A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
I TALA G OGGIO
Sullo sviluppo correlativo degli organi in una larva di bufo vulgaris
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1
resérie, tome 9 (1904), exp. n
o5, p. 1-22
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SULLO
SVILUPPO CORRELATIVO DEGLI ORGANI
IN
UNA LARVA DI BUFO VULGARIS
ITALA GOGGIO
Negli
ultimigiorni
di febbraio furonoportate
laboratorio delle uova diBufo vulgaris,
chesvilupparono
larve fra cui io scelsi una, chepresentava
lalunghezza
di 4 mm. el’aspetto
dellafigura
7 tav.II,
e latagliai
a metà in modo daasportare
nonsolo il capo e tutta la
regione
dell’ intestinorespiratorio,
ma ancorauna
piccola parte
dietro aquesta.
Dall’ osservazionemicroscopica
di un’altra allo stesso suo
stadio,
rilevai che le vescicole ottiche sipresentavano
ben distinte dallaparete
delcervello,
colla cuicavità comunicavano per mezzo di un ristretto
peduncolo.
Leprime
tre tasche branchiali erano
formate;
l’abbozzo del cuore rappresen- tato da due brevi vasiposti
fra laparete
endoderlnica dell’intestinoe la
splacnopleura 1).
Io mi
prefiggevo
divedere,
nel caso che le due metà della larva avesseroseguitato
avivere,
se avvenivarigenerazione
diparti,
se i variorgani
sisviluppavano
equali
modificazioni essiavrebbero sofferto. °
Posi
quindi,
in una medesimavaschetta,
i due monconi ed unalarva
integra
nel medesimo stadio diquella operata perchè
aves-sero
potuto svilupparsi
nelle identiche condizioni ambienti.Dopo
tregiorni, però,
laporzione
anteriore incominciò a pre- sentare fenomeni didegenerazione
e benpresto
mor : non cosquella posteriore
che visse per ventigiorni, dopo
iquali
io stessai)
Debbo quiperò
far notare che, avendo sezionatopiù
larve della medesimalunghezza
e, per quantoriguarda
i caratteriesterni,
allostesso stadio, in molte trovai i caratteri
qui riferiti,
in altre invece vidi il cuore già rappresentato da un vaso unico..
la
fissai;
essendo le sue condizioni moltobuone,
forse avrebbepotuto
vivere perparecchio tempo
ancora.Io credo che la morte della
porzione
anteriore sidebba,
inparte almeno,
attribuire alla scarsità di vitello ad essarimasta,
per cui venne a mancareall’ organismo ogni sorgente
dinutrimento ;
non escludo
però,
che altre condizioni debbano determinare l’ac- crescimnento ulteriore o la morte dei monconi. E a ciò sono in- dotta dal fattoche,
avendoio tagliato
molte altrelarve, qualche porzione
anterioresopravvisse più lungamente
diquesta
e si ac-crebbe
1),
sempre,però,
restando indietro non solo allosviluppo normale,
ma anche aquello
dellapropria porzione posteriore,
edinoltre, perchè
il RAFFAELE2)
dice di averpotuto
ottenere chedopo
il
taglio
i due monconi vivessero eindipendenti
sisviluppassero.
La costanza del fatto
che,
anchequando
sisviluppano, gli
ante-riori
rimangono indietro,
adogni
modo dimostra che ad essi vienea mancare
qualche
cosa, e non mi pare da escludere l’idea che possa essereappunto
il vitello.La
parte posteriore
a me rimasta nonpresentò,
oltre al rimar-ginamento
dellaferita,
alcunarigenerazione; però,
benpresto,
in-cominciò a manifestarsi nella
parte
ventrale unidrope dovuto,
come vedremo
meglio
inseguito,
a un accuznularsi diliquidi
nellacavità
celomatica, idrope
che andò semprepiù
accentuandosi finoa che
dopo
ventigiorni,
la mezza larvapresentava l’aspetto
dellafig. 5
tav. II. Se si confrontaquesta
collafig.
6 tav.II,
che rap.-presenta
la larvaintegra
cresciuta nelle medesimecondizioni,
siosserva che le due larve non differiscono molto in
lunghezza.
Lostesso, però,
nonpuò
dirsi per la grossezza, chè il corpo del mon-i) Faccio, però,
notare che, avendo iotagliato
le larve in stadilo
giovanissimi,
mi fuimpossibile
staccare la porzione anteriore senza chea questa restasse unita una quantità rilevante di vitello. In
qualche
caso,
però,
in cui la parte staccata fupiccolissima,
essa mor molto presto.2)
RAFFAELE F. Osse1’1vazioni sjJerÎ1nentali su e lccuLe (liRendiconto della seconda assemblea ordinaria del convegno del- l’Unione Zoologica Italiana in
Napoli,
10-13 aprile 1901. Monitore Zoolo-gico
Italiano, anno XII. n. 7, pag. 221.cone, come si
può agevolmente
vedere attraverso latrasparente
vescica che costituisce
1’ idrope,
è moltoridotto,
ristretto allaparte
dorsale da cui si stacca F intestino che sporge in seno al
liquido
con-tenuto
nell’idrope.
