A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
M ARIO D OLCHER
Topologie e strutture di convergenza
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 14, n
o1 (1960), p. 63-92
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TOPOLOGIE STRUTTURE DI CONVERGENZA
Memoria di MARIO DOLCHER
(a Trieste)
1.
Introduzione.
La nozione di convergenza di una
successione,
che è stata forse laprin- cipale idea-guida
nella .fondazione dellaTopologia generale (1),
èdecaduta
poi d’importanza
colprecisarsi
delconcetto, prima
vago eoscillante,
dispazio astratto
nella nozione dispazio topologico :
basta la facile constata- zione che non.ogni topologia può
venire descritta in termini di convergenza di successioni a renderra~gione dell’opportunità
di disancorare laTopologia generale dagli
di FRÉCHET-KURATOWSKI.Ma anche un’altra circostanza ha contribuito a sminuire la
parte
chela convergenza delle successioni ebbe inizialmente nella
Topologia,
ed è laseguente. Assegnate
chesiano,
in un insiemeE,
le successioniconvergenti,
è parso naturale dedurne una nozione di
chiusura poggiata
sulla convenzione di considerare aderenti ad un insieme tutti e soli ipunti
di E verso iquali
convergono successioni tratte dall’insieme stesso
(2).
Una siffattalegge
dichiusura non è in
generale idempotente (3),
come invece è richiesto per po- tersiparlare
dispazio topologico.
Ne venne che adun’assegnata
convergenza(1) Vedasi M. FRÉCHET ; Sur quelqiies point8 du calcui fonotionnel, Rend. Circo Mat.
Palermo, 22 (1906), p. 1-74, e, dello stesso A., espaces ab8t1’ait8, Paris, Gauthier- Villars,
1928. Si noti ehe proprio in relazione alle esigenze dell’Analisi funzionale il FRÉCHET assegnava una posizione preminente agli « spazi
(~G) >>,
sebbene gli si presentassero meno maneggevolidegli « spazi (V) »
e degli « spazi(~)
».(2) Cos in P. ALEXANDROBF : H. HOFF, Topologle I, Berlin (1935), p.
27,
e in C. Ku-RATOwSKI, Topologie I, Warszawa (1948), p. 83 e segg.
(3) Si pensi alla situazione ohe si presenta per l’insieme -E dell funzioni f a valore reale, definite p. es. per ogni x reale, quando la convergenza s’intenda puntuale = f
se e solo se per ogni x è lim
fn (x) = f (x)) .
Detto A l’insieme delle funzionicontinue, la
« chiusura » di A è la prima classe di Baire, la quale non costituisce « ineieme chiuso »
(sempre nel senso menzionato nel testo).
si associò un
tipo
di strutturapiù generale
diquella
dispazio topologico : allgetnein-topologischcr
diALEXANDROFF-HOPF, espace-(Q*)
di KUUA-TOWSKI. Altri
Autori,
in considerazione oella successionedegl’insiemi
cheda uno dato si
ottengono
per iterazionedell’operazione
dichiusura,,
hannodenominato
mehi-stufige Topologie
una siffattageneralizzazione (in realtà,
soltanto
apparente,
come si constaterà al n.15)
della nozione dispazio
to-pologico (4).
Inseguito
ad UH taleorientamento,
lapossibilità
di una dedu-zione canonica di uua
(vera
epropria) topologia
da una convergenza non è stataoggetto
- perquanto
mi consti - diadeguato
studio.Le
generalizzazioni
della nozione di convergenza ,(MooRK-SMiTH
ealtre,
fra le
quali
lapiù
recente epi i generale
èqnella
mediantefiltri)
hannoconcorso a situare le successioni in una
posizione
del tutto secondaria nellaTopologid generale (5).
,Malgrado
tuttociò, l’importanza
che la convergenzadelle
successioni riveste per l’Analisigiustifica
apriori
la considerazione in astratto delle strutture di convergenza,indipendentemente
daogni possibile
intendmento di fondare sulle stesse laTopologia degli spazi.
Che sepoi,
come nei fattiavviene,
esse si mostrano vicine alle strutture dispazio topologico,
tantomaggiore
rilievoacquista
ilproblema
del confronto delle une con le altre.L’istituzione di un tale confronto è
l’oggetto
delpresente
lavoro.Qui
diseguito
accenno al modo nelquale
ilproblema
vieneimpostato
e a
qualche
risultatopiù significativo.
