R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
D OMENICO B OCCIONI
Spazi affini immersi in uno spazio proiettivo sopra un corpo qualsiasi e questioni di ampliamento
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 24 (1955), p. 123-141
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1955__24__123_0>
© Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, 1955, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova » (http://rendiconti.math.unipd.it/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions).
Toute utilisation commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale. Toute copie ou impression de ce fichier doit conte- nir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
PROIETTIVO SOPRA UN CORPO QUALSIASI
E QUESTIONI DI AMPLIAMENTO
(.~)
~l i DOMENICO BOCCIONI (aNel §
1,dopo
alcunipreliminari,
sidimostra, nell’ipotesi
che il corpo base h’ non sia
commutativ o,
la non unicità dellospazio
affine relativ o ad un datoiperpiano
di unospazio proiettivo
~~,~ .Si da pure
esplicito rilie~-o,
nella stessaipotesi,
alla nonunicità sia del sistema di coordinate
proiettive
in~5,~
di datipunti
fondamentali eclunità,
sia dellaproietti~-ità
diS.
in cui si
orrisponùano n
+ 2coppie assegnate
di elementi.Vengono
cos messe in luce tre diverse caratterizzazionigeometriche
della commutati~~ità del corpo base (le ultime due dellequali
erangià
note per un8,).
Nel §
2 vengono risolte alcunequestioni
relati;e all’am-pliamento
di l~, a1 unS£
sopra unqualsiasi
corpoPrecisamente,
nellaprima parte
delparagrafo,
si mostrafra l’altro con un
esempio
come un noto teorema, concernente lapossibilità
dirappresentare
unaproettività
dell’Sn com-plesso
inedianteequazioni
a coefficienti reali, non sia esten- dibile al caso attuale.I)opo
aver ottenuto alcuni altri risultati, si considera in- fine ilproblema
se il gruppo delle trasformazioniproiettive
dello
spazio
numericosopra-
siaimmergibile
o meno inquel-
lo sopra,
K~,
e si danno alcune condizioni perinln iergibilità
di
tipo particolare.
(*) Pervenuta in relazione il > febbraio
~1
l. - Consideriamo uno
spazio proiettivo
destro di dimen-sione n sopra un
corpo K qualsiasi,
anche non commutativo(v.
definizione in[3] 1),
p.178).
Talespazio
vienequi
indicatocon oppure anche
più semplicemente
conS,~ quando,
come in tutto
questo § 1,
non vi siano mutamenti del corpo base K(la
referenza alquale può perciò
esseresottintesa).
Non sarà male rilevare
esplicitamente ( poichè
ne avremobisogno
inseguito) che,
secondo la definizionerichiamata,
un8. = P;,(K)
si identifica con lacoppia
di enti : « insieme rS dei suoipunti »
(ilquale potrà
anche chiamarsi il suo soste-gno)
e~c classe ~
dei suoi sistem~ ammissibiti di coordinate(proiettive)
», alla stessaguisa che,
ad es., ungruppoide ( [71,
p.
117,
oppure[8],
p.8)
non è altro che lacoppia
costituitadall’insieme dei suoi elementi e dalla
operazione
binaria inesso definita.
Ora
è
evidente che esistanogruppoidi
aventigli
stessi ele-menti ma dotati di
operazioni distinte, quindi
distinti(anzi
si
potrebbe
assai facilmente dare unesempio
di duegruppoidi
aventi
gli
stessi elementi ma addirittura nonisomorfi).
Ana-logamente
possonoesistere,
come ci sipuò
convincere consemplici esempi (cfr.
ad es.[11],
p.36), spazi proiettivi .~"
che sono distinti pur avendo lo stesso
sostegno S,
inquanto
dotati di distinte classi
@.
"
Il
prototipo,
per dircos ,
diPr (K) è
naturalmentequello
avente come
sostegno
lospazio proiettivo
numerico destro(cfr. [3],
p.176)
e comerappresentante
della classe-@
l’identità(cfr. [6],
seconda re~nark a p.17).
2. - Le matrici
regotari (cioè quelle, A,
per cui esiste l’in-versa di
tipo (n + 1, n + 1) (ossia
con n+ 1 righe
edn
-~-
1colonne)
sopra ilcorpo .g
formanoevidentemente,
ri-spetto
allamoltiplicazione,
un gruppo9H.
1 ) I numeri fra parentesi quadre rimandano alla bibliografia alla finie della nota.
