R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
E NRICO M AGENES
Problemi al contorno misti per l’equazione del calore
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 24 (1955), p. 1-28
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PER L’EQUAZIONE DEL CALORE
Me~or~
(*)
di ENRICO MAGENES( a
La teoria della diffusione del calore
porta,
come ènoto,
allo studio di
problemi
di valori al contorno perl’equazione
di
tipo parabolico
’Assegnata
anzitutto la distribuzione dellatemperatura
neipunti
del corpo àli’istanteiniziale,
i dueproblemi
al contorno notoriamentepiù studiati,
che noi chiameremorispettivamente prtmo
e secv~zdocontorno.,
sonoquelli corrispon-
denti a ritenere anche nota
negli
istanti successivi latempe-
ratura di tutto il contorno del corpo oppure la
temperatura
dello
spazio ambientale
e le condizioni diirraggiamento
e con-ducibilità del contorno del corpo.
Analiticamente essi
corrispondono
alla ricerca di una so-luzione u della
(1)
per ..., z..) variabile nel dominio D(il corpo)
e y(il tempo)
tra 0 e 1/0’ di cui sianoassegnati
ilvalore per
y =0
e ..., equello
per0 y ~ yo
e ...,
( FD
frontiera diD),
oppure il valore pery = 0
e ..., e una combinazione lineare deltipo
~du
hu du
derivata secondo la normaleinterna
per 0y:!5;.Y,
av
+
dv
/ ~ yA
questi problemi
alcontorno,
che chiamerò « uniformi »per la loro
analogia
con iproblemi
di DIRICHLET e di NEU-*) Pervenuta in Redazione il 28 giugno 1954.
MANN nella teoria delle
equazioni
lineari ditipo ellittico,
è daaggiungere
un terzoproblema tipico,
ilproblema « misto »,
consistente
nell’assegnare
la soluzione u pery = 0,
..,x,~)E D
la zi oppure la secondo che
...,
~"~ ) appartenga
a unaparte
di FD oppure alla rimanenteF2D.
Essocorrisponde
fisicamente a ritenere note nell’istante iniziale latemperatura
di tutto il corpo enegli
istanti successivi la
temperatura
del corpo in unaparte
delsuo contorno e
quella
dellospazio
ambiente sulla rimanenteparte
del contorno.Non mi risulta che siano state finora trattate le
questioni
esistenziali relative a
questo problema,
se si eccettua il casoparticolare che,
essendo il corpo filiforme(m = 1)
oppurepiù
volte connesso, le
parti F,D
eFD
siano a distanzapositiva
tra di loro
(caso
banaleperchè
ilproblema
allora non pre- senta nulla di nuovorispetto
aiproblemi « uniformi »
e stratta nello stesso
modo,
come osservògià
fin dal 1908 E. E.LEm
[14] 1).
In realtà ilproblema
« misto ~presenta
nel casogenerale
difficoltà ditipo
essenzialmente nuovorispetto
aiproblemi « uniformi » e
ciò avviene nei confronti di tutti i diversi metodi esistenziali finora usati nello studiodegli
stessiproblemi
« uniformi »2) .
D’altraparte
sel’analogia
con leequazioni
ditipo
ellitticopoteva suggerire
di estendere i me-todi con i
quali
era stato studiatol’analogo problema
« mi-*to » per
quelle equazioni (una
combinazione cioè delproblema
1 ) I numeri tra [ ] si riferiscono alla bibliograna 8nale del presente lavoro.
2) Una esposizione notevole riguardante la teoria della (1) e una bibliografia vastissima fino al 193g si trovano negli articoli di G. AscoLi
e G. GIRAUD della monografia [ 2 ] ; richiamerò in particolare i lavori di E. E. Levi [14] e [13], di M. GEV~r [11], [9] e [10], di G. GIRAUD [ 2 ] e [ 12 ] ; successivamente al 1936 si vedano tra l’altro i lavori [ 1 ] , [ 6 ] ,.
[ 15 ] , [3], [17], [16]. Osserverò poi fin d’ora che nel presente lavoro farò
uso di risultati e di proprietà, ormai note, relativi alla (1) e dovuti so- prattutto a E. E. LEvi, M. GEVBEY e G. GIRAUD; per essi rinvio una volta per tutti ai lavori ora citati.
di DIRICHLET e di
quello
diNEUMANN),
si trovava che l’unico metodo finora veramente efficace nel caso ellittico, dovuto a G. FICHER,~[7],
era strettamentelegato all’ipotesi
dell’auto-aggiunzione dell’equazione,
cosa che ne escludeval’applicazione
immediata
all’equazione (1)2’).
