R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
S. B ALDASSARRI -G HEZZO
S. C HIARUTTINI
Sulla rappresentazione di certi Ã-moduli
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 67 (1982), p. 161-169
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rappresentazione
S. BALDASSARRI GHEZZO - S. CHIARUTTINI
(*)
Viene
provato,
sopra unesempio notevole,
come possa costruirsiun fascio di moduli
A*
9 isomorfo ad un dato A-modulo localmente libero di rango n > 1 su una varietàalgebrica
affine V’ _(V, A)
conA E
P.E., (vedi
n.1),
di dimensionemaggiore
di 1 su un corpoalge-
bricamente
chiuso,
essendo siffatto da avere una sezioneglobale
icui
germi
sono fra igeneratori
liberi di suogni punto
x E V.Più in
particolare:
Sulla varietà
algebrica
Y =( Y, A)
di anellosopra un
corpo k algebricamente chiuso,
si considera il sotto-A-modulo localmente libero ~ di ~2generato
inogni punto
dae
sull’aperto complementare
di Xl = O inV,
il sottofascio digenerato
da m~ ed m2.Sia H il chiuso x, = x., = 0 in
V,
allora è H cD(x1),
inoltreD(H)
eD(x1)
costituiscono unricoprimento
diY,
eperchè
H ha codimensionemaggiore
di 1 in V e V E P.E.Associando ad
ogni aperto
ZT di V conU C D(H),
ilA)-mo-
dulo
T( Ù,fJÙ) ,
e adogni
altroaperto
U diV, () H =1= #) ,
ilU, A)-
(*)
Indirizzodegli
AA.: Istituto di Matem.Applicata,
Università, Via Belzoni 7, Padova.162
modulo
generato
da m~ edm2 , ed
inoltre adogni
inclusione diaperti
la restrizione canonica dei moduli
associati,
si ottiene un sottofascioproprio
A’ di ~’ cosdefinito,
risulta localmente libero di rango2,
isomorfo ad JÙ fuori di
.Hr, ed ’esso
ammette una sezioneglobale, quella rappresentata
da i cuigermi
sono fra igeneratori
liberidelle fibre
~x
inogni punto x
di V.Però ~’
possiede
fibregenerate
dagermi
non tuttiappartenenti
asezioni
globali, (per esempio
suipunti
x del chiuso X~ = ~3 = 0 le fibre~x
sonogenerate
da m~ ed ed m3 non è sezioneglobale
in
J1’).
_In
questo lavoro,
tramite i fasci(D(H),
e(D(x~), ~t,~x~),
si dà una
rappresentazione
di un fascio riducibile e isomorfo ad 1. Richiamiamo per comodità alcune notazioni usate in[1], [2]
e[3],
e che vengono
qui conservate;
inparticolare
i riferimenti a[1]
indi-cano il verificarsi delle
ipotesi
richieste dal casogenerale.
Precisamente: k è un corpo
commutativo, algebricamente chiuso,
ed A = y2 ,
+
+ è un dominio d’in-tegrità
noetheriano chegode
dellaproprietà
diestensione,
cioè è taleche,
perogni
suo ideale I di altezzamaggiore
di1,
nel corpo totale delle frazioni diA, risulta,
per tuttigli
idealiprimi
p di A che noncontengono
, nn. 1 e2; [2],
n.1; ~3],
nn. 5 e7).
M è il
sottomodulo
di A2generato
su Adagli
elementi=
(2013x2, 2013x3),
M2 =O),
1 M3 =(0
iquali
soddisfano alla rela-Indichiamo con A =
Ã
il fascio strutturale dellospettro primo
X =
Spec A,
e con ~ il fascio associato ad 3f. Notiamo che èun A-modulo localmente libero di rango
2,
equindi,
alpari
diA,
esso è
coerente, privo
ditorsione,
egode
dellaproprietà
diestensione,
y( ~
E P.E. ed ~ EP.E.),
cioèogni
sezione definita fuori di un chiuso H di codimensionemaggiore
di 1 inX,
è restrizione di una sezioneglo- bale, quindi,
indicando con ilcomplementare
di .H inX,
l’omo-morfismo canonico iniettivo - è anche suriet-
tivo, ([2],
n.2; [3],
nn. 6 e7; [5],
n.4).
Consideriamo 1’ideale x =
(X2’
diA, generato
dallecomponenti
della sezione m1 di
~,
esso individua nellospazio
.~ un chiusoH c
D(xl),
di codimensionemaggiore
di 1 in X. Nelle fibre di sopra ipunti
diH,
è ml Allora se è il modulo delle frazioni di M con denominatori fuoridi x,
consideriamoil sottomodulo
M
digenerato
suAx
da m2 edm3 =
esull’aperto D(x1)
contenenteg, rappresentiamo
con il sotto-di
generato
liberamente da m2 edm3,
percui è
M, ( [4],
9(0, (5.3.11))).
