R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
G ABRIELE H. G RECO
Sulla rappresentazione di funzionali mediante integrali
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 66 (1982), p. 21-42
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rappresentazione integrali.
GABRIELE H.
GRECO (*)
Introduzione.
Analogamente
aquanto
accade nelle trattazioni usuali della teoria della misura edell’integrazione (vedi,
per es.[1], [~] ), nel §
1 diquesto
articolo,
consideriamo unafamiglia
H di sottoinsiemi diX,
la fami-glia H)
delle funzioni misurabilirispetto
adH,
una funzioned’insieme ~5: H -
[0,
+oo]
monotona definita suH;
e definiamo l’in-tegrale f f
dd di unaqualsiasi
funzionef
EH) rispetto
alla fun-x +00
zione d’insieme ~ mediante la
posizione
dove a èx o
una funzione
crescente,
definita su eduguale
su H(questa
definizione è una buona definizione soltanto
quando f
èH-misurabile,
cioè
f
EH)).
Inoltre chiamiamo «integrali
»quei
funzionaliT : ~ -~
[ 0,
+oo],
definiti suparticolari famiglie
difunzioni,
dette« domini di
integrazione »,
che verificano perogni
e[0,
+00)
e perogni queste cinque proprietà:
(*)
Indirizzo dell’A.:Dipartimento
di Matematica, Università di Trento, 38050 Povo(Trento), Italy.
queste proprietà,
che sono tra loroindipendenti (vedi esempi 1, 2, 3),
possono essere automaticamente soddisfatte in alcuni casi
più
o menoevidenti
(vedi Proposizioni
1.2 e1.3;
peresempio,
seogni
èlimitata,
la(4)
èverificata;
oppure, se esiste conT(f) +
oo, la(1)
segue da(3) ... ).
Nel
§
2 si dimostra nel teorema dirappresentazione
cheogni
inte-grale
sipuò rappresentare
comeintegrale rispetto
ad una funzioned’insieme
monotona,
si descrivono tutte le funzioni d’insieme che rap-presentano
un datointegrale; infine,
come conseguenza del teorema dirappresentazione,
si dimostra cheogni integrale
è omogeneo. L’omo-geneità degli integrali (presente
nella loro definizione in[3]
e richiestain alcune
proposizioni
in[2]) dipende
da tutte ecinque
leproprietà
che definiscono un
integrale (vedi Esempi 1, 2, 3).
Nel §
3 si danno condizioni necessarie e sufficienti affinchè sia validol’analogo
del lemma di Fatou(vedi
Teorema 3.4 e Lemma3.2)
e condizioni sufficienti affinchè sia valido
l’analogo
del teorema diLebesgue
sulla convergenza dominata(vedi
Corollario 3.8 e Teore-ma
3.9).
Iltipo
di convergenza che entra ingioco
inquesta
analisisulla continuità e semicontinuità
degli integrati
è la convergenza uni- forme di funzioni inRx,
doveR
= R U~-
00,+
è la retta estesa metrizzata.Nel
§
4 si danno delle condizioni affinchè un datointegrale
si possa estendere in maniera univoca su un dato dominio diintegrazione;
esi afferma il ruolo di
integrale
inferiore(risp. superiore) dell’integrale f-drxT (risp.
dove otT(risp.
è la minima(risp. massima)
x x
funzione d’insieme monotona che
rappresenta
un datointegrale
T.Le notazioni e la
terminologia,
usate inquesto
articolo sono ingenerale quelle
usuali. Se X è un insieme nonvuoto, H
un suo sotto-insieme, f
una funzione definita suX, indichiamo,
con5’(X), f 1,,, {f
>t}, rispettivamente
l’insieme delleparti
diX,
la funzione carat- teristica di H definita su X da = 0(risp. 1)
se(risp.
sex E
H~),
la restrizione dif
adH,
l’insieme~x
E X :f (x)
>t~;
con supf
H e
inf f
indichiamorispettivamente
il numero reale finito o infinitoE
H}
einf {f(x) : x
EH}, qualora H # 0.
