R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IUSEPPE C OLOMBO
Sopra il fenomeno dell’ azione asincrona
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 24 (1955), p. 353-395
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ASINCRONA
Memoria
(*)
di GIUSEPPE COLOMBO ( aPadova)
È ormai da alcuni anni
oggetto
di studio una classe difenomeni che risulta
quasi inesplicabile
ai lumi della ordina- ria meccanica delle vibrazioni.Questa
classe di fenomeni vaspesso sotto il nome di azione asincrona. Gli
esempi più
notie concreti sono il
pendolo
di Soulier-Bethenod ed ildiapason
di Volendo subito mettere in evidenza
l’aspetto più
interessante dalpunto
di vistapiù propriamente
mecca-nico,
delfenomeno,
diremo che in entrambi i casi si sostieneun movimento oscillatorio di un sistema meccanico sulla pro-
pria frequenza, semplicemente
alimentando un conveniente circuitooscillante, accoppiato
col sistema in modoopportuno,
con una forza elettromotrice
alternata,
la cuifrequenza può
essere
qualunque purcbè
siapiù
elevata dellafrequenza
pro-pria
del sistema meccanico alimentato.Essendo stato
esplicitamente
riconosciuto anche nel campopuramente sperimentale
che non sipuò
certamenteparlare
disincronizzazione
sotto-armonica,
laspiegazione
del fenomenova ricercata in una condizione che si rivela essenziale e cioè che del sistema faccia
parte quelche
elemento non-lineare.Dal
punto
di vista analitico laquestione~
sipresenta
di unanotevole
complessità
oltre che neiriguardi più propriamente algoritmici
anche e fondamentalmente in unaquestione
diprincipio.
(*) Pervenuta in Redazione il 28 Aprile 1955.
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università, Padova.
1 ) J. BETHENOD, C. R. Ac. Se., t. 207, nov. 1938, p. 847.
HABTLEY, Beli
system Tecnical Journal, juil 1936, p. 424.Infatti una volta tradotto il
problema
fisico in forma ana-litica,
con sufficientegeneralità,
ci si trova di fronte al fatto formalmente riconoscibile che il sistema differenziale nonpuò
ammettere soluzioniperiodiche
diperiodo
che non siamultiplo
diquello
della forzaimpressa, periodo
che nei siste-mi considerati coincide con il
periodo
della forza elettromo- trice che alimenta il sistema.Di fronte a
questo
fatto si pone laseguente
alternativa:o non è sufficiente la schematizzazione e
quindi
non è esattala traduzione analitica del
problema
fisico oppure i moti diregime
del sistema meccanico non sonoperiodici
nel sensoprecisamente
analitico.Poichè è da escludere la
prima
eventualità e non volendo ammettere che lasorgente
alimentatrice sia a sua volta in- fluenzata per reazione dal sistema oscillante non resta ap-punto
che pensare che anzichè di soluzioniperiodiche
si trattidi soluzioni
quasi periodiche
di unqualche tipo.
Questo
del resto è il caso chepiù frequentementé
si rea-lizza nei sistemi che come
quelli
in esame sono in duegradi
di libertà. Usando in
linguaggio geometrico
ormai in uso di-remo che le soluzioni di
regime
di un sistema oscillante in duegradi
di libertà sirappresentano più
normalmente nellospazio
delle fasi anzichè come ciclisemplici chiusi,
come tra-iettorie dello stesso
tipo
diquelle
che nell’ordinariospazio rappresentano
le soluzioni di unaequazione
differenziale sullasupeficie
di untoro,
ivipriva
dipunti singolari 2),
e che po~-sono
quindi
non essere chiuse.In una recente
pubblicazione 8)
ilprof.
N.Minorsky spiega
il fenomeno di Bethenod come un caso di azione
parametrica
e mediante il metodo
stroboscopico,
aiutato dall’intuizione fi-sica, perviene
a determinare una soluzioneperiodica
diprima approssimazione.
Ovviamente ad essa nonpuò corrispondere
2) A. DENJOY, courbes definies par les equation d~f ferentielto surf ace d u tore, Joumai d. Math., vol. I I, ( 1932 ) , p. 333.
3) N. )~II NORSKY, Sur le ph.enomene B~tjzcnod, Actes du Colloque international des vibrations non-linéaires, Ile de Porquerolles 1951, (Publ.
Scient. et Techn. du Min. de l’Air, N. 281).
una effettiva soluzione
periodica
del sistema ma una solu-zione che differisce da una soluzione
periodica
per terminipiccoli rispetto
al termineperiodico,
ma che pur tuttavia fannoperdere
il carattere diperiodicità
alla soluzione stessa.Del resto dal
punto
di vistasperimentale
una distinzione tra soluzioniperiodiche
o soluzione che ne differiscano per terminipiccoli
èpossibile
fino ad un certo punto equindi
essa è inutile oltre un certo limite.
A
prescindere
da queste considerazioni che rivestonopiù
che altro un interesse
matematico, quello
che restainvece,
dal
punto
di vistapropriamente meccanico, l’aspetto più
in-teressante del fenomeno è come abbiamo
già
detto il mecca-nismo di alimentazione.
