A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
G. P OLVANI
Come varia nel tempo lo spettro della scintilla elettrica
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1
resérie, tome 14 (1922), exp. n
o4, p. 1-24
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COME VARIA NEL TEMPO
LO
SPETTRO DELLA SCINTILLA ELETTRICA
ESTRATTO DELLA TESI D’ABILITAZIONE
G. POLVANI
Come
varianel tempo lo spettro della scintilla elettrica
(Estratto della tesid’abilitazione).!
§
1. - Il mezzopiù
naturale percompiere
uno studiodelle variazioni nel tempo dello
spettro
della scintilla èquello
diproiettare
per mezzo di unospecchio
concavorotante
F immagine
della scintilla sulla fenditura di unospettrografo, disponendo
lospecchio
in modo che il suocentro di
figura
sia sull’ asse ottico del collimatore e il suo asse di rotazione risultiparallelo
all’asse della scintilla eperpendicolare
all’asse ottico del collimatore e alla fendi- tura dellospettrografo;
cosicchèlungo questa
vengano a suc- cedersi le varieimmagini
della scintillacorrispondentemente
al succedersi dei
tempi.
Ma nel realizzare una similedispo-
1 La tesi, dalla commissione esaminatrice dichiarata degna di stampa, doveva comparire per extenso in questi « Annali », ma per
non ritardarne la pubblicazione fu invece stampata nel giornale
della Società di Fisica « Il Nuovo » (Serie VI, Vol. XX, 2.0
sem., fase. 11-12, anno 1920), cui rimandiamo chi volesse conoscere
i particolari della ricerca e dei risultati.
-sizione,
ho incontrato subito - come del restoprevedevo
- una grave difficoltà.
Quando
ladispersione
dellospettrografo
e lasottigliezza
della fenditura siano
quali
si richiedono per avere una buonaspettrografia
una sola scintilla non è sufficiente adimpres-
sionare la lastra
fotografica ;
ne occorronomolte,
moltissime.Come ottenere allora che 1’imizio di tutte le scintille av-
venga
proprio
solo equando
lospecchio
assume,rotando,
una determinata
posizione,
cosicchè le relativeimmagini proiettate
sulla fenditura risultino tutteperfettamente in
concordanza tra loro?’ l
La
disposizione
dellospinterometro
rotante fissato sul-1’ asse di rotazione dello
specchio
è risultata insufficiente atal fine.2
Bisognava
trovarequalcosa
dimeglio:
e fu allora ap-punto
che il Prof. Puccianti mi dette ilsuggerimento
, del
quale
loringrazio
vivamente - di tentare se fosse pos- sibileapprofittare
dell’ effetto fotoelettrico di Hertz per pro-vocare la scarica al momento
opportuno.
Perciòintrapresi
alcune
esperienze preliminari.
§
2. - Ad una, comune lanterna daproiezione
P(vedi figura 1)
tolsi 1’ obbiettivo e sostituii al condensatore un dia- framma coi unapiccola
fenditura orizzontale F[5
mm. di~ Dirò che due o più immagini sono (risultano) in concordanza
o concoi-danti quando esse, sia pure in momenti diversi, si formano
esattamente nel medesimo punto dello spazio.
’ Il de Watteville indica (Co nptes Rendus. CLIX, 2. sem., 1914,
pag. 30) una disposizione sperimentale simile a quella del Feddersen
nella quale però lo specchio è sostituito da un disco stroboscopico (con una sola fenditura) ; ma non dà notizia dei resultati ottenuti.
lunghezza
in- dirczioneorizzuntale,
per 2 mm. dilarghezza]
e ai carboni dell’arco
elettrico,
interno alla lanterna sostituii due grosse bacchette di ferro per ottenere dall’ arcomaggior copia
diraggi
ultravioletti.Il fascio luminoso uscente dalla fenditura del diaframma veniva raccolto tutto da uno
specchio
concavo 8, rotante intorno ad un asse orizzontale. Lospecchio
eradisposto
inmaniera che
passando,
nelgirare,
per una determinataposi-
zione
proiettava l’ immagine
della fenditura sullepunte
dirame di uno
spinterometro
I.Queste,
distante tra loro circadue millimetri e
disposte orizzontalmente,
erano connesse,attraverso ad un’elica di filo grosso di rame, con le arma-
ture di un condensatore C di notevole
capacità,
che venivacaricato da una macchina elettrostatica. La scarica di
questo
Fig. 1.
Lo specchio concavo rotante s raccoglie dell’ arco A la luce uscente dalla fenditura F e proietta F immagine di questa sulle punte dello spinte-
‘
rometro sensibile I.
