A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
F RANCESCO T RICOMI
Integrazione di un’ equazione differenziale presentatasi in elettrotecnica
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 2
esérie, tome 2, n
o1 (1933), p. 1-20
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1
PRESENTATASI IN ELETTROTECNICA
di FRANCESCO TRICOMI
(Torino).
1. - Nella teoria delle macchine elettriche sincrone s’incontra
1’ equazione
differenziale di second’ ordine
dove
M, N,
P denotano tre costantipositive,
il cui studio mi è statoproposto
da S. E.
VALLAURI,
che mi ègrato qui ringraziare pubblicamente
per aver attirata la mia attenzione su diun’ equazione che,
se nonm’inganno,
è moltointeressante anche dal
punto
di vista analitico.In
particolare
interessava stabilire se la(1) potesse ammettere,
come consi-derazioni fisiche lasciavano presumere, soluzioni che fossero somma di un termine lineare e di un termine
periodico
neltempo,
e studiare tali soluzionispecie
neiriguardi
delcorrispondente
valor medio disin y
neltempo.
Tale
presunzione
risultapienamente
confermata dai risultati che verrannoqui stabiliti,
da cui inparticolare
si hache,
tranne per certi sistemi di valori diM, N, P,
la(1)
ammette una ed una sola(a
meno di un’irrilevante costantearbitraria, dipendente
dalla sceltadell’ origine
deitempi)
soluzione deltipo indicato, cui,
al crescere dit,
tendono asintoticamente infinite altre solu-zioni,
eprecisamente
tuttequelle
per cui le condizioni iniziali soddisfano adopportune
condizioni didisuguaglianza. Inoltre,
nellepagine
che seguono, verrà calcolato l’accennato valor medio disin y,
che risulta semprenegativo,
e s’indi-cheranno dei
métodi d’approssimazione, grafici
enumerici,
atti alla effettiva determinazione dellaprecedente
nonchè delle altre soluzioni della(1).
Osservo infine che non
pochi
dei risultati che saranno in appressostabiliti, potrebbero
facilmente estendersi adequazioni più generali
della(1) (1),
ma diciò non mi
occuperò
nelpresente
lavoro.(1) Per esempio la circostanza che le costanti M e P siano positive è irrilevante perchè
il cambiamento di t in -t cambia M in -M e quello di y in -y cambia P in -P. Può inoltre osservarsi che la (1) per M= P= 0 si riduce alla ben nota equazione del pendolo libero.
2. - Osserviamo anzitutto che il numero dei
parametri
chefigurano nell’equa-
zione si
può
ridurre da tre a due.Infatti, ponendo
e inoltre
(3)
la (1)
divieneInoltre, poichè nell’ equazione
nonfigura esplicitamente
la variabileindipen- dente,
essa sipuò
abbassare alprim’
ordineponendo
e
risguardando
y come variabileindipendente,
con che si ottiene1’ equazione
con a
e #
costantipositive,
cui tutto è sostanzialmente ridotto.Invero,
nota che sia una soluzionez=z(y)
della(6)-(6’),
si passa subito aduna
corrispondente
soluzione della(1)
mediantc la formuladove yo denota un
punto qualsiasi
dell’ intervallo in cuiz(y)
è definitae t,
un’irrilevante costante arbitrariadipendente
dalla sceltadell’ origine
deitempi.
L’equazione (6’) però,
tranne nel casoparticolare
a = 0 in cui le variabilisi separano immediatamente e si ottiene
non sembra
integrabile
elementarmente., 3. - Per orientarci nella discussione della
(6)
èopportuno premettere
aleuné1
semplici
osservazioni suirapporti
fra unagenerica equazione
di second’ ordinenon contenente
esplicitamente
la x :e la sua trasformata di
prim’ ordine
mediante la sostituzione(5) :
In
particolare
interessa stabilire aqual
genere di soluzioni della(10) corrispon-
dono soluzioni della
(9)
diciamo ditipo Vallauri,
e cioè della formacon T funzione
periodica
di un certoperiodo
w.A tale scopo osserviamo che se la
(9)
ammette una soluzione deltipo (11),
la
corrispondente
curva.integrale
della(10)
saràrappresentabile parametricamente
mediante le
equazioni
1 . I.. 1 1e
quindi
sarà una curvaperiodica
colperiodo w’=bw,
cioè sarà la rappre- sentatrice di una funzionez=Z(y) periodica
colperiodo
w’.Viceversa,
se la(10)
ammette una certa soluzione
z=Z(y), periodica
colperiodo w’,
la(9)
ammetteràin
corrispondenza
la soluzione ’che, supposto
uv
è effettivamente del
tipo (11). Invero,
aumentando y di unmultiplo qualsiasi
kw’di
co’, x
non subisce altra modificazione che un aumento dikw,
ciò chepuò
anche
esprimersi
dicendo chequando
x aumenta di kco la y aumenta di km’ =kbw(avendo posto 6=~/co); dunque
la differenza fra y e bx è una funzioneperio-
dica di x col
periodo
w, come vuole la(11).
