A NNALI DELLA
S CUOLA N ORMALE S UPERIORE DI P ISA Classe di Scienze
B ERNARDO P ALADINI
Sul moto di rotazione di un corpo rigido attorno ad un punto fisso
Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze 1re série, tome 5 (1888), p. 165-226
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SUL MOTO DI ROTAZIONE
DI UN CORPO RIGIDO
ATTORNO
AD UN PUNTO FISSO
Consideriamo due terne
0 ( s y j )
ed 0( ~ Y) ~)
diassi
ortogonali congruenti
fraloro,
elegate
dalle rela-zioni : .
la
prima
sia fissa nellospazio
e la seconda sia compo-sta
dagli
assiprincipali
di inerzia relativi alpunto
fisso0 di un corpo P che ruota intorno ad esso;
esprimiamo
i nove coseni
cartesiani al - - -
y3 per i treparametri
in-dipendenti 8 , ponendo :
168
ed il moto del corpo P sarà
completamente
determinatoquando,
note le condizioniiniziali,
lequantità 8 ,
siano conosciute in funzione del
tempo.
Denotiamo con
A , A ,
C i tre rnotnenti di inerzia e conp, q, r le velocità
angolari
di rotazione intornoa ~, 1), ~;
supponiamo poi
che ilpotenziale
V delle forzeagenti
sul corpo
dipenda
soltanto da 0 ed abbia la forma11,
cosl 0+ H2
cos 0 con le H costantiqualunque,
od ancheV =====
H~
c~2+ quando
per brevità siponga 0.
Gli
integrali
delleequazioni
del moto del corpo P colle fatteipotesi
sono: -nelle
quali
è statoposto :
e le
costanti h, g,
roesprimono,
come anche si riscon- trafacilmente,
la costante delle forzevive, quella
del.1’
integrale
delle aree relativo all’asse z, e lacomponente
della velocità
angolare
di rotazione del corpo nella dire- zione del suo asse di simmetria .Se alla terna
0 (i m i)
si dà un movimento uniforme intorno a colla velocitàangolare
ZD ro(
O--1)
A ed indichia-mo con
( ~)
edgli
assi mobili sulpiano i x,
laposi-
zione
degli
assi(~) (n) j
sarà determinata daiparametri
9 , y, , § essendo :
,potendosi poi
scrivere : écon
le
quadrature
daeseguirsi
per aver le formole relative almoto
degli
assi(i)(*) É
sono le(6)
e laprima
delle(3).
È
utile osservare che i « divisori unitiagli integrali »
ellittici di terza
specie
cherappresentano P1 e
sonoeguali
a 2 i e chequindi
secomponiamo
colle formole(2)
i coseni mediante otter-remo sempre delle
espressioni
razionali.CAPITOLO PRIMO
1.0 Per
eseguire
lequadrature
indicate dotbiamo con-siderare le radici della
equazione
F__ 0, perciò
fare-mo su di esse le
seguenti
osservazioni. Anzitutto dalla forma diF (m)
si ricava cheF ( +1 )
edF ( -1 )
sonoambedue
negativi,
ma siccome per certi valori di w(che
oscilla fra
+ 1
e -1)
deve ~~~(cú)
resul tarpositivo,
9affinchè non si abbia t
immaginario
eqnindi anche 9 e ~,
ciò che contradice alla natura del
problema
chestudiamo,
cos dovranno esistere due radici reali i comprese fra
+1
e ---1. Per le altre due radici osserviamo che se si ha
H1 0,
equindi :
saranno anch’esse reali e comprese una fra
+
00 e+ 1 ,
l’altra fra - 1 e - 00; se
poi
abbiamoH,
> 0 e con-seguelitemente :
esse
potranno
essereimmaginarie coniugate,
oppure an- ch’ esse reali e comprese :(*) Quando Hg===0 queste
due
radici reali, se esistono, debbono anch’ esse stare nell’ intervallo (+1 , -1 ), poichè mancando il termine in 6)’ neir equazione F(A)) = O la somma delle quattro radici deve esser nulla; ma due di queste stanno di certo fra + 1 e - 1, quindi le altredue non possono esser reali e comprese ambedue fra -~. oo e + 1 op- pure ambedue fra - oo e - 1 perchè in entrambi questi casi non po- trebbe annullarsi la somma delle radici.
Per altro se sono immaginarie la loro parte reale verrà in que- sto caso data dalla semisomma delle radici reali esistenti fra +1 e -1
cambiata di segno. ..