La scarica viene cos determinata, per effetto fotoelettrico, al momento dell’ illuminazione dello spinterometro, sicchè sulla parete anteriore della lanterna P viene proiettata dallo stesso specchio 8 1’ immagine i della scin- tilla. Questa immagine si inizia dalla fenditura F.
circuito risnltava oscillante. Lo
specchio
faceva unacinquan-
tina di
giri
al minutosecondo,
e la durata di ciascuna illn- mi nazione a cui erasoggetto
lospinterometro
era di1/200000
di secondo circa.
Questa sernplice disposizione sperimentale
mipermise
diverificare facilmente e con buona
approssimazione,
sue le sca-riche nel circuito si iniziassero nei momenti in cui lo
specchio
illuminava lo
spinterometro :
infatti sequesto
fosse accaduto la striscialuminosa,
col notoaspetto
dispiga,
data dallo-specchio
rotantequale immagine
dellascintilla,
avrebbe do-vuto formarsi sul diaframma
posto
anteriormente alla, lan- terna cominciandoproprio
dalla, fenditura.L’esperienza
con-fermò abbastanza bene
questa previsione, purchè
la distanzaesplosiva
non fossesuperiore
ai 2 - 3 mm. Facendo deisegni
di riferimento sulcliaframma,
riconobbi facilmente che leimmagini
i delle successive scintillepresentavano
in gene- rale tra loro solo lievidiscord anze,
lequali
erano dovutein
piccola parte
a veri e fortuiti ritardi dellascarica,
ri-spetto
al momento di illuminazione dellospinterometr o,
eper la
maggior parte
a,l fatto che le scintille non manten- gono inai nè la stessa forma nè la stessaposizione
tra lepunte
dellospinterometro.
Incomplesso però
l’ artificio del- l’ efFetto fotoelettricopoteva
benissimo servire al mio scopo.Ma tutto ciò non era che un
primo
passo,perchè,
comepresto
miaccorsi, F esperienza
ora descritta non riesce qua-lunque
sia il metallo con cui sono fatte lepunte
dellospin-
terometro
sensibile,’
1 sicchè divenne necessario che la scintillai Chiamerò brevemente sensibile e scint,lla sensibile
tsottintendi « all’ azinne della luce ultravioletta >>) rispettivamente lo spinterometro soggetto all’ azione della luce ultravioletta proiettatavi
dallo sppcchio, e la scintilla che scocca tra le sue punte.
sensibile non fosse
quella
stessa da esaminarsispettrografi-
camente ;
equesta
necessità mi condusse a modificarel’espe-
rienza nel modo
seguente.
§
3. -Interruppi
il circuito di scarica in un altropunto
intercalandovi un secondospinterometro E (vedi ,fig. 2)
ilquale
veniva cos a trovarsi in serie colprimo.
Fig. 2.
In serie allo spinterometro I è posto ora sul circuito di scarica di C anche lo spinterometro E. La scarica viene, come nella disposizione della fig. 1, provocata per effetto fotoelettrico, e lo specchio s proietta 1’ imma- gine e della scintilla dello spinterometro E sullo schermo 2. Pnr di collo-
care opportunamente lo spinterometro E, lj immagine e può esser proiettata
ove più sarà conveniente (per le mie ricerche sulla fenditura dello spettro- grafo), invece immagine i si formerà sempre sulla parete anteriore della lanterna.
Anche con tale
disposizione
la scarica nel circuito siiniziava
quando
ilprimo spinterometro
riceveva dallo spec- chio rotante la lucedell’ arco ;
inoltre la scintilla del se-8
condo
spinterometro poteva
essere, senzapregiudizio
dellaconcordanza delle
itmmagini;
assaipiù lunga (2
- 3 mm. dipiù)
diquella
sensibile(la quale
rimaneva a 2 - 3 mm.).Con la
disposizione
dei duespinterometri
in serie rag-giu.nsi questi
trevantaggi :
1.° di variare a volontà il metallo formante le
punte
del secondospinterometro,
usando anche i metalli meno sen-sibili all’ effetto fotoelettrico.