Inoltre conve-niamo che
0’(+ 00)
= O einf ~
= 0. Con N ed Rindichiamo, rispet- tivamente,
l’insieme dei numeri interi n >O,
e l’insieme dei numerireali; poniamo
Sia H e
5’(X)
unafamiglia
d’insiemi nonvuota,
una funzione d’in- sieme d : H -rL 1-0,
+ si dirà « monotona »se d(0)
=0, quando 0
EH,
e
se b(A) ó(J5), quando Seguendo
le notazioni cor-rispondenti
diMeyer [6],
sidirà,
peresempio,
che unafamiglia
d’in-siemi è « stabile per
(r1 f ) »
e « stabile per(U n) »,
se Hè, rispettiva- mente,
chiusa per intersezioni finite e per unioninumerabili;
simbolidi stabilità
analoghi,
sono usati per leoperazioni
di «inf »(indicata
con « 1B
»)
e di « sup »(indicata
con «V »).
Ringrazio
il Prof. Mario Miranda con cuiho, più volte,
discussol’argomento
trattato inquesto
articolo.1. Definizione
d’integrale.
Sia X un insieme non vuoto e sia
[0,
+oo]g
la classe delle funzionif : .X --~ [ o,
+oo] .
Unafamiglia
di funzioni nonvuota, B c [O,
+oo]g
si dice dominio di
integrazione
suX,
se le funzioniaf,
aappartengono
aB, qualora a
e[0,
+oo)
ef
E B. Poichè conveniamo the0 ~ ( -~- oo)
=0, ogni
dominiod’integrazione
contiene la funzione nulla 0.Sia B c
[0,
+oo]g
un dominiod’integrazione
suX, un’applicazione
1’: B ~
[0,
+ si diceintegrale
sul dominio diintegrazione B,
seper
ogni f , g
E B e perogni a
E[0,
+00) valgono
leseguenti
pro-prietà :
Queste cinque proprietà
saranno indicate nelseguito
come «proprietà dell’integrale
».NOTA 1. In
[3]
ho chiamato «integrale
monotono »ogni applica-
zione
T,
definita su un dominiod’integrazione,
che verifica lecinque proprietà precedenti
ed è omogenea, cioè verifica anche laseguente proprietà:
nel
seguito
si dimostra cheogni integrale,
definito come sopra, è omo-geneo
(vedi
Corollario2.1)
e che laproprietà
diomogeneità dipende
da tutte le
cinque proprietà dell’integrale (vedi Esempi 1, 2, 3).
L’insieme
[0, + oo]g
delle funzioni numeriche definite su X è ilpiù grande
dominiod’integrazione
suX; ogni
unione o intersezione di domini diintegrazione
su X è un dominio diintegrazione.
Il domi-nio di
integrazione
suX, generato
da una funzionef
E[0, + oo]g
èmentre
quello generato
da unafamiglia
di funzioni D c[0,
+oo]g
è{O}
se D =0,
altrimenti Se H è unafamiglia
non vuota dif ED
sottoinsiemi di
X,
il dominiod’integrazione generato
da H èH G H e +
oo)},
dove 99,:X - {0,1}
indica la funzione carat- teristica dell’insieme .H. Ilpiù importante
dominio diintegrazione,
associato ad una
famiglia
di insiemi contenente l’insiemevuoto,
èquello
delle funzioni H-misurabili(vedi [4J).
Una funzionef
e[0,
+oo]g
è detta se perogni a, b
E(0,
+oo)
cona > b esiste un insieme H E H tale che .
la classe delle funzioni
H-misurabili,
indicata con il simboloH)
è un dominiod’integrazione
conqueste
ulterioriproprietà:
(8)
Se cH)
è una rete di funzioni e perogni
n E Nla converge uniformemente a
f /~ n,
allora.
(X, H) .
Inoltre
(vedi [4])
(9)
H è stabile per(n f ) (risp. (v f ) )
se e solo seH)
è sta-bile per e
(risp.
(10)
H è stabile per(n f,
Uf )
se e solo se~+(.X, H)
è stabile persomme
finite;
(11)
H è stabile(n ~?.l (risp. (U m))
se e solo seH)
è sta-bile per
(risp. ( ~/ n) ) ;
inquesto
caso unaf
è H-misura- bile se e solo se per +00) (risp.
