A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
C ALOGERO V INTI Perimetro - Variazione
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 3
esérie, tome 18, n
o2 (1964), p. 201-231
<http://www.numdam.org/item?id=ASNSP_1964_3_18_2_201_0>
© Scuola Normale Superiore, Pisa, 1964, tous droits réservés.
L’accès aux archives de la revue « Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze » (http://www.sns.it/it/edizioni/riviste/annaliscienze/) implique l’accord avec les conditions générales d’utilisation (http://www.numdam.org/conditions). Toute utilisa- tion commerciale ou impression systématique est constitutive d’une infraction pénale.
Toute copie ou impression de ce fichier doit contenir la présente mention de copyright.
Article numérisé dans le cadre du programme Numérisation de documents anciens mathématiques
http://www.numdam.org/
di CALOGERO VINTI
(*)
Introduzione.
Nel lavoro(2] (v. Bibliografia),
nato con lo scopo di stabilire unainterdipendenza
tra iprocessi
stocastici Markoviani e i pro- cessi diapprossimazione
inperimetro
alla E. DeGiorgi ((8 J, [9]), abbiamo
preso in esame, in uno
spazio
di misura(R, C)3, ,u~,
la classe delle funzioni detti nuclei o funzioni di densità dipassaggio,
definita perche
godono
delleproprietà :
110) f (r~ x ; s, y)
risulti~u-integrabile rispetto
ad y in R e si abbia:qualunque
siano iil
prodotto f (r, x ; 9)/()
risultiu-integrabile rispetto
ad y in
R, qualunque siano r,
x E E y cone
valga
la relazione dipassaggio
diKolmogorov :
A
partire
daquesti nuclei, imponendo
ad essi ulterioricondizioni,
abbiamodato due definizioni assiomatiche di
perimetro
di uninsieme,
una detta«
progressiva »
el’altra «regressiva»
e in ciascuna diqueste
definizioni la relazioneKolmogoroviana
s’è sostituita con un’altrapiù generale
che abbiamo chiamato relazione diKolmogorov generalizzata.
Pervenuto in Redazione il 13 Febbraio 1964.
(*) Istituto di Matematica dell’Università di Modena.
Lavoro eseguito nell’ambito dell’attività del Gruppo di ricerca N. 18 del Comitato per la Matematica del C. N. R. (anno accademico 1963-64).
Queste
definizioni diperimetro
ci hanno indotto ageneralizzare
il con-cetto di funzione di densità di
passaggio
inquello
dicoppia
di funzioni di densità dipassaggio,
laquale
dàluogo
a due diversefamiglie
dispazi
diprobabilità
cherappresentano
dueprocessi
stocasticiMarkoviani,
e, in un successivostadio,
con lo scopo di includere unmaggior
numero di metodidi
approssimazione noti,
Pass omat zzazione del concetto diperimetro
è stata ulteriormenteperfezionata.
Ilproblema
di studiare la eventuale invarianza delperimetro rispetto
alle classi di nucleiadoperati
nei due stadi non è statoaffrontato,
ed è diquesto problema
che intendooccuparmi.
Mi limito al caso che lo
spazio
di misura(R, ~8, /~)
sia lospazio
(S» , c03B2,,u), ovetelo spazio
euclideo adn-dimensioni, 93
lao-algebra degli
insiemi misurabili secondo
Lebesgue, I£
la misura diLebesgue,
e studio ilproblema
dell’invarianza delperimetro globalmente,
cioè nonseparatamente rispetto
alle classi dei due stadi. Caratterizzo in tal modo una classe9C
dinuclei, rispetto
aiquali
ilperimetro
èinvariante,
classe checomprende
nuclei per iquali
è vera la relazione diKolmogorov
classica ogeneralizzata
e nuclei per i
quali
non è vera nè l’una nè l’altra.Ogni
nucleo della classe9C
è una funzionef (r, x ; s, y), regolarizzante
alla J. W. Calkin-C. B.
Morrey,
conopportune proprietà,
tra lequali
leI°)
eI1°),
e tale che esista una funzione h(r,
s ~t)
per cui risulti :di
questi
fannoparte
ipiù
interessanti nuclei noti nella letteratura comead es. oltre al
gaussiano, adoperato
da E. DeGiorgi
nel definire ilperime-
tro di un
insieme, quello
delle medieintegrali,
deipolinomi
di Landau-de La Vallée Poussin(modificati),
diFejér,
diPoisson-Cauchy,
di Weierstrasse di Ostrowski.
Nel §
1 caratterizzo la classe~ÌC
di nucleirispetto
aiquali,
come hodi
già detto,
ilperimetro
di un insieme B E~3
è invariante e mostro che taleperimetro
coincide conquello
definito da E. DeGiorgi ;
anzi caratte- rizzo due classiCZ,
una chiamata «progressiva
» e l’altra «regressiva
»facendo vedere che il
perimetro
di un insieme B E~3 può
essere definito daun nucleo
qualsiasi appartenente
o all’una o all’altra classe.Nel §
2 servendomi di un noto teorema di Frechét sulprolungamento
dei funzionali semicontinui inferiormente faccio vedere che il
perimetro
diun insieme
rappresenta,
in8..,
la variazionegeneralizzata
della sua funzionecaratteristica, inquadrando
in tal modo ilperimetro
inquell’ambiente
a noinaturale
rappresentato
dall’estensione del concetto classico di variazione diuna
poligonale
iquesto
risultato lotrasporto poi
in8n , n ]
1.Sempre nel §
2 caratterizzopoi
una sottoclasse di nuclei diCJC
mediante iquali
sipuò
dare un teorema diapprossimazione
in area(n
=2)
e inlunghezza (n = 1)
in sensogeneralizzato.