Ho detto che le due larve non differivano molto nellalunghezza, però,
mi pareopportuno
far notare che il mon-cone, appena formata la
coda,
incominciò aripiegarsi
su se stesso:tale
ripiegatura
divenne semprepiù
accentuata finchè la codagiunse
a formare col resto del corpo un
angolo
presso cheretto,
come sivede dalla
fig. 5
tav. II che ritrae la mezza larvanell’aspetto
chepresentava
ilgiorno
in cui la fissai. Io mi limito a constatare il fatto nèvoglio
dedurre chequesta
condizione sia dovuta allo statopatologico
del moncone,poichè
fra molte altre larve normali te- nute in unavaschetta, parecchie presentarono
un tale fenomeno.Nei
primi giorni dopo
iltaglio
il moncone parve morto e, se il suocolore,
ilrimarginarsi
della ferita e il suo accrescersi nonavessero attestato il
contrario,
si sarebbe detto che realmente lofosse; senonchè, dopo
circa ottogiorni,
incominciò aréagire
allapuntura
e ciògiunse
a fare moltopiù
attivamente che la larvaintegra. Dapprima
furono reazioni lievi: inseguito
la sua sensibi-lità
raggiunse
talesquisitezza
che bastava toccarloleggermente,
muovere il vaso in cui era
contenuto, agitarne
appenal’acqua, perchè incominciasse,
sempre restandoappoggiato
sur un lato edisteso sul fondo del
recipiente,
a muoversi con notevole attività per mezzo di forti erapidi
movimenti della coda che duravanoparecchi
secondi. Esso mostrava di risentire in modo cossquisito
le condizioni
dell’ambiente,
dareagire
a stimoli che alla larva in-tegra
passavano addiritturainosservati,
semprequando
sivoglia giudicare
della sensibilità mediante la reazione del movimento. Si sarebbe detto che il sistema nervoso si fosse in luipiù completa---
mente
sviluppato.
L’ ambiente in cui le due larve vissero fu
l’acqua
comune,che,
nei
primi giorni, perchè
i due monconi non avessero a risentire scosse, lequali,
perquanto lievi,
data1",,tiupiezza
dellaferita,
avreb-bero
potuto
nnocerloro,
io noncambiai;
inseguito, rimarginatasi
la
ferita,
rinnovaiogni giorno.
Le due larve furono fissate Conacido
picrico concentrato, tagliate
in sezioni trasversali dello spes-sore di
Omm,01
e colorate colladoppia
colorazione di ematossilina ed eosina1),
da me usataspecialmente
nell’ intento di avere unacolorazione differenziale dei
globuli
rossi e bianchi del sangue.Anche da un confronto
superficiale
ed esterno delle due larve sipoteva
intuire che nel moncone dovevano essere avvenuti note-voli mutamenti di tutti o di una
parte degli organi
interni : di talimutamenti,
messi in evidenza dall’osservazionemicroscopica,
diròsistema per
sistema,
rilevando le differenze fraquelli
della larvae
quelli
del moncone.Prima, però,
desidero ancora accennare aduna condizione visibile
dall’esterno,
allosviluppo, cioè,
presso che normale dellacoda,
fatta astrazione dellapiegatura.
Dalle sezioni si vede che
l’idrope
ad altro non è dovuto che ad un enormerigonfiamento
della cavità del celoma. Laparete
ectodermica del corpo si
presenta,
ingenerale, più
sottile diquella
della larva
integra
e lasomatopleura,
che inquesta
trovasi di- visa dall’ ectoderma da abbondantemesenchima, qui
è addossataad esso. Il mesenchima è
pochissimo sviluppato :
se ne trova pe-raltro,
nellaregione
dorsale del corpo; anche isegmenti
meso-dermici,
che dorsalmente hanno unaspetto normale,
nella loroparte
inferiore sonopiù
brevi eslargati :
pare che losviluppo
del-1’ idrope,
esercitando unapressione,
ne abbia arrestato 1’accrescersi inquesta
direzione. Lefigure
1 e 2 tav.I,
dellequali
laprima rappresenta
una sezione della larvaintegra passante
nelpunto
incui il canale di Wolff di destra sbocca nella
cloaca,
e la secondauna del moncone nella stessa
regione,
mostrano evidente un talefatto. Dal confronto delle due
figure
risulta pure chiaroquello
che. ho detto intorno
all’ idrope
e allosviluppo
del mesenchima.Anteriormente nel moncone per circa
Omm,14
non si trova alcunorgano :
dapprima
solo l’ectoderma daparte
delquale
è stata ri-marginata
la ferita ed a cui sono addossatepoche
cellule mesen-chimatiche ; poscia, procedendo posteriormente,
la cavitàdell’idrope
(í)
Ematossilina del Bóhmer(5’)
ed eosina(soluzione
acquosa satura0,2
percento) (1’).
tappezzata
dal mesoderma.Però, procedendo
dalla estremità ante- .riore verso la
coda, dopo appariscono
i canalicoli del renecefalico :
dirò, dunque, dapprima,
del sistema escretore in tutte lesue
parti.