Fra ed esiste l’isomorfismo
([6],
prop.1,
p.207)
diA/D(x1)-moduli
ed ammette in
ogni punto
diD(x1)
un sistema digeneratori
li-beri contenente il germe della sezione
( [1 ],
n.
6; [2],
n.3; [3],
n.7).
InoltreD(x1)
eD(()
costituiscono un rico-primento
diX,
ed il fascio definito per incollamento da(D(x1),
e(D(H),
è localmente isomorfo ad e ad esso isomorfo fuori diH, perciò
è ad esso isomorfo suX, ( [2],
n.4);
ne daremoun’altra
rappresentazione.
2. Consideriamo ancora l’isomorfismo
(1)
del n.precedente
definito da m2 Ho m2,
ma Ho ma,
con(0, x3),
e sia V l’isomorfismo indotto da8;-1
fra ir(D(X1)’ A)-moduli
r1D(X1)’ (il quale
per la P.E. è isomorfo a e Esso opera
moltiplicando
le secondecomponenti
per Nell’insiemeprodotto
cartesianosia 3 il sottoinsieme delle terne
rappresentate
dacon m E .NI ed
a E A,
lequali
saranno indicate con( m ; a ) .
3. Introduciamo in 3 la relazione
d’equivalenza R3
164
e
rappresentiamo gli
elementi dell’insiemequoziente 3fR3
condove a varia in A.
Esiste una biiezione naturale di
3fRj
suh(D(g),
~ M.Inoltre con la somma
{m} + ~n~ _ ~m + n},
ed ilprodotto
h{m} = {hm}
perh E A,
diventa un A-modulo M*privo
di tor-sione, generato dagli
elementi{m1}o= ~(- x2, -:3)}’ ~m2~ _ {(Xl’ 0)}
ed=
{(O, X~)},
con la relazione morfo ad M.e
quindi
iso-4. Osserviamo ora che per
ogni
elementodi
M,
sipuò scegliere
unarappresentazione
nel modoseguente:
seà,
(scritto
senza sommeparziali nulle,
come pos-siede addendi
multipli
di X2 Y2, riduciamoli inA,
modulosia à’
l’espressione
cosottenuta,
laquale
fornisce unrappresentante
di à scelto in x2 , x3 , yl , y2 , ·
Mettiamo
poi
in evidenza in à’ tuttigli
addendi checontengono
il fattore x~ , e scriviamo
dunque
ac2appartiene
a Y~, y2 , ed èprivo
di addendi inAX2
Y2. Possiamo allora usare, per l’elemento m E M della(2),
la se-guente
scrittura:cioè
dopo
la riduzione in modulo e indicando con al e a2 anchegli
elementi di ~1, che essirappresentano,
si ottiene per m laseguente espressione,
che diremo ridotta:con b,
c E Aed a2
è ilrappresentante
ink[x2,
x3, Y2’Y3J, privo
diaddendi in di un elemento di A.
Le
rappresentazioni
ridottedegli
elementi diM,
con leoperazioni
di
M,
e con le relazionisono un sistema di
generatori
del moduloM,
anzi costituiscono uninsieme di
rappresentanti
in A 2degli
elementi di .M" stesso. Si osservi che se perogni
a E A siprende
larappresentazione
come la(2)’,
si hae riducendo ulteriormente nel caso contenesse addendi in si ottiene =
5. Torniamo ora all’insieme
3fR3 degli
elementi diM*, (n. 3).
Con la
rappresentazione
del numeroprecedente ogni
elemento di3fRj può
scriversied allora esso individua
quel
suorappresentante in 3,
indichiamolocon
{m}* = (m* ;
che si ottiene per a = a2 , cioècon
e b, c E A,
e dove a2 è ancheprivo
di ad-dendi
multipli
di XI Y2 -Posto
m1
=(o,
x3- edm3
= è166
Si noti che per a E A risulta E =
{(ocm)*}.
Osserviamo infine che
qui,
non solo{m}
individua{m}*
e vice-versa, ma anche ciascuna delle
proiezioni
epr3({m}*)
individua dapr2({~}*)=~’pr3({m}*)=
6. Sia J* l’insieme
degli {m}*= (m*; a2)
definiti al numero prece-dente,
cherappresentano,
in3, gli
elementi di equindi
delmodulo
M*.
Essi,
con le relazionicostituiscono
dunque
un insieme digeneratori
di unmodulo 3*,
dirappresentanti degli
elementi diInoltre l’insieme pr,
(3*)
delle secondecomponenti degli
elementidi
3*,
con la relazione+
X2 m2+ 0,
cioè con lasono i
generatori
di un sotto A-modulo G di r1t)
Allora la biiezione h :
pr, (3*)
-M*,
esistente per l’osservazione finale del n.precedente,
si estende ad un omomorfismo c5 di G in.,M~*,
per-chè la relazione
(6)
supr2 (J*)
sitrasforma,
medianteh,
in una com-binazione lineare delle relazioni
(5)
su J*.Infatti la
(6)
inequivale
allae la sua trasformata in 3* è
i=1
Inoltre l’omomorfismo d risulta
suriettivo,
e il suo inverso a sinistra èW1 =
h-19
ilquale
è un monomorfismo di .M~* su pr2{3*}
con la strut-tura di G. Risulta allora anche l’esistenza di un monomorfismo di .M* su pra
~~*~ c F(D(x1), U(~>~.