’
Similmente si prova che alle eventuali curve
integrali
chiuse della(10)
corri-spondono
soluzioniperiodiche
della(9)
eviceversa,
ma su ciò non ci soffer-meremo non dovendocene avvalere nel
seguito.
Risulta da
quanto
sopra che la ricerca delle soluzionitipo
VALLAURI della(1) equivale
alla ricerca delle soluzioniperiodiche dell’ equazione (6)-(6’),
e cioè adun caso
particolare
di unproblema
cui si riferiscono ricercheclassiche,
comequelle
ben note di POINCARÉ. Però in tali ricerche entra ingioco
in modo *essenziale
1’ ipotesi,
che nel nostro caso non siverifica,
che leequazioni
che siconsiderano,
almeno per un valoreparticolare
di uno deiparametri
da cuidipendono, ammettano
certo soluzioniperiodiche;
esse sarannoquindi
di pocogiovamento
nel caso attuale. Occorreràperciò
battere altrastrada,
epropria-
mente
procedere
ad una discussionequalitativa
dell’ andamento delle curve inte-grali
della(6) guidata
dalle due osservazioniseguenti:
1°) Che, potendosi 1’ equazione
scrivere sotto la formase c’ è una soluzione
periodica,
essa deve avere necessariamente ilperiodo
21l.2o) Che,
affinchè un certointegrale z=Z(y)
della(6)-(6’)
sia una funzioneperiodica di y
colperiodo 2n,
è necessario e sufficienteche,
anche per un solo yo, si abbiaLa seconda
osservazione,
che ovviamente siapplica
anche a casi benpiù generali,
mostrache,
infondo,
la ricerca delle soluzioniperiodiche
diun’ equa-
zione di
prim’
ordine è unparticolare problema
dei valori al contorno perequazioni
differenziali ordinarie. Soloche,
non essendo la(6) lineare,
i notimetodi per la risoluzione di
questo
classicoproblema,
non sonoapplicabili
alnostro caso.
Del resto un
criterio, concettualmente
moltosemplice,
per l’esistenza di solu- zioniperiodiche
della(6)
si trova facilmente combinando la condizione(13)
col noto teorema
generale
sulleequazioni
differenziali che asserisceche,
inogni
dominio in cui non cadono
punti singolari,
le soluzioni variano con continuitàal variare delle condizioni iniziali. E
invero,
in virtù di dettoteorema,
se riusci-remo comunque a determinare due
integrali particolari
zi e Z2 della(6)
per cui si abbiarispettivamente
e se inoltre fra di essi non cade nessun
punto singolare
dellaequazione, potremo
senz’altro asserire
che,
fra idue,
esiste almeno unintegrale particolare
Z della(6) che,
soddisfacendo la(13),
è una funzioneperiodica di y
colperiodo
2n.4. - Prima di
proceder
oltre saràperò opportuno,
anche perpoter
servirsidel criterio
precedente, procedere
alla ricerca e discussionedegli
eventualipunti singolari
della nostraequazione, che, potendosi questa
scrivere sotto la formasono visibilmente
(al finito)
tutti e soli ipunti
delpiano (y, z)
per cui si haDue casi sono
pertanto qui
dadistinguersi:
1°)
Se/?>1 1’ equazione
non ha(al finito)
alcunpunto singolare.
2°) Se ~ 1 1’ equazione
ha invece un’ infinità numerabile dipunti singo-
lari al
finito,
eprecisamente, posto
sono
singolari
tutti e soli ipunti dell’ asse y :
Cominciando dallo studio dei
punti Ak,
osserviamo cheponendo
e
sviluppando
sin y in serie dipotenze di r~,1’equazione
differenzialepuò
scriversi--
epperò l’equazione
caratteristica delpunto singolare Ak
sipresenta
sotto laforma "I". n n ~ A
Ne segue
(2) che,
avendol’equazione precedente
le sue radicireali,
distinte edi
segni contrari,
ilpunto Ak
è sempre un colle(Sattelpunkt) dell’equazione,
e cioè un
punto
percui,
fral’altro,
passano sue curveintegrali
della(6)
aventiivi
tangenti
i cui coefficientiangolari
m soddisfanoall’ equazione
Tal
quale
si trova che1’ equazione
caratteristica deipunti Bk
è invecela
quale
ha due radici reali e dello stesso segno finchè èmentre ha invece due radici
complesse coniugate (ma
maiimmaginarie
purefinchè . _ .
èa=?=0)
se è _ - - ...~- __Dunque
ilpunto Bk
è un nodo(Knotenpunkt)
o un fuoco(punto asintotico, Strudelpunkt)
dell’equazione
secondochè èa~~8/l2013~
oppurea2 8 Ìii- #2
rispettivamente.
