SE LA
SILLOGE EPIGRAFICA SIGNORILIANA
POSSA ATTRIBUIRSI A COLA. DI RIENZ O
DI ANGELO SILVAGN I
A tutti gli studiosi è nota la grande scarsezza, che l ' Italia pre -senta, di testi epigrafici dal sec . vii al x ; ma non è da credere in -vero che a così meschini avanzi corrisponda u n ' altrettanto scars a produzione di iscrizioni ciel tempo . Le epigrafi metriche, infatti , funerarie e monumentali, furono composizioni molto gradite all a cultura irlandese e carolina, che sì larga diffusione ebbe nei cen-tridell 'alta Italia ; e Roma non interruppe mai la fiorente tradizion e di questo genere letterario , di cui a cominciare proprio da l sec . vu dette i modelli con numerose antologie, diffuse nell e scuole anglo-sassoni efranche .Piuttosto, quando al cadere del me -dio evo i dotti umanisti, rivolgendosi alle iscrizioni classiche co n intenti paleografici, storici e letterari, compilarono le prime ver e sillogi epigrafiche, trascurarono con deliberato proposito le bar-bare iscrizioni cristiane, che la non minore rozzezza artistica con -dannava ad una perdita crescente nel grande movimento edilizi o ciel Rinascimento .
La silloge, detta Signoriliana, che in ordine di tempo rappre-senta il primo frutto delle ricerche epigrafiche degli umanisti, of-fre una vera singolarità, perchè contiene un gruppo importante d i iscrizioni medievali, delle quali alcune anteriori al sec . x spettan o a monumenti distrutti nel corso del sec . xv e xvi, e non furono ri-portate in nessun altra raccolta . Non meno singolare essa è pe r la personalità dell ' autore, a cui si è voluta ricollegare ; oggett o
1 . A . Silvagni, Nuovo ordinamento delle sillogi epigrafiche di Roma anteriori a l sec . XI, in Dissertazioni della Pontificia Accademia romana di archeologia, vol . XV , 1921,pp . 181-229 .
A . s1LVAGNI .
di cure lunghe ed appassionate per parte del de Rossi e da lui at-tribuita, col pieno consenso dei più grandi dotti, a Cola d i Rienzo, questa silloge circonfuse la figura ciel tribuno generoso e sognatore di una luce eli scienza, che la rese interessante agli ar-cheologi oltre che agli storici .
Ma tale paternità è tosi sicura da reggere ad un severo esam e critico?
*
Nel 1852 il de Ross i l pubblicando questa silloge insieme act un a altra parimenti sconosciuta di Poggio l ' attribuiva a Nicola Signo-rili, sotto il cui nome la ritrovò riunita nel cod . Vat . lat . 385 1 e nel cod . Mediceo Palatino 118, e divisa in clue parti nella « Des -criptio urbis Romae » contenuta nel cod . Chigiano I, v, 168 e i n quella inserita dal Signorili stesso iella sua opera « De iuribus e t excellentiis urbis Romae a, scritta per incarico di papa Martino V . Nel 1870, in un discorso letto all ' Istituto di Corrispondenza 2 , i l de Rossi modificava il suo primitivo giudizio riguardo all' età e d all ' autore della silloge stessa, indotto dal! ' esame di due nuovi e più antichi esemplari della a Descriptio urbis Romae », ritrovat i
in un codice della biblioteca Benedettina di S . Nicolò dell ' Aren a a Catania e nel cod . Chigiano I, vi, 204 (da cui dipende il cod . Chigiano sopra citato), il primo dei quali giudicò scritto dentr o l ' anno 1388 ed il secondo nel breve tratto di tempo tra il 1344 e il '1347 . Intorno a tale anno egli pose la compilazione della sillog e e della ~c Descriptio a, attribuendo l ' una e l'altra a Cola di Rienzo .
Continuando le ricerche su tale silloge il de Rossi ritrovò altr i codici che la contenevano, ed il risultato dei suoi studi pubblic ò l ' Henzen 3 nel 1886, per comunicazione di lui, e pochi anni dopo i l de Rossi stesso, assai più dilfusamente, nella sua ultima opera 4 , in cui fissa tre recensioni della silloge .
La recettsio prima è data dal codice miscellaneo Vat . Barber . 1952, già Barber . xxx, 25, dal cui dipende il cod . Marciano la 4 .
1. De Rossi,Le prime raccolte d'antiche iscrizioni compilate in Ronza tra il finire del sec . XIV, ed il cominciare del XV in Giornale arcadico, t . CXXVII, 1852 ,
p . 2511 e seg .
