A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
C ATERINA S AMSONOFF
Sulla variazione ereditaria delle proprietà tessili delle fibre nei cotoni ibridati
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1
resérie, tome 13 (1919), exp. n
o1, p. 1-17
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CATERINA SAMSONOFF
Sulla variazione ereditaria
DELLE
Proprietà tessili delle fibre nei cotoni ibridati
INTRODUZIONE
Questo
lavoro ha periscopo
di studiare ~ influenza dell’ incrocio di due razze di cotoni :Mississip
e Biancctvilla sulleproprietà
tessilidelle
fibre,
cioè sulla lorolunghezza,
finezza edomogeneità.
Un tale studio oltrechè offrire un notevole interesse
scientifico,
per la
regolare
variazione chepresentano
le suddetteproprietà
inrelazione con la
posizione
delle fibre e per ~importanza
chepresenta
il loro modo di
comportarsi
nella trasn1issioneereditaria,
offre ancheun’interesse
pratico
non indifferente come sipotrà
facilmente rilevare dal lavoro stesso: tantopiù
che nel nostro caso si tratta dell’ incrocio di una razza, che sipuò
direindigena,
acclimatata daltempo
delladominazione araba al clima ed al suolo della
Sicilia,
cioè di una razzache per le sue
esigenze
culturali occupa unposto
rilevante nella co-tonicultura siciliana
1)
- con un’altra razza diorigine esotica,
cioèamericana il
Mississipi, proveniente
da culture fatte inTunisia,
che
presenta
dellequalità
tessilieccellenti,
moltosuperiori
aquelle
del ,
Ora nell’ interesse della eotonicultura era desiderabile di
potere accoppiare
laresistenza,
la robustezza e 1’adattamento al clima esuolo siciliano che caratterizza la razza del
Biaiicavíllci,
con le ot-1) Noi parliamo del Biancavilla proveniente da Pachino Prov. di Siracusa l .
time
qualità
tessili delle fibre(lunghezza, finezza, omogeneità ecc.)
della razza del
Uississip .
Nell’estate del 1910 furono castrati un numero
piuttosto
rilevantedi individui del Biancavilla e furono fecondati col
polline
del Mis-le cassule raccolte a maturazione sopra
queste piante
hannoservito come materiale per il
presente
lavoro.1Weto(lo
irnpiegato
nelle ricerche e risultato ottenuto.L’esattezza ed il valore delle conclusioni nello studio delle pro-
prietà
fisiche e chimiche delle fibre delcotone,
come i~~ tutti i lavori di indolebiometrica,
è basata sul numero delleosservazioni,
espe- rienze o misure che sieno ed èperciò
che ho cercato di fare un nu-mero di misure
piuttosto
rilevante.Per la determinazione della
lunghezza
delle fibre ho fatto 2000 misurecomplessive
per ognuno dei tretipi studiati,
cioè un totale di6000 misure.
Per la misurazione delle fibre del cotone sono ricorsa ad un me-
todo
se111plicissimo
che riuniva l’esattezza ad unagrande
yelocità nelprocedimento,
arrivando a fare con un lavoro assiduo da 300 a 400 misuregiornalmente.
Il seme, tolto dallacassula,
veniva delicata-mente
pettinato prima
con le dita epoi
con laspazzola, dopo
diche
passando
un ago fra le fibre essevenivano separate
le une dallealtre. Con una
pinzetta
si staccava cautamente alla sua base un ciuffo dipeli
da unaparte
determinata del seme(apice
obase) ; dopo
tenendofermo il ciuffo per la
parte basale,
siappoggiava
il suoapice
sopra lastrafotografica
annerita edapannata dall’alito,
dal lato dove ilera
privo
digelatina, premendo
dolcemente conl’unghia
o colpenellino,
si estraeva ilpelo
dal ciuffo e siripeteva l’operazione
sinoa
raccogliere
una diecina o una dozzina dipeli
sulla lastra. Alloracon un
penellino bagnato
inglicerina
molto diluita si distendevano ipeli
tutti in un senso eparallelamente
l’tino all’altr’0 e si mlsul,a-vano
applicandovi
sopra una scala millimetrata divetro,
e facendocombaciare lo 0° della scala con la base della fibra. Ho studiato dal
principio
cume viene rilevato dalletavole, F omogeneità
dilunghezza
5
delle fibre di ciascun
tipo
in relazione con la loro distribuzione sullasuperficie
del seme, cioè a secondo che esse erano prese alla base oall’apice
del semeQuesto
è la cos dettaFeci duecento misure per
ogni tipo.