~
(2)
V. per esempio L. BIEBERBACH : Differentialgleichungen (Berlin, Springer, 1926), Kap. III, §§ 3-4.Notiamo infine che nel caso
particolare
dia=0,
ipunti Bk,
che coincidono allora congli Ak,
invece che fuochi sono vertici(Wirbelpunkte) dell’ equa- zione,
e cioèpunti
intorno a cui esistono infinite curveintegrali chiuse,
unadentro l’altra.
5. - Dalla
(6)
segue immediatamente che illuogo
deipunti
delpiano (y, z)
in cui si ha
dz/dy=0,
è la sinusoide a diequazione
che,
comevedremo,
ha unagrande importanza
in tutta la discussionedell’equa-
zione differenziale. Tale
sinusoide,
che ha le sue ordinate compresefra - (1 + P)/a
e
(l2013~)/a,
sta tutta aldisotto dell’asse y sef11, mentr’invece,
se03B2>l,
staparte
aldisotto eparte aldisopra
di detto asse chetaglia
neipunti singolari Ak
e
Bk.
Nelprimo
casodz/dy
èpositiva
nell’ area compresa fra a el’asse y (tratteggiata
nellafig. 1)
enegativa
sotto a e sopra l’asse y. Nel secondo casoinvece
dzldy
èpositiva
nelle aree alternativamente sopra e sottol’asse y
deter-minate da
questa
retta e dalla sinusoide a(aree tratteggiate
nellafig. 2),
enegativa
fuori diquelle.
Da ciò segue inparticolare
chegli
archi ascendenti Ji 6posti
nelsemipiano z 0
egli
eventuali archi discendenti delsemipiano z>O,
sono
luoghi
di massimi delle curveintegrali
della(6)
mentr’ invecegli
archidiscendenti in
z 0
o ascendenti inz > 0
sonoluoghi
di minimi delle medesime.Ciò premesso è facile vedere che dei due
integrali particolari Z1
e Z2 di cuisi
parla nel § 3,
zi, cioèquello
soddisfacente allaprima
delle(14),
si determinasubito
qualunque
siano a e~.
Invero,
considerato che aldisotto della sinusoide a, equindi
a fortioriper
z - (1 + ~8)~a,
è sempredz~dy o,
basterà assumere come Z~ la curvaintegrale passante pel punto (yo, zo)
conzo -(1+#)la
inquanto,
essendoquesta
curva semprediscendente,
sarà certoPiù
difficile,
anzi non semprepossibile,
è la ricerca di z2.Comunque
veredifficoltà si
presentano
soltanto se~8 1,
chè invece nel caso dif1 > 1,
in cuifra l’altro non c’è la noia dei
punti singolari,
unintegrale
Z2 soddisfacente alla seconda delle(4)
esiste sempre,epperò
esiste sempre almeno 2cna soluzioneperiodica
della nostraequazione.
Infatti
poniamo Yo=-nj2,
in modo che ad yo edyo + 2n corrispondano
duesuccessivi
punti
di massimoMo
edM1
della sinusoide 6(che
ha invece unminimo
No
nelpunto n/2),
e fissiamo la nostra attenzione sulprolungamento
verso sinistra della curva
integrale passante
per1~11,
laquale
avrà ivitangente
orizzontale. Poichè in tutta l’area
tratteggiata
infigura
è sempredzj dy > O,
detta curva, nel verso
indicato,
nonpotrà
inizialmente chescendere,
e ciòpreci-
samente fino a che sarà venuta ad incontrare lo sinusoide a in un certo
punto P
dell’ arco
lVIoNo,
dove si verificherà un minimo dellacorrispondente
soluzione.Oltrepassato
P la curvaintegrale
salirà
invece,
andando atagliare
la retta y=yo in un certo
punto Q
che sicuramente non è
aldisopra
di
Mo perche
l’arcoMoP
di o, _essendo un
luogo
di minimi dellecurve
integrali,
nonpuò
venir tra-versato da
queste,
nel versodelle y decrescenti,
se non per uscire dal- l’areatratteggiata.
Ne segueche,
seindicheremo con
Z2(Y)
la soluzionecorrispondente
alla consideratacurva
integrale,
sarà certamente-- ’" ,v v, .- ’" ,v V i -- - " -- - -
-
Dimostriamo infine che la soluzione
periodica
di cui si èprovata
L’ esi-stenza,
è unica.Infatti, integrando
ambo i membri della(6’)
fra yo edyo +2n,
si hal’ugua- glianza importante
che,
nel casoparticolare
di una soluzioneperiodica, può
scriversicioè le soluzioni
periodiche
della nostraequazione
sono tali che il loro valor medio in un intervallo diampiezza
2n èuguale
a-~81a.
Daciò
segue senz’altro l’unicità della soluzione
periodica perchè,
se ce ne fossero due z’e
z",
dato che due curveintegrali
di un’equazione
differenziale diprim’
ordinenon possono mai
tagliarsi
fuori deipunti singolari,
o dovrebbe esser semprez’ z"
o sempre
z’ > z"
e in entrambi i casi i due valor medi nonpotrebbero
essereuguali.
