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The Triassic flora of southern Italy

BURATTI, Nicoletta, et al.

BURATTI, Nicoletta, et al . The Triassic flora of southern Italy. In: Kustatscher, E., Roghi, G., Bertini, A. & Miola, A. Palaeobotany of Italy . Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige, 2014.

p. 138-145

Available at:

http://archive-ouverte.unige.ch/unige:43533

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La s to ri a d el le p ian te f os si li i n I ta lia

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Il Triassico

The Triassic

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roMa

l’aquila

CaMPoBasso

naPoli

PoTenza

PalerMo

Bari

1

2

CaTanzaro

A partire dal

diciottesimo secolo, la fami- glia reale dei Borbone consentì l’avvio di nume- rosi studi per la conoscenza delle “risorse” del Regno delle due Sicilie, favorendo così una rin- novata attenzione verso il patrimonio geologico.

Dalla metà del diciannovesimo secolo, il natura- lista-paleontologo Oronzio Gabriele Costa profuse molte energie per il progresso della Paleontologia nel “Regno di Napoli” attraverso le sue tecniche innovative e le sue osservazioni paleontologiche.

Il grande numero di pubblicazioni da lui prodotte ne costituiscono prova tangibile (e.g. Costa, 1853–

60, 1853–64, 1862, 1864a, 1864b). Parte dei suoi studi furono poi riuniti nel monumentale trattato in tre volumi dal titolo La Paleontologia del Regno di Napoli (Costa, 1853–64). Il governo Borbonico incaricò Costa di ispezionare la località triassica di Giffoni Valle Piana (Salerno; Fig. 6.3.1) per ef- fettuare ricognizioni al fine della ricerca di com- bustibili fossili.

Anche se le rocce di età triassica sono estesa- mente diffuse nella provincia di Salerno, la località Norica di Giffoni Valle Piana (Fig. 6.3.1) è finora l’unica in tutta l’Italia meridionale che ha consen- tito il recupero di resti di piante fossili. Dagli scisti bituminosi di questa località si ricavava ittiolo, un unguento di origine naturale utile nel trattamen- to delle infezioni cutanee. Lo sfruttamento indu- striale della miniera di ittiolo cominciò nel dician- novesimo secolo e si protrasse fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le attività di scavo con- sentirono il rinvenimento di numerosi esemplari di pesci (Tintori et al., 1985) che furono descritti principalmente da Costa (1853–64, 1862) e Bassani (1892, 1895). Purtroppo, Costa e successivi ricerca- tori profusero i loro sforzi nello studio della paleo- zoologia (e.g. Costa, 1864a, b; D’Erasmo, 1914) e poca attenzione fu data invece alla paleobotanica.

From the 18th

century on, with the agree- ment of the Borbone royal family, studies of the Regno delle due Sicilie resources started a renewed focus toward geological heritage. Oronzio Gabriele Costa was a pioneer for palaeontological studies and through his “modern” techniques and palae- ontological observations, he made important pro- gress in the palaeontology of the “Regno di Napo- li” possible. He wrote several publications (e.g., Costa, 1853–60, 1853–64, 1862, 1864), in particu- lar, a monumental treatise in three volumes titled La Paleontologia del Regno di Napoli (Costa, 1853–

64). The Borbon government commissioned Cos- ta to inspect the Triassic locality of Giffoni Valle Pi- ana (Salerno) to carry out surveys for the finding of fossil fuels.

In the Salerno province Triassic beds are exten- sively represented but only in the Norian locality of Giffoni Valle Piana were plant remains found (Fig.

6.3.1). This locality is famous for its bituminous shales containing ichthyol, a naturally-occurring ointment useful for treating small skin infections.

From the 19th century until the Second World War, ichthyol was industrially exploited by mining. These excavation activities allowed the finding of numer- ous fishes (Tintori et al., 1985) described mainly by Costa (1853–60, 1862) and Bassani (1892, 1895).

Unfortunately palaeozoological studies gained more attention and Costa (see Costa, 1864; D’Eras- mo, 1914), as well as other researchers, gave little attention to palaeobotany.

