R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
A RNO P REDONZAN
Una nuova caratterizzazione delle rigate cubiche ed alcuni problemi di classificazione
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 30 (1960), p. 161-177
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DELLE RIGATE CUBICHE ED AL- CUNI PROBLEMI DI CLASSIFICAZIONE
Memoria
(*)
di ARNO PREDONZAN(a Padova)
1. - Sia 7~ un corpo
commutativo, algebricamente
chiuso edi
caratteristica p
=0,
eP3
unospazio proiettivo
tridimen-sionale costruito S11 K.
Nello
spazio P3
si consideri unasuperficie algebrica
delterzo
ordine, F,
definita sopra unq u a 1 u n q u e
sottocorpo1~ di
~,
diequazione:
~2 ? g3 ) è dunque
unpolinomio
omogeneo del terzogrado (irriducibile
inK)
dell’anellok [Xo , X, , X2, X3].
Supposto
che F non sia un cono[e quindi
non siasviluppa-
si indichi con H la
superficie
hessiana di.F,
cioè lasuperficie
delquarto
ordine(pure
definita soprak)
di equa- zione :dove
le , fXixj
sono le derivateparziali
seconde diXl’
g2 ,
2rispetto
adXi , (i, j = 0, 1, 2, 3).
Sia infine h la curve
parabolica
diF,
intersezione di Fcon H. Tale curva r risulta dell’ordine n ._...12 appena si
(*) Pervenuta in Redazione il 21 aprile 1960.
Indirizzo dell’A.: Seminario matematico, Università, Padova.
1 ) Non esistono notoriamente sviluppabili proprie del terzo ordine.
computi nj
volteogni
suacomponente
irriducibile inK,
nella
quale
lamolteplicità
d’intersezionei(rj; F. H)
di F conH sia
proprio
n~ .Indicata con
(r~., r~)
lac o p p i a
di ’rette asintotiche uscenti da unpunto (semplice) x
di_p" 2)@ (cioè
l’intersezione delpiano polare IIx
con laquadrica polare Qx
di arispetto
ad
I’),
e detto W il sistemaalgebrico (definito
su
k)
che talecoppia
descrive al variare suF,
si è con-venuto di dire che la
superficie
F è ad asintoticheseparabili,
se ~l’
può
ottenersi comecorrispondenza algebrica
tra due distinti sistemi
algebrici
y(definiti
su k osu un estensione
algerica ki
dik),
irriducibili in2~
inguisa
che siano
o m o l o g h e,
in talecorrispondenza,
duerette,
l’una
r,
di~V~
e l’altrarjc
dij~., ,
y costituenti una medesimacoppia, (rx, rx)
diW 3). Questa
condizione è certo soddisfattase .~’ è
rigata.
Sepoi F
è un cono,( ed
allora~1 , X21 X3)
è lo zero dell’anellok [Xo ,
1.X~2 , ~3] },
si haW1 = W2.
In
questo
lavoro ciproponiamo
di dimostrare che:I. - La cicrva
parabolica
r di unasuperficie
cubica nonrigata
F èdoppia 4)
se, e solo se, Fappartiene
ad uno de,iseg!uenti
quattrotipi, proiettivamente
distinti :1) superficie
cubica conqua,ttro punti doppi conici;
2) superficie
cubica conpunti doppi
conici e un puntodoppio biplanare
tale chel’intersezione, 1,
dei duepiani tangenti in
esso allasuperficie appartenga
atlacsuperficie stessa ;
22) Questa coppia, generalmente irriducibile in k, si spezza invece in due rette rx’, rx", o in k(x) o in un’estensione quadratica di k(~) ; le
rette stesse vengono poi a coincidere se, e solo se, x e r.
3) Ved. A. PBEDONZAN, Alcune questioni di separabilità, questi Ren- diconti, questo vol.
