A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
J EAN P ANVINI
Alcune osservazioni sulle geometrie non archimedee
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 7, n
o1-2 (1953), p. 153-159
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NON ARCHIMEDEE
di JEAN PANVINI
(Pisa)
Con riferimento alla assiomatizzazione della Geometria di D.
HILBER’I’, l’indipendenza
delpostulato
di A RCHIMEDE dalcomplesso degli
altripostu-
lati che lo
precedono può dimostrarsi
colprocedimento
indicato dallo stessoHILBERT~ (1)
servendosi del corpo delle funzioni ottenuteoperando
sulla va-riabile reale t con le
quattro operazioni
razionali e conl’operazione V~ +
m2e ordinando
gli
elementi del corpo al modoseguente :
Dati dueelementi f (t),
~
(t)
si secondoche,
per tutti i tmaggiori
oduguali
a un con-veniente to
risultaf (t)
- 99(t)
=è 0. Tale insiemeè, manifestamente,
un cam.po
( field)
secondo lafraseologia
moderna(2) (o
corpo numerico secondo lafraseologia delló
SCORZA(3)).
Esso inoltre èordinato,
e l’ordine è non ar.chimedeo : infatti si
ha,
ad es.- perogni n
interopositivo, n
= I&. 1t,
ecos ure u
1 1
Cosí p
t2 ,
t2 t 1 ecc.Tale campo sarà nel
seguito
indicato conCp.
Dando allora(con
proce- dimentonoto)
allaparola punto
ilsignificato
di terna ordinata di elementi diquesto
campo : alla retta ilsignificato
di totalità delle terne soluzioni diuna
coppia
diequazioni
lineari con natriceincompleta
dicaratteristica 2 :
al
piano
ilsignificato
di totalità di terne soluzioni di unaequazione
lineare :ordinando i
punti
di una retta secondo i valori di unparametro
con cuisiano
posti
incorrispondenza
biunivoca lineare(al
modosolito),
e dando in-fine alla congruenza il
significato
dicorrispondenza
realizzata da una tra- sformazione lineare a matriceortogonale,
tutti ipostulati
dellageometria
(1) D. HILBEItT, Grudlagen der Geometrie, Teubner, Leipzig, 1909, p. 31.
(2)
Vedansi,
ad es., oltre i noti trattati esteri, B. SEGRE, Lezioni di Geometria moderna, I, Zanichelli, Bologna, 1948., G. ZAPPA, Gruppi, Corpi, Equazioni, Liguori, Napoli, 1950.(3)
G.SCORZA, Corpi
numerici ealgebre, Principato, Messina,
1921,154
sino a
quello
di ARCHiMEDE sonoverificati,
mentrequest’ultimo
riesce nonverificato.
Vogliamo
perprima
cosa esaminare in che relazione sta il modello di geo- metria non archimedea costruito sul campoCp
con lapiù generale geometria
non archimedea.
Ricordiamo per
questo
cheindipendentemente
da,lpostulato
di ARCHI-MEDE si
può
costruire una teoria delleproporzioni
trasegmenti
dicendoquattro segmenti a, b,
c ,à ,
inproporzione
setrasportati
iseginenti
sui latiOXY
0 Y di unangolo
retto in modoche
sia su 0 Xsu 0
Y,
risulta B Dparallela
ad ~.C,
y(o
coincidentecon
essa).
Si ottiene cos
una
teoria delleproporzioni
nellaquale valgono
tutte leproprietà
delleproporzioni ordinarie,
compresequelle esistenziali,
e che nonpoggia
sulpostulato
di ARCHIMEDE(poggia
essenzialmente suquello
dellaparallela) :
e se ne deduce la comune teoria della similitudine.Dati due
segmenti
chiamiamo allorarapporto
di a ab,
e lo indi-chiamo a : b ,
il cmcettogenerato
per astrazione dallacoppia a, b
e da tuttequelle
ad essaproporzionali ;
laproprietà
transitiva delleproporzioni giu-
stifica tale definizione.
Ragionamenti
noti(4)
dimostrano che F insieme A deirapporti,
cos de-,
finiti,
costituisce uo corpo numerico(assoluto). Riepiloghiamo
brevemente.Posto
, = a : b = c : d ,
definiamo la somma A al modoseguente :
preso un
segmento
p, determiniamo in modo che siae definiamo la som tua
ponendo
Si dimostra subito
l’invarianza
della definizionerispetto
alsegmento p ,
e si
ottengono
leproprietà
formali della somma.Per il
prodotto,
si determinano in modo che siae si
pone A
,u = x : y ; e siprocede
come per la somma, ottenendo leproprietà
formali.
