R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
P AOLO D ENTONI
M ICHELE S CE
Funzioni regolari nell’algebra di Cayley
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 50 (1973), p. 251-267
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regolari nell’algebra Cayley.
PAOLO DENTONI e MICHELE SCE
(*)
1. Alcune considerazioni
portano
a ritenere che una teoria delle funzioni che conservi le caratteristiche essenziali diquella
classica diuna variabile
complessa,
possasvolgersi
solo nellealgebre
con divi-sione
( 1 ) .
Come Èanoto,
tra lealgebre
reali alternative di dimensione finita risultano con divisione solol’algebra
dei numeri realiR,
deinumeri
complessi C,
deiquaternioni Q
el’algebra
diCayley
C(2).
Nei
quaternioni
è stata datempo sviluppata,
ad opera di G. C.Moisil,
R. Fueter e altri
Autori,
una teoria basata su unageneralizzazione
della condizione di
Cauchy-Riemann (funzioni
re-golari). Questa teoria,
sebbene carente dellaparte
differenziale classica(derivate, primitive),
ha ottenuto un notevole successo perquanto riguarda
leproprietà integrali (teoremi
ditipo Cauchy)
e ilcollega-
mento con le funzioni armoniche.
Scopo
diquesto
lavoro è di estendereall’algebra
diCayley
i risultati ottenuti da G. C. Moisil e R. Fueter neiquaternioni.
(*)
Indirizzodegli
Autori: Istituto 3Iateinatico - Via dell’Università, 12 -43100 Parma.
Lavoro
eseguito
con contributo del C.N.R. nell’ambito delGruppo
G.N.S.A.G.A.
( 1 ) As es., per un risultato di ~1Z . ScE [12], le
algebre
con divisione sonole sole
algebre
associative nellequali
lecomponenti
delle funzioniregolari
soddisfano a
equazioni
ditipo
ellittico.(2)
Vedi p. es., R. D. SCHAFER [14], p. 48. Lealgebre
sopra elencate sonoprecisamente le
algebre
reali concomposizione
(Teorema diHurwitz).
Ciascunadi esse
può
ottenersi dalla precedente in modoanalogo
aquello
che conducedall’algebra
Rall’algebra
(processo diCayley-Dickson).
Vedip. es. N. JACOBSON
[8].
La definizione di funzione
regolare
n.3)
e alcunirisultati,
come per
esempio il collegamento
tra tef unzioni regolari
e lefunzioni
armoniche
(Pi ,
n.3),
si estendono al casodell’algebra
diCayley
C senzamodifiche di rilievo. Più spesso,
invece,
sorgonodifficoltà,
dovute allamancanza della
proprietà
associativa.Questa
circostanza conduce in modo naturale ad introdurre in C unaparticolare
classe di funzioniregolari f ,
caratterizzate dallaproprietà,
banale nel casoassociativo,
che la funzione
c f (c E 0)
risultaregolare
a destra(funzioni
bire-golari)
n.3).
Questa
classe di funzioni appare strettamentelegata
ad altre im-portanti
classi di funzioni considerate nellealgebre (funzioni primarie, funzioni intrinseche) (3),
lequali comprendono
come casoparticolare
la serie di
potenze
a coefficienti scalari. Inprimo luogo
si estende al-l’algebra
C un risultato di R. F. Rinehart relativo aiquaternioni;
precisamente, nell’algebra
diCayley
lef unzioni primarie
e lefunzioni
intrinseche risultano coincidenti
(T2,
n.4).
Si ottienepoi
l’estensioneall’algebra
C di un teorema stabilito da R. Fueter per iquaternioni Q;
precisamente
risulta che perogni f unzione
intrinseca analiticaf ,
lafunzione A31
èbiregolare (T3,
n.6).
Inparticolare, nell’algebra
diCayley
per
ogni
serie dipotenze convergente f (x) (afl
E0)
laf unzione
d 3f
risulta
regolare
a destra(C,,
n.6).
L’interesse delle funzioni
biregolari
si rivelasoprattutto
in relazione al teoremaintegrale.
Diversamente dal caso deiquaternioni,
non sussistenell’algebra
diCayley
C un teoremaintegrale
con riferimento ad unacoppia
di funzionif, g regolari rispettivamente
adestra,
sinistra. Perla validità del
teorema,
occorre che una delle duef unzioni
siabiregolare (T4 ,
n.7).