4 ) Quando si afferma che la curva parabolica r è doppia, qui s’in- tende dire che è parti la molteplicità d’intersezione di F con H in ogni componente irriducibile in L~, di I‘ ; cioè che:
3) superficie
cubica con unpunto doppio
conico e un puntodoppio biplanare
deltipo 2),
ma con l’ulteriore condi- che la retta 1 sia osculante lasuperficie,
cioè sia tale chevalga
tre lamolteplicità
d’intersezione in1, i(l;
F’ ·IIl),
di Fcoyt il
piano TI~
Ztangente
ad Flungo 1,, [ved.
n.3] 5).
4) superficie
cubica con trepunti doppi biplanari.
II. - L’unica
superficie
cubica nonrigata F
ad asintoti-cTLC
separabili
èquella
con trepunti doppi biplanari.
Il I teorema viene a classificare
proiettiva-
m e n t e le
superficie
cubiche a curvaparabolica doppia.
Il Il teorema
invece,
oltre a fornire una c l a s s i f i c a - z i o n ec o m p 1 e t a
dellesuperficie
cubiche ad asintoticheseparabili,
ci dà una nuova caratterizzazione dellerigate cubiche,
inquanto
cipermette
di affermare che :Una
superficie cubica,
che non siaquella
con trepunti doppi biplanari,
èrigata
se, e soltanto se, risulta ad asinto- ticheseparabili.
2. -
(x0, x1,
x2,:.v3)
è un puntogenerico 6)
su kdella
superf icie
I’ di cui al n.1,
è notoche 7) :
A)
Condizione necessaria esufficiente perchè
F sia adasintotiche
separabili
è che esista un elementot(~o ,
ae~ , X29 x,)
dell’anello x~ , 2 x2 , 9
~3]
per cui si abbia :essen.do
X1, X2, X3) l’equazione (2)
dellasuperficie
H di F.
~
5 ) I casi 2), 3) possono considerarsi come specializzazioni di quello 1 ) : il punto doppio biplanare può infatti riguardarsi, rispettivamente
in 2) e 3), come riunione di due o di tre punti doppi conici.
s ) Appartenente ad un sopracorpo di k, di grado di trascendenza (almeno) due su k.
7) Ved. A. PREDONZAN, loc. Cit. in nota 3).
Se la I’ ha un
punto doppio,
equindi
in unospazio
affineA 3 può
assumere unaequazione
deltipo:
con
Y)
eY) polinomi
non nulli dell’anellok[X, Y] ,
dei
gradi rispettivi
n~ 3 ed n2 ~ 2(non potendo
mai valerecontemporaneamente
le limitazionisuperiori),
unpunto
gene- rico= (.z, y, z)
di F ha le coordinate :Posto ad indicate con
O(X, Y) = q(X,
X YY)
x xylle tre derivate seconde
Y) rispetto
adX, X;
X, Y ; Y, Y,
il teoremaA) può semplificarsi
nel :A’)
Condizion.e necessaria esufficiente perchè
F sia adasintotiche
separabili
è che esista un elemento non nulloL(X, Y)
del corpoK(X, Y)
dellef unzioni razionali,
costruito8ull’anello
K[X, Y]
dipolinomi,
per cui si abbia :Ricordiamo anche che un’altra condizione per la razionale
separabilità
delle asintotiche diF,
avente una veste geome- tricapiù suggestiva,
è laseguente :
B)
Condizione necessaria esufficiente perchè
F szac adasintotiche
separabili
è che :a)
la curvaparabolica
F di F siadoppia 8);
.
b
la curva 1T 2 sia linearmenteequivalente
acquelle
3) Ved. nota 4).
segate
su F dal sistema lineare ottenuto come bisezione del sistema generato da H9).
