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La partecipazione politica e la protesta degli immigrati: Una comparazione del ruolo delle opportunità politiche in nove città europee

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Academic year: 2022

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La partecipazione politica e la protesta degli immigrati: Una comparazione del ruolo delle opportunità politiche in nove città

europee

CINALLI, Manlio, GIUGNI, Marco, NAI, Alessandro

CINALLI, Manlio, GIUGNI, Marco, NAI, Alessandro. La partecipazione politica e la protesta degli immigrati: Una comparazione del ruolo delle opportunità politiche in nove città europee. Rivista italiana di scienza politica , 2010, vol. 3, p. 397-422

DOI : 10.1426/33390

Available at:

http://archive-ouverte.unige.ch/unige:83696

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Manlio Cinalli, Marco Giugni, Alessandro Nai

La partecipazione politica e la protesta degli im- migrati. Una comparazione del ruolo delle oppor- tunit` a politiche in nove citt` a europee

(doi: 10.1426/33390)

Rivista italiana di scienza politica (ISSN 0048-8402) Fascicolo 3, dicembre 2010

Questa copia `e stata concessa in licenza a:

Marco Giugni (marco.giugni@unige.ch)

Articolo acquistato il 03/05/2016da www.rivisteweb.it

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1. Introduzione

Questo articolo si concentra sull’analisi della partecipazione politica degli immigrati e dei loro discendenti in nove città europee: Barcellona, Budapest, Ginevra, Londra, Lione, Madrid, Milano, Stoccolma e Zurigo1. Vengono di seguito identificati con la locuzione «immigrati» anche quanti siano nati nei paesi delle città oggetto di studio da (almeno) un genitore immigrato.

L’articolo entra così all’interno di uno dei dibattiti politici più animati in molte parti d’Europa, quello relativo al deficit di rappresentanza per ampie fasce delle popolazioni urbane residenti, un dibattito talora capace di diva- ricare le esistenti divisioni politiche, in alcuni casi persino all’inteno di uno stesso partito. Inoltre, l’analisi della partecipazione politica degli immigrati è fondamentale per comprendere le più ampie dinamiche dell’integrazione.

Anche nei paesi maggiormente segnati da una caratterizzazione etnica della cittadinanza, si comincia a far strada l’idea che l’integrazione politica degli immigrati sia conveniente per l’intera comunità nazionale dei cittadini, e tut- to sommato giusta in nome del principio di eguaglianza. La partecipazione

1 L’analisi empirica di questo articolo si basa sui risultati del progetto Multicultural Democracy and Immigrants’ Social Capital in Europe: Participation, Organisational Networks, and Public Policies at the Local Level (LOCALMULTIDEM). Questo progetto è stato finanziato dalla Commissione Europea all’interno del Sesto Programma Quadro (numero contratto:

CIT5-CT-2005-028802). Coordinato dall’Università di Murcia (Dr. Laura Morales), il progetto è stato condotto dalle Università di Ginevra (Dr. Marco Giugni), Trento (Prof. Mario Dia- ni), Bristol (Prof. Paul Statham) e Manchester (Dr. Laura Morales), dal MTAKI di Budapest (Dr. Endre Sik), e dal Cevipof-SCIENCES PO di Parigi (Dr. Manlio Cinalli). L’Università di Stoccolma (Dr. Bo Bengtsson) si è unita alla ricerca grazie a finanziamenti nazionali. I dati sono stati raccolti in ogni città con gli stessi metodi ed utilizzando gli stessi strumenti. Si tratta in effetti del primo studio sistematicamente comparativo di un ampio numero di città europee, sia in termini di disegno della ricerca sia in termini di strumenti per la collezione dei dati. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.localmultidem.es.

Una comparazione del ruolo delle opportunità politiche in nove città europee

di Manlio Cinalli, Marco Giugni e Alessandro Nai

RIVISTA ITALIANA DI SCIENZA POLITICA - Anno XL, n. 3, dicembre 2010

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politica degli immigrati rappresenta probabilmente il segnale più tangibile della loro integrazione politica. E così diventa rilevante valutare il grado della loro partecipazione alle elezioni (dove sia loro riconosciuto il relativo diritto di voto), oppure se essi siano coinvolti nelle attività di un partito politico, se contattino leader politici, o ancora partecipino ad azioni dimostrative con fini politici, ad esempio scioperi e assemblee pubbliche; e diventa in seguito necessario esaminare i fattori che possono stimolare, o altrimenti impedire, la loro decisione di impegnarsi politicamente.

Se la letteratura empirica si è a lungo concentrata su aspetti socio- strutturali, economici, o ancora demografici, gli ultimi venti anni hanno testimoniato la proliferazione di studi che prendono in considerazione gli aspetti più prettamente politici legati all’immigrazione e all’integrazione (Costa-Lascoux e Weil 1992; Kastoryano 1996; Lapeyronnie 1993; Layton- Henry 1992; Rex 1996). Tali studi, tuttavia, hanno fatto raramente ricorso ad analisi empiriche sistematicamente comparative, concretizzandosi spesso in dettagliate descrizioni di istituzioni e politiche pubbliche a livello nazionale.

L’attenzione viene invece qui posta sulla pluralità di livelli (e le articolazioni tra questi) del contesto politico, e sulla utilità di quest’ultimo per spiegare la partecipazione politica degli immigrati. Il fine principale è, in un primo mo- mento, quello di descrivere come gli immigrati si impegnano politicamente, per poi interrogarsi più precisamente sui fattori che alimentano le eventuali variazioni riscontrate. Confrontandosi con alcuni dei principali lavori sulle istanze degli attori nel campo dell’immigrazione (Giugni e Passy 2004; 2006;

Koopmans et al. 2005; Koopmans e Statham 1999a), vengono utilizzati dati provenienti dall’analisi di un ampio numero di indicatori istituzionali e politici, nonché dalla codifica sistematica dei giornali maggiormente diffusi nelle città oggetto di studio. Uno spazio rilevante è dato all’analisi delle normative dello stato nazionale nel campo dell’immigrazione, ad esempio in materia di leggi sulla cittadinanza, permessi di lavoro, e diritti anti-discriminatori. Si analizzano però anche le opportunità che sono presenti a livello di specifico contesto cittadino, per poi esaminare la dimensione delle opportunità discorsive. Cioè si valuta l’ipotesi che la partecipazione politica degli immigrati vari anche in funzione del discorso che prevale nello spazio pubblico, visto che quest’ultimo potrebbe offrire a certi attori, piuttosto che ad altri, la possibilità di affermare la propria visibilità pubblica e la propria legittimità politica.

Più chiaramente, l’analisi semplifica la pluralità di opportunità in due dimensioni principali all’intersezione tra livello nazionale e livello locale: da una parte, le «opportunità istituzionali», dall’altra le opportunità relative ad aspetti discorsivi, che di seguito saranno indicate con la locuzione «op- portunità discorsive». Si ritiene che la comparazione di un insieme di città europee sia estremamente utile, alla luce del fatto che in Europa gli immi- grati si concentrano soprattutto in aree urbane. Di qui seguono una serie

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di questioni principali. In quale misura il contesto politico è determinante per la partecipazione degli immigrati? Come si articola un tale impatto tra il livello nazionale e quello locale? E se un tale impatto è determinante, come possiamo scorporare gli aspetti istituzionali da quelli discorsivi? E quali sono le implicazioni per le politiche pubbliche ai vari livelli? La risposta a queste domande è importante per sviluppare il dibattito sull’integrazione politica degli immigrati nelle democrazie contemporanee. In effetti, numerose dispute politiche si concentrano sulle riforme che possano stimolare la partecipazione degli immigrati, consentendo allo stesso tempo che le élites ne comprendano i bisogni e le preferenze. Cioè partecipando gli immigrati trasmettono le proprie istanze alle élites politiche, incrementando di conseguenza la legittimità stessa delle istituzioni democratiche.

