R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
T ULLIO V IOLA
Sul comportamento d’una porzione di superficie regolare, in prossimità del contorno
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 20 (1951), p. 1-23
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FICIE REGOLARE, IN PROSSIMITÀ DEL CONTORNO
(*)
di TULLIO VIOLA(a
§
I.1. In una nota lincea del 1936
(1) pubblicata
aseguito
ea
colllpleillellt0
(T unaprecedente
delprof.
R. CACCiopron(2),
ilprof.
G. SCORZA DRAGONI ha datoesempio
d’unaporzione E
disuperficie quadrabile x = f ~x, y) che,
nell’ intorno d’un certopunto
P del contornor, presenta
laseguente singolarità:
qua-Itii qt e
arco di curva rettificabile descrittosu £ ,
nonpassante
per P ed avente per estremi due
punti P’,
P"appartenenti
a 1’ma situati
(lell’ intorno
diP)
daparti opposte
diP,
ha lun-ghezza maggiore
d’ un ouilero fissoc > 0 .
La costruzione della Epuò
essereperfezionata
neidettagli
in modoche,
inogni
suopunto
estraneo ar,
la 21 stessa sia dotata dipiano tangente
va-riabile con continuità e(~ an~i d’elementi differenziali d’ordine
prefissato
ad arbitrio.La detta
singolarità
nondipende
afllitto da andamento irre-golare
del contorno 1’ :intatti, nelI’esen~pio citato,
1’ è rettilineuin tutto un intorno di ~. Essa
dipende
invece da unaspecie cl’ increspatl1ra
dellasuperfici,
nell’intorno di P.(*)
Pervenuta in Redazione il 24maggio
1950.~ ~ ) G. SCORZA D~t~ao~·t : A proposito di di i
delle superficie ~ Henùic. Lincei ~. YI.
~Y.X.III (!9~U), p. ~5 i j .
(~) I-~. C~cctt»t~or~t : ione
[Id.,
id., p. 2~ i j.1
La nota del
prof.
SCORZADRAGONI,
oltre che per lequestioni
analitiche che la fecero sorgere, offre
grande interesse,
a mioparere, anche dal
punto
di vistapuramente geometrico
e cioè perun ordine di
problemi
molto simili aquelli
deiquali, partendo
da considerazioni
generali sugli
insiemi chiusi nelpiano
o nellospazio,
mi sono,occupato
in alcunepubblicazioni
recenti(3).
Loscopo di
questa
ricerca èappunto quello
d’avvicinare i due or-dini di
problemi
e i duemetodi,
ed’approfondire
lo studio delprof.
SCOHZA DRAGONI sia localmente che ingrande.
2. - Il dominio base Q della
porzione ~ ,
cioè laprojezione ortogonale
di E sulpiano è,
nell’es. delprof.
SCORZADnAGONI,
un semicerchio di diametro AB. Tale diametro fa
parte
del con-torno,
è cioè un arco dicontorno,
e il centro del semicerchio è ilpunto singolare
P anzidetto(4).
Se si considera unaqualunque
successione di curve
rettificabili ~~n (n
=1, 2 , ....)
descritte suS,
unenti ilpunto
A colpunto
B ma senza avere alcun altropunto
iu comune colsegmento AB,
e tendenti ad AB per~a - oo , si riconosce facilmente che è
Con
L(1n)
sono indicate lelunghezze
delle curve In(
=1, 2 , ....).
(3)
T. 1. Unproblema
metrico relatiioagli
insiemi di nelpiano
o nellospaxio [Bollettino
1950, p. 64] ; 11. Su u~zmetrico relativo a,lle
super~cia qucrdrabili [Id.,
1950, fase.2] ;
d’ approssim~re
unanetti~’ceabile,
descritta szcsuperficie quadra- bile,
mediante altre curverettificabili
[Rivista di Matematica dell’ Uuiversitàdi Parma, vol.
I,
fase. 1(1950),
p. 45].(4)
Poichè (v. 1’ osservazione al secondo capoverso del n. 1 ) le questioni geometriche che andiamo studiando nulla hanno a che vedere con leirrego-
larità del contorno
(considerato
in se stesso), verrà nelseguito
sempre taci- tamente supposto (salvo avviso contrario) che il contorno sia una curvaregolare
o almeno che siaregolare
1’ arco ~~3 di contorno considerato, nelsenso di possedere, in ogni suo punto, elementi differenziali d’ ordine elevato
quanto si vuole.
Ai nn. 2-7 della mia nota
(II)
e ai nn. 2-4 della(Ill),
hocostruito due diversi
esempi
disuperficie
E chegodono precisa-
mentre della
proprietà
espressa dalla[1], quando
un certo seg- mento AB tracciato su~,
vengaapprossimato,
da una banda odall’ altra,
mediante una successione di curve rettificabili y~ an-ch’ esse tracciate
sn £ ,
aventi per estremiA , B ,
ma non aventialtri
punti
in comune colsegmento
AB(5).