Nel §
3 infineprendo
in esame alcuni tra ipiù
interessanti nuclei ap-partenenti
alla classefK
mettendone in evidenza alcuneproprietà.
~§ 1
INVARIANZA DEL PERIMETRO IN UNA CLASSE DI NUCLEI
1.
Notazioni (1).
Con una
lettera,
ad es. x, denoteremo le coordinate cartesiane(x,,
X2Xn)
di un
punto
in unospazio Sn, n-dimensionale;
un intervallox~ b~, i
=1, 2, ... ,
n lo indicheremo con[a, b]. Quando
ci interessa considerare ilcomportamento
dif (x) rispetto
ad unaparticolare
variabileXh o alle n - 1 variabili
(xi ,
x2 , ... , Xh+1 , - - - ,X..),
scriveremoxh’
per... , xh+1, ... ,
(xh , xh)
per x edxh)
perf (x).
Se le
coordinate xh sono fissate,
ad es. denotere-mo la funzione
f (ai ,
a2, ... , ah+l , ... ,an)
della sola variabile xh ;se invece è fissato xh , ad es. denoteremo la funzione
f (xl ,
x2 , ... , delle n -1 variabili(xl , x2 , ... , x~_i , x~+1, ... , x~~).
Infine la
proiezione
dell’intervallo chiuso[a, bJ
= 0 la denoteremo[ah, bh].
2.
Le classi ,> 1,
diJ. W. Calkin
eC. ]1. Morrey (2).
Una funzione
f (x),
è detta di classeBA
su se sono sod- disfatte leseguenti
condizioni :«) f (x)
sia di classe LÀ su[a, b] ;
~)
esistono n funzioni ph(x),
Iz=1, 2,
..., n, di classe LÀ su[a, b]
euna
successione (x»
di funzioni di classe su in modo da risultare :in senso forte in L).. su
[a, b J.
(i) Le notazioni introdotte sono quelle adoperate da J. W. Calkin e C. B. Morrey
in[6J,[19J.
(2)
Queste classi sono state introdotte e studiate da J. W. Calkin e C. B. Morrey in[6], [19].
di classe
BA
su[a, b]
si chiama derivataprima generalizzata
di
f (x) rispetto
alla variabile xh la derivata della funzione d9insiemeF.
y
Una funzione E
[a, b],
è detta di classeB1
su[a, b]
se sono soddisfattele
proprietà :
.sia di classe
P
su[a, b] ;
ii) f (x)
sia assolutamente continua in xh su perquasi
tutti ipunti
iii)
le derivateparziali
2 h= 12 2,..., i n9
che per lazi)
esistono8Xh > >
quasi dappertutto
e sonomisurabile
siano di classeLA
su[a, b].
Sussiste la
seguente
Proprietà
A :Ogni
funzionef (x)
di classeBA
8U[a, b] è equivalente
auna funzione
fo (x)
di classeB’
su[a, b]
e le derivateparziali
difo (0)
coin-cidono
quasi dappertutto
con le derivategeneralizzate
di3.
La classe 9C.
Con
CK
denotiamo la classe delle funzioni h(r,
8, ;t),
dettinuclei,
definitiper 0
S r s -~ oo,
e soddisfacenti leseguenti proprietà :
2.° h
(r, 8 ; t),
comunque sifissino r, s,
risulti misurabile eintegrabile
in
8n
e ~i abbia :3.°
perogni 9
E(O, + oo),
comunque 8i fissi unó > U,
risulti :avendo
posto I
4.° 1’operatore y~[’])
definito nella classe delle funzionif (x),
misurabili e
limitate,
con lalegge :
sia
regolarizzante,
cioè "r"[f ](,,)
sia una funzione localmente di classeB,
comunque si fissino r, 8.
La classe
K
la diremo costituita da nuclei «progressivi » ;
la diremoinvece costituita da
nuclei « regressivi » quando
l’assioma 30 è so8tituito dalseguente :
3.°°
perogni
r E[0, -~- ool,
comunque si fia8i un 3> 0,
risulti :Quando
vorremodistinguere
i nuclei «progressivi »
dai «regressivi *
indi.cheremo la classe dei
primi
con9C
equella
dei secondi con un nucleoprogressivo
lo denoteremo conh (r~
s ;t)
e la trasformata di unaf (x), x
ESn,
misurabile e
limitata,
tramite esso, data dalla(3),
con;,., , [ f ](.) ,
mentre unnucleo
regressivo
lo indicheremo conh (r, s ; t)
e la trasformata di unamisurabile e
limitata,
tramite esso, convr, , ( f ]~~;
·4. In
questo
numero mostreremo chel’operatore v,., . [ - ] è
unoperatore
di
approssimazione
nella classeEL
delle funzionif (x)~
x E misurabili elimitate. Premettiamo il
seguente
LEMMA 1. B6
f (x)
EEL
e h(r, s ; t) soddisfa gli
assiomi1°, 2°, 3°,
risulta:comunque si
fissino
uniniervallo [a, b]
e un s E(O, + oo) (3).