Va precisato che l’analisi di questo articolo misura anche eventuali va- riazioni di opportunità istituzionali e discorsive per «gruppi culturali» diffe- renti nell’ambito di una stessa città2. Si anticipa cioè che le opportunità siano variabili anche a livello di gruppo specifico. Per quanto riguarda la nozione di partecipazione politica, questa si riferisce non solo a forme convenzionali, volte ad influenzare le autorità politiche o a sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ad un dato tema, ma anche ad attività di protesta politica. Alla luce del fatto che la letteratura specialistica ha ribadito la necessità di distinguere tra diverse forme di partecipazione politica (Teorell et al. 2007), si valuta dunque se la protesta sia caratterizzata da una tendenza differente rispetto alla più generale partecipazione politica. Qui ci si interessa alla protesta politica definita come partecipazione volta ad influenzare le autorità politiche o a sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso forme dimostrative, confrontative (siano esse legali o meno) o violente. Infine, la partecipazione associativa è trattata in maniera distinta, al fine di comprenderne il ruolo specifico nella spiegazione della partecipazione politica, alla luce del fatto che le tradizioni di partecipazione associativa dei paesi europei, e delle loro città, sono estre- mamente diverse.

2 Per «gruppi culturali» ci si riferisce alla potenziale strutturazione degli immigrati e dei loro discendenti in comunità circoscritte, sulla base di una condivisa e riconosciuta affiliazione d’origine. La scelta di concentrarsi su queste potenziali dinamiche di ‘gruppo’

non mira a sposare le finalità del multiculturalismo (Kymlicka 1995; Taylor 1994). Pur riconoscendo l’eventuale rischio di confondere individui tanto differenti (quanto lo sono coloro che immigrano in un paese rispetto a coloro che vi abitano fin dalla nascita), si trattano le tesi multiculturaliste come ipotesi di ricerca da testare empiricamente. L’analisi di misure che conferiscono speciali diritti di gruppo a quanti condividano la stessa origine è dunque volta a valutarne l’impatto sulla partecipazione politica degli immigrati.

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2. Le strutture di opportunità politiche

Parte della comunità accademica considera lo studio del contesto politico essenziale per spiegare le eventuali variazioni d’intensità e di forma dell’azio- ne collettiva (Kriesi et al. 1995; McAdam 1999; Tarrow 1998; Tilly 1978), anche quando questa si riferisca alla mobilitazione delle organizzazioni degli immigrati (Fennema e Tillie 1999). Tuttavia, i lavori accademici che hanno sottolineato l’impatto del contesto politico nel campo dell’immigrazione hanno spesso trascurato lo studio di fattori più propriamente culturali, quali il tipo di discorso che viene impiegato nello spazio pubblico. Solo in rare occasioni tali studi hanno valutato appieno l’articolazione tra il livello nazionale ed il livello locale (Della Porta e Andretta 2002), o hanno trattato allo stesso tempo la mobilitazione collettiva e la partecipazione individuale (Morales 2009). Inoltre, solo di recente alcuni lavori hanno cominciato a confrontarsi con il trattamento di opportunità politiche che influenzano alcuni attori in particolare, e soltanto in alcuni campi specifici (Berclaz e Giugni 2005; Cinalli 2004; Chabanet e Giugni 2008). Si prenda l’esempio degli immigrati: essi sono spesso sprovvisti dei diritti di cittadinanza, ed è dunque per loro più difficile mobilitarsi per fare pressione sulla società di residenza. In questo caso, gli aspetti del contesto politico che influenzano la loro partecipazione sono da trovarsi non nel sistema istituzionale o negli allineamenti fra élites, ma piut- tosto nelle normative attinenti alla cittadinanza che stabliliscono il grado e le modalità del loro accesso alla comunità nazionale dei cittadini (Brubaker 1992; Koopmans et al. 2005).

Le opportunità politiche sono state trattate nella loro accezione più istituzionale nonostante un’ampia serie di studi sui quadri interpretativi ab- bia dimostrato la rilevanza di aspetti discorsivi (Snow 2004; Benford e Snow 2000). Di conseguenza, le opportunità per la partecipazione politica sono qui riferite non solo ad una prima dimensione che si riferisce ai dispositivi istituzionali o alle politiche pubbliche implementate dalle autorità, ma anche ad una seconda dimensione che si riferisce ai discorsi che prevalgono nello spazio pubblico, i quali determinano quali identità collettive e istanze abbiano un’alta probabilità di guadagnare visibilità nei media, e di conquistare piena legittimità nello spazio pubblico (Koopmans et al. 2005). Le due dimensioni delle opportunità istituzionali e delle opportunità discorsive vanno dunque valutate simultaneamente, al fine di discernerne l’impatto rispettivo sulla partecipazione politica degli immigrati.

L’approccio contestualista di questo articolo può dimostrare che, a dispetto di quanto taciuto in molte analisi che spiegano la partecipazione politica con fattori individuali a livello micro, le opportunità istutuzionali e discorsive giocano un ruolo cruciale, ed in generale persino più rilevante, per la partecipazione degli immigrati. In effetti, il ruolo delle caratteristiche e delle

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risorse individuali è al centro degli studi sul comportamento politico (van Deth et al. 2007), ed il «modello delle risorse» (Verba e Nie, 1972) costituisce ormai da lungo tempo un paradigma dominante nell’analisi della partecipazione. Si pensi al ruolo centrale riconosciuto allo status socio-economico, in relazione con le risorse civiche (Verba et al. 1978). Si pensi ancora alla padronanza della lingua, eletta a principale variabile indipendente in gran parte della letteratura sull’immigrazione. Essa viene presentata come una condizione essenziale per l’integrazione, visto che consente all’immigrato di comunicare appieno con gli altri membri della comunità dei cittadini, comprendendone codici e schemi cognitivi di riferimento (Jacobs et al. 2004). Anche il fattore temporale ed il genere, sono stati considerati come determinanti per spiegare variazioni nelle forme di impegno politico e di conoscenza dei fenomeni poli- tici, con differenze riscontrate tra immigrati di sesso differente, appartenenti a gruppi di età distinti, o ancora emigrati in periodi diversi (Grunberg et al.

2002; Hatchuel e Loisiel 1999).

Allo stesso tempo, l’approccio contestualista di questo articolo dimostra che il ruolo delle opportunità istituzionali e discorsive è altrettanto rilevante quando si tenga sotto controllo l’impatto di fattori a livello meso- quali l’as- sociazionismo. Fin dai lavori seminali di Rokkan (1970) è stato notato che le relazioni sociali e le strutture di affiliazioni associative sono determinanti per spiegare il comportamento politico degli individui. La nozione di integrazio- ne sociale è stata così posta al centro delle spiegazioni della partecipazione politica (Almond e Verba 1963), prendendo in particolar conto l’impatto di precedenti esperienze d’ingaggio in associazioni politiche, sociali, e culturali (Verba et al. 1995). L’idea di integrazione sociale è altrettanto sottesa a quei lavori che hanno sottolineato l’importanza dei sentimenti di appartenenza e di fiducia reciproca all’interno di una comunità (Putnam 1993). In particolare, la teoria del capitale sociale (Bourdieu 1986; Putnam 2000) ha individuato nelle strutture organizzative il ruolo privilegiato per la produzione di relazio- ni sociali e di fiducia. Sono questi gli ingredienti fondamentali del capitale sociale, che nel caso degli immigrati diventa cruciale per superare eventuali limiti attinenti alle risorse socio-economiche (Verba et al. 1978; 1995). Alcuni studiosi si sono spinti anche più in là, argomentando che la capacità associativa può aumentare la partecipazione politica degli immigrati in misura persino superiore alla partecipazione politica dei non-immigrati (Fennema e Tillie 1999; Togeby 2004).

