• Aucun résultat trouvé

2 Politica linguistica della Svizzera…

2.3 Rapporto di valutazione sulla promozione del

2.3.4 Raccomandazioni e prospettive

La delegata definisce come prioritario il raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’art. 8 cpv.

3 dell’OLing, illustrato al paragrafo 2.2.4 del presente lavoro, mediante una nuova offerta di formazione. Inoltre, siccome è stato riscontrato uno scarso numero di italofoni e romanciofoni tra i quadri, Mariolini propone che venga sviluppata e sfruttata la rete di collaboratori di queste due comunità linguistiche in modo da valorizzare le loro competenze tecniche e linguistiche.

Per quanto concerne invece il rilevamento di dati in merito alle competenze linguistiche del personale, la delegata spiega come sia necessario in futuro raccogliere dei dati supplementari.

Allo scopo di sensibilizzare in merito al valore anche economico del plurilinguismo e incoraggiare nuove candidature, la delegata raccomanda di sfruttare le reti esterne e interne già esistenti e di sviluppare nuove reti esterne per l’elaborazione di iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e nel settore professionale.

Infine, Mariolini spiega che le misure che attuerà per la promozione del plurilinguismo all’interno dell’Amministrazione federale si articoleranno lungo tre assi: delle misure interne all’Amministrazione (comprendenti ad esempio un gruppo di coordinamento interdipartimentale, incontri con le unità amministrative e il monitoraggio dell’attuazione delle raccomandazioni), delle misure esterne all’Amministrazione sul piano della sensibilizzazione, dell’informazione e delle collaborazioni (comprendenti lo sviluppo di una rete sul piano internazionale, di iniziative e collaborazioni con scuole, università e il mercato del lavoro di varie città svizzere) e un’altra serie di misure esterne (come lo scambio di buone prassi tra le amministrazioni pubbliche e le funzioni analoghe, incontri con commissariati e altre istituzioni che operano nell’ambito delle politiche linguistiche).

Gli obiettivi da raggiungere sono dunque stati definiti chiaramente, così come le strategie da mettere in atto per raggiungerli. Soltanto tra qualche anno sarà possibile valutarne l’efficacia, ma i presupposti per dei miglioramenti concreti sembrano essere presenti.

2.4 Conclusioni

Come spiegato all’inizio di questo capitolo, nella Costituzione federale l’italiano e il romancio sono qualificati come lingue nazionali e ufficiali (nel caso del romancio soltanto nei rapporti ufficiali con persone di tale lingua), ma non sono definiti esplicitamente come lingue di minoranza. Le numerose misure adottate in loro difesa dalla Confederazione negli ultimi anni dimostrano però chiaramente che lo sono. È determinante il fatto che in Svizzera l’italiano è sia lingua nazionale e ufficiale, sia lingua di minoranza: se anche solo una di queste due condizioni non fosse presente, tali misure non sarebbero state previste. Ne sono un esempio i casi di lingue come il corso o il bretone in Francia, che non essendo lingue nazionali né ufficiali nel Paese non beneficiano di misure di tutela paragonabili a quelle su cui possono contare l’italiano e il romancio in Svizzera.

Se si pensa che solo dieci anni fa Bianconi (2005:149) scriveva con rassegnazione della

“difficoltà”, se non “impossibilità di progettare una politica linguistica nazionale in Svizzera”

e che all’italiano sarebbe stato riservato anche in futuro il “solito trattamento” di “lingua alibi del plurilinguismo elvetico”, passando in rassegna le varie leggi, ordinanze, misure e iniziative menzionate nel capitolo, risulta evidente che la Confederazione sta invece sempre più delineando e attuando una propria politica linguistica a tutela del tradizionale quadrilinguismo.

Attualmente però la lingua italiana, essendo minoritaria nel Paese, rimane sottorappresentata in seno a diversi dipartimenti dell’Amministrazione federale e nelle fasce di stipendio più elevate e per la Svizzera italiana (come pure per la Romandia) sussistono degli ostacoli di natura linguistica nell’aggiudicazione delle commesse e degli appalti pubblici, questo benché nella Costituzione federale tutte le lingue nazionali siano poste sullo stesso livello. La situazione per il romancio è ancora meno rosea. Recentemente, all’interno dell’Amministrazione federale sono però stati fissati dei valori obiettivo per ogni dipartimento, e il Consiglio federale ha stabilito delle misure mirate per contrastare i potenziali casi di discriminazione linguistica nell’ambito degli appalti, delle commesse pubbliche e dei bandi di concorso. Per i vari motivi elencati, malgrado gli sforzi e le misure in atto, alcuni traguardi potrebbero rivelarsi difficili da raggiungere, ma il Messaggio sulla cultura, le numerose raccomandazioni della delegata e la grande quantità di interventi parlamentari sul tema del plurilinguismo dimostrano che, a dispetto di certi limiti oggettivi, ci sono ancora diversi margini di miglioramento.

In conclusione si può dunque affermare che la Svizzera è un Paese che attribuisce grande importanza alla sua pluralità linguistica e alle sue minoranze. Non ha infatti faticato a ratificare alcune carte e convenzioni internazionali in difesa delle minoranze linguistiche e nazionali, a differenza di alcuni Paesi confinanti, poiché la sua politica linguistica e culturale si basa già molto sulla difesa e sulla promozione del plurilinguismo e della pluralità culturale.

Certo, gli obiettivi prefissati in materia di rappresentanza delle comunità linguistiche in seno all’Amministrazione federale non sono ancora stati tutti raggiunti, ma con l’ampio ventaglio di misure illustrate nel presente capitolo sembra davvero che un miglioramento sia possibile e che si stia andando verso un plurilinguismo sempre più effettivo e tutelato. Ciò ha un valore molto importante, poiché come evidenziato dalla direttrice dell’Ufficio federale della cultura Isabelle Chassot nel suo intervento in occasione del Convegno internazionale di Basilea

“L’italiano sulla frontiera” nel 2014, “un’amministrazione federale plurilingue è rappresentativa della società ed è più democratica. Permette di oltrepassare le frontiere linguistiche” (Chassot 2015: 137). Si darà così alla popolazione e agli altri Paesi plurilingui un ottimo esempio di intercomprensione all’interno della Confederazione, di parità linguistica e di sensibilità reciproca tra le varie culture che compongono la realtà svizzera, minoranze comprese.

3 Iniziative a difesa dell’italiano e/o del plurilinguismo in