Tenendo infatti
presente l’espressione (3)
della trasformata dif (x)
se-condo
h, (r, s 1 t)
egli
assiomi1°, 2°,
si ha:E
poichè
lefunzioni h (r, s ; t), + t) i h (r, B ; i t),
manifestamente misurabili in82""
sono, in virtù di un noto teorema di Fubini-Tonelli sul-(8)
Questo lemma è unmiglioramento
di uno di L. M. Graves[15] ;
un lemma analo- go, con condizioni su h (r, 8 ; ~) diverse dalla 3% è stato dato da L. Butzer[5].
1’invertibilità dell’ordine
dell’integrazione, integrabili
nella striscia :appunto perchè
esistonogli integrali ripetuti :
(si tenga presente che f (x)
èlimitata),
ne segue che lafunzione
- f (x) h (r,s; t) è integrabile
in8 *
e per essa vale la formula di riduzione sull’invertibilità dell’ordinedell’integrazione.
Il
primo
membro della(5),
che è manifestamentemisurabile,
risultaallora
integrabile
in[a, b]
e si ha :Ma è noto che:
e
quindi
incorrispondenza
0 esiste unh>
0 tale che :Dalla
(6),
tenendopresente quest’ultima limitazione,
segue :con
perx E S9~ ,
e daquesta,
in virtù delle2°, 3°,
di deducela
(4).
Mostriamo ora, come conseguenza del Lemma 1 il
seguente
teoremadi
approssimazione :
TEOREMA. 1.
Se , f (x)
EEL
e h(r, s ; t) soddisfa gli
assiomi1°, 2°, 3°,
perogni
s E(0, -~- oo)
esiste una successione(r.),
rp --~ s -0,
tale che :quasi ovunque in 8,, .
Infatti,
dal Lemma1, quando
nella(4)
l’intervallod’integrazione
è~-1,1~,
segue che esiste una successione(ri,q),
con rl,q -+ 8 -0,
con laproprietà :
quasi
ovunque inDallo stesso Lemma
1, quando
nella(4) l’intervallp d’integra~zione
è[- 2, 2)
e
yr, 8 [ f J(x~
si sostituisce conv,.l,q , 8 ( f ~~x~ ,
1 segue che esiste unasuccessióne
con la
proprietà : quasi
ovunque inCosí
proseguendo, quando
nella(4)
l’intervallod’integrazione
si sostituiscecon si sostituisce con
q , 8 [ f ]~~~ ,
9 si deduce cheesiste una
successione 1 con-
laproprietà :
[ f
=f (W), quasi
ovunque in[-
m,mJ.
Si ottiene allora con
questo procedimento
una infinità numerabile di suc-cessioni
q~,
m= 1, 2,
..., conla proprietà :
cq),
per m ==
2, 3,
... , 2 ed rm, q --> s - 0 perogni
m= 1, 2,
..., equindi posto
rp = rp, r segue ovviamente la(8).
,, p
5. Ci sarà utile il
seguente
LEMMA 2.
Se ,
è di classeBí
su[a, b],
detta~~ >>I j,
j =1, 2, 3, ... , m,
>>I =[(j)a, (j)b],
una suddivisione diI,
eposto :
ove
l’integrando
della(9) rappresenta
la variazionef (x) rispetto
a xh in1 (J)bh],
risulta :ove il
sup è
presorispetto
a tutte lep088i,bili
suddivisioni dell’intervallo I.Osserviamo intanto
che,
in virtù del fatto chef
è di classeBí
8Ula bJ,
le funzioni[ f (X’A ,
t-, xhper
laii)
del N.2,
sonodefinite per
quasi
tutti ipunti x’
E[ah , bhj
e 8i ha :Le sono
poi,
per laiii j
del N.2, integra-
bili in e le
(9)
ei 8crivono:Le funzioni d’intervallo
gh (f, I),
manifestamente nonnegative,
sonoquindi additive,
e di conseguenza la funzioneg ( f, I )
è non decrescente per sud-divisione,
cioè risulta:Si ha infatti :
e da
questa,
per unadisuguaglianza
di Minkowski :(4)
(4) Cfr. ad es. G. H. HARDY, J. E. LITTLEWOOD, G. POLYA
[16].
Esiste
poi
finito il sup1 sempre a causa della addittività delle funzioni
gh ( f,1 ),
e la9 (f, I)
è continua essendo continue legh ( f,1 ).