La sfida più impegnativa di questo articolo è tuttavia quella di confron- tarsi con quello stesso approccio da cui discende. Parte della letteratura si è già concentrata sul ruolo del contesto istituzionale e politico, ad esempio identificando regimi di cittadinanza nazionali capaci di segnare il percorso per l’integrazione degli immigrati (Ireland 1994; Koopmans et al. 2005), senza tuttavia discernere sistematicamente l’impatto delle opportunità contestuali

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nella loro pluralità, e a livelli differenti. Nel prossimo paragrafo si discutono in dettaglio i quattro principali livelli che qui vengono valutati per misurare la complessità del milieu nel quale gli immigrati svolgono la loro partecipa- zione politica. È necessario sottolineare immediatamente la centralità che nell’articolo riveste l’analisi di politiche specifiche a livello locale. In effetti è proprio a livello locale che spesso vengono elaborate e attuate le politiche più rilevanti per la vita degli immigrati (Body-Gendrot e Martiniello 2000;

Borkert e Caponio 2010). Ed i governi locali sono i primi a doversi cimen- tare con le sfide della diversità etnica, culturale, e sociale che sono legate ai processi di immigrazione, ponendosi così in una relazione complessa con le stesse politiche nazionali (Cinalli e El Hariri 2010).

È peraltro proprio a livello locale che gli immigrati ed i loro discendenti hanno le opportunità più concrete di impegnarsi nella vita politica. Si consideri ad esempio il fatto che in varie città europee il voto amministrativo è ricono- sciuto ai residenti stranieri. E anche quando tale diritto non sia esplicitamente riconosciuto, sono proprio a livello locale che una serie di meccanismi vengono elaborati per «compensare» la disattesa corrispondenza fra l’obbligo fiscale ed il diritto al voto. Si pensi alla costituzione di strutture assembleari consultive dotate di un ruolo formale, all’interno del processo decisionale, o ancora alle disposizioni che facilitano la costituzione di associazioni di immigrati, e lo sviluppo delle loro relazioni con decisori istituzionali, partiti politici, e le organizzazioni della società civile.

3. Dati e metodologia

La scelta dei casi si è basata innanzitutto sull’esigenza di selezionare delle città europee caratterizzate da una rilevante presenza di immigrati, e dunque maggiormente sensibili all’elaborazione di politiche di integrazione. Tali città sono tutte al centro di più ampie zone urbane caratterizzate da indici di svi- luppo economico normalmente più elevati della media nazionale del proprio paese. La selezione operata consente allo stesso tempo di salvaguardare alcune interessanti variazioni in termini di composizione, temporalità, e magnitudine dei processi migratori. Sono incluse città con una lunga tradizione di immi- grazione (Ginevra, Londra, Lione, Stoccolma, e Zurigo) ma anche città di immigrazione ben più recente come Barcellona, Budapest, Madrid e Milano.

Alcuni casi sono tutt’ora caratterizzati da dinamici flussi d’immigrazione (in particolare, Barcellona, Londra, Madrid e Milano), mentre in altre città si può identificare una stagnazione dei flussi migratori.

Per quanto riguarda il comportamento politico degli immigrati, questo è misurato attraverso due indicatori: la partecipazione politica in generale ed il coinvolgimento in specifiche attività di protesta. Le informazioni su questi

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indicatori sono state raccolte in occasione di un ampio sondaggio comparativo nel corso del quale sono stati intervistati circa 7000 immigrati3. Primo, la par- tecipazione politica è stata stimata attraverso una batteria di tredici domande riguardanti le attività politiche. Agli intervistati è stato chiesto se nel corso degli ultimi dodici mesi avessero fatto uso di tali attività4. Il complesso delle loro risposte ha fornito una visione generale sul grado individuale di partecipazione politica; più alto è il numero di queste diverse attività, più è da ritenere che un individuo partecipi intensamente all’attività politica. La variabile continua iniziale è stata in seguito semplificata in maniera tale da distinguere tra coloro che non si impegnano politicamente (nessuna delle attività svolte nel corso degli ultimi dodici mesi) e coloro che hanno invece svolto una o più attività.

Vista la distinzione fra attività politiche convenzionali e non convenzionali, il secondo indicatore ha permesso di misurare le attività di protesta. L’indicatore è stato semplicemente costruito sul complesso delle risposte riguardanti le attività non convenzionali. La variabile continua ottenuta dall’insieme delle risposte degli intervistati è stata anch’essa semplificata, così operando una distinzione tra coloro che non hanno svolto alcuna attività di protesta e coloro che hanno svolto una o più di queste attività.

Il comportamento degli individui è stimato attraverso l’effetto simultaneo di caratteristiche individuali e contestuali. A livello contestuale, sono state utilizzate quattro variabili che misurano la complessità del milieu nel quale gli individui svolgono la loro partecipazione politica. Come già detto, ci si concentra sia sui canali istituzionali sia sul discorso. Per quanto riguarda la prima dimensione delle opportunità istituzionali, si è deciso di analizzare tre principali strutture di opportunità, che si riferiscono rispettivamente a 1) i pun- ti di accesso alla comunità nazionale dei cittadini che gli immigrati possiedono

3 Il sondaggio di campioni rappresentativi ha incluso in ogni citta due o tre gruppi differenti, ciascuno di circa 300 individui, piu un ulteriore gruppo di controllo della stessa taglia. Gli intervistati sono stati selezionati sulla base del loro paese di nascita, nazionalità, o etnicità, a seconda delle possibili strategie di campionatura implementabili nelle varie città a seguito di registri e liste disponibili. Per quanto riguarda la selezione dei gruppi specifici, essi sono stati scelti sulla base della loro rilevanza ed entità numerica all’interno delle varie città, in maniera tale da includere gruppi di meno o più recente immigrazione.

Interviste di tipo face-to-face sono state condotte a Barcellona, Budapest, Londra, Madrid, Milano e Stoccolma, mentre interviste telefoniche sono state condotte a Ginevra, Lione e Zurigo, per rispondere a considerazioni di costo e di strategie di campionatura disponibili.

Ulteriori informazioni sono disponibili online sul sito http://www.localmultidem.es.

4 Esse includono il prendere contatto con un rappresentante politico, prendere con- tatto con un funzionario dell’esecutivo, prendere parte alle attività di un partito politico, prendere parte alle attività di un’organizzazione politica, mostrare un distintivo, adesivo o poster, firmare una petizione, partecipare in una dimostrazione pubblica, partecipare al boicottaggio di un prodotto, comprare qualcosa per ragioni politiche, donare denaro per una causa politica, partecipare ad uno sciopero, contattare un avvocato per motivi politici.

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in quanto individui, 2) le disposizioni che promuovono la salvaguardia della loro cultura di origine, che sia quest’ultima fondata sulla religione, la lingua, o l’etnia, e 3) la specifica struttura di opportunità che caratterizza ciascuna città in materia di immigrazione. La prima struttura si basa chiaramente sugli studi che hanno identificato dei regimi di cittadinanza, contrapponendo la cittadinanza etnica alla cittadinanza civica (Brubaker 1992): cioè, si riferisce alle opportunità eventualmente disponibili per i singoli immigrati di accedere ad eguali diritti individuali di cittadinanza. La seconda struttura di opportunità si basa sulle tesi prodotte dagli studiosi multiculturalisti, con il loro interesse posto sui di- ritti di gruppo, e non solo sui diritti individuali (Kymlicka 1995; Taylor 1994):

cioè, si riferisce alle opportunità eventualmente disponibili per promuovere e valorizzare le affiliazioni di gruppo, una condizione che i teorici multicultura- listi giudicano necessaria per la stessa fruizione dei diritti individuali. La terza struttura è basata su una serie di indicatori che si riferiscono agli interventi dei decisori politici nelle città oggetto di studio: in questo caso si prendono in considerazione le rilevanti variazioni di opportunità politiche ancora pos- sibili all’interno di uno stesso campo e di uno stesso paese (Eisinger 1973).

