R ENDICONTI
del
S EMINARIO M ATEMATICO
della
U NIVERSITÀ DI P ADOVA
U GO L EVI
Ancora sulle varietà a tre dimensioni che rappresentano un sistema di equazioni differenziali lineari alle
derivate parziali del 2
◦e 3
◦ordine
Rendiconti del Seminario Matematico della Università di Padova, tome 5 (1934), p. 148-159
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RAPPRESENTANO UN SISTEMA DI EQUAZIONI
DIFFERENZIALI LINEARI ALLE DERIVATE PARZIALI DEL 2° E 3° ORDINE.
di UGO LEVI a Saluzzo
1. Facendo
seguito
alla mia Nota « Intorno alle varietà atre dimensioni che
rappresentano
un sistema diequazioni diffe-4r
renziali lineari alle derivate
parziali
del 2~ e 30 ordine »~1~, proseguirò
lostudio, già
iniziato inquella,
delle varietà indicatenel titolo.
°
Conti nufando
a far uso della notazione delBOMPIANI, (’)
pertutte le
Va
considerate il numeroh,
delleequazioni
del 2° ordinelinearmente
indipendenti rappresentate
dalla varietà ètre,
e(3) conseguentemente 6 ~ h$ ~ 9.
Nella Notaprecedente
abbiamostudiato i casi
~3 = 6, 7,
senzalegarci
a nessunaipotesi
circa la forma delle
equazioni
del 2° ordine : inquesta
Notastudieremo i casi
hs
=8, ha
= 9.Per
h$= 9
continueremo a supporre le treequazioni
del 2oordine di
tipo
affattoqualunque,
invece perh.= 8
ci limiteremo(~)
Pubblicato in questi Rendiconti - Anno IV, 1933. ’ (2) «Determinazione delle superficie integrali di un sistema di equa- xioni a derivate parxiali lineari ed omogenee ». [Rendiconti R. IstitutoLombardo di Scienze e Lettere, vol. LII - pag. 612].
(3) Escludiamo senz’ altro il caso banale h3 = ~o, nel quale la V3 giace
per intero in ciascun suo 8 (2) generico e pertanto giace in un S’6 (e non
in un 8, come, per un errore sfuggito all’ A. durante la revisione, è detto
nell’ ultima linea della seconda pagina della nota precedente) : colgo questa occasione per rettificare in LANE il nome di LALAN erroneamente indicato nella nota 3) della prima pagina del suddetto lavoro.
a supporre che le tre
equazioni
alle derivateparziali
del 2° or-dine linearmente
indipendenti,
facentiparte
delsistell1a,
costitui-scano un sistema di DARBOUX
1’) ;
cioè che esse siano dellaforma
(5j
Se per il punco x adottiamo coordinate
proiettive
non omo-genee, il fatto che la
Y$
nonrappresenta
ulterioriequazioni
del2~ ordine che non siano combinazioni lineari delle
(1), importa
che i secondi membri delle
(1)
si possono scrivere per disteso nella formaseguente
La forma stessa delle
equazioni (2),
comegià
ebbi ad ac-cennare nella mia Nota citata
(6),
mette in evidenza sullaV.
l’ esistenza di tre sistemi ool di
superficie,
che sitagliano
se-condo linee
coniugate,
nel senso che lelinee,
secondo lequali ogni superficie
di un sistema èsegata
dallesuperficie degli
altri(4) « Lelpons sur la théorie générale des sur faces » [Tomo 4°, N. 1093].
(5)
Con indico la derivata di ordine i + j .~- k, ottenuta derivandox 1 u~ , U3) volte rispetto ad u~, j volte rispetto ad u~ , k volte ri- spetto ad U3 . Per le rimanenti notazioni in genere rinviamo alla mia Nota citata : fra 1’ altro notiamo che il simbolo -- usato nelle (1) sta ad indicare che ciascuna delle derivate seconde considerate è uguale ad una combinazione lineare di x e delle derivate prime od anche che il corrispondente punto derivato secondo sta nello 83 tangente alla IT3 nel punto x ; cos pure nella
(3) e nella (4) lo stesso simbolo sta ad indicare che l’ espressione scritta
a primo membro è uguale ad una combinazione lineare di x e delle derivate seconde e prime la cui forma effettiva per il momento viene trascurata.