Lafunzione
g ( f, I )
risulta alloraintegrabile
in I secondo Burkill e si ha(5) :
Facilmente si
vede,
dalla(9-),
che la derivata D(x, gh)
di gh( f~ I)
èquasi
ovunque q
uguale
a88f axh e uindi
q dalla 9’ ( )
segue g che g 9(f,I ) (f, I)
è derivabile
quasi
ovunque in(a, b]
e si ha :Risulta
(g) inoltre, quasi
ovunque in[a, b] :
Essendo infine
g ( f, I )
assolutamentecontinua, appunto perchè
lo sono legh ( f, I ),
lo è anche(7)
e per il fatto è nonnegativa,
additi-va e assolutamente continua si ha
(8) :
e da
questa
e dalla(11)
segue la(10).
OSSERVAZIONE 1. La
(10)
del Lemma 2 sussiste anche se si fa soltantol’ipotesi
chef (x)
sia di classeBi
su[a, bJ purchè
si ponga :(5) Cfr. ad es. T. RAD6
[21], proposizioni
III. 1.6, III. 1.23.(6) Cfr. ad es.
~T.
RADÓ[21]
proposizione III. 1.27 ; S. SAlt8[22]
teorema 3.8.(1) Cfr. ad e@. T. RADÓ
[21]
proposizione III. 1.18.(8) Cfr. ad es. T. RAD6
[21] proposizioni
III. 1.28, III.1.29,
III. 1.34 ; S. SAM[22]
teorema 7.8.
essendo
E. c [a, b] quell’in8ieme
di misura nulla all’ infuori delquale f (x)
coincide con una sua funzione
equivalente fo (x)
di classeBi
su~a, b],
esistente in virtù della
Proprietà
~. del N. 2.6. Sussiste il
seguente
TEOREMA 2. Per
ogni f (x) E EL
i massimiprimo indipendente da h (r,
8;t)
E da s E(O, + oo), il
secondopendente da i (r, s ; t)
E9C
e da r E[0, + co )y
e risulta :Supporremo,
solo per unamaggiore semplificazione
nellenotazioni,
che nella.4° del N. 3 la classe
Bi
sia sostituita dalla classeBí.
L’Osservazione 1 del N. 5 farà vederequali tipi
di modifiche andrebbero fatte nella dimostrazione che daremo.Ad
ogni f (x)2
x E8n , misurabile,
associamo un numero yE( f ), dipendente
da
E,
con 0 emisurabile,
cos definito :Posto :
ove è
I = [a, b]
e ovel’integrando é
la variazione totale dellaf (x) rispetto
a xh in
[ah, bh]
relativamentea E,
con la convenzioneVa:h
= 0quando
~ah ~ bh~
=0~
sarà+
oo.Detta
poi l’espressione :
con la convenzione
( f, I )
=+
oo se perqualche k
è( f, I, E)
=+
oo, il numero( f )
associato allaf (x)
è dato da :ove il sup è preso
rispetto
a tutti ipossibili gruppi
finiti di intervalli(~T)
che
rappresentano
suddivisioni di arbitrariintervalli,
con la convenzione di porre 1pE(f ) = +
00 se perqualche i
èO«E (f, (i)I)
=+
00.--
Mostriamo che il massimo limite dato dalla
(12)
èindipendente
da5 (r,
8 ;t)
EcK
e da s E(O, + oo).
Fissiamo un
nucleo -9 (r, s ; t)
Ecg
e un 8 E(O, + 00);
sia r. -+ s 2013O,
la
successione,
esistente in virtù del Teorema1,
relativamente allaquale
si ha :
’
.. ’
quasi dappertutto
inSu,
e facciamoprima
vedere che risulta :’
essendo .E c
Sn
l’insieme ove è vera la(8’).
Distinguiamo
i due casi : 1° Caso:Mostriamo la
(15)
facendo vedere che sussistono le duedisuguaglianze :
-Osserviamo che per l’assioma 4° del N. 3 la funzione è di classe
(9)
in
ogni
intervallob]
equindi,
in virtù del Lemma2,
risulta :ove il sup è preso
rispetto
a tutte le suddivisioni(.Zj, = 1, 2,...,
m, del- l’intervallo e ove data dalla(9’) quando
in essae nella
(9)
si sostituiscef (x)
con;,.,8 f ~~x~ .
(9) Ricordiamo che subito dopo aver enunciato il Teorema 2 è stato detto che, solo
per semplificare le notazioni, nell’assioma 40 la classe B1 si può sostituire con la classe
Bi .
Fissato un e detta
una arbitraria suddivisione di tenendo
presente l’espressione (3)
della trasformata della
f
secondo ilnucleo 9 (r, 8 ; t)
e l’assioma 1° del N.3,
si ha :
appunto perchè
è mis«’P,)=
0.E
poiché quest’ultima
è veraqualunque
sia la suddivisione di risulta :e di conseguenza la
maggiorazíone :
Adoperando
ora unadisuguaglianza
di Minkowski la(20)
simaggiora
ulteriormente come segue :
e da
questa
si deduce :avendo denotato
con
l’intervallo ottenutoda
per traslazione del vet- tore t =(ti, t~ , ... , tn).
Risulta
quindi :
e da
questa
e dalla(18),
tenendopresente
che perogni
t è :si deduce la
(16).
Moetriam o la
(17).