Ciascuna delle tre strutture è stata operativizzata in un insieme di indicatori. Ciascun indicatore è stato misurato lungo una scala a tre punti:

un valore di –1 è stato assegnato a politiche restrittive (che cioè chiudono le opportunità per gli immigrati), un valore di +1 è stato assegnato a politiche liberali (che cioè aprono le opportunità), mentre il valore 0 è stato riservato a situazioni intermedie. Le misure sono state calcolate sulla base dello stato degli indicatori nel 2006. Delle medie sono poi state calcolate lungo ciascuna delle 3 dimensioni. Più precisamente, la media per la prima struttura dei diritti di cittadinanza si basa sulla misurazione di 8 insiemi di indicatori che si rife- riscono, rispettivamente, all’accesso a permessi di breve durata, a permessi di lunga durata, al ricongiungimento familiare, alla cittadinanza, al mercato del lavoro, al welfare, ai diritti anti-discriminatori ed ai diritti politici. Per quanto riguarda i diritti culturali di gruppo, la media è stata calcolata sulla base di 6 insiemi di indicatori che si riferiscono, rispettivamente, ad eventuali richieste di assimilazione alla cultura specifica della società di residenza, a programmi linguistici che salvaguardano l’uso della lingua d’origine dell’immigrato, alla organizzazione dell’istruzione scolastica, alla organizzazione dei media, ed alla esistenza di «discriminazioni positive» nel mercato del lavoro. Infine, per quanto riguarda la struttura di opportunità politiche specifiche, la media si basa su 5 insiemi di indicatori che si riferiscono, rispettivamente, al grado di sviluppo delle politiche di immigrazione a livello locale, ai meccanismi di rappresentanza politica, al tipo di politiche delle autorità locali rispetto alle organizzazioni di immigrati, al tipo di politiche delle autorità locali rispetto alle organizzazioni che sono specializzate sui temi dell’immigrazione, e alla forza dei partiti di estrema destra.

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Un’ampia serie di informazioni è stata valutata per assegnare misure spe- cifiche a ciascun indicatore. Ad esempio, per quanto riguarda le opportunità specifiche, sono state identificate in ogni città tutte le politiche pubbliche in materia di immigrazione. È stato valutato il grado in cui informazioni pubbli- che e servizi di supporto sono disponibili per gli immigrati. Sono stati raccolti dati attinenti ai budget che le amministrazioni locali dedicano all’elaborazione delle politiche di immigrazione ed al sostegno delle organizzazioni degli im- migrati. È stato misurato il coinvolgimento di un’ampia gamma di attori nella formulazione e nella implementazione delle politiche pubbliche. Tali attori comprendono le organizzazioni degli immigrati, gli attori della società civile che sono specializzati in questioni d’immigrazione, le Ong che si mobilitano in nome degli immigrati, ed i consigli e assemblee che eventualmente rap- presentano gli immigrati nella città. Sono state esaminate le disposizioni che favoriscono la presenza di persone di origine immigrata all’interno dei partiti politici locali. Una tale analisi ha anche consentito di individuare rilevanti distinzioni tra gruppi etnici differenti, ad esempio attinenti a popolazioni che provengono da ex-colonie nel caso di Londra e Lione.

Per quanto riguarda la seconda dimensione delle opportunità politiche attinenti al discorso, questa è stata esaminata prendendo ispirazione dai lavori sulla claims-making (Koopmans e Statham 1999b; Koopmans e Rucht 2002).

Si è condotta un’analisi sistematica delle istanze rintracciabili negli articoli dei principali quotidiani nelle città oggetto di studio5. In particolare, sono state considerate tutte le forme di intervento nello spazio pubblico, includendo non solo interventi puramente verbali come affermazioni pubbliche, comu- nicati stampa, pubblicazioni, ed interviste, ma anche forme di azione politica (inclusa la protesta), in maniera tale da catturare le istanze di attori che sono normalmente esclusi dalla discussione politica, o che sono altrimenti interessati a contrastare le pratiche egemoniche su cui tale discussione si fonda (Sanders

5 È stato selezionato un quotidiano per ogni città sulla base di considerazioni di qualità, struttura interna, presenza di pagine locali (nel caso di quotidiani nazionali), distribuzione e vendita. Sono state lette tutte le pagine ad eccezione di eventuali sezioni speciali (come quelle attinenti allo sport o agli spettacoli) nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, costruendo un campione di tutti gli interventi politici attinenti all’immigrazione, integrazione, razzismo e xenofobia. Nel caso degli immigrati e degli attori di estrema destra, sono stati presi in considerazione anche i loro interventi al di fuori del campo dell’immigrazione, ad esempio interventi su problematiche politiche attinenti ai paesi d’origine per quanto riguarda gli immigrati o interventi a proposito dell’Olocausto nel caso dell’estrema destra. Al momento dell’analisi sono poi stati esclusi gli interventi degli immigrati in maniera da evitare di cadere in un ragionamento circolare che confonde le distinzioni fra varibili dipendenti e indipendenti. La raccolta degli articoli si riferisce al 2006 così da coincidere con lo studio degli indicatori di opportunità politiche. Nel caso di Londra, gli interventi si riferiscono all’anno 2004, permettendo di evitare probabili distorsioni discorsive a seguito degli attentati del luglio 2005.

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1997; Young 2000). L’esame ha così preso in considerazione tutti gli attori che sono intervenuti nel campo dell’immigrazione, includendo movimenti sociali, Ong e gruppi di protesta, ma anche gruppi di pressione come ad esempio le associazioni padronali, o ancora partiti politici, parlamentari, e rappresentanti del governo a vari livelli.

Ogni intervento nello spazio pubblico è stato analizzato nella sua struttura grammaticale. L’attore ed il tema su cui interviene hanno costituito due variabili principali d’analisi; sono state poi codificate le informazioni sul destinatario (a chi si parla) e l’oggetto (di chi si parla) dell’intervento, nonché sull’atteggiamento che l’attore mantiene nei confronti dell’oggetto. Quest’ulti- ma variabile consente di valutare quali attori intervengano più esplicitamente in favore o contro gli immigrati, facendo uso ancora una volta di una scala a 3 punti (che varia da –1 per interventi che contrastano gli interessi degli immigrati a +1 per interventi che favoriscono gli immigrati). Le misure finali di opportunità discorsive per l’analisi multilivello sono state calcolate proprio sulla medie di questa variabile, che ha il merito di poter catturare il tipo di

«atmosfera discorsiva» che gli immigrati si trovano a fronteggiare; un’atmosfera discorsiva costituita non solo dalle narrative con cui si discute di immigrazione, ma anche dalle azioni dei vari attori e dalle loro implicazioni6.

Le variabili contestuali sono state introdotte nei modelli multilivello in una forma categoriale semplificata (che discrimina tra opportunità chiuse, miste o aperte) basata sulla distribuzione continua originale. I modelli comportano anche un insieme di fattori che emanano prettamente dal livello individuale, in particolare la durata di residenza dell’immigrato nel paese ospite (misurata in anni), la capacità dell’immigrato di esprimersi nella lingua del paese ospite (variabile binaria), genere, età, livello di educazione e fiducia nelle istituzioni politiche (egualmente basata su una batteria di domande attinenti alle isti- tuzioni a diversi livelli, ricodificata in seguito in un indice standardizzato).