Per indicare che la
tra.~ f or~~zaNione proiettiva
T diha
equazioni y = Ax (cfr. [3],
p.177),
dovedenotano le matrici
(~o ~~
...~,~)_1,
...-r;.)-1
ditipo (f~, + 1, 1),
scriveremo :T)
y = Pensando allora di indi-care il «
prodotto operatoria
diTl per T. »
con e di chia-marlo il «
prodotto
diT2
è chiaro che lacorrispon-
denza
è un omomorfismo e
quindi
che le trasformazioniproiettive
dicostituiscono un
gruppo ’U (immagine
omomorfadi
Se A
appartiene
alsottogruppo
normale9l
cui in(1)
eor-risponde
l’identità(I - I,~.+i
matriceidentica),
siimmediatamente che ...4. è una matrice, scatnre :
con
0=)=~~~
bastando osservare che alle(n -~-1)-ple ( 1, 0,
... ,
0),
... ,(O,
... , 90, 1), ( 1,
... , y1)
devonorispettivamente
cor-rispondere
le( Po , 0,
... , 20),
... ,(O,..., O, P.), (À.,
... ,7~), (
8.. , p~ , Si vede inoltre facilmente che l’elemento
7~,
chefigura
nelladiagonale principale
diquesta
matrice scalare èpermutabile
con tuttigli
elementi diK,
cioè che 1appartiene
al contro
( [8],
p.42)
di K. Infatti ~gode
dellapropriet~x :
esiste un 11 E K tale che
ciò risultando dal fatto
che,
la y = dando peripotesi 1’identità
deve esistere un ~, tale cheÀç¡
=(i _-_. 0, 1,
... ,ri)
in
corrispondenza
adogni ( n -f -1)-pla ( ~o , ~1’
... ,~" ) ;
tenen-do fisso ad es,
~o , supposto ~ 0,
e facendovariare ~1’
... , 2CI$
si ha
appunto
la(2) donde, posto ; = 1,
risulta X ‘ p, cioè l’asserto.
Abbiamo cos il
LEMMA : Affinchè le
equazioni
y= Axrappresentino
aidentità è necessario e sufficiente che A sia una matrice scala-
re
À1,
con X non nullo cappartenente
al centro di K.Ricordando note
proprietà
clell’omomorfismo( 1),
risulta,che le matrici A e B hanno lo stesso
corrispondente
se e sol-tante se AB-1 E
9L,
cioè si ha ilTEOREMA :
Affinchè y = Aae,
y = Bàgrappresentino
la me-desima trasformazione
proiettiva
di necessario esufficiente che sia B -
ÀA,
con 1 non nullo eappartenente
f~tcentro dr K.
(Per
il casocommutativo,
cfr. a~l es.[9],
a p.
14).
3. -E’ noto (cfr.
[8],
fine p.86)
che in unospazio ([3],
p.183) 9p
di~’n (I~) _ ~~’x ( p = 1, ... , n)
esiste sempresistema ammissibile di coordinate del
quale
si asse-gnino
comunque in~~p
ip+1 punti
fondamentali e ilpunto unità soggetti, questi punti,
alla sola condizione che p + 1qualsiasi
di essi sianoindipendenti.
Ebbene,
dal lemma dimostrato al n. 2 discende immediata- mente che sistema è un~co se e soltanto se il corpo K è commutativo.(Cfr.,
per unrS,, , [8],
p.96).
Infatti se ~
~
è un sistema ammissibile avente i datipunti
fondamentali edunità,
il nuovo sistema ammissibile1 pi 1
dedotto daquesto
mediante la trasformazioneproiet-
tiva di
(K)
diequazioni
con
(H
denotando il centro del corpoI~, supposto dunque
noncommutativo), possiede
evidentementegli
stessipunti
fondamentali edunità,
ma è certamente distinto da~ li I.
D’altraparte
è ben notoche,
se K ècommutativo,
duesistemi ammissibili aventi la dichiarata
proprietà
necessaria- mente coincidono.Assegnate
in due( n + 2)-ple
dipunti Po , Pi , P» Q
e
P’o , P’ l’
2 ... ,P"95
9Q’,
in ciascuna dellequali n + 1 punti qualsiasi
sianoindipendenti,
è chiara l’esistenza di una colli- neazione(cfr. [3],
p.327),
nonsingolare,
in cui esse ordina-tamente si
corrispondono.
Una conseguenza, pure
immediata,
del teor. del n.o 2 è chetale collineazione è un,ira se e soltanto se il coi-po R’ è eomm ie- tativo.
(Cfr.,
per unSi , [3],
th.s I a p.275, 205).
Infatti,
consideriamo in ~~~I due sistemi ammissibili dicoordinate 5 x ~ , ~’ ~ y ~ ~
aventirispettivamente
comepunti
fondamentali ed unità
quelli
delle due(n -f- 2)-ple assegnate.
Se .K non è
commutativo,
le due collineazioni diequazioni
y = =
pIr,
con p E g ’H,
mutano ordinatamente en-trambe la
prima ( n -~- 2)-pla
nellaseconda,
ma sono certamen-te distinte. Il viceversa è ben noto
(cfr.
ad es.[9],
p.14).
4. - h’ essendo sempre un corpo
qualsiasi
(anche non com-mutativo),
definiamo comespazio affine
numerico destro di dimensione n sopraK,
e lo indichiamo con(I~),
l’insiemedi tutti
gli
n-vettori destri sopra K([3],
p.48).
Se b =
(~~
...~~I)-l
ed A = sonorisp.
una matricedi
tipo ( n, 1 )
ed una matriceregolare
ditipo (n, n)
sopraK,
le
equazioni y’ - A~ -~-
b( x’, y’
matrici ditipo ( n, 1 ) )
determi-nano una
tras f o~~ma:~ione affine
T di,4Nl (K)
(insè).