2. Bullettino dell 'Institulo di Corrispondenza archeologica per l'anno 1871, Roma .
1871, p . 3 e seg .
3. Corpus inscriptionum latínarunz, vol . VI, pars I, pp . xv-xvi .
te . De Rossi,Inocripliones ehristianae urbis Romae, vol . II, Roma, 1888, pp . 31e -328 .
17 7
LA SILLOGE EPIGRAFICA SIGNOIIILIANA .
clas . xiv, 214 ; in esso una rilegatura delle carte dell' opuscol o contenente la silloge per adattarlo nella rilegatura al formato de -gli altri lasciò leggibili del titolo le sole parole : Rocnae re-perta in annis domini millesimo quaclriig. entesimo nono et omniu m archuunz triunzphaliuin et aliarum seriptura.rum et saatcti Jolzan-nis in Laterano tabul(a)e ene(a)e . Le iscrizioni sono raccolte co n
un certo ordine topografico in due gruppi, sono talora riprodott e con le lacune della lapide e spesso con lezione alquanto different e dalle recensioni seguenti ; il de Rossi le stimò a ragione i « pugil-laria s della silloge e l'anno 1.409, in essi segnalo, ritenne non dat a della sua compilazione, ma semplice cenno ciel tempo in cui u n anonimo studioso ne trasse copia .
La recensio altera, che è un rimaneggiamento della prima co n poche aggiunte, apparisce inserita sotto i clue capitoli intitolati « de archis » e « de epitaphiis s nell ' opuscolo « Descriptio urbis
Romae eiusgue excellentie a ciel cod . Chigiano 1, vi, 204 compilat o
secondo il de Rossi tra il 1344 e il 1347, del cod . Catanese, da lu i attribuito all ' anno 1378, e dei più tardi codici Chigiano 1, v, 16 8 e Taurinense, derivati dai primi . Privata della parte « de epita-phiis a la silloge ritorna anche nella Descriptio stessa, che il Si-gnorili riportò cella sua opera già ricordata : De iuribus et, excel-lentiis urbis Roma.c .
f,a recensio tertia è data dalla raccolta delle iscrizioni conte -nute nei clue capitoli, riunita e staccata dalla Descriptio . Precedut a dal titolo che porta il nome dell ' autore « Nicolaus Signorilis d e Urbe », comparisce nel cod . Mediceo Palatino 118, interrotta dop o il titolo nel cod . Vaticano lat . 3851, privata del titolo intero nel cod . Traiectino lat . 59, e con il nome di Fabius Valerius sosti-tuito nel titolo a quello abraso del Signorili neI cod . Vatic . Olio-boniano 2970 .
Tale ordinamento scientifico della silloge fu da tutti i dotti ac-cettato e fu del pari accettata l ' attribuzione della prima e second a recensione a Cola di Rienzo e della terza al Signorili, espressa -mente in essa nominato .
Ma se l ' ordinamento della silloge è di tale saldezza che pu ò ritenersi definitiva, a me pare che altrettanto non possa affermars i dell ' attribuzionea Cola di Rienzo delle prime due recensioni e che essa poggi su 'fondamenti mal sicuri, per ;'modo che debba ria-prirsi una discussione che nel generale consenso pareva chiusa .
178 A . SILVAGNI .
de Rossi, come apparisce chiaro dai brevi cenni antecedenti sull a storia della questione, fu indotto unicamente dal resultato dei suo i studi sul codice Catanese e specialmente su quello Chigiano, re-sultato che credette così sicuro da non dare nessun peso alla dat a del 1409 offerta dal cod . Vat . Barber . 1952, spiegandola com e semplice indicazione del tempo in cui la silloge stessa fu trascritt a da un anonimo autore . Occorre quindi riprendere tali codici sott o un accurato esame di controllo .
Il cod . Chigiano 1, vi, 204, cartaceo, si compone dei seguent i opuscoli : a) cc . 1-31, Descriptio urbis Rornae eiusque exeellenti(a)e ;
b) cc . 32-40, Commentario di Marsilio Patavino de translation e imperii romani ; c) cc . 40"-41, Testimonia Lentuli, Pilati et Flatki i Joseph.i de Christo ; cl) cc . 41 "47, Carmi vari di Claudiano, Ci -priano e Lattanzio ; e) cc . 47 r'-49, Jacobi Lubaei epistula de
sacer-dotio Christi ;
f)
cc . 50-53, Regna quae fherunt ab origine mundi ; g) cc . 54-59, Notae Valera Probi ; h) co . 60-64, Retiiones acrbisRomae . Il de Rossi assegnò al sec . xiv la scrittura del codice e
per il fatto che nell ' opuscolo
f)
la serie dei re ed imperator i con numerazione continua si arresta al n . 129 colla notaHenri-cus septimus comes de Luezemburg annis 5, a cui di altra man o
è aggiunto nel rigo seguente Ka.rolus quartes imperaeit an -nis argomentò giustamente che tale serie doveva esser e stata compilata dopo la morte di Enrico VII e prima dell ' elezion e di Carlo IV, cioè tra il 1313 e il 1347 ; riferendo quindi senz ' al-tro, con procedimento non rigoroso, tale deduzione cronologica a tutto il codice e specialmente alla Descriptio e alla sua silloge , nella a lex regia Vespasiani n ivi riferita, la cui scoperta si dev e a Cola di Rienzo, trovò la prova per portare al 1344 il termin e
post quernz della compilazione della silloge medesima e per attri
-buir la allo stesso Cola .