Per studiare di nella cassula si
procede’l’a
nello stesso
modo,
cioè esaminando le fibreall’apice
ed alla base delseme, preso successivamente
all’ apice,
nellaparte
mediana ed alla base della cassula.In tutto furono fatte 2000 misurazioni per
ogni tipo
preso in esame; i risultati ottenuti sonorappresentati
tanto per ilco plesso
delle
osservazioni, quanto
inrapporto
alla distribuzione delle fibre sul seme e dei semi nellacassula,
in una serie dipoligoni grafici
difrequenza
ed in una tavola riassuntiva delle medie.Per misurare il diametro delle fibre si usano in
generale
due me-todi : uno è
quello
dell’esamelnicz’oscopico
delle fibre col micrometro oculare l’altro èquello dell’ imparaffinamellto
edello
studio mlcl’ost’o-pico
delle sezioni trasversali delle fibre stesse. Orbene dobbiamo ri- cordart’i che ipeli
del cotone non hanno nè ulla sezionecircolare,
nèregolarmente ellittica,
- maischiacciata, piuttosto irregolare
e diaspetto alquanto variabile;
la forma delle fibre èconica,
o cilindroconica,
o fusiforme(cioè
dovuta alF unione di un cono tronco e di un conointero,
uniti per la lorobase)
ed in conseguenza il diametro massimo si trova secondo le fibre inpunti
diversi.Spesso
le fibresono
schiacciate,
nastriformi col dueispessimei ti
laterali a modo dicustole;
esse possono anchepresentare degli ingrossamenti,
dilata-zioni ecc.
Per
queste ragioni
e per le difficoltà chepresentava
il metododell’
imparamnamento
nonpotenclosi
conquesto
fare un numero cosgrande
daimisure,
hopreferito
ilprimo
metodo dell’esame col 1111- cromethooculare,
che èpiù semplice, più spiccio
e mi sembra anchedopo
tuttopiù
esatto. Lavorando colmicroscopio
Koristka hodunque
usato l’oculare micrometrico n.
2,
con l’obbiettivo n. 9*. Sipettinav a
il seme come anche per studiare la
lunghezza
delle fibre, e se ne stac-Cava col la
pinzetta
un ciuffo diqueste
ultime. Lefibre,
tenute sem-6
pre riunite alla base con la
pinza
o con ledita,
siimmergevano
inuna
goccia
di acqua sul vetrinoporta oggetti,
sicomprimevano
per fare andar via l’ariaaderente,
epoi
sisbrogliavano,
si stendevanocon un ago,
separandole
le une dallealtre; dopo
diquesto
le fibreben
tese,
senza bolle d’ariainterposte
e benbagnate
siricoprivano
con il vetrino
(ed
anzi dueperchè
uno nonbastava) coprioggetti
epoi
si collocava ilpreparato
sotto almicroscopio,
cominciando l’ os- servazione dallaparte
basale delle fibre escegliendo
per le misu- razioni le fibreregolari, mature,
benconformate;
nel campo visivo siprendevano
sempre imaggiori
diametri.Ho
provato
a mettere le fibre invece chenell’acqua
pura, nellaglicerina
diluitissima ed anche di colorarle con la corallina o con il cloruro di zincoiodato,
ma vedendo chequeste manipolazioni
eranoperfettamente
inutili e che l’esan1enell’acqua procedeva
benissimo le ho abolite.Man che venivano fatte le
misurazioni,
ilpreparato
si spo- stava nella direzionedell’apice
dellef bre, l’esame
delpreparato
ces-sava
quando
lefibre
mostravano una tendenza adassottigliarsi.
