R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
M AURIZIO T ROMBETTA Strutture di convergenza per filtri
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 61 (1979), p. 91-114
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MAURIZIO TROMBETTA
(*)
1. Introduzione.
In un lavoro di M. Dolcher
( [1] )
vengono esaurientemente stu- diate le relazioni intercorrenti fra lecategorie
13degli spazi topolo- gici
e £degli
insiemi dotati di struttura di convergenza per succes- sioni. Lo studio viene condotto attraverso l’introduzione di due fun- tori fra 13 e £ nei due versi. Inparticolare,
vi si affrontano iproblemi
della deducibilità di una struttura di convergenza da una
topologia
e viceversa.
Ora, ogni
successione 8 su un insieme E èpensabile
come unfiltro gs sullo stesso insieme.
È
notopoi
che in unospazio topologico (E, r)
si dà una nozione di convergenza anche per i filtri eche,
se inesso una successione 8 converge a un
punto
p, accade lo stesso anche per gs. Essendodunque
il concetto di filtro unageneralizzazione
diquello
disuccessione,
mi sonoproposto,
inquesto lavoro,
di studiarei
legami
intercorrenti fra le duestrutture, quella
dispazio topologico
e la « struttura di convergenza per filtri »,
analogamente
aquanto
fatto per le successioni nel citato lavoro
[1].
Ho
dunque
cominciatoquesto
studio introducendo(n. 2)
il con-cetto di « struttura di convergenza per filtri », adattando a
questo
caso i tre assiomi di Fréchet-Kuratowski
(cfr. [1 ],
pag.68,
per il casodelle
successioni)
s da ottenere una nuovacategoria
Y. Fra le sotto-categorie
diY,
mi sono interessato a due che mi sono apparsesigni-
(*)
Indirizzo dell’A.: Istituto di Matematica dell’Università - PiazzaleEuropa
1 - 34100 Trieste.ficative e
corrispondenti,
grossomodo,
allesottocategorie topologiche b2 degli spazi ( T2 ) .
Ho
poi
introdotto i due funtoriF di b in :F e T di :F in b (1) (n.
3 e4)
e ne hostudiato
taluneproprietà.
Perquanto
concerne la deducibilità di unatopologia
da una struttura di convergenza perfiltri,
larisposta
è dellepiù semplici.
Meno banaleè, invece,
larisposta
al
problema
inverso(n. 5).
Ho
affrontato,
aquesto punto,
lo studio delle relazioni intercor- renti direttamente fra lecategorie
di « convergenza » £ ey,
cioè pre- scindendo dallacategoria
t. Ho cos introdotto(n. 6)
e studiato il funtore M di £ chetraduce,
in terminif ormali,
l’idea diriguar-
dare la convergenza di successioni come casi
particolari
di convergenza di filtri.Ho, inoltre,
affrontato(n. 7)
alcunequestioni riguardanti
certi fun-tori
composti
in cuiintervengono,
fral’altro,
anchequelli già
notiche
legano
lecategorie
£ e 13.ALCUNE NOTAZIONI. Scriveremo 8C8 in
luogo
di « strut-tura di convergenza per successioni
(per filtri)
». Data una successione 8,
su un insieme
E,
indicheremo conOs
una suagenerica
coda e,quando
è il caso, con
quella
coda che si ottieneprescindendo
daiprimi
n -1 termini di 8.
Inoltre, 181
indicherà l’insiemedegli
elementi di E checompaiono
in 8. Il filtrogenerato
dalle code di 8 verrà sempre indicato con 92s. Se x è un elemento diE,
i simboli(x)
e[x]
indiche-ranno sempre la successione di termine costante x e l’ultra filtro
(u.f.)
banalegenerato
da tale elemento.Inoltre,
dati unospazio topologico (E, r)
e un suopunto
p, con indicheremo sempre il filtro dei 7:-intorni di p. Infine,
dati duefiltri 99
e 1jJ su un medesimo insiemeE,
diremo che essi sono fra loro concatenati se, comunque si
prendano
sempre Indicheremo con
il loro filtro intersezione e,
quando esiste, con wVw quello disgiun- zione ; scriveremo 99 - 1jJ
per direche 99
è meno fine di y.2. La
categoria Y.
È
noto chegli spazi topologici
costituiscono unacategoria 13
nelsenso di
Eilenberg
eMaclane,
in cui i morfismi o mappe sono leappli-
cazioni continue. Parimenti è noto che
gli
insiemi dotati di unaBCS,
(1)
Il simbolo T haqui
unsignificato
diverso daquello
che ha in [1].che intenderemo nel senso definito in
[1],
formano anch’essi una cate-goria £
i cui morfismi sono leapplicazioni
che conservano la conver- genza : cioèun’applicazione f : (E, 2)
-(E’, ~.’ ),
dove A e À’indicano
duescs,
è una mappa di ~, se accadeche,
perogni
successioneVogliamo
ora definire unacategoria analoga
alla~., partendo
daifiltri anzichè dalle successioni.
DEFINIZIONE
(2.1).