L’esame dei due sistemi misti meccanici ed elettrici di Bethenod e di
Hartley
mi hasuggerito
la costruzione di mec-canismi che pur restando nell’ambito della meccanica pro-
priamente detta, presentano
lo stesso interessante fenomeno di azione asincrarca.Dallo studio di
questi
sistemipuramente
meccanici si vedràcome si possono sostenere le oscillazioni
proprie
di un si-stema di per se
dissipativo,
senza che lafrequenza propria
di
questo
sia inqualche
relazione di razionalità con la fre- quenza della forza esternaimpressa purchè questa
forzaagisca
sul sistema in discorso non direttamente ma per tramite di
un altro sistema
accoppiato
non linearmente colprimo. Questa
è la
proprietà,
oltre benintesoall’aspetto
dei sistemi differen- ztàli in cuiquesti
sistemi fisici si traduconoanaliticamente,
che avvicina i meccanismi da noi costruiti ai sistemi misti di
partenza.
Precisamente considereremo due sistemi
dinamici, prati-
camente
realizzabili,
in duegradi
dilibertà,
ilprimo
deiquali
è ottenutoaccoppiando
non-linearmente ecapacitivo-
mente due oscillatori lineari
Q~,
10,,,
su uno deiquali, (Q2
pertesare le
idee) agisce
una sollecitazione sinusoidaleforzante ~
-;il secondo è ottenuto dal
primo
sostituendol’accoppiamento
non-lineare
capacitivo
con unaccoppiamento
ancora non-li-neare di
capacità
e di inerzia.Il
primo
sistema richiama il sistema diHartley,
il secondo invece è unaopportuna
combinazione dei due. _Nei
riguardi
delprimo
modello si riesce a dimostrare chese sono soddisfatte
opportune
condizionistrutturali,
se ilperiodo proprio
di01
è sufficentementegrande,
e se ildop- pio
dellafrequenza n
della forza esternaimpressa.
non è unmultiplo
diquella propria n’
di il sistemaSZ1
si muovecompiendo,
come verràprecisato più avanti,
oscillazioni iso-crone stabili.
Questi
movimenti ingenerale
non sono motiperiodici perchè,
pur essendo le oscillazioni del sistema iso- crone, le loroampiezze
non sono costanti ma variabili entrocerti limiti.
Nel secondo modello la restrizione
riguardante
il caso ec-cezionale che 2n sia un
multiplo
di n’ viene a cadere.L’aver a che fare con modelli
puramente
meccanici è stato utile oltre che perragioni
dimaggior semplicità,
anche e so-pratutto perchè
inquesti
modelli si rendegiustificata
e spon- tanea una ulterioreschematizzazione,
chepermette
di trat-tare nel. suo ambito con
9-igoi-e
e fino in fondo il fenomeno.Il
meccanismo
di alimentazione non è detto che siaprecisa-
mente lo stesso per
questi
meccanismi e per i sistemimisti, perchè questa
ulteriore schematizzazione non è ingenerale
ra-zionalmente
giustificata nei riguardi
dei sistemimisti,
almenonei modelli in cui
questi
sono stati realizzati esperimentati.
Mi pare
però possibile
una realizzazione di un sistema mi- stopiù
aderente peresempio
al secondo meccanismo che forsepotrebbe presentare
dellecaratteristiche,
di notevole interesse anchepratico
edapplicativo,
diverse inparte
daquelle
chepresentano
i sistemi di Bethenod e diHartley.
Rileverò che nel corso del lavoro ho dovuto fare ricorso a
certi teoremi di stabilità per
equazioni
differenziali lineari acoefficienti
periodici
che mi risultano nuovi e di cui ho dovutodare
completa
dimostrazione.Inizierò con uno schematico richiamo dei due sistemi di Soulier-Bethenod e ,di
Hartley
perragioni
di comodità e per.
permettere
un immediato confronto con i meccanismi che pas- serò a descrivere subitodopo.
La trattazione analitica di
questi
sistemioccuperà
il restodella memoria.
1. I sistemi di Soulier-Bethenod e di
Hartley.
Cominciamo col richiamare il sistema Soulier-Bethenod.
Un
pendolo
costituito da una massa di ferro dolce oscilla in- torno alla suaconfigurazione
diequilibrio
stabile. Esso fa va-riare l’induttanza di una bobina dimensionata e collocata in modo
opportuno (vedi fig. 1) 4).
La bobina è unodegli
elementicostituenti un circuito oscillante alimentato da una forza elet-
Fig. 1
tromotrice variabile sinusoidalmente.
Siano: 2
il momento d’inerzia delpendolo, 1
la distanza del barientro dall’asse disospensione,
6 l’anomalia contata apartire
dallaconfigura-
zione di
equilibrio, L(6)
1’indtittanza dellabobina,
q la carica istantanea del condensatore, 2D il coefficiente didissipazione
del
pendolo,
R la resistenza delcircuito, E
sen 6)t la forzaelettromotrice che alimenta il circuito. Tenuto conto che 1’azio-
ne meccanica della bobina sul
pendolo
sin riduce ad una forzaapplicata
al nucleo di ferro dolce digrandezza
istantanea~ 1 L 6 ~ 2 t - 1
si stabiliscono secondo iprincipi
a8
2 t )q C )
~C )~
P Pclassici della meccanica e
dell’elettrodinamica, applicate
al si-sitema in discorso
opportunamente schematizzato,
leseguenti
4) Gli schemi di fig. 1), e 2) sono stati tratti dal libro di RoCARD. D i-
~acynique general des Y~brations, Masson et C, Paris, 1949, 315. A pro- posito del sistema di SoULIEB-BETHENOD si noti che il circuito L101 è un circuito filtro di cui nella scrittura delle equazioni 1) si tien conto solo parzialmente attraverso la resistenza R e la capacità C.
equazioni
che sembranopossedere
una sufficientegeneralità,
Se la
disposizione
è all’incircaquella
difig.