(4)
(4) Sull’argomento, Snll’argomento, il lavoro il lavoro più più esauriente è J. esauriente è J. NOVAK, NovAR, Sur les espaces le8 espaces(£) (L)
et et 8ur 8zcr le8lesca1.té8ien8
(L),
Publ. Fac. Sciences Univ. Masal’yk, fasc. 273 (1939), p. 1-28. L’An- tore chiama spazio topologico anche uno spazio nel quale l’operazione di chiusura non sia idempotente.(5) Fra i lavori recenti nei quali si studiano forme più generali di convergenza, men- zioniamo : H.-J. KOWALSKY, Limesràume und Komplettierung, Math. Nachr. 12 (1954), p. 301-
339 ; H. SONNER, Die Pola1’ität zwischen
topologi8chen
Rdamen und Limesräumen, Archiv der Math. 4 (1953), p. 461-469 ; G. BitUNS-J. SCHMIDT, ZUr Aquivalenz von Moore-Smith-Folgenund Filtern, Math. Nachr. 13 (1955), p. 169-186 ; K. HAUBARTH, Uber
dieáquivalei z
verachie-de’lle1’ Axiomensysteme fiir Limesräume, Math. Nach1’. ,17 (1959), p. 261-272. Nel oitato lavoro di G. BRUNS-J. SCHMIDT trovasi una elènco bibliografico dei precedenti lavori sulle varie
generalizzazioni della convergenza mediante successioni.
Va peraltro notato che nessuno dei detti lavori si prefigge lo scopo di un confronto fra la struttura cui la convergenza dà luogo e la struttura di spazio topologico : resta quindi aperto il problema di estendere i risultati che nel presente lavoro si dànno per la convergenza mediante successioni ordinarie, al caso della convergenza mediante successioni
generalizzate
(p. es. successioni transfinite, oonvergenza alla Moore-Smith, filtri). Risultati parziali per la convergenza mediante filtri si possono presumibilmente dedurre dall’appro-fondita trattazione contenuta nel citato lavoro di H.-J. KowALSKY.
Le strutture di
convergenza,
vengono definite nel modoabituale (che
chiamo di
FRÉCHET-KURATOWSKI)
maprescindendo,
a differenza dalle altretrattazioni, dall’esigenza
dell’unicità del limite,Esse,
unitamente alleappli-
cazioni che conservano la convergenza, costituiscono una
categoria, -P(6)
(n. 4):
interessano alcunesottocategorie
dellaE,
inparticolare quella, J2g,
delle convergenze con unicità del limite. Gli
spazi topologici
e le loro ap-plicazioni
continue costituisconooggetti
e mappe di un’altracategoria, 9 (n. 5) : ~2
è lasottocategoria
costituitadagli spazi
di Hausdorff.La
legge L
che adogni topologia
zassocia,
nel modoabituale,
unaconvergenza
L (z)
è unL3 (n. 6).
Un altro funtore T :2.-- 5~
(n. 7)
vienedefinito,
in modo da soddisfareall’esigenza seguente :
perogni
convergenza
2,
siaT (1)
lapiù
fine fra letopologie
dallequali,
tramiteL,
si deduce una convergenza meno fine
(7)
della A. Sipuò
anche osservare chela
topologia T (1)
è lapiù
fine fraquelle
nellequali
perogni
insieme A la chiu-sura A contiene
quella pseudochiusura
dell’insieme stesso dellaquale
si èparlato
all’inizio. Rileviamoqui
che èproprio
l’adozionei di
dueleggi
uni-voche in
luogo
di unalegge (magari plurivoca)
che si è mostrata lo stru- mentopiù
idoneo al confronto delle duecategorie.
,Ciascuno dei due funtori
composti TL : 9 -
dàluogo
ad una retrazione della relativa
categoria.
Tale circostanza consente di formulare condizioni necessarie e sufficienti sia per la deducibilità di unadata
topologia
da convergenze, sia per la deducibilità di una data conver-genza da
topologie (n. 8).
Si tratta di condizioni diagevole applicazione.
Dopo
avere stabilito una nozione disottocategorie
associate(risp. in 9
e in
2.)
intesa aprecisare
lepossibili
restrizioni dei funtori L e T a sotto-categorie
notevoli(n. 9),
ed averne dataapplicazione
allesottocategorie
co-stituite
dagli spazi (To)
e(T,) (nn. 10, 11),
l’attenzione viene rivolta alle92
ed~2:
le convergenze con unicità del limite ammettono una sottocate-goria
associata12),
mentre letopologie
di Hausdorff non ammettonosottocategoria
associata in2. (u..14).
Nel confronto inquestione
non ci sipuò dunque restringere
alle soletopologie
diHausdorff,
ci sipotrebbe
invecerestringere
alle sole convergenze con unicità dellimite,
ma letopologie
as-(6) Categoria nel senso di EILENBERG-MACLANE, General theory of natural equivalences,
Trans. Amer. Math. Soc. 58 (1945), p. 231-294.
(7) Si noti che, relativamente alle struttnre di convergenza e alle topologie, adope-
riamo le locuzioni fine di » e «meno fine di » nel loro senso più debole, ossia non e-
scludendo la coincidenza. Conformemente a tali espressioni, usiamo anche i segni > e : l’essere, per topologie, z = z’ implica sia r ~ z’ sia v zl.
