R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
T ULLIO V ALENT
Questioni di esistenza e di unicità per il problema elastostatico con un vincolo di appoggio unilaterale a supporto rigido nel caso di piccole deformazioni
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 50 (1973), p. 143-166
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per il problema elastostatico
con un
vincolo di appoggio unilaterale
asupporto rigido
nel
casodi piccole deformazioni.
TULLIO VALENT
(*)
SUMMARY - We show that the
boundary
valueproblem
for thepartial
dif-ferential
equations
of the elasticequilibrium,
in the case of an elasticbody
with an unilateralsupporting
constraint withoutfr ction,
has solutionsbelonging
to anassigned
function space if andonly
il a certain real functional admits minimum in a convenient set of stress. Then we statea sufhcient condition that such a functional has minimum.
Il
problema dell’equilibrio
elastico in presenza di un vincolo uni- laterale insuperficie
sitraduce, analiticamente,
in un sistema di equa- zioni alle derivateparziali
con condizioni al contorno che A.Signorini
ha chiamato «
ambigue » ( 1 ),
in considerazione del fatto che alcune diqueste
devono essere verificate su unaparte
del contorno e altresu un’altra
parte
del contornodisgiunta
dallaprima,
senzaperò
chesi conosca
(a priori) quali
sonoqueste
dueporzioni
del contorno.Si tratta di un
problema
al contorno ditipo
nuovo, nel senso che(*)
Indirizzo dell’A. : SeminarioMatematico,
Università - Via Belzoni 3 - 35100 Padova.Lavoro
eseguito
nell’ambito delGruppo
Nazionale per la Fisica Mate- matica e per leapplicazioni
della Matematica alla Fisica e allaIngegneria,
del C.N.R.
(1)
Cfr.[7].
non rientra nelle teorie
generali degli
ordinariproblemi
al contornoper le
equazioni
differenziali.A.
Signorini
ha indicato una via perimpostare
lo studio diquesto problema,
laquale
si basa sullapossibilità
di inversione del teorema della minimaenergia potenziale.
G.
Fichera,
riferendosi in una sua Memoria(2) (di
fondamentaleimportanza)
al casodell’appoggio
unilaterale liscio asupporto rigido,
ha trovato una classe di
spostamenti
nellaquale l’energia potenziale
ammette minimo.
Però in
questa
classe dispostamenti
nonc’è,
ingenerale, equiva-
lenza tra il
problema
al contorno nella forma data dalSignorini
equello
variazionale consistente nel rendere minima
l’energia potenziale.
Il Fichera dimostra tuttavia
che, assegnando
le forze esterne attivein
opportuni spazi funzionali,
taleequivalenza
sussistepurchè
il pro- blema al contorno venga formulato in maniera nuova; cosegli
arrivaa stabilire un teorema di esistenza.
G. Grioli
(3)
haproposto
un’altra via per affrontare ilproblema
inquestione:
l’idea è di assumerequali incognite
fondamentali le com-ponenti
dello stress anzichèquelle
dellospostamento (il che,
tral’altro, può
rivelarsivantaggioso
per la costruzione effettiva dellasoluzione)
e di tradurre il
problema
al contorno nella ricerca del minimo di unfunzionale
operante
esclusivamente sullostress,
in unopportuno
insieme di stress.
Il
presente
lavoro si inserisce inquesta
direzione eprende
in con-siderazione il caso del vincolo
d’appoggio
unilaterale liscio consupporto rigido.
Innanzitutto si considera una formulazione
integrale
delle equa- zioni diequilibrio
deltipo
diquella
considerata da G. Caricato in[1]
e dal
Signorini
stesso in[7]:
viene assunto come insieme 1’ delle so-luzioni ammissibili
quello degli
stress concomponenti
cartesiane or-togonali
diquadrato
sommabile nellaregione
Aoccupata
dal sistema nella suaconfigurazione
di riferimento e che dannoluogo,
sullaparte
della frontiera di A ove c’è
l’appoggio,
areazioni,
pure diquadrato sommabile, compatibili
con il vincolo.Facendo talune
ipotesi
analitiche su A e, inparticolare
sulle ca-ratteristiche
geometriche
dellasuperficie d’appoggio,
s’èpotuto
di-mostrare che il
problema
den’esistenza edell’unicità,
nella classe1~,
(2)
Cfr. [3].(3)
Cfr. [5],[6].