1 sipuò
rite-nere he la funzione
L(b)
che costituisce l’elemento nonlineare,
abbia un andamento crescente. Anzi per
opportuni
dimensio-namenti del
dispositivo
la funzioneL(b) può subire,
nel pas-saggio
delpendolo
per laposizione
0 =0,
un incremento di notevole entità.Il sistema di
Harley
è costituito da undiapason
inseritocome in
fig.
2 in un circuito oscillante in modo che una delleFig. 2
due branche nel suo moto vibratorio fa variare la
capacità
delcondensatore O. Se denotiamo lo
spostamento
dell’estre- mità della branca dalla suaconfigurazione
diequilibrio
econ q, la carica del
condensatore,
tenuto conto che la forzaesplicata
da una delle armature di C sulla branca deldiapason
è data da
a ~
siperviene
con evidentesi ificato degli
altri
simboli,
al sistemaLa funzione
9 (o)=
è una funzione crescente di x ein
generale
neppure lineare in r; comunquel’aceoppiamento
è certamente non lineare e differisce da
quello
relativo al si-stema di Soulier Bethenod per il fatto che in
quest’ultimo
caso esso
può
dirsicompletamente capacitivo
mentre nel pre- cedente èpiuttosto capacitivo-induttivo.
-2.. Un
primo
sistema dinamico.Consideriamo
dapprima
il sistema dinamicorappresentato
schematicamente in
fig. 3,
costituito da dueoscillatori,
accop-piati
in modoopportuno,
di cui uno è armonico e l’altro è unoscillatore non-lineare forzato.
Fig. 3
Precisamente sia
e~
un corpo di massa-11,
scorrevolelungo
una
guida
rettilinea g1 esoggetto
ad una forza di richiamo elastica di centro01.
Sia ~~ la coordinataascissa, lungo
laguida,
che determina laposizione
die~.
Un’asta AB di massa trascurabile è
girevole
intorno ad unpunto
O. L’asta AB ècollegata
con~1’
peresempio
medianteun meccanismo a
glifo,
in modo che laposizione
dell’asta è uni- vocamente determinata dallaposizione
di Tale meccani-smo e cos dimensionato che
quando
AB occupa unaposizione
relativa a valori di ql l’asta AB occupa una
posi-
zione fissa che denoteremo come
posizione Ia, quando ~1
si trova in
posizioni corrispondenti
a valori di ql> ql°
l’astaè nella
posizione
lIa.All’estremità B dell’asta è fissato uno dei
capi
di un filoelastico
~,
ilquale passando
tra duepulegge
in C ha l’altrocapo fissato in
punto
D di un corpoe2
di massa m.~2 può
scorrere a sua voltalungo
unaguida
rettilinea 92 di direzioneperpendicolare
aquella di 91
ma sempre sullo stessopiano,
che èsupposto
per fissare leidee,
orizzontale.La retta i- su cui si muove D dista b da C. Su r si fissi un
sistema di ascissa ~2 con
l’origine
inO2, proiezione
di C su ~-.I
passaggi
dell’asta ~ ~ dallaprima
alla secondaposi-
zione a;;engono, per la struttura del meccanismo a
glifo,
bru-scamente. Dal
punto
di vistaenergetico
diremo subito chementre nel
passaggio
dallaposizione
Ia alla lja è il sistemae2
che attraverso l’asta fornisceenergia
all’oscillatore~1
nel
passaggio
inverso invece l’oscillatore~~ perde parte
dellasua
energia.
Supporremo
inoltre che ildispositivo
sia tale da consen-tirci di trascurare le azioni
dissipative
dovute all’attrito sulleguide
esugli
altri vincolirispetto
aquelle
dovute alla resi- stenza di mezzo chesupponiamo
siano deltipo
viscoso. Infine per realizzare lasollecitazione
alimentatrice ditipo
armo-nico
agente
sulla coordinata q2possiamo
supporre, per esem-pio,
che tutto il sistema sia animato di moto traslatorio in direzioueparallela
e che lalegge
del moto di. trascina- mento sia deltipo
armonico.L’impostazione
delleequazioni
dinamiche è relativamenteagevole.