Mentre nella larva normalmentesviluppata
i canicolidel rene cefalico si
presentano raggruppati
fraloro,
tanto che si’
può, seguendo
con attenzione le diversesezioni,
vedere una con-tinuazione
degli
unicogli altri,
inquella
acefala essi hanno unaspetto particolare
come se fosseroindipendenti
fraloro,
nè è pos- sibile vederli comunicare. Lefigure
3 e5,
tav.I, appartengono
la
prima
alla larva normale l’altra al moncone ; passano presso a poco nella stessaregione
edessendo,
per eccezionalecoincidenza, oblique
entrambe nello stesso verso, i canicoli del rene cefalico di sinistra si vedono moltonumerosi,
inentre diquelli
di destra nonappariscono
chegli
ultimi. Dall’esame diqueste
due sezioni risulta evidente la differenza di dettiorgani;
nellafig. 5
oltre che pre- sentare un lumepiù largo
sonoquasi
dislocati come se una forza fosse intervenuta ad allontanarli. Esiste un solo infundibolorenale,
per ciascun
lato,
che si apre nella cavità del celoma.(fig. 3,
tav.II).
Procedendo ancora verso la
parte posteriore
del corpo, in en- trambe le larve si trova il canale diWolff; questo, però,
nellalarva
operata
apparespostato
dalla sua normaleposizione:
corre, è vero, presso leaorte,
ma è conqueste spinto
dorso-lateralmente(fig. 4,
tav.I) :
lapressione
senza dubbio notevole delliquido
accu-mulatosi
nell’ idrope
deve essere stata la causa di un cosgrande
mutamento nella
posizione
relativadegli organi: inoltre,
il canaledi Wolff nella
porzione
anteriore non è inrapporto
coi canalicolidel rene
cefalico,
maposteriormente
sicontinua,
conun’ampiezza
simile a
quella
normale(fig.
1 e2,
tav.II),
fino allaregione poste-
riore del corpo;
quivi giunto
sboccaregolarmente
nellacloaca,
come si
può agevolmente
rilevare dallafig. 2,
tav. I. Inquesta, però, poichè
la sezione èobliqua,
esso ètagliato tangenzialmente, quindi
si vede per unaporzione
abbastanza estesa del suo ultimo tratto.Da
quanto abbiamo, dunque,
detto intornoall’ apparato
escre-tore,
risultache, malgrado l’amputaz’iolie,
tutte leparti
di cui essoè costituito si sono
sviluppate:
manca, è vero, laregione
ante-riore del rene cefalico e
parte degli
infundiboli di esso, ma ciò è dovuto alfatto,
almeno io credo e mi parel ogico
ilsupporlo,
checol
taglio
è stataasportata quella parte
nellaquale
essi avrebberotrovato il loro
posto,
anzi iltaglio
ha fatto s che puresistendo,
le diverse
parti
non fosserocollegate
fraloro,
sicchè un funziona-mento del sistema è stato
quasi impossibile.
A parermio,
è allamancanza della funzione escretrice che deve attribuirsi la
produ-
zione
dell’ idrope : infatti,
il renecefalico,
pur essendoprovvisto dell’ infundibolo,
nonpuò raccogliere
dalla cavità celomatica i pro- dotti diescrezione,
e ciò per la mancanza di continuità non solo fra le sue diverseparti,
ma ancora col canale di Wolff. Da ciònasce che i
prodotti
di escrezionerimangono
nella cavità celoma- tica e la trasformano nell’enorme vescica di cui abbiamoparlato,
la
quale,
esercitando unapressione,
genera il dislocamento dei canalicoli del rene cefalico e faspostare gli
altriorgani
dalla loroposizione
normale.Il RAFFAELE
1)
in larve di Anuritagliate
in dueparti
dice diaver notato la formazione di un
idrope, specialmente
delle vievenose,
ch’ egli
attribuisce alla mancata circolazione. Ecertamente,
venendo sottratta col
taglio
laparte
nellaquale
si sarebbe formato il cuore, essa dovette per un certoperiodo
cessare.Se, però, questo può
ammettersi per ilprimo
stadio della vita dellalarva,
non sipuò più
sostenere per ilresto ; perchè
èimpossibile concepire
lavita e lo
sviluppo
di unorganismo
coscomplesso
nelle sue di-verse
parti,
come il moncone, senza ammettere che una circola-zione,
perquanto lenta,
sia in esso esistita. E delresto,
che siabbia
avuto,
èprovato
dalla presenza di un vero eproprio
appa- rato circolatorio delquale
diremo inseguito.
D’altra
parte, però,
non sipuò
certamente escludereche,
ap- penadopo
avvenuto iltaglio,
durante ilrimarginarsi
della feritae la formazione dei vasi o, per lo meno, durante il
completarsi
diquesti,
la circolazione sia mancata e clle inseguito,
per 1’assenzaF.