Separate
cos leradici,
denotiamole con a, ai a~ ai in ordine digrandezza
crescentequando
sono tuttereali;
altrimenti chiamiamo con a~ a~ in ordine crescente le ra- dici reali e con
~~ -f - i ~ ,
le dueimmaginarie.
Se la costante
H,
ènegativa
evidentemente si avrannoper t
valori reali finchè laquantità w
si manterrà entro i limiti a2 e a3 ; equando H,
èpositiva
ciò succederàfinchè (~) si manterrà in
quello
dei due intervalli(a, , a~)
ed
(a3
1a,)
che è compreso in(+ 1 ,
y-
1),
se tutte leradici sono
reali;
altrimenti nell’intervallo(al , a$).
Chia-mando
dunque 0, , 8~ , &3 , 9" gli angoli
che hanno percoseno
respettivamente a , a, ,
a3 , t, edimmaginando quattro
coni circolari tutti col vertice in0,
coll’asse o .~e di
apertura 0, 1 01
13 , 8, apparisce
chiaro che 1’ assedi simmetria del corpo, che è
0 ~,
non uscirà mai du- rante la rotazione dallospazio
compreso fra iconi 9s
ee. quando
siaH, 0;
che lo stesso asse oscillerà entroi
coni 8, , e.
oppure entro iconi 95 , 0~, ( a
secondadei casi
considerati ) quando
siaH,
> 0 e le radici tuttereali,
altrimenti entro iconi 0, e 0,
se due radici sonoimmaginarie.
Laposizione iniziale ,
come una diquelle
che il corpo
prende efiettivamente ,
deve esser tale chenei
singoli
casi 1’ asse0
cadanegli spazii indicati;
ep-perciò
se, avendosiH,
> 0 con tut1e le radicireali ,
ambedue
gli
intervalli(a, ,
ed(a~, a~ )
cadessero in( + 1 , z1 ),
come avvienequando H,
=_0, dipenderà
unicamente dalle condizioni iniziali il fatto che durante la rotazione 1’ asse suddetto
rimanga
entro i coni9! , 91
o
piuttosto
entro i coni8 , 9 ~ .
In scriviamo L al
posto
di - 2 AHi ;
avremoagli integrali
delproblema
la forma normale e nel com-porre i
coseni a,
... y3separiamo
i due casi :i .°)
CheF(,)
abbia tutte le radici reali.2.°)
Che abbia due radici reali e due imma-ginarie.
Nel
primo
diquesti
casi sipotranno
avere delle for- molepiù semplici eseguendo
una trasformazione reale di secondogrado
che diaper k’
un valorereale, positivo
eminore di
1,
come è necessario per introdurre le fun- zioniellittiche;
e nel secondo caso per soddisfare a que- ste condizioniadopreremo
una trasformazione delprimo
grado.
§
2. o Primo caso .Supponiamo
L0
ed a, ~ ~ C a,;potremo
evi-dentemente porre :
e dare alla
prima
delle(3)
la forma :la
quale dopo
aver fattoe per conseguenza :
4
Supponiamo
L 0 ed c~3 ‘ ·~ a4; dovremonelle formule di
[«~
scambiaregli
indiciL , 2 , 3 ,
p 4respettivamente in 3 , 4 , 1 ; 2 .
(y~ Supponiamo L >
0ed ag
M ~ c~3 ; dovremo nelle formole di«
scambiaregli
indici1, 2, 3 ,
4 re-spettivanieiite in 2 , 3 y 4
y I.Basterà
dunque occuparci
di e per e[7]
nonavremo che da fare le sostituzioni indicate.
Gli
angoli §j
et~2
resultanocomposti
da unaparte proporzionale
all’argomento
el li ttico u e da unintegrale
ellittico di terza
specie
cui abbiamo dato la forma3d a cui
poteva
anche darsi una delle altre tre formeSe mediante la
quantità n
si costruisce ~espressione
N
= yi(n+ 1 ) (n+k2)
leproprietà
dell’integrale dipen-
dono dal segno di N
( numero caratteristico )
esegnati
sull’asse reale
gli
intervalli(-
oo ,1 ) , ( ----.1 , k~), (2013 , o ) , ( o ,
y+ (0) l’integrale
è di carattereloga-
ritmico se yi è nel
primo
o nel terzo diquesti intervalli,
vale a dire se è
N 0;
ed è di caratteretrigonome-
trico se n è nel secondo o nel
quarto,
vale a dire se èN > O.
Nel nostro caso chiamando
N,
ed1BT
i numeri carat-teristici
degli integrali
per cuisi, esprirnono respettiva-
e
2’
ed osservando che dalla forma d resulta :avremo :
per conseguenza
gli integrali
stessi saranno di caratteretrigonometrico,
il che concorda col fatto che il divisore unito ad essi è unaquantità immaginaria.