Orbene,
èappunto
l’aver trovato unmetodo,
per ilproble-
ma « misto ~ relativo alle
equazioni
ditipo ellittico, indipen-
dente
dall’autoaggiunzione dell’equazione 8),
che mi ha permesso di trattare anche perl’equazione
del calore lequestioni
esisten-ziali inerenti al
problema « misto
». Infattiquel
metodo sipuò
estendere anche alleequazioni
ditipo parabolico,
in par- ticolare alla(1),
comeappunto
mostrerò nelpresente
lavoro.Il
problema
« misto » verràqui
considerato secondo due di-verse «
impostazioni
»,riguardanti
il modo secondo ilquale
i dati al contorno vengono assunti: in una
impostazione
i dativengono
assunti « puntualmente
», nel sensoclassico,
sia perquanto riguarda
la ii che 1:1 ~ nell’altraimpostazione
invece i dati vengono assunti in
parte « puntualmente »
e inparte (e precisamente
i valori della u sulla per 0 y ~yo)
« in
media »,
in un sensoanalogo
aquello
che G. CimmiNo haintrodotto nei Suoi studi sul
problema generalizzato
di DIRI-CHLET per le
equazioni
ditipo
ellittico(v.
ad es.[5]
e[4])
e che B. PINI ha recentemente esteso al
primo problema
al con-torno per la
(1) (v. [17], [16]). Vengono
cos ottenuti due teoremi diesistenza, dopo
averprecisato ogni
volta la classe di funzioni in cui va cercata lasoluzione;
e in una diqueste classi, corrispondente
al secondo modo di assumere i dati alcontorno,
viene anche dimostrata l’unicità della soluzione.2’) Di un altro -recentissimo metodo del relativo alle equa- zioni di tipo ellittico in due variabili indipendenti, e della sua possibile
estensione alla (1) nel caso m = 2 ho avuto notizia quando il presente
lavoro era già compilato ; il metodo e i risultati del F~CBDA saranno
pubblicati negli Atti del Convegno IntemaøÏ0fUù6 auTle equaxio~
atte derivata parziali. (Trieste - ago~sto 1954).
3) Il metodo e i risultati per le equazioni di tipo ellittico sono stati da mes esposti in una memoria in corso di stampa sugli Annali della
INormale Saperiore di Pi$a III, --vo1 VIII).
~Ton mi
dilungo
ulteriormente nella descrizione lel metodo usato e nelle considerazioni ad esso relative per lequali
rin-vio alla
prefazione
della memoria citata in3)~
milimito,
adosservare che il teorema di
completezza
sulquale
si fonda il metodo stesso è stato da me dimostratoproprio
suquesti
Rendiconti
[15]
e che naturalmente anche ora mi sono statiutili,
per lequestioni
relative alla convergenza e al teorema, diunicità, ragionamenti
deltipo
diquelli
usati da Gr.MINO per il Suo metodo di trattazione del
problema
genera- lizzato da DIRICI-~LET(v.
ad es.[5]
e[4]).
Per
semplicità
diesposizione
hosupposto
m = 2 e(il
cor- .po)
Dsemplicemente
connesso, dividendo la sua frontiera in due soli archiFID
eFp ;
e ho inoltresupposto h
= 0. Ma nonsi ha difficoltà ad
applicare
il metodo ingenerale, m
essendoqualunque,
Dpiù
volte convesso,F1D
ecomposte
da unnumero finito di varietà sufficientemente
regolari,
la funzione h continua e nonpositiva
suF2D.
1. - .Preliminari. - -
a)
Sia D un dominioregolare
limitatonel
piano x2),
la cui frontiera FD sia costituita da una curvasemplice
chiusa di classe 2 inogni
suopunto 4) ;
e siauna
rappresentazione parametrica regolare
di FD,. Mediante ipunti Q1=
eQ2 - ~~ ( t2) l (a~ t1 t2 tt2)
dividiamo FD in due sottoarchiaperti
eprivi
diestremi
F1D
eF2D. F1D
sia il sottoarco che si ottiene dalle( 2)
per ti tt2, I’2D
ilrimanente; F1D
eF2D
sianogli
stessi) Secondo una nomenclatura abituale diremo che una funzione è di classe r in un insieme se essa è ivi continua insieme alle sue deri- vate parziali di ordine diremo che è di classe r~~ se, inoltre, le derivate d’ordine « r soddisfano ad una condizione di HóLDEP,@, analogamente diremo che una curvp regolare è di classe r o rH in un
punto 3f se risulta definita in un intorno di M da una rappresenta- zione parametrica con funzioni di classe r o rH.
archi cui si siano
aggiunti gli
estremiQ1
eQZ. Fissato y -,
> O indichiamo con T il dominio cilindrico dellospazio
X2,y)
costituito dai
punti
tali chex2) appartenga
a D e0 --- y -,- y,,,
con a la frontiera di Ty con s lasuperficie
late-rale di ~ e
precisamente
l’insieme deipunti
x,,y)
per cuie
0 y ~ ya.
Incorrispondenza poi
della sud- divisioneoperata
supotremo distinguere
su s leparti
SD 82’ si, *2
luoghi
deipunti
X21y)
tali che 0y ~
yoe
x2) appartenga rispettivamente
aI’1D, F2D, rlD, F2D.
