A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
A NGELO T ONOLO
Sui sistemi isostatici con sforzi costanti di un mezzo elastico in equilibrio
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 1, n
o3 (1932), p. 277-282
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1932_2_1_3_277_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1932, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
DI
UN MEZZO ELASTICO IN EQUILIBRIO
di ANGELO TONOLO
(Padova).
È
noto che inogni punto
di un mezzo elastico inequilibrio,
esistono sempre tre elementipiani ortogonali
sollecitati normalmente dalle forze elastiche. Daquesto fatto,
non è lecitoperò asserire,
come faceva LAMÉ(1),
l’esistenza di unsistema isostatico di
superficie (o più semplicemente,
di un sistema isosta-tico),
vale a dire di untriplo
sistema disuperficie
mutuamenteortogonali
dotatedella
proprietà
fondamentale di essere sollecitate normalmente dalle forze elastiche.WEINGARTEN
(2)
per ilprimo
rilevòquesto
errore, e determinò le condizioni necessarie e sufficienti per 1’esistenza nel solido di un siffatto sistema.Chiarito
questo punto,
resta pur sempre lagrande importanza
che ha nello studiodell’ equilibrio
elastico la conoscenza di sistemi isostatici che eventualmente il corpopuò
ammettere. Risulta infatti che ai diversitipi
di siffatti sistemi corri-spondono
casi diequilibrio
notevoli per lalegge
chepresiede
alla distribuzionedegli
sforzi che si esercitano nel mezzo. Pertanto è bendegno
di attenzione ilproblema
di determinare tutti ipossibili
sistemi isostatici di un corpo elasticoisotropo
inequilibrio
in assenza di forze di massa. A mia conoscenzaquesta quistione
fuposta
soltanto dalVITERBI,
che comunicò i risultati in una Notapreventiva
dei Rendiconti della R. Accademia dei Lincei(3). Però,
come 1’Autorestesso ebbe a
riconoscere,
le conclusioni non sono totalmenteesatte,
onde il pro- blema in discorso non ebbecompleta
soluzione.Ho
ripreso questo
studio inparticolare,
limitandomi nellapresente
Nota adeterminare tutti i sistemi isostatici le cui
superficie
sonosoggette
a sforzi chesono invariabili col mutare del
punto
alquale
si riferiscono. Le conclusioni cuisono
giunto
sono :a)
Se i tre sforzi in discorso sono fra lorodiversi,
si ha un solotipo
di(1) G. LAMÉ : Leçons sur les coordonnées curvilignes. (Quinzième le~on, § CXLVIII).
(2)
J. WEINGARTEN : Zur theorie der isostatischen Fldchen. (Journal fúr die reine undangewandte Mathematik, Band XC (1880)).
(3) A. VITEitBI : Sui casi d’equilibrio di
un corpo elastico isotropo che ammettono sistemi isostatici di superficie. (Rend. R. Accademia dei Lincei, voI. X, lo sem. (1901)).278
sistema
isostatico,
ilquale
è costituito da trepiani (mutuamente ortogonali),
egli
sforzi non sonosoggetti
a nessuna restrizione.b)
Se due sforzi sonoeguali,
e distinti dalterzo,
si ha pure un solotipo
disistema
isostatico,
costituito da duefamiglie
di cilindriortogonali (normalmente
ai
quali
sisviluppano
i due sforzieguali)
con legeneratrici perpendicolari
allaterza
famiglia
isostatica formata dapiani paralleli,
e sullaquale
sisviluppa
ilterzo sforzo. Anche in tal caso
gli
sforzi non sonosoggetti
a nessun vincoloc)
Se i tre sforzi sono fra loroeguali,
il sistema isostaticopuò
esserequalunque,
nel senso che non èsoggetto
ad alcunarestrizione,
come pure lo sforzo che sisviluppa
normalmente allesuperficie
del sistema.1. - Preliminari. - Sia un corpo elastico
isotropo
inequilibrio
in assenzadi forze di massa che ammette un sistema isostatico di
superficie,
i cui para- metri indicheremo con e i cui sforzi con01, 02, e3.