~.
3. o Per ridurre alle funzioni e( forma canonica ) gli integrali esprimenti §, e t¥2 bisogna
introdurre in cia-scuno una costante ausiliaria a
legata
allarespettiva quantità
n da una delle relazioni :essendo
0 a g K’;
eprecisamente
dovremo dare ad n indiiferentemente una delle forrne[q] quatzdo n
è unaquantità positiva;
ed una della,~~~ quando n
ènegativa
( compresa
fra 1 eI~z ). Bisogna dunque
averriguar-
.do alla situazione delle radici per riconoscere i
segni
delle
quantità n, ed n~
chemolt.ipliLano
sn2 u nei deno-minatori dei secondi termini di
tf~
e~2.
Può
darsi,
ora che cioccupiamo
di[cc]~
che:~ stiano tutte fra
--j-1
e -1(
come per es.quando H. == 0 ) - quindi :
cioè : o o
e per conseguenza :
Integrando
leeqiiazíoai precedenti
e facendo uso delle(5)
otterremo immediatamente pee r:pJe
leespressioni:
Nel caso
[a~"
resulta~i>0
Ì0,
talchè porremo :e
quindi
Se
eseguiamo
leintegrazioni :
otterremo
applicando
le(5) :
Si
aggiunga
che essendo:( supponesi
per fissare le i cl e e :se ne ricava:
E sicconie per le
posizioni già
fatte abbiatno:ed inoltre
(*) :
.cos resulterà :
(*) Vedi al principio del seguente numero il significato
talchè le
(10)
possono anche scriversi :§.
4.° Allaprima
delleespressioni (9)
sipuò
dare laforma:
introducendo la nuova costante i ~ definita dalla relazione:
il che
può evidentemente
farsi per es-avremo altres i r i K’.
Per tal modo resulta esser cos 6 una funzione
dop- piamente periodica
coiperiodi 2 K
e 2 iK’,
avente nel .rettangolo
deiperiodi
i duepoli
delprimo
ordine u-ir ed u -= i K’ - i 1"; coi residuieguali
e di segno contra- rio. Se li calcoliamo osservando « che il residuo di unafunzione che in un
punto
diventa infiaita delprimo
ordineè
eguale
al valore inquel punto
dell’ inversa della deri- vata dell’ inversa della funzione stessa » si trova per essi- essendo
positivo quello
relativo alpolo i t, negativo
F altro .Applicando dunque
la nota formola di Hermite si po- tràesprimere
cos 0 mediante le funzioni di secondaspecie,
ed avremo denotando con C una costante:facendo u--0 si trova immediatamente per C :
quindi :
espressione eguale
aquella
della velocitàangolare
dirotazione della
projezione
sulpiano
invariabile di unodegli
assiprincipali
nel moto di un corpo nonsoggetto
a
forze,
omeglio
in un moto di Poinsot che sarebbe de- finito dallequattro
costanti a,(*).
Siccome abbiamo
posto al §.
3. caso[«1’ , (
i calcoliche seguono subiscono
leggera
modificazione sulla costan-te v,
per il caso[«]" ):
C) ( Cnf. il teorema di Jacobi, riportato nelle « Gesammelte Werke » vol. 2.B pag. 439 ).
cos ricordando la
espressione
di si ricava :dalle
quali
emerge :Introducenoo
questi
valori di a,ed a.
nell’ espres- sione di cos 0 sipuò
eliminarne queste duequantità
etrovare
dopo
alcune riduzion i :dalle
quali
si passa facilmente alle funzioni Jacobianeadoperando
le formole:’
Ricaviamo
pertanto:
e siccome da
questa
si deducono le altre due:"
cosi ricaviamo ancora:
dove per brevità si è
posto :
§.