Si noti che il
ragionamento precedente
non cessa di esserapplicabile
ancorchèsia ~ 1, purchè
fra le due eventuali soluzioniperiodiche z’
e z" non cadanopunti singolari,
come sarà sempre il casonel’seguito.
6. - Passiamo ora alla
ricerca,
ovepossibile, dell’ integrale
z2 nel casopiù
delicato in
cui, essendo 03B2 1,
esistono ipunti singolari Ak
eBk.
A tale scopo, ricordando che da
Ak
escono due curveintegrali
della(6)
lecui
tangenti all’ origine
hanno i coefficientiangolari
determinati dalla(18),
fis-siamo la nostra attenzione sul
prolungamento
verso destraro
della curva inte-grale
uscente daAo
col coefficienteangolare negativo
nonchè sul
prolungamento
verso sinistraTi
della curvaintegrale
uscente daAl
col coefficiente
angolare positivo
Inoltre consideriamo le due
parallele
r ed s all’ asse z condotte perAo
eBo rispettivamente,
cioè le due rette diequazioni
ey==-0.
Poichè nella
parte
del semi-piano z 0
compreso fra r ed s si hain virtù della
(15)
sarà ivianzi addirittura
! ) I 5 epperò
la curva a sinistrai
’ di s,
nonpotrà
chescendere,
Fig. 2. andando a
tagliare
detta rettain un certo
punto Ho
la cuiascissa,
che diremoho,
dovrà necessariamente esser tale da aversicioè
Analogamente,
tenuto conto che m1 è sempre minore del coefficiente ango- lare(cos 8)la
dellatangente
alla sinusoide a nelpunto
anche la curva1
inon
potrà
inizialmente che scendere(nel
verso delle ydecrescenti)
eprecisa-
mente fino all’incontro con la sinusoide 6 in un certo
punto
P dell’arcoBoNo.
Dopo
invece la curvarisalirà,
andando atagliare
la retta s in un certopunto H1,
di ordinata
hi,
certo nonaldisopra
diBo,
ma sulla cuiposizione rispetto
ad
Ho,
nulla sipuò
dire apriori.
Per
meglio dire,
l’ unica cosa chepuò
asserirsi subito è che vi sono tanto casi in cuiHo
è aldisotto diHi quanto
casi in cui èaldisopra
èquindi,
per lacontinuità,
anche casi in cuiHo
coincide conH1.
Invero, se
a è sufficientementegrande, Ho
è certo aldisotto diHi, perchè,
mentre l’ordinataho
diHo,
in forza della(23),
tende a -CX) per invece l’ ordinatahi
di dovendo essermaggiore
diquella
diP,
che a suavolta non
può
essere inferiorea - (1 + (3) / a,
soddisferà alladisuguaglianza
donde segue
Al
contrario,
se a è sufficientementepiccolo, Ho
è certoaldisopra
diHi, perchè
per a=0 è certo come si verifica subito osservandoche,
in virtùdella
(8),
in detto caso le due curvero
eTi
sonorappresentate rispettivamente
dalle
equazioni
che,
per~===2013~
forniscono7. - Ci siamo soffermati un momento a studiare i casi
possibili
circa lareciproca posizione
dei duepunti Ho
edHi , perchè
si tratta di circostanzaimportante
ai nostri fini. Invero è in
primo luogo
ben facile dimostrare che seHo è
aldi- sopra diHi,
come certamente avviene per a sufficientementepiccolo,
esiste certoun
integrale z2
soddisfacente la seconda delle(14)
equindi
esiste una(ed
unasola)
soluzioneperiodica
della nostraequazione.
Infatti basta osservare
che,
nel caso in esame(che
èquello
dellafig. 2),
lacurva
prolungata
oltreHs
fino all’ ineontro con la retta r, nonpotendo tagliare 1’o prima
diAi,
incontrerà detta retta r in un certopunto Q che,
nonpotendo
esserealdisopra
diAi,
avrà ordinata certo nonsuperiore
a zero, cioè all’ ordinata diri
perSe invece e
quindi Fo
eZ~
costituiscono un’unica curvaintegrale,
che diremo
F,
simultaneamentepassante
perAo
edAi,
allora la soluzioneperio- dica,
perquanto
unpo’ spuria perchè
dotata dipunti angolosi, è
dataproprio
da r
prolungata prima
diAo
e oltreA1
con traslazionid’ ampiezza multipla
di 2n fatte
parallelamente
all’ asse y.Finalmente, mostreremo
fra breveche,
seHo è
aldisotto diH1,
non visono soluzioni
periodiche
di sorta.A tal fine
però,
nonchè per dimostrare che adogni P
minore di 1 corri-sponde
uno ed un sol valore ao di a per cui.Ho
=Hi, proposizione
dacui,
e dalla
precedente,
discenderà senz’ altro che per a ao ci sono soluzioniperio-
diche mentre per a > ao non ce ne sono ; è anzitutto necessario stabilire un teo-
rema di confronto fra soluzioni della
(6’) corrispondenti
a diversi valori di a.Siano
dunque
z’ e z" due soluzioniparticolari
della(6’) rispettivamente corrispondenti
ai due valori a’ e a"(a’ a")
di a, lequali
assumanorispetti-
vamente i valori
zo’
ezo"
in un certopunto
y=yo ; dico allora che :1°)
Sezo"~ zo’ > 0
oppurezo" > za’7 0,
pery yo
e finchè z’ e z" siconservano
positive,
sarà semprez" > z’.