Scriveremo(cfr.
n.°2) :
La
regolarità
della matrice -4 assicura la biunivocità dellacorrispondenza T,
la cui inve’rsa èappunto :
Il
prodotto
dellaT1)
c per la T si definirà (cfr.n.o
2)
come ilprodotto operatorio
di T perT 1:
Dunque
le trasformazioni affini di formano ungruppo-
Si vede immediatamente
(sfruttando le n-ple (0,
...,0), (1, 0,
... ,0),
... ,(O,
... ,0, 1))
che affinchèy’
= B~-~-
crappresentino
la medesima trasformazione affi-ne è necessario e sufficiente che sia A =
B,
b = c.Se S è un insieme avente la stessa
potenza
di(K),
è chiaro allora come,
ponendo
fraquesti
due insiemi una cor-rispondenza biunivoca,
si possadefinire,
inperfetta analogia
con
quanto
richiamato al n.> 1(cfr. [4],
p. 85 e[11],
p.45),
uno
affine
destro di dirnens~one n sopraK,
che verràindicato con
A ~ ( K).
Nascono cos i concetti dipunto (ele-
mento del
sostegno S),
di coordinate~’ l’
... ~9~’.,
e di si8tem ianzmiss~ibztz di coordinate le coordinate
~~;
di unostesso
punto
in due sistemi ammissibili essendolegate
ciaequazioni
deltipo (3).
Naturalmente,
anche nel casoattuale,
si possono fare con-siderazioni del tutto
analoghe
aquelle
del n.o 1.5. - E’ ben noto come
(cfr [4],
p. 83 e[11],
p.44),
fissatoin un un
qualsiasi iperpiano
nquale iperpiano
si possa definire uno
spazio
affine disostegno
~-’L-11 (il segno *
avendo ilsignificato
della teoriadegli insiemi, 8ft
e II denotanoqui
naturalmente isostegni
di que- sti duespazi).
Il classicoprocedimento
usatoporta,
se K ècommutativo,
a determinare univocamente talespazio
affine.Invece,
come oramostreremo,
se K norc ècomm-utr~tivo,
lostesso
procedimento
non individuapiù (K) di sostegno
8~~ ~ TI,
inquanto
esistono sempre almeno duespazi
affinidistinti costruibili in tal modo.
(Cfr.
la fine del n.O4.)
Premettiamo la
seguente
osservazione di immediata veri- fica : Affinchè un datoiperpiano
n diS~~
abbiaequazione
;0 =
0 in un sistema ammissibile di coordinate(proiettive)
~
è necessario e sufficiente chegli n punti
fondamentaliQ1,
... ,Q~~
delsistema i (escluso
cioèquello
di coordinate1, O,
... , 20) appartengano
a n.Indicheremo allora con
in ogni
sistema ammissibile di coordinateproiettive
in8,.
i cuipunti
fondamentaliQl,
...,Q"
appartengono
a n.Posto
siano
e.
le coordinate di unqualsiasi punto
P EA.
in un sistema ammissibile
Sr 1 x 1
diS" (dunque 9,, =~= 0).
P individua evidentemente
gli n
elementi di g :che diconsi
(cfr. [8],
p.94)
sue coordinate non om.o,genee(dei stre).
E’ chiaroche, viceversa,
dati~’ l’
... ,~’"
E.I~, questi
in-dividuano in
,A,~
unpunto
che li ammette come coordinatenon omogenee
(precisamente quello
avente in8,,
le coordi-nate
1, ~’~,
... ,~’").
Le coord nte non omogenee(4) (la
cuiMrpla
si consideri come un n-vettoredestro)
possonodunque
assumersi(n.o 4)
come coordinate affini delpunto
P inA ",
restando cos definito un di
sostegno
ASiccome nella definizione di
questo
si sfrutta il sistema ammissibileéx
di~5,~,
non sipuò dire,
senza ulterio-re
indagine,
se tale definizione ne sia o menoindipendente.
Eseguiamo
allora inquesto A" (g)
una trasformazio~~e ammissibile di coordinateaffini y’=
b(n.o 4).
PostoB = 1 ~ Bò questa matrice,
ditipo ( (tt. + 1, tt. + 1), -~- ~ -f-
è eviden-temente regolare, quindi
la trasformazione di coordinate pio- iettive è una trasformazione ammissibile inS. -
Nelnuovo sistema n ha ancora
equazione
1% _-_0,
cioè’
=i’ ~r,
e si ha= r~’1.... , ._ ~ n
con(’l’~,
... ,
= 1/’.
Siano, viceversa, t’~
=~1~0’~~... ~ ç’"
= coordinatenon omogenee definite in
A n ,
come fatto sopra per le~,,
a
partire
da un certo sistema ammissibile 1 di S~~.Il
passaggio
dain’
ad.03B2"
si effettuerà medianteequazioni z= Ax,
con A matriceregolare
ditipo (n + 1, n + 1)
taleche
(posto
A =(r.),
a = ...a_)__1) :
dove A è una matrice
regolare
ditipo
( n,n). (Basta
infattiosservare
che,
mettendo alpoeto
dí o nella z=Ao le coordi-‘nate nel
sistema in
deipunti
fondamentali ... ,Q~~ di 03B2lr,
si deve sempre
ottenere ~o
=0). Distinguiamo
allora due casi.Se
appartiene
al centro diL~,
dalla z = Aw si deducez’ ~ a~’ -~- A’~’
conA’ = Aa ~ ~ ~
a’ =(cfr. [4],
t p.84).