Denotata con cl la costante caratteristica della forza di richiamo elasticaagente
su~1
e con c2 la costante del filoelastico, con lo
lalunghezza
naturale delfilo, supposta
sufficientemente
piccola perchè
esso sia costantemente intensione,
ilpotenziale
diquella parte
della sollecitazione to- tale che è conservativa siesprime
nella formaove si è indicata con la distanza BC
dipendente
solodalla coordinata Trascurando infinitesimi di ordine su-
periore
al secondo in q2 , assume la formaove si è
posto
La forza per
l’ipotesi
ammessa dalla trascurabilità dell’inerzia dell’asta A.B e delfilo,
ha lasemplice
formaLa
dissipazione
per leipotesi
ammessa è caratterizzata dalla funzione delRayleigh
mentre infine sua sistema
agisce
ancora unaforza,
coinci-dente nel caso
specifico
con la forza ditrascinamento,
il cuilavoro virtuale vale
In base a ciò le
equazioni
dinamiche del sistema si scrivonoche con ovvii cambiamenti di simboli si possono
più semplice-
mente scrivere nella forma
Per
quanto riguarda
la funzione~( ql) possiamo
dire cheessa è costante all’esterno di un intorno
dell’origine
(- q~O, q,,°),
che è tantopiù piccolo quanto più piccolo
è iltratto di sbarretta compreso tra la cerniera O e l’estremità A che è a contatto con
~1 .
Porremoprecisamente
Dalla
(4)
e dall’esame dellafigura 3,
risultapoi
chiara-mente essere
a! > a~ .
Nell’intervalloqO q!),
decre-sce, con una
legge dipendente
dalla forma del meccanismo dicollegamento,
dal valorea2 1
al valorea~ .
3. - Una ulteriore
schematizzazione
del sistemadinamico
considerato nel n. 2.Costruito cos il sistema dinamico che
può
dirsiequiva-
lente al sistema di
Hartley
considerato nel n.1,
siripre-
senta naturalmente la difficoltà
gravissima
della sua risolu-zione. Ma
qui
neiriguardi
del nostro sistemameccanico,
1’os-servazione diretta del fenomeno è
più agevole,
egiustifica,
oltre a renderla
spontanea,
una ulteriore schematizzazione nel cui ambito ilfenomeno,
pur conservando i suoiaspetti più significativi
ammette uno studio matematicorigoroso.
Volendo
dunque spingere
oltre la schematizzazione suppor-remo che 1’intervallo
(2013g~
che determina 1’insieme delle soleconfigurazioni
di@i
incorrispondenza
allequali
si hanno
scambi
dienergia
tra i due oscillatoriaccoppiati,
sia cos
piccolo
dapoter
ritenere che ilfenomeno, negli
in-tervalli di
tempo
eccezionali in cui~1
passa attraverso que- steconfigurazioni,
intervalli che devono risultarepiccoli
ri-spetto
alperiodo
della forzaimpressa,
sisvolga
con tutte lecaratteristiche di un moto
impulsivo ~).
In base a
questa
assunzione consideriamo un movimento del sistema incorrispondenza
alquale ~1
transiti per le con’f igurazioni
dell’intervallo eccezionale da -q,0, a q,*’ 6)
con5 ) Notiamo che chematizzazioni analoghe sono già state profiquamente
adottate per esempio nello studio dell’orologio.
6) L’abbiamo supposto simmetrico rispetto all’origine ma questa è
una ipotesi puramente semplificativa.
velocità finita e
maggiore
di un e arbitrario mapositivo.
Se q!
tende a zero, anche la durata x° delpassaggio
die~
da - q§ a q!
tende a zero.Moltiplicando
perqldt
la(81’)
si hae da
questa integrando
nell’intervallo(- q§,
edappli.
cando il teorema della
media,
si ottieneove per
i
ei q-* 2 i
si intendonorispettivamente
i valoridi
9~
calcolati in un certo istante dell’intervallo ecce-zionale.
Se si pasea al limite per
q§ -
0 si ottiene infineessendo
q2’
il valore di q. nell’istante eccezionale di transito ed a~-endo denotato al solito i limiti sinistroe destro di ql
per t
tendente allo stesso istante.Dunque possiamo
ritenere cheogni qual
volta(Bi
rag-giunge l’origine
convelocità positiva
transita per essa e lasua velocità subisce un istantaneo aumento fornito dalla
(12), potendo quindi
eccezionalmente risultare continua.In
questo
stesso istante eccezionale la coordinata q2 pre- senta una discontinuità sulla sola derivata seconda e succes-sive,
discontinuità concomitanti con la discontinuitànel
punto
ql = 0. Basta perquesto
rifarsi alla(82’)
e tenerconto che x° --~ 0.
Analogamente
si consideri ilpassaggio
di~~
attraversol’intervallo eccezionale in senso
inverso,
cioè da-~- q!
ag°
e si
ragioni
come sopra. Si trova cos che see~ perviene
al-l’origine
con velocità qi-negativa,
e soddisfacente alla( q~
è il valore di ~2 nell’istanteeccezionale),
allora Esso tran-sita per
l’origine
e la sua velocità subisce una istantanea di- minuzione in modulo fornita dallaseguente egnaglianza
mentre in
quello
stesso istante la q2 , continua con la deri- vataprima, presenta
ancora una discontinuità nelle derivate successive.Dunque
nel campo di validità dello schemaadottato,
lostudio del moto del sistema dinamico si riduce a
quello
delsistema lineare a tratti costituito
dall’equazione
.e dalla
con le condizioni di discontinuità
regolate
da(12), (14).