RAFFAELE. ett. - . ’dell’ organo
centrale,
sia stata sempre moltolenta,
come prova1’ idrope
di tutti i vasi.Ma, poiché
il sistema escretore è l’unico che nonpresenta
unregolare collegamento
fra le sue diverseparti,
mi pare
che,
moltoverosimilrnente , 1’ idrope
abbiapotuto
aver ori-gine
nel modo indicato.Se si confrontano le
fig. 3
e5,
tav.I,
lequali,
come abbiamovisto,
passanopressochè
nella medesimaregione,
si vede che mentrenella
prima
si ritrovano tuttigli organi
moltosviluppati,
nella se-conda nulla si ha all’ infuori del rene cefalico e di un rudimento di corda: vediamo come
questa
sipresenta
per tutta lalunghezza
dell’ elnbrione
operato.
Procedendo dallaparte
anteriore verso lacoda,
hogià
detto come per un certo tratto(fatta
eccezione delrene
cefalico)
manchiqualunque
traccia diorgani
e con essi lacorda: appena
questa
appare èrappresentata
solo dalle cellule me- senchimatiche che costituiscono il suo involucroesterno; cioè;
lacorda manca
completamente
equeste
cellule formano come un ab- bozzo solido.Questo aspetto, peraltro,
cessa benpresto (dopo Omm,02
oOmm,03)
e la corda simostra,
sebbene moltoridotta,
in seno allo spesso involucro mesenchimatico che la circonda(fig. 5,
tav.I). Però,
manmano che si
procede
verso laporzione posteriore, questo aspetto
cambia : la corda va sempre
più accentuandosi,
mentre le cellulemesenchimatiche si
riducono;
le condizioni dellacorda, cioè,
a par- tire dallaregione rappresentata
dallafig. 5
tav.I,
vanno semprepiù
avvicinandosi alle normali fino a che essadopo Omm,l3
assumeun
aspetto quasi
identico aquello
dell’altra larva: forse ha un vo-lume un poco minore. Ciò si
può
facilmente rilevare dallefigure.
Dunque,
come perl’apparato
escretore cos pure per lacorda,
anzi
più
perquesta
che perquello,
sipuò
ingenerale,
dire chel’operazione
non ha avutoquasi influenza,
se si eccettua laparte
anteriore in cui la corda
manca. È
notevole chequesta prende
ilsuo
aspetto
normale soloquando
aldisopra
di essa incomincia adapparire
il midollo. Dallafig. 5,
tav.I,
si vede che nellaregione
da essa
rappresentata,
manca ancora il midollospinale,
mentre lacorda,
sebbene avvolta da uno spesso rivestirnentomesenchimatico,
già
si ritrova. L’assenza del midollo si conserva, sempre proce-dendo verso la
parte posteriore
del corpo, ancora per lalunghezza
di cosa che abbiamo
già
accennatoparlando
dellacorda;
dopo,
esso appare ma in condizioni diverse daquelle normali,
èpressochè atrofizzato,
mia nell’ i nsieme della forma non molto anor-male.
Inoltre,
mentre nella larvaintegra già
inquesta regione
sivedono
partire
dal midollo igangli spinali,
nel moncone non si ha alcuna traccia di essi.Senonchè,
benpresto l’asl)etto
del midolloincomincia a
mod ificarsi,
anzi sipuò
dire che le modificazioni sonotali che ad
ogni
sezione si fa semprepiù
manifesta la sua ten-denza ad assumere la forma che normalmente
gli spetterebbe. Qaesto
si ha
dopo
mentre solodopo
circa altriOmm,10
incomin-ciano a ritrovarsi i
gangli spinali :
daquesto punto
inpoi
non siriscontra
più
alcuna notevole differenza chevalga
adistinguere
idue sistemi nervosi 1’uno
dall’altro ;
anche nel moncone il sistemanervoso è
perfettamente sviluppato
come pureperfettamente
lo sonoi
gangli spinali ;
è facileseguire
le radici dorsali e ventrali in rap-porto
col midollo e il nervospinale.
È
tale r identità dei due sisteiniche, perfino,
la distanza fraun
ganglio
e l’altro coincide nei dueembrioni ;
èchiaro, però,
cheper asserire
questa
identitàbisogna
incominciare il confronto dalpunto
in cuiquello
del moncone sipresenta completamente
svi-luppato.