6. Annali nella Scuola Norm. Sup.
66
sociate costituiscono nna,
sottocategoria (leggermente .più ampia
di iquella
di
Hausdorff)
assai pocosignificativa
perogni
altroriguardo. P
tale con-statazione che mi ha indotto a
prescindere
dall’unicità del limite per le convergenze.Il risultato di
maggiore
rilievo viene ottenuto al n.14, dopo
aver sta- bilito attraverso un lemma(n. 13)
l’identità 2 per 2 EL2 .
Precisa-mente,
dimostroche,
mentre ingenerale
ilpassaggio
mediante T da unacpnvergenza Â
allatopologia T(2) può comportare
unimpoverimento
dellastruttura
dell’insieme,
ciò nonpuò
avvenire per dallatopologia
de-aotta da convergenza con unicità del limite
può
1 inogni
caso ricostí-uirsi la convergenza stessa. Il risultatopermette
un’interessanté constatazione ri-guardo
alle« mehrstufige Topologien »
menzoniate all’inizio : non soltanto daogni
siffatta strutturapuò
canouicamente dedursi unatopologia,
mal’operazione
dipseudochiusura
è definibile in terminidella
struttura dispazio topologico
da essa dedotta(n. 15).
,Ai nn. 16 e 17 sono riassunti in
termini più precisi
altri risultati re- lativi alla deducibilità di una convergenza da unatopologia
e viceversa.Inoltre,
al u. 16 si dimostra cheogni
convergenza, salvo una ristretta’ classe di pocaimportanza,,
è deducibile dainfinite topologie distinte;
e al n. 17viene stabilita una condizione
sufficiente,
espressa in termini di struttura dei filtrid’intorni,
affinchè unatopologia
sia deducibile da unaconvergenza.
Resta
aperto
ilproblema
di formulare inanaloghi
termini una condizione.che
siaall’uopo
anchenecessaria,
maritengo
che ciò interesserebbe’ sostan- zialmente soltanto lo studio della struttura localedegli spazi topologici (8),
chè ad
ogni
effettoapplicativo
risulterebbe menomaneggevole
della condi- zione ’11L(1;)
= 1;qui
stabilita(n. 8).
,
2.
Successioni.
Una successione è una funzione
degr interi positivi, a
valori in un in-sieme arbitrario
(che
spesso verràsottointeso),
i cui elementi chiameremopunti (senza
con ciò volersignificare
che .E sia dotato di una,qualche
strut-tura
topologica).
(8) Su tale ordine di ricerche, vedasi G. BituNS, Die Struktítr der unverzweigten punktalen Raumtypen, Math. Japon. 4 (1957), p. 123-132 e G. BRUNS-J.
SCHMIDT,
Die punktalen l«ypeit topologischer Räume, Math. Japon. 4 (1957) p. 133-177. In quest’ultimo lavoro trovasi ancheufi ricco elenco bibliografico.
~
Indicheremo untl successione con o,
quando
sia il caso,con cos
è la successione pl,s ,1~2,5 , 9 -- .... Detta 8 unasuccessione,
indicheremo
con I I
l’insieme deipunti
che vicompaiono.
Dette
S, S’
duesuccessioni,
scriveremo per indicare che la S’ èuna sottosuccessione della S. In
particolare,
diremo che la S’= ( pÀ)
è unresto se per un
opportuno
intero k perogni
valore di n. Diremo costante una
quando
sia pr = ps perogni coppia
d’interi r , s :
cos ,
adesempio,
indica unacostante
Introduciamo ora tre
operazioni
che da una opiù
successioniassegnate
consentono di dedurne determinate altre.
(a)
Datauna
ne consideriamo dedottaogni
successione dellaquale
ladata è un resto.
Data la
{p~}?
ne consideriamo dedottaogni successione
conlim i-,,
= oo(ossia : ogni
tale che perogni
intero s = s alpiù
per un numero finito di valori dii) ;
inparticolare dunque, ogni
sottosuccessione.
(y)
Date un numero finito di successioniSi
={p~} (i = 1 , 2, ... , k),
consi-deriamo dedotta dalle Si i
ogni
isuccessione S la quale
ammettah ( k)
sottosuccessioni
S’j = 1 rispettivamente uguali
ad h delle S i e tali14
che
gl’ interi n =1, 2 , ...)
siano tuttidistinti,
edogni
intero vicompaia.
Indichiamo con
Poperazione
attraverso laquale,
da una data fa-miglia cS
di successioni si ricavanoquant’altre
èpossibile
medianteapplica-
zione suceessi va di
operazioni (a), (3), (y),
in numero e in ordine arbitrario : diremo dedotta da Unafamiglia cS (sottointendendo :
medianteogni
suc-cessione cos
ottenibile ;
diremo dellafamiglia cS
la totalitàc5*
delle successioni dedotte dad.