Anche le mie duesuperficie
sonoquadrabili
eregolari (nel
senso sopraprecisato)
in tutti i
punti
estranei alsegmento
AB . Bastadunque tagliare
una di
queste superficie lungo
ilsegmento AB ,
per ottenere dueporzioni
che soddisfano ciascuna alla[1].
Occorre
però
osservare che fragli esempi
mieí equello
delprof.
ScoazaDRAGONI,
passa una differenzaqualitativa
essenziale.Nell’ es. del
prof.
SCORZADRAOONI,
è conseguenza d’ un’ ano- malia di caratterelocale,
Iloll i~~grande,
dellasuperficie. Negli esempio miei, invece,
la[1] J espr~~ne
un’ anon1alia essenzialmeiite ingrande,
non di carattere locale(6). Precis~~nente,
seA’ B’
feun
segmento parziale
di AB(del
tuttoqualunqne,
arbitrariamentepiccolo)
ese ’ (n = 1 , 2 , ...)
è una successione di curve ret-tificabili,
tracciatesu fl ,
aventi per estremiA’, B’
ma non altripunti
in comune colsegmento A’ B’,
se inoltre tale successione tende adAB,’
per 1~ -+ 00, vale sempre, nei ~nieiesempi,
unarelazione
analoga
alla[1] :
Si
presentano
ora~pontanean1ento
le dornatlde : se esistanosuperficie quadrabili
eregolari S
clmg’odano, 1L1I1~0
L1I1 certoarco ~B del
contorno,
dellaproprietà
(51
Verainente lesuperficie
da me costruite, non sono rappresentabilinella
f (x, y) .
Ma questa rappresentabilità non esprime alcunacondizione essenzialmente restrittiva, come risulterà evidente
dagli
esempiche si daranno nel
seguito.
(6)
Sipuò,
infatti, con ragionamenti moltosemplici,
venf~cnre die 10 miesuperucie non godono della proprietà ottenuta dal prof’. SCOHZA DaACONr, nel-
1’ intorno di nessun punto del segmento
( ~ )
È e’
= l~ . A T con /.’ indipendente dalla scelta di A’, B’.a) qualunque
sia l’ arcoA’ ~’ pnr~iale
di A B equalunque
sia la successione di tracciate come sopra, sempre la relazione
(più
forte della[2])
e
analogan~ente:
se esistanosuperficie quadrabili
eregolari
Eche
goda o,
nelI’ intorno d’ un certopunto
P delcontorno,
dellaproprietà
3) ~ml,~cnr~tce
sia la sltccessione di tendentin ~
oo)
aP,
descritte e non aventi in cona2cne col con-toroo di E che i
P’, P"
situati ~~~parti opposte
dii
]J,
risultauc~~i ficata
la(pi i
forte diquella
ottenuta dal
prof,
SCOHZADRAGONI)
3. - Per
rispondere
af~er~l1ativan1ente alleprecedenti
do-~1~anÙe,
dian~o unprimo esempio seguendo,
in ~nolti essenzialidettagli,
il metodo ideato dalprof.
SCORZA DR~co~Tr. Da esso de- dnrren10facilmente, più avanti,
altriesempi.
Con1inciamo col
prefissare
ad arbitrio un numeropositivo 1, poi (suflicienteniente piccoli
perquanto
occorrerà nel se-guito (8) )
un epositivo
e 1 e unasuccessione,
infinitesima ed d.. P.. lt ~ 1_e
decrescente
di ~2 ~ ... . Poniamo inoltre 8 =1 - ~ .
, -Consideriamo
(9),
nelpiano
ilrettangolo 9
di vertici(0,0), (1,0), (0, 1 + 2 n,), (1 , 1 + 2 1J 1)’
Sen , k
sono due nu-meri naturali
con k
211 edispari,
ilsegmento
s,,,, di estremi i( ~)
Indicazioni precise, a questo proposito, verranno date aposteriori.
(9)
Cfr. per questo n. 3, G. SCORZA DRAOONI loc. cit. n. 1.è sempre interno e un calcolo elementare mostra subito che la
superficie ~’,
ottenuta da Q adattando su 8",1;, un qua- drato normale alpiano
x y(e
i cuipunti,
eccezion fatta pere per
quelli
dei lati di diversi da s",~, , SOll tutti da considerarsi comedoppi
per1’),
èquadrabile (~o).
4 - Il contorno della
superficie
~’ oracostruita,
èquello
del
rettangolo g.