5. Per la relazione chelega
p, all’angolo
cuiF avevamo sostituito si ha :
considerando adesso in
luogo
di cpe ~ gli angoli
ad essi
legati
dalle relazioni :nello
quali
èav re mo :
e si riconosce facilmente che
’
e-p’
soiio, alpari
di 0,delle funzioni
periodiche
deltempo
cheriprendono gli
stessi valori
dopo
il 1tempo
La rotazione del corpo P si
può quindi
considerarecome
composta
di tre movimentiperiorlici;
cioè due rota-zioni uniformi
progressive
’attorno »ll’ asse di simmetriadi esso, 1 ed all’ asse fisso delle z, ed una rotazione oscil- latoria
degli
assiprincipali
di P attorno ai tre fissi w y z.Per trovare la vera
posizione
cheprenderà
il corpo altempo
dovremoimmaginare
untriplice spostamento:
1°) dopo
aver sostituit i valori di 0 ,~‘
corri-spondenti
aquesto tempo t ( cui può aggiungersi
unmultiplo qualunque positivo
onegativo
diC)
nelle espres-sioni :
si determinerà la
posizione corrispondente
del corpo me- diante le formole :2°)
si faràgirare
il corpo attorno all’ asse z di unangolo eguale
a w u -t-t¥o (o
di unangolo
che ne d ife-risca per un
multiplo
di 2x).3°)
si faràgirare
il corpo attorno al suo asse di sim- metria di unangolo eguale
a o di unangolo
chene differisca per un
multiplo
di 2x.A
completare
la soluzione delproblema aggiungeremo
le
espressioni degli
otto coseni cartesiani yg per le funzionijacobiane degli
stessiargomenti u-~- i~c , u -~- 2~~ ,
92 , che
compariscono
iiicos 0 ,
ossia in 7;espressioni sviluppabili
in serie con-vergentissime equindi
atte al calcolo numerico.§.
6.0 Dalle(17)
si ricava:e
quindi :
Dalle due relazioni
precedenti
si traggono iseguenti
valori per i
quattro
coseni C~3 , {~ , li :I valori dei rimanenti
quattro (32
si calcolano facilmente
partendo
dalle formoleseguenti
che son dedotte da
quelle
chelegano
i coseni stessiagli
angoli t7 ~ ~~ , ~.~I~ :
avendosi infatti :
basterà sostituire nelle
(19) questi
valori eqljelli
di1"+ cos 0 che abbiario
già
trovato, per ottenere:§
Secondo caso.Supposto
che ~equazione
F(w)
0 abbia due radici reali a! ed a, e duecomplesse a.-~-i ~u ,
).--i ~t; che sia:a,
L 0 ,
sostituiamo alle costanti a~ , a, , colle relazioni:viamo
poi
che da esse resulta:e che per conseguenza
ponendo :
siamo certi che K’ è
positivo
e C 1 ..Alla
prima
delle(3)
sipuò pertanto
dare la forma :la
quale dopo,
averposto
anche inquesto
casoe
quindi
Considerando
poi
che:e che per conseguenza, mediante le
posizioni :
si ottiene :
dedurremo dalle
(6)
leseguenti:
Si osservi adesso che
essendo al
a~ eprendendosi
per
le 7
i valoriassoluti,
avremo y’ >y"; quindi poichè
a,
ed a~
stanno fra-1 e +1 potremo
in virtù delle(23
concludere 2 ,
13
sai annoquantità
sempreposi- tive,
e che m3potrà
esser tantopositivo quanto negativo :
per altro sarà sempre evidentemente Se è rna
0 potremo
porre:da cui
190
Se è
m3 ~ ~
porremo :Le costanti
i ai
edi aj
siprendono
minori di i K’ : le trasformazioni che seguono si riferisconoall’ ipotesi
di1?23> 0,
saràpoi
facile dedurne le formole valevoli nella seconda .. Ai denominatori comuni ai due ultimi termini entro
parentesi
nelleespressioni (24)
sipuò dunque
dare re-spettivamente
le forme:Per riconoscere
quale
forma assumano i numeratoriquando
si introduca anche in essi lecostanti -ausiliarie (1,
cominceremo dal trasformare la
quantità
C ro - g, cheesprimendosi con ~
a. e ,u, in rnani era che v i
compariscano
sol-tanto 1, ,
m, ,l~
ed Fale trasformazione sieseguisce
facilmente
partendo
dalle relazioni :e si ottiene
Analogarnente poi
servendosi delle relazioni.si ottiene:
quadrato
del rriolulopuò
darsi ladcppia
espres- sione :per cui
apparisce
chiaro essere :Portando
questi
risultati nelleespressioni
di e(
fbrmo!e24 )
noi otteniamo cos :talchè
integrando
e valencloçi delle(5)
si ricava pergli angol q,
i valoriseguenti :
quando
per brevità si ponga :~.
8. o Poichéogni
arco u) siesprime
per la sua t3n.gente
W mediante lase
>onianio :
e denotiamo con w, e w i valori di
questa quantiià
quari- do siprende respettivamente
il segnosuperiore
ed il se-gno
inferiore,
noi avremo :od
anche, adoprando
la formola :Si intro(Jucono
agevo mentele
funzionijacobiane
ricor-dando ;he :
resulta per tal modo :
quando
per brevità si ponga :Possiamo
quindi
sostitu re alle(25)
le altre :cui daremo una forma
più semplice
riducendo lequantità
sotto il
logaritmo
aquadrati perfetti,
ciò cheprevediamo potersi
fareperchè
abbiamogià
mostrato che il divisore unitoagli integrali
che davano P.e 0/. era semplicemente
2 i e non 4 i come dalle
(26) apparirebbe.