2.0 di i
proiettare,
con lo stessospecchio
usato per 1’ il- luminazione dellospinterometro sensibile,
pur di collocareopportunamente
il secondospinterometro, l’ immagine
dellascintilla di
questo
stessospinterometro
nelposto
conve- niente(che
nel caso delle mie ricerchespettografiche
saràpoi
la fenditura dellospettrografo),
mentre invecegine
della scintilla sensibile è inogni
casoproiettata
neces-sariamente sulla
sorgente
luminosa che la determina.3.° di fare uso eventualmente di
potenziali più
elevati.§
4. - Ladisposizione sperimentale
definitiva si basaappunto
suquella
usatanell’ esperienza
dei duespintero-
metri
(§ 3).
sPerciò
l’apparecchio sperimentale
consisteessenzialmente, (vedi
Tav.I) :
di uno
spettrografo
per la ricezionefotografica degli spettro grammi ;
1di un circuito di scarica costituito da un condensatore
C,
da un elica L di filo grosso di rame, e da duespintero-
metri in
serie ;
uno,I,
èquello sensibile, l’ altro, E,
èquello
1 In figura è rappresentata solo la testata T del collimatore dello
spettrugrafo ; cp rne è la fenditura.
delle scintille delle
quali
si deve esamiuare lospettro ;
l’ e-lica
può
esser sotituita con una resistenza R non indut-tiva,
cosicchè si possono ottenere scariche oscillanti ocontinue ;
di una macchina elettrostat,ica
multipla per
caricare-il uo iid ensatore ;
di un arco
elet trico, A,
tra, elettrodi di ferroquale sorgente
di radiazioni nltiéviolette per l’ef’ettofotoelettrico;
di uno
specchio
concavo rotante a cheproietta
iLlter--mittentemente la luce dell’arco sulle
punte
dellospintero-
metro sensibile per provocare la
scarica?
e nello stessotempo proietta l’immagine
della scintilla di E sulla fenditura dellospettrografo;
lospecchio
deve avere il suo centro difigura
sull’asse
ottico x y
del collimatore.Accennerò solo ai
particolari piÙ. importanti
diquesta disposizione.
§ 5. - Le
parti
diottriche dellospettrografo
sono invetro
Uviol; perciò
lospettro
si estende nell’ ultraviolettoo
uno a 3000 unità A. circa.
Davanti alla metà circa della fenditura dello
spettrografo
e aderente a
questa,
è teso trasversalmente un filo nero che-serve per ottenere
negli spettrogrammi
una linea di rife-rimento trasversale alle
righe
dellospettro,
laquale
for--nisce
quindi
una sicura indicazione dicontemporaneità
sututte le
righe.
Lungo
uno dei bordi della stessa fenditura è fissata unascala millimetrata riferendosi alla
quale
sipuò gindicare
se-le
immagini
delle scintilleproiettate
sulla fenditura si for-mano sempre nel medesimo
posto.
~ Non è rappresentata nella figura.
10
Infine aderente alla fenditura dello
spettrografo,
ester-namente al
collimatore,
è colloca,ta una lente convergente"Q
di quarzo, di distanza focaleappropriata,
cheproietta r immagine
dellospecchio
suiprismi
dellospettrografo
co-sicchè anche
quando l’immagine
della scintillaproiettata
dallo
specchio
sulla fenditura cade verso le estremità diquesta,
siimpegna ugualxnente
tuttaI’ apertura
del sistemaottico,
in modo da non averelungo
lerighe
dellospettro
altre variazioni di intensità che
quelle
dovute effettivamente alla s cintil l a.Dinanzi alla fenditura dello
spettrografo,
cre èposta verticalmente,
è collocato lospecchio
concavo rotante s;il suo asse di rotazione è
perpendicolare
all’asse ottico delcollimatore ed alla
fenditura
dellospettrografo,
e il suocentro di
figura
dista daquesta
un poco meno deldoppio
della distanza focale. Lo
specchio
è mosso dal motorinoelettrico M.
L’ arco elettrico A fra elettrodi di ferro è racchiuso in
una lanterna
P, posta
alla stessa altezza e di fianco delcollimatore,
laquale
ha anteriormente uno schermo fornito di una fenditura orizzontale Flunga,,
in direzione orizzon-tale,
6 mm. e dilarghezza
variabile. Collocato immediata- mente accanto aquesta
fenditura è il sistema ottico O costi- tuito da tre lenti di quarzo fortementeconvergenti (comples-
sivamente 24
diottrie)
che forma sullospecchio I’ immagine
dell’ arco
ingrandita.
Dalla lanterna nonpuò
uscire altraluce che
quella proiettata
sullospecchio.
I
vantaggi
che siritraggono
dal sistema ottico O sono. due: utilizzare tutto il fascio luminoso uscente dalla
lan-
-terna,
impedire
che varii l’il lumi nazione dellospinterometro
sensibile per
piccoli
ed inevitabilispostamenti
dell’ arco tra i due elettrodi di ferro.Tanto le
punte
dellospinterometro sensibile, quanto
quelle
dellospinterometro
E sono da mettere etogliere;
quindi
possono essere cambiate e fatte del metallo e della forma che si vuole.Quelle
dellospinterometro
E debbonoessere del metallo di cui si studia lo
spettro, quelle
dell’altrospinterometro
di un metallo che risenta in manieracospicua
1’ azÍOne fotoelettrica della luce nel provocare la scarica, : io adottai
quasi
sempre il rame.Le
punte
di ciascunspinterometro
sonoposte
coassial-mente tra loro e la distanza
esplosiva
in cia,scuno di essiè di 2 - 3 mm.
