Storicamente i principi servono a fissare delle barriere al legislatore, essi rappresentano dei programmi e di regola la loro caratteristica strutturale è rappresentata dalla genericità. La Costituzione enuncia i principi, ma non ne risolve i loro possibili conflitti; sarà il legislatore o il giudice a contemperarli, dando prevalenza a seconda dei singoli casi concreti ad uno piuttosto che ad un altro. Proprio in ragione del loro carattere generale, essendo richiesta la mediazione del legislatore o del giudice, qualcuno dubita della possibilità che i principi generali della Costituzione possano essere applicati direttamente nel contratto. Secondo qualcuno dovrebbe essere il legislatore ad intervenire in via mediata e poi il giudice applicherà la legge; consentire al giudice di fare applicazione diretta dei principi porrebbe l’attribuzione in capo a quest’ultimo di un potere molto esteso (c.d. giudice-legislatore), in quanto sarebbe in via definitiva lui a selezionare e contemperare i principi. Il dibattito generale circa il valore immediatamente precettivo o programmatico dei principi rimane sempre aperto (sui principi, si veda M. D’ALBERTI, Diritto amministrativo e principi generali, in Id., a cura di, Le nuove mete del diritto amministrativo, Bologna, 2010, p. 67): in questo settore essi si rivolgono in particolare ai pubblici poteri, per conformarne l'azione (P. DELL'ANNO, Ambiente (dir. amm.), in P. DELL’ANNO-E. PICOZZA, a cura di, Trattato di diritto dell'ambiente, I, Padova, 2012, ma più in generale Id., Principi del diritto ambientale europeo e nazionale, Milano, 2004. Per la ricostruzione del dibattito in diritto civile si rinvia a: M. SANTISE, Coordinate ermeneutiche di diritto civile, Torino, 2017; P. PERLINGIERI, Norme costituzionali e rapporti di diritto civile, in Interpretazione e legalità costituzionale, Napoli, 2011. A. GUIDO, I principi generali, Milano, 1993; S. RODOTÀ, Le fonti di integrazione del contratto, Milano, 2003; M. C. BIANCA, Il contratto, in Diritto civile, Vol. III, Milano, 2000; V. ROPPO, Il contratto, Milano, 2011; F. GAZZONI, Manuale di diritto privato, Napoli, 2015; N. Lipari, Diritto civile, Milano, 2009. In giurisprudenza si rinvia ai temi della riducibilità della clausola penale manifestamente eccessiva (Cass., Sez. Un. n. 18128/2005), della caparra confirmatoria eccessiva (Cort. cost. n. 248/2013 e Cort. cost. 77/2014) e dell’ipoteca non proporzionata al credito da garantire (Cass. n. 6533/2016).
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