A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
I ACOPO B ARSOTTI Errata
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3 e série, tome 20, n
o2 (1966), p. 363-365
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363
ERRATA
(aggiunta
il 5-4-66 e il14-5-66) (ALTRE
ERRATA SI TROVANO ALLA FINE DEI CAPP. 5 e6)
Cap. 3,
p.279, riga
13 :leggasi ~t
inluogo
di tMCap. 3,
p.281, riga 4 : leggasi ( yl , ". , y~~
inluogo
diCap. 3,
p.298, riga
17 : inluogo
di ’ > p ’ >-> 0, (hil) o
’leggasi rispettivamente
Cap. 3,
p.298, riga
22 :leggasi
inluogo
di,
Cap. 3,
p.298,
lemma 3.35 : l’ultimoesponente
nella formula centrata deve esserea
i anzichè n -la
Cap. 3,
p.299, riga
14 :leggasi « poi »
inluogo
di « per »Cap. 3,
p.300, riga
2 :leggasi hi
inluogo di hl
Cap. 3,
p.303, riga
7 :leggasi
inluogo
diRo, n
Cap. 4,
p.310, riga
8 del Caso 3 :leggasi
MC inluogo
di MCCap. 4,
p. 315 : nellaprima riga
deldiagramma leggasi T), CD’
inluogo di, rispettivamente, D,
D’Cap. 4,
p.321, riga
8 dal basso :leggasi
inluogo
diDnn
Cap. 4,
p.326, riga
5 del 4.31 :leggasi
K-moduli inluogo
diCap. 4,
p.326, riga
2 della dimostrazione del 4.31:leggasi pF-1
inluogo
diCap. 5,
p.490,
corollario 5.23 :leggasi (d, x)
inluogo
di(d * x)
Cap. 5,
p.484, riga
3:leggasi pP-1
inluogo
dip,J;.
Cap. 5,
p.484,
ultime trerighe
della dimostrazione del 5.3 :leggasi
ovunque è scrit- toCap. 5,
p.486, penultima riga
del 5.11:leggasi
inluogo
diWq, n
Cap. 5,
p.491, riga
9:leggasi
A’ inluogo
di 9."Cap. 5,
p.492, riga
2:leggasi lE
inluogo
dicE
Cap. 5,
p.499, righe 5, 6, 7,
8 : sostituire laparte
che comincia con « ed allora » e ter- mina con «i n »
con laseguente :
talixi
saranno tutti contenuti in un oppor- tunosottoipercampo
di seallora do
E(7)t x
siavrà dh xy
= 0 per ciascuno di tali i eper h piccolo ;
seinvece do
E~~ , e
=do )
siragioni
come segue :a norma del
5.11, ogni
monomio non nullo 1V che compare in(d * x)i
hapeso pi
separatamente
nelledj
e nellese
aqueste
si dà pesoperciò,
se h è il mi- nimo intero taleche dh compaia
in 1V, ilgrado
nelledj
è] (p - 1) (i
-h) (dimostrazione
comequella dell’1.9);
ma il numero di fattori deltipo d....
.11d.
J8x.
J di w è(perchè
w ha pesopi
nellexi),
eperciò
almeno unodi
questi
fattoriha,
nelled. ,
ungrado l ~ p’~-z ( p -1 ) (i - h).
Ricordando chedj
=do
perogni j,
ciòsignifica
che uno di tali fattori èd~ Xj; per h piccolo
l’e-sponente
Z égrande,
equindi dó z;
=0,
ossia w =O,
control’ipotesi.
Resta cosprovato
che le del 5.5 possono in tutti i casi essere calcolate come se fossedi
= 0 peri n (con
nopportuno,
non necessariamente lo stesso da cui si erapartiti).