3. - Una retta r di una
superficie
cubica(non
per la
quale passi
unpiano
II che siatangente
ad .F’ inogni punto di r,
verrà detta retta stazionaria diF,
ed ilpiano
IIpiano
tangente stazionario.Quest’ultimo sega F
in una cubicaC che contiene la retta r per la
quale
si ha:2 c i(r ;
F’· II )
~ 3.Se
poi,
inparticolare, i(r ; I’ · II ) 3,
la retta r stessa edil
piano
II verranno detti osculanti F.Le coniche sezioni di
F.’t
fuoridi r,
con ipiani
del fasciodi
sostegno
r,tagliano
ovviamente r in duepunti fissi x’, ~’,
che sono
doppi
per I’. Inparticolare
se tali coniche sono tan-genti
ad r in uno stessopunto ae, questo punto, doppio
perF, potrà riguardarsi
come la riunione su r dei duepunti doppi
~’, prima
considerati. Nelseguito
chiameremo i duepunti doppi x’, ~", (~’ ~ ~"), punti doppi
di 1aspecie ;
diremo invece pzcntodoppio
di 2aspecie ogni punto x
del secondotipo.
Siconclude
dunque
cheogni
retta stazionaria di F contiene o duepunti doppi
di laspecie,
o unpunto doppio
di 2aspecie.
Viceversa, ogni
retta r checongiunge
duepunti doppi (distinti)
dili’,
è per .F’ retta stazionaria ed i duepunti doppi ~’, ~"
sono di 1aspecie.
Invece se x èpunto
di 2aspecie,
esiste una retta r per esso che è stazionaria per F.
Su una
superficie
cubicaI’,
nonrigata,
non vi possonoessere notoriamente
più
diquattro punti doppi,
oveogni punto
di 2aspecie
vengacomputato
come duepunti doppi.
Se
poi F
haquattro punti doppi (distinti) questi
debbonoessere necessariamente
--- --- -
9) Se si ha [ ( ved. nota 4 ) ] :
i -
la
curva 2
r è definita da :essendo la sommatoria estesa a tutte le componenti 1’~ di r, irriducibili tra loro distinte.
1() Ciò deriva dalla classificazione completa delle superficie cubiche fatta da C-&YLEY; ved., ad es., E. PASCAL, Repertorio di matematiche superiori, v. Il, Hoepli-Milano (1900).
Inoltre se su una retta r di F vi sono
più
di duepunti doppi (computandosi
come duepunti doppi ogni punto doppio
di 2a
specie
che abbia r come rettastazionaria)
la retta - èdoppia
per F equindi F
èrigata.
4. - Per dimostrare il teorema I del n.
1,
cominciamocol provare che:
Se Zac eurza
parabolica
r di Unasuperficie
cubicarigata F
èdoppia,
le suecomponenti
sono tutte rettilinee.P infatti noto che se un
punto semplice s
di una super- ficiealgebrica
F èdoppio
per la curvaparabolica
r diF,
lacurva
C~
sezione di F colpiano tangente Hz
ad Fin z,
hain z un
tacnodo,
oppure unpunto triplo 11 ).
Applicando questa proprietà
ad unasuperficie
cubica Fsi ha
che,
nel casotacnodale,
la retta r~ ~tangente
tacnodalea
Cx in z,
dovendo avere conC,
unamolteplicità
d’inter-sezione almeno
quattro, appartiene
aG x,
per cuiC x
si spezza[nel
corpoK]
nella retta rx ed in una conicaD~ tangente
ad r~ in z. Se invece ilpunto z
ètriplo,
laC,,
si spezza[sem-
pre in
~i ]
in tre rette. Ciòcomporta
-nell’ipotesi
che perogni componente
irriducibileFj
di r si abbiaF.H) = 2
-che da
ogni punto
diTj
esca(almeno)
una retta situata suF,
il chepuò
avvenire - non essendo Frigata
- se, e solo se,r~
è pur essa una retta. Tale conclusione sussiste amaggior ragione
se conm~ > 1;
c.v.d.i’- ) Ved. C. sEGR,E, Su alcuni punti singolari delle curve algebriche,
e sulla linea parabolica di ana superficie., Rend. Ace. dei Lincei, s. V.
v. VI, f. 5° (1897). I risultati di questo lavoro, di cui quello enunciato nel testo ne è solo una parte, sono stati ottenuti nel corpo complesso.
