R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G IOVANNI P ROUSE
Analisi di alcuni classici problemi di propagazione
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 32 (1962), p. 338-373
<http://www.numdam.org/item?id=RSMUP_1962__32__338_0>
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DI
PROPAGAZIONE
Memoria
(*)
di GIOVANNI PROUSE(a Milano) (**)
§
I. Introduzione1).
Sia Q un insieme
aperto,
limitato e connesso dellospazio Em (o
-{ xi ,
... e sia 1 ~ l a suafrontiera,
che sup porremo local- mentelzpgchitxiana ;
siapoi
Hp2)
lospazio
dellefunzioni
reali aquadrato
sommabile in Q insieme alle loro derivate(intue
nel sensodelle
distribuxioni) fino
all’ordine p compreso.Supponiamo che, assegnato
unoperatore A, differenziale
diordine
2p,
si possaassociargli
unadecomposizione
deltipo
(*)
Pervenuta inredazione il
17 marzo 1962.Indirizzo dell’A.: Istituto matematico, Politecnico, Milano.
(**)
Lavoroeseguito
nell’ambito dell’attività del gruppo di ricercan. 12 del Comitato per la Matematica del C.N.R. per l’anno accademico 1961-62. Durante lo
svolgimento
diquesto
lavoro, l’autore ha usufruito di una borsa di studio del C.N.R.1) L’impostazione
delproblema
misto che daremo nel§
I è dedottada
quella
data da Lions nel suo libro[9]
e, per iproblemi
al contornorelativi alle
equazioni
ditipo
ellittico, in[8].
s)
Nelseguito
scriveremo, persemplicità,
Hp inluogo
died
analogamente
pergli
altrispazi
che verranno introdotti.dove le
g¡;(x)
sonof unzioni
L°° egli Ai (i
=1,
...s)
sonooperatori
lineari e continui in L2 e da L$ in ~’3 ) ;
conA ;
si è indicato
l’operatore aggiunto
diAi -
~Sia JC uno
spazio
di Hilbert siLs,
tale che l’immersione di Je in D sia continua e che 3C sia unospazio
normale di distribuzionisu f~. Consideriamo lo
spazio &
dellef unzioni
reali u tali oheA iu (che,
apriori
è un elemento diD’) appartenga
a L2. Lospazio
kilbertiano se si pone:
È
infatti evidente che 8 èprehilbertiano;
dimostriamo cheesso è anche
completo.
una successione di
Cauchy in 8; allora {uk}
sono successioni di
Cauchy rispettivamente
in 3C e in LI che sonocompleti.
Risultaperciò:
Essendo rimmersione in D
continua,
dallaprima
delle(1.3)
segue:°
In virtù
dell’ipotesi
cheAi
è unoperatore
lineare e continuoda D in
9)1,
dalla(1.4)
segue che la successione converge, nellatopologia
di~’,
verso l’elementoAiv
E ~’. Dalla seconda delle(1.3)
si deduce alloraCon
80
indicheremo la chiusura di ~ in 8.All’operatore
Adefinito
dalla(1.1)
associamo laforma
bilineareper la (1.2), è
ovviamente continu,a3)
Con 9) indichiamo lospazio
delle funzioni indefinitamente deri- vabili asupporto compatto
in S2 ; D’ è lospazio
delle distribuzioni en W(duale
di~,
munito dellatopologia forte).
Sia V un
sottospazio
di8,
chiuso gu8,
conV£;8;
po-niamo,
perde finizione
’
Sia uno
spazio
diBanach,
e sia y unoperatore
lineare e continuo da V in nullo su
E0 .
Siainfine
Bun’appli-
cazione lineare e
continua,
nondipendente
dat,
di V(F) (duale
De finiamo
laforma ( (u, v ) )
lineare e continua su V X Vponendo :
~dove > indica una
f orma
bilineare e continua su 8 *(r)
Ciò premesso,
supponiamo
di averassegnato
le funzioni ini- ziali egli spazi
V eS(F),
la formaa(u, v), gli operatori
y e
B ;
risulta allora determinato unproblema
misto(secondo Hadamard) corrispondente
«formalmente
»4)
a tali dati.Diremo che la
f unzione u (x, t)
è una sol uzione debole in Q X J cli taleproblema
perl’equazione
.se sono
verificate
leseguenti
condizioni :a~) u(x, t)
sia unaf unzione
continua di J a valori in V~e la sua derivata
f orte
u, t sia unaf unzione
debolmente continuaa valori in
L2;
b~)
Detto a H~B
un arbitrario intervallo c J et)
unaqualunque f unzione ap partenente,
in a Hp,
alla stessa classefun-
zionale di
u(x, t)
e, inpi c,
tale che siaIl P(X, a) Il y
=Il P) il,
=o,
risulti
4) Tale «corrispondenza
formale* verràprecisata
nell’osservazioneb)del§3.