(4) V. ad. es. F. CECIONI, Matematiche Complementari (Principi di Geometria), Lit. Valle-
rini, Pisa, 1948 p. 248. Quanto viene esposto sopra è poi un modo diverso di presentare il Calcolo
segmentario
diIlilbert,
basato sul teorema di Pascal: v. D,Hilbert,
1. c, in (1).Si definisce A,
>
pquando
è(con
le notazioni disopra)
x> y;
si proval’invarianza,
e si provano le comuni iproprietà
dellediseguaglianze. Esiste,
ed è
unica,
la differenza Aquando,
e soloquando, è ~ )
/~.Esiste una, ed una
sola,
unità(a : a),
ed esiste ilquoziente
senzaecceziòni.
Da tutto ciò segue
(al
modosolito) che,
fissato unsegmento
come unitàdi
misura, ogni segmento
ha lamisura,
die è un elemento dell’ insieme nu-merico A: e il
rapporto
di duesegmenti
èuguale
alquoziente
delleloro misure.
Si deduce allora anche che se a,
b ~
c sono lemisure, rispettivamente, dell’ ipotenusa
e dei cateti di untriangolo rettangolo,
si haCiò si
ricava
mediante lasimilitndine,
nel modo noto.Partendo dal considerato insieme numerico A si possono introdurre
(col
.noto metodo delle
coppie)
lo zero egli
elementinegativi.
Si ottiene un cam-po, clae chiameremo il
C, ordinato,
e nelquale è possibile l’opera-
zione
Ìb2 +
c2 .Nella
pi i generale geometria,
non archimedea fissiamo tre assi coordi- nati e unsegmento
Consideriamo unpunto P,
diciamoP’ , P"~
P"’ le intersezioni congli
assi coordinati deipiani
per Pparalleli
ai
piani
coordinati. ,1 tre numeri del corpo C 0 P’ : ~
0 P" : u , 0
P"’ : upresi
con segno, li diciamo coordinate di P.Ciò
fatto,
i solitiprocedimenti
della Geom.analitica,
che nondipendo-
no dalla prop. di
ARCHIMEDE,
provano che : Se P varia su una retta le suecoordinate soddisfano una
coppia
diequazioni
deltipo
dove la matrice ha caratteristica 2. ,
I
punti
di una retta possono ordinarsi secondo i valori di unparametro,
nel modo solito.
Se P varia su un
piano
le sue coordinate soddisfano unaequazione
del
tipo
__ __ ’I.. - I - I.. » fio
156
Infine le congruenze sono
rappresentate
da sostituzioni lineari a matri-ce
ortogonale.
Segue
diqui
che il confronto dellagenerale geometria
non archimedeay
col modello costruito sul corpo
Cp
si fa confrontando il corpo C col corpoG’P .
’
Fissato un
segmento
unitario zcprospetteremo ogni
elemento di C nella forma a : u. Per comodità dilinguaggio,
se unsegmento b
supera tutti imultipli
di unsegmento a,
y diciamo che b è un infinitorispetto
ad a(e a
un infinitesimo
rispetto
ab),
mentre se nessuno dei due è infinitorispetto
all’altro li diciamo confrontabili.
’
Ossesviamo che per l’ammessa
ipotesi
non archimedea esiste un seg- mento non confrontabile con u.Infatti,
se tutti isegmenti
fossero confron- tabili con zc varrebbe ilpostulato
d’ARdHIMEDEperchè
la relazione di con-frontabîlità è transitiva. Si noti d’altra
parte
che scelto unsegmento
c nonconfrontabile con u, y se c è infinitesimo
(o infinito) rispetto
ad «, ilquarto proporzionale dopo
o, 1t , zc è infinito(o infinitesimo) rispetto
ad u .Fissato a
piacere
nel campo C un elemento b infinitorispetto
alla uni-tà u, ad esso facciamo
corrispondere
nel campoCP
l’elemento t e viceversa.Ad un elemento x E
Cp
che si attiene apartire
da t con una catenafinita di
operazioni appartenenti al
grupppo delleoperazioni razionali
e allaoperazione ~1 +
co2 facciamocorrispondere
in C l’elemento ottenuto a par- tire da b con la stessa catena dioperazioni.