Indichiamo infine con B la base
superiore
cioè l’insiemedei
punti (aeu
x2,y)
per cui y = yo e D.~)
Consideriamo oral’equazione parabolica
e indichiamo con
E* (u) l’operatore aggiunto
c~iE (u) :
Il
problema
al contorno che ciponiamo
èquello
di studiare 1’esistenza in unaopportuna
classe di funzioni di una solu- zioneu ( P)
dellaequazione (1)
neldominio r, assegnati
chesiano i valori
pt (P) della
it stessa su equelli ó (P)
della sua derivata normale dv
du j
su s ,.-Possiamo limitarci a supporre che sia
f _--_ O
in T, 8 - 0 su S2e pL=0
su D. Con ciò nonparticolarizziamo
il nostroproblema, poichè
se b è la traccia su 82 di un funzione ó ~ con-tinua su è pure continua su D
ed f
èopportunamente regolare
in -r (per es. hólder·iana inz),
è noto che è sempre risolubile ilproblema
5) Supporremo la normale a a orientata sempre verso F interno di -c; evidentemente la direzione e il verso di essa non dipendono dalla y.
Supposto dunque f
~.. 0 in Ty a 0 su 82’ (J. = 0 suD,
si trat-terà ora di
precisare
il nostroproblema
al contorno determi- nando inquali
classi di funzioni si debba cercare la soluzionee in che senso debbano essere assunti i dati al
contorno,
cosache faremo nei numeri successivi.
y)
Richiamiamodapprima
ilseguente,
per noi fondamenta-le,
teorema dicompletezza:
TEOREMA DI COMPLETEZZA : t Esiste una successione
~ (k ~ 1, 2, ...)
di sotuzioniregolari in
dellaE (u) = 0 8)
e di classe 1 in ~-, che il 8stema dei vettori ~
~
nellospazio 83
dicomponenti
è
cof~zpteto
perl’appro8simazione
linea.re in media del seconcto ord~ne dei vettori diS3
dicomponenti
diquadrato
80mmabilerispettiva~nente
suD,
81 e 82.Sistemi di funzioni
1
deltipo
suddetto possono co- struirsi ingenerale
e in diversimodi;
essi sono stati intro- dotti da L. AMEftIO[ 1 ]
e la lorocompletezza
è stata da medimostrata in
[1~] ;
nel casoparticolare
che il dominio D siasemplicemente
connesso, come abbiamosupposto
persempli- cità,
per sistema~ può prendersi
lo stesso sistema deipolinomi parabolici (v. [15:
NotaII,
n.4]).
2. - Identità fondamentale. -
a)
Siauna trasformazione biunivoca e bicontinua del
rettangolo
del
piano ( t, r)
nel dominio Ddel
piano (~1,
tale che :) Diremo che una funzione í è soluzione regolare dalla E ( u ) = 0
in un insieme se essa è ivi continua insieme alle derivate
aa ~2013~
ay 8~u
,
ôlU
= e soddisfa ívi alla E (2~) = 0.
-, ~, ~
e soddisfa ivi alla ~)==0.au , ô8i axx
I)
perogni
r le(3)
diano al variare di t unatazione
parametrica regolare
di una curvaregolare
y,., laquale
per i- = 0 coincida con l’arco
precisamente
II)
cclnieno per rsufficientemente piccolo, gli
estremi diYr,
Qi,r:::::::: r), X2(t¡, r)] (i= 1, 2),
e soloessi,
sianopunti
di
F2D; preci~amente
sia per 0 r(ro r~)
111)
sianoc~eneratmente
continue e limitate in R le de- r-ivate dellew; t t, r) rispetto
a t e r, t ex~, ,. (i ~ 1, 2)
e siano ta li che
inoltre siano
verificate
per 0 r’ro
leSi osservi che le
( 5)
in virtù delle( 4) esprimono
il fattoche r sima
ortoyon,ale
a FD neipunti Q~,r
eQ2,,..
Considerato il
seguente
sistema diequazioni
si ha per le funzioni a
e P
in R111ediante le
(3) operiamo
ora la trasformazionela
quale
trasforma ilparallelepipedo t ts ;
0 r ri ; 0 C
y
dellospazio ( t, r, y)
nel cilindrodello
spazio
3J2,y)
in modo biunivoco ebico~~tinuo;
dallevengono cos individuate delle
superfici r, luogo
deipunti
i -e,,y)
per cui:r2) E
yr e Oy :!5.,
ye.Introduciamo ora una funzione « peso »
P ( t,
r,y)
sullaquale supponiamo
che :a) P ( t,
r,y)
sia continua eposztiva
in tutto C e tale che ilprodotto Pa,
considerato attraverso della(8) fun-
zione di x2,
y),
in 1:($1 -t- h’1D) funzione
di classe 2b)
perogni
r eogni
y tali cjze 0 r ~ r6_, 0 yC yo
e sia limitata
quasi-ov~unq~~e
in( t1, t2)
la derivataper
gli
stessi r e y e perqnasi-tzctti
i t di( tl, t2)
esistala derivata P,. e sia limitata nell’intorno di
ogni
tale r alvariare di y in
(0, yo)
e di t in( tl, t2).