Come detto, uno dei punti cruciali di questo articolo è valutare se il comportamento politico degli immigrati risponda non soltanto ad una serie di caratteristiche individuali degli immigrati, ma anche al contesto particolare nel quale tale comportamento si svolge. Vale a dire che i fattori individuali e contestuali vanno considerati simultaneamente per determinare la partecipa- zione politica degli immigrati. Da un punto di vista empirico, questo schema

6 Questa operativizzazione, naturalmente, è molto generale ed offre solo un indi- catore grossolano delle opportunità discorsive. Inoltre, essendo basata sull’analisi della claims-making, questo indicatore rappresenta unicamente i discorsi dominanti quali essi vengono riportati nei giornali prescelti per la selezione degli interventi nello spazio pubblico.

Tuttavia, essa presenta il vantaggio non trascurabile di permettere delle analisi comparate sistematiche come quella qui condotta. Questo approccio è stato usato con profitto in studi precedenti (Koopmans et al. 2005).

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concettuale è formalizzabile attraverso modelli di regressione gerarchici o multilivello (Jones et al. 1992). Questi modelli, relativamente innovativi nella letteratura delle scienze sociali, sono perfettamente adeguati per la stima di dati aventi una struttura gerarchica, nei quali delle unità di livello inferiore – in questo caso gli immigrati – sono raggruppati in unità di livello superiore – in questo caso i contesti particolari nei quali partecipano. I modelli multilivello permettono di evitare due errori essenziali che vengono spesso riscontrati quando si ha a che fare con dati aventi una chiara struttura gerarchica: l’aggre- gazione di dati individuali o la disaggregazione di dati contestuali. Entrambi questi errori riducono l’affidabilità delle stime statistiche forniti dai modelli classici di regressione (Snijders e Bosker 1999, 13-16; Hox 2002, 4)7.

4. La partecipazione politica degli immigrati

Qui di seguito verrà presa in analisi un’ampia gamma di attività politiche. Fra queste attività, un esame a parte viene dedicato alla partecipazione in attività di protesta al fine di confrontarsi direttamente con i risultati di numerosi studi sulla mobilitazione collettiva. È rilevante soffermarsi anche sulla partecipazione sociale visto che essa è al centro di numerosi dibattiti accademici e pubblici.

Basti qui brevemente ricordare che la formazione di consigli cittadini di im- migrati si basa spesso sulle preferenze espresse dalle associazioni volontarie di immigrati presenti sul territorio. In alcune città europee sono gli stessi enti locali ad essere in parte eletti sulla base delle preferenze delle associazioni, all’interno delle quali gli immigrati potrebbero essere attivi e rilevanti per le decisioni che vengono prese. Qui l’analisi si riferisce in particolare alla deci- sione di divenire membri di Ong e di associazioni indipendenti di vario tipo, ad esempio quelle religiose, culturali, e per la difesa dell’ambiente8.

7 In particolare, sono stati elaborati dei modelli multilivello attraverso HLM 6.06 (Raudenbush et al. 2004) e stime Restricted PQL (penalized quasi-likelihood). Dato che le variabili dipendenti assumono una forma binaria (presenza/assenza del comportamento specifico), una correzione logaritmica è stata applicata. I coefficienti risultanti sono diret- tamente interpretabili come coefficienti standardizzati di regressioni logistiche.

8 Un’altra operativizzazione del concetto di associazionismo avrebbe potuto riferirsi alla semplice partecipazione ad attività organizzate dalle associazioni stesse. Purtroppo, in alcuni paesi questa domanda è stata posta unicamente a coloro che hanno dichiarato di essere membri dell’associazione. I dati si riferiscono più precisamente all’affiliazione in associazioni sportive, culturali, giovanili, umanitarie, ambientaliste, femministe, pacifi- ciste, scolastiche, religiose, professionali, etniche, o ancora di immigrati, di lavoratori, di pensionati, e di residenti. La categoria residuale «altre associazioni» è stata poi aggiunta al questionario per essere sicuri di includere ogni forma di associazionismo.

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La tabella 1 presenta informazioni dettagliate sulla partecipazione politica in generale degli immigrati nelle nove città oggetto dello studio. Si riportano anche i valori relativi al gruppo di controllo in ogni città in maniera tale da avere un’idea più precisa del significato delle varie percentuali e soprattutto tenere conto del fatto che la partecipazione degli immigrati va valutata nel contesto in cui si colloca. Ed infatti il raffronto tra immigrati e non immigrati segnala un’interessante problematica che merita di essere discussa ulteriormente. Il punto principale è che in alcune città la partecipazione politica in generale degli immigrati è di gran lunga inferiore a quella del gruppo di controllo, mentre in altre città i due gruppi hanno un comportamento politico alquanto simile. Se si considerano le cifre assolute, sono possibili casi in cui il comportamento politico è sì simile ma con una partecipazione egualmente scarsa per i entrambi i gruppi (come ad esempio a Londra), casi in cui gli immigrati manifestano un grado alto di partecipazione politica, ma che rimane tuttavia al di sotto di quella del gruppo di controllo (come ad esempio a Ginevra), e casi in cui gli immigrati partecipano persino in misura maggiore (come a Barcellona). Insomma, diventa necessario elaborare un’argomentazione ben più incisiva, e normativamente fondata, per stabilire se l’integrazione sia più forte lì dove gli immigrati abbiano gli stessi livelli di partecipazione degli autoctoni (anche nel caso in cui tali livelli siano modesti) o se sia invece fondamentale riscontrare un alto livello di partecipa- zione. Certo, alcune situazioni risultanto di facile lettura. È il caso di Milano, dove la scarsa partecipazione politica in generale degli immigrati si associa ad un forte differenziale con il gruppo di controllo, segnalando un evidente deficit d’integrazione; o ancora di Lione, dove la forte partecipazione si associa ad un basso differenziale, indicando una più avanzata integrazione degli immigrati.

Tab. 1. La partecipazione politica nelle nove città (valori percentuali).

Immigrati Gruppo di controllo Differenza

Barcellona 38,8 (740) 37,4 (305) -1,4

Budapest 15,3 (823) 16,5 (600) 1,2

Ginevra 41,6 (649) 76,4 (356) 34,8

Londra 11,6 (886) 13,7 (314) 2,1

Lione 65,1 (705) 75,8 (401) 10,7

Madrid 21,5 (866) 41,0 (307) 19,5

Milano 10,9 (900) 59,3 (300) 48,4

Stoccolma 71,7 (513) 89,5 (325) 17,8

Zurigo 21,2 (902) 68,1 (301) 46,9

Nota: tra parentesi i valori assoluti.

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La tabella 2 presenta informazioni relative all’uso di specifiche forme di protesta politica. Le cifre confermano molti dei risultati della tabella pre- cedente, ma con alcuni cambiamenti importanti. Ancora una volta Londra e Lione emergono come città dalle ridotte differenze fra immigrati e gruppo di controllo (sebbene con gradi di protesta differenti, bassa a Londra ed alta a Lione), mentre a Barcellona lo stesso raffronto mostra che gli immigrati hanno una minore propensione alla protesta. Ancora una volta Ginevra si caratterizza per un alto grado di protesta degli immigrati e per una forte differenza rispetto al livello di protesta del gruppo di controllo, mentre Milano presenta il grado più basso di protesta e lo scarto più consistente. Tuttavia Ginevra è ora carat- terizzata da un più basso grado di protesta degli immigrati con uno scarto fra immigrati e gruppo di controllo che è superiore a quello di Zurigo.