Il teoremaintegrale
consenteperò ugualmente
di ottenereuna
f ormula integrale
ditipo Cauchy
per lefunzioni regolari nell’algebra
O(T5,
n.8),
assumendo come nucleo unaopportuna
funzionebiregolare.
Dalla formula
integrale
discendono le classiche conseguenze. Inparticolare, componenti
dellefunzioni regolari
sono di classe C~’.2.
L’algebra
diCayley.
Come è
noto, l’algebra
diCayley
C sul corpo R dei numeri reali è l’insieme dellecoppie
ordinate diquaternioni,
con lalegge
di mol-(3)
Per questefunzioni,
vedi p. es., R. F. RINEHART[10].
tiplicazione
essendo
q2 , ?2
ilquaternione coniugato
di q2 ,92 (4).
Denotata
con io
=1., i1, iz , i3
la base ordinaria nel corpoQ
dei qua-ternioni,
y conviene considerare in C la base costituitadagli
elementiL’elemento u() funge
da elemento neutro inC,
e sarà nelseguito
identi-i catc con l’elemento neutro scalare 1.
L’algebra
C risulta n.on associativa. Essa èperò un’algebra
alter-nativa
(5),
cioè in C l’associatore(x,
y,z)
=(xy)
z -x(yz)
è una fun-zione trilineare alternante nelle
variabili x,
y, z E C. Inparticolare,
sus-sistono le
leggi
alternativesinistra,
destrae la
legge flessibile
Considerato l’elemento
generico
diC,
si denotanopoi
con2013
j 2013 ... 2013l’elemento coniugato
con7
la traccia
di x,
e conIl
coniugio
come nel caso déiquaternioni,
riesce intrinse-camente caratterizzato dall’essere l’unico
antiacutomor f ismo
involutorio di C tale che perogni
si abbia xx E R.1(s).
(4)
Per leproprietà
essenzialidell’algebra
diCayley,
vedi p. es., N. JA-COBSON [8], R. D. SCHAFER [14].
( 5 )
Per le nozioni fondamentali sullealgebre
non associative e inparti-
colare alternative, vedi p. es., R. D. SCHAFER [14].
(6)
Vedi p. es., R. D. SCHAFER [14], p. 45-49.17
Risulta
poi
e
quindi ogni
elemento x E C ammette inversoz (a ).
La norma N risulta una forma
quadratica
definitapositiva
su C.La sua forma bilineare associata
si dice
prodotto
scalaredegli
elementi x, y EC,
e dàall’algebra
Cla struttura di uno
spazio
di Hilbert reale.Rispetto
alprodotto
sca-lare
(5),
la base uo , ... , u, scelta in C risulta ortonormale.Dalle
(4), (5)
appare immediatamente che le nozioni di norma eprodotto
scalare risultanoindipendenti
dalla scelta di una base in C.3. Funzioni
regolari.
Sia U un
aperto
diC,
edf:
U - C una funzione di classe C1 in U.Denotato con D
l’operatore
di Fueter e Moisilsi introduce la definizione:
Di -
Unaf unzione f,
di classe C’ in unaperto
U diC,
si dice re-golare
asinistra,
destra inU,
se ivi risultarispettivamente
La definizione
D1 dipende
dalla base scelta uo, ..., U7 in C. Tut- tavia l’insieme dellefunzioni regolari
adestra,
sinistra rimane inalterato se(7)
Vedi p. es., R. D. SCHAFER[14],
p. 45-46.(8)
L’unicità dell’inversopuò provarsi
come nel casoassooiativo,
servendosidelle relazioni a(ax) = (a,àc) x, (xa) d = x(cr,àc),
equivalenti
alle(2).
(9)
Sulle funzioniregolari
inun’algebra assooiativa,
vedi p. es., G. C.MOISIL
[9],
R. FUETER [4, 6].Un’ampia bibliografia
in V. IFTIMIE[7].
nelle
(7)
inluogo
di si assume un’altra arbitraria base ortonormale di C(n. 2 ). Invero,
la matrice del cambiamento di base{Vh}
risulta
ortogonale. Segue
facilmente l’asserto( ~o ) .
Considerato
poi l’operatore coniugato
di Dsussistono le relazioni
essendo 1 il
Laplaciano
in otto variabili. Ne segue laproposizione:
P, - Ogni f unzione f regolare
adestra,
sinistra in unaperto
U diC, è
iviarmonica,
cioè risulta in U:Per la
dimostrazione,
basta utilizzare la(8),
tenendopresente
chele funzioni
regolari,
come si vedrà al n.8,
sono di classe cm.Una estesa classe di funzioni
regolari
a destra e a sinistra si costruisce utilizzando laproposizione:
P2 -
Perogni funzione
a armonica in unaperto
U di C e a valoriscalari,
lafunzione f
=Da
=aD
riesceregolare
a destra e a sinistrain U.
