dove naturalmente come
espresisione
diX(l)
va ora assunta la(2.23).
Le
(2.25 )
sono in tutto identiche aquelle
che siottengono
nel oaso sim-inflne,
la linearizzazione delle(1.14) comporta
ledove,
èovvio,
é da intendersi3. Linearizzazione delle
equazioni
fondamentali della statica isoterma deicorpi incomprimibir
a trasformazioni revereibili.Intendendo,
naturalmente86),
la linearizzazione delle
(1.18), (1.19), (1.20), qualora
si ricordino le(2.2), (1.16), (2.5), (2.8’), (2.12), (2.11’ ), (2.21), (2.22),
dàluogo
alle~
33) Si ricordino, in
proposito,
anche le (2.15).U)
Cfr.[8],
III, 1.85)
Si ricordino, inproposito,
le (7.4) di [3], 7.nelle
quali
comeespressione
diX(l),
èovvio,
va assunta la(2.23)
e cherappresentano
leequazioni fondamentali
della teoria linearizzata. Ad esse vanno associate leche conseguono dalle
(1.21)
eche,
con le(2.25)
e(3.3),
dànluogo
allerelazioni
nelle ultime delle
quali
è sottinteso che non si deve sommarerispetto
all’indice
ripetuto
i.***
In una teoria ove suppongano necessariamente nulle le
L’il
e, conse-guentemente,
le la formaquadratica Q(e,
si riduce allaQ 1 (e ) 8")
e le
(3.1), (3.2), (3.3)
si riducono ae risulta
nelle ultime delle
quali
non va naturalmente sommatorispetto
all’indiceripetuto
i.Se infine si suppone che risulti anche
Mi
= 0(caso simmetrico),
36) Si veda, in
proposito,
[3], 7.le
(3.5)
si riducono alle37)
mentre,
com’ènaturale,
le(3.6)
si riducono alle(2.25).
4.
Conseguenze
della linearizzazione sulla condizione(1.17).
Dalla
(1.15)
e dalle(1.16)
seguono lee inoltre
che,
tenendopresenti
le(2.12), (2.24), (2.11’)
e facendo intervenire illegame (2.8’ ),
dàluogo
alla relazionedove si sono ricordate le
posizioni (2.21), (2.22).
Nell’ipotesi
che ilcorpo W
sia elastico sipub quindi
concludere che la condizioneglobale (1.17 ), esprimente
che laconfigurazione
C è intrinse- camentestabile,
nella teoria linearizzata si viene a tradurre nellaper
ogni
trasformazione isoterma che noncorrisponda
a unospostamento rigido
e cherispetti
il vincolo diincomprimibilità,
ossia perogni
scelta37)
Cfr. [8],
III, 1. ’del vettore solenoidale
Ui(I)(X)
che nonimplichi
l’annulla"’.si di ciascuna delle in tutto C.Essa,
con la seconda delle(4.1),
sta adesprimere che,
incorrispondenza
adogni spostamento
che non siarigido, V(Â) presenta
un minimoper £
= 0. Ed èquanto
deveaccadere,
stante la(1.17).
Come nel caso
simmetrico,
la(4.3)
si rifiette in sostanza in una restri- zione di carattereglobale
per i coefficientidella Q
=Q, + Q2.