In modopreciso 8h
indica lo sforzo unitario che sisviluppa
normalmente allasuperficie
Introduciamo le nove rotazioni di Ricci Yhkl
(4)
relative alle congruenze di linee costituite dallereciproche
intersezioni dellesuperficie
isostatiche.Conviene,
nel caso
nostro,
liberarsi dalla notazione a treindici,
e introdurrequella
a dueindici
soltanto, ponendo
Sia,
con referenza allesuperficie zh=cost.,
l’espressione
delquadrato
dell’ elemento lineare dellospazio occupato
dal corpo S.Abbiamo :
avendo indicato con
dah l’ elemento
d’arco della linea cheappartiene
alla con-gruenza che denoteremo col simbolo
[h].
Leequazioni
di LAMÉ di
equilibrio
delcorpo 8
sono allora leseguenti (5) :
A
queste equazioni
vannoaggiunte quelle (di LAMÉ)
che vincolano fra loro le funzioniHh,
e che traducono il fatto che il nostro ds2 èeuclideo,
epoi quelle
(4) Ora, e nel seguito, converremo che ogni indice apposto ad una lettera debba assu- mere i valori 1, 2, 3 successivamente. Converremo ancora di ritenere equivalenti gli indici
che differiscono fra loro per tre, o per multipli di tre.
(5) G. LAMÉ : Legons. (Quinzième legon, § CXLVII). -- A. ToNOLO : Forma intrinseca delle equazioni di equilibrio dei corpi elastici isotropi. (Rend. R. Accademia dei Lincei,
vol. XI, serie 6 (1930)).
di
SAINT-VENANT,
scritte nelle coordinate curvilinee xh, e chelegano
fra loro itre sforzi
8h,
e le funzioniHh.
2. - Sistemi isostatici i cui sforzi
8~a
sono costanti. - Si supponga chegli
,sforzi pure variando coll’ indice h siano invece invariabili
rispetto
alpunto
al
quale
si riferiscono. In tal caso leequazioni (3)
diventanoA
queste equazioni (A)
associamoquelle
che caratterizzano che il il nostro 6~è euclideo : conviene
però
scriverle facendovifigurare
le rotazioni Esse sonooppure
A
questi
duegruppi (A)
e(B), aggiungiamo
leequazioni
diSAINT-VENANT,
lequali
nel caso
nostro,
si riducono a tresoltanto,
e scritte per mezzo delle rotazionisono:
Studiamo
separatamente
i tre casi:a)
leOh
sono fra lorodiverse; b)
duedelle
Oh
sonoeguali,
e distinte dallaterza ; c)
leOh
sono fra loroeguali.
CASO
a).
I tre sforziOh
sono diversi fra loro. Conviene porreAllora le
(A)
dànnoLe
equazioni
del gruppo(B)
diventano :oppure
Vedremo che non occorre effettuare la trasformazione del gruppo
(C). Pigliamo
in considerazione i due
gruppi
diequazioni
e scriviamone le condizioni di
integrabilità.
280
A tale scopo deriviamo la
prima equazione rispetto
all’ arco Gh+2’ e la secondarispetto
all’arco epoi sottraghiamo
leequazioni
ottenute. La differenzadelle derivate seconde
per formula
nota,
èeguale
acioè,
nel caso nostro(si
ricordi che èeguale
aConcludiamo che
l’equazione
che si ottiene per derivazione ed eliminazione delle derivateseconde,
contiene le e (Jk con h+k. Alloraqueste
derivateprime
si possono pure eliminare in forza delleequazioni (7). Dopo qualche
ridu-zione,
si trova che le condizioni diintegrabilità
in discorso sonoOra non
può
aversi perogni
valore dell’ indice he nemmeno,
beninteso, Oh+2 -Oh+i =0 perchè
i tre sforzi0h
sono diversi fra loro.Quindi
dobbiamo concludere che almeno una delle Oh deve essere nulla. Per fissare leidee,
sia In taleipotesi
ilprimo
gruppo delleequazioni (B)
diventaSurrogando
nellaprima equazione
leespressioni
delle derivatedalle altre due
equazioni,
si ottienericavate
Concludiamo che deve essere anche
Abbiamo
pertanto
ottenutoAdunque
tre rotazioni devono,annullarsi,
e le(6)
ci dicono che devono annullarsi anche le altre tre. Le con-gruenze
[h]
hanno nulle tutte le rotazioni (!hk. Le(2}
ci dànno alloraCambiando
parametri
xl,, senza cambiare le lineestesse,
e continuando ad indicarli con le stesselettere,
il nostro ds2 assume la formaLe
superficie
isostatichexh=cost.
sonopertanto piani
mutuamenteortogonali.