Se invece non
appartiene
al centro diK,
e ilpassagggio
dal- sistema di coordinate non omogene
~ z’ ~
di A" aquello z’ ; ~
potesse
effettuarsi mediante== e -(- (con
Cregolare
di
tipo (~ ~))~
la conè=(’ } definirebbe,
apa~~-
tire da t un certo sistema ammissibile
u ~
tale che le coordinateproietti ve ’~~
deipunti
di~ (= 8.
-*-II)
son pure coordinate zdegli
stessi. Mediante le formule di trasforma- zione u = Dz frain
edin,
alle(1, O,
... ,0)~
(1, 19 09
...,0),
..., >(19 Oy ...,’0, 1)
dovrebberoquindi corrispon-
dere
risp. (Ào, O,
...,0), (Àv Àu O,
...,0),
..., 9 $O,..., O, i.),
con
Xoy ... ~ À.
elementi non nulli di K. D’altraparte (cfr.
qui sopra)
dovrebbe essere con Dregolare
dtipo (~ n) (e, naturalmente, =~= O).
Neseguirebbe
cheD
= con I matriceidentica,
ossia cheD
è una matrice scalare. Ma allora lo stessoragionamento
fatto nella dimo- strazione del lemma al n.O 2porterebbe
a concludere che~oo appartiene
al centro diK,
equindi
si avrebbeu
~ =7r
Di
qui
verrebbe che z .= ed u =~w rappresentano
la mede-sima trasformazione
proiettiva
in(K), quindi
dovrebbeessere
(per
il teor. del n.o2) 1,= ’IO
con v non nullo e appar- tenente al centro di K, cioè dovrebbe essere elemento del centro diK,
controll potesi.
Possiamodunque
concludereenunciando il
seguente
’LEMMA: Condizione necessaria e sufficiente affinchè due si- stemi ammissibili di coordinate
proiettive x ~
di8. = P:(K), legati
dalle formule di trasformazione con~L=(x~
dianluogo,
mediante le(4),
al medesimodi
sostegno
è che aooappartenga
al centro di K.Di
qui
segue immediatamente ilTEOREMA: 8e il corpo K non è possono tro-
vare almeno ~e sistemi ammissibili di coordinate
proiettiva S~, §~
in che dianluogo,
mediante ladefinizione
di coordinate
~~
~prcM~ dalle(4),
a ~eA~ (K)
~~
Hfra
~ ~o distinti.Infatti,
se è unqualunque
elemento H(H
centro-di
K),
perogni S1t
inB",
un tale èquello definito,
a par-tire da
Sz
dalle.
equazioni
z= Ax con A =i
dove a ed.~
aA
A sono
risp.
una matrice ditipo ( n, 1)
ed una matriceregolare
di
tipo (n, n) qualsiasi
sopra K.In definitiva
possiamo
dire che lo relativo adun dato
i per piano di ~
= uni,co se e soltantoè commutativo.
,
§2
6. - Se un sopracorpo
proprio
di K:possiamo
dire che Iospazio
numericoPN; (K*)
è una esten-zione di
(cfr. [3],
p.178),
e scriveremo :Questa
affermazione(e quindi
la scrittura(6))
vaperò opportunamente interpretata,
eprecisamente
nel senso cheè
(nel
senso della teoriadegli insiemi)
adun sottinsieme
( proprio)
diPN2(K*).
Si riconosce infatti subito l’esistenza di
questo
sottinsieme. Poato abbreviatamente
esso è costituito da tutti i
punti
diPNÀ (K*) (denotandosi qui
con - cfr.
[ ~ ] ,
pag. 176 - una classe[ ( a~ * ) ]
di(n + 1)-ple (ai*) ~rroporzzona~i
a destraK*)
deltipo
rappresentabili
cioè mediante una(n + 1 )-pla (ac)
di ele.menti di K.
(Che poi questo
sottinsieme siaproprio,
discendedall’ipotesi (5),
osservando ad es.che,
sep*
~ jf* -~L.K,
la(n -~ l).pla ( 1, ~J.*,
~. ,~J.*)
non èproporzionale
a destra adalcuna
(mi)
Poichè la classe
[( C%,À *) ] è ~ sc~npre
per-5»
effettiva-mente
più ampia
l’insieme non contiene adatto l’insieme
~dents,~c,~an~o però,
come fa-remo nel
seguito (cfr. [2],
p.260, a) ),
ciascunpunto [(x)]
dicon la sua
immagine ( 7) nell’equiva,lenza suddetta,
l’affermazione all’inizio di
questo
n.o e la scrittura(6) acqui-
stano il
significato
usuale.E’ chiaro allora
([3],
p.179)
come da unPr (K)
di soste-gno 8 (n°. 1)
possa dedursi un disostegno D 8,
in modo che la
corrispondenza
biunivoca fra ~S’~ ePN: (K*) definente
subordini fra ~S equella
definenteOgni P:(K*)
ottenuto in tal modo si dirà unamplia-
mento
(o un’estensione) di Pr (K) corrisponde~rcte
all’estensio-ne di K a K*
(ed
allo stesso modo si indicherà1’operazione _
di
passaggio
daP:(K)
aP:(K*).
