R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
D IONIGI G ALLETTO
Sull’energia complementare di deformazione per i materiali iperelastici
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 41 (1968), p. 210-221
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DI DEFORMAZIONE
PER I MATERIALI IPERELASTICI
DIONIGI GALLETTO
*)
Con riferimento al caso dei materiali
iperelastici
esenti da vin- coli interni e nella solaipotesi
fisicamente interessante che le rela- zioniesprimenti
il tensorelagrangiano degli
sforziT (secondo
ten- sore diPiola-Kirchhoff)
in funzione del tensore diCauchy-Green
destro
C
sianoinvertibili,
si consideral’energia complementare
dideformazione,
funzione del suddetto tensoreT.
Ciò allo scopo di stabilire innanzitutto dellerelazioni,
valide sia per materialiisotropi
che
anisotropi,
chelegano
i coefficientiprincipali
del tensoreC
allecomponenti
dieguale
indice del tensoreT rispetto
alla(o
auna)
terna
principale
dideformazione, componenti che,
nel casoisotropo,
si riducono alle
componenti principali
diT.
Tramite detterelazioni,
risultando i coefficienti
principali
diC uguali
alquadrato
dei cor-rispondenti allungamenti principali
aumentati di1,
si vede la pos-sibilità,
mediante la misurasperimentale
di taliallungamenti,
dideterminare i valori numerici delle derivate
rispetto
alle suddettecomponenti
diT dell’energia complementare
di deformazione.~) Lavoro eseguito nell’ambito del gruppo di ricerca n. 7 del Comitato per la Matematica del C. N. R..
Indirizzo dell’A.: Seminario Matematico, Università, Padova.
Con
particolare
riferimento al casoisotropo,
tramite le suddetterelazioni si deduce che
l’ipotesi dell’isotropia
del materialeimplica
che
l’energia complementare
di deformazione debba essere necessa-riamente una funzione
degli
invariantiprincipali
diÌÌ’,
ossia unafunzione
isotropa
di tale tensore. Tale condizione è anchesufficiente,
nel senso che il suo verificarsi
implica
necessariamente che il ma-teriale sia
isotropo.
In tal caso le relazioni che
esprimono
C in funzione diT
sonodei
polinomi
di secondogrado rispetto
aT,
con i coefficienti fun- zioni soltantodegli
invariantiprincipali
di’T,
e da dette relazioni si deduce subitoche,
nel casoisotropo,
il tensore diCauchy
Greensinistro, B,
sipuò esprimere
tramite unpolinomio
di secondogrado rispetto
al tensoreW*,
essendoquesto
il trasformato diT
tramitela rotazione
locale,
trasformato che non è altro che il tensoredegli
sforzi T
moltiplicato
sia a destra che a sinistra per il tensore di dilatazione sinistro. I coemcienti delpolinomio
cheesprime
B sonogli
stessi delpolinomio
cheesprime C.
Dal
polinomio
cheesprime
C in funzione diT
si deduce tral’altro, che,
nelleipotesi poste,
per i materialiiperelastici isotropi
le direzioni
principali
per i due tensori T eC
coincidono. Ne segue che se si sa che unaqualunque
delle due indicatrici diC
e di T(o
diT)
èrotonda,
rotonda è pure larestante ;
inparticolare,
seuna delle due è una
sfera,
anche la restante è unasfera, ossia,
inaltri
termini,
se uno dei due tensori C e T(o T)
èisotropo,
anchel’altro è
isotropo.
Infine si è
provato
che laproprietà dell’energia complementare
di
presentarsi
funzione di W*(e
di W*soltanto)
è caratteristicadell’isotropia,
e accanto a dettaproprietà
se ne è stabilitaun’altra,
ad essa
equivalente.
Nelleipotesi poste,
esserappresentano
altret-tante condizioni che si
aggiungono
aquelle precisate
ed elencate aln. 2 di
[1].
Dette condizioni
permettono
di provare subito laproprietà
del-l’energia complementare
di essere, nel caso dei materialiisotropi,
una funzione
isotropa,
eviceversa,
senza far ricorso alle relazionistabilite al n. 2 del
presente
lavoro e di cui si è riferito sopra.1. Premesse e
osservazioni sullle ergia complementare
didefor-
mazione.