Tab. 2. La protesta politica nelle nove città (valori percentuali).

Immigrati Gruppo di controllo Differenza

Barcellona 8,2 (740) 15,1 (305) 6,9

Budapest 7,7 (823) 3,3 (600) -4,4

Ginevra 4,9 (649) 13,4 (356) 8,5

Londra 2,0 (886) 2,0 (300) -0,1

Lione 32,8 (705) 34,4 (401) 1,6

Madrid 6,7 (866) 24,8 (307) 18,1

Milano 4,4 (900) 26,3 (300) 21,9

Stoccolma 27,9 (513) 8,9 (325) -19,0

Zurigo 5,5 (902) 8,9 (301) 3,4

Nota: tra parentesi i valori assoluti.

Infine la tabella 3 presenta informazioni dettagliate per quanto riguarda l’associazionismo: le percentuali si riferiscono qui a coloro che hanno risposto di essersi affiliati ad una o più associazioni in qualità di membri. Come an- ticipato, lo studio di questa scelta è essenziale non solo da un punto di vista descrittivo, per evidenziare tra l’altro similarità e differenze tra immigrati e non immigrati, ma anche da un punto di vista esplicativo, per verificare ad esempio se le associazioni fungono da effettive palestre partecipative, aumen- tando la propensione degli immigrati a partecipare politicamente. I risultati sembrano peraltro ripetere a grandi linee le tendenze precedenti, seppur con qualche cambiamento. In particolare, Budapest si conferma come città a più bassa partecipazione, visto che la membership associativa scende ben al di sotto del 10% per immigrati e non. A Ginevra lo scarto tra immigrati e non

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immigrati rimane rilevante, anche se si assiste ad una diminuizione dei livelli di partecipazione sociale del gruppo di controllo rispetto ai suoi livelli di partecipazione politica. Londra continua ad essere caratterizzata da un basso differenziale, ma crescono i livelli di associazionismo sia per gli immigrati che per i non immigrati. L’associazionismo degli immigrati cresce sostanzialmente sia a Milano che a Zurigo, così riducendo gli ampi scarti attinenti alla parteci- pazione politica nelle due città. A Lione l’associazionismo si caratterizza per una diminuizione generale quando lo si compari alla partecipazione politica.

Madrid è caratterizzata da livelli di associazionismo che riflettono fedelmen- te quelli relativi alla partecipazione politica. A Stoccolma l’associazionismo raggiunge i punti più alti sia per gli immigrati sia per il gruppo di controllo.

Infine, Barcellona offre un caso intermedio caratterizzato da buoni livelli di partecipazione associativa per ciascun gruppo, con un differenziale relativa- mente contenuto.

Tab. 3. L’associazionismo nelle nove città (valori percentuali).

Immigrati Gruppo di controllo Differenza

Barcellona 34,2 (740) 53,8 (305) 19,6

Budapest 8,6 (823) 7,5 (600) -1,1

Ginevra 36,5 (654) 68,4 (351) 31,9

Londra 22,4 (900) 20,7 (300) -1,7

Lione 50,6 (705) 61,3 (401) 10,7

Madrid 21,9 (866) 38,8 (307) 16,9

Milano 20,3 (900) 53,0 (300) 32,7

Stoccolma 82,7 (513) 93,8 (325) 11,1

Zurigo 29,2 (902) 69,8 (301) 40,6

Nota: tra parentesi i valori assoluti.

Se un risultato cruciale consiste per l’appunto nella varietà di combina- zioni possibili tra alto/basso grado di partecipazione sociale degli immigrati e alto/basso grado di partecipazione sociale del gruppo di controllo, un dato altrettanto interessante è la debole corrispondenza riscontrata fra partecipazio- ne politica degli immigrati e partecipazione sociale della popolazione urbana piu generale. A Milano per esempio, le basse percentuali di partecipazione politica degli immigrati non risentono della spiccata partecipazione sociale del gruppo di controllo. Budapest rappresenta una situazione opposta, visto il ben piu alto grado di partecipazione politica degli immigrati rispetto ai bassi tassi di partecipazione sociale dei non immigrati. O si confrontino Zurigo e

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Ginevra, città di uno stesso stato, caratterizzate da livelli estremamente simili di partecipazione sociale delle loro rispettive popolazioni residenti, ma poi nettamente differenti in termini di partecipazione politica degli immigrati9.

5. La struttura delle opportunità politiche

Prima di passare alla discussione dei risultati dell’analisi multilivello è neces- sario soffermarsi ulteriormente sulla nostra principale variabile indipendente, vale a dire la struttura delle opportunità politiche. Come detto, si distinguono quattro strutture di opportunità politiche che possono canalizzare la parte- cipazione politica degli immigrati: i diritti individuali di cittadinanza, i diritti culturali di gruppo, le opportunità specifiche situate a livello locale e le oppor- tunità discorsive derivanti dalle prese di posizione dei vari attori nello spazio pubblico. La tabella 4 mostra i punteggi su ciascuna struttura di opportunità per ognuna delle nove città incluse nell’analisi, calcolati secondo la procedura descritta nella sezione metodologica. A fianco delle quattro principali variabili di opportunità, è stata inclusa una quinta variabile contestuale che rende conto di opportunità politiche di tipo più generale, che cioè hanno un impatto su tutti i residenti delle città, immigrati e non10.

I punteggi indicano che c’è variazione su ognuna delle strutture di opportunità prese in considerazione. In altri termini, le nove città studiate mostrano di offrire opportunità diverse per la partecipazione politica degli immigrati, sia per quanto riguarda la dimensione istituzionale sia per quella discorsiva. Senza andare nel dettaglio, si osserva in generale che Stoccolma e Budapest si situano alle due estremità di una ipotetica scala di apertura e di chiusura delle opportunità politiche. Mentre la citta svedese presenta di gran lunga il contesto più favorevole alla partecipazione degli immigrati, sia istituzionalmente che discorsivamente, la citta ungherese si situa all’estremo opposto.

9 La debole relazione fra partecipazione sociale dei non immigrati e partecipazione politica degli immigrati in sede empirica segue la minor rilevanza che è stata data a questa stessa relazione in sede teorica. Di conseguenza, si è deciso di escludere la partecipazione sociale dei non immigrati fra i controlli dell’analisi multilivello. Una eventuale inclusione avrebbe rischiato di fare sbilanciare i modelli a favore della variabile aggiuntiva, per quanto essa sia meno importante a livello empirico e teorico.

10 Gli indicatori di questa quinta variabile di opportunità politiche (generali) si riferiscono alle due dimensioni di «configurazione dei poteri» (attinente al grado di de- centramento ed al livello di proporzionalità del sistema elettorale) e di «meccanismi di partecipazione» (attinente alla presenza ed uso di referendum, e a meccanismi di accesso dei cittadini, e delle loro organizzazioni, ai poteri locali).

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Tab. 4. Punteggi sulle cinque dimensioni della struttura delle opportunità politiche nelle nove città.