Costa (1862) described a slab containing “dif- ferently preserved” fronds and leaves (Fig. 6.3.2).

After a careful examination of this specimen, Bas- sani (1892) identified the species Pterozamites crass- inervis and Pterophyllum zinkenianum. Two further specimens were assigned by Costa (1862) to the al- gal genus Zostera, but Bassani (1892) examined the

la flora del Triassico dell’italia meridionale The Triassic flora of southern Italy

6.3

Nicoletta Buratti, Antonello Bartiromo, Lucia Carcione, Amalia Spina, Simonetta Cirilli & Rossana Martini

Macroflora

Fig. 6.3.1 Carta dell’Italia meridionale con ubica- zione delle principali località fossilifere triassiche.

Map of southern Italy with the most important fossiliferous localities of Triassic age.

1 Giffoni Valle Piana

2 Roccapalumba-Lercara, Portella Rossa area

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La Sicilia

è collocata nella parte centro-occi- dentale del Mar Mediterraneo, lungo la megasutu- ra fra la Placca Africana e quella Europea. Durante il Paleozoico superiore ed il Mesozoico inferiore, la Sicilia faceva parte del Dominio Peritetideo oc- cidentale, fra la zona di subduzione dell’Oceano Paleotetideo e la zona di apertura dell’Oceano Neotetideo (Stöckling, 1974). Il sistema collisiona- le siciliano si distingue in tre elementi (Catalano

& Montanari, 1979; Sengör et al., 1984; Catalano et al., 1995):

un sistema di avampaese (Piattaforma Iblea) nella Sicilia sudoccidentale;

un sistema di avanfossa profonda (Avanfossa di Gela) lungo il margine settentrionale dell’avam- paese;

The island

of Sicily is located in the cen- tral-western part of the Mediterranean Sea. Dur- ing the late Palaeozoic and the early Mesozoic, Sicily was located in the westernmost end of the Peri-Tethian realm, the turning point between the Palaeo-Tethys subduction zone and the Neo-Tethys Ocean opening. The former separated the Variscan realm from the Cimmerian composite terranes and the latter the Cimmerian terranes from Gondwa- na (Stöckling, 1974). The Sicilian collisional system has been distinguished as having three elements (Catalano & Montanari, 1979; Sengör et al., 1984;

Catalano et al., 1995), as follows:

a foreland area (Hyblean Platform) situated in south-western Sicily;

a present north-western dipping foredeep (Gela Nonostante questo, nel 1862 Costa raffigurò una

lastra contenente fronde e foglie “diversamente preservate” (Fig. 6.3.2). Dopo un’analisi della la- stra, Bassani (1892) vi identificò le specie Pteroza- mites crassinervis e Pterophyllum zinkenianum. Co- sta (1862) attribuì altresì due campioni al genere di alga Zostera, che Bassani (1892) attribuì, invece, alla specie Podozamites distans. Nello stesso artico- lo, Costa (1862) menzionò resti di ramificazioni, alcuni dei quali “danneggiati” da insetti.

Nella seconda parte della “Paleontologia del Regno di Napoli”, Costa (1853–64) illustrò avan- zi organici osservati nelle marne bituminose del Triassico di Giffoni Valle Piana. Costa ascrisse tali resti al gruppo degli anellidi ed istituì la specie Hirudella laticauda (Costa, 1862, 1864a). Come affermò più tardi Bassani (1899), von Zittel (1883)

material and attributed it to the species Podozam- ites distans. In the same paper, Costa (1862) men- tioned remains of branched logs some of which represent evidence of insect damage.

In the second part of the Paleontologia del Reg- no di Napoli, Costa (1853–1864) illustrated “organ- ic remains” belonging to anellids. He described the new species Hirudella laticauda and later re- ported on the same species in other papers (Cos- ta, 1862, 1864a). As Bassani (1899) claimed, Zittel (1883) and Hoernes (1886) in their palaeontological treatises reported this species as coming from the Pietraroja Fossil-Lagerstätte (Bartiromo, 2013) in the Benevento province. In his revision on fossils from Giffoni Valle Piana, Bassani (1892) considered H.

laticauda a vegetal remain considering it a possible cycad leaf. Later Bassani (1899) confirmed its attri-

Microflora

Fig. 6.3.2 Tavola ori- ginale di Costa (1862) con alcune delle piante fossili di Giffoni Valle Piana.