Sia x la
configurazione
di riferimento di un intorno di unaparticella materiale,
F ilgradiente
di deformazione nelpassaggio
dalla
configurazione x
aquella attuale, C
il tensore diCauchy-Green destro,
definito da’1’ il tensore
degli sforzi,
che si suppone simmetrico(caso
dei ma-teriali
semplici).
Introdotto il secondo tensore diPiola-Kirehhoff,
definito da :
dove è
J =-- det 11 F i i
, una dellepossibili espressioni
per lapotenza
dello stress è data da
Supposto
il materialeiperelastico
e indicate con a eo R
l’ener-gia
di deformazione e la densità nellaconfigurazione
diriferimento,
danell’ipotesi,
costantemente ammessa, che il materiale sia esente da vincoliinterni,
sideduce,
stante(1.3),
la notissima relazionedove
cc
sta ad indicare il tensore simmetrico le cuicomponenti
sonole derivate di a a
(C) rispetto
allecomponenti
diC, componenti queste pensate, agli
effetti delladerivazione,
comeindipendenti (os-
sia senza
tener
conto del fatto che sonosimmetriche).
Nella
presente esposizione
le sei relazioni scalari a cui la rela- zione(1.5) corrisponde
si supporranno invertibili(ciò
cheimplica
laloro
indipendenza funzionale).
In tal caso,introdotta,
accanto a a, la funzione y(energia complementare
dideformazione,
funzione diZ’),
definita da
1)
risulta,
ricordando la relazione( 1.4)
el’espressione (1.3),
relazione che
permette
di scambiare(si
veda(1.3)
e(1.4))
il ruolodi
C
conquello
di T. Da essa, in conseguenzadell’ipotesi
fatta sullarelazione
(1.5),
si deducecon ii
significato
diyt
ormai ovvio.2.
Sulle
relazioni tra stress edeformazione.
Si fissi ora, ad
arbitrio,
una terna cartesianaortogonale, Cf2,
esia C
la(o una)
ternaprincipale
per il tensoreC,
orientata in modo1) Ricordando (1.2) si ha quindi
oon e densità della oonfignrazione attuale.
coerente a
92.
Siapoi 0
la matrice della rotazione che trasforma0f~
in una terna con
gli
assiparalleli
e concordi aquelli di 1:
e 8 iltensore
tensore il cui
aggiunto,
a meno del segno,eguaglia
il vettore velo- citàangolare
ro del sistemarigido
solidale allaterna C rispetto
allaterna
Cf( 2).
- -
Indicando con T e
C
le matrici che hanno per elementirispet-
tivamente le
componenti di T
e di Crispetto
alla ternaC,
si hadove si sono indicate con
gli
stessi simboli deicorrispondenti
ten-sori le matrici costituite dalle
componenti
diT
eC rispetto
al ri-ferimento
92.
Si ha
quindi
ossia,
stante il carattere tensoriale diTI C, 21
Indicati con Av tre
parametri
atti ad individuare l’orientamento dellaterna C rispetto
alla terna conviene aquesto punto
ricor-dare che è
3)
~)Cfr.[2],l,3.
3) Cfr. [2], 1, 3.
dove con ro si sono
indicati,
alsolito,
i vettorika
essendo i versori diC.
Ciò premesso, è sufficiente tener
presente
che la matrice C èdiagonale
per dedurre dalle relazioni(1.8), (2.1)
che y sipuò
ancheritenere funzione delle
componenti T«« 4)
di Trispetto a C
e deiparameti
A".-Inoltre,
indicando conC~
i coefficientiprincipali
diC
e intendendo che ecc. stiano ad indicare lecomponenti rispetto
aC,
sempre dalle( 1.8), (2.1)
si deduce che de-vono sussistere le relazioni
Le
(2.2) rappresentano
lereciproche
di ben note relazioni5).
Ricordando
poi le espression 6) delle derivate
ao .ha, inoltre,
Ricordando
poi
leespressioni 6)
delle derivate2013
d siha, inoltre,
ossia le derivate
dell’energia complementare
didefórmazione rispetto
ai
parametri
che caratterizzano l’orientamento della ternaprincipale 2 differiscono
unicamente per il segno dalleanaloghe
derivate dell’e-nergia
dideformazione.