Una volta dimostrato(11)
che ~t’gode (per
unaconveniente scelta dei della
proprietà
a(n. 2)
relativamente alsegmento
d’estremi(0,0), (1,0)
derato come arco allora sarà facile dedurre da S’
un’altra
saperficie i
avente lo stesso contorno di1:’,
che siarappresentabile
conun’ equazione x==f(xy)
eche,
oltre adisfare
alla dettaproprietà
a e ad esserequadi-abile,
sia ancheregolare
nel sensoprecisato.
Basterà infatti associare ad
ogni
due ellissi ocnufocali interne aventi i fuochi in s~,~,, tali che Pn,,~ sia interna ad ed abbiagli
estremi di s.~,,~ come vertici e che leE,,,,
siano a due a due 1’ uc~a esternaall’ altra ;
edet nire,
coin’ è certamentepossibile,
una funzionef (x~, ~}
continuainsieme con un certo numero di derivate
parziali
successive.nulla nei
punti
di Q esterni a tutte leuguali
a neipunti
delle per cui Tale definizionepotrà
ovv~a-mentre esser
precisata
in inodo che 23 abbia anch’essa area finita eche,
adogni
curva tracciata su di essa ed avente in comune colcontorno soltanto i
propri punti
estremiA ~ (0 , U) , ~3 - ( 1 , 0) , corrisponda
sempre una curva tracciata su~~,
la cuilunghezza
non
superi
ildoppio
diq nella
della curva a cui essa è assucia-ta. Il
problema
sarà coscompletamente
risolto._ , 2 1z
(~~,)
Si trovaprecisamente a- (I 1) = ~ t 2
+ i r2 ~~ .
~~ ’~ ~~ ~~°~~
~~~~~~~’~~~~~ ~
~~ ~ ~EE2-~) ~ ~ ~ ~ ~~ "
(11) Cfr.,
perquesto
n.4,
G. ScaRZA DRAGONI 100. cit. n. 2. ,5. - Un
qualunque segmento
A’ B’parziale
di con-tiene,
nelproprio interno,
un altrosegmento
deltipo
A 1~
-i-
21
,
2n
’ con it suffic~entell1ente elevato ek C 2n 1
e2n 2n
dispari.
Unaqualunque
curva tracciata w ~’ nel!’ intorno diA’ B’,
unente ipunti A’,
B’ senzapossedere
attripunti
in co-mune col
segmento A’ B’,
mantiene distanzapositiva
dal dettosegmento k k + 2 ,
nell’ intornu diuesto
X’si com-seg-mento 2n , .~n Ma,
nell’ intol’llo diquesto,
, È’ si com.-
porta (dal punto
di vistametrico) preisaineiite
cos come sicomporta
nell’ intorno diAB, perciò
è evidente che 5arà suffi- ciente dimostrare cheper una
qualunque successione,
tendente adAB,
di curve 7,, descritte sn~’,
checollegl i o
duepunti U,
TT del contorno diSB
~ senzapossedere
alcunpunto (nè
interno nèestremo)
in co-- mune con A B
(12).
.Una
generica
ciirva y avendo distanzapositiva
dalsegmento A B,
incontra alpiù
un numero finito diquadrati
’n.h,
(13).
Se c è un arcoparziale di y,
interameutc descritto suuno di tali
quadrati
e i cui estremi,S,
Tappartengono
al corri-spondente
lato si riconosce subito che lal~~~~g-hezza L (c)
èmaggiore :
di S
T,
se .~’ e T sono situati da una stessa banda di q 4,ft ; i___ __
di almeno una delle due som~ue
+ T, + + nell’ ipotesi
contraria.Da ciò si deduce ch’ è lecito stipporre y interamente situata nel
piano (in quanto, nell’ ipotesi contraria,
essa a ciòpuò
(12) Si vuol dunque intendere che gli estremi di y,, sono: l’ uno U sul lato x = 0 di S? , 1’ altro V sul lato x = 1 , e che taii estremi tendono per Tn - AB , rispettivamente ad A e a B.
(13)
Cfr. G. SCORZA D$AGtONI~ loc. cit. n. 3.sempre esser ricondotta con effettiva diminuzione di
lunghezza).
Epiù precisamente, poichè
1:’ è unasuperficie poliedrica
i cuispi- goli (a parte
il 1contorno)
sono tutti e soli i lati deiquadrati
è lecito di
più
supporreche 7
sia unapoligonale sen~plice,
con un numero finito di vertici. Inoltre è immediato che si
può
anche supporre che
ogni
retta x = cosl, con O C x C1,
abbiaun sol
punto
in comune con 7.Per
rendere,
ilpiù possibile, semplici e
intuitivi iragiona-
menti che seguono, userel110 la notazione y
_ s",~,
a indicareche una
generica poligonale 1 (del tipo
or oradescritto)
lasciada bande
opposte
ilsegmento
A B e un certosegmento
8r~.1t,useremo la
notazione ~ >> sn,~
a indicare laproprietà
contraria.6. - Esaminiamo una
generica poligonale y
esupponiamo che,
per una certa
coppia
d’ indicik ,
si abbia :Se si suppone e
inoltre,
perogni
~~ ~
i si riconosce subito che le ordinate dei cl ne
t.
