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Dalla vita spericolata alla vita tranquilla. Emancipazione e diversità nelle nuove generazioni

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Dalla vita spericolata alla vita tranquilla. Emancipazione e diversità nelle nuove generazioni

CATTACIN, Sandro

Abstract

Pensare alle future side dei giovani e alla loro relazione con la devianza signiica descrivere la società di do- mani nella sua interezza. La devianza giovanile è, in effetti, un indicato- re delle società che cambiano. Vasco Rossi, cantautore italiano, scrisse nel 1983 un inno alla critica della so- cietà, nella sua Vita spericolata, proposta al festival della canzone italiana di Sanremo. Fu uno scandalo sia per il testo del brano che per l'atteggiamento del cantante.

Vasco Rossi decise infatti di andarsene dal palcoscenico prima della ine della canzo- ne lasciando la parte conclusiva al playback.

CATTACIN, Sandro. Dalla vita spericolata alla vita tranquilla. Emancipazione e diversità nelle nuove generazioni. Revue der Schweizerischen Gemeinnützigen Gesellschaft , 2010, vol.

149, p. 10-12

Available at:

http://archive-ouverte.unige.ch/unige:40293

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Revue Nr. 05 | 2010 I m B l i c k p u n k t | P o i n t d e m i r e

i continui sforzi, la vita dei giovani rimane spericolata. In altre parole:

la generazione di ieri cercava di usci- re dalla banalità, voleva rompere le frontiere, trasgredire; la generazione di oggi vive in questa società tanto ambita dai giovani del post-1968 e ne ricerca i limiti, la normalità. I giova- ni vorrebbero ritrovarsi in una situa- zione di tranquillità e stabilità ma, da un lato, non sanno più cos’è la tranquillità e, dall'altro, non hanno più il diritto di essere tranquilli: vi- vono in una società nervosa.

La ricerca del sé

Una tendenza verso la trasformazio- ne delle relazioni sociali e di lavoro si sta infatti imponendo. I primi a vi- verla e a sentirla sono proprio i gio- vani che si ritrovano in una società senza riferimenti dal punto di vista dei valori e dei modelli. Il mercato del lavoro e l'insieme dell'economia richiedono una sempre maggior les- sibilità che esige un continuo adatta- mento agli orientamenti imposti dal- le imprese. Il risultato è «l’uomo lessibile», descritto da Sennett come colui che deve essere in grado di la- vorare un giorno per Greenpeace e il giorno dopo per Shell – ma che, alla ine, non sa più cosa insegnare ai suoi igli. Questo nuovo uomo deve anche essere capace di reinventarsi continuamente per rispondere agli aumentati bisogni di mobilità: l'evo- luzione di una carriera lavorativa non è più prevedibile; si deve essere pronti a cambiare luogo di lavoro e spesso anche mestiere.

Dal punto di vista dell'identità, il lavoro non contribuisce più alla sua deinizione, mentre resta rilevante come produttore di risorse materiali.

L’identità si forma al di fuori della sfera lavorativa, ponendo le persone in una condizione di continua ricer- ca di sé.

Paradossalmente, nella società della dissoluzione dei valori e degli orientamenti morali comuni, si assi- ste ad un risveglio di logiche di ap- partenenza arcaiche, siano esse reli- Pensare alle future side dei giovani

e alla loro relazione con la devianza signiica descrivere la società di do- mani nella sua interezza. La devian- za giovanile è, in effetti, un indicato- re delle società che cambiano. Vasco Rossi, cantautore italiano, scrisse nel 1983 un inno alla critica della so- cietà, nella sua Vita spericolata, pro- posta al festival della canzone italia- na di Sanremo. Fu uno scandalo sia per il testo del brano che per l'atteg- giamento del cantante. Vasco Rossi decise infatti di andarsene dal palco- scenico prima della ine della canzo- ne lasciando la parte conclusiva al playback.

La critica fu: «una provocazione di un pazzo drogato!» – commento che si riferiva al suo comportamento ed al suo ben noto consumo di stupefa- centi. Vasco era invece tutt’altro che incosciente del suo gesto che metteva in evidenza due cose: innanzi tutto, attraverso il testo della canzone, il fatto che la sua generazione voleva liberarsi dai conformismi, passare dal fare ciò che si «deve» fare al fare ciò che si «vuole» fare. Era la genera- zione che criticava la banalità della vita piccolo-borghese e Vasco ha vo- luto anche evidenziare la falsità di ciò che è normale, che diventa into, una sorta di playback del mondo co- me dovrebbe essere. La sua «devian- za» ha anticipato il ritorno del con- certo dal vivo a Sanremo e anche l'i- nizio di una società in radicale trasformazione che si dirige verso quello che i sociologi avrebbero chia- mato l’individualizzazione e l’indivi- duazione: l’aumento del pluralismo e la ricerca sempre più disperata di essere riconosciuti in quanto «altro».

La società nervosa

25 anni dopo, nel 2008, di nuovo a Sanremo, un altro cantante, anche lui cantautore, fa di nuovo scandalo.

Giocando col testo della canzone di Vasco Rossi, Tricarico, questo è il suo nome, urla nel microfono che lui, insieme alla sua generazione, vuole una vita tranquilla e che, nonostante

Dalla vita spericolata alla vita tranquilla.