Dalla definizione di segue che in
corrispondenza ad >
0 esistem _ _
un gruppo
«j)I )
di mintervalli,
conU
(j)I _--[a, b]
e tale che : i - iEssendo
poi
mia = 0 risulta :per
quasi
tutti ipunti
4. Nom. Púa.
Fissato allora un
xh
E[(j ah’ ,
con la condizione che sia vera la(22),
dalla definizione di segue che esiste un
gruppo finito di
punti :
con 1per q =
0,1, 2,
... , 1ri tale che 8i abbia :e in
corrispondenza
a tale gruppopoichè
è~in
.E :esiste
un p,
tale che per p> p
risulti :Dalle
(23), (24), per p ~
p, segue allora :e da
questa :
Poichè
quest’ultima
è vera perquasi
tutti ipunti
E[(J)a í , (j)bh],
perun lemma di Fatou
(i°)
risulta :(íO)
Cfr. ad es; S. Saks[22]
pag. 29.e di conseguenza :
Ma per il Lemma 2 è :
e da
questa~
in virtù delle(21), (27)
segue :e
quindi,
ovviamente la(17).
2° Caso :
In
questo
casobisogna distinguere
due sottocasi :01)
esistequalche
intervallo 1=(a, b]
per ilquale
risultiQE ( f, I ) _ +
oo;C2) qualunque
sia l’intervallo I èOB ( f, I) +
00.Nella eventualità
o,)
sarà perqualche h :
Ma con lo stesso
ragionamento
per dedurre la(26)
risulta :e da
questa,
in virtù del Lemma 2 e della(29) segue
la(15).
Nella eventualità
c~),
dalla definizione di segue che incorrispon-
denza ad
M>0
esiste un gruppo finito d’intervalli conin modo da risultare :
Adoperando qui
lo stessoragionamento
fatto apartire
dalla(21)
si deduceche :
dalla
quale
segue, tenendo conto dell’arbitrarietà diM,
la(15).
Lasciando ancora fisso il
t)
e ilparametro
s, denotiamocon F un insieme con le
proprietà :
1~’ cE,
tnis(~F)
--- 0.Con lo stesso
ragionamento adoperato
per mostrare la(15)
risulta anche:Infatti nel caso ad es. che sia la
(19)
continua ad essere veraquando
in essa si sostituisce E conF, appunto perchè
è mis =0,
e di conseguenza sussiste la
(16) quando
in essa si sostituisce E con F.La
(17), quando
in essa si sostituisce E con F è pure veraperchè
nei’punti
diF,
essendo F cE,
è soddisfatta la(8’)
equindi valgono
le limita-zioni date dalle
(23), (24), (25), (26), (27), (28)
con la sola avvertenza di sostituire in esse E con F. Sussistendo allora le(16), (17), quando
inqueste
E si sostituisce con
F,
risulta di conseguenza vera la(15’).
Nessuna difficoltà offre il caso
( f ) _ -~- oo,
basta rifare lo stessoragionamento
fatto nel caso( f ) _ -~-
oo, e tenerepresente
che neipunti
di F sussiste la
(8’).
Queste
considerazioni ci mostrano che perogni
insieme F cE,
conmis
(F ) = 0,
risulta : .Tenendo
fisso h (r, s ; t),
facciamo variare s e consideriamo unvalore s
di 9 diverso daquel
valoreprecedentemente
fissato. In virtù del Teorema 1 esiste una successione rp -+ s -0,
tale che si abbiaquasi
ovunque inSn .
Detto allora
E8
l’insieme deipunti
neiquali
è vera la(8"),
con lo stessometodo
adoperato
per mostrare la(15)
risulta :e con le stesse considerazioni per mostrare la
(30) :
per
ogni F c .E"
con mia{~.~ )
= 0.Se
quindi
~’ è l’insieme F =E8 n E,
essendo=,,(E; n E ),
ri-sulta e
quindi,
in virtù delle(30), (30’),
si ha:Questa uguaglianza,
tenendopresente
le(15), (15")
ci dice che perogni
fissato un nucleo
h (r, s ;
il massimo limite datodalla (12)
èindipendente
da s E(0, -~- oo).
- -
Facciamo ora variare il
nucleo ;
consideriamo unnucleo /&-
diverso da
quello precedentemente
fissato e denotiamo con la tra-sformata
di f,
data dalla(3)
del N.3,
tramite tale nucleo.Dalle considerazioni fatte segue che il massimo limite :
finito o no, non
dipende da s,
ese 8*
è un valore fissato per 9 risulta :ove
E,.
è l’insieme deipunti
neiquali,
in virtù del Teorema1,
si ha :Risulta anche :
per
ógni I~’ c E8* ,
con mis = 0.Detto allora F l’insieme essendo mis
(CF)
=0,
in virtùdella
(30), (30*),
si ha :e
quest’ultima,
tenendopresente
le(15), (15"),
ci mostra che il massimolimite
(12),
finito o no, nondipende
nèt)
ECÀ
nè da s E(O, -~- oo).
Le ste8se considerazioni fatte per i nuclei
progressivi valgono
per iregressivi,
cioè anche il massimo limite(12’),
finito o no, nondipende
nèda A
(r,
s ;t)
EcK
nè da r E[0, -~- oo) ;
la(13)
èpoi
immediata conseguenza deiragionamenti adoperati.