Diremo che in un insieme non vuoto E è defi- nita una struttura di convergenza perfiltri
se èassegnata
unalegge 0
che adogni filtro 99
di E associa un sottoinsiemeEtp (eventual-
mente
vuoto)
diE,
in modo che siano soddisfatte le tre condizioni(assiomi
diFréchet-Kuratowski) più
sottoriportate.
Se p EEtp,
diremoche p è un
punto
limitedi 99
oche 99
tende o converge a p e scriveremo q - p, o,quando
è il caso,Gli assiomi richiesti ad una SOF 0 sono i
seguenti:
Per
ogni punto
pE E,
l’u.f. banale[p]
converge a p.Se un
filtro 99
converge a p(E E),
e se èy~ ~ g~,
alloraanche V
converge a p.(FKl/J3) - esiste > 99
tale che nessun filtropiù
fineconverge a p.
°
Per
poter
enunciarepiù
comodamente la(1~’g~3 ),
diamo laseguente
DEFINIZIONE
(2.2).
Unfiltro 99
è detto totalmentedivergente
da unpunto
p(E E)
se nessun filtropiù
finedi 99
converge a p.Scriveremo,
in tal caso, 92 p.
Si
può
allora scrivere(1~’.K~3 ) - Se cp
B p, tale che y~ p.Essendo
che,
perogni
filtro q;, esiste unu.f. y
che loraffina,
lacondizione
equivale
alla(I’.K~3’ ) -
Se esiste unu.f. ~ ~ g~,
taleO,
ciò che è lostesso,
( I’~~3" ) -
Se perogni ~ ~, y~ --~ p, anche p
converge a p.DEFINIZIONE
(2.3).
Diciamo che unpuuto
p E E è isolato in ø se1’unico filtro
convergente
a p in 0 è l’u.f. banale[p].
Ricordiamo ora
che,
dataun’applicazione f : E --~ E’
e dato unfiltro 99
suE,
leimagini,
attraversof , degli
insiemidi 99
sono unabase di filtro in E’ : indicheremo con
f(99)
il filtro daquesta generato.
Si verifica ora immediatamente che
gli
insiemi(E, W)
dotati di unaBCF costituiscono una
categoria
Y non appena si assumano come mor-fismi
quelle applicazioni f : (E, W) - (E’, Ø’)
che conservano la conver-genza dei
filtri,
ossia taliche,
se q~
p(E E),
allorafl f(p ) (E E’ ).
I tre assiomi richiesti sono
indipendenti.
InfattiESEMPI
(2.1).
Sulla retta realeR,
consideriamo le treseguenti leggi
di convergenza. Ipunti #
0 siano sempre isolati. Verso 0:a)
nonconverge alcun
filtro; b)
convergono solo i filtri successione che vi tendono in sensoordinario; e)
convergono tutti e soligli
u.f.È
imme-diato constatare che in ciascuna delle tre situazioni
valgono
esatta-mente due delle tre condizioni richieste da una BCF.
Notiamo che la condizione richiesta dal terzo assioma è molto forte. Taluni AA. la sostituiscono con altre
più
deboli. Per es. Frié in[2],
sia pure con unlinguaggio
diverso daquello qui adottato,
yrichiede come terza condizione che
( a )
Se g~ ~ p, allora anche --~ p .Solo come condizione
supplementare,
e in tal casoparla
di Limi-tierung,
richiede la(b )
Se 99 e y convergono a p, ciò accade anche perMostriamo a tale
riguardo che, supposti
verificati iprimi
dueassiomi,
l’assioma è strettamente
più
forte della condizione(b) :
TEOREMA
(2.2).
Data su E laSCF 0, se i
duefiltri
rp~ e conver- gono ad unpunto
p, allora converge a p anche ilfiltro
DIM. Siano dati due filtri e entrambi
convergenti
a unpunto
p
(E E),
esia ~
= Diciamo y~ un arbitrario filtropiù
finedi ~.
Mostriamo
che y
deve essere concatenato con almeno uno dei due filtri e Se cos nonfosse,
esisterebberoD2
E tali cheBi
nD1
=D2
=~.
Da cui si dedurrebbeossla :
ma
B1
n ed ancheD1
uD2
E y, essendoDl
UD2 E ~.
Si ha cosun
assurdo,
Siadunque,
per fissare leidee, y
concatenato conEsiste allora Un tale filtro deve convergere a p, essendo
più
fine di qi. Si conclude
che V
nonpuò
essere totalmentedivergente
da p. Ma allora il
filtro ~,
non ammettendo raffinamenti totalmentedivergenti
da p, deveconvergervi.
c.v.d.Che non
valga l’implicazione opposta
èprovato
dalseguente
ESEMPIO
(2.3).
Sia E un insieme infinito e sia Definiamo in .E laseguente legge
0. Tuttigli
elementi di E diversi da po sono isolati. A po convergono tuttigli
u.f. diE,
le loro intersezioni finitee i relativi raffinamenti. Gli assiomi e la condi- zione
(b)
sono ovviamente soddisfatti. Mostriamo che non vale la Sarà sufficiente trovare un filtro nonconvergente
a po : pro- viamo che tale è ilfiltro V
formato dal solo insieme E.Supposto
esistono n u.f. ... , tali che . Ma
allora,
comunque siprendano
deiBi
con i =1, 2,
..., n, èn
ossia
U B i = E.