Precisando
meglio,
ilproblema
cos schematizzato è ri- dotto allo studio delle soluzioniq2 ( t)
dell eequazioni
(15), (16)
che soddisfano alleseguenti proprietà.
a) q2 ( t) è
continua con la derivataprima
inogni istante, b)
ècontinua,
.
c)
inogni
istante z’ in cui si annulla q~ ed è q~- >0,
q1 subisce un aumento
regolato
da(12),
mentre inogni
istantesubisce una diminuzione
regolata
da(14).
d)
Se in un istante r* è q1 ~--- O esi ha
q1- 0
perogni t
> ~c’~ mentre pergli
stessi valori di t.q2 soddisfa a
(161).
È da rilevare subito che se noi
possiamo
provare, come effettivamentefaremo,
l’esistenza di una classe di soluzioni diquesito sistemi
differenziale chegodono
delleproprietà
di sta-bilità nel senso che
ogni
altrasoluzione,
almeno per condizioniiniziali abbastanza
vicine,
tende aqualche
soluzione diquesta classe, potremo
ritenere che le soluzioni in discorso rappre- sentino in modo soddisfacente non soltanto il movimento del sistema inquesta
ultima schematizzazione ma con buona ap-prossimazione,
tenendo conto di come si èpassato
dallaprima
alla seconda
schematizzazione,
il moto effettivo del sistemadinamico
dato, qualora
risultiq" 1
sufficientementepiccolo.
4. - Un secondo sistema dinamico.
Il sistema dinamico che considereremo in questo numero è
rappresentato
nelle sueparti
essenziali infig.
4 e perquanto riguarda
ilcorpo @i,
la sbarra A13 ed il lorocollegamento
Fig. 4
non differisce
punto
dal sistema considerato neiprecedenti paragrafi.
Un corpo
~2
peresempio
deltipo
di unpendolo,
è costi-tuito da una massa notevole
posta
all’estremità di una sbarra laquale
reeá una scanalatura DD’ in cui trovapreciso allog- giamento
un perno fisso di asse a che supporremo per fissare le idee verticale.e2
è vincolato a muoversiparallelamente
al
piano
normale ad a in modo che la retta solidale DD’passa sempre per un
punto 0
d a.Supposto
che laguida
9~ siaparallela
ad a, sicolleghi
I’estremit~, B dell’asta AB con un
supporto Q
scorrevolelungo
a, con una biella B~ recante cerniere cilindricheagli
estremi.
Il
supporto Q
ècollegato
con la sbarra DD’ delpendolo,
tramite una sbarretta ND vincolata in N e D con cerniere sferiche al
supporto Q
ed alpendolo.
Quando
l’asta è nellaposizione
Ia eIIa,
D èobbligato
a muoversi su una circonferenza di eentro C e
raggio
CD equindi e2
nonpuò
che muoversi di moto rotatorio intorno ad a.Per
quanto riguarda
la sollecitazionesupponiamo
che sue2 agisca
una forza elastica avente il centro in unpunto
fisso ed
agente
persemplicità,
nelpunto
D.Si supponga, sempre restando invariata la sollecitazione esterna
riguardante 0-,,
che su~2’ (magari
per il tramite di un supporto@,2’,
di massa trascurabile egirevole,
in.torno a
O,
solidalmente con la direzione della rettaDD’) agisca
unacoppia
di momento variabile sinusoidalmente.Quesf ultima sollecitazione,
che èpoi quella
che alimenta ilsistema,
di per sedissipativo,
si realizza peresempio
accop-piando capacitivamente e2’
con un oscillatore lineare forzatosinusoidalmente,
di inerzia ecapacità
tanto rilevanti da nonrisentire
dell’accoppiamento
con il nostro sistema.Come coordinate
lagrangiane
delsistema,
in duegradi
dilibertà,
assumeremo oltre alla coordinata qi ,l’angolo
for-mato dalla retta fissa CR con la retta solidale DD’. Denote-
remo
poi
con la distanza CD che è funzione della solacon p il
giratore
die2 rispetto
all’asse baricentrico pa- ralleload a,
con S la distanza con r la distanzaCR, supponendola maggiore
di perqualunque
con M ed mle masse di
61
erispettivamente 62 ?
con le costanti elastiche delle due forze di richiamoagenti
su62.
In conformità avremo
~ed inoltre
Trascurando al solito i termini di ordine
superiore
al se-condo in q2 si
può
assumere comepotenziale
della sollecita- zione conservativa ilseguente
Sia infine
la funzione di
dissipazione
diRayleigh,
eil lavoro virtuale della sollecitazione esterna.