20)
Se oppure pery > yo
e finchè z’ e z" siconservano
negative,
sarà semprez" z’.
3o)
Sezo"=zo’=0
e se inoltre le due soluzioni sono taliche,
in unintorno comunque
piccolo
di yo,z’,
z" e z" -z’ abbiano segnoopposto
aquello
diy-yo;
lo stesso si verificherà anche lontano da yo, almeno finchè z’non avrà riattraversato l’asse y.
Infatti,
basta osservare che dalle dueequazioni
segue
e che
inoltre,
essendole’ due differenze z’2-z"2 e z’ -z" variano nello stesso senso o in sensi contrari secondochè z’ e z" sono entrambe
positive
o entrambenegative.
In
particolare
segue dal teoremaprecedente
che due curveintegrali z=z’(y)
e
z=z"(y)
della nostraequazione corrispondenti
a due diversi valori a’ e a"di a non possono mai aver in comune due o
più punti
fuori dell’asse y, ammenochènegli
intervalliinterposti
non attraversino detto asse.Infatti, supposto
peresempio
che le due curve abbiano in comune i duepunti
A e A’ di ascisse yo eyo’ (yo yo’)
delsemipiano z 0
e che nell’inter- valloyo, yo’ >
non abbandonino maiquesto semipiano ;
dal 20 caso del teo-rema di
confronto, supposto
altres che siaa’ a", seguirebbe z’(yo’) > z" (yo’)
contrariamente
all’ ipotesi
che anche pery=yo’
si abbia z’=z".Notiamo infine
che,
conqualche ipotesi supplementare, questo
corollario po- trebbe anche estendersi a casi in cui non si escludepiù
che ipunti
comuni alledue curve possano cadere sull’ asse y ; anzi sarà
proprio
in uno diquesti
casiche dovremo avvalercene di
qui
a un momento.8. - Siamo ora in
grado
di dimostrareche,
come si ègià accennato,
il valorcritico ao di a è
unico,
ossia che ad un medesimo valore di{3,
minore di1,
non possono
corrispondere
due diversi valoriao’
eao"
di a per cui si abbiaHo=Hi,
cioè per cui esista una curvaintegrale
rcollegante Ao
con
Ai
attraversopunti
delsemipiano zO.
Infatti, supposto ao’ ao"
e dette r’ e T" lecorrispondenti
curver,
per le(22)
e(22’)
dovrebbe aversi(con
chiarosimbolismo)
epperò
nell’ intorno destro diAo
T" dovrebbe stare sotto r’ mentre nell’ intorno sinistro diAi
dovrebbe verificarsi ilcontrario,
il cheimplica
che le due curve r’e 1’-’" dovranno
tagliarsi
in almeno unpunto
A delsemipiano
aventeascissa compresa fra
quelle
diA o
edA, . lkla,
d’altraparte,
verificandosi nell’in- torno destro diAo
le condizioni volute dal terzo caso del teorema diconfronto,
in tutto l’intervallo
A o
la curva T" dovrebbe rimanere sempre aldisotto diI’’; dunque l’ipotesi
che esistano due diversi ao conduce ad una contradizionee se ne conclude che ao è unico.
Passiamo finalmente a dimostrare che per a > ao, cioè
quando Ho
è aldisotto di non vi possono essere soluzioniperiodiche.
Infatti,
nelsemipiano
consideriamo ilprolungamento 1’0’
a sinistra diAo
della curva
integrale
uscente daquesto punto
col coefficienteangolare
mo(v. fig. 2).