§.
9.0 Prendiamo laseguente
formola :la
quale
insieme a rnolte altreanaloghe
fu data da Jacobi(
Theorie derelliptis,hen
Functionen aus denEigenschaf-
ten der Thetareihen
ab,,PIeitet )
e valequando
fragli argomenti
si ha :I~e funzioni
o , H ,
9. ,H,
nondivengono
mai infinitea distanza
finita,
ed invece si i ha:se
quindi
inqualche
termine del secondo membro di tale fòrmola alcunodegli argomenti
avesseprecisa iei te quel
valore che annulla la funzionecorrispondente ,
tutto il termine
sparirebbe.
Se diamoagli argomenti u
i valori :
otterremo:
e la formola di Jacobi si riduce a:
che per le
equazioni
caratteristiche delle funzionijacobiane può
anche scriversi : .E
poichè sappiamo
dalla teoria delle Funzioni ellit- t che che :. cos
portando questi
valori nella(27)
ne trarrerno:laonde sostituendo nelle
(26)
i valori che si ricavano daquesta
facendo v successivamenteeguale ad a , ac’ , b,
b’si
giungerà
aiseguenti
resultati :od ancora:
.
10. Definiamo una nuova costante i r mediante la relazione:essere la
quantità -i,
realeposit va
e >1 ;
e so- sti tuiamola nella(22),
cos essa diverrà:E
poichè
abbiamoposto :
dalle
quali
resulta :cos avremo ancora:
Ne seguono immediatamente le altre due:
ohe rientrano 1’ una nell’ altra scambiando tra
loro i ai
Invece
degli
sipuò
farcomparire
nelle(31) gli argomenti :
gli
ultimi deiquali
songià
statiprecedentemente adope- rati, purchè
siapplichino
ad esse le formole :Se Ciò fatto si passa alle funzioni
jaoobiane
sigerà
aiseguenti
risultati :quando
per brevità si ponga:Moltiplicando
tra loro le(32)
ed estraendo la radicequadrata
dalprodotto
si ottiene:§.
lI.Prendendo,
come nel§.
5. a considerare in-vece
degli angoli p e ~
le loroparti periodiche ~’
e~’,
avremo attualmente :
Anche in
questo
caso la rotazione del corpo P sipuò
considerare
deconiposta
in tre movimentiperiodici
e pos- siamoapplicare quanto
fu detto al§.
5.Ci occupererno adesso di costruire i valori dei coseni
cartes ani x,
.... z 3 mediante lefunzioni jacobiane.
Dalle(32)
trarremo intanto : àpoi
servendoci della(33)
e dei valori9’ e ~’
per costruirele
quantità
sen 6 , sen 0 , mediante lequali
si compongono immediatamente i coseni ~X3 , 1
~3 ,
7 2 noi avremo :e per conseguenza :
Per i
quattro
coseni rimnanenti osserveremo che aven-dosi :
basta
applicare
le(19)
per dedurne :Le formole
sono
scritte pergli
ar-gomenti
poichè
abbiamo:cos i resultati del secondo caso si possono
raccoglieie
nel seguente
quadro (37) :
le rotazioni alle
quali rispondono
le formole(37)
e
(38)
dobbiamosegnalare qùella
della Terra attorno alsuo centro di Fu infar,ti mostrato dal
Tisserand,
nei
Comptes
rendus tomoCI, 1885,
che se si tiene contodei termini
più
considerevoli nellosviluppo
delpotenziale
delle forze
agenti
su di essa, sipuò
ed esso dare la for-ma
H~
cos2 8( con O )~
e che inoltré laequazione
di
quarto grado F(
cos9 )
ha necessariamente due radiciimmaginarie.
.
12. Le formole[ (14) , (16) , (18) , (20) ]
o le[(37), (38)]
a seconda dei casi risolvonocompletamente
il
problema
della rotazione del corpot->, quando
si con-sideri il
problema
stesso come diretto alla determinazione analitica dellaposizione
del corpo adun’epoca qualunque.
La
rappresentazione
cinematica della rotazione si ottiene mediante le considerazioniseguenti.