Come anche per la
lunghezza
venivano annotateseparatamente
le
misure,
secondo laregione
nellaquale
eranoprelevate
lefibre,
cioè secondo la
posizione
delle fibre sopra il seme e del seme nella cassula. Inquesto
modo è statopossibile
di tracciare le curve dellao?>iogeueità
del diametro nel seme e nella cassula. Anche per il dia- metro i risultati ottenuti sono stati raccolti tanto in numerosipoligoni grafici, quanto
in una tavola riassuntiva checomprende
tutte le os-servazioni
fatte, riguardanti
lalunghezza
ed il diametro delle fibre.Per
poter meglio
rendersi conto dei risultati ottenuti non ab- biamo che daprendere
in considerazione ilquadro
delle medie chesi trova in fondo al
lavoro;
ci accorgeremo subito che tanto la lun-ghezza, quanto
il diametro delle fibre varia a secondo dellaposi-
zione del seme nella cassula
(omogeneità
nellacassula)
epersino
diqúello
delle fibre nello stesso seme(omogeneità
nelseme).
La
lunghezza
delle fibre del Biancavilla varia(sempre
pren- dendo in considerazione le mediesuddette)
da un minimo di18,060
mm. ad un massimo di
25,553
mm. oscillando intorno a 20 mm. Pren -7 dendo in esame la media
complessiva
vediamo che le fibrepiù
cortesono alla base della cassula =
20,391
mm. e lepiù lunghe all’apice
= 21,173
mm. con uno scartamento di0,782
mm.Nel seme le fibre
più lunghe
si trovanoall’apice
con uno scarta-mento di
3,780
mm.Se
passiamo
ora ad esaminare lalunghezza
delle fibre del Mis-sissip
vediamo subito chequesta lunghezza
è moltomaggiore
chenon nel Biancavilla e varia da un minimo di
28,323
m~n. ad unmassimo di
32,477
mm., oscillando intorno ad una media di 30 mm.Se
prendiamo
ora in considerazione la mediacomplessiva
della lun-ghezza
delle fibre delMississip
vedremo che le fibrepiù lunghe
sitrovano nei semi della base della cassula e le
più
corte inquelli
dellaparte
mediana di essa con uno scartamento di1,579
mm. cioè mag-giore
che non nel Biancavilla.Nel seme invece costantemente le fibre le
più lunghe
sono al-l’apice
con uno scartamento per ilMissz*sst*pl
di3,690
mm.Questo
fatto ci indica che la differenza fra lalunghezza
dellefibre
prelevate
nelle diverseregioni (basale
edepicale)
del seme èmolto
più
costante econsiderevole,
che nonquella
che si osserva frale
singole parti
della cassula.Passando ora in rassegna la
lunghezza
media delle fibre nel-l’ibrido,
vediamo chequesta lunghezza
è moltomaggiore
inquesto
ultimotipo
che non lo sia nel pur rimanendo inferiorea
quella
del Essa varia da un minimo di24,258
mm. adun massimo di
31,175mm.
con uno scartamento considerevole di6,917
mm., - fatto dovuto alla natura ibrida diquesto tipo
e che ciindica un carattere instabile in via di variazione ed una
omogeneità
inferiore a
quella
che si ha nelle formegenitrici.
Esaminando ora la media
complessiva
dellalunghezza
delle fibrenell’ ibrido
vediamo,
riferendosi allaparte
basale dellacassula,
chequesta lunghezza
èuguale
a27,267
mm., è cioè moltosuperiore
aquella
del Biancavilla(20,391 mm.),
avvicinandosi dipiù
aquella
del
Mississip eguale
a30,908
mm. Nellaparte
mediana della cassulaabbiamo nell’ ibrido delle fibre assai
più lunghe = 28,980
mm., chenon nel Biancavilla dove sono
uguali
a20,633
mm. e che si avvici-nano fortemente a
quelle
del29,329
111m.Nell’apice
dellacassula la media della
lunghezza
delle fibre ci dà per l’ ibrido28,499
mm., cioè una cifra molto
superiore
aquella corrispondente
del Bian-cavillct -
21,173
mm. ma inferiore aquella
del- j0,129
millimetri.