di uno stress che sia «
congruente
» ove la congruenza va intesa nelsenso
generalizzato precisato
in[10]
- e che dialuogo
aspostamenti
di cui almeno uno verifichi
quasi
ovunque le condizioniimposte
dalvincolo,
si riconduce aquello
dell’esistenza del minimo in 1-’dell’energia potenziale
elastica espressa in funzione dello stress.È
interessante notare chegli spostamenti
che siottengono
in cor-rispondenza
dello stress minimizzantel’energia potenziale
elastica in I’appartengono
alla stessa classe di vettori nellaquale
G. Fichera ha dimostrato(cfr. [3])
l’esistenza del minimodell’energia potenziale
es-pressa nello
spostamento :
si tratta dell’insieme dei vettori u diquadrato
sommabile in A per i
quali
èdefinito,
nel senso forte diFridrichs, l’operatore
differenzialeu ~ ~ (~cr,~ +
risultando 2Gf,s+
us,rdi
quadrato
sommabile in A e tali che la loro traccia sullaporzione
difrontiera ove è
presente l’appoggio
formi unangolo
non ottuso con lanormale alla frontiera orientata verso F interno di A.
Nell’ultima
parte
diquesto
lavoro si stabilisce una condizione suf- ficiente per l’esistenza delminimo,
in1~, dell’energia potenziale
ela-stica.
1. Preliminari.
Sia A un
aperto
connesso e limitato dellospazio
reale euclideo tridimensionaleR3@
2A la sua frontiera e x =(xr)
ilpunto generico
di A o di 8A.
A sia
regolare
nel senso che ad esso sianoapplicabili
le formule di Gauss-Green.Indicheremo con
L’(A)
e l’insieme delle funzioni reali diquadrato
sommabilerispettivamente
in A e su8A,
con l’insiemedelle funzioni reali continue assieme alle loro derivate
parziali prime
in A
(chiusura
diA),
con e011(A)
l’insieme dei vettori a valori in R3 le cuicomponenti
sono funzionirispettivamente
diLR(A)
e di01(Ã).
~Con la notazione
denoteremo, infine,
ilcompletamento
fun-zionale di
rispetto
alla normadefinita,
perogni
u = ECR’(A ),
dalla
ove con la
virgola
s’è indicato il simbolo di derivazioneparziale.
...
I vettori u di
CRs(A )
sono diquadrato
sommabile in A e per essi èdefinito,
nel senso forte diFriedrichs, l’operatore
differenzialerisultando uj. E
L1(A) (4).
Ci
servirà,
nelseguito,
che A sia tale per cui sussistano le mag-giorazioni
per
ogni
u EC1s(.Ã),
essendo e =(ei)
la«parte equilibrata
in A » del vet-tore u
(5)
eki , k.
due numeri realidipendenti
soltanto da A.Al
primo
membro della(3)
s’èdenotato,
persemplicità,
la restri- zionedi ui
su aA con lo stesso simbolo ui .Tutte
queste ipotesi
fatte su A sono senz’altro verificate - peresempio
- se A è un «campoI-regolare (6);
icampi
che normal- mente interessano leapplicazioni
sonoI-regolari.
I simboli e indicheranno lo
spazio
vettoriale su R delle matrici simmetriche di ordine3, rispettivamente
su R e suRiferito lo
spazio geometrico
tridimensionale a unaprefissata
ternacartesiana
ortogonale,
Arappresenti
laconfigurazione
diriferimento,
che
supponiamo
diequilibrio naturale,
di un corpo elastico.Supponiamo presente
un vincolo diappoggio
unilaterale liscio consupporto rigido :
sia laparte
di aA che(nella configurazione
di ri-ferimento)
si trova a contattodell’appoggio.
Poniamo a2 =
Analiticamente,
ilproblema dell’equilibrio elastico,
nel caso dio
piccole
deformazioni », sipone in forma differenziale
- nel modo~
(4)
Cfr.[10].
(5)
Cfr. [9].(6)
Cfr. [3], pp. 109, 110, 112, 115.che segue
(1).