pun l zg~_~ , ~Pn‘ ,
’"’ n,, ~~ . L ~lSll tanosaperiori
super~or~ al ón-’-f-~ :
2
u T~" : cioè tali
punti
sonosituati, rispetto
all’asse delsegmellto
da banda
opposta
delsegmento
Sedunque J/
ed N sono i
punti
incui y taglia rispettivamente
le rette. e
se ~’
è lapoligonale
che coincidecon v per.
ogni
- e perugni
mentreper
si riducesemplicemeute
allacoppia
di
segmenti
risulta evidentementeL (~’) C L (7) .
Inoltre è
7. - L’ insieme C formato
dagli
infinitisegmenti
s,l,~ e dal Lsegmento AB,
èchiuso,
anziperfetto. Immaginiamo
dipartire
da una
generica poligonale y
di estremi deformarlacon
continuità,
tenendone fissigli
estremi e non attraversando inaisegmenti
s",~,,imn~a~inian1o
cioèche,
nel corso della deforma-zione,
simantenga
sempre in variata ciascuna delle relazioni di(nei riguardi
di ciascuns,~,~,) . Supponiamo
che la deformazione di y avvenga in modo da far tendereL (7)
alproprio
estremo inferiore(14).
Perquanto
altrove ho osservato(15)@ y
dovrà allora tendere ad unaposizione limite Y
unica(16)
e ben determinata e dovrà risultareIn un
primo
momento sembrerebbe nonpotersi
escluderenè clie
y
non sia unapoligonale
deltipo
indicato alla fiue deln.
5,
oè eh’ essa abbiapunti
in comune con 81a una facilediscussione,
basata suquanto
ho osservato nelluogo
or ora ci-tato,
chiarisce che ciò nonpuò accadere,
chiarisce cioèche y
0ancora una
poligonale
deltipo
indicato eche,
per dipiù,
i suoivertici
(a parte gli
estremiV)
sono tuttipunti
oSupponiamo poi
che i duepunti U,
V sispostino
con con-tinuità
rispettivamente
sui due lati..r% = 0 ,
x = 1 .Corrispon-
dentemeute anche la
poligonale
rli minimalunghezza y (unica
ebetl determinata per
ogni coppia
diposizioni U, V,
come or oras’è
affermato)
varia con continuità. Sipuò
dimostrarefacilmente
che lalunghezza L()) raggiunge
effettivamente ilproprio
mi-~~in~o
assoluto,
per unacoppia,
unica e bendeterminata,
diposi-
zioni essendo B
~1’) .
( Iv)
Estr©m ~inferiore,
s’in tende, dell’ insieme delleL tI ngh~)zze
L (y) (litutte
quelle particolari poligonali
y che soddisfano alle condizioni ora dette.(L5)
Pubblicaz.(I)
citata alla nota(3),
n. 2.(16)
Ad evitareeccezioni, supponiamo
apriori
la limitazione y(1?)
In altre parole: v’ è un’unica ben determinatapoligonale
Yo, cheL(Yo)
è minima nell’ insiemo dellelunghezze
L (y) di tutto lepoligonali
y che soddisfano ad una successioneprefissata
dili~nitazioni y«
s,,,k oppure8. - Per una
generica poligonale
esisterà untale che
7 « sn,~, ,
per e perogni
ik = 1 , 3 , 5 , .. , ~ Z" -~ 1 (19),
ed esisterà pure un ~ni~zimo indice n° taleche y »
sR,~, , per n" e perogni
k =1 , 3 , 5 , ... , 2" -- 1 (2°).
Consideriamo l’ insiemeI (n’, n")
di tutte lepoligoi ali 7’
che soddisfano aquesta
stessaproprietà
della 7,che sono cioè tali che
(~uest’ insieme contiene,
unitamentealla y ,
infinitepoligo-
nali : l’ una e le altre possono distribuirsi in un numero
finito
di classi ben
distinte,
intendendo cheappartengano
ad una stessa classe tutte lepoligonali
diI (fa’, n’’~
che soddisfano ad unostesso gruppo di limitazioni
y’ «
s,,,, oppurey’»
s~,~,(per
tuttii valori
degli
indici k tali che n’C n’’,
k =1 , 3, 5 , ...