Emancipazione e diversità nelle nuove generazioni

Sandro Cattacin, Professore di sociolo- gia all’Università di Ginevra

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Revue Nr. 05 | 2010

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giose (con l’aumento dell’offerta settaria) o comunitarie (con il ritorno del nazionalismo populista e del di- scorso etnico-comunitario). Sono queste logiche del passato che rassi- curano un essere disorientato, ma sono anche queste stesse logiche che dividono di nuovo la società. Non so- no più le classi sociali, i ricchi contro poveri o i sindacati contro il padro- nato, che deiniscono le nuove linee di conlitto, ma sono i posizionamen- ti identitari: da una parte, l’afilia- zione religiosa crea fondamentalismi e integrismi e il passaporto i nazio- nalismi; dall’altra, si sviluppa un re- lativismo globale, senza valori né appartenenze, a rischio di tecnocra- zia.

Emanciparsi: sperimentazioni situazio- nali

Questa società, nello stesso tempo dogmatica e relativista, produce oggi i giovani di domani. La loro storia sarà contraddistinta da principi ra- dicalmente diversi a casa e a scuola che saranno messi a confronto e la loro emancipazione non potrà che essere sperimentale. In effetti, una terza via tra relativismo e dogma non esiste in quanto contenuto o vi- sione; è un'emancipazione procedu- rale. Il proprio orientamento nell’a- gire si sviluppa dunque in situazioni sperimentali, dove l’intuizione di- venta più importante di ciò che si è appreso all'interno della famiglia o a scuola. Sono micro-esperienze che accumulano una conoscenza che ha un valore euristico che resta però li- mitato nel tempo. Per questo, la vi- sione del domani è una visione aper- ta; tutto è insicuro e tutto è aperto.

Questa doppia faccia della libertà fa si che i giovani di domani saranno certamente insicuri, ma questa insi- curezza sarà vissuta come una ne- cessità per agire e scoprire. Da tanti anche come una liberazione dal de- terminismo.

L'inluenza dei diversi gruppi di appartenenza creerà, contempora- neamente, una persona isolata nella

sua essenza ed estremamente aggro- vigliata in reti sociali che possono essere mobilitate, abbandonate, tra- sformate: ci si attacca e ci si stacca da queste reti, come descritto da Je- an-Loup Anselme nel suo libro

«Branchement», senza cambiare ra- dicalmente, ma sviluppando una propria esperienza di vita.

Diventare adulti

La vita come sperimentazione fa sÌ che il periodo di passaggio verso l’e- tà adulta non solo si prolunga, come già sottolineato oggi dagli osservato- ri della gioventù che parlano di estensione del periodo di moratoria – periodo di passaggio dallo stato di giovane a quello di adulto. Ma in più, i periodi di passaggio classici si so- vrappongono e la sincronia del per- corso di vita si trasforma in a-sincro- nia: si studia e si ricomincia a studiare per tutta la vita, le coppie si formano e si sciolgono per periodi di vita, creando la normalità della fa- miglia ricomposta, e contemporane- amente le relazioni sociali si com- pongono, si scompongono e si perdono. Si è sempre giovani, si por- ta sempre le scarpe da ginnastica, si è sempre un po’ attirato dalla tra- sgressione.

Liminalità esistenziale

La nuova società sarà continuamente sottoposta a una veriica di ciò che è giusto o sbagliato, accettabile o de- viante. Le istituzioni regolatrici non potranno avvalersi del diritto di es- sere detentrici di verità assolute e dovranno confrontarsi con la nego- ziazione; Habermas parla di una ne- cessar ia aper t u ra democrat ica dell’amministrazione. L’economia sarà invece sottoposta alla critica esistenziale degli individui consu- matori, organizzati in rete. E l’indi- viduo si troverà in uno stato di conti- nua ricerca dei suoi limiti, imposta da una società che non accetta nes- suna frontiera. Ciò che risulterà, sa- rà una società dell’innovazione, di corto respiro per quanto riguarda i

valori, ma tollerante e persino ri- spettosa delle differenze, viste come gli elementi di base di un cambia- mento produttivo, sia esso economi- co o sociale.

Questa società dell’innovazione sa- prà creare spazi di sperimentazione per i giovani, spazi nei quali si ap- prende la trasgressione come compe- tenza procedurale nella società del cambiamento continuo. Le identità non si formeranno in una logica bi- polare che distingue il normale dal deviante, ma saranno misurate da ogni individuo nel confronto con l’al- tro e nell’eficacia della scelta identi- taria in situazioni decisionali.

La sfida della scuola

Se «l'altro» è un riferimento pedago- gico, spetterà alla scuola promuove- re le qualità individuali. In una so- cietà dove l’innovazione si crea attraverso la differenza, la scuola non dovrà più solo trasmettere cono- scenze, ma agire sui potenziali che i giovani sviluppano. La questione del futuro non è tanto se i giovani saran- no contro la società di oggi, ma come si riuscirà a canalizzare le loro insi- curezze e la loro voglia di essere di- versi dai genitori che non propongo- no più orientamenti chiari contro i quali è facile ribellarsi. Emanciparsi sarà più dificile e questa condizione accompagnerà l’individuo per tutta la sua vita, creando un terreno di sofferenza che le istituzioni preposte alla formazione dovranno accogliere e sul quale dovranno intervenire perché non si trasformi in un riiuto della società.

Text: Sandro Cattacin

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