Le
equazioni
diLagrange
diventano in conformitàAnche in
questo
modello dinamico costante al-l’esterno di un intervallo
(-~:, q~)
e risultaL ( ql) = L1
per ed
L ( ql) = L2
per essendoLo stesso dicasi per
¡ 2 (~~); poniamo = Tu
perql q! ,
=
’(~
perq:
e notiamo cheï~~
> O rite-nendo,
il coefficiente didissipazione
crescente col momento di inerziadi 62 rispetto
ad a. Leequ~azioni
diLagrange
inquesti campi
di variabilità per q~ diventanoove va scelto
Proseguendo
nella schematizzazione comme abbiamo fatto per il modello dinamico trattato nei numeriprecedenti,
sup- porremo che l’intervallo eccezionaleq~ , q!
sia estrema-mente
piccolo
cosche,
mentree~
transita per leconfigura-
zioni relative a tale intervallo con velocità mai
nulla, impie- gando
untempo brevissimo,
si manterrà costante il momento dellaquantità
di moto dirispetto
ad a equindi
risulteràin detti intervalli eccezionali
ove il valore di q2 antistante iniziale di transito e va
scelto
i ~ 1,
o 2 a seconda che ilpassaggio
avvieneda - qt
a
q*
o viceversa.La
prima
delle(22) moltiplicata
per éi diventaConsideriamo
dapprima
il transito die~
per laposizione
ql = 0 con velocità
positiva
ed abbastanzagrande.
Sostituendo nel secondo membro di(25),
la q, ricavata da(24) ponendavi i= 1, integrando
tra2013~[ ~ q, e passando
al limite perq!
--O,
si ha infineavendo indicato ancora con q21 1
q2~ ~
i limiti sinistridi
.q2 (t)l q2 ( t) per t
che tende all’istante di transito ed avendoposto
Si noti che essendo b >
L2
>~,~ , risulta 1 í-
>~.
Aff~~nchè tale transito avvenga effettivamente
bisogna
cherisulti
In modo del tutto
analogo,
si dimostra che nelpassaggio
die~
per laconfigurazione
relativa al valore nullo di q1 con ve- locitànegativa
ma in modulo sufficientementegrande,
si haPerchè
poi
tale transito possa effettivamente verificarsibisogna
che sia soddisfatta laIn definitiva
dunque
nellapiù
avanzataschemat,i~za.~ione.
cioè entro i limiti della sua
validità,
lo studio del movimentodel sistema dinamico è ridotto a
quello
delle soluzioni di unsistema di
tipo analogo
al sistema relativo alprimo
modello.Precisamente si tratta di studiare le eoluzioni
del sistema
(23),
ove si assuma i =1 per ql 0 ed i = 2 per q1 >0,
che soddisfano alleseguenti
condizionia) q, ( t) ~e q2 ( t)
continue.b) Negli
istanti in cui si annulla la qi la q2 subisceun salto
regolato
dalla ’in conformità a
(24).
’
,
c)
Se in un’i.stante T* essendo qi =0,
q~ > 0 non è soddisf atta la(28),
o se essendo ql =0~ g
0 non è soddi-sfatta la
(30),
si ha ql = 0 perogni t
~~;*,
mentre q2 daquel-
l’istante in
poi
soddisfa sempre alla(23),
ove si ponga i = 1se nell’istante ~;* > 0 ed i = 2 se è
ql
0.d)
Inogni
istante ~’ in cui siannulla q1
e ~~ > 0 e sod- disfacente a(28),
~~ subisce una variazioneregolata
da(26),
ed in
ogni
istante z" in cui siannulla q,,
ed è q1 ed 0e soddisfacente a
(30),
subisce una variazioneregolata
da
(29).
Tratteremo nei
prossimi
numeri il sistema considerato neiparagrafi 2)
e3)
e passeremopoi
a studiare il sistema consideratoqui.
Vogliamo però prima
di passare oltre rilevarequella che,
nei
riguardi
deltipo
diragionamento
cheseguiremo
neiprossimi numeri,
è la sostanziale differenza tra iproblemi
analitici ai
quali
è stato ridotto lo studio del movimento dei due sistemi dinamici.Questa
differenza si riscontra nel con-frontare le
(26), (29)
con le(12), (14)
cheregolano
le varia-zioni di
energia
cinetica di~1 negli
istanti eccezionali.Si nota in effetti che al
posto
del termine nelquadrato
del valore istantaneo
di IQ2
in(12), (14)
si ha in(26), (29)
la somma di due termini l’uno ancora nel
quadrato
di q2 e l’altro nelquadrato
diq2.
Co~s3che,
mentre il termine in di-scorso che compare in
(12), (14) può
essere eccezionalmentenullo,
cos nonpuò
essere per la somma dei due termini cor-rispondenti
ad esso in(26), (29).
5.. Risoluzione del
problema
analitico connesso colprimo
modello.
Rifacendoci
dunque
al sistema(15), (16)
cominciamo asupporre che sia
e scriviamo
l’integrale generale
di(15)
Consideriamo
l’integrale particolare
che ovviamente soddisfa alle condizioni
Supporremo,
per fissare leidee, y
> 0.Seguendo questa
soluzione siha,
nell’istante ’t-~- T,
Passiamo ora a considerare
l’integrale generale
di( 1.6)
che scriveremo nella forma
ove
0,
èl’angolo
acuto che soddisfa allaed
f ( t)
è una funzione di t e di due cosanti arbitrarie. Dif ( t)
ci basta per ora sapere
che, supposto a§ > Yi (onde
risultaanche
0&2 > yD@ 7)@
si mantiene limitato ilprodotto f( t)e"(1t
cioè che
possiamo
scriverePremesso ciò si noti che nell’intervento di tempo
(~ ’t" + T),
estremi
esclusi,
la soluzione(33)
di(15)
che abbiamo preso in considerazione soddisfa alla condizione ql > 0 onde la coordinata ’Q2soddisfa,
inquesto
stessointervallo,
alla(162)
7) Questa ipotesi non è essenziale ma comoda.
e vale
dunque
avremo
quindi
Richiamata la
( 35),
si suppongaovvero in base a
(40)
allora qi
transita senza arrestarsi perl’origine
O edopo
iltransito la sua velocità è fornita in base a
(14)
dallaove evidentemente il termine indicato con 0 non coin- cide con
l’analogo
termine che compare nel secondo mem-bro di
(41).