... , 2n - 1) (21). Sappiamo (u. 7)
che ciascuna diqueste
classiy »
(18) (intendendo
con ciò, loripetiamo,
cho anchegli
estremi Z ; Vdi y siano arbitrari). - Per la dimostrazione, si
.]consideri L (y)
come fun-zione di due
variabili,
cioè delle ordinate diU,
Y, e si studi il modo di variare diL (Y) ,
supponendo costante(separatamente)
l’una oppure I’altra delle due ordinate. Si trova, fra 1’ altro, che, se per es. si fissa ~, alloraL (1)
è (rispetto allau)
decrescente per u sufficientementepiccolo,
crescenteper- u suthcientemente grande. Le curve Yn che verranno descritte al n. 10,
non saranno che
particolarissime
yo.( l8)
Una tale successionepuò
esser prefissata del tutto adarbitrio,
pur- chè venga rispettata 1’ unica condizione : che non sia y [[ Sn,k per infinitisegmenti
(19)
Cfr. nota (16). Si può osservare che, per una successione dipoligo- nali y
che tenda ad AB, necessariamente n’ tende ad 00.(20)
L’ o:i~stenza diquest’
indice n" è assicurata dal fattoche y
ha di-stanza
positiva
da AB (cfr. nota(18».
(21) Il numero di tali classi
è 22,,"-1 - 2n’,
cioèuguale
al numero delledispoxizioni,
conripetizione,
di due oggetti(i
due segni «, ») a~’~"-~ - 2~’ a
Per individuare una di questeclassi,
basta sce-gliere
a piacere 1’ una o 1’ altra delle duelimitazioni,
incorrispondenza
di ognipossibile
coppia d’indici n , k , ,possiede
un(unico)
elementoYo che
rende mininia lalunghezza
L
(y)
nella classe stessa. Ne segue che anche 1’ iusiemel( t’, n") possiede
un elemento che rende minimaL(7’)
nell’ insieme stesso(’2). Proponia~~~oci
la ricerca del minimo valore in~a") , proponiamoci cioè,
fra tutte leYo
relative alle classianzidetto,
d’individuarne una che sia di minimalunghezza.
Orbene,
inquanto esposto
nei nn,precedenti
eparticolar-
mentre al n.
6,
abbiamo il mezzo per dimostrare molto facilmente laproposizione:
esiste inn") poligonale f o
dirl2l.ILL!)2lL ed essa è li1nita-
Infatti, ragionando
pera-,surdo, supponiamo
cheTo
sia unapoligonale
di I(n’, n"),
aventelunghezza
In~n i 01a ~n1 (n~, or’~) ,
e
supponiamo che,
per nn certo e per un certo k(dispari
eC 2’a),
risulti Se fosse ey ~> sarebbe
possibile
niodificarela y
in modo da ot-tenere
(13)
uu’ altrapoligonale y’,
anch’essaappartenente
aL (n’, n")
e tale che L(y’’)
L(~o) . Duiique
deve verificarsi almeno una delle li~nitazioni :Supponiamo
per es. che sia verificata laprima,. Ripetendo
il Iragiouà~~~ento,
riconosciamo che deve ~’~rlÌlCarS1 anche almeno unadelle limitazioni :
(22) Questa
proprietà può
facilmente dedursi anche per altra in virt i di teoremi classici.(33)
y’-sarebbe (n. 6)
unapoligonale
coincidente con yo , in corrispon-d d’ . 2k - ~ 2k + 1 fi h "b L
denza
d’ ogni x _ 2 k 11
e2013~2013.,2013 ,
mentre ver~ c ereu e .,la
limitazione
y’
>) sn,~, . - Perragionare
inpiena generdl~tà,
si suppone che sia n n" - 1 : da quanto segue, si riconosceperò
subito che non costituisce eccezioneessenziale,
il caso n - n’’ - 1.Cos
proseguiamo
aumentando ordinatamente ilprimo indice, passando
cioè ad ?1 +3,
adn + 4,
ecc. Infinegiungeremo
aindividuare un certo ben determinato
segmento
sn~~_1,~,.(24)
taleMa,
per leipotesi fatte,
10»
sn~~,2~.#+i ~Dunque (n. 6) possiamo
veramente costruire unaY’,
apartire
daYo ,
anch’essaappartenente
aI(n’,n")
e taleche Ma ciò è
assurdo, dunque
è vera la tesienunciata.
9. - Per un
generico
valore dell’ indice~a = 1 ~ 2 , ... ,
po-n~an~o it’ = ii e dia!110 ad n" successivamente i valori n
-~- 1 ,
22
-~-- ? , ....
Ottenian~o una successione infinita d’insieu1idefiniti come al 1.
procede
In ciascuno di taliinsiemi,
lapoligo-
BaIe che rende minima 1 a
lunghezza L(7)
è sempre la stessa :essa
perciò
è anchequella (unica)
che rende minima detta lun-ghezza,
neli’ i~~sie~ne sommaTale
poligonale
di minimopotrà dunque indicarsi,
senza pos- sibilitàd’equivoco,
col simbolo y.. Essa è individuata dalle infi- nite limitazioni:La di~nostrazione della tesi enanciata
(cioè
dellaproprietà
adel ~l.