L’asserto segue immediatamente dalla
(8).
Le funzioni
regolari f ottenute,
in base allaproposizione P2,
apartire
da una funzione armonica scalare a, si diconof unzioni
bire-golari.
Esse sono caratterizzate dalleseguenti proprietà:
Una
f unzione f
= ...-f -
g, u, , di classe C’1 in unaperto
U diC,
risultabiregolare
inU,
se e solo se riescono ivisoddisfatte
le relazioni
(lo)
Vedi M. SCE [11], p. 32, nota(8).
Vedi anche P. DENTONI [3].Invero,
le(9), (10)
sono le condizioni necessarie e sufficientiperchè
esista una funzione scalare a con
P4 -
Unafunzione f regolare
a sinistra(a destra)
in unaperto
U diC,
risulta in Ubiregolare
se e solo se riesce ivisoddisfatta
la(10).
p 4.
discende immediatamente dalla relazioneUn’altra caratterizzazione delle funzioni
biregolari nell’algebra
Cè data dal teorema:
T1 -
Condizione necessaria esufficiente perchè
unafunzione f ,
di classe Ci in un
aperto
U diC,
siabiregolare
inU,
è che perogni
ele-mento e E C la
f unzione f c
risultiregolare
a sinistra in U(11).
Invero,
siaf
Tenutopresente
il carattere alternante del-h
l’associatore
può
scriversiSia
ora f biregolare
in U. Per laproposizione P4,
l’ultimo membro di(11)
ènullo,
ondef c
riesceregolare
a sinistra.Inversamente,
sef c
è
regolare
a sinistra perogni
c(e quindi
anche per c ~uo)
si haD( f c)
===
D f
= 0 onde la(11)
si riduce a(11)
Il teoremapuò
anche enunciarsi con riferimento allaregolarità
destradella funzione
c f .
per
ogni
e e C. Tenuto conto dellaproposizione P, ,
pergiungere
al-1’asserto basta provare il lemma
sono
fra
loro linearmenteindipendenti.
Ora,
se nella relazionesi pone successivamente x = ~c4 , x = = si ottiene
e
quindi Å12
= 0. Pergli
altri coefficientiÅhJ;
ci si riconduce al caso oraconsiderato, operando
una convenientepermutazione sugli
ele-menti della base
( 12 ) .
Una notevole classe di funzioni
regolari
a destra e asinistra,
cherientra in
quella
delle funzionibiregolari,
si ottienepartendo
dallaconsiderazione delle
funzione
intrinsechedell’algebra
C. Ad esse è de-dicato il n. 4.
In un’arbitraria
algebra A,
si dicono intrinseche le funzionif
cherisultino
permutabili
congli automorfismi detl’atgebra,
cioè tali che si abbiaper
ogni
automorfismo (o di A(13).
(12)
Si consideri in C una base ausiliaria deltipo
vo = uo, V~ == uh, v2 = ux v3 = v4 = U,, V5 = U,,Uh, vs = v7 =us(uhux)
Si riconosce facilmente, che le basi{ui},
hanno le stesse tavole dimoltiplicazione.
(~3)
Sulle funzioni intrinseche nellealgebre,
vedi R. F. RINEHART[10].
Per il caso dei
quaternioni,
vedi anche C. G. CULLEN [2].Esempi
di funzioni intrinseche sono forniti dalle serie dipotenze coefficienti
~Xn scalari.La classe
più
interessante di funzioniintrinseche,
checomprende l’esempio
oracitato,
è costituito dallefunzioni primarie,
che possonoriguardarsi
come ottenute perprolungamento all’algebra
di ordinarle funzioni della variabilecomplessa ~ = ~ + iq. Nell’algebra
diCayley,
la definizione è la
seguente (14).
Sia
una funzione definita in un
aperto
del corpocomplesso C,
a valori inC,
con le condizioni
Si consideri
poi
per l’elementogenerico
x di C ladecomposizione
ca-nonica
dove $ = 2
Tr x e Tri = 0. Postola
(13)
si scriveCiò premesso, la funzione
che,
in virtù delle(12),
nondipende
dal segno sceltoper 2,
si dice lafunzione primaria generata
dallaf unzione
di variabilecomplessa
Le funzioni
primarie nell’algebra
C risultano intrinseche(15).