Denotando con yl il valore di
q1 +
che è fornito dallaradice
negativa
del secondo membro di(42),
certamentereale, perchè
peripotesi è
soddisfatta la(41),
nell’intervallo{~c -~- T, T -~- 2T ),
ql variaseguendo
lalegge ( 32),
in relazione alle con-dizioni iniziali
+ T)
=0, + T)
= y1. Non ci serve scriverel’espressione esplicita
di una talesoluzione;
ci ba-sterà invece osservare che nell’istante ~
+
2T si haLa
(43)
fornisce il valore certamentepositivo
digi"*(T-)-2y)
onde in
questo
istante si ha il salto di ~~ dal valoreql- ( ~ -~- 2T )
al valore~i~(T+2T)~
che ci è fornito in basea
(12)
dalla radicepositiva dell’equazione
Per la valutazione di
q’i
rifacciamoci a(36),
notandoche, poichè
nell’intervallo(T+T~ T+2~)
ègi0~ bisognerà
as-sumere i = 1.
Si ottiene cos
e
quindi
finalmente in base a(44), (42),
Dall’fstante ~
--~- 2T,
all’istante ~-~-
4T il fenomeno si evolve secondo le stesseleggi
che lo hannoregolato
nell’intervallo(~;, T-)-2T). Supposta quindi
soddisfatta la(41)
ove si ponga alposto di y la y’
data da(46),
ed alposto
di-~-
T, la(46)
stessa ci fornisce il valore di q,dopo
il secondo tran- sito perl’origine
con velocitàpositiva, qualora
nel secondo membro della stessa(46)
si sostituisca alposto di y2
lay’2
ed al
posto
i~l valore 1;-E- 2T,
oltm che nei termini di(46)
in cui compare
esplicitamente
anche nel termine in in cui compareimplicitamente.
Il moto oscillatorio di
C1
siestingue
inquell’istante
incui non vale
più
la( 41) ~
valutata pery2 = y ~"~$
eponendo
al
posto
di ~; il valore r+
2nT.Si
può dunque
dire che la(46)
con la condizione(41)
cifornisce a meno dei termini indicati in la
completa
soluzione del sistema. Non riteniamo inutile il
grafico
difig.
5rappresentante
nelpiano
delle fasi ~~ il moto di& .
L’arco ABC
corrisponde
allaprima Remioscillazione,
il seg-mento CC’ al
primo
transito con vedocitànegativa
ed even-tuale
perdita
di forzaviva,
l’arco C’DF alla seconda semio-Fig. 5
scillazione,
ed infine ilsegmento
EE’ alprimo
transito perl’origine
con velocitàpositiva
ed eventuale incremento di forza viva. Se ilpunto
C cade in un intorno sinistrodell’origine
nell’asse di
ampiezza
3data,
a meno cli termini dell’or-dine di da
la traiettoria
può
arrestarsi e ciò in relazione al valoreq,,"
che in
quell’istante
ha ilparametro
q2.Concluderemo
questa prima parte
della trattazione ana-litica del
problema
rilevando che iparametri
Y1, 1 T2 1Z’, ~~, (%~,
e2 cheintervengono
in( 45), ( 41)
sono tutti indi-pendenti,
dovendo per essi sussistere la sola relazionee rileviamo che i termini indicati
semplicemente
col simbolonon
dipendono dagli
elementi che caratterizzano l’oscillatore@i
ed il suo moto che per il tramite di T.6. - Studio di una
particolare
trasformazionepiana.
Nel numero
precedente
abbiamo visto come,sostanzialmente,
lo studio del moto del sistema dinamico
comporti quello
dellacorrispondenza @
tra lacoppia
di numeripositivi. ( y, r)
e lacoppia (y’, r’)
ottenuta da( y, T)
mediante la(46) scegliendo
la radice
positiva
e mediante laLa @
è definita per tutte lecoppie ( y, r)
che soddisfano alla(41).
Per la presenza in
(46), (41)
dei termini indicati nonconviene
permettere
allo studiodi 0
lo studio della corri-spondenza (3’
che associa a ciascunacoppia ( y, ~c)
di numeripositivi,
soddisfacenti allala
coppia (ý, T’)
ottenuta da( y, r)
mediante ancora la(49)
e mediante la
ove si
scelga
la radicepositiva.
Siano
( y2,
=6)
eraggio
vettore anomalia di un gene- ricopunto
P di unpiano
T in cui si è stabilito un riferi- mentopolare.