~ f > a~ ) appartiene
a H.Sia H
e 0
E H. Se ò : H -[0,
+oo]
è una funzione d’in-sieme
monotona,
definiamol’applicazione f - dd : M+(X, H) - [0,
+oo]
mediante la
posizione
una
qualsiasi
funzione d’insieme monotona tale chece(A) = ~(A)
perogni A E lHf; questa
èpiù
che buonadefinizione, perchè,
come si èdimostrato in
[4],
una funzionef
E[O,
+ è H-misurabile se e solose per
ogni coppia
di funzionid’insieme y, (J: S(X) - [0, + cxJ]
mo-notone e, tali che
y(A) _ ~ (A )
perogni
A EH,
risultaL’applicazione j- dò : M+(X, H) - [0,
+oo]
è l’unicointegrale,
defi-x
nito sul dominio
d’integrazione H),
che sulle funzioni caratte- ristiche d’insieme 92,vale ó (H)
perogni
essa è detta « inte-grale rispetto
allafunzione
d’insieme monotona ~ ».Le
proprietà (1), (2), (3), (4), (5) dell’integrale
sonoindipendenti ed, inoltre, ogni applicazione
T che verifica soloquattro
di essepuò
non essere omogenea, come si deduce da
questi esempi.
ESEMPIO 1. Sia B c
[0,
+oo]g
un dominiod’integrazione
su X.L’unica
applicazione
1: B -->[0,
+oo]
che verifica soltanto le pro-prietà (2), (3), (4), (5) dell’integrale,
è definita dallaposizione T( f )
=-
+
oo perogni f
E B. aESEMPIO 2. Sia X =
{O, 1~. L’applicazione
definita da
T(f )
= perogni f
E[0,
+oo]g
verifica soltanto leproprietà (1), (2), (4), (5) dell’integrale
e non è omogenea..ESEMPIO 3. Sia X =
[0,
+00)
e siaf : [O,
+oo)
-~[0,
+00)
de-finita da
f (x)
= x perogni x
E[O,
+oo).
Sianole
applicazioni,
definite sul dominio diintegrazione 2013/Ac): +00)
e + dalleposizioni
per
ogni a e [0 , +00)
e per +00]
con + 00.L’applicazione Ti
verifica solo leproprietà (1), (2), (3), (5)
dell’inte-grale ; l’applicazione T2
verifica solo leproprietà (1), (2), (3), (4);
l’applicazione Tg
verifica solo leproprietà (1), (3), (4), (5).
Le ap-plicazioni Ti, T2,
non sono omogenee.Concludiamo
questo paragrafo
elencando alcuneproposizioni riguar-
danti le
proprietà
di unintegrale:
laProposizione
1.1permette
discrivere in forma
più compatta
leproprietà (4)
e(5) dell’integrale
mediante la
proprieta (4)
+(5) (vedi
anche laprossima
nota2);
leProposizioni
1.2 e 1.3presentano
alcune situazioni che si trovano in letteratura(vedi,
peresempio,
Teorema 6.4 in[2]),
inipotesi più
forti.
PROPOSIZIONE 1.1.
Un’applicazione
T : B -[0,
+00], de f inita
suldominio
d’integrazione
l~ c[0,
+00]
è unintegrale
se e solo severifica
le
proprietà (1), (2 ), (3 ) dell’integrale
e,inoltre, verifica
laproprietà
DIMOSTRAZIONE.
Supponiamo
che T sia unintegrale,
dimostriamo che T verifica(4)
+(5).
Perogni f
E B si hanno leuguaglianze
quindi
per laproprietà (3) dell’integrale
risultapassando
al limite per n --~ + oo inquesta
ultimauguaglianza
si ot-tiene
(4)
+(5),
in virtù di(3), (4), (5). Viceversa, supposto
che Tverifichi
(1), (2), (3)
e(4)
+(5),
dimostriamo che T è unintegrale.
Per
ogni
hanno ledisuguaglianze
da
queste risulta,
in virtù di(2),
quindi passando
al limite per n -~ + 00, si ottiene(4)
e(5)..