4) E’ ovvio che scrivendo l’aa si tralascia la oouvenzione di sommare ri-
spetto all’indioe ripetuto a.
5) Cfr.
[3 j,
2 e[2],
3.6) Cfr. [3J, 3 e
[2],
3.Tenendo
presenti
le relazioni(2.2),
alle relazioni(2.3)
si possono assegnare leespressioni
Infine,
indicando conL~a gli allungamenti principali,
le relazioni(2.2)
si possono porre nella formapiù espressiva
le
quali,
mediante la misura dei suddettiallungamenti
e della densità in x,permettono
di determinare i valori delle derivate il cheaTaa
può
fornirequalche
indicazione utile per la determinazionesperi-
mentale della funzione y.
3.
Caso
dei m ateri aliisotropi.
Le relazioni
(2.2), (2.3) valgono
perogni
materialeiperelastico
per cui risultino invertibili le relazioni scalari riassunte nella rela- zione tensoriale
(1.5).
Nell’ipotesi
che il materiale siaisotropo (con
x stato indefor-mato
7))
laterna ’C
è anche ternaprincipale
per il tensoreT
e le relazioni(2.3)
vengono in tal caso adesprimere
che la funzione ydipende
unicamente dallecomponenti T aa
che ora non sono altro che i coefficientiprincipali
Ta diT .
Le
(2.2)
si scrivonoquindi
7) Tale
precisazione
sarà sempre sottintesa nel seguito.Stante inoltre la
corrispondenza
biunivoca che intercorre fra i coefficientiprincipali
egli
invariantiprincipali
di un tensore sim-metrico,
siha,
nel caso in esame, che ypuò
essere ritenuta fun- zione di T unicamente per il tramite dei suoi tre invariantiprin- cipali I-
III_. In altritermini,
ricordando un nototeorema,
T T T
,
si ha che
dell’isotropia i1nplica che l’energia comptementare
di
deforma-zione
sia unaisotropa
del tensore’1’.
È agevole
verificare che vale anche ilviceversa,
nel senso chese
y è
unafunzione isotropa
del tensoreT
il materiale èisotropo.
E
infatti, se y è isotropa,
essadipende
daT
unicamente per il tramite dei suoi invariantiprincipali,
ossia dei suoi coefficientiprincipali,
equesto implica
che i secondi membri di(2.3)
risultinoidenticamente
nulli, qualunque
sia il valore assunto dai coefficientiCa .
Tale fattoimplica
che siano nulle lecomponenti
conossia che la
terna Z
sia pure ternaprincipale
per il tensoreT, proprietà
cheesprime appunto
che il materialeiperelastico
è iso-tropo 8).
* *
É
sufficiente tenerepresente
che risultaper avere
che, nell’ipotesi dell’isotropia,
la relazione(1.8)
siespli-
cita in
Da
questa
relazione appare evidente cheogni
direzioneprin- cipale
perT
è anche direzioneprincipale
perC. È
sufficiente per- tanto ricordare che in un materialeisotropo ogni
direzioneprinci- pale
perC
è anche direzioneprincipale
perT,
perpoter
concludereche
per i
materialiiperelacstici isotropi
per iquali
risultino in1,erti.bili le relazioni scalari
riassunte
nella( 1.5)
le direzioniprincipal
per- itensori U
eT
coincidono.Tenendo
presente
chel’immagine
nellaconfigurazione
attualedi una direzione
principale
di C è direzioneprincipale
per il ten-sore
degli
sforziT,
eviceversa,
si haquindi che,
se accade cheuna delle due indicatrici di C e di T
(o
diT)
èrotonda,
rotondaè pure la
restante ;
inparticolare,
se una delle due è unasfera,
anche la restante è una
sfera,
ciò stando adesprimere
che se unodei due tensori
C
e T(o T)
èisotropo,
anche 1’altro èisotropo.
*
*
Introdotta per F la
decomposizione
dove V è il tensore di dilatazione sinistro e R~ è il tensore rotazione
(rappresentante
la rotazionelocale),
si consideri ora il tensore diCauchy
Greensinistro,
BFFT legato
aC
dae il tensore
per il
quale,
stante(1.2)
e(3.3),
risultaStante
(3.4)~Be (3.5),
dalla relazione(3.2)
sideduce, moltiplicando
ambo i membri di essa a sinistra per R e a destra per
R°l’
e tenendopresente
cheW*,
per il modo stesso con cui è statodefinito,
hagli
stessi coefficienti
principali
diT,
4.
