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METODI FISICf

Dans le document La polizia sanitaria del latte (Page 44-50)

Non tratteremo a lungo di questi metoùi in causa della poca sicurezza dei loro risultati, come vedremo.

LATTODENSIMETRIA.

Ê fondata sul fatto che. essendo il peso specifico della crema inferiore a quello del siero del latte, la densità del latte varia secondo la quantità di crema, che vi è contenuta.

Per determinare questa densità si puo impiegare il lattodensi-metro Quevenne-Müller, (fig. 1) che è un areometro pel latte portante 3 scale graduate. La scala centrale indica i gradi fra 42 e f4, una delle scale laterali tinta in bleu serve pel latte scremato, l' altra tinta in giallo· serve pel latte normale ; queste 2 scale

par-tano delle sgrafe, di cui ciascuna corn prende un numero determinato di divisioni della s~ala cen-trale ; ogni sgrafa porta un numero, che indica i decimi d'acqua aggiunti al latte.

Si versa il latte da esaminare in un cilindro di vetro in tale quantità da permettere al latto-densimetro di restar sospeso nelliquido e si legge al punto d' affioramento il grado corrispondente di densità. Questa densità dev' essere presa a 15°

di temperatura, che si determina per mezzo di un termometro immerso nel liquida, o che si trova nel corpo stesso del lattodensimetro. Quando il termometro segna più o meno di 15° si corregge la densità letta moltiplicando in generale 0,2 pei gradi in più od in meno di 15o, ed aggiungendo alla detta densità, o sottraendone, il prodotto at-tenuto.

A tale scopo vi è pure una ta vola di corre-zione pel latte completa e pel latte scremato.

Il lattodensimetro non basta per dare indi-cazioni sulla quantità dei costituenti del latte, perchè, facendo seguire alla sci'ematu1·a un anac-quamento proporzionato, la densità normale del latte è ristabilita, senza contare che la densità normale pub anche essere ristabilita. per mezzo di sostanze estranee introdotte nel latte alterato.

Tuttavia quesf' istrumento è utilmente impiegato

fig. 1 nell' esame preventivo del latte per servire di

Lattodensimetro

Quevenne-Müller guida, insieme agli altri dati forniti dall'aspetto esterno del liquido , alla scelta dei campioni da prelevare pel controllo defbütivo nel laboratorio d'analisi.

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-· Vedremo più tardi che la determinazione della densità del latte è indispensabile, essendo essa un dato da mettere in confronto colla quantità di mat.eria graHsa trovata all'analisi chimica e colla

Fig. 2 Cremometro Chevalier

quantità di residuo se~co per trarne un cri-terio Aulla qualità del latte stesso.

CREM OMETRIA.

Consiste nella misurazione della crema formatasi alla superficie del latte lasciato in riposo durate un certo tempo.

Orernometro Chevalier. (fig. 2) Consiste in un cilindro di vetro a piede alto 38 cm., con un diametro interno di 38 mm. provvisto d'una scala in centesimi, graduata dall' alto in basso.

Si versa· il latte fino al tratto superiore della scala, e si fa poi la lettura dello strato di. crema dopo che il liquido è stato lasciato in riposo durante 24 ore in un luogo fresco.

Secondo esperienze a 3, 18 di visioni del cre-mometro corrisponde f o 1 o di crema, un .huon latte deve indicare da 10 a 14 division i.

Campana perla crema ----"--(Rahmglocke) di Krocke.

(fig. 3) Consiste in un reci-piente di vetro della forma d'un imbuto con 20 cm. di diametro di cui l'apertura inferiore è chiusa da uu turacciolo di vetro prov-visto d'un gambo, che sî pro lunga in alto.

Si misura prima il latte in un reci pieu te di vetro

Fig. 3

Campana per la crema di Krocke (Rabmglocke)

diviso in lOO parti eguali e poi lo si versa nella campana. Dopo un ri poso di ~0 ore si pone il reci pi ente graduato di vetro al disotto della campana; si toglie il turacciolo dalla stessa, ricollo-candolo a tempo in modo da lasciare colare tutto lo siero e non la creJila. Si fa allora la lettura del liquido celato e la di:fferenza trovata dà la quantità di crema.

Questi strumenti di Chevalier e di Krocke, nello stesso modo che altri simili~ non indicano la quantità totale di materia grassa del latte poichè una parte di essa è sempre ritenuta dallo siero.