Del resto che il sistema nervoso avesse assunto nella larvaoperata
unosviluppo
considerevole sipoteva
intuire dalla osser-vazione di essa viva: la sua
squisita sensibilità,
lareazione,
nonsoltanto a stimoli
energici,
come lapuntura,
ma anche allapiù
lieve scossa, non lasciava su
questo punto
alcun dubbio.Anzi,
sela reazione
agli
stimoli si volesse considerare come l’indice dellosviluppo
del sistema nervoso, si sarebbeargomentato
che nel mon-cone esso avesse
acquistato
unosviluppo più
considerevole.Ma,
anche data la
somiglianza perfetta
dei duesistemi,
sispiega,
aparer
mio,
moltoagevolmente
la diversa reazione delle due larve:le condizioni senza dubbio
patologiche
in cui trovavasi1’organismo operato
facevano s cheogni
variazione dell’ ambiente fosse unostimolo doloroso
ad esso,
divenuto clelicatissimo.Se il sistema nervoso, in
seguito all’operazione,
pare che nonsia stato
alterato,
lo stesso nonpuò
dirsi perl’apparato digerente
e per
quello
circolatorio. Ilprimo
diquesti piuttosto
che subire notevolimodificazioni,
pare che abbiaprogredito
con molta len-tezza nel suo
sviluppo,
mentre il secondo si èprofondamente
cam-biato e ciò riesce chiaro
quando
sipensi
che è stataasportata
laregione
in cui si sarebbe formatol’organo
centrale della circola- zione e chequindi
unaparte
del sistema formatosi è stata costretta.ad assumerne l’ufficio
perchè
unacircolazione,
perquanto lenta, potesse
effettuarsi.Procedendo nelle sezioni
dalla porzione
anteriore verso la coda nella larvaamputata,
l’intestino èl’organo
che si ritrovapiù posterior-
mente di tutti: abbiamo visto
prima
il renecefalico, poi
la corda,poi
il midollo
spinale;
orbene è solodopo
dalpunto
in cuiquesto prende
il suoaspetto
normale che si nota la presenza dell’inte- stino. Ilquale,
comegià
hoosservato,
èrispetto
aquello
dell’altralarva,
in una notevole condizione di regresso. Mentre nella larva normale( fig. 3,
tav.I )
esso, nellaregione
in cui si ritrova il renecefalico,
è molto circonvoluto per numerose anse,qui
invece lo èpochissimo.
Se siguarda
infatti lafig. 2,
tav.II,
cherappresenta
la
regione
in cui l’intestino della larva acefalaraggiunge
il suomassimo
sviluppo,
si vedesubito, specialmente
se si paragona allafig. 3,
tav.I,
la differenza che ho fatto notare. - Edinvero,
mentrenella
fig. 3,
tav.I, 1’ intestino,
oltre che essere molto esteso inlunghezza,
come mostrano le numerose anse da esso formate, ha lepareti
relativamentesottili,
nell’altra poco sidinerenzia
da una massa unica. Sepoi
si osserva a forteingrandimento
unaporzione
dell’uno e
dell’altro,
non rimanepiù
alcun dubbio chel’aspetto
diquello
del moncone siaproprio
dovuto a ~~n arrestarsi in esso dellosviluppo,
oalmeno,
a unprogredire
diquesto
in maniera lentissima.Infatti nella
parete
dell’ intestino normale le cellule si sono diffe- renziate per formare i numerosi villi intestinali attiall’assorbimento,
invece nell’ altro le
pareti
molto spesseappariscono ripiene
dellamassa
vitellina,
laquale
è stata scarsamente riassorbita(fig. 8,
tav.II).
È, inoltre,
molto notevole losviluppo
delfegato, pel quale, però,
si
può
direquanto
è stato dettoriguardo
all’ intestino : esso si trovain una condizione di
sviluppo
inferiore aquella normale,
apparecompatto
e non molto dissimileall’aspetto
chepresenta
neiprimi
stad di
sviluppo.
La sua presenza è tantopiù
notevoleinquan-
tochè la
regione
in cui esso si trova(fig. I,
tav.II)
è moltoposte-
riore a
quella
che normalmente occupa: infatti nella larvaintegra
lo ritrovia1no nella
parte
indicata dallafig. 3,
tav.I 1),
mentrenell’altra
larva,
in unaregione
aquesta corrispondente (fig. 5,
tav.I),
non c’ è traccia non solo di
fegato,
n1a nemmeno d’ intestino e ab- biamo vistoquanto bisogna spingersi
verso laporzione posteriore
del corpo per ritrovarlo.
Come nello stato
normale,
anche nel monconeparte
dei vasiche hanno vascolarizzato l’ intestino costituiscono la vena
epatica afferente,
laquale, penetrata
nelfegato
e scissasi incapillari,
neesce costituendo la vena
epatica
efferenteche,
coinevedremo,
sboccanell’aorta
(fig. I,
tav.II). :È
nella venaepatica
efferente che iglobuli
rossi del sangue
raggiungono
un numeroconsiderevolissimo,
essila
riempiono completamente
fino al suo sbocco nell’aorta ed è inquesta regione appunto,
che anche nell’aorta si trovano abbastanzaabbondanti,
111entre in tutto il restodell’ apparato circolatorio,
menoche nei
capillari,
sonoscarsi. È
tale laquantità
deiglobuli
rossinella vena
epatica
efferenteche,
se non siseguissero
lesezioni,
mia si osservasse solo una
parte
diqueste,
non sipotrebbe
crederealla sua vera
natura,
tantopiù
che essa, come tuttigli
altrivasi,
ha
raggiunto, a
causa della lentacircolazione,
un lume cos con-siderevole
~a assomig°liare
a una cavitàpiuttosto
che a un vaso.Nella
fig, 1,
tav.II,
si vedeappunto
la venaepatica
efferente sboc-care nell’aorta: i
globuli
rossi sistipano
dentro il suo immenso lume.L’intestino si
prolunga
fino allaporzione posteriore
del corpo ; nella sua ultimaparte
riceve lo sbocco dei canali di Wolff(fig. 2,
tav.