I due
spinterometri
sonodisposti
i~~ modo che lo spec- chioproietti contemporaneamente
suquello
sensibile 1’imma-gine
della fenditura F della lanterna e sulla fenditura del collimatoreI’ immagine
dellospW terometro
E.Dinanzi allo
spinterometro E,
e distante dallepunte
diquesto
2 mm.circa,
è messo verticalmente eparallelamente
alle
punte
unpiccolo
schermo K fornito di i una fenditura orizzontalef, lunga
in direzione orizzontale 4 n) 111. elarga
1 mm.
Questo
diaframma èdisposto
in modo che lospecchio
veda le
punte
dellospinterometro
E attraverso la fendituraf
in maniera sitnmetricarispetto
aquesta,
e serve a otte-nere che l’
jmn1agine
della scintillaproiettata
sulla fendi-tura del col limatore, abbia un
aspetto
costante, o permeglio
dire che essa per
qualunque posizione
dellospecchio
e inogni istante,
sia limitata sempre dallo stesso contorno. Inquesto
modo veniva tolto I’neonveiii ente,
delle variazionidi forma delle scintille. _
Lo
spinterometro
E è fissato sopra una slittaporta
uten-sili da
tornio,
manovrando i comandi dellaquale
sipuò
por- tare aputito F immagine
della scintilla esattamente sulla fenditura del collimatore.§
6. - L’ osservazione delleimmagiiii
iproiettate
sullafenditura aveva
importanza
fondamentale perinvigilare
~ andamento
dell’ esperienza
e di conseguenza decidere del- I’ attendibilitàdegli spettrogrammi
ottenuti : infattigli spettrogrammi impressionati
con serie diimmagini
chepresentassero
tra loro numerosi scarti non doveva,no esserpresi
in considerazione. llla sul criterio di sceltadegli spet- trogrammi
ritornerò fra breve.(V.
finedel § 8).
Qui
noterò che per 1’ osservazione delleimmagini proiet-
tate sulla fenditura del collimatore mi servii con
grande
uti-lità di un
piccolo
cannocchiale Hposto quasi
in linea delcollimatore e
puntato
sulla fenditura diquesto.
Considerata una
lunga
serie di scintilleconsecutive, prendevo
come di ciascunaimmagine
il numero didivisioni della scala fissata
lungo
un bordo dellafenditura,
comprese tra la divisione sulla
quale
essa si era iniziata equella
sullaquale
leimmagini
delle scintille della serie sierano iniziate il
più
gran numero di volte.Riporto
come-esempio
lepercentuali degli
scarti osservati inquattro
di-verse serie ciascuna di cento scintille consecutive. I nu-
meri
positivi
indicano chegli
scarti solo avvenuti nel sensostesso in cui ~
immagine
si andavaformando,
inegativi
nelsenso
opposto.
Questa
tabella dà una buona idea delgrado
di concor-danza
raggiunto
dalleimmagini proiettate
sulla fenditura.Richiamo 1’ attenzionc sulla
quarta
serie : su 87immagini,
81
(cioè
il 930/, circa)
si sono formate con lospostamento
! La scala aveva una lunghezza. totale di 5 cm. ; lo scarto di
queste immagini noit proiettate sulla scala era certo maggiore di
4 - 4,5 cm.
14
massimo tra loro di
1/2
mm. Seriedunque
veramenteottima;
se si considera che nelle condizioni delle
esperienze spet- trografiche
definitive un mezzo millimetro della scala(per
le velocità dello
specchio
usate ingenerale) 1/16
circa della distanza che due massimi luminosi delleimmagini
della scintilla in esame : ciò che è
equivale
a dire che due scin- tille le cuiimmagini presentassero
unadifferenza
di scarti di1/,
mm. avevano le loro oscillazioni luminosesfasate
di 220circa e si iniziavano
rispetto
al momento di concordanza con unintervallo di
tempo
di1/1000000
di secondo circa.§
7. - Leesperienze spettrografiche eseguite
si riferi-scono a
questri
tre casi:A)
Scintille tra elettrodi di un medesimo metallo otte- nute con scaricheoscillanti ;
B)
scintille tra elettrodi di metalli diversi ottenutecon scariche
oscillanti ;
C)
scintille tra elettrodi di un medesimo metallo otte- nute con scariche continue di breve durata(brusche).