E viceversa pergli
elementi di C che siottengono
da b conoperazioni
deltipo
detto.In virtù di
questa corrispondenza
il campoCp
ha perimmagine
in Cun
sottocorpo
C’ ad essoisomorfo,
com’e immediato.i
Quindi:
Ilparticolare
modello digeometria
costruito sul campoCp
ècontenuto nella
più generale (e
cioè inqualunque) geometria
non archimedea.Vogliamo
ora esaminare il mutuocomportamento
di rette e circonferenzenell’ipotesi
nonarchimedea,
conriguardo particolare
alpostulato
della continuità nella forma di CANTOR.
Nell’esempio
costruito sul campoCp
vi sono rette che pur distando dal centro di u~~a circonferenza meno delraggio
non incontrano la circonferen- za ; ciòperchè
nel corpoCp
vi sono elementi che non ammettono radicequadrata,
come vedremo frabreve;
del resto il campoCp
è discontinuo. Ma noi dimostreremo che la circostanza indicata sipresenta
anche inesempi
per i
quali
è verificato ilpostulato
della continuità di CANTOR.Premettiamo le considerazioni
seguenti.
Gli elementi del
Op
sono delle funzioni della variabile t il cui confronto si fa apartire
da valori convenientementegrandi
di t.Consideriamo il loro
ordine d’ infinito
(positivo, nullo,
onegativo) rispetto
a t. Poichèqueste
funzioni si costruiscono
operando
sulla variabile con lequattro operazioni
è conl’operazione (JJ2,
è chiaro che l’ordine d’ infinito di ciascuna di esseè intero.
Segue
diqui
che non esiste ad es.,Se
ripartiamo gli
elementi diOp
in due classiH ~ 9 K ,
mettendo in Hquelli
il cuiquadrato
è minore di t3 e in Kquelli
il cuiquadrato
è mag- lioredi t3,
otteniamo due classi che son sonocontigue.
Infatti i loro ordini d’ infinito sono 9,1 e V21 deve
essere 2 vi C 3 , 2 v2
>3 ; quindi v1 1 , v2 > 2,
e la di- .verge con t.
Premesse
queste considerazioni, vogliamo mostrare,
comegià detto,
chesi possono costruire
geometrie
continue secondo UANTOR(non archimedee)
nelle
quali
vi sono rette che purpenetrando
nell’ interno di una circonfe- renza, non incontrano lacirconferenza,
e cheperciò
ii teorema digeometria
elementare « Una retta che passa per un
punto
interno a una circonferenza incontra la circonferenza » nonpuò
dimostrarsi col solopostulato
della con-tinuità di CANTOR.
Il corpo
Op
non è continuo secondoCANTOR ; (5)
mapossiamo
ottenerecorpo
Op
continuo secondo CANTOR. nel modo cheapparirà
dalle conside-razioni
seguenti.
Pensiamo a come si effettua 1’estensione dal campo razionale
(che
nonè continuo secondo
CANTOB)
al campo reale che è continuo. Si comincia col(5) Pe la dimostrazione consideriamo lo
sviluppo
in serie diposto
si ha~ :
consideriamo le due classi delle somme parziali ottenute fermandoci ai termini positivi e
negativi : .
1 1 1 1 1 1
Queste due classi separate sono contigue in
Cp :
infatti fissato un intero n si possonotrovare due funzioni delle dne classi che differiscono da un certo t0. in poi per meno t"
Tra queste due classi non è compreso alcun elemento di
CP .
158
chiamare numero reale una sezione nel campo
ra,zionale.
cioè unacoppia
diclassi
A, B
di numeri razionali soddisfacenti alle tre condizioni :a) ogni
nu- mero, uno alpiù esclrtso,
è in A o in B :b).
Se un numeroappartiene
adA
(a B) ogni
numero minore(maggiore) npppartiene
ad A(a B) : c)
la classeA no’n ha
massimo,
la classe B non ha minimo.Si fa
poi
vedereche,
definite perqneste
sezioni leoperazioni
razionalinel lnodo ben
noto,
sonorispettate
leproprietà
caratteristiche di un cam-po
(ordinato). Queste operazioui, applicate
a sezioni che escludono un nume-‘
ro
razionale,
danno per risultato sezioni che escludono un numerorazionale,
in modo che il
sottocorpo
diqueste
sezioni è isoinorfo aquello
razionale.Il campo reale cos ottenuto soddisfa alla condizione che tra due classi
separate
econtigue
di numeri reali è compreso un numero reale(continuità).