PROPOSIZIONE 1.2. T : B -
[0,
+00] un’applicazione de f inita
sul dominio di
integraczione
B. Indichiamo conJ (~) ~ [0,
+00]
laf unzione
d’insiemedefinita
da(JT(A)
= inf(T(f) :
ITAf
ef
EB}.
Se l aapplicazione
Tverifica
leproprietà (1), (2), (3), (4) dell’integrale
ed ètale che >
0}
-~- CX) perogni f
EB,
allora T è unintegrale.
DIMOSTRAZIONE. Per dimostrare che T verifica la
proprietà ( ~ )
èsufficiente dimostrare che per
ogni f
E B risulta lim =0,
n
poichè T( f )
=T(fVljn-1jn)
+T(fAljn).
Essendo0 )
+ cx), esiste una funzione g tale che eT(g)
+ oo;quindi,
avendosi per
ogni
n E N e n > 1 ladiseguaglianza
passando
al limite inquesta
ultimadiseguaglianza
si ha limT(fA
=
0, perchè
nPROPOSIZIONE 1.3. Sia B un dominio di
integrazione
su X con unadi
queste proprietà
applicazione
T: B -+[0,
+00)
con leproprietà (2), (3), (5)
del-l’integrale,
tale che esiste una costante a E(O,
+00)
con a # 1 per laquale T(af)
=aT(f)
perogni f
EB,
è unintegrale.
DIMOSTR,AZIONE. Per dimostrare che T è un
integrale,
è suffi-ciente verificare che lim
n)
= 0 perogni f
E B. Perciò siaf
EB,
chiamiamo g la funzionef 2
o lafunzione , ]
a seconda che B verifica
i)
oii);
in ambeduequesti
casi risultaper
ogni
Poniamo b = a(risp.
= se a > 1(risp.
a1 ) ; poichè T(ah)
=aT(h)
perogni
risulta == per
ogni n G N ; quindi,
essendo limT (g/bn)
= limT(g)jbn
=0,
risulta lim n
T(gjn)
= 0 . n nNOTA 2. La
Proposizione
1.1suggerisce
una nuova definizione diintegrale T,
ottenuta modificandoleggermente
la definizione di do- minio diintegrazione (cioè B
si suppone che sia unafamiglia
nonvuota contenente le funzioni
af
eogni qualvolta a, b,
c E[o,
+oo)
con 0 e b+
eobbligando
T a verificarele
proprietà ( 1 ) , ( 2 ) , (3), (4)
+(5). Questa
nuova definizione continuaa soddisfare tutte le
proposizioni, riguardanti
unintegrale T, presenti
in
questo
articolo.2. Teorema di
rappresentazione
edomogeneità dell’integrale.
Sia
T : B - [0,
+cxJ]
unintegrale,
definito sul dominiod’integra- zione B c [0,
+ sianoaT, BT: P(X) - [0,
+oo]
le funzioni d’in- sieme monotone definite dadove conveniamo che inf
ø
= + oo. Si dirà che una funzione d’in- sieme y : H -[0,
+00],
dove H cT(X) e 0
Erappresenta l’integrale
1’: B -
[0,
+00],
se B cH)
eT(f)
=f f dy
perogni f
E.
( X, H).
xTEOREMA DI RAPPRESENTAZIONE. ;s2a 1: B ->
[0,
+oo]
2~n 2n.te-grale,
e lI~ c con 0 E l~. Unaf unzione
d’insieme monotona y : ~ ---~-
[0,
+00] rappresenta
T se e solo seper
ogni
H E H.COROLLARIO 2.1
(omogeneità dell’integrale). Ogni integrale
T : B --
[0,
-f-oo)
è omogeneo, cioèQuesto
corollario segue direttamente dal teorema dirappresenta- zione, poichè ogni integrale f. drx rispetto
ad una funzione d’insiemex
monotona a è omogeneo, e la funzione d’insieme a,
rappresenta
T.Poichè
per H = 5(X)
risultaH)
_[0,
+cxJ)x,
si osservafacilmente che il teorema di
rappresentazione
èequivalente
alla se-guente proposizione:
PROPOSIZIONE 2.2. Sia T : ~ -~
[0, + 00]
unintegrale.