È
ovvio cheogni
successione dedotta da unafamiglia cS
è anche dedotta dauulopporttina sottofamiglia
finita dellad.
Osserviamo inoltre che unasuccessione la
quale
sia dedotta da unafamiglia c5’
disuccessioni,
ciascunadelle
quali
sia dedotta da unafamiglia cS,
è dedotta dallad ;
in altre pa-role, l’operazione
di per lefamiglie
di successioni èidempotente:
È
utile per ilseguito
notare le dueproposizioni seguenti.
Se una successione S è dedotta da una
famiglia cS
=~~Si:
i EI),
la ~’ hauna sottosuccessione comune con almeno una delle
Si.
~
(9) Si noti peraltro
ohe, per
due famigliecS2
di successioni, non si ha in generaleu = u
S:
2 non si tratta dunque di un’operazione di chiusura di tipo topologico.,DIM. - Per
l’ipotesi fatta,
la S ha almeno una sottosuccessione dedotta mediante(a)
e(~)
da una delle equest’ultima
ha una sottosuccessionecomune con la
~~y,
essendo che daogni
successione d’interi con lini r~,- o0si
può
estrarre una sottosuccessione crescente.Detta S 2cna
successione, ogni
succes-si)ne S’p1’iva
di sottosuccessioni co-stanti e tale che
]c I
èdeáotta
dalla ~~’.DIM. - Posto 8 = la 8’
può designarsi
con(p,.,,1 (senza che,
ingenerale, gl’interi rn
siano univocamentedeterminati) :
il supporre che la successione d’interiir,,1 non diverga implicherebbe
l’esistenza di una sotto- successione costante diquest’ultima, epperò implicherebbe
lo stesso anche per la~’’~
control’ipotesi.
3.
Strutture
diconvérgenza.
L’assunzione di una
legge
che dichiaraconvergenti
certe successioni di elementi di un insieme E associando a ciascuna di esse uno opiù punti-
limite dà
luogo
ad una struttura di convergenza(brevemente : convergenza)
su.E
quando
sianorispettate
letré
condizioniseguenti : (FK1) ogni
successione costante(~~
converge verso p ;(FK2)
se una successione converge verso p,ogni
sua sottosuccessione con-verge verso p ;
(FK3)
se una successione non converge verso p, se nepuò
estrarre una sot-tosuccessione,
nessuna sottosuccessione dellaquale
converge verso p(10).
Parlando di una convergenza su
E,
diremo che E èl"insieme-sostegno
della convergenza stessa.
Data che
sia,
sopra un insiemeE,
una struttura di convergenza, indi- chiamo concSp ,
y perogni
p EE,
lafamiglia
delle successioniconvergenti
verso p. Nel caso che
c§p
consti delle sole successioni aventi come resto la costante( p),
diremoche p
è unpunto
isolato nella convergenza data.In
ogni
struttura di convergenza, ciascuna dellefamiglie c5p
è chiusa ri.spetto all’operazione
-La nozione di spazio di convergenza è stata introdotta da M. FHÉCHET, nel pri-
mo dei lavori citati in (i), a mezzo delle sole condizioni (FK2), Peraltro, lo stesso
FRÉCHET ne constatava più tardi l’insufficienza (M. FnÉcHET, notion de voisinage dans
les ensembles abstraits, Bull. ScL Math. 42 (1918), p. 1-19). La formulazione della condizione trovasi in P. ÀLEXANDROFF-P. UUYSOHN, Une condition nécessaire et suffisante poui- qu’un espace
(..1;)
soit une classe C. R. Acad. ScL Paris 177 (1923), p, 1274, Tratta,zionidell’argomento trovansi nel libro di M. FRÉCHET citato in
(i),
in P.URYSOHN,
Sur le8 cda88e8 (L) de M. Fréuhet, L’Enseign. Math. 25 (1926), p.77-83,
e in C.KUHATOwSKt,
op. cit. in(2).
DIM. - Sia Si E
eSp (i = 1, 2, ... k)
e sia 8 dedotta dalle Si:proviamo
cheeSp. Ogni
sottosuccessione S’ della S ammette una sottosuccessione rS’’dedotta mediante da
dglle Si;
esiste allora una sottosuccessione S"’ comune della e diquella
Si. In virtù della(FI12)
si ha 8"’ EcSi
e,. stante l’arbitrarietà di S’
(c: S.),
dalla(FK3)
si deduce S Ec5.