Sia[p]
un u.f. banale non com-. i=l _
preso fra i 99i, e
prendiamo,
perogni i
=1, 2,
..., n,un B;
tale_ n _
che Si ha Assurdo. La
(FKl/J3")
non vale.2=1
Il Teorema
(2.2)
ci dice che in una lafamiglia l/J’P
deifiltri
convergenti
a p E E è chiusarispetto
all’intersezione finita. Non èperò
detto che taleproprietà valga
anche per l’intersezione arbi- traria. Uncontroesempio
in tal senso verrà dato al n. 6.Anche per le
BCF,
comegià
per leSCS,
sipuò
introdurre il con-cetto di finezza. Precisamente:
DEFINIZIONE
(2.4).
Date due 80F l/J e If su un medesimo in- siemeE,
diremo che la O è menofine
della P e scriveremo O Ifse per
ogni
filtro 99 e perogni punto
p E El’essere w # p implica
w-+p.
oSi ha cos una relazione d’ordine
parziale
nellafamiglia
delle BCFdefinibili su un dato insieme E.
Fra le
sottocategorie
di Y ci occuperemo nelseguito
esclusivamente delle due che ci sembrano lepiù
interessanti. Precisamente:Yi)
costituita daquelle
SCI’ nellequali ogni
u.f. banale[p]
converge soltanto a p;
:F2)
formata daquelle
in cuiogni
filtro converge alpiù
verso un unico
punto
di E.Si constata immediatamente che
Yi
e~2
sono duesottocategorie piene « full »)
esuperiormente
sature(cfr. [3], Cap. 1 ).
3. Il funtore F.
Sappiamo
che in unospazio topologico (E, r)
si dicono conver-genti
a unpunto p
E E tutti e soli i filtri di Epiù
fini del filtrodegli
intorni
U,,. Ebbene,
lalegge
ora ricordata definisce su Eproprio
unaSCI’ nel senso da noi inteso. Infatti le e sono imme-
diate ; proviamo
laSupposto
esiste tale che99. Se 99 e
’B.Lp
non sonoconcatenati,
non esiste alcun loro raffi- namento comune e 99 risulta totalmentedivergente
da p. In caso con-trario,
consideriamo laf amiglia ~ _ ~B -
U*: B E99}.
Perogni
B E q, è B - U*0,
altrimenti sarebbe B c U* equindi
U* contro laipotesi. Inoltre,
seBi, B2
E q, èessendo
Bl
nB2
E 99. Lafamiglia A
generadunque
unfiltro V > cp
non concatenato con
’BLv,
DEFINIZIONE
(3.1).
Dato unospazio topologico (E,
diciamoF(r)
la SCF nellaquale
convergono a unpunto p
E E tutti e soli ifiltri
più
fini del filtrodegli
intorniU,,.
DEFINIZIONE
(3.2).
Dato un morfismo dellacategoria 13,
cioè unaapplicazione
continuaf
di unospazio topologico (E, r)
in unospazio topologico (E’,
diremoapplicazione
associata adf quella legge f :
E ~ E’ che si ottiene dallaf prescindendo
dalletopologie
r e r’.Analoga
definizione per i morfismi delle altrecategorie
che incontre-remo.
DEFINIZIONE
(3.3).
Data una mappaf : (E, r)
-~(E’,
diciamoF( f )
lalegge
di( E, .F’( ~c) )
in(E’, F( z’ ) )
che ha la medesima associata dif .
In altreparole, F(f)
è la stessalegge f però pensata
anzichèin 13.
Una tale definizione è coerente: infatti la
legge F(f)
è eff ettiva- mente un morfismo di F. Perprovarlo,
consideriamo unfiltro 99 F(r)-
convergente
a p(E E). È cioè g
in r. Maallora,
attesa la con-tinuità della
f ,
perogni
esiste un tale chef( U)
c Ve
quindi
V E Si conclude che è‘t~f(p~ ~
ossia cheDa
quanto precede,
si conclude colTEOREMA
(3.1 ).
Lalegge F
sopradefinita è un
covariante~F.
TEOREMA
(3.2 ).
Ilfuntore
F è crescenterispetto
acll’ordine perfinezza
ed è iniettivo.
DIM. Su un dato insieme E sia ’l’2’ Per
ogni
p eE,
risulta~ con ovvio
significato
dei simboli.Se q -~~p,
sida
f
p. Sepoi
è ’l’2, esiste unpunto
po per cui è‘lbpó’ ~
equindi
almeno uno dei due filtri non èpiù
fine
dell’ altro ; sia,
per es., Si conclude che il filtro converge a po in ma non inF(’l’2)’
c.v.d.Al n. 5 vedremo che il funtore F non è suriettivo. Chiudiamo
questo
numero con due risultati
riguardanti
la restrizione di F alle sottoca-tegorie l3i
el3z
di 13.TEOREMA
(3.3).
Drn.
a)
Sia(E 7 *-t)
E‘~1. Detti p
e q due elementi distinti diE,
Iesistono un intorno
Up
di p e un intornoUq di q
taliche q w Up
ep w Uq .