~)
Fattequeste
premesse sia x2,y)
una funzionesod-
disfacente alle
seguenti
condizioni :1)
è so tuzionerego tare
diD ( u)
- 0 in 1: -a,2)
è continua in 1:- (òl -~-
3
ha le derivate continues + F1D).
dx 1 ax 2
Con(
1Si consideri per 0 9° ~ ro la funzione di r
Possiamo derivare
questa
funzionerispetto ad r,
per leipo-
tesi
f atte,
ed ottenere in virtù anche delle( 6) :
dove 8r,1 e vr hanno il
seguente significato:
indichiamo conD,
il dominioregolare
delpiano x2)
delimitato da y, e dall’arco diIr2D
avente per estremi eQ2~,.,
con x, il cilin-dro costituito dai
punti
ae2,y)
per cuiD,.
e
0 ~ y ~ xo,
con ar la frontiera di r~ conB,
la base supe- riore di ~"r! con sr lasupérficie
laterale di x,(precisamente
l’insieme dei
punti
x2,y)
per cuix2) E
0y :!5:, y.) ;
allora sarà laparte
di s,. costituita darr,
8r,2 la rimanente parte di sr ; vr sarà infine la normale a s, orientata verso l’interno di
Integrando
perparti,
in virtù delle( 5),
si hae
dunque
D’altra
parte
come conseguenza della formula diGREEN,
si ha
e
quindi
in definitiva si ha 1’ic~erctitàfondamentale.
3. - Determinazione della classe
u ~
e teorema di uni- cità in era- - Si consideri ora la classet
delle funzioniZ2’
y)
ciascuna dellequali
soddisfi alle condizioni1), 2)~ 3)
del numeroprecedente
e inoltre anche alleseguenti
5)
converge « in media »rispetto
allaf unzione
pesoP ( t,
r,y)
sul sistenza delle
8uperfici
8r,1 nel senso che esiste unafunzione (J.(t, y)
diquadrato
sorrc~nabi le nelrettangolo
t t2 ; 0 y cyo)
tale ch.eSi osservi che
poichè P
èpositiva
e continua in C la con-dizione
(12) equivale
allaseguente
-
Abbiamo cos
contemporaneamente precisato
ilproblema
« mi-sto » in una delle due
impostazioni
chegli
daremo inquesto lavoro,
fissando anche mediante le4)
e5)
in che senso deb-bano essere assunti i dati al contorno.
Del
problema
cosimpostato
ci interesseremo ora, dimo- strando un teorema di unicità:TEORE1I.A DI L’NICIT~ : ò ~8
i)
in tutti ipunti.
interni a z èii)
neipunti
di 82 èiii)
esiste un numero M~ tale che per rsu f f ic~,entemente
piccolo
f ~ r~ ro~, tl
tt2 C
0 siaatlorac esiste nella
u ~ ~
solo lafiinzione
i,denticanzente nulla clze converge « in niedia » 811 8r,1 allo zero, per la.quale
cioè è
Infatti dalla
(9)
si avrebbe almeno per O re non fosse ~0 in ~, il secondo
membro, poichè
Px èpositivo
in T e per la(11),
sarebbenegativo
per r sufficiente- mentepiccolo
equindi
lo sarebbe pure ilprimo membro;
e allora la funzione di
Pu2dydt
sarebbe decrescente nell’intorno dello zero e,poichè
essa èpositiva
per r >0,
la
(11)
sarebbe assurda.Il teorema di unicità è stato
dunque
dimostrato nelleipo-
tesi che la trasformazione
(8)
e la funzione peso P soddisfino alleI), II), III), a), b)
del n. 2 ed allei), ii), iii),
del pre- sente numero. Circa lapossibilità
di soddisfare aqueste
con-dizioni si possono
ripetere
osservazionianaloghe
aquelle
fattenel n. 4 della memoria citata in
3),
relativa alleequazioni
di
tipo ellittico :
inparticolare
la condizioneiii) può
esseretrasformata
opportunamente 7)
e sipuò
anche costruire unesempio
del tutto simile aquello
ivi considerato perl’equa-
zione di
Laplace.
Ciò prova l’esistenza di trasformazioni sif- fatte e di funzioni pesocorrispondenti.
4. - Il teorema di esistenza nella classe
{
- Dimostria-mo ora il
seguente
Nelle
ipotesi
del teore~na di unicità del n.3,
pre-f issata (J. (t, y)
diquadrato
7) Sarà utile per questo tener presente il n. 2 di [17].
(t~
tt 2;
0 yyo),
esiste una, { e nzt~cratnicnte 1tnasola)
funzione ¡ 11 ~
allaa)
In virtù del teorema dicompletezza
del n.1, y)
pos- siamo costruire una successioneun (P~ ~ ~ (n= 1, 2, ...,)
dicombinazioni lineari delle funzioni del sistema tale che
Supponiamo
inizialmente che esista una costante II per cui risultie dimostriamo subito alcune
disuguaglianze integrali
per lefunzioni un che ci interesseranno in
seguito.