Nell’ ibrido abbiamo nella cassula la
Ittiighezza maggiore
nellaparte
mediana= 28,980
mm. e la minore inquella
basale =27,267
mm. con uno scartamentu di
1,713,
avvicinandosi cos anche in que- sto carattere alQuesta apparente
inversione nella relativalunghezza
delle fibre nell’ ibrido è forse dovuta al fatto che avvicinandosiquesto tipo
per leproprietà
delle sue fibremaggiormente
al le fibre dellaparte
mediana della cassula hanno sub to uiia variazione minore e sisono mantenute
più
vicine aquelle
delMississip
eperciò
si mo-strano
più lunghe
che nonall’apice,
Riguardo all’omogeneità
dilunghezza
nel seme, dobbiamodire,
che anche nel1’ ibrido abbiamo le fibre
più lunghe all’ apice
del semecon uno scartamento di 2.,610 mn.
Nel
quadro
delle medie, che si riferiscono al delle fibremisurate,
vediamo chequesto
non è costante e varia a secondo deltipo
dicotone,
dellaposizione
del seme nella cassula e dellaregione
del seme, dalla
quale
furonoprelevate
le fibre stesse.Per il Biia>icai>illa il diametro delle fibre varia da un minimo di
13,558 1)
ad un massimo di18,226,
con un scartamento di4,668
edoscillando intorno a 15. Prendendo in considerazione la media com-
plessiva è
facile notare che si haun’assottigliamento spiccato
neipeli dell’apice
dellacassula,
in modo che le fibrepiù
sottili sono al-1’apice
della cassula -14,749
e lepiù
grosse sono alla base== 17,492,
con uno scartamento di
2,743.
Anche nel seme le fibrepiù
sottili sitrovano
all’apice
con uno scartamento di0,472.
Vediamo subito che le oscillazioni
nell’ampiezza
del diametro perriguardo all’omogeneità
nellacassula,
sono moltomaggiori
che nonle variazioni della
lunghezza,
mentre nel seme succedel’ inverso,
cioè1) Queste cifre indicano le divisioni del micrometro oculare.
9 lo scartamento per il diametro è i-ainore che non per la
lunghezza.
Passando ora all’esame delle variazioni del diametro nelle fibre del vediamo che anche in
questo
caso le fibre vanno as-sottigliandosi
versol’apice
della cassula con un miiiimo di15,812
edun massimo di
15,994
allabase,
cioè con uno scartamento di0,182,
Lo scartamento è
dunque più
lieve che non nelBia zcaiilla,
ciòche dimostra una
maggiore omogeneità
di diametro fra le fibre prese daisemi,
situati in diverseparti
della cassula del Nelseme abbiamo il fenomeno curioso della inversione
(che
secondo tuttele
probabilità
è soltantoapparente
e duvuta allo scarso numero di mi-sure)
dei risultati osservati nel Biancavilla e chepiù
tardi ritroveremonell’ibrido,
si hanno cioè ipeli più
sottili alla base del seme14,517
ed i
più grossi all’apice
-15,814
con uno scartamento di1,297.
Passando ora ad esaminare i risultati ottenuti per l’ ibrido ve-
diamo
prima
di tutto che le fibre hanno ingenerale
subito un assot-t1g11arl1el1t0 notevole,
in confronto delle formegenitrici.
Si è
dunqne
avuto per mezzo dell’ incrocio anmiglioramento
no-tevole delle
proprietà
tessili delle fibre:tn’allit kq(t teiito
non in-differente rispetto
allefibre
del Biaiteavilla ed ltnafinexxa
che nei
genitori.