(6) Vedi nota ( ~) .
due
sistemi,
costituiscono suquella
due sistemiconiugati. Quei
tre sistemi ool di
superficie godono
anche dellaproprietà
che ipiani tangenti alle ) superficie
di un sistema neipunti
della linea intersezione di duesuperficie
dei rimanenti duesistemi,
costitui-scono una
sviluppabile
ordinaria. TaliFg
furono chiamateFg
diDARBOUX.
2. Studiamo anzitutto il caso
h,
= 9.’
Prima di
proseguire
nella trattazionepremetto
il seguentelemma,
chegeneralizza quello
dimostrato dal BOMPIANI per ilcaso della
superficie (’’) :
,Se una
T, (k h 2)
delloSn
è tale che il suoS’ (v)
osculatoi»egenerico
ha dimensione p ~e lo S (v-~- 1 )
osculatoregenerico
hadimensione p -j-
1,
essa ècomposta
da 001appartenenti
ad altrettanti
~~p _y
costituenti unasviluppabile
ordinaria op- pure sta in unospaxio
di dimensione p -f- 1.La dimostrazione che segue si ottiene senz’ altro estendendo
quella
del BOMPIANI(~)
osservandoperò
che laprima parte
diquesta,
la cui estensione sarebbe menoimmediata,
non risultanecessaria per
quanto riguarda
la conclusione. Nella dimostrazionesupponiamo
senz’ altro che lospazio
ambiente non abbia dimen- sionep + 1,
dobbiamoquindi
dimostrare che laVit
ècomposta
da 001
appartenenti
ad altrettanti costituenti una svi-luppabile
ordinaria.. Osserviamo anzitutto che la
possiede
soltanto 001 S(v)
osculatori. Infatti
gli
,S(v)
osculatori alla’V,
inpunti
infinitamente vicini(del
1~ordine)
alpunto P,
stanno nello S(v
+1)
oscu-latore in P. Gli
8 (v)
osculatori allaVx
costituisconodunque
unsistema continuo tale che
segando
con ungenerico spazio
~S’n _ p + I
si ottiene un sistema di rette tali che due infinitamente vicine sono incidenti. Per un teorema di SEGRE(1) queste
rettese sono
più
che 001 passano per unpunto
ogiacciono
in unpiano.
Perciò segli
S(v)
osculatori allaJ7’1t
fosseropiù
che oo’~) Loc. cit. (2) pag. 614.
(8) ·~ Preliminari ad una teoria delle varietà luoghi di [Ren-
diconti Circolo Matematico di Palermo, tomo XXX, 1910] n. 25.
essi
passerebbero
per uno stessoSp-1
oppuregiacerebbero
inuno stesso
~Sp + 1,
casi entrambi esclusi.Adunque
ciascuno diquegli
è osculatore allaV,
intutti i
punti
di una suaV,-, ;
ciascuna diqueste
oo’ staentro
v+ 1
consecutivi fragli S(v) osculatori,
cioè in uno 1.il
quale
varia fragli ool Sp-,
costituenti unasviluppabile
or-dinaria.
Riprendendo
la nostratrattazione,
per leV,
che stiamo con-siderando le dimensioni
degli S(2)
edegli S (3)
osculatori sonorispettivamente
sei esette,
cioè ilpassaggio dagli S(2) agli S(3) implica
l’ aumento di una sola unità nella dimensionedegli spazi corrispondenti ; perciò applicando
il lemma segue senz’ altro cheo,gni V3
per czci siahz
=3, h,
= 9 è necessariamente costituita da 001superficie giacenti negli S,
di unasviluppabile
ordinaria.Viceversa è chiaro che le
TT3
cos ottenute soddisfano alle condizionirichieste,
a meno di ulteriorispecializzazioni
che au-mentino i valori di
h,
o di3. Passiamo ora al caso successivo
h3 = 8
nell’ipotesi però
che le tre
equazioni
alle derivateparziali
del 20 ordine siano della forma(2).
In
questo
caso, fra le ottoequazioni
alle derivateparziali
del 3o ordine formanti il
sistema,
vi saranno le setteequazioni
che si
ottengono
derivando in tutti i modipossibili
le tre equa- zioni del sistema(2),
ed inoltre un’ ottava non ottenibile nè per derivazione nè per combinazione lineare delleprecedenti ;
in dettaequazione,
eliminate tutte le derivateesprimibili
linearmente mediantequelle
di ordineinferiore,
interverranno solamentepiù
le tre derivate residue
xaoo, X030
@X003
una alnieno dellequali
con coefficiente diverso da zero.