In condizioni note di
regolarità
per la funzione v(per
es.... 3~ 3~ 3~ 2 2 ..
se v è continua ’ con . derivate
3~i
1oX 2 y OZ2 9’v
conti-nue e tali che
E~ ( v)
risulti sommabilee con lé derivate
:11
e a~ limitate intutto
segue dallaóx 1 )’
gformula di Green per
ógni rc
laseguente
relazioneSia ora 9 una
qualunque
funzione definita su82’
non ne-gativa,
annullantesi neipunti y)
e( Q~, y) (0 C y yo) ’),
8) Cioè nei punti di 8, che si proiettano ortogonalmente in Q e Q2.
continua e con derivate
quasi-o~ unque
limitate9).
Prendiamonella
(14)
la funzione v in modo da soddisfare alle condizioniE*
( r)
limitato in r - a *k essendo una costante
positiva.
Si avrà allora perogni n
con
~~
eH~
costantipositive dipendenti
solo dalla funzione~. Ne segue, tenendo
presente
anche la(12)
e la(13)
dove
L ~
erp
sono costantidipendenti
solo dalla q.P) Applichiamo
ora l’identità(9)
alla differenza t~. - -.di due
qualunque
delle un ; per leipotesi
ammesse si ha per9 ) Le derivate si intendono naturalmente fatte rispetto ai para- metri cui si riferisce la superficie :a ; per es. la lunghezza d’arco
su P2D e y.
e
moltiplicando
ambo i membri per e-mlrdopo
ovvipassaggi
con g costante
opportuna; integrando
allora tra e e r( 0
er)
e facendopoi
tendere e a zero, si haPrendiamo in considerazione il secondo
integrale
del se-condo membro. Riferiamo la
superficie a
allalunghezza
d’arcos della curva ~’D e all’altezza y. I
punti Q2
eQ1
di FD cor-rispondono rispettivamente
aivalori 82
e 81 di s con ~2 ~ 3e cos pure i
punti Q~,,.
eQ~~,. per’
0r ~ ro corrispondono
ai valori
82(~-)
e di s. Ovviamentes2 ~r)
fun-zione crescente
[decrescente]
e di classe 1 i-n(0, ro)
e risulta82(6)= 82 [81{O) =-81]’
e la funzione inversar2(s)
anche di classe 1 e crescente
[decrescente]
nelpinterv-allo(82
ssp.(ro»
ssl)],
risultando inoltre r2(82)
= 0=0].
Si ha allora per 0 r :!!9~, rodove 9 (s,
la funzione cos definita perogni
y :Possiamo allora concludere in virtù della
(17)
che èe ciò per
ogni
m e n e per 0 r r... Osserviamo subito che di
clui,
per la( ~2),
si ha la conver-genza in media nel
rettangolo ( t, ~ t S t2 ;
0y yo)
ri-spetto
alla funzione pesoP(t,
re,y)
deller), :»2(t, r), y],
~cni.fortfiefn.ente
al variare di r tra fl e ro e la convergenza in media si ha anche in sostanzarispetto
alla funzione peso1, poiché
P èpositiva
e continua in C.Dalle
(18)y
e semprepoichè
P èpositiva
e continua inC,
si ha
poi
ancora perogni
r* fissato tra 0 econ L* eostante
opportuna
equindi
per la(12)
si ha la con-vergenza , in media delle
~l ( t, r), y]
nel dominio(O
rr*,
fi tt2 , 0 y yo).
3Ia allora si ha la con-vergenza in media delle X2,
y)
nell’insieme ~ ’:,.. ,poichè
è ..
con L costante
opportuna.
Vogliamo
dirraostrare che si ha addirittura lac con-vergenza in
rnedia delle ~2,y)
in tutto ’t.Infatti,
fissator* tra 0 e ro, si
prenda
nella(14)
la funzione ~ in modo che risultiext inf
E’~ ( v)
>0,
E*( v)
limitato in -z - a, v ~ 0 in ~,’Si ottiene
~e in definitiva per la
(16) dopo passaggi
abitualicon K~ costante
dipendente
solo ne segue, per la(12)
e per la
provata
convergenza in media delle unin ~
la convergenza in media delle ii, in x, e
quindi
anche intutto T.
~)
Diciamodunque u(vw
aJ2’y)
la funzione verso laquale
converge in media in r la successione
~ .. ~;
si hadunque
Non é allora difficile dimostrare la~ convergenza
uniforme
~
e della 8ucces8’ione delle derwc~te inogni
~"".sie~rce chiuso interno a ~, ottenendo cori anche che t~c
funzione
u è soluzione
regolare
aE(u)
= 0.Ba,~terebbe per es.
adoperare opportunamente
formule di media volumetrica deltipo
diquelle
trovate recentemente da B. Pnm’-°)
perl’equazione generalizzata
del calore oppure an-10) Si veda la memoria [1?] ; si osservi però che la formula di
media che interesserebbe maggiormente a noi non é quella esplicita
mente
dimostrata nel n. 1 di detta memoria, bens quella sostanzial- mente rilevata nel n. 5, formula (38), anche se non esplicitamente enunciata; insomma qui servirebbe meglio una formula di media ana- loga a quella che per le equazioni del tipo ellittico il PiNi ha trovato in [18].che le formule risolutive per il
problema primo
relativo allaE(u)
= 0 ed espresqe mediante la funzione di GRBEN.Noi
qui
ci limiteremoperò, più brevemente, a
dimostrarequesta proprietà
per successione estratta~,~ ~ ;
e ciòdel resto ci basterà per il
seguito.