Inoltre,
neipunti
di dev’essere verificata l’una o l’altra delleseguenti coppie
di condizioni:Le funzioni reali
(note) F,
e(i
=1, 2, 3),
sono lecomponenti,
nel riferimento cartesiano
ortogonale prefissato, rispettivamente
delvettore densità di forza di massa e del vettore densità di forza esterna
superficiale assegnato
su ~2 ;( j = 1, 2, 3 ),
sono lecomponenti
delversore della normale a 8A in
ogni
suopunto regolare,
orientata versol’interno di
A ;
ui ,(i
=1, 2, 3 ),
sono lecomponenti dell’incognito
vet-tore
spostamento ; §
è lagrandezza dell’incognita
reazione vincolaresu (11;
Xii, (i, j = 1, 2, 3 ),
sono lecomponenti
dellostress;
infine lefunzioni reali
(note)
aHh1q(i, j, h,
k =1, 2, 3),
sono tali che aijhk == =
ahT.:ii i e
che,
detta W la funzione reale definita nelprodotto
cartesiano A x
8,(R)
daW è per
ogni x E A, (una
formaquadratica
su83(R)) definita. posi-
tiva. ,
W (x, X )
=esprime
la densità dienergia potenziale
elastica nel
punto
x E A e incorrispondenza
dello stressPoniamo F =
(.Fr ), J - B f r )
t N - u =12~r
·e)
È sott’inteso il segno di sommatoria da 1 a 3 suogni
indiceripetuto,
in tutto il presente lavoro.
Facciamo
l’ipotesi
che F sia diquadrato
sommabile inA, f
xiadi
quadrato
sommabile su a2 e che le aijhk siano funzioni misurabili ed essenzialmente limitate in A.Supponiamo
anche che il sistema di vettori Fe f
non siaequili-
brato.
2. Una formulazione di
tipo integrale
delleequazioni
diequilibrio.
Come
primo
passo verso una traduzione debole ditipo integrale
del
problema
inquestione,
in cui leincognite
fondamentali siano le sostituiamo alle(4), (6)
il sistema di(infinite) equazioni integrali
che si
ottengono
al variare di v = in011(A).
Le
(9),
se sonoperfettamente equivalenti
alle(~ ), (6 ),
almeno
quando
F è continuo in A(8).
Indichiamo con r l’insieme
degli
stressche,
con una~ > ~ di quadrato
sommabile suverificano le (9)
perogni
Osserviamo
che,
come conseguenza del fatto che l’insien1e delle~
(8) Le (9), infatti, se
Xii E
e seFi
sono funzioni continue, in basealle formule di Green,
equivalgono
allele
quali, ponendo
si scrivono cos :
Queste ultime sussistono per
ogni
se e solo se ~=0quasi
ovunque in A e goi - O
quasi
ovunque su aA.(Cfr.
[4], p.95).
tracce su ui dei vettori è denso in
(normato, questo ultimo,
nel modoconsueto) (9),
adogni X
e 7~ resta associata un’unica~funzione §
verificante leipotesi
appena dette.Ci sarà utile nel
seguito
l’averprov ato
che 7~ coincide con l’insiemedegli
stressX E 83 (L1(A)) che,
conquadrato
suveri f ieano
l e(9)
perogni
Osserviamo innazitutto
che,
sussistendo lamaggiorazione (3 ), ogni
vettore di
può pensarsi
definito anche sulla frontiera lA di ~4.Infatti
in virtù della(3 ), l’applicazione
lineare z di inche associa ad
ogni
la sua restrizione(traccia)
sucA,
ri-sulta continua
qualora
si assuma su la norma definitadalla
(1)
e su la norma naturale di talespazio,
cioèquella
che a associa il numero
...-...
di conseguenza T è
prolungabile
a tutto01.(A)
ed ilprolungamento continuo,
diciamoloi,
di í aCRs(A )
definisce la traccia su aA diogni
« vettore di
01.(A).
Premesso
ciò, supponiamo
che la(9)
siaverificata,
incorrispon-
denza di uno stress X E
Sa (Lp.(A»
e diuna § > 0
diquadrato
sonimabilesu , per
ogni
v E011(A)
e dimostriamo che allora la(9)
è verificata« a.nche per
ogni
v EC£>(A).