Supponiamo
adesempio
chequesta
ottavaequazione
si possa scrivere nellaseguente
forma:dove per ora 1 ed n siano funzioni di ui, U2, u3 , tutti non identicamente nulli. Se calcoliamo le derivate
quarte, (derivando
in tutti i modi
possibili
le ottoequazioni
alle derivateparziali
del 30
ordine),
tutte sipotranno esprimere
linearmente comecombinazioni lineari delle derivate
precedenti.
In taliipotesi
pos- siamo senz’ altro concludere chelo S(4)
in unpunto generico
della
~
coincide con lo8 (3),
cosicchè laF, giace
inS8 .
Viceversaogni Fg
di DARBOUX immersa in un88
soddisfa evidentemente allecondizioni h, = 3, h,
=8,
salvo che i suoiS(3)
osculatori si abbassino didimensioni,
nelqual
caso leV,
ricadono fra
quelle
studiate nel numeroprecedente.
Le
V,
studiate inquesto
n.O si riduconodunque
alleVa
di
~58, (con
la riserva formulata nell’ ultimocapoverso).
4.
Sùpponiamo
ora invece che nellaequazione (3)
sia n = 0ma
~0 (9)
cosicchèIn
questa ipotesi
la dimensione dello ~S’(4)
supera di unaunità la
dimensione
dello~S (3)
in unpunto generico
dellaV,,
in
quanto
tutte le derivatequarte,
ad eccezione della XOO4 si possonoesprimere
come combinazioni lineari delle derivate d’or- dine inferiore(11).
Per l’ enunciato del n. 2 si
può
senz’ altro concludere che attualmente se laVa
nongiace
in unospaxio
di dimensione 8 essacomposta
di 001superfiéie giacenti negli
di una svi-luppabile
ordinaria.Cerchiamo di fare uno studio
più
accurato delleV,
in esame ; ciò è necessarioperchè
unaV, quale
risulta dall’ enunciato pre- cedente conduce bens(salvo
eventualieccezioni)
ai valorih,
=3, h3
=8,
ma non risultageneralmente una Va
di DARBOUX.(9)
Lo stesso si potrebbe dire con poche varianti formali se fosse 1 = 0ed
n #0.
°(M)
Se poi, indipendentemente dalle relazioni ottenute derivando la (4),anche la si può esprimere per combinazione lineare delle derivate d’ ordine inferiore, si ricade senz’ altro nel caso trattato nel n. 3 ; nel seguito di questo numero prescindiamo da tale eventualità.
La
equazione (4),
tennto conto delleequazioni
del sistema(2)
e diquelle
del 3° ordine ottenute derivandoqueste
in tuttii modi
possibili,
sipuò
scrivere per disteso nelseguente
modo rdove
l, f,
n, ... sono funzioni di ui , 11,1 Tenendopoi
contodelle condizioni di
integrabilità
eprecisamente paragonando
laderivata della
(5)
fattarispetto
ad U3 con la derivata della equa-. zione
x’.°I. ’ (1)
fatta due volterispetto
ad u, si trova anzittuttoche deve essere
p = 0 (altrimenti
si verrebbe ad avere una ulte-_riore
equazione
differenziale alle derivateparziali
del 3°ordine,
il
che
non devesussistere). Ripetendo
ora il medesimocalcolo,
dopo
avergià acquisito
ilrisultato p
=0,
sostituendo effettiva- mente inquanto
èpossibile
le varie derivate che entrano inconsiderazione mediante
quelle
di ordine inferiore e tenendo in- fine conto della stessa(5),
si trova una relazione lineare fra la derivata equelle
di ordineinferiore,
nellaquale
relazioneil coefficiente di è s ; ma tale relazione deve ridursi ad una
identità e
quindi
anche s deve essere identicamentenullo ;
dimodo che in definitiva la
equazione (5)
si riduce alla forma :Ogni superficie
~~3 = cost, ipunti
dellaquale corrispondono
alle
coppie
di valori deiparametri Ui
ed , è unasuperficie
c.(giacchè
peripotesi
caratteristiche di-stinte ;
inoltre essa sta nello~5
individuato daipunti
x,z°’° , (giacchè
per la relazione(6)
eprecedenti
eper
quelle
ottenute mediantederivazione,
tutti ipunti
ottenutimediante derivazione d’ordine
superiore rispetto
ai soliparametri
U’1
ed ut
stanno nellospazio
individuato daquesti
seipunti) ; gli
oolS5
cosottenuti,
in relazione con le oQ1superficie
U3 =cost, (11)
I sei punti in questione sono certamente linearmente indipendenti perchè se no ne seguirebbe una nuova equazione del 30 ordine rappresentatadalla V1.
