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L’ADATTAMENTO DELLE PIANTE

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Academic year: 2022

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L’ADATTAMENTO DELLE PIANTE

Le piante hanno bisogno di tre fattori abiotici fondamentali per vivere:

La temperatura:le piante vivono bene entro un determinato intervallo di temperatura.

La luce:essa è indispensabile per la fotosintesi clorofilliana che permette alle piante di alimentarsi e sopravvivere.

L’acqua:è indispensabile alla vita di tutti gli organismi viventi,i quali ne devono mantenere una costante quantità per evitare la disidratazione.

I DESERTI E LE LORO PIANTE

Esistono diversi tipi di deserti,sabbiosi e rocciosi;entrambi sono aridi e inospitali,ma comunque troviamo della vegetazione, che in genere è di due tipi:

- annuali effimere,le quali crescono,fioriscono e producono semi in modo molto rapido quando la situazione ambientale è più favorevole;ad esempio dopo una breve pioggia.

- piante perenni,esse hanno elaborato varie strategie di sopravvivenza;alcune piante usano le radici,altre i propri tessuti,altre hanno modificato le foglie.

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IL DESERTO SABBIOSO

Nei deserti sabbiosi troviamo alcuni tipi di piante legnose,erbe piuttosto dure,alcune graminacee e,nelle oasi, le palme da dattero.

L’adattamento più evidente sono le diverse forme e caratteristiche assunte dalle foglie.

Ad esempio la Fenestraria dell’Africa si seppellisce nella sabbia,lasciando sporgere solo le estremità delle sue foglie,le quali sono senza clorofilla e completamente

trasparenti,riflettendo così i raggi del sole e mantenendo l’umidità interna.

Un’altra pianta dei deserti sabbiosi e caldi è la Welwitschia mirabilis,essa presenta una grossa radice a fittone e due lunghe

foglie laterali;esse sono pelose e si appoggiano al terreno,dividendosi in una matassa di fili. Si pensava che la sopravvivenza di queste piante fosse dovuta alla radice,ma si è scoperto che è grazie alle sue foglie pelose,le quali trattengono l’umidità della nebbia che arriva dalle coste cui si trova vicina.

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Una pianta molto particolare è la S.lepidophylla la quale induce i suoi meccanismi fisiologici a resistere a tassi di umidità bassi,così facendo,quando rimane a lungo senza acqua sembra morta ma in realtà basta poca umidità,per far sì che essa “risorga”; da qui il nome di pianta della resurrezione.

IL DESERTO ROCCIOSO

Nel deserto roccioso la vegetazione è composta da piante a succulenza caulinare,fra cui i cacti, che si sono evoluti riducendo le foglie a spine e conservando l’acqua direttamente nei fusti. Troviamo poi le piante a succulenza fogliare come le aloe e agave che conservano l’acqua nelle foglie carnose;un terzo gruppo sono le caudiciforme che conservano l’acqua nel fusto basale allargato; queste piante per non traspirare aprono i loro stomi solo di notte,assorbendo così l’anidride carbonica per effettuare la fotosintesi il giorno seguente.

Compiendone così una diversa dal solito.

Agave: Caduciforme:

Cacti:

Alcune di queste specie hanno radici ramificate in superficie per raccogliere più acqua possibile e quindi sono molto distanti fra loro.

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PIANTE DELLE ZONE UMIDE

Le piante di queste zone hanno sviluppato molto la parte radicale come la ninfea,che vivendo in acqua ha sviluppato radici ancorate al fondo;mentre le loro foglie sono due e si sono appiattite per galleggiare sull’acqua.

LE PIANTE DELLA MACCHIA MEDITERRANEA

Le piante di questo territorio si sono adattate ad un clima mite e piovoso invernale ed a estati calde e secche.