Come si
può constatare,
iproblemi
misti ditipo classico,
concondizioni al contorno omogenee,
rientrano,
come casiparticolari, nell’impostazione
data sopra.Nel §
2 verrà dimostrato un teorema di unicità ed esistenza.del
problema
considerato.Nel §
3 si esamineranno alcune classi diproblemi
misti concondizioni al contorno non omogenee e verranno
precisate
leipotesi
sotto lequali
èpossibile
trasformare iproblemi
dati inaltri con condizioni al contorno omogenee.
Si metteranno in
luce, nel § 4,
alcuneproprietà
della soluzione debole everrà,
inparticolare,
esaminato ilproblema
di dare si-gnificato
concretoall’equazione
scritta in forma debole ed alle condizioni al contorno.Nel
§ 5
si dimostreràche,
se i dati sonoquasi-periodici,
tuttele soluzioni deboli limitate sono q.p.; vengono cos estesi recenti teoremi di Amerio
[2].
Infine,
nei§§ 6,
7 e8,
la teoria svolta verràapplicata
a pro-blemi
misti, omogenei
e nonomogenei,
concernentil’equazioné
della membrana vibrante e
l’equazione
dellapiastra
vibrante.§
2. Un teorema d esistenza ed unicità.’
Dimostriamo il
seguente
teorema.TEOREMA 2.1: Esiste una ed una sola soluzione debole del pro- blema misto
considerato nel §
1 perl’equazione (1.9), qualora
Sianoverificate
leseguenti ipotesi:
tai)
insiemeaperto,
limitato eb2)
Laforma ( (u, v ) )
sia V -ellittica ehermitiana ;
risulti cioè :c2)
Icoefficienti g i 3 (x ) appartengano
a L°°e f(x, t)
sia unafun- zione
di t a valori inLI,
con-Il f(:IJ, t) IILI integrabile
in a Hp.
d2)
Lefunzioni q(x)
eappartengano rispettivamente
a Ved a Y.
e~)
L’immersione di V in L2 siacompletamente
continua.Dall’ipotesi b2)
segue[12], [17],
che la forma((u, v}) definisce,
per u, v E
V,
unprodotto
scalare in V di normacorrispondente equivalente
alla norma~! u 11,;
indicheremoperciò
nelseguito
di
questo paragrafo
ilprodotto
scalare in V con la notazione((u, v)),
mentre ilprodotto
scalare in L2 verrà indicato con(u, v).
Detto u, O
due funzioniE TTr
risulta(essendo
l’immersione di V in L2continua):
L’espressione (u, Ø)
èquindi
una forma bilineare continuain V x V ed esiste
perciò
unatrasformazione S,
lineare ed auto-aggiunta,
di V in sè tale cheLa trasformazione 8 è
completamente continua;
sia infatti{ Zt}
una successione limitata di elementi ETT ;
perl’ipotesi
si
può
estrarre da essa unasottosuccessione,
che diciamo ancora(z~), convergente
inLI. È
alloraLa
(2.4) dimostra,
per un noto criterio[16],
lacompleta
con-tinuità di S.
Indichiamo con
yi(x)
le a-atofunz oni di 8 e con ju, icorrispon-
denti autovalori Essendo
(u, u) >
0 e(u, u) -
0solo per u
= 0, gli
autovalori sono tuttipositivi
e sipuò quindi porre 03BCi
=1 ;
inoltre la successione delle autofunzioni è com-A2i pleta
in V ed in D.Da
quanto
si è detto segue, dalla(2.3),
chevalgono
le relazioni:cioè
Come è noto
[1], [16], gli
autovalori formano una successione tale cheLe
corrispondenti
autosoluzioni stonopoi legate
dalle condizioni diortogonalità
Dette
perciò y(x)
ex(x)
due funzioniappartenenti rispetti-
vamente a ~Y ed a
D, valgono
le relazioniApplichiamo
le(2.9), ~2.10)
alla soluzione cercatau(x, t)
edalla sua derivata
t);
si ha:°
dove
Inoltre:
dove
Per le
ipotesi
fatte sullat),
i coeffioientia.(t)
e sonocontinui in
a é-1 p
e si haInfatti,
per le(2.6), (2.11), (2.12):
Risulta
quindi
È
allorapossibile, applicando
un notoprocedimento [1], [2], [7],
dimostrare che la soluzioneu(x, t) esiste,
èunica,
ed è datadalla somma della
serie, convergente uni f ormemente rispetto
a t inogni
intervallo limitato :dove
Si dimostra inoltre che le
a.(t)
sono dotate di derivate secondee che Zac soluzione
u(x, t) è
unaf unzione
continua di t a valore inV,
derivabile con continuità comef unzione
di t a valori in D.Posto
poi
vale una relazione di
dipendenza
eontinuac della-soluzione
daidati,
espressa dalla
f ormula (cfr. [1]
pag.410)
§
3. Alcuniproblemi
mi,sti con condizioni al contorno non omo-genee.
I
problemi
misti che rientrano nellaformulazione de §
1 oor-rispondono,
come si èdett,o,
a condizioni al contorno omogenee.Ci
proponiamo
di esaminare ora alcune classi diproblemi
misticon condizioni al contorno non omogenee.