Poichè la
componente
della velocitàangolare
di rota-zione nella direzione dell’ asse di simmetria del corpo
( asse ~ )
è costante edeguale
ad ro , l’ estremità del- l’asse di rotazione( polo istantaneo )
descrive nel corpouna curva situata su di un
piano
normale all’ asse C, e distante dalpunto
fisso 0 dellaquantità
ro. Se chiamia-mo
poi:
U e V le due terne di assi uscenti da 0 e com-poste respettivamente
dale
componenti
della velocitàangolare
nelledirezioni i , * , i ed u ,
u, u lecomponenti
stesse nelle direzionir y ~
y, z per il 1 moto di U
rispetto
aV; v ,
xv ,
y v z lecomponenti
della velocitàangolare
secondo x , ,y , zed v , v , v
le stessecomponenti
nelledirezioni $, y?
i i1
per il moto di V
rispetto
adU,
è facile riconoscere che si avrà : sSe
9 , , f
sonogli
ang li i Euleriani cho definiscono leposizioni
di Urispetto
a V nelprimo
~TIoto, y sarannorespettivamente 2
re - 8 , 2 ,2 x-? quelli
che de-finiscono le
posizioni
di Vrispetto
ad U nel secondo moto,quindi
avendosi :se ne dedurrà :
L’ i ntegrale
delle forze vive dà: ve
poiché
dalle(3)
ricaviamo:e
quindi :
1cos se dalle
(39)
e(40)
eliminiamo cos o otterremo:sono le coordinate
rispetto agli
assi’ z - ’
fissi del
polo
istantaneo dirotazione; dunque
esso simuove su di una
superficie
di secondogrado
di rivolu- zione attorno a ~ e col centro a distanza:dal
punto
fisso. Lasuperficie
è :un elissoide di rivoluzione se
un
paraboloide
» »un
iperboloide
ad 1 falda»Abbiamo
dunque
il Teorema :« La rotazione di un corpo simmetrico
rispetto
ad un« asse, attorno ad un punto fisso del suo asse di sim-
« metria per l’azione di forze il cui
potenziale
è«
H,
cos’0+H;
cos 0 essendo le H costantiqualunque
e~61’
angolo
che 1’ asse del corpo fa con una retta fissa»
passante
per ilpunto fisso,
sipuò rappresentare
me-« diante il rotolamento di un cono il cui asse coincide
« coll’ asse del corpo, su di una
superficie
di secondo«
grado
di rivoluzione attorno alla retta fissa che a se-« conda dei casi è un
el ssoide,
unparaboloide
od un«
iperboloide
ad una falda ».Se fosse la
superficie
si ridurrebbe ad unasfera,
come è noto secondo un Teorema del Dartoux.La curva descritta dal
polo
istantaneo nel corpo, ri- ferita ad un sistema di coordinatepolari
p e 5 col centro alpunto
d’ incontro coll’ asse ~ delpiano
su cuigiace,
ha per
equazioni :
La curva è tutta compresa fra due circonferenze con-
centriche i cui
raggi dipendono
dai limiti entro cui oscilla cos 9. Si riconosce facilmente che1’ angolo polare
vieneespresso da un
integrale
ellittico di 3.&specie,
eprec;isa-
mente :
Per
H1=O questa
curva si riduce ad unaerpolodia.
Equazioni
del tutto simili alle(41)
si hanno per laprojezione
sulpiano a? y
della curva descritta dalpolo
istantaneo nello
spazio,
riferendola alle coordinatepolari
~’
e 9’ colpolo
nelpunto
fisso :§
130 La forma delpotenziale
delle forzeagenti
sulcorpo è. stata
supposta
essere:Se
immaginiame
che in essaH,
tenda verso zero, ilpotenziale
tende evidentemente a divenirequello
di uncorpo
pesante;
mai considerando che alla funzioneF(r»)
laquale comparisce
sotto radicalenegli integrali (3),
sipuò
dare la forma :
noi vediamo che affinchè
convergendo
H~ verso zero, essarimanga
finita e si riduca ad una funzione di 3.°grado quale
èquella
checomparisce
sotto radicalenegli integrali
del moto di un corpo
pesante
dirivoluzione, bisogna
chea, vada verso 1’0o di
guisa
che ilprodotto H a-
con-verga verso una
quantità
finita. Quindi la rotazione diun corpo
pesante
dirivoluzione ~ e
di un corposoggetto
ad una azione
eguale
e contuaria aquella
dellagravita)
si
presenta
come caso limite diquella
da noistudiata;
e le formole ad essa relative si deducono dalle
[(14), (16), (18), (20)]
facendoIn
particolare
le formole dei coseni che Jacobi eLottner dettero per il
problema
diLagrange
derivano daquelle
ora citate facendogiacehè
per esseresi vede che per sarà Cos la funzione che
rappresenta
cos 0 le cui caratteristiche abbiamo trovato esserquelle
di funzionedoppiamente periodica
coiperiodi
2K e 2iK’ coi due
poli
delprimo
ordineed i relativi residui
conseguentemente eguali
e di segnocontrario,
ha pergli
stessiperiodi precedenti
col-1’ unico
polo
nelrettangolo
deiperiodi
che alloraè di secondo ordine e col residuo zero; le
quali
caratte-ristiche coincidono con
quelle
de laquantità
cos 0 nelproblerna
diLagrange
ce-Ora
poichè
abbiarno :cos le
[(14), (18), (20)]
per ~ 1 ’ si convertono nelleseguenti :
Avendosi inoltre per
(*) Riguardo alle formole (14) (18) (20) aggiungiamo che quando si
’. iK/ i ....