= _
Se v E
013(A)
esiste una successione(v’)
in tale che(9)
è l’insieme delle funzioni(vettoriali)
a valori in di cui le componenti sono funzioni diquadrato
sommabile su 1Dalle
(10), (11)
in viri ù della continuitàdell’applieazione i,
seguee
quest’ultima implica
qualunque
sia il vettore cp =(i ) E R=( aA ) ;
inparticolare, perciò,
siha
atteso che
ON e f
sono, peripotesi,
vettori diquadrato
sommabilerispettivamente
su (11 e su 02.Ancora dalla
(10)
segueEssendo la
(11)
porgeDa
(12), (13), (14)
si deduce ched’onde la
conclusione,
essendo(per ipotesi)
nullal’espressione
tra pa- rentesiquadra
aprimo membro, qualunque
sia n.3. Primo
legame
tra ilproblema
al contorno equello variazionale.
Diremo che uno stress X E .1~ è
congruente
se, incorrispondenza
diesso, risultano
integrabili
le(5), potendo
- nelle(5)
- la derivazioneparziale
essere intesa in sensogeneralizzato.
Consideriamo il funziona1e :F a valori in
R,
definito perogni
X E
~S3(ZR(~))
dae facciamo vedere che
I)
~Se uno stress X di T ècongruente
e dàluogo
aspostamenti
uappartenenti
aCRs (A )
deiquali
almeno unoveri f ica, quasi
ovunque su ~1,le condizioni
(7)
o(8),
allora X è unpunto
di minimo - anzi è l’unicopunto
di minimo per Y nella classe r.Sia
ØN
la reazione v incolarecorrispondente
a .X tramite le(9).
Ogni
altro stress di .r è deltipo
X--f- ~, ove ~
è un elemento di che verifica le«
per
ogni
ove q è una funzione diquadrato
sommabile su(11 tale
che ~ -~- q ~ 0
su (11’Dalla definizione di Y e da
quella
di W segue=
Per le
ipotesi
fatte suX,
esisteU E C13(A)
tale chee verificante le
(7)
o le(8)
su 0’1’Dalla
(17)
segueper e
quindi
per verificante le
(15),
cioè perogni ~
tale cheDal
fatto, infine,
che per ue §
sussistano le(7)
o le(8),
seguepertanto,
in base alle(16), (18)
e considerando il carattere definitopositivo
di W perogni x
EA,
si conclude che X è unpunto
di mi-nimo,
anzi l’uuicopunto
diminimo,
per Y in .1~.La
proposizione
I porge,evidentemente,
un teorema di unicità - espresso nello stress - per ilproblema
al contorno(9), (5), (7), (8),
= ove si
imponga l’appartenenza di 0
a e di u aNel caso,
poi,
che non esista alcun vettore p = deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimitangente
a(cioè
verificante laeini -
0 inogni punto regolare
di l’unicità dello stresscomporta
l’uni;ità dellospostamento.
4.
Equivalenza
delproblema
al contorno conquello
variazionale.Veniamo ora alla
parte più
interessante diquesto
lavoro: la pos- sibilità di inversione dellaproposizione
I.Dimostriamo
precisamente
cheII) NelZ’ipotesi
che t1 sia tale cheogni (eventuale)
vettore deltipo degli spostamenti rigidi infinitesimi ortogonale
a N su unacporzione
di t1 risulti
ortogonale
a N sull’intera se Y aananette minimo in.1, ogni
stress minimacnte ècongruente
e dàluogo
aspostamenti
uapparte-
...
nenti a
01a(A)
deiquali
almenosoddisfa, quasi
su allecondizioni
(7)
o(8).
Per rendere
più
sciolta la dimostrazione dellaproposizione
II con-viene
premettere
alcuni lemmi.a)
Fissato comunque su (Il,purchè
iviequilibrato, esiste ~
E~3(LR(A)~
per cui le(15)
sono vere perogni
v EC1a(A ) [e quindi,
per
quanto
s’è dimostrato al n.2,
anche perogni z
aConsiderati infatti
gli operatori
lineariMi; M2:
C£s(À) - 8~(L£(A)) definiti,
perogni
dallee
pensando
dotato della struttura hilbertiana che si ottiene assumendo ilprodotto
scalare di due elementitx, f3
diuguale
a, (cfr. [9]~,
1--le
(15)
possono mettersi nella formaove il
significato
dei simboli èpalese.