Sia data sopra un insieme E una struttura di convergenza. Chiameremo base di convergenza relativa ad un
punto p
E .Eogni famiglia
disuccessioni la
quale : (1) contenga
la costante(p) ; (2)
le successioni conver-genti
verso p siano tutte e solequelle
dedotte dalla Con le notazioni di sopra :Ì3 importante peraltro
osservare che ove siassegni,
incorrispondenza
ad
ogni punto p
EE,
unafamiglia 03p
soddisfaciente alla(1),
è bens veroche in
ogni
eventuale struttura di convergenza nellaquale ogni
successione di~Bp
converga verso p, debbono convergere verso p anche tutte le succes-sioni di
03; (e
ciò per la e per l’ultimo teoremaprovato);
ma03p
non
costituirà,
ingenerale,
una base locale per alcuna struttura di. conver-genza :
può
infatti non essere soddisfatta la(FK3),
comeproviamo
con unesempio.
,ESEMPIO. - Sia E =
( p~~ : ~a
=l. 2, ...)
e sia03p
lafamiglia
costituitadalle successioni aventi come resto la costante e dalle
successioni
tali che :
(1)
la successione d’interi che si ottiene dallasopprimendo gli
even-1 tuali termini nulli risulti
divergente ;
y(2)
detta la successione crescente formata con tutti e soligl’interi
rn nonco 1
nulli
laserie 1 -
risulticonvergente.
S n
È
facile constatare che ciascuna delle treoperazioni (a), (P), (7’)
conservail carattere di
divergenza
della successionedegl’indici
non nulli e il carat-tere di convergenza della serie associata. Si ha
dunque,
nel nostro caso, ad- dirittura~~=== 03p.
La condizione(FK3)
non èperaltro
verificata : daogni
sottosuccessioue Sdello
èpossibile
estrarre una sottosuccessione ap-partenente
aBp (bastando all’uopo
chegl’indici
siano abbastanza rarefatti affinchè la serie dei lororeciproci converga),
mentre laS,
non soddisfaciendo alla(2),
nonappartiene
allafamiglia ~~ ?
y come vorrebbesi per la(FK3).
La nozione di base locale di convergenza si
presenta
comeanaloga
allanozione di base locale di una
topologia ;11).
Vi èperaltro
una diversità es-(ii) Per rendere più precisa l’analogia, giova qui intendere come base locale di una
topologia piuttosto un sistema di generatori del filtro degl’ ntorni (di un punto) che non, com’è
nell’uso, una base del filtro stesso. (Cfr, N, BOURBAKI, 1"’opologie générale, Ch. 1, 5).
senziale :
1’assegnazione,
perogni punto p E E,
di un filtroC’J1p
non dàluogo
ad una
topologia
se non siarispettata un’opportuiia
condizione dicompati-
bilità fra i filtri che cos risultano associati ai
singoli punti;
per le strut-ture di convergenza
invece,
le condizioni(FK1), (FK2), (FK3) -
le sole chesi
postulano
- vengonoimposte singolarmente
a ciascuna dellefamiglie C5. -
Inoltre : per le strutture di
spazio topologicn
una base locale è del tutto arbitraria(salvo
la condizione che ilpunto
interessatoappartenga
adogni
insieme della
base),
otten’endosi da una talefamiglia
il filtrodegl’intorni
colchiudere
rispetto
alleoperazioni
di intersezione finita e di riunione arbitra-ria ;
per le strutture di convergenzainvece,
una base locale non è arbitra- ria(nè assoggettata
alla sola condizione di contenere lacostante íp»,
almenose si vuole che .da essa la,
famiglia dp
siottenga
come Può°
porsi
allora ilproblema
di individuareun’operazione (necessariamente più generale
delle attraverso laquale
si possaottenere, partendo
da unafamiglia 93p
arbitraria cii successioni(tale 1 pl
ECJ3p)
lafamiglia
minima’
(che, presumibilmente,
inogni
casoesiste)
contenente la e soddisfaciente le(FK1), (FK2), (FK3).
Pergli scopi
delpresente lavoro,
un taleapprofon-
dimento non è
essenziale,
dato che la nozione di base locale èqui impie- gata
al solo scopo di evitare di dover menziona,re inogni
casoesplicitamente
la totalità
c5p ,
cosa in genere moltomala~gevole.
Convenzione.
Per assegnare una convergenza su.E,
ci limiteremo inogni
caso ad assegnare una baselocale ;
perbrevità,
ometteremo di consta- tare caso per caso che la(a,8y)-chiusura
della baseassegnata soddisfa,
com’ènecessario,
anche alla(FK3).
Ingenerale
ometteremo dimenzionare,
fra,le
successioni
convergenti
verso p, lacostante 1 i .
4. La
categoria .6. ’,
~
~
Riguardiamo
comeoggetto ~, ogni
insieme dotato di una struttura di convergenza, e come mappaf : ~,1=~ r~2 ógni applicazione
dell’insieme-so-stegno E1 di 21 nell’insienie-sostegno :E2 di 22
laquale porti ogni
su.cces-sione di
.~1 convergente
verso unpunto p
in una successione diE2
conver-gente
verso ilpunto f ( p).
Si verifica immediatamente che sono soddisfatte le condizioni per le
quali gli oggetti
e le mappe costituiscono unacategoria
nel senso diEILENBERG-MACLANE : la indicheremo
con L.