Unafun-
zione d’insieme y :
[0, + 00] rappresenta
T se e solo se aT cy BT.
.Alla dimostrazione della
Proposizione
2.2premettiamo questi
duelemmi.
LEMMA 2.3. Sia
f
E[0, + oo]X. Valgono
leseguenti disuguaglianze
per
ogni
n, i E N.LEMMA 2.4. Sia T: B 2013>-
[0,
+oo]
unintegrale
sul dominio di inte-grazione B
c[0,
+ AlloraT (2 f )
=2T ( f )
perogni f
E B.DIMOSTRAZIONE DEL LEMMA 2.4. Dalla
diseguaglianza (i)
del Lem-ma 2.3 e dalla
proprietà (2) dell’integrale
T segue cheda
(*),
in virtù delleproprietà (3), (4) dell’integrale
T si ottienecioè
Per le
proprietà (2)
e(5)
diT, passando
al limite per n -+
oo in(~~),
si ottiene
Dalla
disuguaglianza (ii)
del Lemma 2.3 e dallaseguente disegua- glianza
vera per E
N,
segue, in virtù dellaproprietà (2)
diT,
perogni
i E NDa
(~)’, (*)",
per leproprietà (3)
e(4)
di .~’ si hacioè
Passando al limite per nella
disuguaglianza (~~)’,
in virtùdelle
proprietà (2), (3)
di T si haInfine da
(***)
e da(***1’
si ottieneT(2f) = 2 T ( f )
perogni
a DIMOSTRAZIONE DELLA PROPOSIZIONE 2.2. Sia
f
e B. Dal Lemma 2.~.~risulta
inoltre si ha
Se y:
[0, + 00]
è una funzione d’insieme tale chesi ottiene da
(*), (**)
e dallaproprietà (3)
diT,
ladisuguaglianza
passando
al limite per in virtù dellaProposizione 1.1,
risulta
T ( f )
=JY dy, poichè
Quindi
yrappresenta l’integrale
T . Ilviceversa,
cioèogni
y che rap-presenta
T è tale che è una conseguenza diretta della defi- nizione delle funzioni d’insieme a.p ePT. a
3. Sulla continuità e semicontinuità
dell’integrale.
Si è visto nel teorema di
rappresentazione
cheogni integrale
èrestrizione di un
integrale
deltipo f - da,
dove a :T(X) -+-[0, + C>01
x
è una funzione d’insieme
monotona; quindi nell’analisi,
che presen- tiamo inquesto paragrafo,
sulla continuità e semicontinuità dell’in-tegrale,
non mancheremo digeneralità
nell’usare solointegrali
diquesto tipo.
Si dirà che una rete di +oolx,
indiciata suun insieme diretto
J,
convergeuniformemente
inRX
verso la funzionef E [ o,
se la converge uniformemente verso perogni n
E N. Si osserva che una condizionenecessaria,
affinchèvalga l’uguaglianza f f
da = lim perogni
funzione d’insieme mo-notona a, è che la rete
f f ~~~
converga uniformemente in A pro-posito
diquesto tipo
di convergenza uniformevalgono questi
trelemmi,
facili da dimostrare:LEMMA 3.1.
+ oo]g e + oo]g.
La rete{/Jj
converge
uniformemente
inRX
versof
se e solo se sonoverificate
leseguenti
condizioniLEMMA 3.2. ~
,seguenti proprietà
sonoequivalenti :
LEMWà 3.3. ljia
[O,
+co]X
una reteseguenti proprietà
sonoequivalenti :
TEOREMA 3.4. Sia c
[0, + oo]g
una reteseguenti proprietà
sonoequivalenti :
DIMOSTRAZIONE.
i) =>ii).
In virtù del Lemma 3.2 lai)
èequiva-
lente alla
proprietà
quindi
dimostriamo che(*)
~ii).