Ne risulta[q]
e[p],
da cui[p] -ÉÌ%
q e[q] -1-+
p.Si conclude che è
F(l3i)
cb)
Sia ora(E,
Esistono duepunti distinti p
e q di E taliche p appartiene
adogni
intornoUQ
di q. Ma allora è ~[p],
da cui
[p] ~
q. Si conclude che è.F’(‘~ - l3i)
c Y - c.v.d.E
analogamente
TEOREMA
(3.4).
DrM.
a)
Sia(E, z~) E ‘~2.
Datigli
elementidistinti p
e q diE,
esistono un intorno
Up di p
e un intornoUq di q
fra lorodisgiunti.
Ora se w-+p, è w
Q I
ed ossia qF(t)
q.Ora se p
9 è
99>W,,
ed essendoU,, 0
99, è 99>W,,
ossia 99 -I- q.Dall’arbitrarietà dei due
punti considerati,
si conclude che èF(b2)
cC F2.
b)
Sia ora(E, r) w b2’
Esistono due elementi distinti p e q di E tali che i relativi filtridegli
intorni sono fra loro concatenati.Detto
il filtro
questo
converge sia a p che a q. Si conclude che èF(1Ì - b2)
-- c.v.d.In altre
parole:
una SCF con unicità del limitepuò
essere dedottasolo da una
topologia
diHausdorff
e da talitopologie
si deducono solo BCF con unicità del limite.4. Il funtore T.
Sappiamo
che in unospazio topologico (E, 7:)
sonoaperti quegli
insiemi che
appartengono
al filtrodegli
intorni diogni
loropunto.
Vogliamo generalizzare
la cosapartendo
da un’arbitraria SCF.DEFINIZIONE
(4.1).
Data una SCI’(E, 0),
diciamo lalegge
che
proclama aperto
un sottoinsieme A di L~ se e solo se A appar- tiene adogni filtro 99
che siaO-convergente
aqualche punto p
e A.La
legge I(W)
introduce effettivamente su E unatopologia:
neomettiamo la facile verifica.
DEFINIZIONE
(4.2).
Sef : (E,
-(E’, ~’ )
è un morfismo diY,
diciamo
T ( f )
la mappa di(E,
in(E’, T ( ~’ ) )
che ha la mede- simaapplicazione
associata dif . ·
Proviamo che
T(f)
è effettivamente un morfismo di 13. Siadunque f : (E, ~) ~ (E’, ~’ )
un morfismo di ~. Detto A’ c E’ unaperto
inT ( ~’ ),
mostriamo che A c E èaperto
inT ( ~) .
Siadunque (e A);
si ha(E A’),
da cui A’ E Esiste per- tanto un tale che da cuif -1(A’ ) =
equindi
A E cp.
Dall’àrbitrarietà
di q, si ha la tesi.Da
quanto precede
si conclude cheTEOREMA
(4.1).
Lalegge
T soprade f inita
è unfuntore
covariantedi Y in ’6.
TEOREMA
(4.2).
Ilf untore
T è monotono non decrescente.DrM. Siano
dunque
date su un insieme E due SCF 0 .f,
con~ ~
T. Diciamopoi
A c E unaperto
in Aappartiene,
perdef.,
a tutti i filtri 99 che sono
O-convergenti
a unpunto
p eA,
equindi,
in
particolare,
Aappartiene
ai filtriY-convergenti
a p E A. In con-clusione,
A èaperto
anche inT(If).
c.v.d.Vedremo al
prossimo
numeroqualche
risultatoriguardante
la restri-zione del funtore T alle
sottocategorie
e di Y.5. I funtori
composti
TF e FT.Veniamo ora ad alcuni risultati
riguardanti
i funtoricomposti
TFe FT. Cominciamo col
seguente
TEOREMA
(5.1).
Perogn2 topologia
i, si haT.F’(~) =
i.DIM.
a )
Sia A c Eaperto
inDunque A appartiene
adogni
filtro 92
F(z)-convergente
a p E A. Inparticolare,
si hache,
perogni
p
E A,
AE 91p.
Si conclude che A èaperto
in z.b)
Sia ora Aaperto
in z.Dunque
A E perogni
p E A.Anzi,
per
ogni w > 91p
e perogni
è Si conclude cheA,
appar- tenendo adogni
filtroF(z)-convergente
aqualche
suopunto,
èaperto
in
TF(-t).
c.v.d.COROLLARIO
(5.2). Ogni topologia -t
è deducibile daqualche ossia, il funtore
T è suriettivo.Un
po’ più complesso
è ilproblema
della deducibilità di una BCF da unatopologia.
TEOREMA
(5.3).
Una è deducibile da unatopologia
se e solose è ~ _
DIM. In
(E,
sia dato unfiltro 99 convergente
verso unpunto
p.Ogni
insieme Acontenente p
che siaaperto
inT(0) appartiene pertanto
a
quindi
è 99 > Si conclude che q converge a p anche in c.v.d.Proviamo ora con un
esempio che,
ingenerale,
non sussiste la relazioneopposta,
cioè chepuò essere 0 --A FT(0).