Cambia,ndo
nell’apparecchio sperimentale
sopradescritto,
le
punte
dellospinterometro E,
e inserendo nel circuito di scarica del condensatore C l’elíca L oppure la resistenzanon induttiva R
(ad
acquaacidulata)
si realizzavano le condizioni necessarie peresperimentare
sui metalli voluti sia con scaricheoscillanti,
sia con scariche continue.A Scintille tra elettrodi del medesimo metallo.
- Scariche oscillanti.
§
8. - Le condizioni del circuito di scarica furono leseguenti :
periodo
d’oscillazione delle scariche:35 X
10-6secondi;
coefficiente d’’ auto - induzione dell’ elica L :
48 X
10-5henry ;
.,
capacità
del condensatore C: ô5;~
10-9 farad :distanze
esplosive
dei duespinterometri :
2-3 mm.Mi sono limitato allo studio delle variazioni che lo
spettéo
della mediana delle scintille subisce durante le
prime
oscillazioni della
scarica ; quindi
i leimmagini
delle scintille dellospinterometro
Eproiettate
dallospecchio
sulla fendi-tura dello
spettrografo
si iniziavano sulla stessa fenditurae da
queste
erano divise per metà.I metalli
presi
in esame furono :alluminio, calcio, piombo, tallio, bismuto, magnesio,., zinco, cadmio,
zincoamalgamato,
cadmioamalgamato.
Ritenni come tollerabili
(non dannosi) gli
scarti minoridi mezzo millimetro
(che
era ilpiù piccolo
chepotessi
apprezzare bene coii 1’ uso del cannocchialetto
H) ;
cioè con-siderai come
praticamente
concordanti dueimmagini
chefossero
spostate,
1’ umarispetto all’ altra,
al massimo di mezzomillimetro.
[L’ii flueriza
diquesta
tolleranza nell’ attendibilità dellospettrogramma dipendeva
evidentemente dalla velocità pos- - seduta dallospecchio. (V.
finedel § 6)].
Invece considerai dannosi tutti
gli
scartimaggiori
dimezzo millimetro e che si
riferivano ad immagini
cadute(almeno
inpai-te)
sulla fenditura.Nella scelta
degli spettrogrammi
mi attenui poi niseguente
resultato tratto
dall’ esperienza:
se le scintille le cuiimmagini presentavano
dannosi erano in nonsuperiore
cento di
quelle
necessarie infotografia
una certa il che
queste
scintilledagli
scarti dan-nosi, portacano all’immagine fotografica
della era tra-,
§
9. - I caratteripiù
notevoli chepresentano
lerighe degli spettri
esaminati inquesta
serie A di esperienze sono:a) Variazioni, passando
dall’ uno alsuccessivo mezzo
periodo
dellascarica,
dell’ intensità luminosa media relativa-a ciascun mezzo
periodo.
b)
Variàzioniperiodiche
diintensità, più
o meno sen-sibilmente combinate con le
precedenti.
c)
Differenze di fase tra oscillazioni d intensità lumi-nosa delle varie
righe.
Le variazioni di intensità media possono essere aumenti
o
diminuzioni ;
inquesto
secondo caso sipuò giungere
alpunto
che solo per laprima
mezza oscillazione della scarica lariga
riesce adacquistare
una intensitàapprezzabile.
Tuttele
righe
checompaiono
in una mezza oscillazione della sca-rica
compaiono più
o menointensamente,
maquasi
sempre in manieraapprezzabile,
anche nelleprecedenti
mezze oscil-lazioni,
cosicchè laprima
mezza oscillazione della scarica èquella
che dà il numeropiù grande
dirighe.
[Il periodo
delle oscillazioni luminose dellerighe
chepresentano
il secondo carattere è naturalmenteuguale
a metàdel
periodo
di oscillazione dellascarica].
1. - I tre caratteri
principali
soprapresi
in conside- razione non risultanoindipendenti
traloro ;
eprecisamente
1’ anticipazione
difase, la
variazioneperiodica
benspiccata
della
luminosità,
e la variazione di intensità medianegativa
vanno
concordi,
e sonopresentate
dallerighe
« enhanced »(rinforzate)
delLockyer.
2. - Invece le
righe
chepresentano
variazioniperiodiche
appena sensibili o
nulle,
hanno la loro intensità media cre-scente, non
appartengono
aquelle
date come « eiihanced »e sono di
più
bassa eccitazione.3. 2013 Tra le
righe
chepresentano
variazioniperiodiche
ben nette di intensità luminosa e per le
quali
sia stata rico-nosciuta la
dispersione
anomala vi sono leH,
K del calcio.Questo
duerighe
hanno i loro minimi sempre meno accen-tuati e 1’ iutensità media
crescente,
sipresentano
invertitefin dal loro inizio e mancano di
un’ anticipa,zione
decisasulle - altre
righ e.