Questo ampliamento
si traducedunque
in unampliamento (nel
senso della teoriadegli insiemi)
sia delsostegno S,
sia del-la classe
[ (ai)]
delle coordinatespettanti
a ciascun elemento di S(punto
di sia infine dellaclasse ~
dei sistemi d coordinate ammissibili inPi(K) (n.o 1).
--
Si osservi
che,
se g*’ non ècommutativo,
non sipuò
esclu-dere a
priori,
come risulterà dalseguito ( n.~ 8),
che fra i siste- mi di coordinate subordinati in 8 dai sistemi ammissibili dellospazio ampliato P; (K~’)
ve ne siano alcuni sopra K(cfr.
n.°8)
ma non ammissibili in
P:(K),
cioè nonappartenenti
a0. » .-
Se invece g~’ è
commutativo,
laclasse @
non subiscenoto)
alcunampliamento
« sopra K »._~
7. - Sia
.P; (K*)
unampliamento
di unospazio P~ (K),
corrispondente
all’estensione di K ad un corpo g~qualsiasi.
Da un noto teorema sulle
equazioni lineari,
sopra un corpo anche non commutativo( [ 10 ] ,
p.117),
risulta immediatamen- te(appena
si riferisca al sistema coordinato ammis- sibile definente di cui al n.°preced.)
che: .Punti di
P: (l~)
sono(linearmente) dipendenti
inP~ (K.,.
se e soltanto se essi sono tali in
Pl (8’). (Quindi
il rango di una matricesopra-
coincide col rango dellastessa,
consideratacome matrice sopra
K*.)
Osservato
ciò,
consideriamo ora lospazio
numerico(K*).
E’ chiaro(cfr. [3],
p.178)
cheogni
trasforma-zione
proiettiva
diquesto spazio
che siarappresentabile
conequazioni
coi coefficienti in I~ :con A matrice sopra
K,
mutaogni punto
di(I~)
in unpunto
di cioè trasformaPN ; (K)
in sè stesso.(Anzi
è evidente che le
(8)
trasformano addiritturaPN~ (K)
s~c sèstesso.)
Ci chiediamo
adesso,
viceversa: Una trasformazioneproiet-
tiva T* di
PNI (J~*) :
(cfr.
n.°2)
che trasformi(I~)
in sè stesso èrappresenta-
bile con
equazioni
deltipo ( 8),
cioè(n.o 2, teor.)
esistono unamatrice A sopra g e un 1*
appartenente
al centro di 8’~ tali che A*’ --- X*A ? Larisposta
è(notoriamente)
s se K* è com-mutativo, (in generale)
no se g’~ non è commutativo.Consideriamo infatti per un momento come un
P§ (K*),
fissando in esso l’identità come sistema coordinato ammissibile(definente) 9*
(cfr. i n.’1, 6).
Esso sipresenta
allora come un
ampliamento
delP"
disostegno (.K).
Per i
ipotesi
T~’porta
ipunti 0, ... , 0), ... , A’~ ( o.... ,
0,1), 1, ... , 1)
diP:(K)
in certipunti B°(~; ~*), ... , B"(~i"~1t~*),
ancora di
P:(K) (~,..., ~¡", K).
Ora si
può
facilmente verificare cheogni
sostituzione li-neare omogenea
(sinistra) y*’
=A*x*,
con A’~ matriceregolare
di
tipo (n + 1, n + 1)
sopra unqualsiasi
corpo I~ ~ muta(n -~- 1)-vettori
destri sopra I~~ linearmentedipendenti (indi- pendenti)
sopra h’~ in(n + 1)-vettori
destri ancoradipendenti ( risp. indipendenti). (Ciò
è sostanzialmente dimostrato in[3],
ult. capov. di p.
180.)
2
punti AO,
... , yA",
V essendo manifestamente adn
-~-1
ad n+ 1 indipendenti,
ne viene che tali saran pure i loro trasformatiB°,
.. , W medianteT’~,
anche se conside-rati
(v.
il 30 capov. diquesto n.°)
comepunti
diP~ (K).
Ma al-lora
(n.° 3)
esiste inP: (K)
un sistema coordinato ammissibileS
in cui ... ,B*;
~W’ hannorisp.
coordinate( 1, 0,
... ,0),
... ,(O, 0, ... , 1), (1, 1, ..., 1).
Se allora y= A ly ( dove
,1 è matri-ce
regolare
soprab.’)
sono le formule di trasformazione fra il sistema( definente, identico) 9 ed i, è
chiaro che leequazioni
determinano in
PN; (K*)
una trasformazioneproiettiva T1*’
che muta pure
(come
laT*)
ipunti A°,
... ,A’~,
Vrisp.
neipunti B°,
... ,B",
W di Ma allora leequazioni y*
= mutanoA°,
... , yA",
V in sèstessi,
donde(cfr.
la dimostrazione del lemma al n.°
2)
segue = IX*(0 =~= À* I~~), quindi
Ora,
se K* ècommutativo,
la(9)
ci dice(n.° 2)
che T* =T~’~,
come affermato.