Nel
seguito
diquesto paragrafo
supporremo, persemplicità,
che Q sia di classe
C°° ;
per i casiparticolari
che verranno trattatinel §
8potremo
tuttavia fare su Qipotesi
meno restrittive.a)
Problemi con condizioni al contorno ditipo
misto nonomogenee, ma con dati di Dirichlet
omogenei 5).
Supponiamo
V =1=80
e siag1(t)
unaf unzione
di t a valori inS*(T).
La
formulazione
debole deiproblemi
che ora consideriamo èuguale
aquella
datanel §
1 per iproblemi
con condizioni al contorno omogenee,purchè
si sostituisca alla(1.9) l’equazione
dove > indica una
forma
bilineare continua su 8 *(F)
X8(r).
Dimostriamo il
seguente
teorema.TEOREMA 3.1:
È possibile
ridurre ilproblema
considerato adun altro con condizioni al contorno omogenee
(del tipo
esaminatonei
§§
1 e2 ) soddisfacente
alleipotesi
del teorema2.1, qualora
sianoverificate
tutte leipotesi
di tale teorema ed inoltre:sia
integrabile
inRisulta infatti
anzitutto,
essendol’applicazione u -
yu con- tinua da Vin 8(F)
’)
Per la trattazione di taliproblemi
nel caso ellittico vedi[ 12]
cap. 2, § 9, b).
Esiste
perciò
una trasformazione lineare e continua T da« 8 *
(1 ~)
in V tale cheSi avrà d’altra
parte,
perl’ipotesi f 2)
e la linearità e continuitàdi T:
La
(3.1) può
allora scriversi nella formaPoniamo
t)
=t )
-t);
perquanto
si è detto sopra è chiaro chew(x, t) appartiene
alla medesima classe fun- zionale dellau(x, t).
La(3.5)
diventa:Si ha d’altra
parte
e
quindi, posto
dalla
(~. s )
segue :~
Si osservi
che,
per la(3.4),
la funzionet)
soddisfaall’ipo-
tesi
~2)
del teorema 2.1.Le
(1.10)
si trasformano d’altraparte
nelle relazioni *dove si è
posto
b)
Probl emi con condizioni al contorno di Dirichlet nonomogenee. Indichiamo con
DVA
lospazio
dellef unzioni
u E TT taliche E
L2 ,
normalizzato con la norma delgra fico.
Vale il se-guente
teorema :TEOREMA 3.2 : Data una
f unzione g2(t)
a valori inS(F),
esisteuna
f unzione w(t)
ED(a, (3; Dd)
insieme alle sueprime
due døri-tale che
qualora
sianoverifwate
leseguenti ipotesi :
Osserviamo infatti
che,
perl’ipotesi b~), esistono,
perogni t,
tre funzioni ~,a, wi, tali che
Per la linearità
dell’operatore y,
si hapoi
ed
inoltre,
per le(3.13):
Dalla
(3.15)
segue immediatamenteAnalogamente
si dimostra chePoichè d’altra
parte g= (t)
ELa (a, 8(r»),
sarà pure,grazie
all’ultima delle
(3.13)
ed alla(3.17 ) : w"(t)
ED(a,
Il teorema è
perciò
dimostrato.È chiaro
come si possa utilizzare ora il teorema 3.2 pertras f or-
mare
problemi
con condizioni al contorno di Dirichlet non omogenee, deltipo:
in
corrispondenti problemi
con condizioni asl contorno - omogenee.Supponiamo
inf atti che siano verificate leipotesi
del teorema3.2 e
poniamo
La funzione
t)
soddisfa leequazioni
Per
quanto
si è dimostrato nel teorema3.2,
il nuovo terminenoto
f - ~~
soddisfa d’altraparte all’ipotesi e,)
del teorema 2.1 3ted il
problema
considerato risultaquindi
trasformato in un altrocon condizioni al contorno omogenee.
OSSERVAZIONE :
Nell’impostazione
deiproblemi
misti con con-dizioni al contorno non omogenee di Dirichlet sarà necessario tener conto delle condizioni di
compatibilità
per i dati(che,
nelcaso omogeneo, si riassumevano nella condizione: E
V).
Piùprecisamente,
per unproblema
misto con condizioni al contorno(3.18) bisognerà
supporre checp(x)
e 8 e sia ylp =g(0).
§
4. Osservazionicomplementari
a)
Sipuò
constatare che lafunzione u(x, t)
data dalla(2.15)
è dotata di derivata seconda
debole,
comef unzione
di t a valoriin
L2,
relativamente all’insieme V.Occorre per
questo
dimostrareche,
dettav(x)
unaqualunque
d2
funzione E
Y
’ esiste la derivata dt$d (
’t)
-( Infatti, posto
risulta,
per le(2.11), (2.15):
Consideriamo la serie
oo
Essendo
( f (x, t), v(x»p o’ fn(t) 2013 , questa
serie converge, perquanto
si è dimostrato sopra, uniformementerispetto
a t inogni
intervallolimitato;
risultaquindi,
per la(4.2):
La
( 1.9 )
è alloraequivalente all’equazione
per
qucalunque
v E V e t E J.Poniamo infatti nella
( 1. 9 )
Integrando
perparti
ilprimo
termine della(4.5),
risulta:Data l’arbitrarietà di
~(t),
dalla(4.6)
segue immediatamente la(4.4).
b)
L’osservazionea)
cipermette
diprecisare
in che senso sidove intendere CM la soluzione debole
u(o, t) soddisfi all’equazione (1.9)
ed alle condizioni al contorno omogenee considerate nel§
1.Osserviamo anzitutto
che,
se zoe D, vale,
per u E1~’,
la re-lazione
essendo > una forma bilineare continua su ~’ x ~.