Le
equazioni (C)
diSAINT-VENANT,
per l’ annullarsi di tutte le rotazioni (!hk,sono identicamente soddisfatte
qualunque
sia il valoredegli
sforziOh.
I nostriragionamenti portano quindi
alla conclusioneseguente : .
In un mezzo elastico
isotropo
inequilibrio
in assenza di forze di massa, vipuò
essere un solotipo
di sistema isostatico sullesuperficie
delquale
si
sviluppano
sforzi costanti e fra loro diversi. Esso è costituito di trepiani,
mutuamenteortogonali,
iquali
possonosopportare
sforzi diqual-
siasi valore.
CASO
b).
Due sforziOh
sonoeguali,
e diversi dal terzo. Per fissare le idee si supponga81= 82 ~ 83 . Allora, poichè ()! - 03 =f: O
eO2 - 03 =1= O,
le equa- zioni(A)
dànno subitoDal
primo
gruppo delle(B)
si ricavaE
quindi
ancheAdunque
la congruenza[3]
è normaleisotropa (~i2+~2i==0), geodetica (pi3==~23=0).
Tali congruenze sono di due
tipi
soltanto :..
10)
Rette concorrenti in unpunto (proprio).
20)
Retteparallele.
Ne segue che le
superficie
isostatiche o sono sfereconcentriche,
osono
piani paralleli.
Ma dobbiamo escludere il caso delle sfere. Infatti per 1’ annullarsi delle e21 segue dalle
(2)
cheH1
eH2
sono funzioni soltanto delle variabili x1, X2, mentre l’annullarsi delle ei3 e e23 ci assicura cheH3
è funzione della sola variabile X3.Cangiando
alloraquesto parametro,
che continueremo ad indicarlocon la stessa
lettera,
il nostro ds’ assume la formaOra dal gruppo
(B)
per fi=3 si ricavala
quale,
per la formula diLIOUVILLE,
ci dice che lesuperficie
hannonulla la curvatura
gaussiana.
Pertantoqueste superficie
non possono essere sfere.282
Le
superficie
isostatichex3 =-- cost.
sonoquindi piani paralleli.
Allora è noto(6)
che
ogni
sistema disuperficie triplamente ortogonale
sicompleta
conl’ aggiunta
di due
famiglie
di cilindriortogonali
con legeneratrici perpendicolari
aipiani
eaventi per direttrici due
famiglie
di curveortogonali
tracciate sopra un fissatopiano,
ma del restoqualunque,
del sistemaQuesto
è l’unicotipo
disistema isostatico che
può
esistere nel mezzo elastico dotato di sforzicostanti,
dei
quali
due sonoeguali
fraloro,
e diversi dal terzo. Notiamo che anche in talcaso le
equazioni (C)
di SAINT-VENANT si riducono a pureidentità, qualunque
sia il valore
degli
sforzi. Perh =1, 2,
ciò èmanifesto,
e per h = 3 in virtù della(8).
Iragionamenti
fattiportano
a concluderequanto
segue :In un mezzo elastico
isotropo
inequilibrio
in assenza di forza dimassa, vi
può
essere un solotipo
di sistema isostatico sulle cuisuperficie
si esercitano sforzi
costanti,
deiquali
sonoeguali,
e distinti dal terzo.Questo
sistema è costituito difamiglia
dipiani paralleli (normalmente
ai
quali
sisviluppa
lo sforzo diversodagli
altridue)
e di duefamiglie
di cilindri
ortogonali
con legeneratrici perpendicolari
ai suddettipiani (normalmente
aiquali
sisviluppano gli
sforzi che sonoeguali).
Anche in
questo
sistema isostaticogli
sforzi che si esercitano sullesuperficie
possono esserequalunque.
Con referenza a
questo sistema,
il ds2 assume la formaove una forma binaria a curvatura
gaussiana
nulla.CASO
c).
I tre sforzi8tt
sonoeguali
fra loro. Inquesto
caso le equa- zioni(A)
e(C)
sonoidentità, qualunque
siano leHh,
epertanto
il sistemaisostatico e il valore comune
degli sforzi,
non èsoggetto
a nessuna restrizionee