Si costruisca nel
piano :»2)
perogni h positivo
suffi-cientemente
piccolo
un dominioD’i,
interno al dominio base De delimitato da una curva
FD’~, « parallela ~
allaFD.,
ottenutacioè
prendendo
perogni punto
P di I’D sulla normale internaun
punto
PA, a distanza h da P stesso. Per h sufficientementepiccolo ( 0
h ~ho)
otteniamo cos un dominio dello stessotipo
di D. Costruiamo ora il cilindro di altezza yo e. di base inferioreD’k, luogo
cioè deipunti
(lJ2,y)
per cui~2) EIY»
e 0
y
yo. Nell’insieme r la successione1 u.
converge in media alla u; epoichè, a’~
essendo lasuperficie
lateraledi risulta
’IL
otteniamo
Per un teorema di G. FicuBRA
[7,
n.5] possiamo
allora direche la successione di funzioni della h
converge in misura a zero in
( 0, ho)
equindi
da essapotremo
estrarre una
sottosuccessione,
che continueremo persemplicità
a chiamare ancora
{p.(1&)}, convergente quasi-ovunque
in(0, h~~
a zero, cioè
h
quasi-ovunque
in(0, ho~
Sia ora I un insieme chiuso interno a ~c ; esisterà almeno, un h
(e
anziinfiniti)
per cui l’insieme I sia interno anche a.e
valga
la(20).
Sia alloraG.( Q, P)
la funzione di GREENrelativa al dominio
~’~,
e alprimo problema
di valori al con-torno per la
( 1) ;
si ha perogni n
e perogni
P internoe allora dalle
(20),
dalla convergenza in media a zero delle un in D e da noteproprietà
di continuità della funzione diGsEEN,
si ottiene la convergenza uniforme in I delle
1/. (P)
allau(P);
analogamente
derivandorispetto
a e y ambo i membri della( 21), poichè
I è interno a ed èchiuso,
si ha la con-vergenza uniforme in I delle derivate
prime
delle~c,~ ( P).
Inoltre, passando
al limite per n - 00 nella(21),
otteniamoanche che la funzione
u (P)
soddisfa perogni
P interno a~t’~
allà
Ciò dimostra che la u è soluzione
regolare
inT~ 2013 0’.
della= 0 e,
poichè h può
essere preso vicino a zeroquanto
si
vuole,
essa è tale anche in 1:’ - a.8)
Passiamo a stabilire ora che la funzioneu (P)
cos tro-vata
appartiene
alla classe{. ~ .
Anzitutto dalla
(22)
si ottienegià
che k-u é continua inYb -
eqzi~mdi
in D -FD per l’arbitrarietà dil~ ;
sio t tiene d ac inoltre che è
Il or~nai immediato dimostrare
soddisfa,
aala condizione
(10).
Infatti abbiamogià
osservato in~),
comeconseguenza della
( 1$),
che la successione~~c,~ [x,. ( t, r), ~2 ( t, r), ~
converges in media nel
rettangolo t2 ;
Onaturalmente verso
r), x2-( t, r), y ~ ,
uniformemente ri-spetto
a r in( 0, ro).
’
E
poichè
si ha:ne
scende,
in virtù anche della(12)
e della continuità ín T delle~2)
e
quindi
la u soddisfa alla(10).
e)
Facciamo ora una nuova osservazione sulla convergenza della successionet -.~.
Sia D* unqualunque
dominioregolare
del
piano (o,, 02)’
ilquale
sia contenuto in D e abbia comune con D unaparte
di frontiera eprecisamente
un sottoarco pro-prio
di avente entrambigli
estremi contenuti inFp,
mentre la rimanenteparte
di frontierasia interna a D. Costruiamo il cilindro 1’* di base inferiore D*
e altezza yo,
luogo
cioè deipunti (ae~., y)
per cui E D*e
Se nella
(14) prendiamo
la funzione v in modo chesiano
soddisfatte le
seguenti
relazioniE*
( v)
limitato in T - aotteniamo per
ogni n
e
quindi
per le(16)
e i solitipassaggi
con R*
dipendente
solo da v ; e allora dalle( 12)
e( 19)
si ot-.. ,
delle (i =~, 2)
.,,*,
cioètiene la convergenza in medía
ax .