Il ragionamento condotto per dimostrare la parte sopra citata si può però integralmente trasportare ad un corpo commutativo .g q u a 1 u n - q u e, di caratteristica p = 0. Vogliamo anche ricordare che la condi- zione n e c e s s a r i a di cui sopra, perchè un punto semplice s di
F sia doppio per r, diviene anche s u f f i c i e n t e appena nella sua
enunciazione si aggiunga che il tacnodo debba essere s i m m e t r i c o : questa nozione comporterebbe però l’estensione al corpo K del concetto
~i curvatura, il che, per i nostri scopi, non è indispensabile.
Da
quanto precede
discendedunque
che se r èdoppia [nel
senso indicato nellanota 4)],
essa è costituita da unnumero v 6 di rette rj, ciascuna con
molteplicità pari 2mj
per
r,
e talimolteplicità
debbono verificare la condizione:Si ha
poi
che:Se r è tutte le sue
componenti
rj sono rette sta- zionarie per Il(e q2.cindi
- n. 3 - szc ciascuna di esse visono o due
punti doppio
di laspecie,
o uno di 2aspecie).
Ciò deriva dalle considerazioni del
quarto
capoverso diquesto
n. e dal fatto che unasuperficie
cubica nonpuò possedere
una retta r nonstazionaria,
tale che ilpiano
tan- gente ad F ino g n i punto x di r, semplice
perF, seghi F,
fuoridi r,
in una conicaDx tangente
ad r in x.1~).
12) Infatti l’equazione di una superficie F su cui giace la retta r che congiunge i due punti (1, 0, 0, 0) e (O, 1, 0, 0) può scriversi nella
forma :
stando le ad indicare polinomi omogenei dell’anello k[X2, X3], i
t}
cui gradi hanno i valori degli indici in alto.
La condizione perchè i piani per r seghino F, fuori di r, in coniche tangenti ad r, si esprime con :
e da questa si ricava:
essendo p un elemento non nullo di k.
L’equazione del piano tangente ad F nel punto 0, 0) di
r assume la forma :
o meglio, a norma delle precedenti relazioni:
donde segue che r è retta stazionaria.
Viceversa :
Se r è retta stazionaria per
F,
essa ècomponente
almenodoppia
di r.Per
giungere
aquesta
conclusione basta osservare che inun riferimento
affine, (g gl~~ ~,
in cui si assuma come retta stazionaria r l’asse delle Z di cui si supponga
doppio
il relativopunto improprio,
e comepiano tangente
stazionarioquello YZ, l’equazione
di I’ si scrivenella forma:
essendo
Q1 (X,
Y) eY)
duepolinomi, rispettivamente
del
primo
e del secondogrado,
dell’anellok [X, Y],
mentreZ)
è unpolinomio
delprimo grado
dell’anellok [Y. Z].
L’equazione
dellasuperficie
hessiana H di I’ di conse-guenza diviene del
tipo:
con
D3(X, Y, Z)
e~2(X, Y, Z) polinomi
del terzo e secondogrado
dell’anellok [X, Y, Z].
Dal confronto delle
(4), (5)
segue subitoquanto
sopra asserito.5. - Per concludere come enunciato nel I teorema del
n. 1 è
opportuno
mettere in evidenza anche leseguenti
treproprietà
relative ad unasuperficie
cubicaF,
nonrigata:
a)
Unpunto doppio
di 2aspecie
èbiplanare
ouniplanare.
13) In tale riferimento affine chiameremo, come di consueto, assi delle X, delle Y, delle Z, quegli spigoli del simplesso fondamentale delle coordinate di Ps che congiungono il punto (1, 0, 0, 0) - detto punto origine - rispettivamente con i punti (O, 1, 0, 0), (0, 0, 1, 0), (O, 0, 0, 1). Questi ultimi tre punti verranno poi detti spunti impropri dei relativi assi, ed il piano che li congiunge piano improprio >.