364
Cap. 5,
p.500, riga 6: leggasi
i inluogo
di JCap. 5,
p.505, riga
3 del Caso 1:leggasi t(0
inluogo
dii:::::
0Cap. 5,
p.509, riga
13:leggasi y
inluogo
di yCap. 5,
p.510, riga
4 dal basso :leggasi
«questa
» inluogo
di «questo »
Cap. 6,
p.112, riga 3
della dimostrazione del 6.9:leggasi ~P (d ~ a) - (d ~ x) X 1]s in
luo-go di
Cap. 6,
p.119, riga
11 :leggasi cy o
C inluogo
diIYCO
Cap. 6,
p.120, riga
3 della dimostrazione del 6.18 :leggasi
inluogo
diCap. 6,
p.125,
risultato 6.21: si elida « e che a siaisogenia »
e siaggiunga
« se a éisoge-
nia » alla fine dell’enunciato
Cap. 6,
p.133, riga
5 della dimostrazione del 6.32 :leggasi
cvYr
inluogo
col 0Cap. 6,
p.133, righe
8 e 9 della dimostrazione del 6.32 : si sostituisca la frase « nelle no-o--
tazioni del
diagramma
cheprecede
il 6.29 » con la frase « indicando con o2 l’o- momorfismo di (2’R su tuttoCap. 6,
p.133, riga
3 dal basso :prima
di « onde » siaggiunga
« ove al indica l’omomor-,fismo di
e’R
su tuttoC’ tR
»Cap. 6,
p.133, riga
2 dal basso :leggasi
(2’ inluogo
di C’920
Cap. 6,
p.102,
ultime 6righe : quando k
ènumerabile,
non si è in realtà dimostrato che Scontenga
unodegli
anelli affini di cui C è corpoquoziente ;
edanzi,
ho il so-spetto
che ciò possa non essere vero inqualche
caso. Mostriamo allora come le dimostrazioni vadano modificatequando
S non è schiera C :(1)
Se k non è nume-rabile, S
è schiera di C e tutto funziona bene.(2)
Se k ènumerabile,
ed A è va-rietà abeliana su
k,
sia c un corpoalgebricamente
chiuso di trascendenza 1 suk ;
allora tutto funziona bene per la varietà abeliana se infatti X è una sezione
iperpiana
di9.,
e r è una curva irriducibile sa A non contenuta in nessun°Q (- ig) X,
conQ E..4.,
sia P unpunto semplice
dire
che non sia estensione su c di unpunto
di7~;
seop X~
contenesse unpunto Q.
di(con Q
E~ 9 ),
ossiase
P +
conspecializzando
suiposti
v di c su k(valutazioni
concorpo residuo
k)
si avrebbe P + L == Q ; poichè
P{v~
percorre tuttaciò darebbe che
.I’ e ~Q (- c~) X,
control’ipotesi. (3)
Se k ènumerabile,
si pos-sono definire
R, tR, 1lR,
ecc.indipendentemente
da S : sia G il gruppodegli
auto-morfismi di c su k
(notazioni
come in(2)) ; gli
elementi di G operano in modo naturale su equindi
su definiremo RA come l’insiemedegli
elementidi ciascuno dei
quali
è invariante perogni
elemento diG ; analogamente
per
tR, "Rg
ecc.[in particolare, ’R
è sempre ilcompletamento di Q
ed RAè la somma diretta
completa
deicompletamenti dei Q
Conqueste
defini-zioni tutti
gli
enunciati che restanosignificativi,
ossiaquelli
che non richiedonoSA o
S°° ~,
restanoveri,
e la tecnica di dimostrazione consiste nel passare da un enunciatosu Ac
ad uno su A colprendere gli
elementi invarianti per G. L’unicopunto delicato,
che necessita nei 6.13 e6.15,
consiste nelseguente
enunciato : Se m E e gm = m perogni g E G,
allora m =be
+ per unopportuno b
E 03A.Per
dimostrarlo,
sia ... , un insieme minimo digeneratori
del T-modulo~~~~ (mod
allora lee~ bi
generano il c-modulo~l 9~ A,,);
per unopportuno posto vi
di c su k leali
=bi) (ridotte
modv,
dellee~ bi)
esi-stono e generano
~l ~ ; quindi (üli)c
=Ij e~ (aij bj)
-f-cl t!1xi,
peropportuni
vect e Posto =
Ij ay9 b.
+ cixi , è e1 ali
=(8li)c’
e leal
gene-rano il 1’-modulo
(mod Proseguendo,
per unopportuno posto v2
le365
82i
=(’2 ali) (v2) esistono, appartengono
a93 ,
e soddisfano lee1 92i =ali;
ecce-tera. Si costruiscono cos