( i ~1, 2)
inT*,
cioè~)
Sia ora M’ unqualunque punto di 4r,
e M la suaproie-
zione su
F2D. Vogliamo
costruire un dominio D* deltipo
diquelli
visti ine),
ilquale
sia delimitato da una curva sem-plice
chiusa di classe1H. contenga
ilpunto
h~ comepunto
frontiera e,
più precisamente,
comepunto
interno all’arcoF2D* (cioè
non coincidente congli
estremi diF~D’~) ed
inoltregoda
di una ulterioreproprietà
chepreciseremo.
Nel verso fissato su
F2D
dal verso di percorrenza diFD,
i
punti Q1, Q2
e M si seguano inquesto
ordineM ~ Q~.
Sia
Ml
unpunto
tra M eQ~
distinto da essi:Si consideri una trasformazione biunivoca e bicontinua
del
rettangolo
R~‘ «(0
st,
zl z82)
delpiano (8, z)
in un dominio
Do*
delpiano (ae~,
deltipo considerato
ina),
in modo tale che ’
a’) F2Do.
coincida con il sottoarco~I1)
diF,D
diestremi M e
M,
e siottenga
dalla(24)
b’)
perogni z
fissato diz2)
le(24)
diano la rappre- sentazioneparametrica
in funzione dellalunghezza
d’arco sdi una curva y, di cl asse la
quale
nelpunto M8,
che siottiene dalle
(24)
per 8 =0,
siatangente (in
direzione everso)
alla
y(M, M~)
e costituisca insieme all’arcoy(M, M,)
unacurva pure di classe 1H.
c’)
la trasformazione inversa della(24)
abbia derivate ~i, 8;1:!, Z",~’ z:~:~ continue in e
Jacobiano
~s’ ~)
ivi diverso da zero e diquadrato
somma-x2)
bile. Le condizioni di
regolarità supposte
su ~’Dpermetto-
no senz’altro la costruzione della
(24) 1).
Consideriamo ora accanto alla
(24)
la trasformazionela
quale
trasforma ilparallelepipedo CO(0
sl,
81 x z2,0
y yo)
nel cilindroTo*
di base inferioreDo*
e altezza yo.Applicando
aquesto
cilindroTo*
le(23),
otteniamo la conver-genza in media del
primo
ordine nelparallelepipedo
C* dellederivate
parziali
p~2013 (i= 1, 2),
calcolate naturalmente pera )~
.
Pe
«’1 (8, z),
x2 =«’2(8, z) ;
infatti si,ha,
essendo lo JacobianoSi può vedere l’esempio riportato nella memoria citata in 3) nota 12.
della inversa della di
quadrato
sommabile in’t’o *,
e
quindi
per la(23)
si haNe segue, per un teorema
già
citato di G. FiciaFRA[8],
la convergenza in misura a zero nell’intervallo
z,)
dellasuccessione di funzioni
e
quindi
1’esistenza di una sottosuccessione dellache per brevità indicheremo ancora con che converge
quasi-dappertutto
a zero in( ~1, z2).
Sia allora z’ un valoreinterno a
Z2)
per ilquale
risulti limn -· o0
( i 1, 2),
cioè ."""~
dove con a.,, abbiamo indicato la
superficie luogo
inpunti Y)
per cuix2) E
r~~ e 0y
~o.Operando
successivamente in modoanalogo
sull’arco diI’2D
di estremiQ2
eM12) potremo
costruire una curva r." aven- te un solo estremoM,,,
sull’ arco¡(M2, M)
diF2D ( MZ C ~~·, C ~,
1per il resto interna a
D,
costituente con 1’arco7 ( ~," , M)
12) Con ~’unica, differenza che ora imporremo a Yj, e Y t ~z, ~ )
t1i avere in M, tangenti eoincidenti in direzione ma di verso opposto.
di
F 2D
una curvaregolare
di classe 1H e tale che sulla su-perficie
a.,,luogo
deipunti
:C2,y)
per cui«:2)
Ee 0
la
- ZJo ~ successione ’) axi
o unasotto~successione
, con-ver a . d. d L. d. a
verga g in me ~a del
primo
P ordine a5 ,
ax~ c~oeDopo
di che come conseguenza della convergenza in media(del
secondo
ordine)
delle(i = 1, 2)
inogni
dominio ~* deltipo
áx-i
considerato in
~)
e diragionamenti
del tuttoanaloghi
aquelli già adoperati
per unaquestione analoga
iny)
ed ora per le( 26)
e( 27) ( cioè
in sostanza il ricorso al teoremagià
citato[8]
di G.FICHERA), potremo
unire e mediante unarco
Y
interno a D tale che la curvay(M$.~, Ms,) +
y.,-~ Y’-~-
I."costituisca una curva chiusa di classe 1H e che sulla super- ficie .
luogo
deipunti (ae~,
X2,y)
per cui(ae~, ~Z)
Ey’
e 0y C yQ
la successione
~ á 7x~-- aun ,
1 o una suasottosuccessione
’ converga inmedia . del (
secondo ordineaddirittura) )
a au(i = 1 2).