Si chiameranno invece piani YZ, ZX, XY, quelli che congiungono ri- spettivamente gli assi Y e Z, gli assi Z e X, e gli assi X e Y, e si diranno c rette improprie ~ dei piani stessi le loro intersezioni con il piano improprio.
b)
Unpunto
che siadoppio
di 2-specie
per due di- stinte rette stazionarie uscenti da esso, èuniplanare.
c)
Su una retta non vi possono essere duepunti doppi
di 2a
specie
distinti.Per la verifica della
proprietà a)
basta osservare che sealla
superficie F
siimpone
la condizione che per essa siadoppio
di 2aspecie
ilpunto improprio
dell’asse delleZ,
conrelativa retta stazionaria l’asse delle Z
stesso, l’equazione
diF,
in un riferimentoaffine,
si scrive:con
(X2(X, Y), polinomi o m o g e n e i
dell’anellok [X, Y],
i cuigradi rispettivi
hanno i valoridegli
indiciin basso.
Per
quanto riguarda
laproprietà b)
si osserviche, impo-
nendo alla
superficie F
diequazione (6)
l’ulteriore condizione che sia stazionaria per essa anche la rettaimpropria
delpiano ZX,
con relativopunto doppio
di 2aspecie
ancora ilpunto improprio
dell’asseZ, l’equazione
dellasuperficie
Fpuò
scriversi:con
~Z (~, Y) polinomio
o m o g e n .e o del secondogrado.
Infine la validità della
c)
consegue dal fatto che se lasuperficie F
diequazione (6)
hadoppio
di 2aspecie
ancheil
punto improprio
dell’asse..g,
con relativa retta stazionariaquella impropria
delpiano XY,
la suaequazione
diviene:dalla
quale
appare chiaramente che F èrigata, (a, b,
c sonoelementi del corpo
k) 14).
14) Ad analoga conclusione si giunge se i due punti impropri degli assi X e Z, doppi di 2. specie per ~‘, hanno le relative rette stazio- narie coincidenti con quella inipropria del piano e cos anche se questa retta impropria è stazionaria solo per il punto improprio del- l’asse ~ ma non per quello improprio dell’asse Z, potendosi assumere come retta stazionaria di quest’ultimo ad es. l’asse delle Z stesso.
Sia
dunque
F unasuperficie cubica,
n a nr i g a t a ,
lacui curva
parabolica
r s i ad o p p i a
equindi
sispezzi (n. 4)
in vcomponenti
rettilinee r; , le cui relativemoltepli-
cità per r debbono verificare la
(3).
Da
quanto
stabilito nei nn.3,
4 e dalle treproposizioni
iniziali di
questo
n. 5 si possono alloratrarre,
in relazioneai sei
possibili
valori di v, leseguenti
conclusioni:1° : v 6. - Due
(almeno)
delle seicomponenti rj
dir, ( j 1, 2, ... , 6),
sono tra lorosghembe.
Se infattile rj
fos-sero a due a due
incidenti,
o esseapparterrebbero
ad unostesso
piano,
il che èassurdo;
oppurepasserebbero
per uno stessopunto
a, ilquale
dovrebbe risultaredoppio
di 2aspecie
per almeno
cinque
di esse:questo perchè
se, ad es., su r, ed r2 vi fosserorispettivamente
i duepunti doppi
ae~ ed ~2 ? distintida a,
la retta ae~U ae2 apparterrebbe
ar,
che per- tanto avrebbepiù
di seicomponenti
rettilinee. Ma fossedoppio
di 2aspecie
per(almeno)
duecomponenti
dir,
essosarebbe,
per laproprietà b), uniplanare,
il che è assurdo per- chè da x escono tutte lecomponenti
dir,
che sono sei rettedi F certo non
complanari.
Siano
dunque
1.1 ed r2 duecomponenti sghembe
di r. Ilcaso che su r~ ed r2
giacciano rispettivamente
duepunti
ae~ed ~2 , entrambi
doppi
di 2~specie
perF,
nonpuò
verificarsiperchè
allora sulla retta ~1U x 2vi
sarebbero duepunti doppi
di 2a
specie,
in contrasto con laproprietà c).
Analogamente
nonpuò
verificarsi il caso che su r1 vi siano duepunti doppi xl’, ae~"
di laspecie,
e su r2 unpunto doppio x2
di 2aspecie.
