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LE CURE PALLIATIVE HOSPICE PAZIENTE TERMINALE

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Academic year: 2022

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(1)

LE CURE PALLIATIVE HOSPICE

PAZIENTE TERMINALE

“Le cure palliative iniziano dal comprendere che ogni paziente,

ha la sua propria storia,

i suoi legami interpersonali e la sua cultura, ed è degno di rispetto essendo un individuo unico.”

Cicely Saunders

(2)

•“Sebbene tutti i pazienti siano uguali nel senso che ‘stanno morendo’ , ciascuno di loro ha

una vita individuale e l’infermiera che li visita ha il dovere di

considerare assolutamente sacra la personalità di ciascuno e

cercare di individuare ciò che fa di un uomo una persona e che

appartiene a lui e a nessun altro”.

(3)

Perché le Cure Palliative (1)

Nuovi modelli culturali:

Scienticismo Edonismo

Secolarizzazione

Mutato quadro socio demografico

Famiglie piccole Single

Necessità di contenuto delle spese:

Cure palliative Ass. Domiciliare

Hospice

(4)

Perché le Cure Palliative (1a)

• Secolarizzazione: perdita della fede, o la sua irrilevanza rispetto alla vita, per cui l’orizzonte soprannaturale, il “dopo” la morte, diventa

nebuloso incerto;

• Lo scienticismo, con la pretesa di affidare alla medicina la “gestione” del morire (come del nascere), il che comporta lo spostamento del luogo di morte in ospedale e la delega ai

medici delle decisioni da prendere,

(5)

Perché le Cure Palliative (1b)

• L’edonismo, che rifiuta ogni aspetto della vita che non sia piacere e felicità, relegando il più

possibile il dolore e, ancor più, la morte nel dimenticatoio,

• Il mito dell’efficienza e della produttività, tipico delle civiltà occidentali contemporanee, per cui il soggetto che non possiede più tali capacità come è certamente il malato inguaribile, viene

automaticamente posto ai margini degli interessi

e delle premure della società

(6)

Perché le Cure Palliative (2)

“E’ di estrema importanza riconoscere la discrepanza tra le necessità di un malato in fase terminale e quelli che sono i quattro fini primari dell’ospedale: indagare,

diagnosticare, curare e prolungare la vita (…). Il problema sorge quando noi

introduciamo in questo ambiente ospedaliero pazienti a cui l’abilità medica non serve più (…). Competenza dello staff e necessità del paziente pertanto si sposano male.

(Mount BM.)

(7)

Perché le Cure Palliative (3)

“Tra le rigidità degli orari, flebo, iniezioni e terapie, in ospedale non rimane alcuno spazio per l’assistenza, (ad sidere) nel senso più

profondo di stare accanto a chi non ha più

bisogno di nulla se non di una presenza umana, empatica, di accoglienza di tipo materno che sia disponibile a tollerare i suoi silenzi, capace di tenergli la mano a lungo, di accompagnarlo e di non lasciarlo solo. Non c’è posto, in ospedale, per chi è giunto ormai alla fine della sua esistenza e vuole andarsene dignitosamente, in pace tra l’affetto dei suoi cari” (Beltrutti)

(8)

Storia (1)

IV sec. d.C.

HOSPITIA

- Fornivano assistenza ai

pellegrini, ammalati e morenti;

- Amore verso il prossimo e servizio verso gli ultimi;

- In questi viaggi verso i luoghi di culto, importanti per la

cristianità, non era

infrequente, soprattutto per i malati, incontrare la morte.

(9)

Storia (2)

Medio Evo HOSPITALIA

- Strutture simili agli Hospitia istituite da enti laici in

particolare dai comuni e dalle confraternite

- Trovavano rifugio i viandanti e ricevevano assistenza gli anziani o gli indigenti privi di famiglia e di sostentamento (assistenza delegata alle famiglie).

(10)

Storia (3)

Fine XIII sec. Inizio XIV NASCITA OSPEDALI

- Delegare agli altri, al di fuori

della famiglia, la cura dei malati e dei sofferenti;

- Tradizione ippocratica: i medici tendevano a non trattare le

patologie incurabili o inguaribili;

“Assicurarsi che nessun malato incurabile venisse ammesso e che nessun malato curabile venisse rifiutato” (1544).