I),
si aprequindi,
all’esterno per mezzo dell’ano.Dell’apparato
circolatorio si sono formatel’aorta,
le vene car-dinali
posteriori,
la venaepatica
afferente e la efferente :questi
solivasi
adempiono
alla funzione della circolazione.1~ Si noti che quella che nella figura si vede è la porzione posteriore
del fegato.
Andando dalla
regione
anteriore del corpo vero lacoda, primi
di
tutti,
si trovano due vasi molto dilatati la cuiparete
dorsale èquasi
distesa sottoquella
del corpo : nel loroamplissimo
lume sonocontenuti in gran
parte
i canalicoli dei rene cefalico(fig. 5,
tav.I),
solo in
parte, però, perchè posteriormente ( fig. 3,
tav.II)
il lorolume si
restringe
mentre alcuni canalicoli del rene cefalico restano al di fuori di essi.Questi
duevasi,
mentre da unlato, seguendo
la
parete
del corpo, o daquesta
pocodistanti,
si continuano verso’
la
regione posteriore (fig. 4,
tav. I efig.
1 e2,
tav.II),
dall’altrodànno
origine
a duevasi,
le aortepari,
che corrono lateralmente alla corda dorsale(fig. 4,
tav.I)
e che ad un certopunto
si riu-niscono in un vaso
unico,
mediano: l’aorta.Questa, giunta
. tezza del
fegato,
riceve la venaepatica
efferente : daquesto punto
in
poi
lesue ~pareti divengono
molto spesse. Tale spessore,però,
si mantiene per
poche sezioni,
inseguito
l’aorta manda delle rami- ficazioniagli intestini,
assume il medesimoaspetto
diprima
e cossi continua fi.no alla
regione
ultima dellacloaca,
intorno allaquale
sono numerosissimi i
capillari
a lumeampio ;
continuando il suocorso, dà altri
capillari
dalla cui ricostruzione si forma la vena co-dale
(fig, 4,
tav.II)
che riceve anchequelli. Questa
sipuò seguire
fino presso allo sbocco dei canali di Wolff nella cloaca
( fig. 2,
tav.
I); qui
si trovano numerosicapillari
ancor essi molto dilatati:da
questi,
eraccogliendo
unaparte
del sanguedell’intestino,
sioriginano
i duegrossi
vasi che abbiamo visto nellaregione
delrene
cefalico,
e che dànnoluogo
alle aortepari.
La maniera di for-marsi di
questi
duevasi,
ilpunto
da cuiprendono origine,
il lorocomportamento,
mi pare che non lascino alcun dubbio ch’essi deb- bano considerarsi come le cardinaliposteriori.
Dato un
apparato
circolatorio coscostituito,
è facile supporrecome possa essere avvenuta la circolazione : la
parte
dell’aorta le cuipareti
sonoinspessite
e cherappresenta quella regione
che è ve-nuta a sostituire il cuore,
pulsa
espinge
il sangue che haricevuto,
per mezzo delle aorte
pari,
delle cardinaliposteriori
equello
dellavena
epatica efferente,
verso laporzione posteriore
del corpo man- dandone unaparte
all’ intestino e l’altra fino aicapillari
che ab-biamo visto esistere nella coda. Da
questi,
costituitasi lacodale,
per essa il sangue è condotto fino allo sbocco dei canali di Wollf nella
cloaca, donde, poi,
per le cardinaliposteriori, giunge
alle aortepari,
e daqueste, passando
nellaimpari,
si riunisce aquello
che,dopo
aver vascolarizzatogl’intestini
e ilfegato,
è condotto per lavena
epatica efferente,
e ricomincia il suo ciclo.Quando
laparte inspessita
dell’ aortapulsa,
il sangueprende
la viaposteriore
delcorpo come la
pin
facile:qui
infattigli
èaperta
dinanzi non solol’aorta,
ma anche la via pergiungere agli
intestini. Una _volta ini- ziatasi la circolazione perquesta strada,
la esercitatadal sangue che
giunge
abbondante per le cardinali all’ aorta fa s che il ciclo si continui sempre allo stesso modo. Per farmeglio
intenderequanto
ho detto intornoall’apparato circolatorio,
ho cercato didarne
uno schema nella
figura seguente:
Schema
dell’apparato
circolatorioa u’
- regione
del rene cefalico.~ W -
aorte pari.°i -i - aorta.
o - vena epatica efferente.
se - vasi dell’ intestino.
z -
capillari
intorno alla’ultimaregione
della cloaca.é -
capillari
della regione incui i canali di Wolff sboccano nella cloaca.
r~ - vena codale.
i - vene cardinali
posteriori.
A. - regione
dell’aorta le cuipareti sono
inspessite.