Original plate of Costa (1862) showing some of the plant remains from Giffoni Valle Piana.

e Hoernes (1886) riportarono tale specie nei loro trattati paleontologici riferendola però al Fossil-La- gerstätte di Pietraroja nella Provincia di Beneven- to (e.g. Bartiromo, 2013). Nella sua revisione sui fossili provenienti da Giffoni Valle Piana, Bassani (1892) considerò H. laticauda un resto vegetale ri- ferendolo ad una probabile foglia di Cycas. Succes- sivamente, dopo il ritrovamento del campione nel

“Gabinetto di Geologia” dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Bassani (1899) confermò l’appartenenza di questo campione al “gruppo dei vegetali” attribuendolo, in maniera dubitativa, al genere Pterophyllum.

Successivamente, Costa (1859) trovò a Giffoni Valle Piana, alla base del Monte Pettine, un car- polito, una ramificazione di faggio ed una fronda di felce in quelle che egli stesso ritenne marne bituminose mesozoiche. Sulla base degli studi ef- fettuati sulla fruttificazione egli eresse il genere Tetracarpon (Costa, 1864b). Successivamente Gal- dieri (1906) revisionò il materiale di Costa, con- servato nell’ex Museo di Geologia, sostenendo che Costa avesse attribuito erroneamente il campione al Mesozoico. Infatti, Galdieri intuì la vera natura della matrice che includeva il carpolito e la indicò come quaternaria ed attribuì il campione alla spe- cie attuale Fagus sylvatica.

bution to the “vegetable group”, after the recovery of the part and counterpart specimen in the “Ga- binetto di Geologia” of the Federico II University in Naples. He dubiously attributed the specimen to the genus Pterophyllum.

In 1859, at the base of Monte Pettine, Costa found a Carpolithus, a beech branch and a fern frond in the “Mesozoic bituminous shale”. Based on the study of the fructification he erected the genus Tetracarpon (Costa, 1864b). Later, Galdieri (1906) revised Costa’s material stored in the former Mu- seo di Geologia claiming Costa erroneously attrib- uted the specimens to the Mesozoic bituminous shale. Indeed, Galdieri understood the true nature of the Carpolithus included matrix as Quaternary, and attributed the fructification to Fagus sylvatica.

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un sistema di catena caratterizzato dai Monti Pe- loritani e magrebini, formatosi dall’Oligo-Mio- cene durante l’apertura del Bacino Balearico e grazie alla collisione del blocco sardo-corso con il margine africano (Finetti et al., 1996).

La Formazione Lercara si è deposta nel bacino Si- cano e costituisce la più antica formazione affio- rante nella catena siculo-magrebide. Fin dall’ini- zio del ventesimo secolo il suo studio ha dato adito a numerose controversie riguardo la sua età, attri- buita al Permiano, al Triassico, al Paleogene ed al Miocene (e.g. Montanari, 1968; Cirilli et al., 1990;

Catalano et al., 1991; Carcione, 2007). Queste di- verse interpretazioni sono legate alla complessità della geologia della Sicilia occidentale, che è stata interessata da una severa deformazione Alpina.

Durante il Ladinico superiore-Carnico infe- riore le formazioni Lercara e Mufara, entrambe caratterizzate da sedimenti silicoclastici, sono contemporanee. Tuttavia la deposizione della For- mazione di Mufara persiste fino al Carnico supe- riore (Buratti e Carrillat, 2002).

Lo studio della microflora dell’area di Roccapa- lumba-Lercara e Portella Rossa (Fig. 6.3.3) ha con- sentito di risolvere l’età della Formazione Lercara (Cirilli et al., 1990; Buratti et al., 2007; Carcione, 2007), caratterizzata da un notevole contenuto di sporomorfi rimaneggiati provenienti dallo sman- tellamento, sia delle piattaforme carbonatiche permo-triassiche, sia dei depositi silicoclastici del Triassico Inferiore. Questa frazione rimaneggiata è associata a sporomorfi dell’Anisico-Carnico in- feriore.