Però è da osservare, in primo luogo, che contro l ' asserzion e del Maestro il codice non è di una sola mano ciel sec . xiv, nia d i quattro mani diverse, coeve, e tutte del sec . xv, coane mostra un a semplice visione di esso (cf . fig . 1) ; secondariamente che la sua ar -gomentazione sulla data di compilazione se è giusta per la serie de i regni, siccome il codice è una riunione di opuscoli diversi, non le gati nemmeno tutti da affinità di argomento, può criticamente va -lere solo per quello o per quegli opuscoli con cui la serie stess a sia così strettamente legata da apparire opera del medesimo autore .
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LA SILLOGE EI'IGRAFICA SIGSOEILIANA .
17 9 Quindi degli altri opuscoli, che non si trovano in tale condizione . la data di origine va ricercata separatamente con prove tratte da i propri caratteri esterni ed interni . Ora, tralasciando tutte le altr e parti inutili per la presente ricerca, che la serie dei regni facci a parte integrante della Descriptio urbis Romae non si può sostener e con alcuna fondata ragione, si può invece più facilmente mostrar e che essa doveva essere unita all' opuscolo di Marsilio Patavino, co n cui va di pieno accordo sia per il contenuto come per il temp o della compilazione . Infatti nel commentario di Marsilio sono indi-cate, divise in capitoli, le traslazioni clell ' impero dai Romani a i Greci, da questi ai Franchi e per ultimo dai Franchi ai Germani , con accenni al tempo anteriore ai Romani ; nella series, comin-ciando addirittura a ab origine mundi a, sono enumerati in successione cronologica i re e gli imperatori lino ad Enrico VII eon an -notazioni margginali (della stessa mano) sulle traslazioni accen-nate, che rimandano ai capitoli del commentario . Per quel che ri-guarda la sua datazione, questo commentario essendo posteriore all ' altra famosa opera eli Marsilio stesso, intitolata a Defensor pacis » (due volte infatti questa vi è nominata), la cui compilazione dagl i ultimi studi del Sullivan 1 e dello Stieglitz 2 è assegnata al giugn o ciel '1324, va riportato al breve spazio di tempo che corre tra il 1324 e il 1330, anno della morte ciel fiero sostenitore di Lodovic o il Bavaro ; quindi anche cronologicamente si trova nei limiti dell a
series, compilata tra il 1313 e il '1 .347 .
II codice Catanese, fino dal 1904 entrato nella Biblioteca Vati -cana dove si conserva sotto il n . 10687, ha grande affinità con il codice Chigiano ; contiene trascritti di seguito da due mani coeve , molti degli opuscoli dati dal Chigiano e nel medesimo ordine ; mancano quelli indicati sotto d), e), g), lc) ; esso termina co n
la series reguin scritta dalla stessa mano sino alla notazione final e
Karolusquartasimperavit aimis . . . Rispetto alla datazione assegna
-tagli dal de Rossi confutazione non ho che a rimettermi all ' au-torevole giudizio di Mons . Vattasso 3 . a Quod ad huius libri aeta-a tem aeta-attinet haeta-aec aeta-animaeta-advertendaeta-a sunt . .1 .-B . de Rossi, vir claeta-aris- claris-1. Sullivan, The manuscripts and date of Marsilio ofPadua'.s Defensor paris, in English hist . Review, 1905, p . 293 e seg .