Adogni coppia
di numeri(y2 ,
yr) corrisponde
cos un
punto
P e adogni coppia
di numeri(y’2@ T’)
unpunto
P’. Leequazioni (49), (51)
definisconoquindi
una tra-sformazione
piana
nellaregione
in cui è soddisfatta la(50),
che è
quella
esterna ad una curva chiusa F simmetricarispetto all’origine,
del sesto ordine.Dalla
(49)
si deduce subito che aipunti
di unraggio
ruscente
dall’origine corrispondono punti
di un altroraggio
r’pure uscente
dall’origine
e ruotatorispetto
ad r in sensoorario
dell’angolo
Dunque
elementi uniti in T o inqualche
T(n) possono esi- stere solo se 2caT è commensurabile con 21t.Premesso ciò cominciamo a supporre
e consideriamo la
trasformazione ~.~~
le cuiequazioni
sonofornite dalla
ove si è
posto h - yiT.
La definita per tutti ipunti
del
piano
per cui è soddisfatta non solo la( ~0),
ma anchequella disuguaglianza
che siottiene
da(50) ponendo
alposto di y2
lay’2 fornita
da(51)
eponendo
al secondo membro alposto
di’t’, ’t’
-~-
2T. Condizione sufficienteperchè,
in unpunto P ( y2 , qualuiique sia T,
sia definitala %(2)
èche y2
soddisfi allaseguente disuguaglianza
Osserviamo ora intanto che
qualunque
sia h > 0 esiste un ya ed un8o
tali che perogni y ~ ~2 ~
risultay2 802 .
Inoltre si osservi che
f’2
è funzione crescente diy2.
Si consideri ora la funzione di
si ha con facili calcoli
e si nota subito che per a
#
0 ei _+ ir
èh)
> 0.~
In base a
(53), supposta
soddisfatta la(54),
si ottieneImponiamo
ora la ulteriore condizione che perqualche
y risultiy"2 > y2 + a:,
y sia, x, ed otteniamo la se-guénte
La
compatibilità
di(58)
con(54) comporta
l’esistenza di almeno un 32 per cuivalga
laseguente
che
può
essere sostituita con l’altrale
q u ali,
assieme alla( 48),
definisce perogni
a un certo do-minio di variabilità per i
parametri h, 6)2, yg
certa-mente non vuoto.
Dunque, supposte
soddisfatte le(48), (60)
esistono certa-mente un a2
(e quindi
un8(
ed unòg)
ed un y1 tali che per essi risulti soddisfatta la(54)
ed inoltre che sia> y~ + S~
in base a
(58).
Ciò
equivale
a dire chesupposto
soddisfatte le(48), (60)
si
può
determinare una corona circolareR,
nelpiano ’Jt,
diraggio interno y!
edesterno y£
tali che perogni punto
Pdi
questa
corona ilpunto
P" _(P)
esiste e cade entrouna corona R’ che ha lo stesso centro ed è tutta interna ad R.
Infatti,
ricordando anche le osservazioni fattepiù
sopra, basta pensare che perogni
fissato T,y"2
è funzione crescentee che
qualunque sia,
’t’,per y2
è~~i
ed an-cora per =
y~
èy~ ~ y~ .
Diqui
èfa~cile,
ragionando
per assurdo dimostrare Inserto.I)unque
concludiamo intanto con ilseguente
a,
6)2, af, soddis f ano
allécondiz,ioni
( 48), ( 00) è
determinare una corona cir- colare R delpiano (y2, 6) ’t’ )
tale che~~ (l~)
è unaregione
omo-topac ad R,
concatenata conl’origine,
contenuta in una co-rona circolare R’ tutta interna ad R.
Prima di passare oltre facciamo le
seguenti
osservazioni che ci saranno utili nelprossimo
numero.OSSERVAZIONE I. - Le condizioni
(48), (50)
nonriguar-
dano T che tramite h =
’(~’l’ed
altresi tramite a in base a(52).
Noi
possiamo dunque
far tendere ~’’all’infinito,
facendo ten- dere ~~ a zero, in modo tale che ilprodotto 1~T
resti costantee che si
mantengano
costanti assieme a a tuttigli
altri pa- rametri.OSSERVAZIONE II. - Si consideri
l’equazione
a coefficientiperiodici
ove ï 2’ soddisfano alle condizioni
(48).
I suoi espo-nenti caratteristici per T sufficientemente elevato
(in
relazionead
ogni
scelta dioc’ 1
2 sono aparte
realenegativa 8).
Quindi
le soluzionidell’equazione
sono tutte limitate
superiormente
con le loro derivate ed anzi per t -- tendono tutte alla unica soluzioneperiodica
di
(62).
8) Infatti ponendo
la (61) diventa
Gli esponenti caratteristici ei sono legati, come è ben noto, alle ra- dieii Ai dell’equazione
ove è (vedi Krall - Meccanica Tecnica delle vibrazioni - Bologna, Zanichelli, 1940, p. I, p. 109)
dalla relazione 6¡
= 21t
lg À¡. ·2~c Siccome la d) porge
ed inoltre
l’eventuale esponente caratteristico positivo di b ) non supera il valore,
1 i ~ ~ 2013~
indipendente da
T, 1 ~
2 Ig 2i 1 + Y! + Y~
VIV2 ed esendo q _-__ye - -y2T 27r
risultasenz’altro che per T sufficientemente grande gli esponenti caratte-- ristici di (61) sono a parte reale negativa c. d. d-