Fissata la funzione d’insieme mo-notona a, sia c R una successione tale
f f
da perogni
x
In virtù della
Proposizione 1.1,
perogni
a,,esiste
un kn
E N tale cheDa
(*)
segue l’esistenza diun j n
E J tale cheDalla
proprietà (2) dell’integrale f- da,
da(**)
e da(***)’
segue chex
per
Quindi
vale laii).
x
ii) =>i).
Sia A un sottoinsieme di X .L’applicazione
T :[0,
+- [0,
+-1,
definita daT(g)
= inf(g)
perogni g
E[0,
+ è unintegrale rappresentato
dalla funzione d’insieme MA:S(X) - [0,
+oo]
definita da =
inf qJB. Quindi, applicando
laproprietà ii), quando
« è la funzione d’insieme 99A, si ottiene la validità di
i).
COROLLARIO 3.5
(vedi [3]).
Se la + convergeuniformemente in Rx
verso Zafunzione f E [0, + oo]g,
alloraper
ogni funzione
d’insieme monotona a:S(X) - [0,
+oo]. 1
COROLLARIO 3.6. Sia c
[0,
+ una retee f
nnacfunzione
E
[0,
+oo]g
tale chef j f
per ovnij.
Leseguenti proprietà
sonoequi-
valenti :
converge
uni f ormemente
in versof ,
per
ogni funzione
d’insieme monotona a :TEOREMA 3.7. Sia «:
~’(X) -~ [O, + oo]
unafunzione
d’insieme mo-«
+ 00, e per
ogn2 j E J,
se perogni
sottoinsieme A non vuoto di
X,
alloraDIMOSTRAZIONE. Sia e E
(0,
+oo) ;
in virtù dellaProposizione 1.1, poichè f g
doc + oo, esiste un ke E N tale cheIn virtù del Lemma
3.3,
esisteun je E
J tale cheDalla
proprietà (3) dell’integrale f - da,
risulta perogni j
E Jx
Allora da
(*), (*~), (***)
e dallaproprietà (2) dell’integrale f- da,
x
poichè
perogni j E J,
si ottiene+j’/%(x
perx x
Quindi,
data l’arbitrarietà si ottiene chex x
COROLLARIO 3.8
(vedi [3]).
Sia oc:J (X) ~ [0,
+oo]
unafunzione
d’insieme
monotona;
sia c[0,
+oo]X
una reteconvergente
uni-verso Za
funzione f E [0,
+co]g.
Se esiste unafunzione g E [0,
+oo]g
tale chef j c g
perogni j E J
ef g
da + 00, allorax
Sia a :
S(X) - [0, + oo]
una funzione una retee
[0,
+ ef
una funzione E[ o,
+ si dirà che laconverge
quasi-uni f ormemente
af ,
se perogni
8 E(0, + 00)
esiste uninsieme B E
T(X)
tale cheoc(B)
C ~ e la rete converge uni- formemente inRX
verso la funzionefqJx-B.
TEOREMA 3.9. Sia a:
$(X) - [0, + 00]
unaf unzione
d’insieme mo-notona e subadditiva
(cioè oc(A
UB) a(A)
+oc(B)
perogni A,
B ESe la converge
quasi-a-uniformemente
verso lafunzione f
ese esiste una
f unzione
g E[0,
+oo]x
tale chef
> g perogni j
E J ePremettiamo alla dimostrazione di
questo
teorema un lemma sul- l’assoluta, continuitàdell’integrale.
LEMMA 3.10. a:
J (X) - [0,
+oo] funzione
d’insieme mo-notona e sia g E
[0, -E- oo]x
tale chef g
da-f-
00. Allora perogni
x
e E
( 0,
+oo)
esiste E( 0,
-~-00)
tale che si abbiaf g
da ê,qualora
a(B) C ~.