La
legge
che adogni oggetto A
diE
associa il relativo insieme-so-stegno
e che adogni
mappaf : 21 - a~2
associal’a,pplicazione
stessapensata
per
gl’insiemi-sostegno E ( f ) :
.E(21) ,--
.E(22) è,
come subi to sivede,
unlun-
tore covarianté della
categoria 12
nelladegl’insiemi
eapplicazioni
(,funtore-sostegno*).
Per
ogni
fissatoinsieme-sostegno E,
la totalità dei relativioggetti
dellacategoria può pensarsi ordinata,
intendendo che’
significhi
i che dallaconvergenza
di una successione verso unpunto
p si deduce che laconvergenza
della stessa verso p;ossia,
chel’applicazione
identica
dell’insieme-sostegvo funge
damappa 12 - li
in~2.
In tale ordine vi sono due elementi estremi : la, struttura di convergenza
discreta, più
fine ditutte,
nellaquale
convergono soltanto le successioni definitivamentecostanti,
con unicità dellimite ;
e la struttura di convergenza,nulla,
meno fine ditutte,
nellaquale ogni
successione converge verso tuttii
punti
di E. ,Sottocategorie
notevolidella L
sonoquelle
costituiterispettivamente
dalle convergenze soddisfacienti alle condizioni :
(FKTó)
Perogni coppia
dipunti distinti,
esiste almeno una successione con-vergente
verso uno solo deidue.
(FKTó’)
Perogni coppia
dipunti
distinti p, q, almeno una delle due suc-cessioni costanti
~p~~ (q
non converge verso entrambi ipunti.
(FKT,) Ogni
successionecostante
converge verso un unico limite.(FKT2)
Nessuna successione converge verso duepunti
distinti.Indicheremo con
£0" , £1 , ~9
talisottocategoi-ie,
chepenseremo
coíi plete,
ossia dotate di tutte le mappe diL
fragli oggetti
che vi compa- iono. Ciascnna dellesottocategorie ~o’ , ~i , ~C2 è satura,
ossiacontiene con
ogni
convergenza anche tuttequelle più
finidi
essa : lo siconstata immediatamente.
(Non
cos per la£0’)’
Ciascuna delle
quattro sottocategorie
considerata è inclusa nella prece- dente : che si tratti di inclusioniproprie
èfacile vederlo,
e ci limitiamo aprovare con un
esempio
che è~o =~ .60~ -
ESEMPIO. Sia ,
I
punti
Pr eqr (r = 1, 2, ...)
sianoisolati ;
verso convergano lae la
(q) ;
verso q convergano la~q,~~
e lalp .
Come subito sivede,
èsod-
disfatta la
(FKTó)
ma non la(FKTó’).
Nel
seguito (n. 10)
verrà considerata un’ulterioresottocategoria 120,
intermedia fra le ed
~61 -
5. La
categoria 9.
,Indichiamo cos la
categoria
i cuioggetti
sonogli spazi topologici
e lemappe sono le
applicazione
continue,Interessa
considerare,
anche perquesta categoria,
ilfuntore-sostegno,
ilcui
significato
è manifesto.Per
ogni
fissatoinsieme-sostegno E,
la totalità dei relativioggetti
di9 (topologie
saE)
sipenserà
ordinata nel modousuale,
per finezza. Vi sono, anchequi,
due elementi estremi : latopologia
discreta e latopo- logia
nulla.Indicheremo con
5o 91 , 92
lesottocategorie (complete)
della9
costituiterispettivamente dagli spazi topologici
soddisfacienti alle note condizioni(To), (T 1)’ (T2).
Sitratta,
anchequi,
disottocategorie superiormente
sature.6.
Il funtore
Z.Sia 7: uno
spazio topologico
avente comeinsieme-sostegno .E: pensiamo
z come
oggetto
dellacategoria 9
e stabiliamo unalegge
L che consente di dedurne una struttura di convergenza~, = I (~)
sopra lo stesso insieme 1~:.Si tratta dell’ordinaria definizione di convergenza in uno
spazio topologico,
e
precisamemente :
L)
una successione è L verso unpunto
p se e solo se ,finisce ( )
in
ogni
intorno di 1~(12).
Le condizioni
(FK1), (FK2), (FK3)
per la struttura ,~ cos definita si . verificano immediatamente.L’operazione L,
cos definita pergli oggetti
dellacategoria 9,
sipenserà
estesa in modo ovvio alle mappe della
stessa :,
dataf :
z -~ z’ laL ( f )
èquell’applicazione
di.L (z)
laquale
dàluogo
alla medesimaE(f)
fra
gl’insiemi-sostegno.
Proviamo che
l’operazione L è
unfuntore covariante,
.L :É.