Esse sono date come « enhanced » dallo Steinhaus.Quindi
debbono considerarsi come aventi ungrado
di eccitazione media tra le
righe spiccatamente
« enhanced »e
quelle
di bassa eccitazione. Se il Puccianti ha trovato ladispersione
anomala perqueste righe,
ciò è manifestamente dovuto alla lorogrande intensità ;
è noto infatti che essecorrispondono
alle duerighe piÙ.
espanse dellospettro
solare.D’altra
parte
il Puccianti ha verificato chequesta disper-
sione anomala si
presenta
forte nell’ arco alternativo in cor-rispondenza
della fase massima e sipresenta minima,
o nullaaddirittura,
nella fase d’ estinzione della corrente - contra- riamente a ciò che succede per lariga
4227(g solare).
Ilche mostra
appunto
ad H e Kcompetere
ungrado più
ele-vato di eccitazione
spettroscopica.
4. - Le
righe
d’ un medesimo termine di una serie dirighe
hannodipendentemente
con la lorointensità,
caratteriuguali.
5. - Le
righe
dellaprima
accessoriapresentano
varia-ànn. ’9. -Y. 2
18
zioni
periodiche più
o meno accentuate a seconda dei me-talli,
con minimi successivi via via sempre menoprouunciati.
6. - Le
righe
d’ aria hanno tutte un carattere comune : essepresentano
variazioni di intensitàperiodiche
ben nettecon
lunghe
fasi diestinzione ;
la loro intensità media decresee assairapidamente;
lerighe
d’aria fini hanno duratapiù
breve delle
nebulose, spessissimo compaiono
solamente incorrispondenza
dellaprima
mezza oscillazione della scaricae
anticipano
ingenerale
suquelle
nebulose.B Scintille tra elettrodi di metalli diversi.
Scariche oscillanti.
§
10. - Le scintille studiate furonoquelle
tra le se-guenti coppie
di metalli:magnesio - alluminio,
cadmio - allu-minio, piornbo-alluminio, piombo-cadmio, piombo-magnesio.
Le condizioni di queste
esperienze
relative a scintille traelettrodi di metalli diversi furono
quelle
stessedell’ espe-
rienze su scintille tra elettrodi del medesimo metallo.
I resultati ottenuti in
questa
seconda serie(B)
di espe- rienze si possono brevemente cosraccogliere:
nello
spettro
delle scintille tra elettrodi di metalli di-versi, ogni riga (del nietallo) presenta
i niedesimi caratteri 1 chepossiede
nella scintilla tra elettrodi fatti entrambi del metallo cui essaappartiene ;
ma, nelle mezze oscillazioni della scarica nellequali
risultapositivo
l’ elettrodo costruito col metallo cui la stessariga appartiene,
la sua intensità èpiù
debole che nelle altre mezzeoscillazioni ;
equesto
inde-i Compreso anche quello delle reciproche differenze di fase nella oscillazioni Iuminose con le altre righe del medesimo metallo.
bolimento è tanto
pi i pronunciato,
epuò giungere
finoall’estinzione,
inquelle righe che,
nelle scintille tra elettrodidello stesso
metallo, presentano
variazioniperiodiche
conminimi bene accentuati e intensità media decrescente.
C - Scariche tra elettrodi dello stesso metallo.
Scarica continua brusca.
Sostituendo alla antoincluzione L
(vedi § 7)
una resistenza ad acqua acidulata
(30
ohmcirca)
la scaricanel circuito della
capacità C
risultava continua e di brevis- sima durata: brusca.I metalli esaminati furono :
calcio, tallio, magnesio, cadmio, alluminio, piombo,
bismuto.Le
immagini
delle scintille dellospinterometro E,
pro- iettate dallospecchio
sulcollimatore,
erano anche per le velocità massime delmotorino, lunghe
alpiù
un 35 mm., eperciò potevano
essereproiettate
per intero sulla fenditura dellospettrografo.
In
queste esperienze
relative alle scarichebrusche,
hocercato che
gli
scarti delle scintille fossero addirittura mi- nimi epochissimo
numerosi.Questa
minor tolleranzarispetto alle precedenti esperienze,
ha la suaragione
neiseguenti
fatti :
a)
che lospettro subisce,
in untempo
relativamente molto minore che nelle scaricheoscillatorie,
unapiù
pro- fonda variazione diaspetto;
riducendosi d’ un subito da numerosissimerighe, sopratutto d’ aria,
apoche
dalmetallo;
b)
che la variazione di intensità all’ inizio della scarica è enormementegrande ;
c)
che1’ immagine
della scintillaproiettata
sulla fendi-tura del collimatore era per alcuni metalli cortissima anche
20
usando le massime velocità dello
specchio (per esempio
per 1’Alluminio era di 12 - 13mm).
