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La relazione infermiere-bambino come strumento di cura e di crescita personale

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Academic year: 2022

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(1)

La relazione infermiere-bambino come

strumento di cura e di crescita personale

(2)

Scegliere una professione d’aiuto

La relazione d’aiuto si svolge tra due

soggetti:

• Il malato

• L’infermiere

(3)

Identità professionale dell’infermiere

Ruolo storico

dell’infermiere in

rapporto al medico e in rapporto al malato.

Occuparsi del malato e non solo della

malattia.

(4)

Identità personale dell’infermiere

Dietro la scelta professionale c’è una storia, c’è una persona con le sue esperienze, le sue

emozioni, le sue paure.

(5)

Posso togliere me stesso dal mio lavoro?

Le manovre

assistenziali sono eseguite alla

perfezione….

….la sofferenza del

malato esula dal corpo che devo assistere, mi sforzo di non

percepirla.

(6)

Se scelgo di non “dividermi”mentre lavoro…

…anche il malato recupera la sua integrità, colgo e

accolgo sia i bisogni di natura fisica sia quelli di ordine più

squisitamente emotivo.

(7)

Si può imparare la competenza relazionale?

Ogni atto professionale è un momento di

relazione: prendere consapevolezza del suo inizio, del suo contenuto (cosa comunico, cosa mi

comunica), della sua conclusione.

(8)

Si può imparare la competenza relazionale?

Gestire una “doppia” relazione: con il paziente e con i familiari. Aiutare i genitori a contenere ed elaborare le ansie rispetto al bambino malato consentirà loro di stargli vicino positivamente.

(9)

Si può imparare la competenza relazionale?

Le difficoltà relazionali nelle professioni di cura si estendono anche all’intera équipe terapeutica:

enorme carico emotivo, tendenza ad espellere, ad allontanare le emozioni e i sentimenti, piuttosto che a contenere ed elaborare.

(10)

La nostra realtà interna delle emozioni e degli affetti influenza e spesso determina la nostra percezione del

mondo e la nostra reazione agli stimoli

Le nostre reazioni, sia personali che

professionali, possono essere quindi più o

meno adeguate alla realtà, e perciò più o meno soddisfacenti ed efficaci.

(11)

Test di analisi delle abilità comunicative: 1 2 3 4 5

1. Normalmente ho presente i vari aspetti del processo di comunicazione.

2. Cerco di capire chi è il mio ricevente.

3. Mi sforzo di adattare il messaggio al/ai ricevente/i.

4. Consapevolmente cerco di pianificare la trasmissione di un messaggio.

5. In genere ascolto volentieri gli altri.

6. Normalmente offro feedback positivi ai miei interlocutori.

7. Cerco di dare feedback negativi sui processi e non sulle persone.

8. Mi piace comunicare faccia a caccia con le persone.

9. Mi trovo a mio agio nelle riunioni e/o nei gruppi.

10. Scrivo volentieri e-mail, lettere e comunicazioni varie in genere.

11. Nella comunicazione telefonica sono attento anche agli aspetti non verbali della comunicazione.

12. Mi piace discutere i problemi e trovare un accordo.

13. Non ho problemi a comunicare con il mio superiore.

14. Non ho problemi a comunicare con i miei colleghi.

15. Non ho problemi a comunicare con i miei subordinati.

(12)

Interpretazione del risultato

Da 15 a 30 punti:

• Avete discrete

capacità ma si può fare molto meglio e c’è spazio per

migliorare.

(13)

Interpretazione del risultato

Da 31 a 55 punti:

• Le vostre capacità sono buone. Ci sono alcuni aspetti che devono essere

migliorati.

(14)

Interpretazione del risultato

Da 56 a 75 punti:

• Le vostre abilità sono ottimali: si tratta di preservarle

affinandole

ulteriormente.

(15)

Test: atteggiamento nel gruppo di lavoro

1: mai o quasi; 2: poche volte; 3: qualche volta; 4: molte volte; 5: sempre o quasi.