Se invece K* non è
commutativo, può
accadere che À * nonappartenga
al centro dig*’,
onde non sipuò
concludere che T* - Daremo ora unesempio
di unatrasformazione proiettiva
diPNx (K*)
chetras f ornz~
in sènon è
rappresentabile
conequazioni
deltipo ( 8).
Basta in-fatti assumere come corpo g’*
quello Q
deiquaternioni
soprail corpo reale R
( [3],
p.40). Q
è notoriamente una estensionenon commutativa di R.
Premettiamo alcune osservazioni relative al caso
generale.
Se
p’~
E 2~* 2013 Ií ed èpermutabile
con tuttigli
elementi di Kma non con tutti
quelli
diK*,
la trasformazioneproiettiva
subordina evidentemnte in
PN:(K)
l’identità.(Vice~Tersa,
geT*) y’~
=A*x,* subordinasse inPNt (K) 1’identit~,,
si vedrebbefacilmente,
con dimostrazionepressochè
identica aquella
dellemma del n.°
2,
che A~ =p*’I
conp*
E K* epermutabile
contutti
gli
elementi diK.)
SeT2*
fosserappresentabile
con equa- zioni deltipo (8),
cioèy*
= dovrebbe essere allora A =pI
con p
appartenente
al centro di I~. Ladoppia rappresentazione
di T 2 *:
implicherebbe
allora(n.° 2, teor.) p*7
==X*p7
con À.=~=
O epermutabile
conogni
elementodi
K*,
cioèSe ora
supponiamo
inoltre che K sia contenuto nel centro diK*, questa eguaglianza
verrebbe a dire chep* appartiene
alcentro di
K*,
contro1’i~tesi.
Eccoquindi
che(se
esistex-sero
K,
K* ep*
soddisfacenti alle condizioniposte)
fornirebbegià l’esempio
cercato.Un
esempio
menoparticolare
sarebbe fornitopoi (ferme
restando le
ipotesi
e le notazioni del capov.preced.)
daogni
trasformazione
proiettiva
ove B sia una
qualsiasi
matriceregolare (di tipo
( n-t- 1.
n -+- 1))
sopra I~. InfattiTo*’
=T2*T3*
(n.-2),
conT3*) y* = Bx~, quindi
intanto è chiaro cheTo*
mutaPNI (K)
in sèstesso
(anzi
addirittura su sèstesso).
Poichè evidentemente la trasformazioneproiettiva
subordinata daTo*
in èrappresentata
dalleequazioni
y ==Bx,
seTo*’
ammettesse unarappresentazione y’~ = Cx~
deltipo (8),
dovrebbe essere(n., 2, teor.)
.B = con aappartenente
al centro di K. D’altraparte (per
lo stesso teor. del n.o2)
dovrebbe esserep*’B
=v*C
con
appartenente
al centro diK*,
ossiap*r-1C
=~.~’C,
don-de
(moltiplicando
a destra perC ~) : p’~
Diqui
l’assur-do (cfr. la
( 11)).
Ritornando al corpo K~’
= Q
deiquaternioni
sopra il corpoh = R dei numeri
reali,
assumiamo allorap* = i ( [3],
p.IO).
Evidentemente E’ chiaro
poi
cheogni
numeroreale è
permutabile
con le matrici i,j, k, quindi
conogni
ele-mento 2
+ pi + yj Q. Dunque
è contenuto nel centro di K* ed èij =~= ji.
Eccoprovata
1’esistenza diK,
K* ep*
talida soddisfare alle condizioni
poste
nei dueprecedenti
capo- versi.Dunque la ( 10),
o ainaqualsiasi
delle( 12),
con K:=:.R,
= Q, p*’ = i, f ornisce
suddetto.Concludendo: Se una trasformazione
proiettiva T*) y*
=di
( K*)
trasforma(K)
in sè stesso ( K CK~’ ),
essa èrappresentabile,
se K* ècommutativo),
conequazioni y’~
dove -1 è matrice sopra K.
TEOREMA : Se K* non è è
invece
falsa.
Solo s.ipuò
seT*) y*
=trasfo;ma
PN~, (K)
in sèstesso,
t’esi.stenza di una niatriee 9. soprac K e di e temen.to 1* di K*(in generale
nonpermutabile
con tuttigli
elementi diK*)
tali che siac A* = A.~~’. Sepoi
T* trasformasu sè
stesso,
esistono inoltre Bsopra K p
taliche ...4.* = AÀ* =
L’ultima affermazione si
giuatifica
facilmente. Se infattiT*) y~’
= trasforma(K)
su sèstesso,
ciòsignifica
cheanche l’inversa
T*’- 1)
= trasforma(K)
in s~stesso, quindi,
perquanto
sopra, esistono B-1 e tali che A’*-1- dondeappunto
A’~ =Nel corso della dimostrazione abbiamo pure ottenuto il ~
LEY1BIA: Affinchè
T’~) y*’ = A’~x*’
subordini in laidentità è necessario e sufficiente che sia A* = con v* ele- mento di I~~ non nullo e
permutabile
con tuttigli
elenientdi K.