ESEMPIO
(5.5).
Sulla retta realeA,
consideriamo laseguente
BCF 0. A
ogni punto p #
0 convergono tutti e soliquei
filtriche vi tendono in senso ordinario. Consideriamo
poi
la successione 8 = diciamoconvergenti
a 0 tutti e soli i filtripiù
finidi Proviamo che si tratta di una BCF. Le e
sono ovvie e cos pure la per
quanto riguarda
ipunti
diversida 0 . Sia
dunque
q ++0,
= dove~S
è la succes-sione
1, 0, i. 2 0, ~, O,
... ,0, 1/n, 0,
.... Esistedunque
una codaCS
tale che
Cs ~ ~ ~. Se 99
e non sonoconcatenati,
non ammettono raf- finamenti in comune e q%+
0. In casocontrario,
consideriamo lafamiglia A = ~B - ~
B Ecp~ .
Si vede subito A e che talefamiglia
è chiusarispetto
alla intersezione finita. A èperciò
base diun filtro y. Si conclude
che y ( # q~ ),
non essendo concatenato conè totalmente
divergente
da p. Mostriamo ora che si haFT(0) o
0.Descriviamo
dunque
latopologia
= T. Per ipunti p # 0, gli
intorni sono
quelli
ordinari.Invece,
un insieme g contenente0,
per+00 essere
T-aperto,
deve contenere un insieme deltipo Uñ={O}
Un
dove
I n
è un intervalloaperto
di centroConcludendo,
il filtro’110
dei t-intorni di
0,
cioè il filtrogenerato dagli insiemi
deltipo
èconvergente
a 0 in ma non in non essendopiù
fine diÈ dunque,
come sivoleva, FT(0)
5~ ~.COROLLARIO
(5.6).
Ilf untore
T non èiniettivo, ossia,
unatopologia può
dedursi dapiù
SCF.Infatti,
perogni
è = mentrepuò
essere,come ora
Dal Teorema
(5.2)
si deducepoi
cheCOROLLARIO
(5.7).
Perogni topologia
r, laF(r)
è la menofine fra quelle
da cui sideduce,
medianteT,
latopologia
stessa.Inoltre
COROLLARIO
(5.8).
ITna SCFpuò
non essere deducibile datopologie,
se lo
è,
taletopologia
è unica. Ossia : Ilfuntore
F non è suriettiwo.Esaminiamo ora il
problema
di dare delle condizioni per la vali- ditàderluguaghanza 0
=In una SCF O deducibile da una
topologia
convergono ad unpunto p
tutti e soli i filtripiù
fini diquello
dei suoi r-intorni. Si conclude che TEOREMA(5.9).
Condizione necessariaa f f inchè
una su Esia deducibile da una
topologia
èche,
perogni punto
p, lafamiglia ø’]J
dei
filtri O-convergenti
a p abbia un minimo nel consueto ordine perfinezza
deifiltri.
Tale condizione non è
però sufficiente,
come appare dall’Esem-pio (5.5). D’altra parte, possiamo
osservareche,
data la SCF(E,
esupposta
verificata la condizione del Teor.(5.9), detto,
al variare di p inE, ipp
il minimo diW ,
sevogliamo
che sia 0 =.F’( ~ ),
il filtroipp
deve coincidere con
quello ’11p
dei r-intorni. Ma ciòcomporta
che il filtroipp
deve soddisfareagli
assiomi di Kuratowskisugli
intorni.Quanto
aiprimi tre,
la cosa è manifesta. Diversa è invece la situa- zione per l’ultimo.Questo è, infatti,
di natura diversa deiprecedenti
in
quanto lega
tra loro intorni dipunti
diversi. Ilproblema
èperciò quello
di tradurre ilquarto
assiomadegli
intorni nellinguaggio
delleSCF. Concludiamo col .
TEOREMA
(5.10).
Condizione necessaria esufficiente affinchè
unac8CF
(E, Ø)
sia deducibile da unatopologia
èche,
oltre alla condizione del Teor.(5.9),
siaverificata
anche laseguente:
perogni
p E E e perogni
esiste B’ c B con tale che perogni
q E B’.Osserviamo ancora
che,
comegià
inprecedenza
notato e come siproverà
al n.6,
data la 8CF(E, 0),
non sempre lefamiglie l/Jp
ammet-tono un minimo. In
ogni
caso,però, ponendo 0,,,
si constataimmediatamente che è >
Chiudiamo
questo
numero esaminando la restrizione del funtore T allesottocategorie :F 1
eTEOREMA
(5.11).
S2 ha ·DIM.
a)
Sia(E, 0) o
Esistono allora duepunti
distinti p e q di E tali che[p] ~
q. Unqualunque
insieme Acontenente q
e che siaaperto
in devequindi appartenere
a[p],
cioè pappartiene
adogni aperto
in che contiene q. Si conclude cheb)
Sia ora(E,
E Ciòsignifica che,
perp # q,
risulta[p]
non
convergente
a q in O e ciò accade anche perogni
99[p]. Quindi,
se 99
-~
q, e, di conseguenza, E -{p}
E 9/.Dunque
E -{p}
è un intorno di q. Data l’arbitrarietà di q, si ha che E -
{p}
èaperto.