5. Relazione simbolica della statica isoterma linearizzata dei
corpi
in-comprimibili
a trasformazioni reversib’ ’.D’ora in
poi
indicheràsemplicemente
con u il vettoreu~l~,
rappre- sentante Iospostamento
effettivo che ilgenerico punto
del sistema su-bisce nella deformazione. Di conseguenza indicherà le
semplicemente
con e;,,rz, flli;,
per cui con intendero conintendero
Con û intendero
poi
unqualunque
vettore solenoidale inC,
ossiaun vettore
rappresentante
unospostamento
virtuale del sistema apartire
da C. E naturalmente riterro
Cié premesso, si ha che le
(3.1),
con le condizioni al contorno(3.2),
8onoin tutto
equivalenti
alla relazioneglobale
purchè questa
si intenda valida perogni
scelta del vettoreu,
solenoidale WC,
la dimostrazione di dettaequivalenza
essendo in tuttoanaloga
a
quella
data in[3],
8 per stabilire la(1.23),
valida per il caso finito.La
(5.1 ),
relazione simbolica della statica linearizzata deicorpi
incom-primibili
atras f ormazioni reversibili, implica che,
non appena Iosposta-
mento virtuale ü sia uno
spostamento rigido,
debba essererelazione
che,
ritenuta la sollecitazione esterna vettorialmente invaria- bile8S), impone,
inanalogia
al casosimmetrico,
una restrizione nella scelta dellaconfigurazione
naturale di riferimento inquanto esprime
che it
sistema, pensato
comeirrigidito
nellaconfigurazione C, deve,
in taleconfigurazione,
risultare inequilibrio sotto
l’azione della 80llecitazione esterna ad essoapplicata.
Inoltre,
semprenell’ipotesi
che la sollecitazione esterna sia vettorial- mente invariabile(ipotesi
che d’ora inpoi
riterrè sempresottintesa),
segue che
ogni
soluzione della(5.1)
è determinata a meno di unosposta-
mento
rigido.
***
Qualora
si suppongano nulle le e,quindi,
le m,, la relazione(5.1)
si riduce aohe è
equivalente
alle(3.5)
non appena la si intenda valida perogni
sceltadel vettore
ü,
solenoidale in C.Se si ritiene inoltre
M,
= 0(caso simmetrico ),
la relazione che si ot-tiene,
ritenuta valida perogni
vettore ii solenoidale inC,
èequivalente
allé
(3.7)
e coincide con la relazione stabilita in[9], 1,
2.6.
Corpi
elastici : teorema della minimaenergia potenziale
e suainversione,
teorema di
unicità,
teoremi diClapeyron
e di Betti.Come si è visto al n.
4, dall’ipotesi
che laconfigurazione
C di riferi- mento sia intrinsecamente stabile segue che risulta")
0 ssiaindipendente
dallaconfigurazione
attuale.per
ogni
trasformazione isoterma cherispetti
il vincolo diincomprimibilità,
ossia per
ogni
scelta del vettoreÙ,
solenoidale inC,
valendo il segno dieguaglianza
soltantoquando
5corrisponde
a unospostamento rigido.
Posto
e indicato con
9(v)
ciô che diventa il funzionale 8quando
Iospostamento
effettivo u viene sostituito con un
qualunque spostamento
virtuale v,analogamente
al caso simmetrico39)
sussiste la relazionecioè
ogniqoluzione
della(5.1)
rendeminimo, rispetto
aogni
altrospostamenio compatibile
con il vincolo diincomprimibilità,
ilfunzionale
t.Infatti, potendosi
v sempre porre nella formacon ii
spostamento virtuale, risulta,
comeagevolmente
sipub verificare,
ossia,
inquanto
M è unospostamento
virtuale e u è soluzione della(5-1),
39)
Cfr., ad es., [10] pp. 202-204, dove il teorema è dimostratonell’ipotesi
chesistema in esame sia esente da vincoli interni.
relazione
che,
stante la(6.1),
y prova l’assez°to e mette inoltre in evidenza che nella(6.3)
il segno dieguaglianza
vale se e soltanto se v differisceda u al
più
per unospostamento rigido.
Come facilmente si
pub constatare,
la(6.3)
ha come conseguenza ehe incorrispondenza a ogni
sollecitazione si ha l’unicitàc dellasoluzione,
unicità che va naturalmente intesa a meno di uno
spostamento rigido 40).
Con un
ragionamento
identico aquello contenuto,
ad es., in[10],
ypp.
205-206,
sipub
infine provare che il teorema ora dimostrato sipuô invertire,
nel senso che se lospostamento
solenoidale u rende minimo ilfunzionale 9,
allora u è soluzione della(5.1).