8. - Vediamo adesso di
giustificare
un’affermazione fatta al- la fine del n.° 6( penult.. capov.).
La trasformazione
proiettiva T*) y*
= A*x* diPN: (K~’),.
di cui al n.>
precedente,
sia oraquella
che fa passare dal si- stema coordinatoammissibile S* x * -~
definentel’ampliamento
di
P ; ( x) ( n.° 6)
ad unqualsiasi
sistema ammissibile~
y. ~ dell’ampliamento
stesso. Premettiamo ilseguente
LEMMA: Se
y~‘ = C*’x’~, T2*’) y~ = D*’x~
sono due tra-sfomazioni
proiettive
di(K*)
che trasformano entrat~l~~e(K)
su stesso e che subordinano inoltre in esso la mede- simacorrispondenza,
deve essere D* = = con’1*,
~c~elementi di
permutabile
eonogni
etemento di K.Basta infatti
applicare
il lemma del n.°precedente
alledue trasformazioni
proiettive
diequazioni y*
=y*
Se la suddetta trasformazione
T*) y~’
= A*x* trasformaPNI (K)
su sèstesso,
nasceevidentemente,
tramiteT ~’,
unacurrispondenza
biunivoca fra ilsostegno
diP% ( I~) ( n.~ 6)
e lo
spazio numerico PNI (K), corrispondenza
che stabiliscequindi
in S un1
di coordinateproiettive
so pra i tcorpo K
(cfr. [11],
p.32),
che diremo suborctz~ato in 8 dalsistema S* ) ~ y* ~ .
Se
ora i ~ 1/ ~ appartiene
allalasse @ ( n.° 6),
deve esi-stere una matrice
(regolare)
A sopra K taleche y =
Ax sianole formule di trasformazione dal sistema
§ j 1 x ~ ,
definentead
S ~ y ~,
ossiatale
che la trasformazioneproiettiva 1’°)
dellospazio ( I~)
coincida con lacorrispon-
denza subordinata in
questo
dalla T*’. D’altraparte
è chiaroche
T~
non è altro che lacorrispondenza
subordinata in(K)
dalla trasformazione
proiettiva y* =
Ax’‘ diP-V" (K*).
Applicando
allora aTo~ e
T* il lemmaprecedente,
otteniamo il TEOREMA: Condizione necessaria e sufficienteaffinchè,
nel-l’ampliamento
diP ;(K),
la lassee
dei sistemi di coordinate ammissibili diquesto spazio,
non subisca alcunampliamento
« sopra K » è
che,
perogni
trasformazioneproiettiva
T»Y* = A*x*
di(K*)
che trasformi su sèstesso,
esistano una matrice A sopra
g’,
e in I~* un x*permzct~r bi ~c
con
ogni
elemento di K tali che A*’ =E’ allora chiaro come
questo
teorema lasci adito(cfr.
ilteor. del n.o
preced.)
allasupposizione,
fatta al n.° 6(penult.
capov.),
di unpossibile ampliamento
« sopra K » della classe0.
Un
esempio
diampliamento di ~ sopra-
andrebbeperò
cercato nel caso di I~ non contenuto nel centro della
propria
estensione
.K~, poichè
evidentemente dai due teoremi di que- sto n.° e delprecedente
segue ilCOROLLARIO : Se K è contenuto nel centro di
K*,
la@
non subisce alcun
ampliamento
« sopra K ».Ciò vale
dunque
inparticolare
per icorpi
I~ = R e K* =Q
considerati al n.°
precedente.
9. -
P" (K*)
essendo sempre unampliamento
di un(K
CI~~ ),
accennerò orà brevemente ad altre duequestioni
rimaste
aperte.
Se il corpo è
commutativo, valgono
i due ben noti teo- remi(il
secondo deiquali
è un’immediata conseguenza di unaproposizione
enunciata al n.° 7 -prima
del teor.-):
I. Se i
punti
fondamentali ed unità di un sistema coor~ii- nato ammissibile§*
diPÀ(11*)
sono inP~, (K),
ipunti
diammettono
in é’
coordinate inK, (ossia
n.° 6 -- lerelative classi
[(ai*)] appartengono
a11.
Se, viceversa,
in un sistema ammissibileS *
ipunti
diammettono coordinate in
K, ogni punto
diche
goda
diquesta proprietà
è inP~, (K).
Non sembra che
questi
due teoremi possano estendersi alcaso non commutativo
(qui
sotto ne è fatta un’estensione inipotesi
moltorestrittive).