axi (
’)
In definitiva abbiamo cO.’1truito 1tn dominio
D*,
de-limitato ~la
y(M,,,, ~$~) + r.’+r’ + r.",
nelpiano :r2), godente
delle
proprietà
enunciate ~clt’inizio e inpiù
dellaproprietà
checorcsiderato il
corrispondente
cilindro 1’* avente per baseinfe-
riore D* e altezza yo ri-gulti
dove
&,*
ha il solitosignificato
e nel casospecifico
coincidecon
s$· -~- s -~-
s8~~ .7r)
.Sia ora"N’~’ ( f~, P)
la funzione di Green relativa al do-minio ~;~ cos costruito e al secondo
tipo
diproblema
al con-torno per la
( 1) ;
perogni n,
se P è interno aT*.
si haIl
primo
membro di( 29~,
essendo P interno aT ~,
convergea per n - oo ; nel secondo membro, in virtù della
( 12)
edella
(28),
sipuò
passare al limite sotto il segno diintegrale,
ottenendo
Questa
relazione ci assicura allora chezc ( P)
è continua in M’insieme alle sue derivate
rime
p e soddisfa ivi alladu(ml)
dv= 0;
’e ci assicura anche la continuità di in
axl’ ax~
Se si tien conto dell’arbitrariet~. con la
quale
si è preso 3~’e si è
potuto
costruire il dominio D*. sipuò
affermaredunque
la continuità della ~ic e delle ~u
e - in.~~
e in DF D.
oZ~ ~xZ
"In definitiva
raccogliendo
i risultati ottenuti iny), ~). r,) possiamo
affermare che la funzione 11 cos ottenutaappartiene
alla classe e soddisfa alla
(10).
0)
Rimane ora da verificare la validità della( 13)
che ab-biamo sinora
supposto
verificata. Se infatti essa non lofosse,
esisterebbe una sottosuccessione della
~... ’~,
che indicheremoancora con tale che
Posto allora
le nuove funzioni v. sono ancora soluzioni
regolari
in T adi
~(~)==0~
di classe 1 in T e inoltre soddisfano allee alla
che è
poi
la( 12)
dove si ponga p = 0. Potremo alloraripetere
su di esse i
ragionamenti
fatti ina),
...,~r~)
ed arrivare cos aduna soluzione ù di
F ( u) 0. appartenente
alla classe~ t~ ~,
allaquale
la~ tJ.. ~
o una sua sottosuccessione converge in media in T. Ma allora per il teorema di unicità del n. 3 dovrebbeessere
M =0y
mentre invece dalla(30)
si avrebbeú’dT -
1.Dunque
la(13)
è valida. T5. - Il teorema di esistenza nella classe
[u]. -
La solu-zione trovata nel numero
precedente
assume « in media » i datiassegnati
su sl, vale a dire verifica la(10).
Chepossiamo
diredi
più
separticolarizziamo
lay)?
Orbene,
è immediato verificare che se si suppone inpiù che la v (t, y)
sia continua per tl tt2, 0 C y
yo esoddisfi 0)
= 0( ti
tt2)
atlora ta del numeroprecedente è
continua anche inognz punto di
o,+
as-wi
proprio il
va torey) assegnato.
Infatti, poichè
vale la(19),
fissato comunque M’ su sl-f - F~D possiamo
costruire conragionamenti analoghi
aquelli
svoltinel n.
4, ~)
un dominio D*regolare
delpiano (si, ~2)
taleche: sia limitato da una curva di classe
1H,
sia contenuto inD,
abbia con FD a comune solo un sottoarco diF’’~D,
ilquale contenga
nel suo interno( cioè
distintodagli estremi)
ilpunto ~ proiezione
suxj
diM’,
einfine,
detto T* il cilindro di base inferiore D* e altezza yo, la suc- cessione una sua
sottosuccessione,
soddisfi allacon il solito
significato
per82*’
cioè4r,* è quella parte
dellasuperficie
laterale o* di T* che siproietta
suDetta allora
G*(Q, P)
la funzione di G$aEN relativa al dominio T* e alprimo problema
di valori al contorno per la( 1),
si ha perogni n
e per P interno ar*y posto
al solitoe
passando
al limite per n - 00, siha,
ricordando la(31)
ela
(12)
.Dunque ii (P)
è continua anche in M’ e soddisfa ivi allaIn sostanza abbiamo con ciò ottenuto un nuo~-o teorema di esistenza in cui entrambe le condizioni su si e su 82 sono
assunte « puntualmente
». Precisamente detta[u]
Zac classedelle
funzioni u (P)
chesoddisfano
alleseguenti
condizioni :1 )
sono so luzionire 9 o lari
diE ( u)
= 0 in T a,2’)
.sono contin~ce in -r(al -~- F1D)
·(82 -f- F2D),
3)
le derivate91&
continue in’t-(;~+F~D),
)
hanno leax 1 ax 2
continue in( ~ -~- ~ ) ~
si ha il
seguente
TEOREMA: Esiste almeno una
funzione u(P)
nella clacsse[u]
chesoddis f a
alle condizioni act contornouna continua su ivi di qua-
drato so~w~b~~ e nulla su