Possiamo anche notare che la variazione del diametro cioè 1’ au- mento nella finezza delle fibre è stato molto
maggiore
alla base dellacassula e nella
parte mediana,
che non nellaparte apicale
e forse ació è dovuta l’iiiversioiie nella
graduazione
deldiametro, poichè
nel-l’ibrido abbiamo le fibre
più
sottili alla base della cassula13,970
ele
più
grosseall’apice = 14,693,
con uno scartamento di0,723.
Nel seme abbiamo per l’ibrido come anche per il Biancavilla i
peli più
finiall’apice
del seme =14,613
equelli più grossi
alla base15,115
con uno scartamento di0,502.
t/omogeneità
dilunghezza
e del diametro nel seme e nella cassula nei tretipi
esaminati.Per renderci
ragione
della variazione dellaomogeneità
di lun-ghezza
e del diametro nel seme e nella cassnla dei v aritipi
esaminatidobbiamo
rivolgerci
allo studio deipoligoni
difrequenza
che ci rap-presentano
la variabilità dei caratteripresi
in esame a seconda delle varieparti
del seme e della cassnla e a seconda deitipi a
cui si rife-riscono.
Occnpiamoci
daprincipio
dellaomogeneità
dilunghezza
delle fibre del Biaiicavilla. Nel Biancavilla la
omogeiieità
nel semeriguardo
allalunghezza
delle fibre èmaggiore
alla base che non al-l’apice,
mentrenel1lfississip11
avvieneperfettamente l’opposto.
Anche dal
punto
di vistagenerale
e cioèindipendentemente
dallaposizione
delle fibre sul seme laomogeneità
èmaggiore
nelvilla. L’ ibrido avvicinandosi in
questo
caratterepiù specialmente
alBiancavilla,
anzisuperandolo,
hacontemporaneamente acquistato
nella
lunghezza
delle fibre inseguito
alF incrocio colMississipi.
Se
passiamo
ora allo studio dellaomogeneità
dilunghezza
nellacassula,
vedremocostantemente,
confrontando ipoligoni
relativi aquesto
carattere nel chequelli
riflettentil’apice
hannociascuno una moda molto
più
accentuata delle altre secondarie assaitrascurabili,
mentrequelli,
che risultano dalle osservazioni fatte alla base dellacassula,
hanno costantemente due iode, molto distanti edel tutto
separate
tra diloro,
in modo che ilpoligono
risulta effetti- vamente formato da duepoligoiii
distinti e laparte
111edianaha caratteri intermedii.
Questo
solo fatto è sufficiente a confernmarci che laomogeneità
dilunghezza
è massima nelleparti apicali
dellacassula,
media nellaparte
mediana e minima nellaparte
basale.stesso si
ripete
per ilBiancavilla,
doveperò
la differenza tra la modaprincipale
equelle
secondarie in ciascunpoligono
è minoreche nel la
qual cosa
mentre ci conferma unaanaloga
di-sposizione
delle fibre sulle varieparti
dellacassula,
ci indica anche che nelBiancavilla,
forseperchè
ètipo
dipiù
anticaacclixmatazione,
la
omogeneità
èmaggiore
che non nelMississip .
Nell’ ibrido si conservano
queste caratteristiche,
ed oltreciò si ac- centua la tendenza non solo adacquistare
unamaggiore omogeneità
tanto nelle
singole parti
dellacassula,
checomplessivamente,
ma siraggiunge
unamaggiore lunghezza
delle fibre.Ciò riesce evidente osservando i
singoli poligoni, riguardanti
lecassule
esaminate,
in essi notiamo :11 1. - Una
maggiore somiglianza
e vicinanza deisingoli poligoni.
2. - Uno
sviluppo
costantementemaggiore
verso laparte
destra.3. - Una tendenza a ridurre lo scartamento dovuto alle brevi
frequenze
nellaparte
sinistra.L’ ibriaazione
quindi
ci ha dato iseguenti vantaggi :
1. - Una
maggiore omogeneità
fra le fihre delle varieparti
dellacassula :
a)
sia considerate in ciascuna di essesaparatall1ente; b)
sianelle varie
parti
presecomplessivamente.