2. Stieglitz (L .), Die Staatstheorie des Marsilius von Padua, Leipzig, 1914.
3. Codices Vaticani latini . Codices 10301-10700 vecensuerunt M . Vattasso a t
180 A . SILVAGNI .
« simus, sententiam Aloysii de la Marra secutus, codicem inte r « aprilem et novembrem anni 1378 scriptum esse allirmat, eo qua d « in littera initiali depictum esse credidit stemma Urbani VI pon-a tificis mpon-aximi et quod series imperpon-atorum desinit in Cpon-arolo IV a nondum vita functo . Res tauten quoad primum aliter sere habet . « In prima enim littera non stemma Urbani VI, secl duo stemmat a « conspiciuntur, quorum prius in parte superiore depictum est , « alterum in parte inferiore : prius exhibet duas claves s . Petri i n q arvo rubro, superimposito triregno, ad significandam pontificia m « potestatem ; alteram vero aquilam nigram praebet, cui superim -« ponitur corona, ad imperialem potestatem innuendam . Quoacl « secundum nihil certi ex eo coniici potest ; ceterum quominus co « dicem saec . xrv attribuamus prohihet forma scripturae et prae -« sertiln forma quarunclam litterarum, ut exempli gratia, r, g , « çl a .
Anche questo codice deve quindi riportarsi con sicurezza a i primi del sec . xv e viene ad apparire coevo ciel codice Chigiano . Vale naturalmente anche per questo ciò che poco sopra ho osser-vato a proposito dellaseries edella sua relazione stretta con il com-mentario di Marsilio Patavino : soltante è da notare che essa de-riva qui da un esemplare aggiornato col nome ciel vivente ilupera-tore Carlo 2 .
La Descriptio urbis Ronzae, identica in ambedue i codici riman e dunque isolata e va esaminata per ciò in se stessa . Formata da no -tizie tratte dai Mirabilia, dalla Graphia e aggiunte all' antico
Cu-riosr.mz Urbis, come non offre nel suo contenuto alcuna prova pe r
portarne la composizione al tempo e alla persona di Cola d i Rienzo, così non dà alcun elemento storico per una approssima-tivamente sicura datazione . Quindi sino a che non comparisca u n esemplare più antico bisogna rimettersi ai filati cronologici dei du e codici, ed il termine ante quern è Tissato dalla sua inserzione ne l
trattato del Signorili, compiuto tra il 1417 e il 142 7
Riguardo poi alle iscrizioni contenute nella Descriptio, non è inutile richiamare come la silloge sia stata originariamente
for-1. A complemento delle osservazioni paleografiche si può aggiungere come l a
capitale sia usata nel riprodurre le iscrizioni ; il che ci riporta al sec. xv . 2. Da un esemplare simile a questo un'altra mano aggiunse uel codice Chigian o la nota di re Carlo .
3. Il Signorili, che mori nel 1427, ebbe l'incarico di compilare il trattato stess o dal papa Martino V, eletto nel 1417 .
LA SILLOGE EPIGRAFICA SICNOa1LIANA .
18 1 mata a sè prova certa ne è l ' esemplare del codice Barb . Vat . 1952) , e come in un secondo tempo sia stata innestata nella Descriptio stessa ; quindi la questione dell ' origine dell ' una e dell ' altra è ben distinta e del tutto indipendente . Altri indagherà sulla com-posizione della Descriptio, io mi limito qui alla silloge epigrafica . La sua attribuzione a Cola di Rienzo fu dal de Rossi propugnat a con ragionamenti di un semplicismo insolito e eli una sicurezza , che non conobbe pentimento, i quali si possono ridurre a quest a forma schematica : a La series è anteriore al 1347, lo è quindi co n il resto del codice anche la Descriptio e la silloge inserita, perci ò l ' anno 1409, dato dall ' esemplare dei pugillaria della silloge con -tenuta nel cod . Vat . Barb . 1952, va riferito ad una semplice col-lazione fatta da un più tardo epitafista ; siccome poi la raccolt a contiene la lex regia, da Cola di Rienzo i rimessa in luce intorno al '1.344, i termini della sua compilazione sono da porsi tra il 134 4 e il 1347 e l'autore si presenta indubbiamente nella persona eli Cola stesso n .
Veramente il valore eli Cola come epigrafista è solo affidato all a testimonianza ciel suo biografo contemporaneo, e dinanzi all e strane sue fan tasticherie nell ' interpretazione della lux regia be n severo giudizio ne aveva nel 1871. 3 dato de Rossi, ma poi, per ar-dore della sua tesi, peccò di esagerazione lasciandosi andare a d inunaginare questo generoso sognatore della grandezza roman a tutto intento, prima della sua attività politica iniziata nel 1344 , a trascrivere iscrizioni latine e greche (era invero così erudit o da leggere epigrafi in greco :') in Roma e anche fuori di Roma, di-rettamente o per mezzo di corrispondenti (c ' erano allora anch e altrove colti amatori di tali studi :'), a Nepi, a Fara, ad Arezzo, ad Ancona, a Capua e a Napoli, con un ' abilità non troppo inferior e a quella del primo umanista, trascrittore di iscrizioni, Poggio fio-rentino .