Il nucleo
dell’operatore M2
è l’insieme - diciamolo 9t - dei vet- tori deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimi.La norma dell’elemento
[v]
dellospazio quoziente L R 2
èove con e si intende la
parte equilibrata
su a, del vettore v(lo).
In base a un noto Teorema
generale
di esistenza per leequazioni funzionali,
di G. Fichera( 11 ),
si deduceche, assegnato
comunquesu
purchè
iviequilibrato,
condizione necessaria e suf- ficiente afnnchè le(19), pensate
comeequazioni nefl’incognita $,
am-mettano soluzione in
’3(LR(A)
è che esista una costante k > 0 tale~
(10)
Cfr. [9].(11)
Cfr. adesempio
[2], p. 105, teorema II.da aversi
l i -
per
ogni
essendo e laparte equilibrata
su a di v.Con ciò il lemma
a)
restagiustificato
dal momentoche,
per leipo-
tesi fatte su A al n.
1,
lamaggiorazione (20),
nel nostro caso, sussiste.b)
Condizione necessaria esufficiente a f f inché
il sistemacon e =
(eij) c- 8,,(L2(A»,
ammetta soluzioni(deboli) appartene>iti
è che risultiper
ogni ~E~’3(LR(A)~
tale chequalunque
siavE CR=(A ).
Per la dimostrazione di
questo
lemma si confronti[10].
c)
~ unasuperficie
di R3limitata,
di areafinita,
che ammettequasi
ovunque(cioè
tranne in un sottoinsieme di misurasuperficiale nulla)
ilpiano tangente
e sia N il versore della normale orientata a I.Se il vettore u E
xerifica
lain
corrispondenza
diogni
vettoreqN equilibrato
su E e ivi diquadrato sommabile,
esiste un vettore p = deltipo degl-i spostamenti rigidi
in-f initesimi
tale che iquasi
ovunque su E(12).
(12)
Questo lemma c)può
essere accostato al teorema che dimostrai aln. 3 di
[8],
nel senso che le dueproprietà
sicompletano
a vicenda.Colgo qui
l’occasione per precisare un’affermazione che si trova nelle ultimerighe
di[8].
Il teorema del n. 3 di [8], di per sèinteressante,
è soloparzial-
mente utilizzabile per dimostrare la
possibilità
di inversione del teorema di Menabrea nel caso di un vincolo diappoggio
unilaterale liscio con supportorigido,
mentre, in [8], scrissi che tale teorema « si presta » a questo scopo.Per la dimostrazione dell’invertibilità del teorema di Menabrea è invece essenziale questo lemma c), come si vedrà nel
seguito.
Questo
lemma è corollario di un teoremapiù generale
che dimo-strai in
[9].
d)
~Sia ~ unasuperficie
deltipo
considerato nel lemmac).
L’insiemedelle
f unzioni
qdefinite
e limitate su 1: e tali cheqN
siaequilibrato
su ¿;è denso nell’insieme delle
funzioni
q EL1(1:)
tali cheqN
siaequilibrato
su
E9
la norma suLR(~)
essendoquella
consueta.Per convincersene si osservi innanzitutto che l’insieme delle fun- zioni limitate su 1: è denso in
.LR(~) (13).
Fissiamo tale che
qN
siaequilibrato
su1:;
perogni b
reale
positivo
esiste allora una funzioneh,
limitata su1:,
per cuiIl vettore hN
appartiene
a per un teorema che dimostrai in[9], esistono, allora,
un vettore p =(ei)
deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimi e una funzione p ELR(~)
tale che il vettorepN
sia~
(13) .LR(,~)
è lospazio
hilbertiano delle funzioni reali diquadrato
som-mabile su ~, ove il
prodotto
scalare èquello
consueto. Il fatto che l’insieme delle funzioni limitate su E è denso inL( ) può
esseregiustificato
- sem-plicemente
- nel modo seguente.Se q E
LR(~),
la successione{q"}
di funzioni limitate definite daconverge,
rispetto
alla norma diLR( ~),
alla funzione q, cioè risultal3asta pensare,
infatti,
che, perogni
si hanonché
d’onde la
(*)
in base al teorema di convergenza diLebesgue.
equilibrato su ~’,
per cui risultap è senz’altro limitata su 1 in
quanto
sia che sono ivi limitate.Si ha
quindi
Il tutto che
(q-p)N
èequilibrato
su rimplica, (cfr. [9]),
Da
(21), (22)
seguepertanto
d’ onde la conclusione.