Poichè, pel
terzo caso del teorema diconfronto,
detta curva deve stare tutta aldi- sopradell’ analoga
curva relativa al caso di a=0(che
esce daAo
col coefficienteangolare ~1/2 cos 03B8 > m0) 2
epoichè quest’ultima
curva, essendorappresentata
dall’ equazione
,(si
confronti laprima
delle(25)),
ha la sua ordinata indefinitamente crescente al diminuire di y ; a fortiori lo stesso accadrà per la curva1"o’, epperò
dettacurva
costituirà,
nelsemipiano
un ostacolo invalicabile per tutte le curveintegrali,
e inparticolare
per le eventuali soluzioniperiodiche
della nostra equa- zione. Ne segueche,
se vi è una soluzioneperiodica Z(y)
della(6),
dovrà esserenecessariamente anzi addirittura se
a + ao ; epperò,
inforza del 20 caso del teorema di
confronto, supposto
a > ao, in tutto l’inter- valloo - ~,
la curvaz=Z(y)
dovrà star sempre aldisotto dellacurva
1’,
relativa al caso di a = ao .D’ altra
parte,
essendo il valor medio di una soluzioneperiodica
della(6)
inun intervallo
d’ampiezza
2nuguale
a ch’ è una funzione crescente di a, per a>ao la curvaz=Z(y)
dovrebbe o stare tuttaaldisopra
di r o almenotagliare questa
curva ;dunque
il supporre che per a > ao esistono ancora delle soluzioniperiodiche,
conduce ad una contradizione.9. - Le considerazioni
dei §§ precedenti
mostranoI’ importanza
del numero ao,caratterizzato dalla
proprietà
di esserequell’ unico
valore di a per cui esiste una curvaintegrale r
simultaneamentepassante
perAo
ed ilquale
separa i -valori di a per cui la(6)
ammette una(ed
uuasola)
soluzioneperiodica
daquelli
per cui tale soluzione invece non esiste.Questo
numero ao è una funzione nonnegativa
definita nell’ inter- valloo, 1 >,
la cuiespressione esplicita
non sembra facile ad ottenersi. Pos- siamoperò
assegnare alcune utili limitazioni diquesta
funzione :Allo scopo indicato cominciamo con l’osservare che per a= ao, cioè per
Ho=Hi,
dalle
disuguaglianze (23)
e(24)
segue che dev’essere necessariamentedonde si trae subito la
seguente
limitazionesuperiore
per ao :Meno
semplice
è invece la determinazione di un confine inferiore di ao, eprecisamente
occorre cominciare con l’osservare che La curvaE
vallo
9 -03C0, 0 + 03C0 > ,
resta semprealdisopra
dellapropria tangente to
nelpunto Ao (3).
Infatti,
se la curva F scendesse aldisotto dito,
dovrebbepoi
necessariamente riattraversare tale retta per andare a passarepel punto Al, epperò, pel
teo-rema del valor
medio,
esisterebbe almeno unpunto
aldisotto dito
in cui si avrebbeMa,
com’è facile constatare con calcoli moltosemplici,
illuogo geometrico
deipunti
delpiano (y, z)
in cui si hadz/dy=--mo
è la sinusoidela
quale,
nell’ intervallo8 -~, 8 + ~ >,
sta semprealdisopra
della rettato
chesolo la tocca nel
punto Ao ; dunque
èimpossibile
che aldisotto dito
ci sia unpunto
in cui si abbia’
Segue
daquanto
sopra che la curva 1’ è tutta compresa neltriangolo
for-mato dalla retta
to,
dalsegmento AoA1
dell’asse y e dalla retta~==0+y~
lacui area
(in
valorassoluto)
è data dadunque
sussisterà ladisuguaglianza
al-
(3) Tale proprietà non vale invece, in generale, per la tangente ti a r nel punto Ai.
donde segue
e successivamente
avendo tenuto conto che m0m1
=-- - 2 i
cos 0 e che 0. Non resta ora cheda isolare il radicale nella
precedente disuguaglianza
ed elevarepoi
aquadrato,
per ottenere l’accennata limitazione inferiore di ao sotto forma della
disuguaglianza
Notiamo infine che una limitazione inferiore
più
aderente di ao, ma espressa da formule nonsemplici, può
ottenersi facilmente utilizzando il fatto che lacurva
T,
a destra delpunto
nonpuò
mai scendere al disotto dell’arcoN0A1
i della sinusoide anè,
a sinistra din/2,
aldisotto dellaparallela
all’ asse y.
10. - Dimostriamo ora che la soluzione
periodica z=Z(y)
della(6), quando esiste,
ha anche carattere di soluzioneasintotica,
nel senso che vi sono infi-nite curve
integrali dell’equazione che,
al decrescere indefinitamente di y, . siapprossimano
asintoticamente allacurva. z=Z(y).
In
particolare
dico chequesto
succede per tutte le curveintegrali
pas- santi perpunti
delpiano (y, z)
sottostanti alla curvaz=Z(y),
senzaperaltro
escludere che lo stesso possa succedere
(per a+ao)
anche perparte
delle restanticurve
integrali, perchè
uscenti sempre dapunti
delsemipiano
z 0.Infatti,
dettaz=z(y)
la soluzionecorrispondente
ad unaqualunque
delle curveintegrali
uscenti da unpunto
sottostante az=Z(y), poichè
dovrà ovviamenteesser sempre
avremo ehe
epperò,
in virtù della(20),
y avremo altres chedonde,
tenuto conto chez(yo) e z(yo - 2n)
sononegativi,
segueTal
quale
si constata cheepperò
la successione di numerinegativi
crescentitenderà necessariamente ad un limite
finito,
diguisa che,
dato un numeroposi- tivo e, piccolo
apiacere,
sipotrà
sempre trovare un no tale che per n>no si abbiaNe segue, sempre in virtù della
(20),
che pern>no
si avrào anche
donde,
considerato che la differenza sottointegrale
è semprepositiva,
si traea fortiori
che,
nell’ intervallo~o20132~yr>,
si hae ne segue l’ assunto..