La microflora permiana rimaneggiata consi- ste principalmente di pollini monosaccati come Densipollenites spp., Florinites spp., Nuskoisporites spp, Parasaccites spp., Plicatipollenites spp., Po- tonieisporites spp., Cannanoropollis bilateralis e Crucisaccites variosulcatus, bisaccati teniati come Lueckisporites virkkiae, Striatopodocarpites spp., Hamiapollenites spp., Corisaccites alutas e non–

teniati come Alisporites spp., Sulcatisporites spp., Klausipollenites spp., Jugasporites delasaucei, Limi- tisporites monstruosus, Lunatisporites pellucidus e L.

transversundatus. Fra i pollini poliplicati, Vittatina domina l’associazione. Spore trilete del Permiano superiore-Triassico Inferiore sono inoltre presenti nella frazione rimaneggiata, tra cui Densoisporites

foredeep) located along the northern margin of the foreland;

a complex Sicilian chain consisting of the Pelo- ritani and the Maghrebian belts, formed during the Oligocene-Miocene at the time of the open- ing of the Balearic basin, due to the collision of the Corso-Sardinian block with the African mar- gin (Finetti et al., 1996).

The Maghrebian belt, in which the Lercara Forma- tion crops out, is located in the central-western part of Sicily and constitutes a segment of the Ap- ennines chain. The Lercara Formation is the oldest known deposit in the Sicilian-Maghrebian chain, deposited in the Sicanian basin. Since the begin- ning of the 20th century, the age of this formation has been controversially discussed. It has been as- signed to the Permian, Triassic, Paleocene and Mio- cene (e.g., Montanari, 1968; Cirilli et al., 1990;

Catalano et al., 1991; Carcione, 2007). These differ- ent interpretations are due to the geological com- plexity of western Sicily, which has been affected by the severe Alpine deformation.

During the late Ladinian-early Carnian the Mufara and Lercara Formations, both composed of silici- clastic sediments, are contemporaneous, although the deposition of the Mufara Formation persists until the late Carnian (Martini et al., 1991; Buratti

& Carrillat, 2002).

The palynological investigations carried out by Cirilli et al. (1990) and Carcione (2007) allowed the resolution of the controversial age of the Lercara Formation. The detailed study was carried out in the area of Roccapalumba-Lercara and Portella Ros- sa (Fig. 6.3.1). The Lercara Formation is character- ized by a high content of reworked material derived from the dismantlement of both Permian and Tri- assic carbonate platforms and Lower Triassic silici- clastic deposits. This reworked material is associat- ed with Anisian to early Carnian palynomorphs. The reworked Permian microflora mainly consists of monosaccate pollen grains such as Densispollenites spp., Florinites spp., Nuskoisporites spp, Parasaccites spp., Plicatipollenites spp., Potonieisporites spp., Cannanoropollis bilateralis and Crucisaccites variosul- catus, taeniate bisaccates as Lueckisporites virkkiae, Striatopodocarpites spp., Hamiapollenites spp., Cori- saccites alutas and non–taeniates as Alisporites spp., Sulcatisporites spp., Klausipollenites spp., Jugaspo-

playfordii, D. nejburgii, Kraeuselisporites apiculatus, K. spinosus, Lundbladispora brevicula. Le altre spore trilete, quali Anapiculatisporites decorus, Uvaespori- tes sp., Propisporites pococki ed il polline Ephedri- pites steevesii non compaiono prima del Triassico inferiore.

La frazione non rimaneggiata rappresenta una porzione subordinata dell’intero contenuto palinologico e permette di riferire la Formazione Lercara all’intervallo Anisico-Carnico (Cirilli et al., 1990; Buratti et al., 2007; Carcione, 2007). I taxa riconosciuti consistono per lo più in pollini bisaccati (Angustisulcites sp., Chordaesporites singu- licorda, Striatoabieites aytugii, Triadispora group), spore trilete e monolete (e.g. Aratrisporites spp., Lycopodiacidites kuepperi), pollini monosaccati (Pa- tinasporites densus, Vallasporites ignacii) e il circu- mpolline Camerosporites secatus (Fig. 6.3.2; Cirilli et al., 1990; Buratti et al., 2007; Carcione, 2007).