2)
saràcompleta, quando
avretno fatto vedere che(~4) k* è un certo indice dispari e tale che
Ciò verrà ottenuto in virtù ulteriore conveniente
preci-
sazione nella scelta successione infinitesitna ~~ , r2 , r ...
Ma,
per chiarirecOll1pletarne~~te
laquestione,
è utile trattec~ercia descrivere
dettagiatamente
lagenerica poligonale
in(25).
10. - Per ~ ordinata (ti 1n è costante ed
uguale
Perproseguire ~à
costruzione di la a destra delpunto
consideriamo una semirettai
uscente dalpunto
e ruotante in sensonegativo (orario)
nel senii.p~ano
x ~~~+~ ,
apartire
dallaposizione parallela
eugualmente
orientata alI’ asse x. Tale semiretta
ta~lia,
co~uesappiamo (n. 6),
il
segmento
e, se ~,s è abbastanzapiccolo,
lo continuerà a ta-gliare,
firrcliè a un certopunto
verrà a passare per(v.
A
questo punto
facciamo scorrerer
su sestessa,
in modo daportare ~’ ori~ine
in e cuntinuianiopoi
nella rotazione. Se(2á)
Si lasciano al lettore le facili considerazioni di geometriaelernentare,
che
giustificano
la descrizione stessa.~" è abbastanza
piccolo,
ilragionamento potrà ripetersi,
sipotrà
cioè
portare l’origine di r
in~’n+~,~, dopo
aver fatto nuova-mentre scorrere
la 7
su se stessa. Cospotrà proseguirsi,
facendodescrivere successivamente
all’ origiiie
un certo numero dilati di ~" , numero tanto
maggiore quanto
minore è I/ultimodi tali lati
ha,
per secondoestremo,
ilpunto P;,,~ .
S’è costruitocos l’arco
parziale
di 7,~ ,corrispondente
ai valori di.r~ tali che 2-1+1
~
~ 2n Per la sualunghezza,
risultaPer si ha un arco
~+1.3
simneiricodell’ arco
rispetto
alla rettax = 2 in .
Apartire
dasi proseg-ue la costruzione con metodo
perfettan~e~~te
ana-logo
aquello già
descritto apartire
da ecc.È
da osservareche,
almeno per valori sufficientemente ele- vati di n , lapoligonale 1"
dovrà necessariamente passare anche per certipunti
tali che lasemiretta r
uscente dacon 1’ oriel~ta~nento dell’ asse .x ,
raggiunga
senza nco~~-trare alcun
segmento Naturalu~ente,
inquesti casi,
isegmenti I?[%1,~ Pn+,,~+Q
saranno, essistessi,
latidi 1"
~26).
Per ottenere infine una conveniente limitazione della
ghezza
dellapoligonale
.j~ , basta lin~itareseparatanH.}utei::;~nguli
archi di 7n ,
compresi
fraP~+1.1
e(26) La limitazione
(,
conveniente C ~2) che verrà cO~l’ispondonteu~ente scritta nel gruppo ordi- nato di limitazioni [3], avrà il secondo membro ovviamente negativo (noi s’ esclude che ciò possa già accadere per a seconda, per la (luai-ta ecc. delle dette limitazioni).Si trova successivamente :
Dunque
Supponiamo
che i nun1eri ~1, ~2 , ... siano stati scelti inco
modo che la serie risulti
convergente.
Allora osser-M~1
vando che s’ottiene
appunto (27)
Riassumiamo,
peragevolare
una revisione dei calcolifatti,
le limitazioni
itnposte agli
elementi arbitrari occorrenti apreci-
sare la costruzione della
superficie
~’ : .convergente.
(27)
Non s’ esclude che, per piccoli valori di il sûconùo membro della[4]
possa esgornegativo
o nullo (cfr. la nota preced. ), ma ciò non accadràpiù
per n sufficientemente elevato (appunto in virtù della supposta cower-QO
genza della serie E 2n-1
1
11. -
Per ilseguito
è utile osservare che lasuperficie ~’,
costruita e analizzata nei nn.
preced., gode più precisamente
della
seguente proprietà: qualunque
sia ilsegme~zto A’ B’
par- xiale di AB equalunque
sia la successione di curz·e1~
trac-ciate Slt
~’, rettificabili,
aventi per estremiA’, B’
nia nonpunti
in con~zcne colse,gnaento A’ B’,
tendenti adA’ B’
per n --~
oo ,
anche lelT~nghe~xe
dellep~~oiex2oni r~
di tali curresul
pia1lo y
x, tendono al (li ~a .Sarà,
anchequi,
sufficiente dimostrare cheper le
proiezioni (sul piano ~ ~)
d’una successione di curve~,~ deunite
coiiie
alprincipio
del n. 5. Sesono le
equazioni paranietriche
di --(7&(riferite,
perllltelldel’l.’1,
sempre allo stesso iutervallo base
[0,1]
dell’ asset),
si haConsiderian10 ora nuovamente la
generica
curva y di cui al11. 5. Se
t.
e t sono i valori delparametro t,
cuicorrispondono rispettivamente gli
estremiS ~
T dell’ arcu(parziale
diy)
ivi in-dicato con c, 7 si ha ovviamente
(28)
Non v’ è restrizione essenziale nel supporre l’ assoluta continuità delle funzioni xn(~) ,
y, (t) , nè per unaspeciale
superficie poliedrica qual’ èla ~, qui considerata, nè per una
qualunque
superficieregolare.