Concludendo, possiamo
riassumere iprincipali
risultaticonseguiti
nella discus- sionedell’ equazione (6)
enunciando che :Se
f1
èmaggiore
di 1 oppure,essendo fl 1,
a non èsuperiore
ad uncerto ao, funzione univoca di
~,
caratterizzato dal fatto che ad esso e ad.
esso solo
corrisponde
una curvaintegrale
simultaneamentepassante pei
due
punti A o
eA1
i e tale cheallora
l’equazione
differenziale(6)
ammette una ed una sola soluzioneperiodica
colperiodo 2,~, z=Z(y),
soddisfacente all’ ovvia limitazione...
1
...
e tale che il suo valor medio in
ogni
intervallo 2n è-f1/a.
A tale soluzione
periodica, quando esiste,
tendonoasintoticamente,
per y- - 00, infinite altre
soluzioni,
fra cui tuttequelle passanti
perpunti
del
piano (y, z)
sottostanti alla curvaz=Z(y).
Notiamo inoltre che:
1°)
Poichè la curvaz=Z(y),
inogni
intervallo diampiezza 2n,
incontra due e due sole volte la sinusoide a ; la funzioneZ(y) ha,
in
ogni
intervallosiffatto,
uno e un solo massimo ,e uno e un sol minimo.2°)
Poichè due curveperiodiche z=Z’(y)
ez=Z’’(y) corrispondenti
a due diversi valori a’ ed a" di a non possono maiincontrarsi,
vistoche,
se esse avessero unpunto
in comune, ne dovrebbero avereinfiniti,
in contrasto col corollario del teorema diconfronto;
sarà sempreZ’(y) > Z" (y)
oppureZ’(y) Z" (y)
secondochèè
rispettivamente a’ > a"
oppurea’ a".
11. - Determinata che sia la soluzione
periodica Z(y), pel
chepotranno
ser-vire i metodi cui si accennerà tra
breve,
si passa subito allacorrispondente
soluzione
tipo
della(1),
invertendo la funzionet(y)
data dalla(7),
cioè considerando la funzione
y(t)
definitadall’ equazione
dove yo è una costante
qualsiasi.
Peresempio potrà prendersi yo = 0
e supporre inoltre scelto comeorigine
deiternpi
l’istante in cui si hay==0,
con chel’ equazione precedente prende l’ aspetto
formalmentepiù semplice :
Le considerazioni
generali del §
3 ci dicono allorache, posto (4)
la soluzione
y = y ( t)
della(1)
definita dalla(29)
sarà deltipo
dove cp denota una funzione
periodica
colperiodo 2n/b
e nulla pert=o,
la cuideterminazione a mezzo della
(29)
non offre alcuna sostanzialedifficoltà,
cono-sciuta che sia la
Z(y).
Otterremo
poi
un’ interessante limitazionesuperiore
dellaquantità
essenzial-(4) Per farla risultare positiva, abbiamo qui cambiata la b del § 3 in -b.
mente
positiva b
ricordandoche,
per ladisuguaglianza
diSCHWARZ,
il valormedio dell’ inversa di una funzione sempre
positiva
in un intervallo èmaggiore
dell’ inversa del valor medio della funzione nel medesimo intervallo.
Invero, applicando questa proposizione
allafunzione -Z(y),
semprepositiva
nell’ inter- valloo, 2n>,
avremo chedonde,
sostituendo nella(30)
e ricordando le(3),
segue cheNotiamo inoltre
che, se ~ > 1
cioè seP> N,
dalla(28)
segue l’ altra interes- santedisuguaglianza :
(33)
Finalmente
occupiamoci
della determinazione del valor medio neltempo
di sin y incorrispondenza
alla soluzione(31), cioè, più precisamente,
delladeterminazione
del numero
considerato che
sin y
è visibilmente una funzioneperiodica
di t colperiodo
A tal uopo osserviamo che dalla
(1), intcgrando rispetto
a t da 0 a2nIb,
si hasenz’altro 2~
donde,
tenendo contoche,
per la(31), dyldt
resta invariataquando t
aumenta,di
2n/b,
mentre y diminuisce di2n,
segueil
che,
in virtù della(32),
mostra che il valor medio ,cc di sin y è semprenegativo ;
inoltre si hache,
se è12. - Da
quanto precede
risulta che l’unica difficoltà da superare per l’effet- tiva determinazione delle soluzionitipo
Vallauri della(1),
consiste nella effettiva determinazione della soluzioneperiodica Z(y) dell’equazione
diprimo
ordine(6).
Invero,
conosciuta che siaZ,
la determinazione di b e per mezzo della(29)
e della
(30)
si riduce ad unproblema
diquadrature
numeriche.Per l’effettiva determinazione di
Z(y)
sipuò seguire
sia un metodografico,
sia un metodo numerico di
approssimazioni
successive.Meglio,
converrà servirsidi tutti e
due,
utilizzando il metodo numerico permigliorare l’ approssimazione
ottenuta
graficamente.