faccia
i --_ ZK e
contemporaneamente 26i---Z esse rispondono allarotazione di un corpo soggetto a forze che si fanno equilibrio.
Infatti la funzione che comparisce sotto gli integrali del moto es-
sendo in questo caso di secondo g~’ado in cos2b, le quattro radici (tutte
rPali e comprese tra -1 L e +1 ) sono due a due eguali e di segno con- trario, e quindi riducendol alla forma normale come si è fatto al §. 2.
non dobbiamo che supporre: ai = - a4 ed a2 = - a~, ciò che porta:
.... %K/
ed intanto si riscontra essere i T =
20132013
~ poi ricavando: _ _ --- - - 1ed osservando che i1 e sone inferiori a i KI, deduciamo ancora ;
I 1 v T7 1
(G è
laquantità
finita verso cui si suppose convergereH1(l4)’
le(16)
si caiivertirantigquindi
inquesta ipotesi
nelle
seguenti :
o-Le formole
(43)
e(44)
coincidonoperfettamente
conquelle
di Iacobi e di Lottner.Fra i resultati
dunque
cui siperviene
per la rotazione -propostaci
del corpoP, quando
laequazione F(cos 8) o
ha tutte le sue radici
reali,
equelli
cui siperviene
per la rotazione di un corpopesante
di rivoluzione G attorno ad unpunto
del suo asse( problema
diLagrange )
nonvi è altra differenza clie
quella
del valore della costan-te i T. Ma siccome
gli angoli ~’ e §’
della rotazione oscil- latoriadegli
assiprincipali
di P nondipendono
da 2 rformole
(17), cos , supponendo
che non cambino ne unè al e a2, essi e
"quelli
della rotazione oscillatoriadegli
assiprincipali
di G sonoperfettamente uguali.
L3 due rotazioni non differiscono che per il valore dei
respettivi angoli
0, deiquali quello corrispondente
a P èsempre minore di
quello
di G come si riconosce facilmente dall’essere laquantità (14)
decrescente per r crescente.E se
immaginiamo
che le due rotazioni si,eseguiscano contemporaneamente
noi vedremogli
assi di simmetria dei duecorpi
rimanere sempre in uno stessopiano
normalealla comune linea dei nodi e
passante
per l’asse fisso z;talchè dando ad
ogni
istante alsislema i’ ,
yy/ , " degli
assi die Gr una conveniente rotazione attorno a
questa
lineaessi coinciderebbero col
degli
assi di P.« La rotazione del corpo
P,
nel caso chequ
consi-«
deriarno,
non è altro chequella
di un corpopesante
di«
rivoluzione, accompagnata
da una nutazione. »CAPITOLO
SECONDQ
MOTO Dl UN CORPO SOLIDO IN FLUIDO
OMOGENEO INCOMPRESSIBILE.
S.
l. Il movimento di un corporigido
diqualsi voglia
forma e distribuzione di rriassa in un fluido
incoinpressi-
bile omogeneo limitato da una
superficie
chiusa fissagia-
cente all’itifinito conduce alla
i,ntegrazione
di sei equa- zioni differenzialisimultanee ,
costruite da Klrchhoff,ponendo
che il fluido sia senzaattrito,
che nonpos;ieda
moto
vorticoso,
che sulle sueparticelle
nonagiscano forze,
che la velocità,varii.
* in esso con continuità e non ne esista altra chequella
dovuta al moto del corpo: con-dizioni che
permettono
diapplicare
ilprincipio
di Ida-miltou .