Sostituendo la
(4.7)
nella(4.4),
si ottiene:per
ogni
wG D,
t E J.Dalla
(4.8)
segue che la(1.8)
risultaverificata
nel senso delledistribuzioni in S~.
Per
quanto riguarda
le condizioni alcontorno,
ricordiamoche ad esse abbiamo
potuto,
fino ad ora, attribuire unsignificato formale,
ottenuto scrivendoformalmente,
per u, v EV,
formuledi Green valide per funzioni u
più regolari.
Cerchiamo ora di dare un
significato
concreto alle condizioni al contorno omogenee,imponendo
alla soluzione deboleu(x, t) qualche
ulteriore
ipotesi
diregolarità (rispetto
at).
Supponiamo
cheu,,(x, t) appartenga,
perogni
t E J allospazio
JC *
(duale
di dalla(4.8)
segue allora che;Au(x, t) appartiene,
per
ogni
t E J a Je *.Consideriamo,
per u, v E V la forma v ~ CAu,
v > -a(u, v) ;
essa si annulla su
~o
erisulta,
perquanto
si è detto sopra, linearee continua su V. Esiste allora
(cfr. [12]
n.9, b))
un ben determi- nato elementoT (u)
E 8 *(F)
taleche,
perogni
v EV,
risulti :Le due forme > che
compaiono
nella(4.9) rappresentano rispettivamente
due forme bilineari continue su H * x JC e suS *
(F)
xà(1’).
Sostituendo la(4.9)
nella(1.8)
e confrontando taleequazione
con la(4.4),
si deduce:La
(4.10)
cipermette
di dareun’interpretazione
concreta allecondizioni omogenee al contorno esaminate
nel §
1. -c)
In molteapplicazioni
si assumeII n noto teorema di Prodi
[14]
cipermette
allora in tali casi diprecisare quali
condizioni sia necessarioimporre
a rperchè l’appli-
cazione u - yu y1u, ...
6)
risulti lineare e continua da T~ in8(r).
§
5.Quasi-periodicità
delle soluzioni deboli.Alla soluzione
u(x, t)
data dalla(2.15)
èpossibile applicare
un teorema dimostrato da Ameno
[2] (cfr.
anche Bochner[3] ).
I1
teorema,
di cuiriportiamo
solol’enunciato,
rimandando per la dimostrazione ai lavoricitati,
è ilseguente.
TEOREMA 5.1: Sia
f(x, t)
q.p. comefunzione
di t a valori in De sia
U(XI t)
una soluzione debole delproblema
considerato nei§§
1 e2,
tale che risultiil U(x, t) iijr
M per t E J. Allorat)
risulta q. p. come
f unzione
a vatori in K.Per i
problemi
nonomogenei
esaminatinel §
3valgono poi
i
seguenti
due teoremi.TEOREMA 5.2: Consideriamo un
problema
con condizioni al contorno ditipo
misto non omogenee, ma con dati di Dirichlet omo-(§ 3, a) )
esupponiamo
che sianoverificante
leipotesi
dei teo-remi 3.1 e 5.1 ed inoltre che
(k
=0, 1, 2)
siano q.p. comefun-
zioni a valori in 8 *
(1’) ;
allora la soluzione debolet7(x, t)
risultaq.p. come
f unzione
a valori in K.TEOREMA 5.3: Consideriamo il
problema
non omogeneo esa- minato nel§
3.b ) (problema
con condizioni al contorno di Dirichletnon
omogenee).
Sup poniamo
che sianoverificante
leipotesi
dei teoremi 3.2 e5.1 ed inoltre che
g$~‘~ (t) (k
=0, 1, 2 )
siano q.p. comef unzioni
avalori
in 8(r);
allora la soluzione deboleÚ(x, t)
risulta q. p.. comef unzione
a vatori in K.Le
dimostrazioni
dei teoremi 5.2 e 5.3 seguono immediata-mente,
tenendopresente quanto
si è dettonel § 3,
dallaseguente proposizione.
a)
Con(k
= 0, ... p - 1) indichiamo la derivata di ordine k,su r della u
rispetto
alla conormale esterna.X e Y due
spazi
di Banach e T unatrasformazione
li-neare e continua da X in
Y;
siapoi g(t)
unaf unzione
q.p. di t a valori in X.Allora la
f unzione h(t)
=Tg(t)
risulta q.p. comefunzione
avalori in Y.
Essendo infatti T
continua,
siha,
perogni
t E J :Consideriamo
poi
una successione essendog(t)
q.p., èpossibile
estrarre da essa unasottosuccessione,
che indicheremoancora tale che risulti
Dalle
(5.1), (5.2)
si haallora,
per la linearità di T:La
(~.3 )
dimostra la nostraproposizione.