’costituiscono una
sviluppabile perchè
derivandorispetto
ad Zc3 i seipunti x,
@xf20, @x030
I siottengono
combinazioui lineari diquesti
stessipunti
e della nuova derivata x’01 .Inoltre le
superf cie & (U3
=cost),
situatenegli "Q5
diquesta sviluppabile,
risultano riferite tra loropunto
perpunto
mediante lelinee
«,, inquanto ogni
valore deiparametri ul ed U2
indi-vidua una linea che ha un
punto
su ciascuna dellesuperficie
u3 = cost. La
corrispondenza
è tale che ipiani tingenti
a duesuperficie
infinitamente vicine inpunti corrispondenti
incontranoin una stessa retta lo
S,
comuneagli ,S5
delle duesuperficie 4>
(giacchè
stanno entrambi nel lo deipunti
x.,x1OO, XOlO,
Inoltre il riferimento fra le oc’
superfieie 4Y
è evidentemente tale che su di esse sicorrispondono
le linee caratteristiche.Dedotta la natura della
V,
dallo studio del sistema di equa- zionirappresentate
da talevarietà,
cerchiamo ora di invertire ilrisultato.
Partiamo da ool
superficie I>
a caratteristiche distinte si- tuatenegli
di unasviluppabile,
riferite fra loro in modo che:a)
ipiani tangenti
a duesuperficie 4Y
infinitamente vicine inpunti corrispondenti
incontrino in una stessa retta loS4
co-mune
agli S5
delle duesuperficie 4Y,
vale a dire stiano inS3 j3)
sicorrispondano
le linee caratteristiche.Dico che la
13 luogo
delle oolsuper6cie &
è deltipo
ri-chiesto.
Si hanno infatti sulla
F3
trefamiglie
disuperficie : a)
le’superfic e 4Y ;
b)
lesuperficie
costituite da un sistema di linee caratte- ristiche delle oolsuperficie 4> ;
c)
lesuperficie
costituite dall’ altro sistema di linee ca-ratteristiche delle medesime
superficie.
Scelgo
iparametri
curvilinei ul, U2, u,,, sullaV3
in modoche le tre
famiglie
disuperficie
siano ordinatamenterappresentate
da u3 =
cost,
z~l =cost,
U2 = cost.Il fatto che
ogni superficie
U3 = cost è unasuperficie cP
eche su di essa le
linee ul ed U2
sono le lineecaratteristiche,
cidice intanto che sono
legati
linearmente fra di loro ipunti
Inoltre per la condizione
a)
ipunti
stanno in
~S’3 (e questo S3
contiene ovviamente loS2
deipunti (7)).
Lo
S(2)
osculatore allaV3
considerata nel suopunto
x, contenendo ulteriormente ipunti x~°° , x020, XOO2,
hadunque
dimensione
sei,
salvo chequesta
si abbassi ulteriormente. Esclu- dendoquest’
ultitnaeventualità,
nellaquale
laV, rappresentando quattro equazioni
di LAPLACE linearmenteindipendenti
rientra in classigià
individuate da altriAutori,
le relazioni che secondoquanto precede
intercedono fra ipunti
considerati si possono scrivere(passando
a coordinate nonomogenee)
secondo la forma(2) Ci);
cioè intanto laV3
è unaV,
di DARBOUX. Dipiù
essaoltre le sette
equazioni
del 3~ ordine che siottengono
per deri- vazione daquelle
del Z~ordine, rappresenta proprio
una ulterioreequazione
del 3,, ordine deltipo (5) ;
infatti lo..95
contenente lasuperficie I>
a cuiappartiene
il punto x, contiene ipunti
x,x~~o~ ~ questo
fatto si traduceappunto
in una
equazione
deltipo (5).
Le condizioni
a)
e~)
conduconoquindi
ad unaV3
deltipo
richiesto ove si escludano
quelle particolari h3
per lequali
comegià
si èdetto,
risulti~~>3,
ed anchequelle
per lequali
even-tualmente risulti
~3
> 8 : ma anchequeste Va appartengano
atipi
a noigià
not.i.Concludiamo
pertanto
che LeV,
stzcdiate inquesto
n.osonotutte e sole le
V. luoghi
di ooi lCP,
a caratteristiche situate’negli 85
di unasz,iluppabite, riferite fra
loroiz modo che sussistono le condixioni
a) e fij
dianxi[enunciate]
(con
la riserva formulata nell’ ultimocapoverso).