Passiamo ora alla dimostrazione della
proposizione
II.Y ammetta minimo in h: sia X uno stress minimante
e ~
la de-terminazione
di 0 che,
nelle(9),
è associata a X.Sia
ai
laparte
di a2ove ~ > 0 ;
su risultaallora § = 0.
Non è escluso che
a", sia
vuota o abbia misura(superficiale)
nulla.invece,
ha senz’altro misurapositiva:
la misura diaí
è nulla solose F
e f
costituiscono un sistema di vettoriequilibrato, circostanza, questa,
che abbiamo escluso inprecedenza.
In base alla
(16)
risultaove s’è
posto
per
che,
con una q diquadrato
sommabile su (]-
e tale
che ~ -~- q ~ 0,
soddisfa alle(15)
scritte perogni
1Dovendo la
(15) sussistere,
inparticolare,
per tutti i vettori deltipo degli spostamenti rigidi infinitesimi,
iquali
sono soluzione dellev z .; -E- 0,
se ne deducel’ortogonalità,
inmedia,
su diqN
conogni
vettore deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimi e ciò com-porta
cheqN
èequilibrato
su (]~(14).
Se ~
è unodegli ~ (fissato arbitrariamente)
per cui la(23)
èvalida,
la
(23)
stessa sussiste certamente perogni ~ == A~,
con0 À 1 (15).
Pertanto la funzione L definita da
è
positiva
o nulla per0 ~ ~, ~
1 e si annullaper A
=0 ; perciò
Siccome lo stesso discorso
può
essere fatto perogni ~
per cui è valida la(23),
risultaqualunque
per cui sussistono le(15),
scritte perogni
vEC1a(A),
incorrispondenza
di una tale eqN
siaequilibrato
su 0’1’Se,
inparticolare, $
è unodegli $
che verificano laper
ogni
v EC1s(Ã), ogni ~ = ~,~,
con Aarbitrario,
verifica le(26) [e quindi
le(15)
per q =0].
Di conseguenza la funzione L èpositiva
onulla per
ogni ~, ~
O e nullaper A
=0, quindi
(14)
Cfr.[9].
( 15 ) Non è detto, invece, che la
(23)
sussista perogni $ = Â,
con A nega-tivo,
dato che, nelle (15), è richiestoche q
soddisfialla o + q 0.
Se ne deduce che
per che verifica le
(26),
scritte perogni
Da
quest’Ultimo
fatto - considerandoche,
per leipotesi
fatte sulle funzioni aiihlq éij EL1(A)
- segue in virtù del lemmab),
che il sistemaammette soluzioni
appartenenti
=
Sia u E
C1.(A)
una(prefissata)
soluzione delle(28).
Se p Èa un(ar- bitrario)
vettore deltipo degli spostamenti rigidi infinitesimi, u -+- P
è anch’esso una soluzione delle
(28).
La
(25)
diventa? opportuno
ricordare che la(29)
sussistequalunque
per cui
valgono
le(15 ),
scritte perogni
incorrispondenza
di
qualche
tale e cheqN
siaequilibrato
su ~1.Poiché
il E C11(A),
da(29)
siricava,
av endopresente
illemma
valida per
ogni
q E taleche O- -~-
q ~ 0 e cheqN
siaequilibrato
su a~-
Scriviamo la
(30)
nella formae
dimostriamo,
utilizzandol’ipotesi
fatta su 61, che esiste un vettore p deltipo degli spostacmenti rigidi infinitesimi
tale chequasi
ovunque suQl.
Poniamo
(n
numeronaturale) .