Resta cosiprovata
l’esistenza di una soluzione delproblema dell’equilibrio elastico,
subordinatamente alla condizione che esista unospostamento
solenoidale u minimizzante il funzionale 9.***
Conformemente alla teoria
classica,
vien naturale assegnare la deno- minazione dienergia potenziale
al funzionale 9 inquanto
ilprimo
inte-grale
che compare nella suaespressione (6.2) rappresenta
ciô a cui siriduce nella teoria linearizzata il lavoro delle forze interne di contatto
41),
cambiato di segno, ossia
l’energia
TTacquisita
dal corpo nelpassaggio
dalla
configurazione
naturale aquella
diequilibrio forzato,
mentre irimanenti
integrali rappresentano l’energia potenziale corrispondente
allasollecitazione esterna
(supposta
vettorialmente invariabile equindi
senz’al-tro
conservativa)
nelpassaggio
dall’una all’altra delle dueconfigurazioni.
***
Identificando nella relazione simbolica
(5.1)
Iospostamento
virtualeu nello
spostamento
effettivo u siottiene,
tenendopresente
il teorema4°) Cfr. il n. 5.
41) Si ricordi la (2.12) e inoltre che V, non appena si tengano
presenti
ilegami
che limitano la variabilità di e, , rappresenta
l’opposto
del lavoro delle forze interne di contatto nelpassaggio
da C a C’(cfr.
[3], 9).di Eulero sulle funzioni omogenee,
ossia,
indicando con £ il lavorocompiuto
dalla sollecitazione esterna nelpassaggio
del sistema dallaconfigurazione
C allaconfigurazione
diequilibrio forzato,
si ha il teorema diClapeyron 42),
espressodall’eguaglianza
2
dove,
secondoquanto prima osservato,
V èl’energia potenzia,le
imma-gazzinata
dal corpo nel suddettopassaggio.
Oltre al teorema di
Clapeyron,
nell’attuale teoria si conserva immu-tato,
nell’enunciato e nelladimostrazione,
il teorema direciprocità
diBetti
43 ).
A
proposito
diquesti
due teoremi è il caso di osservare che nella loro dimostrazione non interviene affatto la condizione(6.1),
donde la conclu- sione che essivalgono
anche nel caso in cui W sia non elastico.7. Estensione del teorema di Menabrea.
Introdurro a
questo punto
la restrizione che sia la formaquadratica Qi
che la formaquadratica Q2
siano definitepositive, intensificando
cosila condizione di elasticità
(6.1).
In base a taleipotesi
èpossibile
de-durre dalle
(2.20)
e dalle(2.19),
nellequali
si sostituisca la(2.23),
lerelazioni
42) Per il caso simmetrico cfr., ad es., [10], pp. 215-216, dove il teorema è dimostrato
nell’ipotesi
che il sistema sia esente da vincoli interni.43) Cfr., ad es., [10], pp. 216-217. Anche ora vale la stessa osservazione fatta alla nota
precedente.
dove con
M;Oi1 e
ho indicato i coefficienti delle due formequadrati-
che
2Ri
e2Ra reciproche rispettivamente
di2Q,
e2Q~,
coefficientiche,
è
ovvio,
soddisfano alle stesse relazioni di simmetria a cui soddisfano i coefficienti diqueste
ultime.Posto,
perbrevità,
e ricordati i
legami
a cui sonosoggette
leIÀ’4i,
dalle(7.1)
eeguonoper
gli
incrementi leespressioni
le
quali,
sostituite nelle(7.1)
stesse eposto
permettono
di tradurre le(7.1)
nelleche lasciano
ignorati gli
incrementi ~, X.Introdotte le due forme
quadratiche ")
")
È ovvio che nelle (7.4) T e L’ stanno ad indicaregli argomenti
diRI
eÊ2:
pertanto non vanno confusi con
gli
invarianti lineari di Tl’,le
(7.3)
si abbreviano nelle,
IV
con il solito
significato
per i simboliR*,,,, RI,,:
E risulta inoltre
che,
conformemente alleposizioni
fatte al n.2, giustifica l’apposizione
dell’asterisco a
(5).
_A differenza di
.~1
eR2,
che sono definitepositive, RI
eR2
sono soltantosemidefcnite positive.