In-(14)
In un’arbitrariaalgebra
A, ilprolungamento
della funzioneo(i)
viene usualmente definito per mezzo della formula di
interpolazione
di Hermite.Si verifica senza difficoltà, in modo del tutto
analogo
al caso deiquaternioni (vedi
R. F. RINEHAftT[10],
Theor.8.1),
chenell’algebra
diCayley
tale defini-zione coincide con
quella
indicata nel testo.(ls)
Il risultato è ben noto, con riferimento ad una arbitrariaalgebra
associativa. Vedi R. F. RINHEART
[10],
Theor. 4.4.vero, per
ogni
automorfismo w di C riescee
poichè IwXI = IXI = 1,
Tr X = 0(16),
segue l’asserto. Nelcaso attuale sussiste anzi il
teorema,
estensione di un noto risultato relativoall’algebra
deiquaternioni (17) :
T2 - NetZ’algebra di Cayley,
lefunzioni
intri?iseehe coincidono con l efunzioni primarie.
Alla dimostrazione di
T2
è dedicato il n. 5.5. Conviene
premettere qualche
lemmasugli
automorfismi di C.L2 -
Perogni coppia
di elementiortogonali
a, b di C conlal i = Ibl i - 1,
Tr a = Tr b =
0,
esiste unautomorfismo
ú)dell’algebra
C tale che wa = a,~~~b = - b.
Invero,
sia c un elemento di Ccon ici
=1,
eortogonale
al sotto-spazio generato dagli
elementi1, a, b, ab.
Denotatocon 0
il sotto-spazio
di Cgenerato dagli
elementi1, a,
c, ac e tenuto conto delle(2), (4), (5)
si verifica senza difiicoltà unasottoalgebra, isomorfa Q
deiquaternioni.
L’elementob,
che peripotesi
riesce orto-gonale
ad1, a,
c risulta ancheortogonale
ad ac. Invero per una notaproprietà
delprodotto
scalare in C( 18 )
In conclusione b è
ortogonale
aQ.
Ciò premesso, si assume come auto- morfismo (o la trasformazione lineare(riflessione)
di C insè,
nellaquale gli
elementidi 0
sono uniti equelli
delsottospazio ortogonale
aQ,
cambiano di segno
(19).
Per
ogni coppia
di elementiindipendenti
x, y di C con== =
1,
Tr x =Tr y
=0,
esiste unautomorjismo
O)dell’algebra
C(l6)
Vedi p. es., N. JACOBSON [8], p. 65.(17)
Vedi R. F. R,INEHART 110], p. 15.(18)
Vedi p. es., N. JACOBSON [8], p. 57, (8).{19)
Vedi N. JACOBsorr[8],
p. 66.tale che risulti x, --A y.
Posto
(per ipotesi
riesceIbl
=1, Tr b = 0, (a, b) = 0
ondeper
L2
esiste un automorfismo (O di C tale che = x, (i)b = - b da cuiL, -
Perogni coppia
di elementi x, y di C conIx i - y I,
Tr x =- Tr y
=0,
esiste xcnautomorfismo
(o di C%’ tale che risulti (ùX = y.Ovviamente, può supporsi
x- y # 0. Siadapprima
anchex --~ y #
0.Posto allora a =
(x + y ~, b =
riesce_ ~ b ~
=1,
Tr a = Tr b =
0, (a, b)
= 0 onde perL2
esiste un automorfismo O) con= a, (ob = - b. Ne discende facilmente l’asserto. Nel caso invece che
x -~- y =-- 0,
sia a unqualsiasi
elemento di C con e orto-gonale
a1, x.
Posto allora il lemmaL2
conduce subito al- l’ asserto.Tuttociò premesso, si passa alla dimostrazione di
T,.
Siaf
unaqualsiasi
funzione intrinsecadell’algebra C;
occorre provare chef
èprimaria.
A talfine,
inanalogia
con la(14)
si scrivacon
Tr Y~ = 0, ~
Denotato con (o unqualsiasi
auto-morfismo di C tale che o X
(e quindi
O)x =x),
risultaSia ora
p # 0.
La(17)
porge allora UJ Y =Y;
dal lemmaL3
segue ne- cessariamente la linearedipendenza
di X eY,
onde Y = eX cone = ~: 1.