Ma prescindendo da questi apprezzamenti, che hanno pure l a loro importanza, se si richiama la mia discussione anteriore, da l
1. De Rossi, hascr., II,p .319 .
2. Anonimo in Muratori, Antiq . it ., III, p . 399 : « Tutta la die se speculav a negl' intagli de marmo, li quali jacciono intorno Roma : non era aitri che esso, ch e sapesse lejere li antichi pataflìi . n
3. Bollettino dell Inst . di corrisp . are/t ., 1871, p . 8 : « Questo saggio di valor e epigrafico del tribuno ce ne dà un assai meschino concetto e ci fa sospettare che tutta della stessa lega sia stata la sua perizia archeologica . »
1.82
A . SILVAGNI .
woinento che Deseriptio, silloge e series sono tra loro affatto in-dipenclenche i codici che le contengono non appartengono a l sec . xiv e ehe sopratutto nella silloge manca qualsiasi elemento intrinseco i che induca ad attribuirla a quel secolo, la data dell 409
offerta dal citato codice Barberino riprende tutto quel valore, ch e non si sarebbe veramente mai dovuto negarle . Infatti il titolo, ch e ivi procede la silloge, nella sua parte superstite Rome re-perta. in anlzis Domini millesimo tluadrintientesinzo nono indica i n
modo evidente un ritrovamento e quindi una compilazione dell a silloge ; il de Rossi ne detorse invece il chiaro e semplice sens o con una sforzata parafrasi : a eo tarnen anno antiquitatum stu-cliosus huius libelli cluetu epitaphia repperit inspexitque . »
Concludendo : credo che debba riconfermarsi l'ordinament o della silloge nelle tre recensioni indicale, nonchè l ' attribuzion e della terza recensione al Signorili, ma si debba negare che al sec . xiv risalga l ' origine della prima e seconda recensione, tanto men o che possano attribuirsi a Cola di Rienzo ; la compilazione della sil -loge va riportata indubbiamente ai primi delsee .xv, con tutta pro -babilità all' an . 1409, certo avanti il 1.427, nel qualle anno mori i l Signorili, a cui spetta la terza recensione ; adogni modo è anteriore alla silloge Poggiana compilata intorno al 1130 2 .
Non è quiii luogo 3 di stendere una minuta analisi critica dell e varianti della prima e seconda recensione della silloge Signo-riliana e un confronto epigrafico tra questa e la silloge Poggiana , ne di seguirne le traccie nella letteratura epigrafica posteriore ; ma posso brevemente riassumerne i resultati, a cui con una cert a sicurezza mi lusingo di esser giunto . La prima recensione pili dell a seconda è fedele al lesto originale delle iscrizioni e si avvicin a maggiormente alle lezioni della silloge Poggiana ; la silloge ne l suo complesso appare per diverse parti un complemento eli quell a Poggiana e per qualche indizio accenna al Poggio come a suo au -tore, od ogni modo sia opera diretta dell ' Umanista (e allora po-trebbe dare spiegazione a qualche sospetto che l ' Henzen 4 ebbe so-pra una piìt antica recensione delle silloge del Poggio stesso), o 1, La presenza della lem regia non costituisce naturalmente un sicuro argoment o
cronologico per la compilazione della silloge . tutto al più dà il termine post quent. 2. De Rossi, laser ., II, p . 339.
3. Tale studio comparirà per esteso nei Rendiconti della Pont . Accademia ro
-mana di archeologia.
I .A SILI .OGE EPIGRAFICA SIGNOIILIAPIA .
18 3
sia opera di qualche suo compagno di ricerche l , la raccolta Signo-riliana conserva, non sappiamo in quale misura, il frutto di quell a attività epigrafica del Poggio anteriore al 1414 (anno della su a partenza per la Svizzera e la Germania), che il de Ross i 2 lamentav a essere rimasta completamente ignota . Però fino a ohe non si a possibile una personale identificazione dell ' autore, potrà oppor-tunamente conservare questa silloge la sua denominazione dal Si-gnorili, la cui opera inesperta si limitò ad usarla prima e a darl e poi il suo nome con una disinvoltura non insolita nella lettera -tura epigrafica .
A . SILVAGNI . 1. Di un certo Ccacius Romanus ci conserva memoria Quirini, Diatriba ad Pr .
Barbari, epiet ., p . x ; a questi compagni di Poggio appartenne l'anonimo compila -tore dell' itinerario di Roma, detto Magliabechiano .