In questo habitat si sono sviluppati soprattutto arbusti come rosmarino timo e salvia;queste piante bloccano la loro vegetazione nei periodi più caldi e la riprendono in quelli più freschi. Le foglie del rosmarino sono coriacee,lineari e lanceolate e poste su numerosissimi rametti;esse sono di colore verde cupo sulla pagina superiore e si presentano biancastre con peluria su quella inferiore. Le foglie contengono oli aromatici che servono a limitare la perdita d’acqua.

LE PIANTE DI MONTAGNA

Le piante alpine si sono evolute in condizioni di estremo freddo e,sembra strano ma anche in condizioni di aridità. Infatti l’acqua,molto spesso è presente solo allo stato solido (cioè neve). Il manto nevoso però le protegge dai rigori dell’inverno;isolandole e mantenendole in uno stato dormiente. Al disgelo,per proteggersi dai raggi ultravioletti e trattenere l’acqua,riducendo così la traspirazione hanno evoluto foglie piccole e

compatte,spesso cerose e carnose,ricoperte di peluria o scaglie. Per resistere ai forti venti,le piante,si ramificano sul terreno o rimangono nane (basse).

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LE PIANTE DELLE FORESTE

Come sappiamo ci sono molti tipi di foreste. Nella foresta temperata gli alberi e gli arbusti sono dotati di una struttura legnosa spessa e rugosa che li protegge dalle basse temperature;l’altezza costituisce un vantaggio perché aria e luce sono più accessibili. Le radici sono profonde ed estese per favorire l’accesso all’acqua presente nel sottosuolo. Molte di queste piante sono decidue e quindi immagazzinano nutrimento per entrare,nel periodo invernale,in una fase di dormienza;per poi ricominciare il ciclo vegetativo in condizioni favorevoli. Le foglie di queste piante hanno forme diverse:lobate,cuoriformi,palmate ecc.,per assolvere al meglio il loro compito,cioè la fotosintesi. Esse prima di cadere cambiano colore perché gradualmente si chiude la parte esterna del picciolo.

Nella foresta di conifere le piante hanno evoluto le foglie in aghi coriacei o in piccole foglie a scaglia,per poter resistere alla disidratazione e al freddo;presentano inoltre una pellicola ispessita per lo stesso motivo. Altre specie producono

sostanze che agiscono da antigelo.

Aghi coriacei di pino Foglie a scaglia della thuya

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Foresta tropicale/pluviale

Nella foresta pluviale il clima caldo e umido in ogni stagione favorisce la crescita continua delle piante. Gli alberi hanno così una corteccia liscia e sottile perché non necessitano di ripararsi dal freddo. Le foglie si sono adattate in modo che l’acqua non ristagni e goccioli verso il basso;quindi presentano forme a becco e rivestimenti cerosi. I tronchi hanno grandi radici contrafforte che conferiscono stabilità ai grandi alberi. La vegetazione in questo tipo di foresta è stratificata,quindi troviamo piante da 70 metri altre da 20 che si contendono la luce;numerose sono le liane che si arrampicano su queste piante per catturare la luce. Il sottobosco è scarso e troviamo piante come felci e orchidee che crescono perché vi è abbondante umidità e si sono adattate bene alla poca luce.

I muschi:

una menzione particolare va ai muschi,i quali si trovano in biomi completamente diversi perché, sono piante che vivono in luoghi umidi e ombrosi,sono sprovvisti di radici,perché vivono su tronchi e rocce,e per questo si sono adattati ad assorbire i Sali minerali e le sostanze nutritive per via aerea, intrappolandole nelle minuscole foglie.

CONCLUSIONE:

Possiamo dire che le piante si sono evolute in modi differenti nei vari biomi ma,alcune piante presentano similitudini;come la peluria che però è usata per scopi differenti. La parte più evidente dell’adattamento sono le foglie,le quali cambiano forma o si sono trasformate in spine,aghi ecc. ,per adattarsi alle diverse esigenze;chi per acqua,chi per freddo/caldo. Le radici si comportano in modi differenti,a seconda del suolo e di come la pianta si è evoluta per trovare il nutrimento.

Felci:

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