Si conclude che
T( ~ ) E ‘~1.
c.v.d.TEOREMA
(5.12).
Si hab2
c ossiaDi. con
íEb2’
Si hasi conclude che E
:F2.
Edunque t
ET(:F2).
c.v.d.
In altre
parole: Ogni topologia
diHausdorff
è deducibile solo da SGF con unicità del limite.Può
però
accadere che da una BCF con unicità del limite si deducauna
topologia
non diHausdorff
come mostra ilseguente
E SEMPIO
( ~ .13 ) .
Sia E= ~ pr, S :
r, s EN+}
up’~.
Perragioni
dicomodità, poniamo
Definiamo in E la
seguente
Ipunti
sono tutti isolati.Verso p’
convergono tutti ifiltri 99
che soddisfano alle treseguenti
condizioni:
ac’ )
Non esiste alcun cheappartenga
a tuttigli
insiemi di 99.
b’)
Perogni
B e l’insieme{k:
B r1Ck ~
o è vuoto o è supe-riormente illimitato.
c’ )
Esistono unB,, c- 99
e un taliche,
perogni
n EN+, Bo
r’1Cn
non contienepiù
di h termini.Verso
p"
convergono tutti ifiltri y
che soddisfano alle tre condi- zioniseguenti:
a")
Non esiste alcunpunto
cheappartenga
a tuttigli
insiemi di 1p.
b" )
Perogni
l’insieme~h : l(~ r1 R,~ ~ ~~
o è vuoto o èsuperiormente
illimitato.c")
Esistono unDo
e y e un k E N+ per iquali
si haDo
c{p’}
UOsserviamo, prima
diprocedere oltre,
che la condizioneb’ ) (risp.
b") ),
nel caso che sia[p’]
è conseguenza delle altre due. Avremopotuto dunque
sostituirleimponendo
laanche per i
punti p’
ep’;
le abbiamo enunciateesplicitamente
soloper
ragioni
di comodità. Proviamo ora chequella
sopra definita è effettivamente una BCF. Per ipunti
diversi dap’
e~"
non ci sonoproblemi, occupiamoci perciò
solo diquesti
due elementi. Laè ovvia. Sia ora
g~ -~ p’
e Ilfiltro
soddisfa allecondizioni
a’)
ec’ )
equindi
o ~ _[1n’]
o y soddisfa anche allab’)
inbase all’osservazione
precedente.
La è cosprovata
perquanto riguarda
ilpunto p’, analogamente
perp".
Proviamo ora laSia 99
nonconvergente
ap’ : dunque 99
non soddisfa ad almeno unadelle tre condizioni di cui sopra.
1)
Non sia soddisfatta laa’).
Esistedunque
un comunea tutti
gli
insiemi di cp. Siha 99
-[x],
con[x] -W+ p’,
2) Valga
ora laprima
condizione ma non la seconda. Devono allora esistere unBo
E 99 e un k E N+ tali cheBo
cCi
UCz
U ...Ck
UU
~p’~.
OraBo - ~p’~
deve essere infinito equindi
deve contenereinfiniti elementi di almeno una colonna
Cx. Detto y
il filtro delle code della successionequesto
è ovviamente concatenatocon 99.
Detto ~
un loro raffinamento comune,questo
è totalmentedivergente
dap’.
3) Valgano,
infine,
leprime
due condizioni ma non la terza.Per
ogni
B e perogni n
eN+,
esiste unk("I
E N+ tale che l’inter- sezione B r1CkB
> hapiù
di n elementi.Diciamo V
il filtrogenerato
dallafamiglia D = {Dn}nEN+,
conDn
={p,,,,: r > n}.
Un tale filtro è totalmentedivergente
dap’
nonpotendo
alcun suo raffinamento sod- disfare allac’ ).
Basta ora considerare unqualunque
raffinamento co- mune a g e y per avere un filtropiù
finedi 99
e totalmentedivergente
da
p’ .
Per talepunto
èprovata
cos la(FKØ3). Quanto
ap",
si vedeche,
salvo lo scambio dirighe
e colonne nella matrice infinita formata daipr, s,
le condizionia" )
eb" )
coincidono con lea’ )
eb’).
Ci sipuò dunque
limitare al caso in cui l’unica condizione a non valere èlaO’):
un’argomentazione
simile aquella
del caso3)
cipermette
di con-cludere che la è ancora soddisfatta. La 0 è
dunque
una SCF.In essa vale l’unicità del
limite,
inquanto
le condizioni a’ e b’ sonoincompatibili
con lac" ),
e cos purea")
eb" )
conc’ ) .
Descriviamo orala
topologia
Ipunti pr,
S sono tutti isolati. Una base di intorni dip’
è datadagli
insiemiUk
= s ~k}
U{p’},
mentre una basedi intorni di
p"
èquella
formatadagli
insiemiV f = r>f(s)}
UU
~p"~. P
immediato constatare che l’intersezione di un insieme dellaprima famiglia
con uno della seconda è sempre non vuota.Dunque T(0)
non è di Hausdorff. .Osserviamo, inoltre, che,
per il Teor.(3.4),
da cui0.