§
6. Primoesempio : equazione
del secondo ordine.Sia A un
operatore
hermitiano del secondoordine; consideriamo,
per
l’equazione
il
seguente problema
misto :dove un insieme chiuso si
. è la derivata di u secondo la co-
esterna a 1 ~.
As,sumiamo,
nelladecomposizione
diA,
comeoperatori
ele-mentari
gli operatoriD (i
=7,... m);
la( 1.1 )
assume la f orma : Dxjdove e
a(x)
sono funzioni Risultapoi:
Nel
seguito
delpresente paragra f o
supporremo sempre che r sia localmentelipschitziana,
chef (x, t)
sia unaf unzione
dit
avalorz in
LI,
con~~ f(x, t) integrabile
in a H~B
e che siaverificata
la condizione di ellitticità:
Il
problema
che ciproponiamo
di trattare inquesto paragrafo rientra,
come casoparticolare, nell’impostazione
datanel §
1qualora
si assuma :operatore «
traccia » sopra T di una funzione f= lí 1spazio
delle funzioniU E Hl,
tali cheLa forma
((u, v)) può
essere definita da una formulaanalogo.
alla
(1.7) :
tDiremo
perciò
che laf unzione u(x, t)
è una soluzione debole delproblema
misto(6.2), (6.3 )
perl’equazione (fi.1 )
se :a~) u (x, t)
è unaf unzione
continua di t E J a valori in Ve la sua derivata
forte
u, è unafunzione
debolmente continua di t e~ valori in D.ba)
Sonosoddis f atte
leequazioni :
essendo Q(x,
t) q’lUllria8i funzione soddisfacente
allaa3)
e taleehe
il (/)(x, a)
=Il (/)(x, P) IIH.
= 0.Per
quanto riguarda l’interpretazione
delle condizioni al con-torno,
è evidente che laprima
delle(6.3)
va intesa verificata in Perinterpretare
la seconda delle(fi.3),
osserviamo che Je =La ; supponiamo quindi,
tenendopresente quanto
si è detto nell’osservazioneb ) del § 4, t) appartenga,
perogni
a D.
La
(4.9)
siriduce,
nel nostro caso, alla formula(cfr.
Lions-Magenes [10])
dove il simbolo > indica una forma bilineare continua su
~-n=~r~
XSi ha
perciò,
perogni v
e Vda cui si deduce che la seconda delle
(6.3)
è verificata inCome si imm6diatamente
constatare,
risultano senz’altrograrie
allez poíesz fatte
all’inizio delpresente paragra f o,
le condizioni
a2), e.), d2), e,)
del teorema 2.1(cfr.
l’osservazionec)
del§
4 e[13] ).
Dalla
(s.7 )
ap pare d’altraparte
che laforma ( (u, v ) )
6
1uwmitiana;
ci rimaneperciò
dac dimostrare che essa èV-ellittica,
che,
perogni
u EV,
risulta : tRicordiamo,
perquesto,
anzitutto iseguenti
lemmi.LEMMA 1: ~Sia~
u(x)
unaf unzione
EH~,
essendo H~ lospazio
delle
f unzioni
E H~ aventi vaclor medio nullo in Q. Yaule allora la relazione(di8uguaglianza
diPoincarè) [4]:
L~ 2:
~Supponiamo
che siaverificata
una almeno delleseguenti
condizioni :I)
u E V(F~
ha misura(m - 1 )-dimensionale positiva);
II)
u E HI(F2
=F)
e risultau(x) =
0 per x E doveS~o
.è un insieme c
Q,
avente misura m-dimensionalepositiva.
Yaule allora la relazione :
La dimostrazione segue immediatamente dal lemma 1.
Supponiamo,
peresempio,
che sia verificata laII ) ; posto
allora~ ~
-
Z (x)
E Hl. Si haperciò,
per il lemma 1:D’altra
parte :
Dalla
(6.10)
seguequindi:
Posto = S~ -
Qo
si hapoi,
essendo u = O in320 :
da cui si ricava:
ossia anche:
Sostituendo la
(6.12)
nella(6.11)
si ottiene :e
quindi:
Se invece è soddisfatta la
I),
ci sipuò
ridurre al caso esaminato sopraprolungando
la funzione u = 0 sopra un dominio esterno adD,
che aderisce ad Qlungo
LEMMA 3 : Sia
a(x)
unaf unzione
EL°°,
tale chea(x) >
0 perx E
Q, a(x) >
8 > 0 per x E doveS2o
è un sottoinsiemeaperto
di S~.Risulta
allora,
per u E H1:Osserviamo
che,
come è noto[5], poichè
u E Hl e 1~ è localmentelipschitziana,
ci sipzcò
ridurre a dimostracre la(6.13) supponendo
che u sia di classe e che S~ sia costituito da cubi di lato 1 a
spigoli paralleli agli
assi e intersecato retteparallele agli
assiin un unico
segmento
dilunghezza
variabileA,
con 1 A 21.Per la
dimostrazione,
si osservi anzituttoche, posto
yo =llh,
risulta :
Sarà inoltre
lecito, impiccolendo
eventualmenteDo?
supporre cheQ0
sia un cubo dilato E,
conspigoli paralleli agli
assi coor-dinati.