’5. Rimane da considerare 1’ ultimo caso
possibile
in cui laequazione (3)
per 1’ annullarsi simultaneo dei coefficienti 1 ed si riduca alla forma(’2) Perchè se no risulterebbe hz > 3.
Seguendo
lo stessoprocedimento
del numeroprecedente,
sivede che la
equazione (9) può
scriversiesplicitamente
nel modoseguente :
Dalla
suddetta equazione,
si deduce che la derivataquarta
e
susseguenti
fatterispetto
al parametro ul , si possonoesprimere
come combinazioni, lineari di x,
x1°° ,
laV.,
in istudio ap- parequindi
solcata da 002 linee ui cheappartengono
ad unospazio
che è lo S(2)
in uno dei suoipunti, spazio
che è unpiano,
cioè le linee ul sono lineepiane.
Le
y3
gtudiate inquesto
n.O sonodunque
tutte e sole leDARBOUX
per le quali
le 00" linee u, sono lineepiane (senza
che ciòimporti
valori dih~
edAg rispettivamente maggiori
di tre ed
otto) :
nel numero successivo è indicato unesempio
ditale
Va.
6. Diamo ora due
esempi
diV3 rappresentanti
un sistemaalle derivate
parziali
del 20 ordine e del 30 ordine deltipo
dein. 4 e 5.
Per il n. 4 siano X011 =
O,
Xl01 = O ed x"0 = O le tre equa- zioni differenziali alle derivateparziali
del 20 ordine ed xm =un’
equazione
del 30 ordine distinta daquelle
ottenute dalleequázioni
del 2o ordine mediante derivazione.In
quanto
le derivate seconde miste devono annullarsi e la derivata del 30 ordine fattarispetto
alparametro
ui deve coin-cidere con
quella
del 30 ordine fattarispetto
ad u~, ilpunto generico
dellaY3
inquestione
sipotrà esprimere
sotto laforma :~
dove le c,, a$ ,
b~,
e, ,1,,
mi , sono costantiqualunque.
Ora per valori
generici
diqueste
costanti e per una sceltagenerica
delle funzioni laVa
cos ottenutaappartiene
effettivamente al
tipo
considerato. Invero verifichiamocontempo-
raneamente
(usando
coordinateomogenee)
che essa non è inte-grale
di ulterioriequazioni
del secondoordine,
nè del terzo al-l’infuori di
quelle
da noiprefissate
e loro combinazioni lineari(11),
osservando che i nove
punti
x,x1oo, xo1o, XOO2, x°3° ,
IXOO3,
sono linearmenteindipendenti : giacchè
leespressioni
cha risultano immediatamente per
questi punti
fanno vedere che nell’ipotesi opposta
risulterebbero linearmentelegati
ilpunto
c(avente
per coordinate leci)
ed ipunti a, b, 1,
rra, e -E-W, W’,
W" e W"’. Ma supporre
questo
vuol dire supporre che la curva descritta dalpunto e +
W abbia i suoiS,
osculatori incidenti alloS,
diquei cinque punti
fissi(") (che possiamo supporre
stante 1’ arbitrarietà delle costanti
introdotte,
linearmente indi-pendenti),
ciò che non avviene certamente con una sceltageuerica
delle funzioni
W,.
Per il n.
5,
siano ancora x011 =O,
X101 = O ed xl’o = 0 letre
equazioni
differenziali alle derivateparziali
del 2° ordine edX300 = 0 un’
equazione
del 3o ordine.Attualmente il
punto generico de]la Jr3
inquestione
sipuò esprimere
sotto la formadove le a,,
bi,
ci, sono costantiqualunque.
Anche
qui
per valorigenerici
diqueste
costanti e sceltagenerica
delle funzioniV,(u,), W, (ua),
laVa
nonrappresenta equazioni
del 2~ e 30 ordine diverse daquelle
da noi richieste.Basta a tal uopo fare in modo che per la
superficie
descrittadal
punto
c +V(u,) + W (u~),
al variare deiparametri
u2, u,, la dimensione dellospazio S (3)
neipunti generici
non scenda,al di sotto di 6 e che esso non risulti costantemente incidente alla retta dei
punti
fissi a, b.(13) Ed anche che la Y3 non degeneri in una V2.