Dunque,
contrariamente aquanto
accade nel caso delle8C8, (cfr. [1],
n.14),
unapuò
non essere deducibile datopologie.
6. Il funtore M.
Riandando alle definizioni delle due
categorie
di « convergenza »,£ e
Y,
appare chiaral’analogia
delle duesituazioni; anzi,
la Y è statacostruita
proprio
come unageneralizzazione
di £.È dunque
naturalepensare alle convergenze di successioni come a casi
particolari
di con-vergenze di filtri. Ma se,
partendo
da una 8C8(E, A),
ci si limita apensare le successioni come
filtri, proclamando convergente
a unpunto
p E E un
filtro w
se e solo se 99 = qs, con 8Â-convergente
a p, non si ottiene una SOF nel senso da noiinteso,
salvo che nel caso banale in cui A è una 8C8 in cui a ciascunpunto
p E E convergono solo suc- cessioni con un numero finito di elementi distinti.Infatti,
se 8 è unasuccessione con infiniti termini
distinti,
il filtro qs sipuò
sempre raf- finare con un altro che non sia ditipo
successione e se qs tende aqualche punto
diE,
lo stesso deve accadere perogni
suo raff namento.DEFINIZIONE
(6.1).
Data la 8C8(E, A),
diciamo la BCF cosdefinita: a un
punto
p E E convergono tutti e soli ifiltri 99
per iquali
esiste una successione 8
À-convergente
a p con q > qs ..Mostriamo che
.M(~,)
è effettivamente una BCF. Le e sonoimmediate; proviamo
la SiaPer
ogni
successione 8~,-convergente
a p EE,
esiste una codaCs(ns)
tale che
Perciò,
se è ancora10s(n)1 f~
99.Anzi,
perogni
e perogni
èB cf-
da cui B - ~~.
In
conclusione,
lafamiglia A ={B-
èbase di un
filtro
Infatti se81
e,S2
tendono a p inÂ,
e se, in
fine, Bi,
si hadove si è
posto B3
=Bi
r1B2
E 92 e8a
indica la successione che si ot- tiene scrivendo alternativamente e nello stesso ordine i termini di~1
e di
S2
ed in fine èOra, qualunque
sia la successione 8 2-con-vergente
a p, ifiltri V
e qs sono non concatenati equindi privi
di raf-finamenti comuni. Si constata cos
che y ~
p.DEFINIZIONE
(6.2).
Sef : (E, Â)
-(E’, A’)
è un morfismo diÉ,
diciamo
M(f): (E, M(~,) ) --~ (E’, M(1’))
il morfismo di Y che ha la medesimaapplicazione
associatadi f ,
secondo la Def.(3~2).
’Per
poter
provare cheM(f)
è effettivamente una mappa diY, premettiamo
due risultati di cui tralasciamo la facile verifica:1) Se f è un’applicazione
di un insieme A in un insiemeB,
e se(~J - 1jJ
sono due filtri suA,
si ha anchef (~) ~
2) Sia f
come sopra. Perogni
successione 8 dipunti
diA,
si ha== ·
Sia
dunque f: (E, X)
-+(E’, X’)
una mappa di L esia 99
vergente
a p E E. Esistedunque
una successioneX-convergente
a p,con
Ora,
perl’ipotesi
suf , Concludendo,
siha
f (99)
= cheimplica ~ f (p),
cioè la tesi.Da
quanto precede,
risultaTEOREMA
(6.1).
Lalegge
M è unf untore
covariante di L in Y.Dalla stessa definizione di è
poi
immediato cheTEOREMA
(6.2).
Ilfuntore
M è iniettivo e monotono crescente.Si vede subito
che,
percontro,
M non è suriettivo. Basta infatti pensare a una BCF in cui sonoconvergenti
dei filtri che non sonopiù
fini di filtri deltipo
successione. Sepoi
A è la SCS ordinaria sulla rettareale,
è immediato constatare che inM(1)
lafamiglia ~p
deifiltri
convergenti
ad un datopunto p
non è stabilerispetto
all’in-tersezione arbitraria. Resta cos
provata
l’affermazione fattadopo (2.3).
Occupiamoci
ora della restrizione del funtore ~1 a due sottoca-tegorie di £, analoghe
aquelle
considerateper Y
Precisamente:Costituita da
quelle
SCS in cuiogni
successione costantenon converge a
più
di un limite.E2 )
Formata daquelle
8C8 per cui vale l’unicità del limite.TEOREMA
(6.3).
DIM. Sia
(E, À)
ECl
esupponiamo
che(E,
Esistonoallora un u.f. banale
[p]
e un tali che[p] F q.
Devedunque
esistere# q,
con[p] >
Ciòimplica che,
perogni n
eN+,
è p E .
Dunque
p compare in 8 un numero infinito divolte,
cioè 8 ammette una sottosuccessione 8’ di termine
costante p
chedeve convergere anch’essa a q. Si ha cos un assurdo da cui si con-
clude che è
M(C~) È poi
banale cheM(£ - Cl)
sia contenutoin Y - c.v.d.
TEOREMA
(6.4).