DIM. - Sia
f ’:
- e sia una successione L(z)-convergente
versoun
punto p (E .E) : proviamo
che laf (S) (13)
è L(z’)-eonvergente
versof (p).
Detto I~’ un a’-intorno arbitrario l’insieme
f -1 ( U’) è,
perl’ipotesi
fatta sulla
f,
un z-intorno di p.La 8,
essendo L(T)-convergente
verso p, finisceepperò
laf (8)
finisce in,f ( f 1 ( U’)),
ossia in U’ f1f (E);
quindi
laf (S)
fiuisce in U’. Data l’arbitrarietà diU’,
ne viene che laf (8)
è verso
f (~),
come asserito.(12) Usiamo, qui e nel seguito, questa locuzione per intendere che esiste un resto della
successione,
tutti i termini del quale sono punti di 9..(13) Ci permettiamo qualche lieve abuso di liotazione, al sicuro da ogni possibilità
di
equivoco ;
ad es., f sta per E(f).Fissato che sia un insieme
E,
sipensino,
per ciascuna delle due cate- ordinati per finezzagli oggetti
aventi E comeinsieme-sostegno.
L’essere,
per duetopologie
suE, equivale all’appartenenza a 9
dellamappa z’ - z avente mappa
sostegno
identica~ :dunque, l’applicazione
stessaè mappa della
-P,
i I cheequivale
all’essereZ (zl .L (~c’).
Il funtore .L èdunque mouotono,
ossia7.
Il funtore
T.Data che sia sopra un insieme E una struttura di
convergenza 2,
nevogliamo dedurre,
mediante unalegge T,
unatopologia T (1).
L’esigenza
cuivogliamo
soddisfare con una talelegge
è laseguente.
Ogni topologia
z dàluogo
ad una convergenza .L(z) ;
fra letopologie
z pos- sibili su .E nellequali
viene conservata la,~-convergenza (ossia,
fra letopo- logie
z tali chevogliamo
chiamareT ()
lapiù
fine. Che loscopo
ora detto venga effettivamente
raggiunto,
lo proveremopiù
avanti(n. 8, (5)).
Data
dunque ~,,
definiamo latopologia,
al modoseguente :
T
un insieme A(c E) è
se e solo se perogni punto p
EA, ( )
ogni
successioneconvergente
verso pfinisce
in A.Proviamo anzitutto che si tratta di una
topologia.
Se
Ai,
perogni
èaperto, posto
A == nAi, ogni
succes-. i E 1
sione
convergente
verso unpunto p
E Afinisce, supposto
p E r inepperò
inA ; dunque A
èaperto.
SeA,
B sonoaperti, ogni
successioneconvergente
verso unpunto p
di A n .B finisce in A ed anche inB,
dun-que in A fl
B,
chepertanto
risultaaperto. Infine,
l’insieme vuoto è ovvia- menteaperto (14).
Un insie1ne B
(c E)
risulta T(A)-chiuso
se e solo se nessuna -successione costituita di solipunti
di B hapunti-limite fuori
di B.DIM. - Se B è
chiuso,
ossia se ilcomplementare e (B)
èaperto,
unasuccessione di
puuti
diB (= C (~ (B)))
nonpuò
convergere verso unpunto
di
e (B). Inversamente,
se B non èchiuso, e (B)
non èaperto, dunque
esiste una successione S con un
punto-limite
inC’ (B),
laquale
non finisce(14) Si osservi che nella dimostrazione non si utilizzano in alcun modo le proprietà (FK1), (FK2), (FK3) delle ~ . Pertanto, la legge 1’ fornisce una topologia anche a partire
da strutture molto più generali di quelle ohe qui ed usualmente si denominano convergenze in particolare dunque, da convergenze nel senso originario di M. FRÉCHET (vedi (so)).
in e (B) :
essa contiene allora una sottosuccessione tutta in B econvergente,
per la
(FK2),
verso unpunto
nonappartenente
a B.Importa
osservare, a chiarimento delsign,ificato
dellalegge T,
che uninsieme nel
quale
finiscaogni
successioneA-convei-gente
verso unpunto
non costituisce necessariamente un intorno del
punto
stesso.ESEMPIO. - Sia 1
/
La
convergenza A
sia definita come segue: ipunti
pr,s(r,
s= 1, 2, ...)
sonotutti
isolati ;
i verso=1, 2, ...)
converge verso p converge Detto Pl’insieme r = 1, 2, ...)
U p,ogni
snccessionel-convergente
verso p
finisce, ovviaineiite,
inP ;
ma P non è un intorno di p,dappoichè
nessun insieme
aperto
contenente p è contenuto in P.In modo
ovvio,
comegià
si è osservato perL,
anche Tpuò pensarsi
esteso alle mappe : accertiamone il carattere di funtore.T è un
covariantc,
1’:e - 9.