L’ematosi sarebbe
avvenuta,
non solo attraverso ai sottilitegu-
menti nel
passaggio
del sangue per le venecardinali,
che abbiamo;isto presso che distese sotto la
parete
del corpo, ma ancora neicapillari, specialmente
inquelli
della coda e dell’ ultimaregione
della cloaca.
Da
quanto, dunque,
abbiamo detto risultache, malgrado
allalarva sia stata tolta colla
regione
anteriore la sede di formazione di centriimportantissimi,
pure la vita le è stata non solopossibile,
ma le modificazioni dei var sistemi sono state tali da
permettere
che
l’organismo raggiungesse quel complesso grado
disviluppo
cheabbiamo notato e
disimpegnasse,
sebbenepiù
o menointieramente, quasi
a tutte le funzioni di unocompleto. È
vero che nellaregione
anteriore del moncone mancano per un tratto
quasi
tuttigli
or-gani,
ma ciò non fameraviglia quando
sipensi che,
essendoquesto
il
luogo
dove avvenne iltaglio,
forsequi
l’attività di unaparte
dei tessuti rimase come
paralizzata,
mentrequella
di altri fu tutta rivolta alrimarginamento
della ferita.Io non posso riferirmi per confrontare i miei risultati che a
pochissitni lavori, perchè,
sebbene siano stati moltigli
autori chesi sono
occupati
di operare le larve per studiare il loroeomporta-
meno nella
rigenerazione,
essi hanno limitato le loroesperienze
ad un arto o alla
coda,
oppure ad uno opiù organi interni,
sempre,però, quando
le larvepresentavano
ungrado
disviluppo
abba-stanza considerevole. Lo SCHAPER
1)
da una larva di Rana esculentalunga
6 mm.tolse,
con una sezionedorso-frontale,
unsegmento
delcapo al
quale, però,
rimasero attaccate la ventosa e le branchie : la larvadopo
seigiorni
mor .Certamente lo stadio in cui fu
tagliata
la mia e laimportanza
della
parte asportata
non sono daparagonarsi
conquelli
delloSCIIAPER,
come non è daparagonarsi
la durata della vita dell’ or-ganismo.
Tuttavia vediamo in che concordano i risultati ottenuti :egli
trovò che il canale midollare rimaseatrofico, mentre, però,
tutti
gli
abbozzi si erano normalmentesviluppati,
anche igangli spinali, malgrado
l’atrofia del canale midollare. Noi abbiamo visto) SCHAPER
ALFRED. Erpe>.17nentelle Studien in larven.I
Mittheilung-
in ArchivEntwiekelungsmech, 6 Bd.,
pag, 151-197.come
questo
si sia normalmentesviluppato.
Dalle sue osservazioni lo SCHAPER conchiude che losviluppo
delleparti
di unorganismo
avviene nei
primi periodi
come in una colonia diprotozoi «
Die Reizewirken direct auf die individuelle
Zelle,
oder werden durch Fort-pflanzunge
von Zelle zu Zelle auf einegròssere Zellgruppe
oderden ganzen
Organismus iibertragen
». Edopo
avere osservato chenell’
organismo
le cellulereagiscono
diversamente aduguali
stimoliper il loro alto
differenziamento, aggiunge
cheperciò
sono resepossibili « hochcomplicirte Lebenserscheinungen ,
die besondersauffállig
in den coordnirten undzwecknW ssigen Bewegungen
desEmbryos
auftreten » che dànno l’illusione di un organo centralenervoso. Nella nostra
larva, però,
si è visto come, sebbene manchi ilcervello, 1’ organc centrale, rappresentato
dal midollospinale,
esiste ed in condizioni del tutto
paragonabili
alle normali. Laqual
cosa
aggiungerebbe
una prova in favore diquanto
lo SosApER diceconcordemente al
Roux,
checioè,
neiprimi stad ,
losviluppo
pro- cede da sè inseguito
alprincipio
dell’ autodifferenziamento e un« correlative
Entewickelung
benachbarterOrgane
oder eine Con- trolle derGesammtentwickelung
durch einCentralorgan
ist nir-gend
nachweisbar ». Lequali
conclusioni nonconcordano,
almenoin
parte,
conquelle
del ToRNiER1)
ilquale
sostiene unacorrispon-
denza sempre esistente fra i cambiamenti
degli organi
terminali eil sistema nervoso centrale e viceversa. E tanto
piú
non concordanoinquantochè
lo SCHAPER2) togliendo,
con untaglio fronto-dorsale,
ad una larva di
Hyla
viridisquasi
nelle medesime condizioni del-1’altra,
unaporzione
del capo in modo che 1’ occhio sinistrorimase,
mentre il destro fu tolto meno una
parte insignificante,
trovòche, malgrado
il difetto delcervello,
il canale midollare e l’occhio si- nistro si eranosviluppati normalmente,
per laqual
cosaegli
dice.
1) ToRNiER GuSTAv. e?r-
i) TORN1ER GUSTAV. Ueber Hype1"daklylie, Regene1"ation,
Zcnclbung mit E:y:perimenten in Archiv
Entwickelungsmech,
3Bd.,
pag, 469-476 ; 4
Bd.,
pag.180-210,
vorl Mitth. in Sitz. Ber. Ges. Nat. Freunde.Berlin, pag. 24-25.