Il metodo
grafico
cui si allude non è altro chequello
classico deldisegno
del
Richtungsfeld dell’ equazione (5)
e successivo tracciamento ad occhio dellecurve
integrali;
metodo che nel caso della(6)
èd’ impiego particolarmente
co-modo in
quanto
illuogo geometrico
deipunti
delpiano (y, z)
per cuidz/dy
ha un determinato valore m, è la sinusoide
cioè una curva ben facile a tracciarsi.
Oppure
sipuò
utilizzare l’ osservazioneche,
se(yo, zo)
sono le coordinate di unpunto qualsiasi
della sinusoide a dei massimi eminimi,
nelpunto (yo, kzo)
si haciò
che,
conopportuni accorgimenti pratici,
dàluogo
ad una costruzione assairapida
delRichtungsfeld.
Si noti inoltre che il
disegno
delRichtungsfeld dell’ equazione
serve anchebene per decidere se la soluzione
periodica Z(y)
c’ è o nonc’è,
ove non ci, sitrovi in uno di
quei
casi in cui la cosa possa decidersi apriori
per mezzodelle
(26)
e(27),
o formuleanaloghe.
Il metodo
numerico,
checonsiglio specialmente
permigliorare l’approssima.
zione della soluzione ottenuta col metodo
precedente,
è invece un metodod’appros-
simazioni successive fondato sull’osservazione che dalla
(6’), integrando rispetto
a y da y, ad y, si ha
e sul fatto che il valor medio in della soluzione
periodica è,
come ben
sappiamo, uguale a -f1/a.
Precisamente, supposta
nota apriori
unaprima approssimazione z=zo(y)
(5) V. per esempio BIEBERBACH, loc. cit., Kap. 2.
Annali della Scuola Norm. Sup. - Pisa. 2
della cercata funzione
Z(y),
calcoliamoci anzitutto una secondaapprossima-
zione
zi(y)
mediante la formuladeterminando la costante in modo da ottenere che
già
soddisfi esat-tamente alla condizione relativa al valor
medio,
cioè in modo che siaCiò
posto
calcoliamoci le successiveapprossimazioni
mediante la formula ricorrente(ottenuta
sottraendo membri a membro le due formuleanaloghe
alla(38)
rela-tive a e zn e sostituendo
quindi 2zn
a dove la costante7cn
dev’ essere scelta in modo che siacondizione da
cui
si ricaval’ equazione
lineare inkn :
che mostra
come kn
sia una mediapesata (relativa
allafunzione-peso
dei valori dell’
integrale
~nell’intervallo
yo , y o + 2n > .
13. - Passiamo ora a
giustificare
ilprecedente
metodo diapprossimazioni successive,
facendo vedere che esso, almeno per a sufficientementepiccolo,
è certamente
convergente. Precisamente
dico che se a el’approssimazione
ini-ziale
zo (y)
sono taliche, posto
sono verificate le
condizioni,
allora le funzioni
zn(y)
costituiscono una successione uniformemente conver-gente,
il cheimplica
ovviamente che saràInfatti, posto
ingenerale
si ha evidentemente
e
quindi,
in forza della(40),
saràmentre,
d’ altraparte,
si ha ovviamenteAvremo
dunque
purchè, beninteso,
non solo 81, ma anche le somme 8i+ez, 8i +82 +83,....
risul-tino tutte minori di 1]i ~ a
Ciò
posto
ammettiamo per un momento di avergià
dimostrato ch’ èpossi-
bile determinare almeno un numero
positivo E,
minore di tale cheposto
ed osserviamo che si avrà allora evidentemente:
epperò
la serie 81 + 82 + 83+ ....,
ammettendo comemaggiorante
la serie conver-gente 8i * + 82* + 83 * + ....
sarà certamenteconvergente,
dalche,
considerato ilsigni-
ficato di En, segue senz’ altro l’ assoluta ed uniforme convergenza della succes- sione
zo(y), Z2(y), ....
nell’intervalloCome si
vede,
tutto stadunque
a dimostrare lapossibilità
di determinare E in modo che sia soddisfatta la condizione(47),
cioè in modo che sian =
il che dà
luogo
alle condizioni :Proviamo cos ch’ è anzitutto necessario che sia
condizione ch’ è certo soddisfatta se è
che non è altro se non la seconda delle
(42).
Nonpotremo
invece tentare di soddisfare la(49) ponendo
- ,- . -, 1
perchè
allora .-2na sarebbenegativo
equindi
la seconda delle(48)
nonpotrebbe
certo darci per E un valorepositivo.
La
precedente
condizione non èperò
soltantonecessaria,
ma anche sufficiente per la determinabilità di E.Invero, supponendola soddisfatta,
la seconda delle(48)
fornisceche,
com’ è facileverificare,
sono due valori entrambicompresi
nell’ inter- vallo0, qi +2na> ; dunque,
sotto leipotesi (42),
non solo èpossibile
trovareun E soddisfacente la condizione
(47)
ma anzi se ne possono trovardue,
e nesegue 1’ assunto.