Immaginiamo
diripetere
ilprocedimento
dettopartendo
da un corponon archimedeo. Dov’è che la costruzione cade in. difetto ~ Un
esempio
mol-to
espressivo
si ha inciò;
che viene a mancare l’unicità dello zero.Fissato
iufatti
un nuineio c> 0 ,
ysupponiamo
vi siano numerimaggiori
di tutti i
multipli
di c. Mettiiamoli tutti in una classeR,
mentregli
altrinumeri
riempiranno
una classe A. Lacoppia (A , B)
è una sezione e risulta:Ora è da notare che le classi A di
questo esempio
non sono con-tigue.
Poichè ilprincipio
di ARCHIMEDMporta
che le classi di una sezionesono
contigue,
vienespontanea
1’ idea diimporre esplicitamente
alle dueclassi di una sezione la condizione di essere cioè l’ idea di intro- durre le
(diciamo cos )
sezionicontigue
commecoppie
di classi che oltre le tre solite condizioni soddisnno aquella
ulteriore di esserecontigue.
Ora effettivamente si trova clie l’ insieme delle sezioni
contigue
costrui-te su un campo, che nel nostro caso è il campo
Cp,
è a sua volta un campo
Cp :
e ciòiudipendentenente
dallaproposizione
diARCHIMEDE,
e cioèanche se il campo di
partenza
è nonarchimedeo,
comeappunto
avviene perCP :
e il campo estesoOp
risulta continuo secondo CANTOR.Pen vedere ciò basta
seguire,
presso a poco, la ordinaria via con laquale
si passa dal campo razionale aquello reale~
evitando di usare la pro-posizione
diARCHIMEDE,
il che èpossibile
per la mutata definizione di se-zione. Accenniamo sommariamente una linea che
può
essereseguita.
Definizione e
proprietà
dei concetti dimaggiore
e minore.Tra due numeri
(distinti)
diOp
sonocompresi
infiniti numeri diCp.
Ogni
numero diCp
èmaggiere
diogni
numero di A e minoredi
ogni
numero di B.Tra due classi
contigue
di numeri diCP
è sempre compreso unnumero di
Cp.
Le solite
proprietà
relative allequattro operazioni.
Tra le due classi
contigue
di numeri diCP
è sempre compreso un nu-mero di cioè il ca1upo
continuo
secondo Siano infattiA ,
B dueclassi
contigue
inCp,
esupponiamo senz’altro
cheA
non abbia massimo classicontigue
inCp,
esupponiamo
senz’altro che A uon abbia massimoe B non abbia minimo. Sia
A (B)
la classe dei numeria (b)
diG’P
tali chequalche
a(b > qualche b).
Presi due numeriqualunque
a in A eb
e B,
siccomequeste
due classi nonhanno, rispettivamente,
massimo eminimo,
si vede subito che esistono due numeri a .in A e b in B tali che siaa a ~ b C b; perciò
le classi A e R sonocontigue.
Esistequindi
unnumero x di
Op
compreso tra le classi A eB,
y eperciò anche,
come si ve-de subito per
assurdo~
tra le classi A e B .Dimostriamo ora che nel corpo
Cp
sipresentano,
per le radiciquadra-
te le stesse circostanze notate in Continuando a
ragionare
sullo stessoesempio
considerato sopra inCp,
sia X la classedegli
x>
0 diG’P
tali che siax2 ~ t3 ~ e
Y la classedegli
i. v > 0
di taliCP
che sia~2 > t3;
sianopoi X, Y
leanaloghe
classi inCP.
SeX,
Y fosserocontigue,
sarebbero con-’tigue
ancheX, Y,
9 come si vede con unragionamento analogo
aquello
fattosopra per le classi
A, B 9 A ? B,
niasappiamo
che non sonocontigue;
quindi
ancheX,
Y non sonocontigue.
Allora inCP
esiste se in-fatti_fosse z2
- t3 con z]
0 inCp ,
yprendendo F >
0piccolo
ad arbitrio(in
i numerix - E ~ x -~- E apparterrebbero rispettivamente
alle classi.X Y
lequasi quindi
sarebberocontigue.
Ed allora
se, nella
Geometria sul I corpoCp,
yconsideriamo,
ad es., una circonferenza diraggio t3 + 1,
ed una retta del suopiano
avente dal cen- tro distanza t3 - 1t3 + 1 ,
vediamo die taleretta
i1U!Ontra lazn : infatti la eventuale corda dovrebbe avere la misura
, che non esiste in
Cp .
SANDRO FAEDO - Direttore responsabile. Fiuito di stampare il 22 settembre 1953