Indichiamo con
Qi
l’intersezione di D con il cilindro retto in- definito avente come base la faccia diQ0 perpendicolare
a z,e
generatrici parallele
a xi ;detta y
una costanteopportuna,
si ha:Per le
ipotesi
fatte su~,
è infattipossibile ricoprire S2~ (senza sovrapposizioni)
mediante un numero finito r2t /E
di insiemi=
1, ... r)
che si possono ottenere daQo,
o da un suo sot-toinsieme,
mediante una traslazioneparallela
all’asse x~, senza uscire da S2.Si ha
allora,
detto P unpunto
eQ
ilcorrispondente
punto
dida
cui,
con ovviamaggiorazione:
Facendo variare nella
(6.16)
l’indice k tra 1 ed r e sommando leequazioni
che cos siottengono
con la(6.14),
si ha:m
m
Se
U Qi
nonricopre
tuttoS2, ripetiamo
lo stessoprocedi-
i-1
mento
partendo,
nonpiù
daDo,
madagli
minsiemi Q, (ciascuno
dei
quali
hamisum >
sarà cospossibile
dimoatrare la( 6.15 )
perm (m - 1 )
insiemic D,
aventi ciascunomisura >
e cos
via,
fino a che non si siaricoperto
tuttoS2.
Poichè S~ ha misura
finita,
è chiaro che ciò avverràripetendo
il
pro cedimento
un numero finito di volte.4 :
Supponiamo
cheT2
abbia misura(m -
nale
positiva;
siak(x)
unafunzione
E tale chek(x) >
0per x E
F2,
conk(x) >
3 > 0 per x E doroeFa
è un sottoinsiemeaperto
diF~ .
Risultaallora,
per u E Hi :é~-2
Indichiamo con
Q, quella parte di Q
che siproietta, paralle-
lamenta all’asse xi, su si
ha, analogamente
alla(6.16):
Il lemma si dimostra
ripetendo
ilprocedimento seguito
per la dimostrazione del lemma 2.LEMMA 5 :
Supponiamo
che esista unafunzione U(X, t)
soddi-sfacente
alle condizionia3), b3)
delpresente paragra f o,
cona(w)
.-=
k(x)
=0;
inoltreT1
sia vuoto.Allora,
se lefunzioni f (x, t),
hanno valor medio nullo in Q
(per
t EJ),
la soluzioneu(x, t)
è a valori in91
e la sua derivata u, è a valori inLI (spazio
delle
f unzioni
ELI,
aventi valor medio nullo inS2).
Osserviamo
in f atti che,
se èvuoto, O(x, t)
è unaqualunq03BCe f unzione
continua di t valori inH’,
dotata di derivataø,
debol-mente continua come
f unzion e
a vatori in LI e tale che( a ) Il ~(x~ ~) lig~
= o.Assumiamo allora
O(x, t)
=~(t),
conf unzione
continuainsieme alla sua
derivata n’(t)
e tale =i (03B2)
= 0. Laprima
delle
b)
diventa allora:ossia
anche,
ricordandoche,
peripotesi,
Poichè
~’(t)
è una funzione continuaarbitraria,
tale Ch48
cioè
Si ha
poi,
per leipotesi
fatte: ,e, di conseguenza, per le
(6.19), (6.20)
Dal lemma 5 segue immed.iatamente il
LEMMA 6: Se
a(x)
=k(x)
= 0 e seT1
èvuoto,
è sempre lecito 8upporre che la soluzione delproblema (6.2), (6.3)
pert’equaxione (6.1)
sia unaf unzione
a valori in9-,
dotata ài derivata a valori inñ.
Posto infatti:
effettuiamo il cambiamento di funzione
incognita
definito dalla relazioneTale funzione
soddisfa,
come sipuò
immediatamente consta-tare,
leipotesi
del lemma 5.LEMMA 7:
Supponiamo
che sianoverificate
leipotesi
del lemma6 ;
è allorcalecito,
nella dimo8trazione del teorema di esistenza edunicità,
8upporre che laf unxione t),
oltre asoddisfare
allacondizione
a3),
sia ca valori inH1.
Posto infatti
dove
0,(x, t)
è a valor medio nullo inD,
osserviamoche, poten-
dosi supporre per i lemmi 5 e 6 che
u(x, t)
è a valori in111
eut(x, t) -
è a valori in
D,
risultaLa
prima
delleb,)
sipuò perciò scrivere,
nelleipotesi poste :
I lemmi sopra
riportati
cipermettono
di dare condizioni suf- ficientiperchè
sia verificatal’ipotesi b2)
del teorema 2.1.Supponiamo infatti,
in unprimo tempo,
che non risulti con-temporaneamente Tz
=F, a(z) =
0k(x) -
0 perx E r2 (nel
sensoprecisato
dai lemmi 3 e4).