2. - Una
maggiore lunghezza
media delle fibre.Passando ora alla studio della
oJnogeneità
del nelle treforme
esaminate,
vediamo che per il Bianeavillal’omogeiieità
nelseme è
maggiore
nella base di esso, come risulta dallamaggiore
al-tezza del
poligono
e dal minorescartamento ; inoltre,
mentre nel po-ligono riguardante
la base abbiaino duemode,
inquello riguardante l’apice
ne abbiamotre,
il che conferma la tendenza neipeli
dellabase del seme a mantenere una
maggiore omogeneità.
La differenza
nell’omogeneità
del diametro fra e la base del seme è inferiore nelMississil,)
che non nel Biancavilla.Difatti mentre le due mode
quasi
coincidono con una differenza minima nellafrequenza,
anche i duepoligoni
hanno una forma similein modo che
quello riguardante
la base del semerappresenta
pressoa poco l’altro relativo
all’apice,
soltanto che essendo le fibre della base del seme menosottili, questo
riescespostato
a destra.La
omogeneità
del diametro nell’ ibridoriguardo
allaposizione
deipeli
sul seme è ancoramaggiore
che non nei duetipi incrociati,
nonsolo per la coincidenza nella
moda,
per unamaggiore eguaglianza
nella
frequenza,
111a anche per il fatto che ipoligoni
relativi all’ ibrido hanno unosviluppo
moltopiú
simmetrico nei due lati, avvicinandosi molto alpoligono
bisimmetrico unimodaletipico. quale
si otterrebbedallo
sviluppo
del binomio di Newton.Dall’ insieme di
questi
caratteri riesce evidente come la fusione delle tendenze deigenitori
ibridati sia riuscitacompleta
perquel
cheriguarda l’omogeneità
nel seme, dimodoché ilprodotto
dell’ incrocio haacquisito
un carattere disuperiorità rispetto
aigenitori.
Rivolgendo
ora la nostra attenzione allaomogeneità
nellacassula,
trovereemo che
l’oniogei-ieità
del diametro nel è massimaall’apice
dellacassula,
media nellaparte mediana,
minima allabase,
ove nei
corrispondenti poligoni possiamo
notare oltre all’ abbassa- meno dellefrequenze
un aumento nel numero delle mode.Ciò si verifica in entrambe le cassule esaminate : infatti nella cas-
sula n. 2 sebbene il
poligono riguardante
laparte
mediana si trovaspostato più
a sinistra che nonquello dell’ apice,
pure lafrequenza
di
quello
non superaquesto.
Il numero di mode nella
parte
mediana(2)
resta sempre inferiorea
quello
dellaparte apicale ( 1 ) :
cos pure ilpoligono riguardante
laparte
basale dellacassula,
insieme ad unamaggiore eterogeneità presenta
il massimo numero di mode e cioèquattro.
Nel
Ilississil-i
invece laomog’eneità
è notevole e lasomiglianzà
dei
poligoni dell’apice,
della base e dellaparte
mediana ègrandissima
sia nella forma come nella coincidenza delle mode.
Anche
qui nell’apice
laomogeneità
èmassima,
minima nella base.’ Confrontando F insieme dei
poligoni, rappresentanti
ilil e si vede che
quest’ ultimo rappresenta qual-
che cosa di iltermedio fra
gli
altri due. Difatti mentregli
scartamenti deisingoli poligoni
sono miiiori che non nel Biancavilla emaggiori
che nel anche la differenza nella forma dei
singoli poli- goni
è menospiccata
nell’ibrido.Le tendenze del Riancavilla a
portare, specialmente
nellaparte
basalepoligoni
con 3 o 4 modi è fortemente attenuata dalla ibrida- zione colYIississip , dimodochè,
se pure non abbiamo un’ assoluta coincidenza nelle mode nellaparte basale,
mediana edapicale
dellacassula
dell’ ibrido,
talquale
nelVIississzp’t
- si è pur ottenuto permezzo dell’ibridazione la formazione di
poligoni unimodali,
indu-cendo in tal modo notevole
vantaggio
sullaomogeneità
delle fibredel
Conclusioni
generali,
1. - La
lunghezza
media delle fibre èmaggiore
nel(30,122 mm.)