Dm. - Sia
f : A
-.~~,’ una mappa dellacategoria .6; proviamo
chel’ap- plicazione degl’insiemi-sostegno
individuata daf
è uua mappa della cate-goria ~.
SiaA’ ( e .E’)
un insiemeDetto p
unpunto qualunque
di
f-I (A’)
e detta 8 una successionequalunque A-convergente
verso p, dal-l’ipotesi
fatta sullaf
si ha che la è,’-convergente
versof (p);
i dall’es-sere i e dall’essere A’ segue, a
norma
dellaT,
che la,
f (8)
finisce inA’, epperò
la S finisce inf (A’).
Staute l’arbitrarietàdi p
etenuta
presente
lalegge T,
l’insiemef-1 (A’)
risulta dondela tesi. 1
In modo
perfettamente analogo
aquello seguito
per il funtoreL,
siprova che per
ogni insieme-sostegno E,
ilfuntoi-e
T èrispetto
all’or-dine per
finezza
delle duecategorie :
da segue
8.
Composizione
dèifuntori
.L e T.Interessa essenzialmente per "il
seguito
considerare i funtoriProviamo anzitutto che si ha :
ogni
per
ogni
DiM. - Proviamo la
(3).
Detto A un insieme t-aperto.ogni
successione .L(z)-convergente
verso nnpunto
di Afinisce,
a norma dellaL,
in A(che
è z-intorno di
p);
edallora,
a norma dellaT,
l’insicme A risulta TL(z)-
aperto.
j ’Proviamo’ la
(4).
Una successione che siaconvergente
verso unpunto
~ finisce
necessariamente,
a norma dellaT,
inogni T (~,)-intorno
di p ; eallora;
a norma dellaL, ogni
siffatta successione risulta .LZ’(A)-con vergente
.
verso p.
Le
proposizioni (3)
e(4)
ora dimostrate cipermettono
ora di stabilirequanto
annunciato all’inizio del n.7,
a titolo di caratterizzazione(e,
in uncerto senso, di
giustificazione)
del funtoreT,
edanche,
di stabilire un’ana-loga proposizione
per il funtore L.Per
ogni
convergenza,1"
latopologia
èla più fine fra
letopologie
nelle
quali
tutte le successioniÄ.-convergenti
pei-inangoitoconvergenti (nel
sensodella
L)
verso tutti i loro ossia "da segue
DIM. - Sia L
(1:)
z ; dalla(2)
segue T(,1,)
> TL(z),
dalla(3)
segueTL
(z)
> 1: e la tesi restaprovata.
ra le
Per
ogni topologia
7:, laconvergenza L (1:)
è la menofine fra
le convergen-ze dalle
quali,
tramiteT,
si deduce unatopologia più fine della z;
ossiada segue
DIM. - Sia
~’ (~,)
> z ; si haallora,
per la(1),
L(7:)
LT(2)
e, per la(4), ZT (~) ~ ;
ne seguedunque
la tesi.Proviamo
poi
che si ha ,.
Dm. - Per
ogni z
E9
siha,
in virtù della(4), ’
LTL(z)
= LT( L (7:)) .L (~)
e dalle(3), (1)
si haLTL (-c)
= .L> .L (z),
donde laprima
delle
(7).
Per provare laseconda, osserviamo
che perogni A
Ej2
siha,
perla
(3), (A)
= l1L(T (~,))
> T(~) ~
dalre(4), (2)
si ha = T(LT (Ä.))
T (~).
Ne segue la tesi.Da
quanto
ora dimostrato segue immediatamente che : perogni topologia z
si haper
ogni
struttura di convergenza À si haDunque,
i due funtori TL ed LT sonoidempotenti ;
essi dànnoluogo quindi
a retrazionirisp.
sullecategorie -9
ed£3:
(dove J,
J’ indicano mapped’inclusione).
Ne segue che: si ha TL
(1:)
:= 1: se e solo se è z ET(2);
si liaLT (À)
= À.se e solo se è A E .L
(~’).
’Ossia :
sono deducibili da convergenze
(15)
tutte e sole letopologie
z per lequali
si hasono deducibili da
topologie
tutte e sole le convergenze ~, per lequali
si haSi osservi ancora che per
ogni
fissatoinsieme-sostegno E,
i due funtori l’L ed LT inducono retrazioni per le relativesottocategorie risp. ~E
edÉE ;
in forza delle
(3), (4),
la retrazione cos i ndotta suJE
ha carattere progres- sivo, mentrequella
iindotta su£E
ha carattereregi-essivo (s’intende, rispetto
all’ordine per finezza delle
sottocategorie stesse).
9.
Sottocategorie associate in 9
eDette
9’ , 2’
duesottocategorie risp. di 9
e dij3
y diremo che esse sono associate se per esse si ha simultaneamente(15) Qui e nel seguito, dicendo che una topologia è deducibile da una convergenza sottointenderemo: mediante T. Analogamente verrà sottointeso>: mediante L ,