Si haallora,
per le(6.9), (6.13), (6.17):
Ricordando le
(5.8),
si ottiene dalla(b.26) :
Si ha
poi, applicando
le(6.27), (6.6):
Dalla
(6.28)
si deduce la TT-ellitticità di((u, v)).
Vale
perciò
ilseguente
teoremaTEOR,EMA 6.1: Esiste una ed una sola soluzione del
problema (6.2), (6.3)
perl’equazione (6.1) qualora
sianoverificate
leseguenti ipotesi :
a 4 )
Q sia insiemeap erto,
e connesso e r sia localmentelipschitziana
b4)
ea(x) apparten.gono
risulti inoltre:
verificata
almeno una delleseguenti
condizioni:’
1) T~
abbia misura(m - 1)-dimen8ionale
II ) > 8
> 0 per x E(sottoinsieme aperto
diD);
III )
Risultik(.v)
> b > 0 per ,v E.~3 (sottoinsieme aperto
di
c.) f (x, t)
sia unaf unzione
continua di t a valori in LI e lasua
ií f (x, t) fiLa
siaintegrabile
in aB.
d4)
Lef unzioni
eappartengano rispettivamente
aV ed a D.
Supponiamo
ora che sia vuoto e chea(x)
=0, k(x)
=0 ;
sarà allora V = H’ ed inoltrePer
quanto
si è dimostrato nei lemmi5, 6, 7,
sarà lecito sup- porre che sia la soluzioneu(x, t)
che la funzionet)
siano avalori in
J5T~
In virtù della
(6.6)
e del lemma 1 si haallora,
detta u unaqualsiasi
funzione E gi :Si ha cos il
TEOREMA 6.2: Il teorema 6.1 continu,a a valere anche se risulta
contemporaneamente
T =h$, a(x) =
0 per x EQ, k(x)
= 0 per ae E r.OSSERVAZIONE: Come è noto
[1], [7], qualora 1~1
=1~,
il teo-rema 6.1 vale sotto le
seguenti ipotesi,
meno restrittive : Q sia un insiemeap erto,
limitato e connesso ;b5)
Icoefficienti ajk(x)
ea(x) appartengano
aL°° ;
c5) f(x, t)
sia unafunzione
continua di t a valori in LI e lasua norma
IL f (x, t) IILI
siaintegrabile
in a H~B;
e
appartengano rispettivamente
aHò
ed a D.§
7. Secondoesempio :
deiquarto
ordine..Net
presente paragra f o
ciproponiamo
di esaminare due deiproblemi
mistipiù
interessanti che si possono porre perl’equazione
essendo A
l’operatore
diLaplace
e A2 il suoquadrato.
1)
Problema misto con condizioni al contorno omogenee di( pzastra
incastratalungo
ilbordo).
Dimostriamo il
seguente
teorema.TEOREMA 7.1: Esiste
in n x
J una ed una sola soluzione deboledell’equazione t 7.1 ) soddisfacente
alle condizioni iniziali edal contorno
qualora
sianoveri ficate
leseguenti ipotesi : ag) b(x)
E L°° e siab(x)
> 0 per xbg) f (x, t)
sia unaf unzione
di t a valori in LI efi f (x, t) 11,,
sia
integrabile
in a Hp;
Ci)
E.Hà
e EL2;
S2 sia un insieme
aperto,
limitato e connesso.Assumiamo,
nelladecomposizione
dicome operatori
ele-mentari
gli operatori ponendo
Dalla
(7.3)
siricava,
ricordando la(1.5):
Il
problema
che stiamo trattando è un casoparticolare
diquello
esaminatonel §
1quando
si assuma:Posto
diremo eàe
u(x, t)
è una soluzione debole delproblema (7.2)
pert’ equaxtone ( 7 .1 l
se:u(x, t)
è unafunzione
continua di t E J a valori inH2,
e la sua deri’f1(JÚJ
f orte
u, è unafunzione
debolmente continua di ta valort in
L*;
b7)
Sonosoddisfatte
lerelazioni 7):
essendo
O(x, t)
unaqualsiasi funzione 8oddi,face.nte
alla condizionea?)
e tale cheIL a)
=11 O(x,, ~3)
= 0.Come nel caso
dell’eqúazione
del secondoordine,
si vede im- mediatamenteche,
se sono verificate leipotesi
del teorema7.1,
e se si dimostra~ che
sono pure soddisfatte le
ipotesi
del teorema 2.1 ed il teorema 7.1 risultaperciò
dimostrato.Per dimostrare la
(7.7)
osserviamoche,
come ènoto,
la formaa(u, v)
data dalla(7.4) definisce,
per le funzioni unanorma
equivalente
allanorma ll u 11,;
essendopoi
> 0 perx E
S2, risulta,
perogni u
EHg :
Il teorema è
perciò
dimostrato.II)
Problema misto con condizioni al cont,orno omogenee,corrispondenti
al caso di unapiastra appoggiata tungo
il bordo.Consideriamo,
sempre perl’equazione (7.1),
ilseguente
pro- blema misto:7)
Laprima
delle(7.6)
si ottiene tenendopresente
la formula [8]:dove A% si intende
decomposto
secondo la(6.3)
eS(u), T(u)
sono op-portuni operatori
differenziali di frontiera.d,ove
k(x)
è unparametro
elasticopositivo
ee(x)
è la curvatura di1’;
risulta
pertanto :
Supponiamo,
persemplicità
che Q sia di classeC°° ;
decom-poniamo l’operatore
Aznegli operatori
elementari J :Risulterà allora:
Tenendo
presente
le notazioni introdotte nel§ 1,
assumiamoora:
p)
~ = V = dellefunzioni
u EHò,
tali che d u EL= ;
tale
spazio
coincide d’altraparte,
ènoto,
con a~ f1gó
epotremo quindi
assumere(u,
=(u, ’D).;
Ricordiamo
che, grazie
a noti risultati di Prodi[14],
leappli-
cazioni u - you e u - yxu sono, nelle
ipotesi
fatte suQ,
linearie continue da H2 su e
rispettivamente.