SOP

generale Diritti

individuali Diritti

culturali SOP

specifica SOP discorsiva (tutte le issues)

Barcellona 0,58 0,01/0,06/0,01 0,33/0,33/0,33 0,27 0,27

Budapest 0,49 -0,18/-0,20/-0,20 -0,25/-0,43/-0,22 -0,54 -0,23

Ginevra 0,46 -0,28/0,01 -0,19/-0,19 0,02 0,32

Londra -0,01 0,13/0,13/0,13 0,04/0,42/0,42 0,64 0,3

Lione 0,07 0,29/0,22/0,03 0,08/0,08/0,08 -0,43 0,36

Madrid 0 0,01/0,06/0,06 0,25/0,33/0,33 0,18 0,35

Milano 0,31 -0,07/-0,07/-0,07 -0,28/-0,28/-0,28 -0,27 0,15

Stoccolma 0,66 0,73/0,73 0,56/0,77 0,51 0,49

Zurigo 0,24 -0,18/-0,28/-0,28 -0,05/0,00/0,00 0,25 0,06

Nota: I punteggi a Budapest si riferiscono, rispettivamente, a ungheresi etnici, cinesi e musulmani; a Ginevra si riferiscono, rispettivamente, a kosovari e italiani; a Londra si riferiscono, rispettivamente, a bangladesi, indiani e afro-caraibici; a Lione si riferiscono, rispettivamente, ad algerini, tunisini e marocchini; a Madrid si riferiscono, rispettivamente, a marocchini, ecuadoriani e andini; a Milano si riferiscono, rispettivamente, a filippini, egiziani e ecuadoriani; a Stoccolma si riferiscono, rispettivamente, a turchi e cileni; infine, a Zurigo si riferiscono, rispettivamente, a italiani, kosovari e turchi.

Le differenze osservate nella struttura delle opportunità politiche non sono sempre concomitanti nelle loro articolazioni. Prendendo ciascuna struttura separatamente, si nota che, oltre a Budapest, le due città svizzere (in particolare Zurigo) offrono un contesto piuttosto chiuso in termini di diritti individuali, come pure Milano. Madrid, Barcellona, Londra e soprattutto Lione, invece, si caratterizzano per un contesto più aperto, ma mai in misura tale da raggiungere i livelli di Stoccolma, che si situa nettamente al di là delle altre città in termini di apertura. Budapest, assieme a Ginevra e Milano, rap- presenta anche il contesto più chiuso in termini di diritti di gruppo. Su questa dimensione, Lione e Zurigo sono dei casi intermedi, mentre Londra, Madrid, Barcellona e soprattutto Stoccolma offrono decisamente più opportunità di questo tipo. Per quanto riguarda le opportunità specifiche locali, Budapest e Lione presentano le situazioni più sfavorevoli agli immigrati, seguite da Milano, mentre Londra e Stoccolma si trovano all’estremo opposto. Le altre tre città rappresentano dei casi intermedi, ma con un contesto più aperto a Barcellona, Zurigo e Madrid rispetto a Ginevra. In termini di opportunità discorsive, infine, le variazioni sembrano essere leggermente più limitate, ma pur esistenti. Di nuovo, Budapest presenta il contesto più chiuso e Stoccolma

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quello più aperto. Milano e Zurigo sono chiuse in termini relativi, mentre le altre cinque città si situano tutte più o meno sullo stesso livello di apertura relativa. Si noti peraltro che per quanto riguarda i diritti individuali ed i diritti di gruppo i punteggi sono specifici ai gruppi presi in esame. In effetti, in alcuni casi si osserva una differenza importante tra gruppi all’interno di uno stesso contesto cittadino, in particolare a Ginevra, Lione e Zurigo rispetto ai diritti individuali e a Budapest e Londra per quanto riguarda i diritti di gruppo.

6. Analisi multilivello

Constatate le differenze tra le nove città per quanto riguarda le opportunità politiche disponibili, è possibile ora valutare in che misura gli aspetti conte- stuali influenzino la partecipazione politica degli immigrati. A tale scopo, è stata eseguita un’analisi multilivello nella quale sono state incluse le cinque variabili contestuali di opportunità. Sono poi stati inseriti alcuni indicatori attitudinali, sociali e politici individuali (membership associativa, interesse nella politica della città e del paese d’accoglienza, grado di fiducia nelle isti- tuzioni politiche e auto posizionamento ideologico) così come dei controlli sociodemografici classici (età, genere, livello di educazione, conoscenza della lingua del luogo di residenza, durata del soggiorno e stato civile). Si osserva in primo luogo che la struttura gerarchica dei dati ha un’importanza cruciale per spiegare tanto la partecipazione in generale che le attività di protesta. I risultati dimostrano per i due casi una correlazione interclasse relativamente elevata, indicatore statistico dell’importanza del livello superiore dei dati (in questo caso, il contesto)11.

La tabella 5 presenta i risultati di due modelli, uno per ogni variabile dipendente, cioè la partecipazione politica in generale e le specifiche attività di protesta. I fattori esplicativi si dividono in tre gruppi: le variabili indi- viduali (livello 1), quelle contestuali (livello 2) e le interazioni inter-livello (limitatamente alle interazioni tra la membership associativa – come detto, essenziale da un punto di vista teorico – ed ognuna delle cinque variabili di opportunità politiche). I coefficienti mostrati nella tabella sono odds ratios, poiché le variabili dipendenti sono binarie (presenza/assenza)12. Per ogni va-

11 La correlazione interclasse è la correlazione tra due osservazioni di livello 1 scelte a caso in una osservazione di livello 2 scelta a caso. Essa mostra l’importanza della struttura gerarchica dei dati e può essere interpretata come un indicatore dell’importanza generale delle variabili contestuali.

12 Un odds è un rapporto di frequenze tra osservazioni che appartengono ad una data categoria e osservazioni che non appartengono ad una data categoria. L’odds assume valori inferiori a 1 se la probabilità che si verifichi un dato evento è inferiore alla probabilità che

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riabile dipendente è stato stimato sia un modello costruito unicamente sugli effetti diretti delle variabili dei due livelli sia un modello contenente gli effetti interlivello (effetto combinato tra fattori esplicativi di livello differente). Dal confronto tra i due modelli è possibile valutare l’importanza delle diverse va- riabili, come spesso viene fatto per le regressioni più classiche (ossia costruite su una batteria di fattori esplicativi appartenenti allo stesso livello gerarchico), attraverso i nested models.

Esaminando ciascuna delle due variabili dipendenti, si constata innanzi- tutto che (modello con effetti inter-livello) tre delle cinque variabili contestuali hanno un impatto rilevante sulla partecipazione in generale degli immigrati.

Si tratta delle opportunità politiche generali, dei diritti individuali e delle opportunità discorsive. Le altre due dimensioni (diritti culturali e opportunità specifiche) non influenzano significativamente la partecipazione politica in generale. Nel modello costruito unicamente sugli effetti diretti dei fattori di livello 1 e 2 le opportunità specifiche hanno un effetto significativo (e inver- samente proporzionale) sulla partecipazione. Questo effetto sparisce però inserendo le interazioni inter-livello, e deve quindi essere considerato meno robusto. Insomma, un’apertura delle opportunità politiche generali, e la forte presenza di diritti individuali così come di opportunità discorsive favorevoli, aumentano considerevolmente la partecipazione degli immigrati. La presenza di diritti culturali e la struttura delle opportunità specifiche diminuiscono questa possibilità ma in maniera statisticamente non significativa.

Si nota l’effetto di una pluralità di fattori a fianco di quelli contestuali, ciò che evidenzia che il livello individuale ed il livello meso sono cruciali per spiegare la partecipazione politica degli immigrati. Innanzitutto, si può os- servare un impatto estremamente importante della membership associativa:

essere membri di una o più associazioni aumenta fortemente la probabilità di participazione. Si nota poi che gli immigrati aventi un livello di educazione più elevato e soprattutto quelli che hanno una buona conoscenza della lingua e si interessano alla politica del luogo di residenza (tanto a livello della città che del paese) sono più propensi a partecipare. Il primo aspetto conferma i risultati di una gran parte della letteratura sul comportamento politico (Verba et al. 1978), mentre la rilevanza della conoscenza linguistica e dell’interesse politico è coerente con i risultati di studi specifici sulla partecipazione degli immigrati (Jacobs et al. 2004). Vi è poi un impatto statisticamente significati- vo della durata del soggiorno, ma il valore del coefficiente indica che questo

non si verifichi, superiori a 1 se la probabilità che si verifichi un dato evento è superiore alla probabilità che non si verifichi e 1 se la probabilità che un evento si verifichi è pari alla probabilità che non si verifichi. In altri termini, valori superiori a 1 indicano un effetto positivo della variabile indipendente sulla variabile dipendente, valori inferiori a 1 indicano un effetto negativo, e valori uguali a 1 indicano un effetto nullo.