I sottoinsiemi di
a1
sono misurabiliqualunque
sia n ;inoltre,
avendo
supposto
non nulla la misura di~i ,
esiste un numero naturaleno tale che la misura di è
positiva
perogni Fissato n,
siha,
in base alla(30)
o alla(31),
per
ogni qN equilibrato
su con tale che(su (Ti~)
equindi
anche perogni qN equilibrato
suo~i,,~
con q funzionelimitata
(su or~~).
In virtù del lemma
d)
la(33)
sussiste perogni qN equilibrato
sucon
Ciò,
per il lemmac), implica
l’esistenza di un vettore deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimi - siapfl
_(é))
- tale che1
quasi
ovunque su1,, .
Facciamo vedere che la
(32) sussiste, quasi
ovunque suaí,
conP =
pn.,
cioè che. /
quasi
ovunque sua1.
A tale scopo basterà provare che la
(34) vale, quasi
ovunque sxqualunque
sia n(>n,,).
Ciò è vero,
ovviamente,
se la successione è costante.(Il
che ac-cade se non esiste alcun vettore del
tipo degli spostamenti rigidi
in-finitesimi
tangente
aSupponiamo
allora che non sia costante e sia t un numeronaturale
maggiore
di no per cui Risultaquasi
ovunque su
Qí,no
equindi,
a causadell’ipotesi
fatta su o~l ,quasi
ovunquesu d’onde
N,=
0quasi
ovunque sua’,t (oltre
che sucome si voleva dimostrare.
Nello
spazio
di Hilbertogni
vettoreequilibrato
su ~1 è or-togonale (in media)
aogni
vettore deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimi
(l6): pertanto
la(31) equivale
allache,
in virtù della(32),
porgeper
ogni qN equilibrato
su 0’1 con q ELR(dlj positiva
su e verificantela 0 -~-- q>0
suSe ne
deduce,
come oravedremo,
sfruttando ancoral’ipotesi
fattasu O’ 1,
che, quasi
ovunque suci ,
risuZtacSe
ai
ha misura(superficiale)
nulla non c’è alcunchè da dire. La misura dia
siapertanto positiva.
La deduzione della
(36)
dalla(35) poggia
sul fatto che - in virtùdell’ipotesi
ammessa per al - comunque si fissino dueporzioni
misu-rabili e
disgiunte
diogni
vettoreparallelo
a N definito(e sommabile)
su una di
queste porzioni
èequilibrabile
con un vettoreparallelo
a Ndefinito sull’altra
porzione
e ivi diquadrato
sommabile(1?).
Supponiamo,
perassurdo,
che si abbia(Ui+ ei) Ni
0 su un sot-toinsieme 5 di
a"1 di
misurapositiva
e sia a un numero realepositivo
per cui il sottoinsieme
di
aí
ha misurapositiva.
Per
quanto
s’è appenadetto,
è facile riconoscere che esistono dei vettoriqN equilibrati
su diquadrato
sommabileivi,
e tali cheq > 0
sucr, [e
9q = 0
nei rimanentipunti
di a~-Se
q1V
è un vettore siffatto risulta(16)
Cfr.[9],
lemma II.(1’)
Cfr.[8], proposizione (c)
del n. 1 e Osservazione di p. 315.contro
l’ipotesi (35). Dunque
deve sussistere la(36) quasi
ovunque sua" .
Con ciò resta conclusa la dimostrazione dellaproposizione
II.La
proposizione
IIcostituisce,
inrealtà,
un teorema di esistenza per ilproblema
al contorno(9), (5), (7), (8).
Dalle
proposizioni
I e II segueche,
sussistendo leipotesi
fatte su A(e
sulla suafrontiera)
e sulle forze attiveassegnate,
condizione neces-saria e
sufficiente affinchè
esistano u EC1s(A) e o verificanti
le
(9), (5), (7), (8) è
che ilfunzionale
Y ammettac minimo in F.Se,
pergiunta,
non esiste alcun vettore deltipo degli spostamenti rigidi
infinitesimitangente
a Ql,possiamo
affermare che condizione« necessaria e sufficiente afhnchè esista uno ed un sono vettore uc-
C1s(A)
che,
con verifica le(9), (5), (7), (8),
è che il funzionaleY ammetta minimo in h’.