DrM. Sia
(E,Ä)EL2 e supponiamo
che(E, ~VI(~,)) ~ ~2.
Esistedunque
unfiltro w M(A)-eonvergente
a duepunti distinti p
e q di E.Devono esistere allora due successioni
81
eS2 convergenti
in 1rispet-
tivamente a p e a q tali e 99 >
Dunque
i filtrie y ammettendo un raffinamento comune, devono essere concate- nati. Ciò
implica
che le due successioni4S1
e~2
ammettono una sotto- successione 8 in comune.Infatti, posto 81 =
eS2
=diciamo
i1
il minimo indice percui xi
E1811
r1(S2 ~ ~ ~
e~1
il minimoindice per
cui yj
= Chiamiamopoi i2 (> 21)
il minimo indice per cui xi eCsi(i1
+1 ) ~
-~-1 ) ~ I 0
e~2 (> ~1)
il minimo indice percui y j
1 E cos diseguito : in (> in-1)
è il minimo indice percui xi
e +1) n Cs2 (jn-1 + 1) = o e jn (>jn-1)
il minimo in-dice per cui
è yi
=xin .
Ilprocedimento
nonpuò
aver terminedopo
un numero finito di
passaggi.
Si costruisce cos la successioneche è una sottosuccessione comune di
,Sl
e8,.
Ma allora la succes-sione 8 deve essere
contemporaneamente À-convergente
a p e a q.Dall’assurdo si deduce che
(E,
E,~ 2.
Si hapoi
banalmente~VI(~ - ~2) c .~ - ,~ 2.
c.v.d.Data la
(E, Ø)
EM(£), vogliamo
costruire la SCS A da cuiproviene
tramite M. Larisposta è,
inverità,
del tutto natu-rale,
ma, perprovarlo,
dobbiamopremettere
un risultatoriguardante
le 8C8. Precisamente:
LEMMA
(6.5).
Szano una 80S(E, 2),
due e S*tali che 8 converga ad un
punto
p e~s* ~
allora 8*fl
p.Dnvl. Per
ogni
codaC.
diS, ~
1 Ne segueche,
perogni n E N+,
esiste un tale che .Perciò,
se unelemento x compare in 8 un numero finito di
volte,
devecomparire
al
più
un numero finito di volte anche in S*. Mostriamo ora che Se 8* ammettono una sottosuccessione comune S. Se esiste un ele- mento x che compare infinite volte in
S*,
dovendo xcomparire
infi-nite volte anche in
8,
basteràprendere come ~S
la successione di ter- mine costante x.Se,
percontro,
nessun termine di 8* siripete
infinitevolte, ogni
coda di 8* contiene infiniti elementi distinti e, di conse-guenza, ciò accade anche per
ogni
coda di ~S. Poniamo 8 =(aen)nEN+ e
8* =
(yn)nEN+ . Ora,
data la codaCs(1 )
_8,
esiste unk1
per cuic Quindi yk
Ei
ed esisteperciò
unh1
per cui è Procediamo per ricorrenza: data la codaCs(h,
+1),
esiste tale cheIOs*(kr+1)I c ~ CS(hr
-~-1) 1,
, da cuiykr+1
---x~.r+1
E+ 1)1.
Taleprocedimento
nonpuò
avere terminedopo un
numero finito di
passaggi:
si costruisce cos la successioneche è una sottosuccessione comune ad 8 e S*. In
conclusione,
sic-come ~S
" p,
nonpuò
essere 8* totalmentedivergente
da p. D’altraparte,
perogni sottosuccessione S
di8*,
è > ws* > cps e neanche~S’ può divergere
totalmente da p. 8* devepertanto
essere 1-conver-gente
a p. c.v.d.La tesi del Lemma vale ovviamente anche se, in
particolare,
èggs. Una
prima
conseguenza diquesto
risultato è espressa dalseguente
COROLLARIO
(6.6).
Data la(E, ~,),
se8 - p
e se 8* si ottiene da 8permutandone i termini,
alloraS*-+p.
DIM. Risulta _ qs, come si prova senza difficoltà.
Possiamo ora provare il
TEOREMA
(6.7).
Dacta la(E, 0), lVl(~.),
con A EC,
la8C8 ~1 è
de f inibile
mediante lalegge
D~lB!. Il « solo se » è
banale, proviamo
il « se ». Siadunque 8
unasuccessione tale che Esiste
perciò
una successione 8* 1-con-vergente
a p tale che cps > Maallora,
per illemma,
anche 8 con-verge a p in Â. c.v.d.
Osserviamo
che,
data una SCF(E, 0),
lalegge (*)
del teoremaprecedente,
se non è soddisfattalVl(~,),
nondefinisce,
in
generale,
una 8C8. InfattiESEMPIO
(6.8).
Consideriamo l’insieme Edell’Esempio (5.13)
conla stessa 80F. Diciamo
poi X
lalegge
cheproclama convergenti
adun
punto
p tutte e sole le successioni i cui filtri delle code vi conver-gono in 0. Mostriamo che
questa
non è una 808 inquanto
non è sod- disfatta la condizione(F~3 ) (cfr. [1 ],
pag.68).
Consideriamodunque
la successione