1. Mi viene quasi spontaneo litigare.

2. In genere mi capita di discutere animatamente con utenti, clienti, ecc.

3. Ho difficoltà, quando litigo, a controllare quello che dico all’altra persona.

4. Nel gruppo di lavoro sono arrabbiato per miei motivi personali.

5. Sul lavoro sono arrabbiato perché il mio lavoro non mi piace.

6. In genere litigo perché i colleghi sono stupidi e presuntuosi.

7. Mi arrabbio molto se gli altri non fanno il proprio dovere.

8. Sul lavoro ho rapporti difficili con i colleghi o superiori.

9. Mi capita di insultare e/o minacciare i colleghi.

10. Se non ti fai sentire i colleghi fanno di testa propria.

11. In una settimana litigo:

12. In un mese litigo:

(16)

Interpretazione del risultato

Da 15 a 30 punti:

• Tale punteggio indica che, nel proprio

contesto di lavoro, situazioni conflittuali sono assenti o del tutto occasionali;

pertanto non vi sono motivi per

preoccuparsene.

(17)

Interpretazione del risultato

Da 31 a 55 punti:

Il punteggio evidenzia che la conflittualità è un fatto comunque

presente nel vostro

lavoro, occorre dunque affrontare il problema ed impegnarsi per

ridurre i motivi di attrito con le persone che vi

stanno intorno.

(18)

Interpretazione del risultato

Da 56 a 75 punti:

• La condizione

lavorativa in cui vi trovate presenta

condizioni stressanti che richiedono

interventi strutturati per ridurre le

situazioni che conducono alla conflittualità.

(19)

Uso dell’empatia nella relazione

• Processo attraverso il quale l’operatore

interpreta

accuratamente i sentimenti

riconosciuti come presenti in quel momento nella relazione.

(20)

Uso dell’empatia nella relazione

• Consente di percepire ed esprimere anche aspetti emotivi di cui l’altro è poco

consapevole.

(21)

Attenzione alla comunicazione!

• Congruenza tra

emozione percepita ed emozione

espressa…la prima infatti influenza la comunicazione non verbale, più efficace.

(22)

Anche nella comunicazione tra colleghi…

• …l’empatia spinge ogni membro

dell’équipe a

comprendere le

pressioni affrontate dagli altri.

(23)

Alcuni errori nella comunicazione empatica

Risposte che implicano accondiscendenza o manipolazione

Dare consigli non richiesti

Uso prematuro dell’empatia ad alto livello

Risposte che implicano mancanza di rispetto o repusione

Confronti prematuri

Risposte difensive

Imprecisione nell’utilizzo dei termini

Utilizzo di clicheès o di frasi fatte

Risposte inadeguate o ambigue

Risposte che ignorano quello che l’altro dice

Uso di domande inappropriate o irrilevanti

Uso inappropriato di calore e compassione

Emettere giudizi.

(24)

Alcuni esempi

“Ma che casino del diavolo! Qui tutti sono pronti a parlare ma nessuno ascolta. Possibile che siamo tutti egocentrici da non avere tempo di ascoltarci l’un l’altro?!”

Risposta immediata:

Risposta dopo riflessione: Ti senti…….perché….

(25)

Alcuni esempi

“Questa flebo sta andando giù troppo lentamente e non mi fa nessun effetto, sto ancora malissimo”

Risposta immediata:

Risposta dopo riflessione: Ti senti…….perché….

(26)

Alcuni esempi

Tra colleghe: “Mi sento continuamente depressa perché mio marito è sempre al lavoro. Non ci

godiamo mai una sera insieme”.

Risposta immediata:

Risposta dopo riflessione: Ti senti…….perché….

(27)

L’empatia con i bambini

Il bambino reagisce alla malattia in base all’età e alle risorse…

…tra queste ci può essere anche il

bambino che è dentro di noi e che è

cresciuto con noi!

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