Infine osserviamo
che,
se perogni
J* consideriamo la cop-pia g~(~m~*)
=(m*,
+a2(O,
x3- otteniamo inun insieme di
elementi,
iquali
con le relazionigenerano un modulo che indichiamo con
g~(.lVl’*),
isomorfo ad M.7. Costruiamo ora, conservando le notazioni
(3), (4)
e(4)’
finqui usate,
ilseguente
funtore JÙ* :Per
ogni aperto
Ú diX,
I)
se èÙ U D(H)
eU cf. D(X1)’ gli
associamo ilA)-modulo
A ) ® p (M*), rappresentando convenientemente,
tramiteJ*,
i suoielementi
ot (3 99 ({m}*),
eprecisamente,
se è la frazione irriducibileA
che
rappresenta A), (qui dividiamo g
ed m*(v. ( 4 )’,
n. 5;
e(3),
n.4)
pergli
eventuali fattori ad essi comuni e scriviamopossono tutti scriversi nella forma
II)
se èU c D(g)
eU cf- D(x1), gli
associamo ilT( U, A)-modulo F(U,
ilquale
è isomorfo al moduloA) ® p(M*) (rappresen-
A
tato come detto in
I) )
nell’isomorfismo prim, definito daIII)
se e equindi gli
asso-ciamo il modulo
Z’( ZT, ~t,~x~) generato
suA)
da m2 =(Xl’ 0)
edm3 = (0, x3).
168
IV)
se è U cD(H)
(D(x1), gli
associamo ilA)-modulo A) ® p (M*) rappresentato
come detto inI),
ricordando che m*può
contenere il fattore x, se e solo se a2 =0,
cioè se è m* =bm2 +
cm3, nelqual
casoperò,
per conservare larappresentazione
tramitegli
elementi di
J*,
la riduzione di fattori x, comuni con g, sarà fattase e solo se,
qualora
non siapiù
b =x~ b’
e cx,,e’,
sia tuttaviaancora b =
hx2
e c =hx3 ,
per cui èbm2 +
cm3Inoltre alle inclusioni
degli aperti
U’ deitipi II), III),
eIV),
inquelli, U,
deltipo I),
associamo come morfismi fra i moduli corri-spondenti,
yrispettivamente
le iniezioni pr, e l’iniezione naturale fornita dallarestrizione,
conAll’inclusione d’un
aperto
deltipo IV)
in uno deltipo II),
y asso-ciamo l’iniezione che si ottiene fra i moduli
associati,
tramitel’isomorfismo pr1, di cui è detto in
II).
Per definire la restrizione
eg, corrispondente
all’inclusione d’unaperto
deltipo IV)
in uno deltipo III),
osserviamo cheogni
elemento~
= MM2+ pm3E h( ZT, ~t,~x~ ) può
scriversidapprima e =
+dove
f2
edf 3
non abbiano un fattore in comune con gl,dopo
di cheancora, se è simultaneamente
si
scriverà E
=(llg) ®
pr2+ bm2 + cm3}*)) ;
e in caso contra-rio,
sequalcuna
delle(9)
nonvale,
si scriveràper cui la
prima
delle(9)
nonvale,
1 l . 1-1 ~ - ~ 1,1
Infine alle altre inclusioni
degli aperti
dellospazio, associamo
lerestrizioni canoniche fra i moduli
corrispondenti.
8. Il funtore costruito al n.
precedente
è unfascio,
ed è iso-morfo ad
nell’isomorfismo y
definito da: = pr1, fra i modulisugli aperti
deltipo I) ;
~~~ =1, sugli aperti
deltipo II) ;
=pr1epr;B
fra i moduli
sugli aperti
deltipo III) (tenuto
conto dell’osservazione fatta al n. prec. aproposito
dellarappresentazione degli
elementi diF(U, ~(~) ) ;
= pr~,sugli aperti
deltipo IV) .
Infatti di
questi
si verifica facilmente lacompatibilità
con lerestrizioni di v~(,* ed
Inoltre in
ogni punto x
EX,
il germe della sezionerappresentata
da~( ~ml~* )
di è fra igeneratori
liberi diA*,
come volevasi.BIBLIOGRAFIA
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[2]
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J. P. SERRE, Faisceauxalgébriques cohérents,
Ann. ofMath., 61,
U.S.A.(1955),
pp. 197-278.Manoscritto