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effetto è minimo. Infine, un posizionamento politico di sinistra aumenta la probabilità di partecipazione.

Osservando l’effetto delle interazioni inter-livello tra la membership asso- ciativa e le cinque variabili contestuali, si può innanzitutto notare un effetto di sostituzione tra la membership associativa e le opportunità politiche generali, quelle specifiche, quelle discorsive, e i diritti individuali. L’effetto dei fattori d’interazione è significativo ed inferiore a uno, indicando (come nel caso di semplici interazioni nelle regressioni non multilivello) che i due fattori che creano l’interazione hanno un effetto di sostituzione reciproca. La presenza di uno dei due è quindi teoricamente sufficiente per spiegare una più estesa partecipazione politica in generale. Membership associativa e diritti culturali hanno invece un effetto interattivo di rafforzamento: in questo caso l’odds dell’interazione interlivello è significativo e superiore a uno, indicando che è la loro presenza simultanea ad aumentare le probabilità di partecipazione.

Si tratta di un risultato molto interessante visto che i risultati mostrano che i diritti culturali non hanno un effetto significativo diretto sulla partecipazione politica in generale.

I risultati relativi alla probabilità di protestare mostrano un effetto simile per quanto riguarda il ruolo dei fattori individuali. Come per la partecipazio- ne politica in generale, conoscenza della lingua, educazione, interesse nella politica della città e paese ospite, posizionamento a sinistra e membership associativa giocano un ruolo significativo e positivo sulle attività di protesta.

Inoltre, un effetto significativo può essere osservato per l’età, il genere e lo stato civile. Mentre questi tre fattori sociodemografici non hanno un effetto significativo sulla partecipazione politica in generale, la probabilità di impe- gnarsi in specifiche attività di protesta è maggiore per gli uomini, le persone più giovani, e le persone non sposate.

Ma è soprattutto nell’effetto diretto dei fattori contestuali che va ri- cercata la differenza principale tra la partecipazione politica in generale e le specifiche attività di protesta. Le analisi multilivello relative alle attività di protesta mostrano che la presenza di aperture attinenti a opportunità poli- tiche generali e diritti individuali aumenta considerevolmente la probabilità di partecipazione in attività di protesta da parte degli immigrati. Questi due fattori hanno quindi un effetto simile sulla partecipazione politica in generale e sulle specifiche attività di protesta, per quanto in quest’ultimo caso l’effetto sia sensibilmente più forte. Le altre tre dimensioni del contesto presentano invece un impatto estremamente diverso sulle due variabili dipendenti. In effetti, i modelli mostrano che la presenza di opportunità discorsive non influisce significativamente sulle attività di protesta, nonostanto l’effetto di questa dimensione sulla partecipazione politica in generale sia estremamente rilevante. Al contempo, l’effetto dei diritti culturali e delle opportunità spe- cifiche sulla protesta è significativo, contrariamente a quanto constatato per

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Tab. 5. Risultati dell’analisi multilivello per le due variabili dipendenti (odds ratios). Partecipazione politica in generaleAttività di protesta ‘Full model’‘Full model’ con interazioni interlivello ‘Full model’‘Full model’ con interazioni interlivello Intercept0,36 (0,15)***0,35 (0,13)***0,06 (0,16)***0,06(,17)*** Livello 1 Età0,99 (0,0)0,99 (0,0)0,98 (0,01)***0,98 (0,01)*** Genere (ref: donna)1,00 (0,06)1,01 (0,06)1,17 (0,06)*1,16 (0,06)* Durata di residenza1,01 (0,0)***1,01 (0,0)**1,01 (0,01)**1,01 (0,01)* Dimestichezza nel linguaggio (ref: debole)1,78 (0,15)***1,80 (0,15)***1,76 (0,27)*1,69 (0,27) Educazione1,14 (0,05)**1,15 (0,05)**1,16 (0,04)***1,15 (0,04)*** Membership (ref: non membro)2,16 (0,11)***2,72 (0,07)***2,68 (0,15)***2,94 (0,15)*** Interesse nella politica della città ospite1,21 (0,05)**1,22 (0,05)***1,15 (0,09)1,16 (0,08) Interesse nella politica del paese ospite1,33 (0,06)***1,33 (0,06)***1,25 (0,09)*1,26 (0,08)* Fiducia nelle istituzioni1,56 (0,14)1,19 (0,15)1,17 (0,21)1,33 (0,2) Stato civile (ref: non sposato)0,93 (0,08)0,93 (0,06)0,71 (0,10)**0,72 (0,09)** Autoposizionamento sinistra-destra0,95 (0,02)*0,96 (0,02)*0,89 (0,03)***0,9 (0,03)*** Livello 2 SOP generale1,76 (0,13)***2,19 (0,15)***2,07 (0,13)***3,0 (0,17)*** Diritti individuali1,16 (0,13)1,62 (0,18)*1,25 (0,14)1,96 (0,18)** Diritti culturali1,12 (0,14),92 (0,2)1,93 (0,13)***1,61 (0,14)*** SOP specifiche,67 (0,14)**,84 (0,18)0,38 (0,14)***0,41 (0,18)*** SOP discursive1,53 (0,12)**1,92 (0,15)***1,05 (0,1)1,16 (0,09) Interazioni inter-livello Membership * SOP generale,79 (,12),47 (0,2)***

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Membership * Diritti individuali,75 (,11)*,43 (0,19)*** Membership * Diritti culturali1,27 (,11)*1,19 (0,22) Membership * specifiche,74 (,11)*1,05 (0,2) Membership * SOP discorsive,67 (,07)***,91 (0,18) Componenti della varianzaChi-sqChi-sqChi-sqChi-sq Intercept78,85***70,83***53,84***51,73*** Età45,03**45,15**27,4827,89 Genere (ref: donna)14,1113,9713,9314,73 Durata di residenza20,8419,3432,4131,37 Dimestichezza nel linguaggio (ref: debole)26,2426,0628,026,52 Educazione36,99*36,42*16,3516,76 Membership (ref: non membro)38,03*14,7338,07*27,66 Interesse nella politica della città ospite20,9420,5233,7333,69 Interesse nella politica del paese ospite27,0527,4229,22902 Fiducia nelle istituzioni27,1227,0827,1226,39 Stato civile (ref: non sposato)21,0821,0624,7725,28 Autoposizionamento sinistra-destra37,89*37,42*33,1333,2 Correlazione interclasse añ=,34ñ=,31 N (livello 1)69796979 N (livello 2)2525 p<0,1, *p<0,05, **p<0,01, ***p<0,001 Nota: Stime calcolate con la procedura interattiva Restricted PQL. Se tra parentesi. I risultati si riferiscono a modelli unit-specific con errori standard robusti. La correlazione interclasse per dei modelli logistici multilivello è calcolata attraverso la seguente approssimazione: ρ = (σ2 u0) / (σ2 u0 + π2/3). La varianza dei residui di livello 2 (σ2 u0) è divisa per la varianza (σ2 u0 più la varianza della distribuzione logistica per residui di livello 1 π2/3=3,29).

Tab. 5. (segue)

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