6.
Definizioni « progressiva »
e« rogressi va »
diperimetro
di uninsieme.
Se A
(r,
s ;t)
ECjc
e B E113, detta (x, B)
la funzione caratteristica diB,
chiameremoperimetro « progressivo »
di B il .numero :1 -1
essendo
[q](a:)
la - trasformata -di 99 (x, B) t)
data dalla(3).
Analogamente, se i (r, s ; t)
E chiameremoperimetro
«regressivo >> di B
il numero :
Il Teorema 2 caratterizza allora due classi di
nuclei, ci, eX, rispetto
allequali
le due definizioni diperimetro
sono invariantive e coincidono.11 numero
Ap (B)
=A~ (B) coincide poi
con ilperimetro
introdottoda
E. De
Giorgi ([8], [9]),
ilquale adopera
per definire ilperimetro
la(31 )
con-~ l’ -~
h
(r, s ; t)
=[n (8
-rj]
2 e ~-r cheappartiene
alla classe~fc.
OSSERVAZIONE 2.
Quando
unnucleo h(r, 8 ; t)
E~}c gode
dellaproprietà
che per
ogni f
EEL
risultaquasi
ovunque in8n:
il massimo limite che compare nelle
(12), (12’), (31), (32),
sipuò
sostituirecon
l’operazione
di limite.In tal caso infatti la
(28)
diventa:e da
questa
e dalla(16)
seguequanto
affermato.§2
V.A RIAZIONE - AREA - LUNGHEZZA.
1. Abbiamo visto che per
ogni
il massimo limite(13)
del Teore-ma
2,
chepossiamo
chiamareperimetro
dellaf,
coincide con( f ),
essendol’insieme dei
punti
ove è vera, in virtù del Teorema1,
la :per un h
(r,
8 ;t)
E9C
e un s E(O, -~- ooj prefissati.
É
facile far vedere che sef
è sommabile il suoperimetro
coincide conil valore che ha in
f
ilprolungamento (di Fréchet)
del funzionale variazione alle funzionisommabili,
funzionale(prolungato)
che è semicontinuo inferior- menterispetto
a nnaopportuna metrica,
laquale
èpoi
la stessa diquella
introdotta da E. De
Giorgi [9]
per mostrare la semicontinuità inferiore delperimetro.
Premettiamo il teorema di Fréchet
[12]
sulprolungamento
dei funzionali semicontinui inferiormente.Sia 8 uno
spazio metrico, t5 (x, y)
la funzionemetrica, f (x)
una funzionedefinita su
S,
nonnegativa,
semicontinua inferiormente e con laproprietà : A)
perogni
x E S esiste una successione(x..),
xn ES,
xn=1=
x, tale che :Si denoti con T il
completamento
di Srispetto
alla metrica d(gli
elementidi T sono le classi di
equivalenza
delle successioni di S che convergono . allaCauchy)
e si estendaf (x)
a una funzione su Tponendo:
F
(~)
è una semicontinua estensione dif (x)
a T con laseguente proprietà : B)
perogni ~
E T c’è una successione di elementidi S, distinsi
da~,
tale che :M. Fréchet dimostra che
F(i)
è l’unicoprolungamento
semicontinuo infe- riormente dif
a T chegoda
dellaproprietà B).
Esaminiamo
prima
il caso1-dimensionale,
In
analogia
aquanto
fa 0. Goffmann in[13], supponendo
cheogni
funzione sia definita 8U tutto l’asse
reale,
denotiamo con 8 lospazio
dellepoligonali (continue)
asupporto compatto
con la metrica :Se
V (p) è
la variazione totale delgenerico elemento p (x)
ES,
V(p)
è se-micontinuo
inferiormente
ed ha laproprietà A) ;.
V( p)
haquindi
un’unicaestensione a un sullo
spazio
delle classi diequivalenza
delle funzioni
sommabili,
che sia semicontinuo inferiormente e con la pro~prietà B) (11).
ø( f )
è chiamata da Goffman variazionegeneralizzata della f
esi dimostra che per
ogni f
sommabile esiste un insiemeH,
con mise con la
proprietà :
- - _. --per
ogni F c H,
con mis(°F )
= 0Fissati
allòra
un nucleo e un detto El’in-.
sieme dei
punti
neiquali
è vera la(8), posto
F = En H,
risulta mis = Oe
quindi
dalla(15),
dalla(34)
e dal Teorema 2 8segue:qualunque
siano h(r, s ; t)
E~ÌC
ed 8 E(0, -~- oo).
Il valore
quindi
del massimo limite dato dalla(13) (Teorema 2)
coinci-de, quando f
èsommabile,
con la variazionegeneralizzata
secondo Goffman dellaf.