Infatti allora le due rette r3 =x1’ u X2
9r4 = a:/’ LJ ,i
sarebbero duecomponenti
dir,
ed ipunti doppi
delle due ulterioricomponenti
rg y r~ dovrebbero(ved.
penultimo
capoverso del n.3)
coincidere con x2 ed essere di 2aspecie
per entrambe. Ciòcomporterebbe,
per laproprietà b),
che x2 fossepunto doppio uniplanare
perF,
il che è as-surdo
perchè da x2
escono lecinque
rette r2 , r3 , r4 , r5 , r6 diF,
non certocomplanari.
Resta il caso che su ciascuna delle due rette rl , 1 r2 , vi -siano due
punti doppi
di laspecie: xl"
su rl ed~2’, X2"
su r2. Le sei
componenti
di r sono allora i seispigoli
deltetraedro di vertici
r~ ~1~~, ~2~, ~2~?
per cui ~’ è lasuperficie
cubica con
quattro punti doppi
conici ed èquindi
deltipo 1)
del teorema I del n. 1.
Ove si assumano tali
punti doppi
come vertici del sim-plesso
fondamentale dellecoordinate, l’equazione
di ~’ siscrive :
con ai ,
(i 0,
1,2, 3),
elementi non nulli del corpo k.Quest’ultima equaziune,
con la trasformazione di coordi- nate definita su k :assume fouma canonica:
dove le indeterminate sono state indicate ancora con
Xo, X1,
9,
In
corrispondenza
alla 1),l’equazione
dellasuperficie
hes-siana H di 1~~ si scri;e :
La curva
parabolica
r di F’ èrappresentata
dal sistema1), 1’),
od anche dal sistema ad essoequivalente:
intendendosi per «
equivalenti »
due sistemi le cuiequazioni
sono basi di un medesimo ideale dell’anello
~2 ? X3].
Le
Il’)
ci dicono chiaramente che r èdoppia
e che le suesei
componenti rj
hanno ciascunamolteplicità
due per r.2°: v=5. -
Questo
caso nonpuò
ovviamente verificarsi.Ripetendo
infatti ilragionamento
del caso1°,
si vedrebbeche r dovrebbe
possedere
duecomponenti sghembe r1,
r= , y suciascuna delle
quali
vi sarebbero duepunti doppi
di 1aspecie
per .F’. Ne verrebbe che sarebbero sei le
componenti
rettilineedi
I’,
eprecisamente
i seispigoli
del tetraedro di vertici iquattro punti doppi
inquestione,
control’ipotesi
inizialev = 5.
3° : v 4. - Anche
qui,
conragionamento analogo
aquello
della
prima parte
del caso1°,
si viene a concludere che rpossiede
duecomponenti sghembe
r2 . Su ciascuna di essenon vi possono essere due
punti doppi
di 1aspecie, perchè
al-lora F avrebbe
quattro punti doppi
il checomporterebbe
v
G ; inoltre,
per laproposizione c),
su ciascuna delle r~, r2 ,non
può
esservi unpunto doppio
di 2aspecie.
Si conclude che su r~ vi sono due
punti doppi
di 1aspecie
e su r ~ unpunto doppio
di 2aspecie
x2 .Le altre due
componenti
di r sono le rette edr4 = x"1 U x2.
Assumendo x’1
=(O, 1, O, 0), (O, O, 1, 0),
x. =(0, 0, 0, 1),
e come retta r,
quella congiungente ae2
con ilpunto (1, 0, 0, 0), l’equazione
di F si scrive:con ul , a2 , 2
b,
elementi delcorpo k,
iprimi
due deiquali
non nulli: la F è
dunque
deltipo 2)
del I teorema del n. 1.Mediante la trasformazione di
coordinate,
definita su lc :ed indicando ancora le indeterminate con
Xo , X:, , ~2 ?
l’ultima
equazione
assume la forma canonica:e
quella
della relativasuperficie
hessiana:La curva
parabolica
r di ~’ sipuò rappresentare
col se-guente sistema, equivalente
aquello 2), 2’):
donde appare che r è
doppia
e le suequattro componenti
rettilinee r~ , r2 , y r, hanno
molteplicità rispettive 2, 2, 4,
4.4° : v 3. - Due
qualunque
delle trecomponenti
dir,
ad es. r1 , r2 , y non possono essere
sghembe
tra loro. Se infatticos
fosse,
su ciascuna di essepotrebbe giacere
un solopunto doppio,
ilquale
dovrebbeperciò
essere di 2aspecie,
in con-trasto con la
proprietà c).