La forza viva del fluido resulta
allora, analogamente
a
quella
del corpo , una funzione omogenea di secondogrado
dellesecondo ,
* , à dellavelocità
dell’origine
di un sistema di assiortogonali , r,
fissi nel corpo, e delle delle velocità
angolari
di rotazione intorno aimedesimi;
talchè la forzaviva totale T del corpo e del fluido è anch’essa una fun- zione omogenea di secondo
grado
delle stessequantità
u 1 v 1 Zt) ~ , c~ , r la
quale
contiene ventuno coefficienti costantidipendenti
dalla forma e densità del corpo e dalla densità del fluido.Il Kirchhoff dette anche
gli integrali
del moto delcorpo nella
ipotesi
che su di esso nonagiscano
forze eche la sua massa sia simrnetricamente distribuita
rispetto
ad un asse ; preso per asse ; asse di simmetria la T
prende
la fornia:e ie
integrazionj
sieseguiscono
colle funzioni ellittiche. J Ilseguito
Clebschsegnalò
un altro caso nelquale
le equa- zioni sonointegrabili
per funzioniellitticlie, quello
in cuiscegliendo gli
convenientemente nell’interno del corpo, la T assume la forma :ed íl corpo non è
soggetto
a forze.ritorna al caso di Kirchhojff.
In questo
capitolo
risolveremo ilproblema
del motodi un corpo in un Snido che soddisfi alle condizioni enun- ciate in
priticipio, supponendo
che T abbia la forma(2)
e che sul corpo
agiscano
forze il cuipotenziale
V abbiala
espressione H,
cos2 0+ H2
cos 0 essendo le H cosLantiqualunque
e 0l’at golo
che i fa con nna direzionefissa;
se non che invece di
partire
dalleequazioni
di Iiirehhoffo da
quelle
che Clebsch ha loro sostituito cambiando leincognite
con delle relazionilineari,
noipartiremo
dalleequazioni
canoniche e ne dedurremogli integrali
col notometodo di Jacobi.
I sei
parametri indipendenti
mediante cui definiremola
posizione
del corpo saranno le coordinate« , ~ , ~
dcl-~
origine
O delrispetto
ad una ternafissa x ,
y, z , egli angoli
euleriani9, p ~f
delle dueterne.
~.
2. Lequantità
u , v , 2.~ ; r sonolegate
aiparametri a , ~ , r ; 9 , ~, , ~
dalle relazioni :Si ha inoltre:
Se per dare alla forza viva la forma
(T)
che le con-viene nella funzione
caratteristica H
delleequazioni
cano-niche
poniamo:
resulta :
essendo :
Conseg’upntcmente
:Sostituendo
quindi nella ( respettivarnente
poi,
con h costante:la
equazione
a derivateparziali
che cos siottiene,
unintegrale compiego
dellaquale,‘
tenente oltre h le
cinque
costanti arbitranecc, h , e, t’, ~,
da tutti
gli
iintegrali
i del moto, non viene a contenere~ , ~ ,
r rna soltanto 1P derivaterispetto
1 essefunzione
W’;
ne segue che ad essa si soddisfaprei>drndo:
con
‘~i m peadente
d’ ex, (j e z. Per conseguenza Pt , ])2 , Ps sono sempre costanti edegaaH respettivamente
c ; e
siccome, considerando : /
comele
componenti
di unavelocità,
noi rico-nosciarno dalle
(6)
che ’PC 1 3 resultanoeguali
allecomponenti
diquesta
stessa velocitàrispetto
ad í)) , y, ze basta
quindi
dare all’ asse fiaso z la direzione costante di essa per avere cos laequazione
a. de-rivate
parziali già
accennata verrà:Alla
equazione precedente
si soddisfa evidentementeprendendo :
con
indipendente da p
e~; quindi
avremo :e
Poniamo adesso cos F = (h ed indichiamo con
F((~))
lafunzione di cos f che è sotto il
radicale,
introduciamopoi
le nuove costann ïo ,Po , to ,(30
ed avremoper
integrali
del moto :~
Le ultime tre delle
equazioni (9)
dànno il moto delcorpo attorno al centro O
degli
si ricono-sce faciÌmente che sostituendo a o
e gli angoli
ad essi
legati
dalle relazioni :( il
checorrisponde
al sostituire alle teriie T ,z , ed~ , Y) , , respettivamente (ir) (y) z
ed(;) (y¡)’
essendo(~~)
ed
(y)
due retteortogonali
ruotanti nelpiano w
.’1 collavelocità
angolare
costante due rette or-togonali
ruotanti nel colla veloci tàangolare
avremo :
Poniamo :
avremo in
luogo
delle(11)
le altrecon : e
Ma