Rispetto alla Formazione Lercara, la Forma- zione Mufara non presenta evidenze di rimaneg- giamento. Le associazioni attribuite al Ladinico–

Carnico sono caratterizzate da taxa del gruppo dei circumpollini quali Praecirculina granifer e Parti- tisporites novimundanus e da pollini monosaccati come Patinasporites densus, Vallasporites ignacii, Enzonalasporites vigens. I pollini bisaccati sono dominati dal gruppo di Triadispora e in modo su- bordinato da pollini striati e teniati (Striatoabieites aytugii, Chordasporites chinlenus, Lunatisporites acu- tus). Una graduale diversificazione nella microflo- ra della Formazione Mufara è stata documentata dal Carnico inferiore, caratterizzato da Camerospo- rites secatus, Duplicisporites granulatus, Lagenella martini, al Carnico superiore, contraddistinto dalla presenza di Partitisporites quadruplicis e Samaropol- lenites speciosus (Buratti e Carrillat, 2002).

rites delasaucei, Limitisporites monstruosus, Lunati- sporites pellucidus and L. transversundatus. Among the polyplicate pollen Vittatina is the most abun- dant.

Uppermost Permian-lowermost Triassic trilete spores are also present in the reworked fraction such as Densoisporites palyfordii, D. nejburgii, Kraeu- selisporites apiculatus, K. spinosus and Lundbladispo- ra brevicula. The trilete spores Anapiculatisporites decorus, Uvaesporites sp., Propisporites pococki and the pollen Ephedripites steevesii do not occur before the lowermost Triassic.

The not reworked microfloral fraction of the Lercara Formation represents a minor component of the entire palynological content; these forms in- dicate an Anisian-Carnian age of the Lercara For- mation (Cirilli et al., 1990; Buratti et al., 2007;

Carcione, 2007). The recognized taxa consist of bisaccate pollen grains (Angustisulcites sp., Chor- daesporites singulicorda, Striatoabieites aytugii, Triadi- spora spp.), monolete and trilete spores (i.e. Ara- trisporites spp., Lycopodiacidites kuepperi), some monosaccates (Patinasporites densus, Vallasporites ignacii) and the circumpollen Camerosporites seca- tus (Cirilli et al., 1990; Buratti et al., 2007; Carcione, 2007).

The Mufara Formation contains Ladinian–early Carnian assemblages characterized by the circum- pollen taxa Praecirculina granifer and Partitisporites novimundanus and by monosaccate taxa as Pati- nasporites densus, Vallasporites ignacii, Enzonalaspo- rites vigens. Bisaccate pollen are mainly represented by the Triadispora group and subordinately by striate and taeniate pollen (i.e. Striatoabieites aytugii, Chor- dasporites chinlenus, Lunatisporites acutus). A gradu- al microfloral diversification was recorded from the early to upper Carnian within the Mufara Formation with the presence of C. secatus, Duplicisporites gran- ulatus, Lagenella martini in the early Carnian and of Partitisporites quadruplicis and Samaropollenites spe- ciosus in the late Carnian (Buratti & Carrillat, 2002).

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Fig. 6.3.3 Spore e pollini delle formazioni di Lercara e Mufara (da Carcione, 2007).

Palynomorphs from the Lercara and Mufara formations (from Carcione, 2007).

a Ovalipollis pseudoalatus (Mufara Formation) B–C Vallasporites ignacii

(2: Lercara Formation; 3: Mufara Formation) D Angustisulcites sp. (Lercara Formation) e ?Chordaesporites singulicorda (Lercara Formation) F Ephedripites steevesii (Lercara Formation) G Minutossaccus sp. (Lercara Formation) H Platysaccus queenslandi (Lercara Formation) i Voltziaceaesporites heteromorpha (Lercara Formation) J Triadispora crassa (Lercara Formation)

K Triadispora obscura (Lercara Formation) l Triadispora stabilis (Lercara Formation)

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144 IL TrIassIco · The TrIassIc BIBLIoGrafIa · references

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