Osservazioni
sulle condizioni diisotropia.
È
noto che per un materialeiperelastico
il verificarsidell’egua.
glianza
-
è
proprietà
caratteristicadell’isotropia 9). Pertanto,
sussistendo 12e-guaglianza
dalle relazioni
(1.6), (1.4)
si deduceche, nell’ipotesi dell’isotropia,
risulta
Viceversa,
stanti le relazioni(1.6), (4.2)
e(1.4),
il verificarsi della(4.3) implica
il verificarsi della relazione(4.1),
ossial’isotropia
del materiale.
Si ha
pertanto
chel’eguaglianza (4.3)
è caratteristica dei mate- rialiiperelastici isotropi (per
iquali
risultino invertibili le relazioni scalari riassunte nella(1.5)).
È
sufficientepoi
ricordare la relazione(1.7)
per dedurre che l’e-guaglianza (4.3)
èquivalente
alla10)
che è
quindi
anch’essa coratteristicadell’isotropia.
9) Cfr.
[1],
1, d) e 2, a).i0) L’eguaglianza (4.4) fa risoontro alla
Si
proverà
ora chel’ipotesi
che ydipenda
da W*(e
unicamenteda
esso) implica
che y sia unafunzione isotropa
di W*.E infatti è evidente
che,
comunque siscelga
il tensoreortogo-
nale
(.y sottoponendo
laconfigurazione
x ad unopportuno sposta-
mento
rigido rotatorio,
sipuò
sempre fare in modo che il tensore rotazione risultiproprio
espresso da Ne segueche,
una voltaeffettuato detto
spostamento,
dalla relazione(3.5)
si deducee
pertanto
si haD2altra
parte,
si sa peripotesi che y dipende
unicamente da W* equindi
risultaQuesta relazione,
stante 1’arbitrarietà diQ,
staproprio
adesprimere
che il verificarsi di
(4.3) implica
che y sia una funzioneisotropa
di
W*, ossia,
per un nototeorema,
chedipenda
daW*
unicamenteper il tramite dei suoi invarianti
principali (che
coincidono conquelli
diT) .
Stante il teorema ora
provato,
si haquindi
chel’ipotesi
che ydipenda
da W*(e
unicamente daesso) implica l’isotropia
dal mate-riale.
Il viceversa è
già
statoprovato
al n.precedente,
ed èimpli-
cito nelle relazioni
(3.6). Comunque
sipuò
provare subito diretta- mente.Infatti, dall’ipotesi dell’isotropia
del materiale segue che deve essere verificata la relazione(4.3),
laquale appunto implica
che y sia funzione di
W* (e
diW* soltanto).
A
questo punto poi
è sufficiente ricordare il teorema dimostrato poco sopra per dedurre subito chel’ipotesi dell’isotropia
del mate-riale
implica
che lafunzione y
siaisotropa.
Si è cos ritrovato per altra via un risultato
già
stabilito al n.precedente,
facendo ricorso alle relazioni(3.1).
In base a
quanto
visto nelpresente
n., sipuò
concludereche, nell’ipotesi
che le relazioni scalariequivalenti
alla(1.5)
siano inver-tibili,
alle sei condizioni elencate in[1], 2, a)
si possonoaggiungere
le
seguenti :
VII)
sussistel’eguaglianza (4.3) (o,
il che è lostesso, (4.44)) ; VIII) l’energia complementare
dide, f órmazione
è unaf1tnzione
diBIBLIOGRAFIA
[1]
D. GALLETTO : Sulla potenza dello stress e sull’isotropia dei materiali iperelastici,Rend. Sem. Mat. Univ. di Padova, Vol. XL (1968), pp. 227-236.
[2]
D. GALLETTO : Sui materiali iperelastici anisotropi, Rend. Sem. Mat. Univ. diPadova, Vol. XL (1968), pp. 237-251.
[3]
A. SIGNORINI: Estensione delle formule di Almansi ai sistemi elastici anisotropi,Rend. Acc. Lincei, S. VIII, Vol. XXV (1958), pp. 246-253.
Manosoritto pervenuto in redazione 1’8 aprile 1968.