che non nel Biancavilla(20,699 mm.)
e la differenza fra le duelunghezze
èuguale
a9,423
mm.13 2. - L’ibrido fra i due
tipi
ha una media= 28,249
111m. che siavvicina molto di
più
aquella
delAbbiamo
dunque
inquesto
caso, trattandosi dellaprima
genera- zione(F1 ),
secondo ipriticipii
di Mendel la dominaizzaquasi
come-pleta
del carattere dominante «pelo lungo »
sul carattere recessivo«
pelo
corto » .3. - La moda del Biancavilla 22 mU1. è inferiore a
quella
del
Nlississip = 31 mm.,
la differenza è di 9 mm.4. - Anche la muda dell’ibrido = 28 mm. si avvicina di
più
aquella
del5. - La
omogeneità
dilunghezza
nell’ ibrido èmaggiore
che nonnei
tipi originari,
avendosi una curvapiù regolare,
con minore scar-tamento se anche sempre
plurimodale.
6. - Lo scartamento di
lunghezza
è minimo nelBiaiicavilla,
medio nell’ ibrido e massimo nel ma mentre nel il
poligono
è moltoschiacciato,
nell’ ibrido segue la forma del Biancavilla. Ciò mostra come, all’anmentatalunghezza
si sia accom-pagnata
unamaggiore omogeneità
essendo trascurabiligli
scartiestremi dell’ibrido per la minima
frequenxa
di essi.7. - Il diametro medio delle fibre è
maggiore
nelMississz*p
=15,883,
che non nel Bia zca2,,illa15,835,
con una differenza di0,048.
8. -- L’ibrido fra i due
tipi
tra un diametro medio di14,313,
checos si avvicina di
più
aquello
del Biaiicavilla.9. - La moda dei tre
tipi
èuguale.
10. - La
omogeneità
del diametro nell’ibrido èmaggiore
che nonnel
Biancavilla,
ma minore che non nelMississip ,
in tutti i tretipi
si ha un
poligono
unimodale colla, modauguale
a 15.11. - Lo scartamento nei
poligoni,
che si riferiscono alle misure deldiametro,
è massimo nell’ ibrido e nelBiancavilla,
minimo neliVIississip ,
ma mentre nel Biancavilla ilpoligono
è moltopiù
schiac-ciato nell’ ibrido segue la forma del
Missíssip .
12. - Nell’ibridazione
l’omogeneità
delle fibre diventapiù
co-stante anche
riguardo
al diametro.13. - Ciò mostra come all’aumento notevole della
lunghezza,
siè
aggiunta
unamaggiore omogeneità
emaggiore
finezza dellefibre,
essendo trascurabili
gli
scartamenti estremi dell’ibrido per la minimafrequenza
di essi.14. - Nell’ ibrido si è ottenuto un accorciamento delle fibre ri-
spetto
alMississip
ed unallungal11ento rispetto
alBiancavilla,
conun
assottigliamento rispetto
a entrambi igenitori,
mamaggiore
peril In eonclusione in
questo
incrocio si è ottenuto un mi-glioramento
notevole nelleproprietà
tessili delle fibre del Bianca-villa.
Concludendo, possiamo
dire che nell’ ibridazione fra due razze una acclimatata dalungo tempo,
l’altra di recente introduzione tendea
migliorare
notevolmente lalunghezza
e la finezza delle fibre e che oltreciò laomogeneità
delle fibre diventapiù costante, migliorando
anche
questo
carattere.,
Palermo,
1911.QUADRO RIASSUNTIVO DELLE MEDIE
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