La relazione infermiere-bambino come
strumento di cura e di crescita personale
Scegliere una professione d’aiuto
La relazione d’aiuto si svolge tra due
soggetti:
• Il malato
• L’infermiere
Identità professionale dell’infermiere
Ruolo storico
dell’infermiere in
rapporto al medico e in rapporto al malato.
Occuparsi del malato e non solo della
malattia.
Identità personale dell’infermiere
Dietro la scelta professionale c’è una storia, c’è una persona con le sue esperienze, le sue
emozioni, le sue paure.
Posso togliere me stesso dal mio lavoro?
Le manovre
assistenziali sono eseguite alla
perfezione….
….la sofferenza del
malato esula dal corpo che devo assistere, mi sforzo di non
percepirla.
Se scelgo di non “dividermi”mentre lavoro…
…anche il malato recupera la sua integrità, colgo e
accolgo sia i bisogni di natura fisica sia quelli di ordine più
squisitamente emotivo.
Si può imparare la competenza relazionale?
Ogni atto professionale è un momento di
relazione: prendere consapevolezza del suo inizio, del suo contenuto (cosa comunico, cosa mi
comunica), della sua conclusione.
Si può imparare la competenza relazionale?
Gestire una “doppia” relazione: con il paziente e con i familiari. Aiutare i genitori a contenere ed elaborare le ansie rispetto al bambino malato consentirà loro di stargli vicino positivamente.
Si può imparare la competenza relazionale?
Le difficoltà relazionali nelle professioni di cura si estendono anche all’intera équipe terapeutica:
enorme carico emotivo, tendenza ad espellere, ad allontanare le emozioni e i sentimenti, piuttosto che a contenere ed elaborare.
La nostra realtà interna delle emozioni e degli affetti influenza e spesso determina la nostra percezione del
mondo e la nostra reazione agli stimoli
Le nostre reazioni, sia personali che
professionali, possono essere quindi più o
meno adeguate alla realtà, e perciò più o meno soddisfacenti ed efficaci.
Test di analisi delle abilità comunicative: 1 2 3 4 5
1. Normalmente ho presente i vari aspetti del processo di comunicazione.
2. Cerco di capire chi è il mio ricevente.
3. Mi sforzo di adattare il messaggio al/ai ricevente/i.
4. Consapevolmente cerco di pianificare la trasmissione di un messaggio.
5. In genere ascolto volentieri gli altri.
6. Normalmente offro feedback positivi ai miei interlocutori.
7. Cerco di dare feedback negativi sui processi e non sulle persone.
8. Mi piace comunicare faccia a caccia con le persone.
9. Mi trovo a mio agio nelle riunioni e/o nei gruppi.
10. Scrivo volentieri e-mail, lettere e comunicazioni varie in genere.
11. Nella comunicazione telefonica sono attento anche agli aspetti non verbali della comunicazione.
12. Mi piace discutere i problemi e trovare un accordo.
13. Non ho problemi a comunicare con il mio superiore.
14. Non ho problemi a comunicare con i miei colleghi.
15. Non ho problemi a comunicare con i miei subordinati.
Interpretazione del risultato
Da 15 a 30 punti:
• Avete discrete
capacità ma si può fare molto meglio e c’è spazio per
migliorare.
Interpretazione del risultato
Da 31 a 55 punti:
• Le vostre capacità sono buone. Ci sono alcuni aspetti che devono essere
migliorati.
Interpretazione del risultato
Da 56 a 75 punti:
• Le vostre abilità sono ottimali: si tratta di preservarle
affinandole
ulteriormente.
Test: atteggiamento nel gruppo di lavoro
1: mai o quasi; 2: poche volte; 3: qualche volta; 4: molte volte; 5: sempre o quasi.
1. Mi viene quasi spontaneo litigare.
2. In genere mi capita di discutere animatamente con utenti, clienti, ecc.
3. Ho difficoltà, quando litigo, a controllare quello che dico all’altra persona.
4. Nel gruppo di lavoro sono arrabbiato per miei motivi personali.
5. Sul lavoro sono arrabbiato perché il mio lavoro non mi piace.
6. In genere litigo perché i colleghi sono stupidi e presuntuosi.
7. Mi arrabbio molto se gli altri non fanno il proprio dovere.
8. Sul lavoro ho rapporti difficili con i colleghi o superiori.
9. Mi capita di insultare e/o minacciare i colleghi.
10. Se non ti fai sentire i colleghi fanno di testa propria.
11. In una settimana litigo:
12. In un mese litigo:
Interpretazione del risultato
Da 15 a 30 punti:
• Tale punteggio indica che, nel proprio
contesto di lavoro, situazioni conflittuali sono assenti o del tutto occasionali;
pertanto non vi sono motivi per
preoccuparsene.
Interpretazione del risultato
Da 31 a 55 punti:
• Il punteggio evidenzia che la conflittualità è un fatto comunque
presente nel vostro
lavoro, occorre dunque affrontare il problema ed impegnarsi per
ridurre i motivi di attrito con le persone che vi
stanno intorno.
Interpretazione del risultato
Da 56 a 75 punti:
• La condizione
lavorativa in cui vi trovate presenta
condizioni stressanti che richiedono
interventi strutturati per ridurre le
situazioni che conducono alla conflittualità.
Uso dell’empatia nella relazione
• Processo attraverso il quale l’operatore
interpreta
accuratamente i sentimenti
riconosciuti come presenti in quel momento nella relazione.
Uso dell’empatia nella relazione
• Consente di percepire ed esprimere anche aspetti emotivi di cui l’altro è poco
consapevole.
Attenzione alla comunicazione!
• Congruenza tra
emozione percepita ed emozione
espressa…la prima infatti influenza la comunicazione non verbale, più efficace.
Anche nella comunicazione tra colleghi…
• …l’empatia spinge ogni membro
dell’équipe a
comprendere le
pressioni affrontate dagli altri.
Alcuni errori nella comunicazione empatica
• Risposte che implicano accondiscendenza o manipolazione
• Dare consigli non richiesti
• Uso prematuro dell’empatia ad alto livello
• Risposte che implicano mancanza di rispetto o repusione
• Confronti prematuri
• Risposte difensive
• Imprecisione nell’utilizzo dei termini
• Utilizzo di clicheès o di frasi fatte
• Risposte inadeguate o ambigue
• Risposte che ignorano quello che l’altro dice
• Uso di domande inappropriate o irrilevanti
• Uso inappropriato di calore e compassione
• Emettere giudizi.
Alcuni esempi
“Ma che casino del diavolo! Qui tutti sono pronti a parlare ma nessuno ascolta. Possibile che siamo tutti egocentrici da non avere tempo di ascoltarci l’un l’altro?!”
Risposta immediata:
Risposta dopo riflessione: Ti senti…….perché….
Alcuni esempi
“Questa flebo sta andando giù troppo lentamente e non mi fa nessun effetto, sto ancora malissimo”
Risposta immediata:
Risposta dopo riflessione: Ti senti…….perché….
Alcuni esempi
Tra colleghe: “Mi sento continuamente depressa perché mio marito è sempre al lavoro. Non ci
godiamo mai una sera insieme”.
Risposta immediata:
Risposta dopo riflessione: Ti senti…….perché….
L’empatia con i bambini
Il bambino reagisce alla malattia in base all’età e alle risorse…
…tra queste ci può essere anche il
bambino che è dentro di noi e che è
cresciuto con noi!
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