(14) Il che poi significa che questa curva starebbe in uno 87 fisso pas- sante per questo 84.
7. Tornando al caso del n. 5
aggiungiamo
ancora ima con-siqerazione che chiarirà la struttura delle
V3
ivi considerate.Premettiamo che i
piani
contenenti le linee sono 002:infatti detti
piani
non possono essere00., ciacche
in tal casougnono (li
questi piani apparterrebbe
allaTr8
che sarebbeluogo
di
piani
e come talerappresenterebbe (con
unaopportuna
sceltadi
parametri)
treequazioui
. GAm,.cr: del 1tipo 1("» 0 , 110 O
ul
parametri)
treequazioni
di API,ACJ4; deltipo :r0 c_0 .t:0.
Ma allora le coniche associate sarebberocoppie
di i retteper un
punto
fisso anzichè coniche per trepunti
fissidistinti ; quei piani
sarannoquindi
001 ed cynuno di essi conterra uua aula linea ?i., .Ciò premesso ( it osti-ia i o che
gli
001 deitlitali
cont1:ene iiiia linea ií,, sono ad, uua~, ~
~he per una retta001
si,iliti)pal)ile
Infatti uno
qualunque
diquesti pimoi, corrispon!’*ntt’
a dativalori dei
parametri
ti ed us, sta in unoA’3
colpia 110
iniini-tamente vicino
corrispondente
ai valorit- du2,
y, Il(1 nanto
i
punti
che li individuano(per
leequazioni
formanti il sistemarappresentato
dallagiacciono
nello deipunti
x,2(NI
cos anche ilpiano
infinitamente vicinocorrispondente
ai valori ~c~, sta cou
quello
in uno.S3 . Quegli
ao*piani
costituiscono una di
quc!le
che il HoMPiANt (,,hiamaconfiguraxíone
di i
Osserviamo
poi
anche che ciascuno di iquesti piaiii
i e tuttigli
infinitamente viciniappartengono
ad uno stesso"’4: infatti
Come il
primo
di dettipiani è
individuato daipuuti
x,otio, quelli
infinitamente vicini saranno individuati daipunti
punti
che stanno nello~5,~
deipunti
x,2’100, XIl10, x*’ ,
x~°° .Proiettando ora tutta la
figura
in uno da uno,S’~
etraducendo per dualità nasce un sistema
doppiamente
infinito dipiani E
tale che ciascuno di essi e incontrato in uno stessopunto
da tuttigli
intinitamentevicini ;
un tale sistema é F insieme deipiani tangenti
ad unasuperficie F,
o come casodegenere
l’insieme dipiani tangenti
ad una linea(11)).
Inoltreattualmente per
ogni piano
di X ne esistono due intinitamente vicini che stanno con esso in uno3 :
se ipiani
diinvilup-
pano uua
superficie p’ prendiamo
allora su di essa, chepumianlo
descritta dal
punto
r, iparametri
il, ed ~la in modo che le linee 1(3 - cost ed "2 = cost sianoproprio
le linee che hanno inogni
punto pertangenti
una delle ouE3 direzionilungo
le ciòavviene.
Ne segue che i
piani
sopra consideratic>iiteng>ii> rispet-
tivamente i
punti :
oppure
La
particolarità
considerataimplica
dueequazioni
dipossono uiaursi ad mm sola
qualora
manchino in esse i tur-miui iu ed j’"!". In
ctuest’
ultimaipotesi
l’t t ieaequazioi t,-
ha come parte di secondo ordine il solo termine nella derivata seconda inista e le linee caratteristiche sono
quelle
scelte comelinee
parametriche.
He no, lasuperficie appartiene
uoturiamenteun
~3
(nonpotendosi
ridurre ad unasviluppabile poicla
ipiani tangenti
devono esserew2).
Ritraducpudo per dualità ,iavranno in
gli
001piani tangenti
ad unasupert cie ,
oppure 2piani passanti
per una retta.Resta 1’
ipotesi
chegli piani
di i sianotangenti
aluna
linea,
nelqual
caso, traducendo per dualità nello~~’;,
~rhanno 3c*
piani
checumplessivatnettte ricoprono gli
W’S.
di unasviluppabile
ordinaria.Tutti
questi
risultati sitrasportano
immediatamente dallo.’-;5
allafigura oggettiva,
e eus si conclude laproprietà
enunciata.C. luc. üit. (8) (vedi il n. 2H).