5. Una condizione sun ciente per l’esistenza del minimo per il funzio- nale Y nella classe 1-’.
Consideriamo lo
spazio
vettoriale sui reali~’3(~~(A )) [delle
ma-trici simmetriche di ordine 3 su
già
introdotto al n. 2 egatteg-
giamolo
aspazio
di Hilbert definendo su di esso ilprodotto
scalarenel modo
seguente ( 18 ) :
La norma su resta
perciò
definita daSupponiamo
che esista un numero realepositivo
c tale che risultiper
ogni
..LY E T.Osserviamo che la
(37)
senz’altro sussiste se lefunzioni
sonocontinue in
A
e tali che Wsia,
perogni x
E A(una
formaquadratica
su
8,,(R» definita positiva.
Per
giustificare
l’affermazione facciamo vedereche,
se le sonodel
tipo suddetto,
esiste un numero reale c > 0 percui,
inogni punto
risulta addirittura
per
ogni
y =(y ii)
ES3(.I~):
il cheimplica, ovviamente,
il verificarsi della(37).
Se su
8,(R)
è definita la norma nel modoseguente:
l’insieme {
è uncompatto
dellospazio
normatoR3 x
,S3(R),
inquanto prodotto
cartesiano di un insiemecompatto
in R3e di un insieme
compatto
inS3(R); pertanto W,
essendo nelleipotesi
in cui ci siamo
posti
- ivicontinua,
vi ammette minimo(assoluto).
Sia c il valore minimo di W in tale insieme: è
charamente,
c > 0 in virtù del fatto che Wè,
perogni
una formaquadratica
de-finita
positiva
su~S3(R).
Si ha
d’onde la
(38).
Nei casi di interesse concreto le funzioni sono continue in
A ;
anzi,
spesso sono delle costanti.Pertanto,
nelseguito,
supporremo senz’altro vera la(37).
Sia
Dimostriamo che
1II)
Ilfunzionale
Y ammette senz’altro minimo in 1~ se tra tutte lesuccessioni in r per cui
~;~ n’è
(almerro)
una tale che lacorrispondente
succession.e(§?’)
inassociata alla tramite la
(9),
sia limitata in norma.Se i è un
punto
isolato dell’insieme~,~ (X ) :
esso Èe ancheil minimo di tale insieme e la
proposizione
III è vera.Supponiamo pertanto
che i sia unpunto
di accumulazione per l’insieme{..’F(4Y):
e sia una successione in h v erificante la(39)
e taleche,
detta~~ n~
la successione associata alla~X n~
tramite le(9),
la sia limitata.
Poiché la successione numerica reale
{, (X n )
èconvergente,
esisteun numero reale per cui
per
ogni
n.Per la
(37)
risultaqualunque
sia ~z.La successione
~X n~
èdunque
limitata in norma.Di conseguenza detta successione ammette una sottosuccessione debolmente
convergente
inIndichiamo con X E
~’3(LR(A))
il limite(debole)
della successione Siha,
inparticolare
per
ogni
Consideriamo il funzionale lineare
reale cp
definito nelsottospazio
lineare
cp è continuo data la limitatezza della e
quindi,
in base al teorema diHahn-Banach,
èprolungabile
a tuttoesiste tale che
per
ogni
cioèper
ogni
Risulta, inoltre, quasi ovunque 0
> 0.Infatti: se
fosse 0
0 in un sottoinsieme 5 di a~ di misuraposi- tiva,
detto w un vettore di tale che 0 su 5 e-Aiu7i
= fisu si avrebbe
mentre,
d’altraparte, risulterebbe,
essendo~ :-.’(),
In base alle
(40), (41)
e al fattoappartiene
a I’.Proviamo che
A tale scopo osserviamo che - è facile riconoscerlo - risulta
Notiamo inoltre essendo
convergente
debolmente a ~.’ed essendo un elemento di
~’3(LR(A)),
si ha1)i conseguenza
Ponendo mente al fatto
che,
perl’appartenenza
di Xa T,
dev’es-sere
e
che.
cl’altraparte,
deve aversida
(43)
si deduce la(42).
Dunque
c unpunto
di minimoper Y
in 7~.BIBLIOGRAFIA
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lklanoseritto pervenuto in redazione il 30 novembre 1972.