Inparticolare
8e B E)3
e la sua funzione caratteristica è somma-bile,
risulta :Osserviamo
che se B E~
e(B~),
è una successione4’insiemi
checonverge a B secondo la metrica introdotta da E. De
Giorgi
in[9]
pag.205
(h (B, B*)
= mis(B
UB* -
risulta manifestamente :(H)
Il teorema di Fréchet è stato riportato nella forma data da C. Goffman[13]
pp . ~04-~05,
e
quindi
sele cp (x, (x, Bn)
sonosommabili,
in virtù della semiconti-nuità inferiore
di ~ ( f )~
si ha:Mettiamo infine in evidenza la
seguente proposizione
che è conseguenza dellaproprietà B )
delprolungamento
del funzionale variazione.Se B E
C}3
e la sua funzione caratteristica èsommabile,
esiste unasuccessione
dipoligonali
tale che :La
generalizzazione
diquesti
risultati al cason-dimensionale, n > 1,
si hasostituendo le
poligonali p (x)
asupporto compatto
con lefunzioni p (x) quasi
lineari(poliedrali)
asupporto compatto
e il numeroV(p)
con ilnumero definito dalla
(14).
2. In
questo
numero, nel caso2-dimensionale,
ciproponiamo
di carat-terizzare una classe di
nuclei,
sottoclasse della classeCK
del N.3, § 1,
mediante i
quali
sipuò
dare un teorema diapprossimazione
in area(in
senso
generalizzato
alla L. Cesari[7])
per lesuperficie x = f (x, y), (x, y)
EE R =
[a, b]
X[c, d],
conf (x, y)
sommabile in R.La classe
gcff.
Con denotiamo la
famiglia
delle funzioni h(r, s ;
r,t),
definite pere soddisfacenti le
proprietà :
20) h (r,s ;
q,t),
comunque si fissino r, s, risulti misurabile eintegra-
bile in
S2
e si abbia :3°)
perogni h (r, s ;
q,t)
esista una funzionepositiva a (r, s), 0 --,- r
~ s ~ -~-
oo, con lim a(r, s)
= 0, 1 e tale che siabbia :
Ir - o - 0
per
4°)
perogni h (r, s ; r~, t)
abbia senso definirel’operatore ~,[’] 1
nellaclasse L delle funzioni
f (x, y)
sommabili inogni
intervallofinito,
con lalegge :
e tale
operatore
siaregolarizzante,
cioè la funzionevr, 8 ~ f ~(x, y) ,
comunque8i sia localmente di classe
B, .
Questa
classe sipotrebbe
chiamareprogressiva
mentre se nell’assioma3°)
si avesse lim a(r, 8)
= 0 la classe si direbberegressiva.
~ -" r + o
Questa
distinzione non verrà fattaperchè
lo stesso teorema di appros- simazione in area che sussiste per i nucleiprogressivi
sussiste per iregressivi.
Con riferimento
poi
alla Osservazione 1 N.4 §
1 e aquanto
dettosubito
dopo
l’enunciato del Teorema2,
supporremo, per unasemplificazione
nelle
notazioni,
che nell’assioma4°)
la classeB,
sia sostituita dallaclasse’
Bi .
Sussistono iseguenti :
LEMMA. 3. Se
t)
EcK* e f (x, y) è
risultaper
ogni
8 E(0, + 00) (12).
LEMMA 4. Se
f (x, y) è
di classe.B~
81t R =[a, b]
X[c, d],
dettaRj = [aj , b~]
X[cj, = 1, 2,
..., ~n, una suddivisione diR,
eposto :
(!~) Tale Lemma sussiste anche se la h (r, 8 ; ~, t) soddisfa soltanto le
1°, 2°,
3° del~T.
3, t
1, purchè abbia con f sommabile in82.
risulta
ove il
sup è
presorispetto
a tutte lepossibili
suddivisioni(Rj)
di R.La dimostrazione del Lemma 3 è
analoga
aquella
del Lemma 1 mentrequella
del Lemma 4 èanaloga
aquella del
Lemma 2.Mostriamo ora il
seguente
teoremà diapprossimazione
in area :TEOREMA 3.
s~
~ sommabile inR,
le, , r i 11 ,
superficie regolaizzate J godono
dellaproprietà :
ove i silnboli
A~ ~ a ,
denotano l’areageneralizzata
secondo Cegari[7].
Basta dimostrare che il massimo limite a
primo
membro nondipende
nè nè da s E
(U, -~- co)
e ciòperchè
tra i nucleit)
rientra il nucleo dedotto dalla mediaintegrale
dellaf
e peresso sussiste
(13)
il teorema.Poniamo
f (x, y) = 0
per(x, y) f R
e mostriamoprima
che fissato unh
(r, s ; q, t)
E9C*
e un s E(O, -f - co)
risulta :essendo:
E,
l’inE3ieme deipunti
di R neiquali
si ha:per una
opportuna
successionerP --~ S - 0,
esistente in virtù delLemmà 2;
-ove il 8up è preso
rispetto
a tutti ipossibili gruppi
finiti direttangoli ogni
grupporappresentando
una suddivisione di un arbitrario rettan.golo completamente
immerso inR(14).
C. GOFFMAN
[14].