(11)

Storia (4)

• 1842 Jeanne Garnier: Calvaries (Lione)

• 1879 Irish Sisters of Charity (Mary Aikenhead) : Our Lady’s Hospice (Dublino)

• 1893 Saint Luke’s Home for Dying Poor (Londra)

• 1899 Calvary’s Hospital (New York)

• 1905 St. Joseph Hospice (Londra)

• 1948 Marie Curie Memorial Foundation (Francia)

(12)

Storia

• 1978 Primo congresso sul dolore da cancro Venezia (Fondazione Floriani)

• 1986 Pubblicazione del volume Pain Relief dell’OMS

• 1988 Primo Congresso della SICP

• 1989 Costituzione della European Association

of Palliative Care (EAPC) in Italia si costituisce

la Scuola Italiana di medicina e Cure Palliative

(SIMPA)

(13)

DEFINIZIONE OMS

La cura ( CARE ) totale prestata alla persona affetta da una malattia che non risponde più alle terapie utilizzate per raggiungere la guarigione”.

• Le Cure palliative:

Provvedono al sollievo del dolore e dagli altri disturbi;

Affermano la vita e considerano il morire come evento naturale;

Non accelerano nè ritardano la morte;

(14)

DEFINIZIONE OMS (6)

Integrano gli aspetti psicologici e spirituali dell’assistenza;

Aiutano i pazienti a vivere in maniera attiva fino alla morte;

Sostengono la famiglia durante la malattia e durante il lutto.

(Definizione di Cure Palliative concordata dal “National Council for Hospice and Palliative Care Service” (WHO 1990)

(15)

Definizione OMS

• “…la maggior parte degli aspetti inerenti le cure palliative è applicabile anche più

precocemente nel corso della malattia, in

concomitanza con altre terapie curative, come

ad esempio la chemioterapia o la radioterapia

nel paziente oncologico” (2002)

(16)

Che cosa sono?

• “Trattamento globale e attivo

• del paziente affetto da patologie evolutive e irreversibili;

• che non risponde più ai trattamenti atti alla guarigione;

• attraverso la cura di tutto ciò che crea disagio (dolore, nausea, vomito, dispnea, ecc) indipendentemente dalla causa;

(17)

Che cosa sono?

• mirando ad una qualità di vita più accettabile possibile;

• tale assistenza interessa l’aspetto fisico,

psicologico e spirituale;

• del paziente stesso e della sua famiglia.

(18)

Codice deontologico dell’infermiere 2009

• Art.6: L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della

collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione.

• Art.35: l’infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita

dell’assistito, riconoscendo l’importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, spirituale, relazionale

(19)

Codice deontologico dell’infermiere 2009

Art. 36: L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita.

(20)

Codice deontologico dell’infermiere 2009

• Art. 38: L’infermiere non attua e non partecipa a

interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito

• Art. 39: L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella

evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto

(21)

CARATTERISTICHE delle CURE PALLIATIVE (Commissione ministeriale

per le

Cure Palliative 1999) GLOBALITA’

dell’intervento terapeutico VALORIZZAZIONE

DELLE RISORSE del malato e della sua

famiglia

QUALITA’

delle prestazioni erogate

CONTINUITA’

della cura fino all’ultimo minuto

INTENSITA’

delle cure fino INTEGRAZIONE ed

INSERIMENTO

nella rete dei servizi

Rispetto

dell’AUTONOMIA e dei

VALORI della persona

MOLTEPLICITA’

delle figure professionali

(22)

Chi sono i destinatari (1)

“ Non sono solo i malati oncologici, ma tutti quei pazienti affetti da patologia inguaribile in

progressione di malattia; quest’ultima accertata

dopo mancata risposta terapeutica a trattamenti

specifici, scadimento delle condizioni generali del

paziente e compromissione irreversibile di uno o

più organi nobili” (Sgreccia)

(23)

Chi sono i destinatari (2)

• Cancro

• AIDS

• Malattie

neurodegenerative

• Malattie croniche cardiovascolari

• Broncopneumopatie croniche

(24)

Chi sono i destinatari (3)

Terminalità:

• condizione in parte fisica ed in parte psicologica

• induce nella mente del medico, della famiglia e dello stesso paziente un’attesa di morte in breve tempo

• non dipende dall’età del paziente

• non dipende dal tipo di malattia

(25)

Chi sono i destinatari (4)

Paziente terminale:

• pz affetto da malattia inguaribile con aspettativa di vita < o = ai 90 giorni;

• non più suscettibile a terapia specifica chemioterapica o chirurgica;

• pz allettato per più di 2/3 della giornata, 16

ore (F. Toscani)

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