PostoDuò scriversi in orni caso
ed evidentemente risulta
Le
funzioni
P, 2 risultandoindipendenti
da X.Invero,
sia X’ unqualunque
elemento di C conTr X’ = 0, ( =
1. PerL4
esiste unautomorfismo Cf) di C tale che ÚJX =
X’,
epertanto
sussistono le re-lazioni
Poichè per
ipotesi f(mx)
= si ottienee cioè l’asserto. In
particolare,
le(18), (19)
sono relazioni deltipo (15), (12) rispettivamente;
in altri termini la funzione intrinsecaf
coincidecon la funzione
primaria generata
dalla funzione di variabile com-plessa + 17i) ~ 7i) + 1}).
Il teorema
T2
è coscompletamente
dimostrato.Nel
seguito, intervengono principalmente
le funzioni intrinsechef generate
da funzioniy~( ~’ )
Le funzionif
si dicono in tal casofunzione
intrinsecheanalitiche,
ecomprendono
fra l’altro lefunzioni definite da
serieconvergenti
dipotenze positive
onegcctiz,e
della rariabile xdi
C, ac coefficienti
scalari:Non è difficile
veriticare, invero,
che la(20)
è la funzioneprimaria
ge- nerata dalla funzione olomorfa6. Funzioni intrinseche analitiche e funzioni
biregolari.
La considerazione delle funzioni intrinseche analitiche consente di costruire
nell’algebra
diCayley
C unaimportante
classe di funzioniregolari
a destra e asinistra,
contenuta fra le funzionibiregolari (n. 3).
Precisamente,
denotato con LI ilLaplaciano
nelle variabili~o,
... ,~7’
sussiste il
seguente teorema,
estensione di un noto risultato di R. Fueter neiquaternioni (20 ) :
Ta -
Perogni f unzione
intrinseca a?ialiticaf
i2 znaperto
U diC,
la
funzione
risulta
biregolare
in U.Le
f unzioni (21),
conf
intrinsecaanalitica,
coincidonoprecisamente,
con le
funzioni biregolari
ottenute da unafunzione
armonicaa(~o ~ ~~ ~
... ,~7)
che risulti
dipendente
soltanto dalle duequantità ~o
e~~ + ... + ~7 .
La
prima
affermazione contenuta inT3
discende immediatamente da un risultatopiù generale
di M.Sce,
relativo ai moduliquadratici ( 21 ) .
Per dimostrare la seconda
parte
diT3 ,
si consideridapprima
unaqualsiasi
funzione intrinseca analiticaf .
Dalla(15)
si ottiene senzadifficoltà
(22)
Pertanto la funzione
a = D12 f
è una funzione scalare. Essadipende
dalle sole
quantità ~o, ~,v = ~i ~--- ... -~- ~~ perchè
per le(12)
il secondomembro della
(22)
è funzionepari
di A. Inoltre riesce per la(8)
onde la funzione
biregolare g = /1
è ottenuta da una funzione ar-monica « del
tipo
richiesto.Viceversa,
sia ora a una funzione armonica delle variabili~~ , ~1,
...~7 dipendente
dalle solequantità ~o , ~1-~- ... -~- ~~
7 Si noti anzitutto chea
può riguardarsi
come una funzioneA)
delle due variabili realio
e À -’i + ...+ ,
@ con laproprietà X(o, - Â)
=a(o, ).
Ciò pre----
(20)
Vedi R. FUETER [4], p. 314.(21)
Vedi M. SCE[13],
p. 224, n. 6. Si tengapresente
laproposizione P4, dopo
aver osservato chef ,
equindi
anche g, soddisfa la (10).(22)
1calcoli possono abbreviarsi con l’uso delle relazioni (8), (9) di M. SCE [13].messo, si consideri la funzione
che,
come facilmente siverifica,
è soluzionedell’equazione
Tenuto conto che per
ipotesi
risultanon è
poi
difficile verificare chefunzione
armonica delle due va-riabili
o,
A. Siano orala funzione armonica
coniugata
di ’lp2 e la funzione olomorfaPoichè
A)
è funzionepari
nel secondoargomento,
dalle(23), (25)
appare che 1p2 e 1p~ riescono funzioni
rispettivamente dispari
epari
di
~,,
onde risultano soddisfatte le(12).
Sia alloraf
Zafunzione
intrinsecaanalitica
generata
dallaf unzione
1p. Tenutapresente
la(24),
dalla(22)
segue
onde ricordando la
(8) può
scriversiPertanto la funzione g
proviene,
tramitel’operatore
dalla funzione intrinseca analiticaf .
