• Aucun résultat trouvé

Stando a Dondero, uno dei primi studiosi a porre il problema dell’aspetto produttivo della semiotica è Jacques Fontanille. Nel saggio del 1998 intitolato Décrire, Faire, Intervenir, il semiotico francese, attraverso la nozione di prassi enunciativa, propone il superamento dell’approccio basato sulla sola analisi del senso e apre a un’indagine orientata maggiormente alla sua creazione (FONTANILLE, 1998a:1-2).

La prassi enunciativa postulata da Fontanille si configura come una serie di operazioni che incidendo sui modi di esistenza dell’oggetto ne regolano il divenire. Esistono cinque diversi modi di esistenza: il modo virtuale, ovvero quello delle strutture di un sistema soggiacente

20In termini semiotici si può definire arte allografica un codice i cui segni rappresentano qualcosa di diverso da essi stessi. Diversamente dalla pittura che è invece definita arte autografica, ciò che interessa nella letteratura, dunque, non è il modo con cui fisicamente è stato riprodotto il segno grafico sulla carta quanto piuttosto quello che l’autore con questo segno cerca di raccontare. In questo senso l’atto di produzione delle espressioni risulta sicuramente meno rilevante rispetto a quello delle arti autografiche. Basti pensare a tal proposito che l’opera allografica può essere diffusa e conosciuta in virtù del fatto che i suoi codici non solo permettono ma anzi esigono una riproduzione. La riproduzione di un’opera autografica e dei suoi codici, di contro, è trattata come un prodotto derivato considerato, in termini di significazione, impoverito e degradato.

76 disponibile al momento della produzione del senso; il modo attualizzato, quello delle forme che sono messe in discorso; il modo realizzato, in cui attraverso il meccanismo di enunciazione vengono a congiungersi le forme del discorso con la realità materiale del piano dell’espressione; il modo potenzializzato, in cui la forma del discorso viene riconosciuta come tale e può quindi figurare in qualità di luogo del discorso; il modo virtualizzato, ovvero quello delle grandezze che fungono da retroterra al funzionamento delle figure del discorso. Il modo virtualizzato, con il ritorno alle forme soggiacenti della dimensione virtuale, chiude il cerchio dei modi di esistenza. Eppure è necessario specificare che questo modo di esistenza dell’oggetto non può in nessuna maniera essere assimilato al modo virtuale propriamente detto nella misura in cui non è mai possibile ritornarvi una volta che il discorso viene messo in atto. Riassumendo, si può dire che per Fontanille l’atto semiotico si impernia essenzialmente sul rapporto di interdipendenza tra la realizzazione di una figura e il rinvio di un’altra al modo virtualizzato sicché al momento dell’interpretazione il lettore sia portato ad andare e venire dall’una all’altra (FONTANILLE, 1998:290). Il divenire dell’oggetto è dunque regolato da operazioni che sfruttano le tensioni tra un modo di esistenza e un altro. Le tensioni esistenziali, a seconda dell’orientamento che assumono, possono intraprendere due tipi di percorso.

diverso. Il primo compete all’atto produttore della significazione che dal modo virtuale arriva a quello realizzato passando per il modo attualizzato. Questo percorso è detto ascendente nella misura in cui muove verso la manifestazione delle forme significanti con l’obiettivo di raggiungere l’istanza realizzante del discorso. Il secondo movimento si presenta invece come la tensione che conduce dal modo realizzato al modo virtualizzato passando per quello potenzializzato. In questo senso si può dire che tale percorso muove indietro verso il sistema e così facendo fissa le forme concrete in stereotipi che contribuiscono a nutrire la competenza dei soggetti dell’enunciazione (FONTANILLE, 1998:290-291). È evidente allora che, se l’atto semiotico si configura come la riduzione di una forma in vista della promozione di un’altra, la prassi del discorso può venire descritta come manipolazione concomitante di due modi di esistenza tramite la sintesi di due movimenti: uno ascendente e uno discendente. La varietà di combinazioni possibili tra questi movimenti dà vita a quattro tipologie del fare semiotico che rendono conto di trasformazioni cosiddette tensive21. Tra le diverse trasformazioni proposte

21Si tratta dei quattro possibili esiti dati dalle combinazioni di tensioni esistenziali: distorsione, fluttuazione, rimaneggiamento, rivoluzione (FONTANILLE, 1998:291-292).

77 da Fontanille ci sembra di poter collocare Tree of Codes entro i confini di quella che lo studioso francese definisce rivoluzione semiotica. Si tratta dell’esito dato dalla combinazione di atti che sfruttano, per il movimento ascendente, la tensione che conduce dal modo attualizzato a quello realizzato; per quello discendente, la tensione che muove dal modo potenzializzato a quello virtualizzato. Nel caso di specie, la prassi enunciativa si presenta come l’apparizione di una forma correlata alla disparizione di un'altra. Se infatti pensiamo all’atto produttivo che dà alla luce Tree of Codes, ovvero l’operazione di die-cutting effettuata da Safran Foer sul testo tradotto in lingua inglese di Bruno Schulz, risulta evidente come questo elimini una forma ingenerandone contemporaneamente una nuova. L’atto di ritagliare le parole considerate in eccesso riproduce da un lato il movimento ascendente che comporta l’apparizione di una forma e dall’altro quello discendente che suppone la disparizione di un’altra. Se analizziamo l’azione di die-cutting dal punto di vista di ciò che, in senso creativo, produce di originale, il testo verbale sopravvissuto, così come la creazione delle dimensioni visiva e tattile significanti, rappresentano l’esito del movimento che in vista della manifestazione realizza la forma dandole un’espressione e uno statuto di realtà. D’altro canto, la stessa azione di ritaglio vista dal punto di vista della rimozione delle sostanze verbali della raccolta di racconti di Schulz rappresenta l’atto che segna la dissoluzione della forma nelle strutture virtuali soggiacenti all’esercizio di una pratica significante.

Dopo queste riflessioni risulta evidente che analizzare Tree of Codes sotto l’ottica del gesto produttivo può prospettare, in vista di una traduzione, soluzioni orientate non solo alla riproduzione del testo e dei suoi caratteri specifici, ma anche al processo creativo ad essi sotteso.

78

Capitolo quarto – Metodo e soluzione traduttiva

Alla luce dell’analisi condotta finora, in quest’ultimo capitolo presentiamo il metodo che, a nostro avviso, meglio soddisfa le esigenze traduttive del testo oggetto di studio. A sostegno di questa tesi avanziamo quindi la nostra proposta traduttiva di un breve brano del romanzo Tree of Codes.