Introduciamo la forma
((u, v)),
bilineare e continua su V xV,
definita dalla relazione
che
t ) è
una sotux=one debole del(7.9)
per
(7.1)
se :lia) t)
è una continua di t E Ja valori inH* ri m;
u t (x, t)
sia inoltre unaf unzione
debolmente continua a valori inLz;
Sono
soddis f atte
le relazioniessendo
O(x, t)
unaqualsiasi funzione soddisfacente
alla condizionea.)
e tale chea)
=Il Ø(x, ~)
= o.Vediamo in che senso risultano verificate le condizioni al contorno
(7.9).
È
evidente che la terza delle(7.9) risulta,
perquanto
si è detto sopra,verificata
inH3/1(r).
Per
interpretare
laquarta
delle(7.9),
osserviamo che H =H’0
e
quindi 3C
* =H-’;
la(4.9 )
si riduce nel nostro caso alla se-guente
f ormula di Green:valida per le funzioni u tali che L1u E
LI,
E H-~ e per v E H2 ngó.
La
(7.15)
segue dalla relazione(cfr. Lions-Magenes [10]
Th.4.3):
valida per u E
~à (spazio
delle funzioni u E L* con L1u E8-i)
e v E Hs f1
gó,
sostituendo L1u alposto
I due simboli >che
compaiono
nella(7.15) rappresentano
forme bilineari continuerispettivamente
su X e su xDalle
(7.13), (7.15)
segueallora,
perogni
i
Possiamo
quindi
concludere che seu,,(x, t) è,
perogni
t FJ,
a valori zn
H-1, risnlta, in H-112(F)
Dimostriamo ora il
seguente
teorema.TEOREMA 7.2: Eri8te una ed una sola soluzione debole del
problema (7.9)
pert’equazione (7.1) qualora
sianoverificate
le se-guenti ipotesi :
a9)
S2 sia un insiemeaperto,limit
ato e connesso, di classeC°°;
b~) b(x)
E L°° e risultib(x)
~ 0 perm E D;
c9) h(x)
E Jd~) f(x, t)
sia unaf unzione
continua di t a valori inLI,
cont) IIL’ integrabile
in a Hp;
e~)
Lef unzioni
eappartengano rispettivamente
aV ed a LI.
Osserviamo
infatti che,
se sono verificate leipotesi
delpresente teorema,
risultano senz’altro verificante leipotesi a2), c,), d~), e~)
del teorema 2 ~1. In
particolare, poichè
l’immersione di V in D ècompletamente
continua.Dimostriamo che anche la condizione
b~)
èsoddisfatta,
ossiache:
Dalla
(7.13)
si deduce anzitutto che la seconda delle(7.18)
è certamente verificata.
Vale d’altra
parte [12],
per unaqualsiasi
funzione eH2 n m,
la
maggiorazione
Risulta
perciò
Il teorema è
quindi
dimostrato.§
8.Equazioni
con condizioni al contorno non omogenee.Nel
presente paragrafo prenderemo
ancora in considerazione leequazioni
esaminate neiparagrafi
6 e7,
considerandoperò
per esse dei
problemi
con condizioni al contorno non omogenee.1 )
Consideriamol’equazione (6.1 )
e sostituiamo alle condizioni al coniorno(6.3)
laseguente :
Vale
allora,
come è stato dimostrato in[15]
perun’equazione leggermente più generale
della( 6.1 )
ilseguente
TEOREMA 8.1:
.È possibile
ricondurre la risoluzione del pro- blema considerato aquella
di unanalogo problema
con condizionial contorno di Dirichlet omogenee
qualora
sianoverificate
leipotesi:
bio)
r siac localmentelipschitziana.
II )
Sostituiamo ora le(6.3)
con le condizioniPer risolvere
questo problema applicheremo
la teoriagenerale esposta
nel§
3a).
Supponiamo
che F sia localmentelipschitziana;
lospazio coincide,
nelpresente
caso, con(cfr. § 6, E)).
Tenendo
perciò presente
il teorema3.1, possiamo
concludereche è
possibile
ridurre ilproblema (8.2 )
ad un altro ad essoanalogo,.
~na omogeneo,
qualora
risulti :.
III )
Consideriamo oral’equazione (7.1);
inluogo
delle con-. dizioni al contorno