Il teoremaT,
è coscompletamente
dimostrato.Si
segnala
ilseguente
corollario diT3:
Cl -
Perogni
serie dipotenze
convergente
in unaperto
U diC,
laf unzione
risulta
regolare
a destra ~in U.Per la
dimostrazione,
si prova anzitutto come nel classico teorema di derivazione di una serie termine atermine,
chepuò
scriversiPoichè la funzione xn è intrinseca
analitica, Cl
discende allora im- mediatamente daT3,
tenutopresente
il teoremaT1
del n. 3.7. Teorema
integrale.
Si denota ora con dx* la
forma aggiunta (24)
della forma differenziale cioè la 7-forrnah
Il teorema
integrale
dato da G. C. Moisil e R. Fueter per le funzioniregolari nell’algebra Q
deiquaternioni (*2-l),
si estendeall’algebra
diCayley
C nella formaseguente:
-
(23)
Nellealgebre
alternative, la notazione ax non èambigua,
nondipen-
dendo il risultato dal modo di associare i
singoli
fattori. Vedi p. es., R. D.SCHAFER
[14],
Theor. 3.1, p. 29.(24 )
Vedi p. es., V. CHOQUET-BRUHAT [ 1 ], p. 97.(2~)
Vedi G. C.MOISIL [9],
p. 169; R.FUETER [4],
p. 312.T 4 -
Sia g unaf unzione
di classe CI in unaperto
U di C. Condizione necessaria esufficiente perchè
si abbiaper
ogni f unzione f regolare
a destra inU,
e perogni
7-ciclor7
di classeCI, omologo
a zero inU,
è che l af unzione
g risultibiregolare
in U(26).
Per la
dimostrazione,
si osservi anzituttoche,
denotato con d ildifferenziale
esterno,
riesce in UPer il teorema di Green-Stokes
(21)@
la(26) equivale quindi
alla re-lazione
per
ogni f regolare
a destra in U. Perf
= 1 si ha inparticolare Dg = 0,
onde
può
scriversie
pertanto
la(27) equivale
all’essereD(gc)
= 0 perogni
elemento c E C.Il teorema
Ti
conduce subito all’asserto.~
(26)
Un teoremaanalogo
aT4
sussiste con riferimentoall’integrale
con
f regolare
a sinistra.F7
(27)
Vedi p. es., B. SEGRE [15],Cap.
II, n. 46.8. Formula
integrale.
Come mostra il teorema
T4 ,
per ottenere in C una formula di rap-presentazione integrale
delle funzioniregolari,
yanaloga
aquella
diG. C. Moisil e R. Fueter nei
quaternioni (-8),
occorre assumere comenucleo una funzione
biregolare.
Il nucleo classico1/x
non èbiregolare nell’algebra
C. Esso è tuttavia una funzione intrinseca analitica inC - ~0~ (n. 5),
epertanto
riesce ivibiregolare
la funzioned 3(1/x) (Teor. T3).
Siperviene
cos al teorema:f è
unafunzione regolare
a destra in unaperto
U diC, e L
unaqualsiasi superficie
7-dimensionate chiusa di classe CI contenuta inU,
risultaper
ogni z interno a 1:7 (:.9) (3°).
Per la
dimostrazione,
mediante il teoremaT4,
ci si riconduce a calcolare il secondo membro della(28)
su una 7-sfera8,
di centro ze
raggio ~r
conveniente. Tenuto contopoi
che riesce- - i22 ~ 16 ( (x - z)-1 / ~x - z ~6)
e che suS7
risulta dx* = -«x - z) jr) da,
essendo da l’elemento d’area di
87, può
scriversi(31)
Facendo ora tendere a zero il
raggio r
di~S~ ,
e tenuto conto che l’area di87
vale siperviene
subito alla(28).
In modo del tutto
analogo
al caso delle funzioniregolari nell’algebra
(28)
Vedi G. C.MOISIL [9],
p. 171; R.FUETER [4],
p. 318.(29)
Una formulaanaloga
sussiste ovviamente per le funzioniregolari
asinistra.
(30)
Si intendequi
che~?
siasemplicemente
allacciata col punto z. Nelcaso
generale
interviene come fattore aprimo
membro della(28)
l’indice diallacciamento.
(31)
Si tenganopresenti
le relazioniriportate
nella nota (8).dei
quaternioni (32),
dallarappresentazione integrale
ora trovata di- scendono per le funzioniregolari nell’algebra
diCayley
C le classicheconseguenze. In
particolare, le componenti
dellef unzioni regolari
sonodi classes C~’.
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