Ne viene che r~, y r2 , r3 , sono a due a due incidenti e
quindi,
o passano per uno stessopunto s,
o sonocomplanari.
Nel
primo
caso ilpunto x
dovrebbe essere di 2aspecie
per almeno due di esse(altrimenti
vi sarebbero duepunti doppi
fuori
di x,
equindi
si avrebbe unaquarta componente
dir).
Tale x risulterebbe
allora,
per laproprietà b), uniplanare
per cui r1, r2 , r3 sarebberocomplanari,
ed z sarebbedoppio
di2a
specie
per ciascuna diqueste
tre rette(non potendo
unasuperficie
cubica nonrigata,
con unpunto doppio unipla-
nare,
possedere
altripunti doppi).
Se la curva r fossedoppia per F,
equindi
se ciascuna delle sue trecomponenti
avessemolteplicità quattro
per r15),
lacurva -
r sarebbesegata
suF dalla
quadrica Q
costituita dalpiano
delle r~, r2 , r3 , con- tato duevolte,
per ilche, [ved.
teoremaB)
del n.2],
Fsarebbe ad asintotiche
separabili,
mentre invece è noto cheuna
superficie
cubicamonoidale,
apunto doppio uniplanare,
non è ad asintotiche
separabili. 16).
15) Che ciascuna delle tre componenti ri-, ra , r3 , abbia moltepli- cità quattro per I‘ , discende dal fatto che l’equazione di una tale F, quando si assuma x - (1, 0, 0, 0) ed ri , r2 , r3 di equazioni rispettive:
può scriversi nella forma :
donde appare chiaramente il comportamento simmetrico rispetto alle componenti stesse.
16) Ved. A. PREDONZAN, loc. cit. in nota 3).
Non
potendo dunque
r1 , r2, r3 passare per uno stesso punto, esse debbono incidersi a due a due in trepunti distinti,
equesti punti,
a norma delleproposizi oni b), c ),
e del fatto che una
superficie
cubica nonrigata
con unpunto doppio uniplanare
nonpuò
avere altripunti doppia
debbono essere
doppi
di 1 aspecie
per F. Essipoi
debbonoessere tutti
biplanari
inquanto
- come è facile verificare direttamente - unacomponente rj
di r, sullaquale giac-
ciano due
punti doppi
di 1aspecie
non entrambibiplanari,
ha per r
molteplicità
inferiore aquattro.
Lasuperficie F
in
questione
èdunque
deltipo 4)
del I teorema del n.1,
e la sua
equazione,
appena si assumano comepunti doppi quelli ( o, 1, 0, 0), ( o, 0, 1, 01~, (O,
0, O,1 ), può
scriversi nella f orma :con a1 , a’2’ a3 , b, elementi del
corpo k,
soddisfacenti alla con-dizione b - # 0.
Mediante la trasformazione di
coordinate,
definitasopra k
la
precedente equazione
di I’può
scriversi(indicando
ancoracon
Xo , ~2 , X3
leindeterminate)
nella forma canonica :e
quindi l’equazione
della hessiana g di F diviene:La curva
parabolica
r di Fpuò
essererappresentata
dalsistema, equivalente
aquello 4), 4’):
dal
quale
discende che r èdoppia,
e le sue trecomponenti (rettilinee)
r~, r2, r3 hanno ciascunamolteplicità quattro
peressa.