Si
comprende quindi
come perqueste ragioni
anchepic-
coli
spostamenti
nelpunto
di formazionedell’imma~gine
sulla, fenditura fossero dannosissimi alla riuscita dello
spet- trogramma.
1. - L’inizio della scarica è ricchissimo di i
righe
diaria,
la durata dellequali
èinapprezzabilmente breve;
in-sieme alle
righe
d’ ariacompaiono
lerighe
del metallo debo- lissimealcune,
altrepi i
marcate. Lerighe
del metallo sonoall’ inizio deboli o
debolissime,
alcunefini,
altrenebulose;
poi rapidissimamente
crescono inintensità,
indi siestinguono più
o meno lentamente.2. - Le
righe
del metallo checompaiono
sonopoche
ed in
generale deboli;
lerighe
d’ aria numerosissime ed intense.3. - La durata delle
righe
d’aria èinapprezzabilmente breve, quelle
dellerighe
del metallo varia moltissimo dariga
ariga.
4. - La durata delle
righe
del metallo non è tantopiù grande quanto più
intensa è lariga.
Numerosissimerighe,
anche se molto meno intense di altre del medesimo
metallo,
hanno durata
pressochè ugaale (come
la 3683 e la 4058 delPb ;
le4227, 4283, 4289, 4299, 4303, 4307, 4318, 4435,
4455e le H, K
dello stessoCa; etc.).
In alcuni casi anzi decisa- mentemaggiore (come
la 4481rispetto
alle3829, 3832,
3838del
Mg.).
5. - Le
righe
deboli e di durata notevolmentelunga
appartengono
aquelle
che nellaprima
seried’ esperienze (A) presentano
deboli variazioniperiodiche
diintensità,
edintensità media crescente ; esse si iniziano nella scarica brusca con
aspetto
tantopiù
fine e tantopiù
debolequanto
più
deboli e menoprooumiate
sono le variazioniperiodiche
di intenda che presentano nella scarica oscillante.
6. - Nella scarica brusca il massimo di intensità lumi-
nosa di
queste righe
tende a ritardarerispetto
aquelli
dellealtre
righe;
inqualche
caso 1’ inizi o di iqueste
stesserighe
è cosí debole da
apparire
un vero ritardo(vedi
adesempio
le
4435,
44ó5 delCa).
7. - Le
righe
che nella scarica oscillantepresentano
fortianticipazioni
sulle altre ed hanno intensità media decrescente e variazioniperiodiche
-di intensità bendecise,
in
queste
scarichebrusche
si sono manifestate deboli e dibreve durata. -
8. - Tutto lo
spettro
ha nelprimo
momento unaspetto
caratteristico di nebulosità che fa pensare che unleggero spettro
continuo siasovrapposto
aquello
dirighe.
* *
§
12. - I resultati ottenuti inqueste
tre serie di espe- rienze(A, B, C)
sono inperfetto
accordo con le idee che si hanno sopra lamolteplicità spettroscopica degli
elementichimici e
quindi
ne sono una conferma.Seguendo appunto queste idee,
che essenzialmente consi- stono nell’ammettere lapossibilità
di farcorrispondere
i varispettri
di un medesimo elemento ai valori di un ~ olo para- metro « ilgrado d’ eccitazione » ,
è facile rendereragione
deidiversi
comportamenti
che nella scintilla lerighe presentano
tra loro o che una medesima,
riga presenta
da momento amomento.
Poichè il valor medio dell’ eccitazione
spettroscopica
daelevato che è all’inizio della scarica va
poi
a mano a manoabbassandosi con la durata di essa, le
righe
di bassa ecci-22
tazione avranno la loro intensità media crescente, e vice-
versa
quelle
di alta eccitazione avranno la loro intensità media decrescente.Analogamente
sispiegano
levariazioni periodiche
di i ntensità luminosa dellerighe,
variazioni natu- ralmente tantopiù
accentuatequanto più
è elevato ilgrado
di eccitazione della
riga.
Cos pure le varie differenze di fase tra i massimi luminosi hannopresumibilmente
la loroorigine
nel fatto che ivapori
metallici sono emessi inogni
mezza oscillazione della scarica con un
grado
di eccitazione che da altissimo al momento dell’ emissione vapoi
durantela stessa mezza oscillazione della scarica
rapidamente
sce-mando. I
più
altigradi
di eccitazione sarebberoquindi
pre- senti neiprimi
momenti dellaprima
metà diogni
mezzoperiodo
dellascarica,
come ipiù
bassi nella seconda metàe nelle fasi di estinzione della corrente elettrica.