BDIMOSTRAZIONE DEL TEOREMA 3.9. Dalla convergenza
quasi-a-uni-
forme della rete esiste per
ogni n
E N un insiemeBn
E tale che(*) f g
da1 /n
e la converge uniforme-_ Bn
mente in RX verso la funzione
Poichè oc è
subadditiva,
anche le funzioni d’insieme vj, v:-
[0,
+oo]
definite da ~ 1sono subadditive. Sia 8 = la rete non converge a
f (x)~;
l’insieme S è contenuto in
ogni Bn , quindi oc(8)
=0 ;
in virtù della subadditivitàdi v,
si haquindi
in virtù del lemmaprecedente, applicato
alla funzionef
aventeintegrale finito,
risultaDalla subadditivtà delle funzioni
d’insieme v,
e da(*)
si otten-gono le
diseguaglianze
passando
al limite inqueste disuguaglianze,
in virtù di(*)
e del Corol-lario
3.8,
abbiamo perogni
D’altra
parte, poichè
risulta perogni
Dunque
da(**), (~~)’, (*,*)"
segue che4. Estensione di
integrali.
Sia T: B -+
[0,
+00]
è unintegrale
sul dominiod’integrazione
B c
[0,
+oo]g,
una funzione d’insieme y :S(X) - [0,
+oo]
monotonarappresenta
T se e solo se Siacon ø E H
unafamiglia
d’insiemi e sia«: S(X) - [0,
+00]
una funzione d’insiememonotona,
tali chele restrizioni H -
[0, + 00]
costituiscono tutte e sole le funzioni d’insieme cherappresentano l’integrale
T. Perciò essendo aT(risp. ~3T)
la minima
(risp.
lamassima)
funzione d’insiememonotona,
definitasu che
rappresenta T,
risulta perogni
H c tale che0
E He B c M+(X, H) :
OSSERVAZIONE. Se T: ~ -~
[0,
+00]
è unintegrale,
diremo cheuna
famiglia
d’insiemi H(può
accadere chel~ ¢ ~+(X, ~HI) )
è densaper
l’integrale
T se sono soddisfatte leprecedenti uguaglianze i)
eii).
In altre
parole
lafamiglia
d’insiemi H è densa se e solo se una funzione d’insieme monotona a :(T(~) 2013~ [0,
+oo] rappresenta T, ogni qual-
volta esiste +
oo]
cherappresenta T,
tale cheB|H = a|H.
La funzione d’insieme
~5p: flr
-[0,
+w],
definita sullafamiglia
«r(A ) = degli
insiemiT-regotacri
dallaposi-
zione
~T(A)
=ocT(A)
perogni
A E ha una certa rilevanza nello studiodegli integrali;
essa riassume le informazionipossedute
da unintegrale T,
come si è constatato nell’introduzione di[3].
La funzione d’insieme~T
non solorappresenta l’integrale
T(conseguenza
del teo-rema sulla densità di vedi Th.
4.2),
ma anchepermette
di sta-bilire su
quali
domini diintegrazione
sipuò estendere,
in manieraunivoca, l’integrale
T(vedi prossimo
Th.4.3).
TEOREMA 4.2
(densità
di +oo]
unintegrale.
Per
ogni funzione
l’insieme{t
E(0,
+ >t}
è nume-rabile.
DIMOSTRAZIONE. Nel caso che
f
E B eT ( f )
+ oo, la numerabi- lità dell’insieme segue dallProposizione
3di
[3].
Invece nel casoche f
E B eI(f)
_ + oo,potendo
supporresenza mancare di
generalità
chef 1,
consideriamo il numero1],
definito da
to
= inf[0, 1 ] : 1( f v t - t )
+oo}.
..Allora risulta che l’insieme(0, 1] : (f >
ènumerabile, poichè
perogni t E (to, 1]
è
T ( f U t - t ) C +
00; mentre l’insiemevuoto, perchè t}
=+
oo perogni
t E( o, to ),
avendosiQuindi
il teorema è dimostrato.TEOREMA 4.3
(unicità
dell’estensione di unintegrale).
Sia T: B -[0,
-f--oo]
unintegrale
sul dominio diintegrazione
l~ c[0,
-+-oo]g.
Sia B’ un dominio
d’integrazione
su X tale che B c B’. Allora esiste un’unica estensione T’ di T su B’ se e solo se~+(X,
in talcaso risulta
T’( f )
=f f dóT
perogni f
E l~’.x
DIMOSTRAZIONE. La dimostrazione segue facilmente dal teorema di
rappresentazione.