5°: v 2. - Poichè su ciascuna delle due
componenti
~B , 1"2 di r debbono
giacere
o duepunti doppi
di 1aspecie,
od uno di 2a
specie,
epoichè
lacongiungente
duepunti doppi appartiene
ar,
lecomponenti
stesse non possono esseresghembe
tra loro : rl , r.= si incontranoquindi
in unpunto x,
che deve essere
doppio
di 2aspecie
almeno per una di esse.Se x fosse
doppio
di 2aspecie
per entrambe, esso risulte-rebbe,
a norma dellaproprietà b), uniplanare,
il che - comesi vede facilmente con
analogo ragionamento
aquello
delcaso 4° - non
può
verificarsi.Dunque x
èdoppio
di 1aspecie
per r , e di 2aspecie
per r2 ; su r~ vi èperciò
un altropunto
ydoppio
di 1aspecie.
Ove si riferisca .F’ ad un sistema di coordinate per cui sia
x =
(O, 0, 0, 1 ),
x1(O, 1, 0, 0),
la retta stazionaria r2 lacongiungente z
con ilpunto (1, 0, 0, 0)
ed il relativopiano tangente
stazionatoquello congiungente r~
con ilpunto (0, 0,
1, 0), l’equazione
di I’può
scriversi:con ai ,
bj ,
cl , elementi del corpo k taliperò
che risultia~ =~= O, bo ~ 0,1?).
Sipuò
inoltre supporre, senzarestrizione,
che sia: in
quanto
tale condizione im-plica
che la conica sezione diF,
fuori della rettal ~1
U(02
0,1, 0),
con ilpiano 1 U x,
sia(assolutamente)
irriducibile.Mediante la trasformazione di
coordinate,
definita su k :17 ) Se fosse al = 0, la F sarebbe rigata ; se fosse invece bo = 0, la F sarebbe riducibile.
la
precedente equazione
di F diviene(indicando
sempre le indeterminate con 1 9~2 ,
2dove si è
posto:
Appena
si ricavil’equazione
dellasuperficie
hessiana H di e si faccia sistema della stessa con laprecedente equazione,
si vede immediatamenteche, perchè
la sommadelle
molteplicità
delle duecomponenti
r~, r. di rvalga 12,
deve essere dal che discende che la
superficie
Fè del
tipo 3)
del I teorema del n. 1. La suaequazione
cano-nica si scrive:
e
quindi quella
della relativasuperficie
hessiana assume laforma:
La curva
parabolica
r di Fpuò rappresentarsi
con ilsistema:
dal
quale
consegue che le duecomponenti
rettilinee r~, r2 hanno entrambimolteplicità
sei.6° : v 1. -
Questo
caso nonpuò
verificarsiperchè
unasuperficie
cubica.F,
la cui lineaparabolica
sia costituita dauna sola
retta rl
per cui si abbiai(r~; F.H) = 12,
è necessa-riamente la
rigata
cubica di CAYLEY.Resta cos
provato
il teorema I del n. 1.18) L’equazione della superficie H è:
’
6. - Le
superficie
h deitipi 1), 2), 3),
le cuiequazioni
sono
contrassegnate
nel n. 5 congli
stessinumeri,
pur avendodoppie
le relative curveparaboliche r,
n o n s o n o a dasintotiche
separabili :
ciòperchè,
come sipuò
facilmente trarre dalle
1"), 2"), 3"),
lecurve -
2r non possonoessere
segate
sulle daquadriche,
come richiede invece lacondizione
b)
del teoremaB)
del n. 2.Si
può
altres verificare che nonè,
per lesuperficie stesse,
soddisfatta la condizione del teorema
A’)
del n. 2. Si hainfatti, rispettivamente
per lesuperficie
deitipi 1), 2), 3):
La
superficie F
deltipo 4)
è i n v e c e a d a s i n t o -t i c h e come appare chiaramente dalle
4")
del n. 5 : la
curva 1
2F è inf attisegata
su F dallaquadrica
di
equazione X20.
Inf ine si
può
constatareche,
per talesuperf icie,
è sod-disfatta la condizione del teorema
A’)
del n.2,
inquanto
f;~ ha:
Tanto basta per concludere come enunciato nel teorema II
del n. 1.. ,