Come si vede
quando
in tutta la durata della scarica siconsideri l’ intensità media delle
righe,
avvienerispetto
allamolteplicità spettroscopica qualcosa
di simile a ciò che av-viene, rispetto
alla medesimamolteplicità,
nella durata diuna mezza oscillazione della
scarica, considerando,
bene in-teso, in tal caso ~ intensità istantanea.
Le differenze di fase tra le oscillazioni luminose delle
righe
d’ un medesimoelemento,
sono talora tanto marcate dagiungere [come
nel caso del Bismuto e delloZinco]
fino al-1’
opposizione.
Ma
potrebbe
sorgere l’ idea chequeste
differenze di fase fossero inparte apparenti,
e che in realtà laragione degli spostamenti
ottenuti nella ricezionefotografica
tra i massimiluminosi delle varie
righe
si dovesseprevalentemente
ricer-care nel fatto che i
vapori
del metallo emittenti le varierighe giungono
intempi diversi, dipendentemente
dalle velo- citàpossedute,
allaregione
della scintilla che è esaminataspettrograficamente.
"Peraltro nel caso delle mie
esperienze, questi spostamenti
relativi dei massimi luminosi debbono attribuirsi
quasi
esclu-sivamente a vere differenze di fase: le differenti velocità dei
vapori
emessi nonpotendo portare
inquesti
stessispostamenti
che un contributo trascurabile anche per lapiccolezza
dell’ intervalloesplosivo.
Infatti per il Bismuto la differenza massima tra le velocità molecolaripossedute
dai
vapori emittenti
alcunerighe
equelle
deivapori
emittentialtre
righe
è di circa 500 m. al seconclo.1 Perciò il ritardo tra ilgiunger
dell’ uno e dell’ altro vapore al centro della scintillaquando,
come nel caso delle mieesperienze,
la di-stanza
esplosiva
sid di 2 mm., è di1/500000
di secondo.Nel medesimo
tempo 1’ immagine
della scintillaproiettata
dallo
specchio girante
sulla fenditura delcollimatore,
siè
spostata
di0,9
mm.,(se supponiamo
che la velocità dellospecchio sia,
adesempio,
di 46giri
alsecondo)
e dato l’ in-grandimento
dellospettrografo l’immagine
dellospettro
siè
spostato
sulla lastafotografica
di0,8
mm. Oranegli spet- trogrammi
delBismuto,
ottenuti conquesta
stessa velocità ..dello
specchio,
la differenza delle distanze che i dueprimi
mas-simi luminosi delle
righe
che sono inopposizione
difase,
hanno dalla linea bianca di riferimento è di circa 6 mm.
La differenza tra il 1 valore calcolato e
quello
trovatosperi-
mentalmente è
troppo grande
perpoterla
attribuiraad incer- tezza nella determinazione delle differenze di fase.Cosicchè rimane confermato che le differenze di fase tra le variazioni luminose di difierenti
righe
sono effettivamente reali.! Vedi Proceeding 01 the Royal Society of London, Volume LXIV,
pag. 331.
24
Le
esperienze
fatte con scariche oscillanti tra elettrodi di diversometallo,
comequelle
sulle scariche continue brusche confermanoquanto
sopra ho detto circa la scala di eccita- zione in cui possono essere ordinatigli spettri
di un ele-mento. Nelle scariche brusche i 1
grado
di eccitazione eleva- tissimo inprincipio, precipita rapidissimamente dagli
altigradi
aibassi, perciò
lerighe
se d’ alta eccitazione avrannodurata estremamente
breve,
se di bassa avranno duratapiù lunga
eraggiungeranno
il loro massimo luminosopiú
tardi.E nel caso delle mie
esperienze,
in cui avevo preso curespeciali
per ridurre ~ autoinduzione alminimo,
usando perle comunicazioni
larghi
nastri dimetallo,
lospettro
d’ ariaha nelle scariche brusche decisamente la
prevalenza,
mentrelo
spettro
del metal o non abbonda ma anzi manca sovente dirighe
di alta eccitazione e compare conrighe
assai de-boli. Il che fa pensare che nella luminosità di
queste
scin-tille molto brusche i
vapori
i metallici abbiano veramente unaparte
secondaria.*
* *
Al Prof. Puccianti che volle
prodigarmi
ammaestramentie
consigli
nellosvolgimento
diquesto
studiosperimentale esprimo
congrato
animo la miapiù
viva riconoscenza.Istituto di Fisica della R. Università di 1920.