Infatti, quanto
al teor.I,
si osserviche,
se K* non fossecom~utativo,
esisterebbe ancora certamente(come,
nella fat- taipotesi,
facilmente sidimostra)
un sistema ammissibile95* ~ z* 1 di 1’n (K*)
aventegli
stessipunti
fondamentali ed unità deldato S. i y. ~
e tale inoltre che in esso ipunti
diPr(K)
ammettonocoordinate 1;
inx,
maquesti
due sistemipotrebbero
ora benissimo essere distinti ( n.°3). Quindi
la con-clusione del caso commutativ o non sarebbe
più
lecita.Quanto
al teor.II,
basta pensareche,
se K~ non fosse com111utath;o,
laproposizione
del n.° 7 sopra richiamata non ;a.-rebbe ora
più applicabile
e rimarrebbequindi aperta
lapossi-
bilità (cfr. il teor. del n.°
7)
che la trasformazioneproietti~-=~
z~# _ _I~~x~,
che dal sistema ammissibileS. 1 z*} 1
definentefa passare al
dato S * y* ~ ,
non trasformipiù
necessariamente accade nel caso commutativo)
(K)
8u sèstesso.
Siamo
però
ingrado,
in base al lemma del n.° 7 ed al teor. dello stesso n.°, di enunciare ilCOROLLARIO: Se K è contenuto nel centro di
K*, valgono
teoremi
I,
II.14. - h’~ essendo sempre un sopracorpo
proprio
diabbiamo
già
osservato ( n.°2)
che le matriciregolari
ditipo
(n + 1, n + 1)
sopra I~’~costituiscono, rispetto
allamoltipli-
cazione,
un gruppoQuelle
fraqueste
matrici che sonosopra I~
(cioè
che hanno tutti i loro elementi inK)
costitui-scono evidentemente un
sottogruppo proprio 9H
diConsideriamo
1’omomorfismo,
del gruppo sul gruppo
’b*
delle trasformazioniproiettive
dello
spazio
numerico(K*),
dato(come
si è visto al n."2)
dallacorrispondenza
Il trasformato del
sottogruppo
9H diM"-’
nell’omomor- fismo( 1:3’)
è ilsottogruppo ’r;’
costituito da tutte le . trasformazioniproiettive
T’ di che sono rappresen- tabili conequzioni y~’
= A~’~ coi coefficienti in K. Si hadunque :
questo
omomorfismo essendo realizzato dallacorrispondenza
sia
sottogruppo proprio
di~* (v. (14))~
risulta ades. dall’osservare che la trasformazione
proiettiva
diequazioni
~
=A ~.~’~
con A*= ~ ~
EI~ * ’ 1~
muta ilunto
’
con0
(’1 muta ilpunto
[ ( 1, 1, ... , 1) ]
di nelpunto [(1, a*’,
... ,ex*)]
che appar- tiene aP~~V~ ( ~í ~ )
n~a non a( n.° 6),
mentre abbiamogià
osservato 1, n.°7)
cheogni
trasformazionedi ‘~’
trasformain sé stesso.
Considerato pure 1’omonlorfismo
dato (n.,
2)
dallacorrispondenza
~
denotando adesso il gruppo delle trasformazioniproiettive
dello
spazio
numerico dimostriamo anzitutto ilLEM;IA : La
corr~is pondercza
è un
Basta evidentemente dimostrare l’univocità della
( 15),
ilche si
può
fare assai facilmente in base al teor. del n.° 2. Tu-fatti,
se,y*’
= è un’altra,rappresentazione
sopra K della medesimaT’) y~ _ _~ ~’~,
deve essere B = ~’~A con 7~’~ appar- tenente al centro di Ma allora è chiaro(p.,
=1*&,,)
cheX* _ ?~
E K, quindi
B == con ~appartenente
al centro di.I~,
ossiarappresenta
la medesimaDenotati
rispettivamente
conf
i centri
( n.° 2)
deicorpi K, K*,
abbiamo allora ilTEOREMA:
( 15) é
unisorrtor f ismo
se e sottan-to se il centro di K è contenuto in
quello
diK*, (cioè
seogni
elemento di K che sia
permutabile
con tuttigli
elementi di K lo è pure con tuttiquelli
diK*).
Infatti,
se ~1’ ~ H*’ la(15)
èbiunivoca, poiché
daT’1) y~ _ Tl, T’2) y*
=Ar~~ --
Ti =T.~
segue A1-con 7~ E H
( n.° 2)
equindi (poiché X
EH*) T’ 1= T’ 2. Viceversa,
se la
(15)
è biunivoca si ha.H C H’~, perchè
se ~ fosse un ele- mento di .FI nonappartenente
adH’~, posto T’1) y*
== ey~’
= sarebbe7 B =~= T’2
maT~
=~2
(n.*2),
control’ipotesi.
Dunque,
se I~ non è contenuto in.H’~,
lacorrispondenza
omomorfa
(15)
non è certamente un isomorfismo. Perciò nonsi
può più concludere,
come si fa nel casocommutativo,
che ilgruppo
t;*
è un’esten.sionedi T;
o, come anche si suoldire,
cheT;
èimrrzergibite
int;’:~,
nel senso è isomorfo ad un certoeottogruppo ‘~ ~’
di~.
Di
qui
ilproblema
didecidere,
nel caso che H non sia con-tenuto in
H*,
se oquando
ilgruppo ’U
delle trasformazioniproiettive
diPNr (K)
siaimmergibile
inquello V*
diPN: (K*).
Osserveremo ancora che il