2 *
Se
dunque
sitrasforma 7
in una curva interamente situata nelpiano x = 4~ ,
sostituendoogni
arcoparziale
c colcorrispon-
dente
segmento
8 ~’ o con una dellecoppie-
disegmenti
++ ~’,
.S-~-
~’(secondo quanto
è indicato al 11.5),
la
lunghezza L{f)
decresce o almeno non cresce(29). Dopo
ese-guita
taletrasformazione,
si ha intanto:Si riconosce immediatamente che anche le altre successive tra-
sformazioni,
fatte subirealla 7
com’è indicato al n. 5. - cioè: ridu- zionedi 7
apoligonale (sostituendo
successivi archiparziali di y,
con le
corrispondenti corde)
ed eliminazione di eventualiporzioni poligonali
iilcontrate inpiù
d’ uiipunto
da retteparallele
alt’ asse y - non possono aver per effetto di far aumentare l’ in-
~
tegrale f I y’ I d t
e cioè lalunghezza l. (~ ~ .
Sedunque
si sup-o
pone d’aver
sottoposta
ciascuna delle curve y. della snccessioneconsiderata,
a tutte le trasformazioni(qui indicate)
che pur si rendesseronecessarie,
s’otterrà sempre infinee
perciò,
essetidosig~à
dimostrato che ~=00~ I’lslll-terà anche .
È poi
evidente che la costruzione dellasuperficie E
a par- tire dalla ~’(come
accennato al ~1.4), potrà
sempre venir pre- cisata in modo da conservare laproprietà
ora dimostrata.(29) Con y
è indicata laproiezione di y
sul12. - La
particolare superficie
2:’ costruita e studiata ai nu.preced. (o,
ciò 0li’è lo stesso, lasuperf cie S
dedotta dalla~’
1v. 1~.
4),
nongode iocahuente,
~-n nessunpunto
delsegmento
dicontorno della
proprietà
di cui nella nota citata del SCORZA DRAGONI.Infatti sia
(,l’, U)
1111puntu qualunque
interno al mento ..4B. Esiste certamente un numero naturale y tale che, perogni
i t ,> v, 1)
è interno a un ben deter~u i nato intervallo(Iel
tipo
interopositivo dispari
e~2013Ì)~j.
L~ t, t.P,~ík ~+2
--.... 2" - 1 >
(3 J.
:~pnlig>ii«ile IBt~
t’urmata ~ a H~c~Odi i 1 U! e da~ due
segmenti
diporpelHlicnlari abbassati,
’3U
~4~, rispettivamente
da e da~’;’k~+~,
llalunghezza
Tate
polig-o~~nle,
interamente descritta su~", tende,
peru -+ f , ai
punto P,
mente la sualunghezza
tende a~. d. d.
(~~)Sp.r2013-20132013
2". per I1na ~~ert:~ I’ interi pO’jitivÎ un, L,e ~), si potrà a1~S11111E~1Te v - it, e s« avrà allora
Nell ipotesi il più I~icv~ulu mm»~o
naturale d~l’ t
~~~ i
i i .1.i - }~+~ - ¡,
2v + r ,,lt,, -,1"v+1 ~
=_ w-f- ~ 1 -- i),
Analogamente
siragiona,
se sisceglie
P coincidente con Ao con B. Occorre
dunque
affrontare la risoluzione delproblema p
del n.
2,
ciò che faremo per via indiretta e moltosemplicemente,
valendoci del
seguente
metodogenerale.
13. -
Sia1’ equazione
d’ unasuperfic~ie
10 de-finita al variare del
punto ~x ,y)
nelrettangolo
del
piano
cartesiano/
ef ) p , 8 ~í Inequazione
della5yoerficie corrispondente S,
definita al variare delpunto (p, a)
nel sennicerchio
~
del
piano polare pé,
in virtù c~ella trasformazione di coordinateSupponiamo
inoltre :che 10 sia
regolare (n. 1)
eqnadrabilP,
donde segue vi- sibilmente che anche S éregolare
equadrabile (s1) ;
20)
che il contorno di E°contenga
ilseginento
donde segue che il contorno di È passa per il
polo
P delpiano p8 ;
30) che, qualunque
sia la successione dicurve ,(’ , semplici, regolari,
descritte su £0 e tendenti(per m)
alsegiiieiito
AB senza mai averpunti
in comune con si abbia(proprietà x
delu. ~ ),
anzi si abbiapiù precisameute (n. 11)
(31) La continuità del contorno in P (oltre allaregolarità
dello stessocontorno fuori di 1’) è tuttavia assicurata dalle’
ipotesi seguente.