La formazione dello strato di crema dipende da di:fferenti circo-stanze esterne come la grandezza dei globuli ii materia grassa, la dens ità variabile del Iiquido dove sono sospesi , la forma dei recipienti, l'altezza dello strato di latte, la temperatura. Spesso la materia grassa si separa in un modo differente a causa delle alterazioni, ch'essa ha. subito nella sua costituzione in seguito allo stato dell'animale, fornente il latte.

Infine bisogna attendere troppo a lungo prima di poter fare una determinazione.

LATTOSCOPIA.

È basa ta sul fatto che la materia grassa emulsionata nel latte, lo rende opaco. Esiste una serie d'istrumenti che servono a mi-surare questa opacità; daremo solo la descrizione dei più im-portanti, poichè questo metodo fornisce risultati molto incerti e di:fferenti secondo la vista d'ogni osservatore, le condizioni di luce, ecc.

Lattoscopio Onnné (Fig. 4)-È un cilindro metallico provveduto d'un vetro ad ognuna delle sue estremitàe costituitodi2pezziscorrenti l'uno nell' altro per mezzo d'un apparecchio a vite. Chiudendo più o meno la vite, la lunghezza del cilindro cambia, e quindi lo spes-sore della cavità interna aumenta oppure diminuisce. Un manico permette di sostenere l'istrumento, un imbuto facilita il riempi-mento. Un giro intero della vite produce un cambiamento della _lunghezza di l mm, cosicchè la graduazione che l'istrumento porta

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-è tale che 1 o corrisponde allo spessore di 1[ 100 , di millimetro. Si opera nel modo seguente.

Fig. 4 Lattoscopio Do.unè

Dopo aver versato il latte nell'imbuto l'osservatore si pone a un metro di ~istanza da una candela in una camera oscura e fa aumentare lo spessore dello strato di latte finchè non distin-gua più i contorni della fiamma.

All'istrumento è annessa una tavola. Un latte normale deve segnare 30 divisioni.

Lattoscopio Peser (Fig. 5). - Si prendono 4 cc. di latte, .al quale si aggiunge dell'acqua in un ciJindro di vetro costrutto appositamente finchè si possa distinguere la graduazione d' una .scala nera collocata internamente e nella parte inferiore dell'

ap-parecchio. Sulle pareti del cilindro sono incise 2 scale, sull' una delle quali si leggono i cc. d'acqua aggiunti, sull'altra di riscon-.tro i corrispondenti gradi centesimali di materia grassa.

PIOSCOPIO.

Ê basato sulla tinta che prende il latte, quando lo si esamina .a un sottile spessore per trasparenza sopra un fondo nero. Questa tinta, che varia dal bianco giallastro al grigio-ardesia, secondo

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-la ·ricchezza del hitte in materia grassa, serve a determinar'e . -la qualità del latte. Si opera nel modo seguente:

Fig. 5 Lattoscopio Feser

Si pone una goccia di latte in una piccola cavità praticata nel centro d'una placca d'ebonit~,

poi si sovrappone un disco di vetro e si paragona la tinta che prende il latte con una serie di sfu-mature dipinte sul margine del vetro, sulle quali sonvi le iscrizioni: molto magro, magro, normale, grasso, molto grasso.

Il latte annacquato o scremato presenta una colorazione che si avvicina al bleu, ma la frode non è visibile che quando arriva a proporzioni considerevoli. poichè le sfumature della placca di vetro non riproducono assolutamente le tinte che prende il latte annacquato. Per le medesime con-siderazioni fatte quando abbiamo parlato della cremometria questo metodo non puô impiega rsi utilmente.

Vi esistono ancora altri strumenti f1)ndati su principi ottici che non danno migliori risultatL

CENT RIFUG.A.ZIONE.

La forza centrifuga, che s' impiega per la fabbricazione del burro , è stata anche utilizzata per determinare la materia grassa del latte, ma essa non basta per estrarre completamente detta materia, poichè una parte è sem pre riten uta dal siero.

Vedremo più tardi che questa forza è im-piegata per completare la separazione della ma-teria grassa ottenuta per mezzo di metodi chimie\

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-Noi abbiamo eseguito al laboratorio d'analisi dell'ufficio d'i-giene del Cantone di Ginevra una serie d'analisi di medesimi cani-pioni di latte tutti esaminati simultaneamente col cremometro, coi Jattoscopii Donné e Feser, e col lattibutirrometro Marchand, di cui parleremo in appresso. I risultati ottenuti con ognuno di questi apparecchi non ful'ono concordanti fra di loro nè con quelli del metodo Gerber, impieg~to quotidianarnente nel detto labora·

torio. Il sig. Dr Ackermann, Direttore del laboratorio che pure ha fatto delle analisi con tutti questi metodi è arrivato alle stesse conclusioni.

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