Infattirisulta,
come subito siverifica,
con la conseguenza che
R1(T)
e si annullanoquando risulta, rispet- tivamente,
ossia
quando
è46) Analogamente,
ègiustificata l’apposizione
dell’asterisco aM:a...
inquanto
è’" ’"
con i e À scalari
qualsiansi.
In altritermini, -Îi1 ,
annullanoquando
i due tensori
LI,,,’
sonoisotropi. Inoltre,
essendo definitepositive
le due forme
quadratiche R1
e12, questo
è l’unico caso in cui le due forme- -
quadratiche I1
e12
si annullano.È
infine anche il caso di ricordareil legame
che intercorre fra le/l’i,
e le eil, il
quale,
stanti le(7.3), impone
che risultiSi
pensi
ora a unaqualunque
sollecitazione internacompatibile
conquella
esternaassegnata, prescindendo
daogni specificazione
della na-tura e dello stato fisico del corpo in esame. In altri
termini,
i tensoridegli
sforzi e dei momenti che ad essacorrispondono,
e che indicherorispettivamente
con eH e andrannopensati soggetti
unicamentealla condizione di soddisfare alle
equazioni
indefinite46)
e alle
corrispondenti
condizioni al contornoIntrodotto il funzionale
dove il
significato
dei simboli èevidente, sussiste,
incorrispondenza
aogni
46)
Le (7.7), (7.8) siottengono
linearizzando le (1.3), (1.4) di [3], 1. 0[hkl è la parte emisimmetrica del tensore Ohk.p08sibile
scelta dei tensoriOii,
la relazioneove, è
ovvio, v1t(T,
è il valore assunto daA’)
incorrispondenza
alla sollecitazione interna effettiva.
Infatti, posto
risulta
ossia,
ricordando le(7.3),
Ricordate le
(2.3’),
le seconde delle(2.7)
e tenutapresente
la simmetriadi
0(’J),
tramitel’applicazione
della formula di Green si ottiene per il secondointegale
che compare a secondo membroD’altra
parte,
essendo i tensoriA’,’,
come i tensori solu- zioni delle(7.7), (7.8),
i tensori.if’ /
soddisfano allecon la conseguenza
che,
ricordate le(2.6)
e tenutapresente
l’identitàper il secondo
integrale
che compare a secondo membro della(7.11)
risultaossia, applicando
la formula diGreen,
La
(7.11) pertanto
si scriveche,
ricordate leprime
delle(7.12)
e le(7.13),
si riduce aLa
(7.10)
si riducequindi,
indefinitiva,
ala
quale,
ricordato che le due formequadratiche RI
e.R2
sono semidefinitepositive, esprime proprio
che risulta verificata la(7.9).
Inoltre,
’ ricordatoquanto
inprecedenza
osservato circa le due forme/%/
quadratiche RI
eR2,
dalla(7.15)
segue che nella(7.9)
vale il segno dieguaglianza quando
e soltantoquando
i due tensori eà 1 /
risultanoIn tal caso le
equazioni (7.12), (7.13)
sispecificano
nellecon evidente
significato
di ï- e1.
Dalle seconde delle(7.16),
ricordatele
(7.14),
si deducecon la conseguenza che le
prime
delle(7.16)
si riducono aesprimenti
la costanza di z inC,
e leprime
delle(7.17)
ain
quanto, essendo,
per le seconde delle(7.17),
i = 0 suE, grad i
è orto-gonale
a 1 ed èquindi
nullal’espressione esprimente
v Agrad
Â.Si
pub pertanto concludere
che Îr è nullo in tutto0,
ossia che i due tensorieii,
y Til hanno la stessaparte
simmetrica edifferiscono,
alpiù,
per la loroparte
emisimmetrica. Invece i due tensori11.’zs, LI,’ difleriscono,
alpiù,
per un tensore
isotropo,
nullo su E. Inoltre ilgradiente
dii f ornisce,
tramite le
(7.18),
il tensore(emisimmetrioo) differenza fra
O=3 e Til.La conclusione delle considerazioni ora svolte è