(i~)
Le funzioni E) sono state definite al N. 6 del,§ 1.Distinguiamo
i due casi :1° Caso :
Mostriamo la
(35)
facendo vedere che sussistono le duedisuguaglianze :
Per
ogni r, 0~~;~, poichè vr, a [ f J~x, ~~
è di classeBi
su .in virtù di un risultato di C. Goffman
(’5)
e delLemma
4,
risulta :ove il eup è preso
rispetto
a tutte lepossibili
suddivisioni( R~ )
diR*,
eda
quest’ultima,
con unragionamento analogo
aquello
fattonel §
1 a par- tire dalla(18),
tenendopresente gli
assiomi1°), ~°), 3°),
segue :Adoperando
ora unadisuguaglianza
di Minkowski si ha :j’5)
C. GOFFMAN[14j
pp. 230-231,ove con
R!(~)
s’è denotato ilrettangolo
ottenuto daRj*
per traslazione divettore ~
==t).
E
poichè
perquasi
tutti ipunti ~
dalla
(39),
tenendopresente gli
assiomi.2°), 3°),
segue la(36).
Per mostrare la
(37)
osserviamo che dalla definizione di segue che incorrispondenza ad e >
0 esiste un gruppo di mrettangoli,
conin - -
U Rj
= R e con Rcompletamente
immerso inR,
tale che :;®i
e con un
ragionamento analogo
aquello
fatto apartire
dalla(21) del §
1risulta :
Ma la
~,s[/](a~) ~
localmente di classeBí
equindi
dalLemmà
4 e daquest’ultima
segue :La
(37)
è conseguenza immediata dalla(40) se
si tiene contodelPespressio-
ne di
A(c)fr ,
data dalla(38)
e del fatto che R ècompletamente
immerso inR e che lim a
(r, s)
= 0..20
Caso :d~ ( f ) _ -i- ~.
La
(35),
inquesto
caso si dimostraanalogamente
al casodel Teorema 2.
Osserviamo infine che con un
ragionamento analogo
aquello adoperato
nelTeorema
2,
per dimostrare che il massimo limite dato dalla(12)
nondipende
nè
da h (r, s ; t)
E~(
nè da 8 E(0~ -~-
si dimostra che il massimo limite dato dalprimo
membro della(35)
nondipende
nè da h(r, 8 ; r~t t)
E9C*
nè3. Con i nuclei della classe nel caso
1-dimensionale,
sidà,
con unragionamento analogo
aquello
per dimostrare il Teorema3,
un Teoremadi
approssimazione
inlunghezza,
in sensogeneralizzato
alla Goffmann(13],
per le curve y = y
(t), a C t S b,
con x(t),
y(t)
sommabili inbl.
La dimostrazione si
potrebbe
anche dare direttamente tenendopresente
che lalunghezza
dellae, prolungamento
secondo Fréchet del funzionalelunghezza (delle poligonali)
alle curvesommabile
è data da(16) :
ove il sup è preso
rispetto
a tutti ipossibili gruppi a to t l~
... tn b,
con la condizione che ipunti
ti siano diapprossimata
con-tinuità sia per x
(t)
che per y(t).
§ 3
ESEMPI DI NUCLEI - PROPRIETÀ
1.
Limitiamoci,
persemplicità,
al caso1-dimensionale,
e osserviamo che laequazione
diKolmogorov (v. Introduzione) quando f (r,
x ; s,y)
è stazionaria(cioè
esiste unaF (A, o, y)
con laproprietà : f (r, x ;
s,y)
=F (s
- r, x,y))
siscrive :
qualunque siano 1, I A2
1 con2. Il
nucleo
diGauss ~i’).
Tale nucleo è :
É stazionario, appartiene
alla classe9C
ma non alla9C*
e soddisfa laIII*) ;
da
questo
se nepuò
ottenere una classe abbastanzaampia ponendo (18) : /
(18) C. GOFFMAN
[13].
(i7) Cfr. ad. es. S. BOCHNER
[3],
J. L. DooB[11J.
(18)
Cfr. E. BAIADA - M. LOREFICE[1].
ove q
(r, s),
0 S rs -~-
oo, è una funzionepositiva
con laproprietà :
I nuclei
(41),
ingenerale
nonstazionari, appartengono
alla classe9C
ma non alla essi soddisfano laequazione
diKolmogorov (v. Introduzione)
sevale la :
3. Il
nucleo media integrale.
Questo
nucleo è definito dalla :o
più
ingenerale
dalla :ove q
(r, s),
0 S rs -~-
con, è una funzionepositiva
con laproprietà :
Questi nuclei,
cheappartengono
8ia’ alla classe9C
che alla9C*,
non soddi-sfano alla
equazione
diKolmogorov ;
ciò si vede immediatamente perquello
.dato dalla
(42),
che èstazionario, perchè per y - x ~ I ~ l~ , I Z
-y ~ 12
i
>0, ~2 > 0,
ilprimo
membro dellaIII*)
diventa1/2 12
mentreil
secondomembro è
1/2 (~,1-~- ~).
4.
Il nucleo
diLandau-de
LaVallée Poussin (19).
Questo
nucleo vaopportunamente
modificato in modo che sia soddisfatta la 10 del N.32 § 1,
e non appena si opera tale modifica la trasformata diuna
f (x)
non èpiù
unpolinomio
ma una funzione che la chiameremo «l’ap- prossimante
di Landau-de la Vallée Poussin » dellaf.
Per i polinomi di LANDAU - de LA VALLÈE - POU881N cfr. ad es. de LA VALLEE
POUSSIN