Nella teoria classica della misura e
dell’integrazione
sovente per estendere unintegrale
si ricorreall’integrale superiore
oall’integrale
inferiore
(vedi [1] ), più
che alla misura esterna e alla misura interna.Finora si è visto che le estensioni di un
integrale T,
cos come è intesoin
questo articolo,
sono ottenibili mediante il ricorso alle funzioni d’insieme OCT ef3p (funzioni
d’insiemecorrispondenti, rispettivamente
alla misura interna ed esterna della teoria
classica);
cosicchègli
inte-grali f- da,
e vengono asvolgere
nella nostra teoria dell’in-x x
tegrale
ilruolo, rispettivamente,
diintegrale
inferiore esuperiore,
benchè
questi
siano definiti diversamente. Se 1: B ->[0,
+00]
èun
integrale
sul dominiod’integrazione
B c[0,
+ i funzionali checorrispondono maggiormente
alle definizioni classiche diintegrale superiore
ed inferiore sono T* e.T*,
definiti daquesti funzionali,
inipotesi semplici (vedi Proposizioni
4.4 e4.5)
pos-sono coincidere con
gli integrali f-df3T
ef - daT .
Infatti consideriamo1 1
le
applicazioni
T*: , definitecome sopra, dove
si osserva facilmente che B* è un dominio di
integrazione
e che(a)
T* verifica leproprietà (1)’, ( 2 ), (4), (5) dell’integrale
eT* ( f ) ~
( b ) T *
verifica leproprietà (1)’, (2), (4), (5) dell’integrale
eT * ( f )
Allora
valgono
leseguenti proposizioni
PROPOSIZIONE 4.4. Sia T : ~ -~
[0,
+00]
unintegrale definito
suldominio di
integrazione B
c[0, + oo]x
tale cheAllora
PROPOSIZIONE 4.5. Sia T : ~ ~
[0, + oo]
unintegrale, de f inito
suldominio
d’integrazione B c [0, -~- oo]x
tale cheAllora
DIMOSTRAZIONE DELLA PROP. 4.4. Poichè =
ocT(A)9
VA EE è sufficiente dimostrare che
T*
è unintegrale; quindi,
in virtùdi
(a),
dimostriamo soltanto che +I*(fvl-1)
perogni f
E[0,
+oo]X.
Siano g1, g2 E B due funzioni tali che eponiamo
perogni
n E N. Dalleipotesi (i)
e(ii)
dellaProposizione 4.4,
si ottiene che lefunzioni hn
e+
appartengono
aB, poichè
Essendo, inoltre,
e si ottienePassando, infine,
al limite per in(*)
si ottiene-f-
+ T (g2) T*(f) ; quindi,
data l’arbitrarietà di g1 e g2, seguequanto
richiesto,
cioèDIMOSTRAZIONE DELLA PROP. 4.5. Dimostriamo che
tiene a B per
ogni s
E(0, 1 ) ; inoltre,
la funzione( gs
+ appar-tiene a B per
ogni s e (0, 1), perchè
Poichè
J i siottengono
perogni s
E(0, 1)
le
diseguaglianze:
Tenuto conto che la rete converge uniformemente per
s ~ 1- e che + 00,
risulta,
in virtù del Corollario3.8, passando
al limite per s - 1- nelle ultimediseguaglianze,
cheT(g1)
++
T(g2) > T*(f). Quindi,
data la scelta di gi e 921 si ottiene cheT * ( f ) c T * ( f n 1 )
+ perogni limitata; inoltre, risulta,
di conseguenza, che
T * ( f ) ~ T * ( f n 1 ) -~-- T * ( f U 1-1 ) >
perogni f
EB*, poichè
T* verifica laproprietà (4) dell’integrale.
Daciò,
in virtù di(b),
segue che T* è un
integrale
su B*.Quindi l’uguaglianza
«T*(f) = f fdflr
x
per
ogni f
E B* » è vera,poiché ogni f
E B* - B è misurabilerispetto
allafamiglia
d’insiemi H =~A
E~’(X) : +
epoichè
== PT(A)
perogni
BIBLIOGRAFIA
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parrapport à
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