ove le
-’
sono leproiezioni
iortogonali
delle1~
sulpiano
y x . Sottoqueste condizioni,
si riconosce subito che lasuperficie,
~
soddisfa
allapropi-ietà P
del u. 2.Infatti"
se si considera unaqualunque
successione di curve 7,, deltipo
indicato ~~ell’ e~~u~}-ciato p
del n.2,
e se ciascuna di tali curve sirappresenta
pa- ranietricamentc per il tramitedella 7’ n corrispondente (su >20,
inv i rtù della trasformazioue
~51),
si trova :La risoluzione del
problema
a del n.2,
ottenuta con laparticolare superficie
descritta ai ~~n.3-11,
conducedunque
al-1’ i~nn~ediata soluzione anche del
problema ~.
14. - Val la pena d’ osservare che il metodo
generale
indi-cato al u.
preced., può
esser ovviamenteperfezionato,
in mododa ottenere
superficie
chegodono
dellaproprietà fi
neli’ intorno d’unpunto
P delcontorno,
anchenell’ ipotesi
che P siapunto angoloso
del contornostesso,
COtT1L111q11E’piccolo
sial’angolo
for-mato dalle due
semirette,
uscenti da P etangenti
al contornorispettivamente
dall’una e dall’altraparte
di Pj32).
Anzi sipuò
addirittura supporre che P sia un
punto cuspidale
delcontorno,
i due archi del contorno
(uscenti
daP)
avendo contatto d’ ordineelevato sia pure
quanto
~i vuole(33). Questo
risultato diviene fa-(32)
Basta trasformare lasuperficie
11), mediante la formula(k
costante positiva piccola adarbitrio),
inluogo
delle [5].1
(33)
Se x è 1’ equazione cartesiana della cuspide, aveente per tangentecuspidale
il semiasse positivo delle y, basta sostituire le [5] con latrasfor~uazione :
che fa passare dai l’iano cartegiano .ry al piano cartesiano
vilmente
comprensibile quando
·i rifletta alla circostanza che, l~tproprietà
espressa ~laila formulacui deve necessariamente una (li ~,
superficie i)
unpunto
d’un l’:~~un a U~lp~~nto
~ altro della
cuspide
e tendenti per aldt’lla stessa,
dipende
daspeciale in~’rrspatnra ()
01B-~111Iai?lUllE.’ della 7u
Infatti e facile accertarsi che la
proprietà esposta
e,’o~np:dihile
coi
quella
che chiamarsi J>dal~ ll tf,I»11() della : la d~ un
arco di i r~ttitil’Hhilp "(o’ 1 e~i
avente ull unico
punto
~ul conturnc di~,
cioè uno deipropri
e~tren~i coincidente col vertice P
(=t41.
(34)
LaporzionI’
1: yi superficie la cui proie-jj
zione sul piano E~ (la regione illterna al) 1a cuspide x (.r -
y2) -
O (y z 0), uffre unsemplice
esempio in cui viene a mancare ~ indicata accessibilità del vertiee (pur mantenendosi la quadrabilita di ~). I.a trorzione di suyerljcie dirotazione x -- p
(0 ~9~ x ;
costante positi B’aP
on’re un analogo esempio in cui la proiezione non ~~
pi i
una un a~~~oI0. Ma in taliesempi
viene evidentemente 11 mancare la proprietà ~ deln. 2
(3j)
Si riconosce, invece, che
ogni
punto del segmento di contornonell’ es. ~~pj un. :3-11, e accessibile su ~ :
applicando dunque
aI~ueI~ pspu~l,i0
una delle trasformazioni dei nn. 13,
14,
s’otterranno altre supürfi~ie per leI~uali,
pur cerificandosi la -proprietà del 11. ‘~, 4í conserverà ~ ;1’éessi)>llità del punto sullasuperficie (e
entro 1’ angolo o entro la euspitie, con~es’è detto) Si
può
agqiungere clic non sarebbepussihile
dare esempi distipei-ficio
regolari, tali che tutti i punti (l’un arco ~.eg-01are di coutOl’~lO siano inaccessibili sullasuperficie, poichè
(come subito siriconosce)
una tale pro-prietà non sarebbe
compatibile
con la~~uaùrahilitã
dellasnperficie.
(15)
Ai due e~en1pi qui citati, siy1ó
muovere l’ obiezione che viene aperdcrsi la regolarità dei due rami del contorno uscenti dal vertice (in-