2) SCHAPER ALFRED. Op. cit.
che
questa
è una prova brillante della «Hartnáckigkeit
des Sel-bstdifferenzirungsvermógens
».Quello
che io hopotuto
vedere starebbe in certo modopiuttosto
a sostenere
l’ipotesi
dello SCHAPER chequella
delToRNIER,
ma ancorail dettare una
legge
sopragli
adattamentidegli organismi
a vivereindipendentemente
da centriprincipalissimi
mi pare cosa unpo’
prematura,
data la scarsezzadegli esperimenti
fatti inproposito.
Ecredo che sarebbe
utilissimo,
invece cherestringere
le osservazioni ad una solalarva, tagliarne parecchie
nel medesimo stadio e fissarleman- mano che si
sviluppassero ;
sipotrebbe
cosseguire gradata-
mente il formarsi e 1’accrescersi dei vari
organi: questo
studio po- trebbe moltoprobabilmente spiegare
tanti fatti chefinora, purtroppo,
sono
completamente
oscuri.Anche il
RAFFAELE,
nella seconda assemblea ordinaria del con-vegno dell’Unione
Zoologica
Italiana inNapoli,
rendeva noti espe- rimenti da lui fatti su larve di Rana e diDiscoglossus.
Come hogià accennato, egli
dice che i due monconisopravvissero,
conti-nuando a
svilupparsi,
mentre1’ectoderma,
all’ infuori dirimarginare
la ferita non diede altro segno di
rigenerazione.
Nei monconiposte- riori,
cui era stataasportata
la testa fin dietro all’intestinorespi- ratorio, prima
che si fosse formato l’abbozzo del cuore, non si manifestúcircolazione,
ma i vasi sisvilupparono
e sisvilupparono
anche i
globuli
rossi in moltipunti.
L’Autore dice che la mancata circolazione è causa di unidrope principalmente
accentuato nelle vie venose: le vene cardinali e la codale si dilatano enorme- mente.I miei risultati sono molto concordi con
questi,
senonchè ab- biamo visto come, sebbene i vasi sieno enormemente dilatati(conf.
ad es. le aorte
pari, fig. 4,
tav.I),
pure la circolazione non è del tutto mancata : forse la differenzadipende
dal fatto che il Raffaelenon avrà lasciato vivere le larve il
tempo
necessarioperchè
essainconzinciasse.
Nella stessa seduta
egli consigliava
ancora divedere,
col me-todo
dell’asportare
laporzione anteriore,
se inquella posteriore
siritrovassero o no
globuli
bianchi del sangue; nel caso che non cifossero, questo
avrebbe fornito unappoggio alI’ ipotesi
delBEARD 1)
che considera il timo come l’unica sede per la formazione dei leucociti.
Io lasciai che la larva
integra
equella operata
vivessero finoa che nella
prima
sisviluppasse
il timo:questo infatti,
comepotei
rilevare dalle
sezioni,
esistevaquando
io fissai le due larve :potei
ancora vedere nei vasi della larva
integra,
insiemeagli
abbondan-tissimi
globuli rossi, qualche leucocito ;
diquesti
non se ne ha al-cuno nel moncone.
Ma,
come ho detto una sola prova non basta a dare l’autorizza- zione di formulare unalegge:
io milusingo, però,
cheesperimenti
successivi ed estesi non solo su molti
organismi
di una stessaspecie,
ma anche dispecie diversa,
se non faranno una lucepiena, colmeranno,
almeno inparte
le molte lacune che restano sopraquesto complicato quanto importante argomento.
Prima di
finire, però,
non posso fare a meno diringraziare
l’illustre Prof. Richiardi il
quale,
mettendo a miadisposizione
ilmateriale dell’ Istituto
Zoologico
e la sua ricca bibliotecaprivata
mi ha reso
più
facile ilpresente
lavoro.Pisa, maggio
1902.BEARD
J. The Source ofLeucocytes
ccnd the Function o f the Anat.Anz., Bd., 18,
n.O 22-23 S. 550-560. n.O 24. S. 561-573.INDICE
BIBLIOGRAFICO
1. 2014 RAFFAELE F. Osservazioni sperimentali su embrioni e larve di Anuri.
Rendiconto della seconda assemblea ordinaria del convegno del- l’Unione
Zoologica
Italiana inNapoli.
10-13aprile
1901. Monitorezoologico italiano,
annoXII,
n.°7,
pag. 221.2. 2014 SCHAPER ALFILED. Experimentelle Studien in
Amphibien
larven.1.
Mittheilung
in ArchivEntwickelungsmech,
6Bd., pag. 151-197.
3. 2014 TORNIER GUSTAV. Ueber
Hyperdaktylie, Regeneration
und Verer-bung
mit Experimenten in ArchivEntwickelungsmech,
3Bd., 469-476;
4Bd., 180-210,
vorl. Mitth. in Sitz. Ber. Ges. Nat. Freunde.Berlin,
pag. 24-25.4. 2014 BEARD J. The Source